la Fiera Letteraria - XII - n. 13 - 31 marzo 1957

Domenica 11 marzo 1°~7 T ,\ f,' T F R ,1,· r F' T T F R ~ R T 1,; ----------------------- * DAL FATTO ESPRESSIVO ALL'UNITA' SPIRITUALE * Molto pròbabilmente gli scritti, ab– bozzi e appunti di riflessioni e di re– cherclte dtt temps perdu scelti. e radu-· nati in Tempo d.i ricordi (Morcelliana. Brescia, 1955), non aggiungeranno alla fama di Alfredo Gargiulo, critico sensi– bile e severo e tenace. tra i più stabil– mente fondatì del nostro Novecento. Ma certo essi aiutano a rintracciare le lontane sottili radici di quella sensibilità e a seguirne le spire. Né differente do– vette essere, in fondo, il valore attri– buito loro dall'Autore stesso. Il quale però - finché. fu vivo (Napoli, 2 mag– gio 1876 - Roma, 11 maggio 1949) - si astenne sempre dal darli alle stampe: e così lasciò che a rompere il suggello di silenzio da lui scrupolosamente di– steso sul suo e interno fervore,., lasciò che a vincere amorevolmente il suo e fe– roce pudore,. fosse la sua stessa com– pagna di vita (ormai anch'essa defunta), cui del resto questi scritti erano dedi– cati come un'estrema confessione. e Dire finalmente, me stesso,-, E, a smentita ·e correzione della glacialità e della estra– neità di cui fu grossolanamènte tacciato, tramandare invece la tesUmonianza del suo cinfervorato culto dell'umanità.,. Un "Culto cui e sottostava ... una più lai;ga fede, non meno esclusiva: la fede, in generale, nelle qualità native e sinte– tiche degli uomini; col suo rovescio: una insofferente disistima dell'acquisito, dell'analitico,., E la sorpresa di questa raccolta, cui Cecchi ha premesso pagine discretissime d'introduzione, deriva proprio dal ritro– varsi davanti a un Gargiulo che, nel mentre inaspettatamente si confessa e si analizza e si chiarisce in prima per– sona, nulla. perqe del suo e supremo pudore ,. e del suo strenuo rigore. e L'idea di umanità mtLltanime: ecco appunto quale era, al tempo di cui parlo (fra la f.ine dell'Otto e il principio del Novecento), fra le mie vergini idee la più alta e gelosa. Se cerco di definire il senso che allora avevo di quel mio frequentare la biblioteca e dello studio e delle letture, non p0sso se non scri– vere, cosi, con la maiuscola, la parola: Vita. Nei libri non perseguivo altro; tro– varla, el'a ogni volta un rapimento; non impor.fa se soltanto qualche rara opera, aJla fine, sapesse darmi espressioni di vita alla profondità cui, oh, come ne ero sicuro! le avrei poi fermate· io stesso. Era questo. anzi, il maggior motivo del– lo slancio e della gioia; e restava ancora al di là di" tutto questo, ultimo magni– fico termine di conquista, per se stessa, fo.ori dai libri, la vita, nella sua realtà; ·e, in essa, le persone vive con le loro qualità essenziali->. e Li0ro di Vita,. sacebbe perciò stato quello in cui si ,riprometteva ,di far ap– parire, trasfigurati, il proprio passato e il proprio presente. Molte delle quali, eol loro e slancio vitale->, risultano rivela– trici della spontaneità e della fondatez– za di certe sue predilezioni critiche: come quando dichiara tutta la sua , in– vincibile e spietata ripugnanza per ogni form.a etica convenzionale,-, oppure am– mette che la considerazione umana, con la quale cerca di intendere gli uomini, e può sembrare troppo umana, perché troppo~.,mm,.,tte e troppo po.co '5G,iu,de 1,. E. Q)'J.a.;;volta, in dat'a 15 ml!.rzo 1•929, arriva quasi a sollecitare la liberazl'one di se stesso da ogni v.incolo critico. , Ora è il tempo, di utilizzare l'accordo che ho raggiunto con la letteratura in– torno, e la esperienza dello scrivere, con– quistati attraverso la critica, senza tut– tavia nulla sacrificare della mia origi- nalità,.. . Una gara? Alla moglie confessò che· quella e ricerca dell'esprimersi diretta– mente,. era stata ed era per lui e stu– dio, scuola. Un penetrare nel vivo del lavoro d'arte; un bisogno di saggiarne su se stesso possibilità, difficoltà, e li– miti. Anche se sarà solo J ai fini della migliore' comprensione degli altri, ai fini della critica :t-. Ma già prima aveva re– gistrato tutta una minuta serie di con– siderazioni sulle e composizioni brevi ,., sul freno realistico, sull'impeto lirico, sulla logica del ricordo, sulla , prosa lieve: musicale)). Senonché Cecchl dalla macerazione della sua cultura e della sua .critica seppe far fiorire la sua al'te .. ~a _Ga~:– giulo? Neppure le sue compqs1z1001 p1u elaborate, e riprese ~ rilavorate a di– stanza di anni, quali: In bibtioteca, a vent'anni; La guerra e le donne; ln me– moria del giovane amico Arnaldo Cantù morto in guerra; Un corpo, quantun– que rechino il segno d'una finezza di pensiero e di un'esattezza di stile labo– riosamente conquistate, autorizzano ec– cessivo rimpianto per la mancata realiz– zazione del e libro di vita., che avrebbe d·ovuto intitolarsi: Tempo di ricordi4 Inoltre resta problematica la effettiva • validità storica delle date sotto cui sono · registrati i componimenti, specie i più antichi, considerate le numerose suc 1 cessive approfondite rielaborazioni con– cettuali e stilistiche cui furono sotto– posti, come risulta dalle note stess~ qella vedova e soprattutto dalla scrittura, troppo in accordo con la letteratura po– steriore. Nè si può trascurare l'evidente maggiore anzianità di qualche ricordo in rapporto alla rievocazione e alla ri– flessione attraverso le quali viene fil– trato il ricordo stesso. Ad ogni modo, Tempo di ricordi. do– cumenta quanto autobiografia e colla,.. borazione fossero intimamente legate anche al Gargiulo critico se appunto da esse, lui così , matematico>, doveva trarre 'l'incitamento e qliasi l'avallo a una sua par,ticolare recherche du temps perdu. Senza peraltro dover cambiar penna. nemmeno nel segreto della sua stanza e pur ricacciando nel cassetto diari e taccuini. II Gargiulo critico era già scrittore, in quanto critico. E Con– tini, nel 1940 (cfr, Un annp di lettera– tura, 55), postillandone una messa. a punto sulla seconda raccolta_ poetica montaliana, feC'e cenno al e fascino asce– tico della sua grammatica ignuda e articolatissima,., con sorpresa di tutti coloro che nella scrittura .del critico Gargiulo non erano disposti a ricono– scere altro intento e altro valore all'in– fuori di quelli strettamente funzio~ali, tecnici, didascalici, niente affatto. biso– gnosi di alcun interv:nt<:' e abbeII11;1en: to Jet tera rio. Senonche, fm da trentanni prima, Cecchi. recensendo (Tri .bu.na , 30 Jualio • 1912) il saggio gargiuliano sul n•Annu,lzio, aveva notato che e quel che il Sainte-Beuve diceva dello stile del Balzac', stile con le ossa rotte, si po– trebbe ripetere per lo stile del Gar– giulo, che sa passare serpentinamente, come se nulla fosse, per tutte le strut– ture dell'analisi, senza bisogno di aiu- I La cri'tica di Alfredo Gargiulo dalla.-''fJritica,, alla •''Ronda,, tanto per i contemporanei di allora, cui difettava la indipendente prospettiva storica necessaria, quanto per noi di adesso, che di quella prospettiva ci tro– viamo a poter già in parte disporre. E sarebbe errato non valersene. Del resto, la registrazione s'imponeva ormai da sè con tale prolungata fonda– tezza di documenti che non c'è da me– ravigliarsi se la ritroviamo già eseguita a firma di un critico tutt'altro che filorondista. E' stato infatti Ferrata a constatare e ad attestare che, e nella Ronda, da un lato Gargiulo potè entra– re come giudice di libri di già scritti, o correttore di costumi avversi (in un senso tale, per obiettività, da costituire proprio intervento), ma per l'aspetto più interno, egli partecipò alla Ronda come testimone autorevole dell'esperienza let– teraria di Cardarelli e di Cecchi. Di– remo meglio, come assertore di nuove ipotesi di giudizio m~vendo dalla espe– rienza letteraria di Cardarellì e di Cec– chi. Ipotesi centrale la coscienza espres– siva, come unità di fondo con l'ispira– zione.>. ( Letteratura, XIX). * Fu "Rondi,çfa" ante litteram e, quando la rivista finì, fu il .wJlo a prose- !!, nirla nei suoi numerosi sa~gi critici sulla Letteratura italiana del Novecento · tarsi con le immagini le quali sforzano e troncano sempre qualche cosa :t-. E a qu.elle prime prove H Ga1;giulo ne aggiunse molte altre, in riviste ·e in giornali, sempre più perspicue, si, do. consentire al suo stile il passaggio dalle e ossa rotte,. ad µn'articolaziane quasi virtuosa; e, di conseguenza, sì da solle. citare lo stringente· giudizio che, in sede di bilancio del periodo dalla Voce alla Ronda, ne diede Giansiro Ferrata. (Cfr. Letteratura, XV, XVII, XIX: settembre 1940. marzo e settembre 1941). Infatti 9uello del Gargiulo poteva or– mai ben considerarsi un e linguaggio al– to e quotidiano, non forse con le ossa rotte ma con un rilievo continuamepte spianato dalla·, espressione im,nediata. dove, ogni possibile·· immagine, ger in– tensa che sia, riesca movimento •e' sin– tassi e come già scontato dall'Jntelli– genza in una luce antica, che l'accomu– ni... Lo stile di Croce, alzato, e, insieme, abbaSsato d'un tono: alzato da una più rapida pressione, dal minor gusto sen– timentale, e abbassato, reso anche più stretto dalla maggior vicinanza agli atti,-. Un linguaggio, quello del Gargiulo,• che era sì il linguaggio e d'un contemporaneo di Croce,. ma d'un contemporaneo di ~roc~a~~:r!fr~s:. e (r~~t:r~-~;::p~~1.;~ Tanto vero che già molte pagine ,del saggio sul D'Annunzio avrebbefo po– tuto trovar posto appropriat'amente nella Ronda. Eccoci così all'identlficazione di ,un Gargiulo , rondista,. prima della Ronda; allo stesso modo, del resto, che continuò ad esserlo anche dopo; con tutto quanto, s'intende, la qualifica di fedele al e ron– dismo., implicava nel giudizio critico avanti che trovasse espressione, scritta. Bisogna riportarsi a quei lontan~ con– fusi incerti anni per accertare il valore della sua presa di posizione antiacca– demica e antis'entimentale. e Siamo ,.ve– nuti a ·scop'rit:e, anzi stiamo ancor.a sco– prendo, ed ogni giorno ci porta una conquista, che la letteratura come pura arte, poesia, non v;uol nascere tra noi, ol(meglio n.oqi v,uol rinascere, se Jion ,.t– ttaverso la m~cerazione.cultuualel e~cr.i– tica ->. (.Ronda, giugno 1920}. E a. questa e scoperta,. diede sistemazione estetica e documentazione critica nel panorama letterario novecentesco cui dedicò ogni sua cura dal '30 al '31, lasciandocene i primi cinquantasette capitoli. Per quanto avesse esordito nel 1 1905 con una Storia dei criteri coi quali è . trattata la storia deUe arti fig11,rativ'e dat Rinascimento alla metà del secolo deci– monono (che dalrAccademia pont;aniana fu premiata ma che è rimasta inedita), e per quanto avesse subito dopo pro– seguito, nella Critica di Croce, con una serie di note sulle pubblicazioni tede– sche di estetica, il Gargiulo, .cà.mmin facendo, venne sempre più differeòzian– dosi e distaccandosi dall'Estetica cro– ciana. E sempre più' nettamente - avendo di certe presente l'esempio cri– stallino offertogli dal Valéry - ne for– mulò le ragioni in quella teoria ùel e mezzo espressivo->, che, conferendo allo e stile,. un significato diverso dal cvecchio contenuto linguistico-retorico,-, reputava raggiunta la conquista dello stile sia attraverso la macerazione cul– tl-1,rale e critica e sia attraverso il' sen– timento-intuizione. Tanto vero· che' si confessò e serovvisto, in modo assoluto, d'impeto per la visione romantica,,-, Re– stituita validità al rapporto tra l'ispi– razione e la materia che l'esprini:, 'Vide * DI ENRICO FALQU[ il rapporto risolversi in , coscienza cri– tica)) e vieppiù manifestarsi nel « genere lirico->, tanto in verso quanto in prosa. Da ciò la coerenza e l'importanza della sua azione critica per il riconoscimento del -valore artistico della sua più sin– golare letterntura del periodo dalla Voce alla Ronda. Letteratura con la quale ad. divenne addirittura ad un·autentica ccol– laborazione,-, dopo averne intuito e de– lin,eato la poetica. (Cfr. Critica: 1904- 1910; Cultura: 1908-1911: Ronda: 1919., 1921; Fiera letteraria: 1926;• Vita arti– stica: 1927; Circoli: 1931; fino al saggio sulla Crisi di un'estetica nella Nuova Antol.ogia dell'l maggio 1936, ai para– grafi Di. un pri.ncipio delle Arti ,in, Lel– teratiLra del 1938 e all'Avviame1tto al– t~idea del mezzo espressivo in Belle~- bertis. la possibilità di qualche influsso serriano), quell'analisi doveva perveni– re a una• lettura del Notturno scandita in maniera quanto mai sensibile e mo– derna. E fu infatti la stessa ch'egli poi trasferì a applicò ai Contemporanei: co– m'è provato dal fondamentale volume sulla Letteratura itatiana del Novecento, in cui soltanto nel 1940 (Le Monnier, Firenze) si lasciò persuadere a racco– gliere una parte dei suoi innumerevoli articoli e saggi di critico militante. A cominciare dalle cinquantasette note sul 1900-1930, che apparvero nell'Italia let– teraria dal 19 gennaio 1930 al 6 agosto 1933 e. che fecero e fanno testo per la loro illumin{lnte chiarificazione sopra tanti punti ingarbugliati del nostro svol– gimei;ito letterario; e a finire col gruppo Raffaele Spizzico: "Nat11ra morta " po del 1940, ora solo in parte. riuniti in $critti di estetica: Le Monnier, Fi– renze, 1952). Nel 1912, diede alle stamPe' (Perrella, Napoli) quell'ampia monografia su Ga– bmele D'Annunzio, che, pronta e an– -9-unziata fin dal 1909 e ristampata (San– soni, Firenze) con un'appendice nel '41, rimase. nonostante l'enorme produzio– ne critica successiva, una delle inda– gini, per finezza di analisi artistica, più sicuramente rinnovatrici sulla sensualità visiva dell'autore del Canto novo e del– l"Alcyone. Ma - iniziatasi col metodo di un crociano già in via di superare Croce ricercando ·nella e realtà della pa– rola)> ed esemplificando nei valori far. mali ed estetici. <1 l'identità di intuizion~ e di linguaggio>) - quell'analisi doveva in seguito, con la giunta di alcuni ca– pitoli contemporanei all'esperienza (so– prattutto cecchìana) della Ronda e ma– gari, dell'Allegria di Ungaretti (ma sen– za escludere, come ha osservalo De R.o- di più ampi scritti che uscirono nella Ronda e nella Nuova Antologia, senza cont'.are gli articoli nei giornali e in altre riviste (Tribuna, Gazzetta del po– polo, Espero, Convegno, lUustrazione Itatia11a, Poesia, ecc.). · Tuttavia, del suo impegno e del suo contributo per l'identificazione e la va– lorizzazione della contestata letteratura italfana del Novecento fu dato giudizio in maniera rilt~lmente discorde e ma– gari opposta, e seconda che il punto di vista e il grado di gusto di chi do– veva emetterlo fossero o no, più o meno. · crociani. Circostanza messa ormai agli atti dal cecchi, quando, in sede di bi– lancio negli ultimi vent'anni ,di estetica e di critica letteraria, ha ribadito che e la crociana negazione della tecnica e della pluralità delle arti non poteva d'altra parte non essere avversata da critici come Gargiulo e De Robertis tutti fondati sul fatto espressivo. E poichè essi furono anche fed.eli e intelligenti sostenitori della letteratura succeduta al D'Annunzio, al Pascoli, al Panzini, ecc., era naturale si •trovassero in implicito contrasto col Croce che, ripetutamente, di cotesta letteratura cosidetta giovane aveva mostrato, quasi senza eccezione, non fare che scarsissimo giudizio>. (Cfr. Enciclopedia Italiana, ll Appendice, I, 729: 1948; Ulisse, aprile 1950). Nè noi riprenderemo adesso a citare esempi di incomprensioni e di negozia– zioni. Basterà, in riassunto, ricordare 'quanto lo stesso Gargiulo non si trat– tenne dall'avvertire nella presentazione della sua raccolta sulla Letteratura ita– liana d,i Novecento: e ... Cosi la mia critica. sarebbe· essenzialmente formàli– stica o retorica, cioè aborrente dalla considerazione di tutto ciò che costitui– sce il fondo umano dell'artista, la sua complessa unità spirituale. E qui si trova, rileggendo gli studi sugli scrittori sin– goli, che tutto invece, ,casò per caso, vi è (atto convergere ·alla deflniz~one pro– prio di quella umanità. Inoltre, e quasi per consegu~nza, io procederei sempre per via di citazionI meramente antolo– giche ...; laddove la massima pai:te delle m'ie citazioni è indii·izzata, anch'essa, allo scopo ora detlo: la determinazione dei motivi genuini dell'artista Jo. Raffaele Spizzico: "Na.lura morta" l Non dovrebbe essere perciò profezia azzardata il ritenere certo .cl,le, col pas– sa1·e degli· anni e col pro,gPess1vo asse– stamento storico della produzione· let– te l'aria contemporanea e posteriore al pe1:iodo dalla Voce alla Ronda, più ni– tido risalterà l'esempio offerto dal Gar– giulo e •più andranno alla sua lezione la stima e la riconoscenz·a di tutta quella egregia letteratura che, come teorico e come sperimentatore, lo ebbe tra gli animatori più persuasi e persuasivi e tra i giudici più sensibili e rigorosi. in tem:. pi di· sordo disfattismo e di scolastica faciloneria. Si vedrà che, pur col suo .rrretodo estetico - inteso a reperire e isolare, attraverso il serrafo esame stili– stico, l'originalità artistica e l'intimità spirituale di un autore nella sua essenza p'iù genuina· e nella sua immagine più fuigida -, fece più e storia,. di tanti storici professionisti. Lo attestano i molti suoi giudizi che, per la ormai as– sodata rispondenza col meglio della lirica e della prosa del periodo Vo.ce-Ronda, ·restano stabili e validi punti di rife– rimento per ogni ulteriore assennato esame; e lo confermano squallidamente le molte opinioni cattedratiche ed acca– demiche svapite nel nulla. Ma torniamo alla Ronda e ai due ::;,1ggi In famiglia, dedicativi appunto (giugno e agosto 1920) alla gente di casa, nelle persone degli amici Emilio Cecchi e Vincenzo Cardarelli. Nel pri– mo, il Gargiulo non si fece scrupolo di invitare in forma solenne, quasi uffi– ciale, e gli c1ltri amici 'della Ronda., (piuttosto numerosi ·e tutti valorosamen– te partecipi della sua azione)· e a con– siderare Cecchi quale red,attore-sim– bolo della rivista, e a. rendergli I cor– rispondenti onori->. Sono passati più di hl!nt'anni. Ma la figura del redattore-simbolo non è riu– scita a restringersi e a fissarsi nei linea– menti di uno solo dei vari redattori, che dall'essere sette amici si trasforma– rono a volte in sette nemici. Quella che invece ci sembra sia venuta delinean– dosi e dandosi a riconoscere con preci– sione crescente è la figura del critico– simbolo della Ronda. Nessuno meglio di Alfredo Gargiulo fu più fervido apo– stolo e più giudizioso profeta della Ron– da. dei Rondisti e del e rondismo >. Torna dunque giusto domandarsi se tra i e sette savi ,. della Ronda non deb– ba, per equità. operando qualche sosti– tuzione nella Li.sta bloccata che con la penna arguta di un Margutte ne ap– prontò Baldini (Ronda, novembre 1919; ora in Satti di gomitolo: Vallecchi, Fi– renze, 1920), venir finalmente compreso anche il Gargiulo. A meno che non si preferisca aum.entarne il numero ad otto. Nulla, comunque, di più giusto: non Non solo, non solo. (E la posia di Ungaretti, cosi intimamente sentita e limpidamente chiarita?). In ogni modo, attenendoci al giudizio espresso dal Fer- 1 rata e facendolo nostro senza sovrac– carico di passione, è indubbio che il contributo di Gargiulo alla Ronda fu e diretto anche a suggerirle una mo.raie letteraria più edificante->. Perchè, scrisse il Ferrata, e se il Gargiulo crociano ave– va mostrato d'aver per l'Intuizione un interesse sempre vicino ai luoghi con– creti del linguaggio; se era stato il solo, fra quelli di scuola, a cercare sul viso l'immagine artistica, il Gargiulo ron– dista mostrò desiderio di frenare un poco le vie dell'Immagine, e rimediava alla sfiducia dei compagni verso le teorie pedagogiche con una mitologia d'arte tutta cosciente, e conqtiistata dentro la cultura: una speciale resurrezione della Forma dalle ambigue libertà dello Stile, a furia di sacerdozio. Mentre il gusto di Cardarelli con quello di Bacchelli e certe vivacità dei Pesci Tossi di Cecchi sem– bravano indirizzare la Ronda a modi eretici n. Gargiulo fu insomma più e rondista,. della Ronda. E, quando la rivista finì, fu il solo a proseguirla, e in un certo modo, su motivi teorici ... E la lettera– tura che si cristallizzò a poco a poco - ma poi nuovamente accennò a divi– dersi e a complicarSi intorno alPHaria tetterari.a, ebbe come centro della sua vivacità di pensiero alcuni sensi della Ronda approfonditi da un antico e te– nace collaboratore della Cri .ti.ca, ._ C Let– teratura, XV). Qui il discorso andrebbe esteso alrin– tera Ronda, con più conoscenza e con più giustizia di quanto non sia stato fatto fino ad oggi. E ci ripromettiamo di proseguirlo sulla scorta di alcune re– centi e sollecitanti indicazioni; ma con la pacatezza dovuta ad un lavoro di quella consistenza. . ENRICO FALQUI RASSEGNA DI * Fll.,OSOFIA Joseph Schumpeter dall'economia lla politica * di LlJIGI QlJATTROCCHI Joseph Schumpeter, ritenu- L'opera si divide in cin• della libera contrattazione. ~1 Jin~cg~~~~ù d~la~~~t;:'~: d~e tfl~rt~,O~d~~~~r:a e~ut~: ~~~r/pJlunct~us~ ~~~~g~m~ colo, era già noto in Italia. via concepite come abbastan- prepara Pìmpalcatura del anche fra i non specialisti, za autonome Puna dall'altra, nuovo sistema, che non sarà :i;;:~tt~i ~~~ia ilde~~l~r;;r ~i~1?~ d;rf~!e~ 1?~i:~~~~•d!~t ;~~!o~:\!rmi~:to. coerente- trine e del metodi n, apparso cate rispettivamente a (1 La Ormai esplici,tamente in ~~1Q~I 5 ~ n.:;lno~\~tr:. de~l~ ~.o;tr:s~hr~;x~t1:rfcipdei \;}/. ~:nee ~~t!~~a~S~~~r;~r d~i U.'J,'.E.T. S1 trattava d1 una t1h soc1al1sb >> (pp. 285-~90), vivere democratico la scelta opera edita nell'?riginale te- saggi in se . st ~s.si 1 conclusi. di uomini che dovranno poi, ~:~? Jt~i!~;:~ ~~~~~~:rl'~~ ~~f~a. ~~~i~1 1 :b;}~ ~~~tt :ea~~ ~;:s;i~isi1~ 1 er~ 0 ~~~~le~~rih; tere~se era sostan.z,almente tr~il, m cui lo Sc~umpete_r s O 1 0 mediatamente la co– stor1co _e .metodolog1co, senz~ prima af-ferm~ e poi convah. scienza popolare può atfron. sosta1?,z1all.aperture ad a!tn da la. ~u9: tesi. foI?-d~me~tale. tare e portare a soluzione. campi teonc1. La soc1eta cap1tahst1ca e av. Per .cui avanza la definizio- La nuova irande opera del. viata verso una sicura de- ne: << il metodo democratico lo Schumpeter cl) recente .tr~- composizione,. per .da:r lupg? a è lo strumetito istituzionale dotta, cc Capitalis:mo Sociatt- un~ f_ori:nad! soc1eta _d1t1~0 ~r giungere a decisioni eo. smo e Democrazia)) (Tradu- socialistico. L affermazione, 1n lttiche, in base al quale sm– zione d~ _E1T1:ilio. Zuffi, ~l~- fondo molto ~o.mune e i~ cer: goli individui ottengono il no, Ed1z1om d1 Comun1ta, to .se~~o add1.r1ttur.a ov':1a, s1 potere di decidere attraver. 1955, 8. gr., p. XII-392), an. ch1ar~f1ca nei suoi _van e_le- so una competizione che ha ;~ino~\~~~d~ ~:nu~~~~~i !3fit 1 ;vf1~r~tu;;gri~~ ~~~~}; ~ 0 j~;\~ 1 ~JY!~zro'fieola~~~ come analisi e critica di di. che il passaggio dall'uno al. molto esplicita invero ma versi critèri economici, giun- l'altro tipa di s_ocietà ~ta se. volutamente te~uta in Confi. ge tuttavia a farsi indagine ,e:uendo .e .d.ovr!_l segwre. In ni piuttosto vaghi, per poter• 11olitica, in quanto inevitabil- tale ch1~mf1.caz1one! Schum- vi inserire il massim6 possi– mente investe anche il, con- ·peter s1 d1!ferenz1a netta. bile di tipi di società. dalla tenuto ideologico di quei si. mente dai teorici marxisti, monarchia costituzionale al sterni prima so10 economica. che per lui è il capitalismC? sociaiismo stesso. Ma questa mente configurati. Il passag- stesso che prepara le armi vaghezza finisce poi col rile. gio dalla vecchia opera dei per la sua condanna, tutto varsi il punto debole di tutta 1914 a questa. uscita in ori- ciò ancora in sede esclusiva- la trattazione dello Schum. ginale americano la prima mente economica. Il pre~io peter, perchè glì impedisce vol.ta nel 1942, segna. due !as\ fond1.lment!_lled~lla. trattaz10: di distinguere adeguatamen– sahenti del pensiero. d1 ne, r1levab1le qm ptù che ma! t~, e sotto ogni aspetto, la so– Schumpeter, nato a Vienna altrove, è la mancanza d1 c1età democratica da quella nel 1883 e rima.st< :' fedele al. og~i livore sentimentale con che non lo è. E resta quin. l? sc~ola iormal1stica te~esca. cui lo s.chu~pe~e~ a!fronhi di non pienamente soddisfat. fmche 1 nel 19~2, non s1. tra. ar~oment, _cosi v1v1 nella co. ta propria la questione più sferl. m Amenca. ove nma- scienza odierna. interessante. che infine lo se fmo alla morte av".enuta ta socie~à ~apit.alistic~ Schumpeter non può evitare nel 1950; a contatto 1mme- porta la rauonahz.zaztone d1 di proporsi: se cioè il socia– diato con es.ponenti della tutti i fat!i economi.ci , ii.glia-, lismo sia democratico, e in scuola economica a~glosasso. com'essa e, del razionalismo quale forma lo sia. La rispo– ne, Schumpeter ando sempre moderno. Per questo, tende sta è che fra il soclalìsmo e pi~ avvertendo il contenu~ a distruggere sempre più il la democrazia non esiste un ~~!C~c~~l~~i~=~s~! g~~~~~Ws~:t 1 ~ ~~~;;:i~~aJ;11~ e~t;i;r~.Il\~ ~~~~ ~i~~~~ss~~zf 0 i~al: Socialls!»O e Democmzta >l. ~h progr~so e.limma le p1~cole tra; ma neppure incompatibi, tale onentamento è la ·più ~ m~che aziende economiche. lità. quando &i offrano le chiara testimonianza. Lo per dar luogo all'unità in- condizioni ambientali adatte. schema ;ondamenta~e. del li. dustriale gi~ante, ampìame,~- La risposta evidentemente bro ~ons1st~ nel· .def.lm: e,. nel- te. burocratizzata e. sovver.ti. non è in pieno tale, ceden– le diverse 1mphcaz1001, 1 tre tnce del concP.tto d1 proprie. do a un relativismo che non c.oncetti di capita!ismo. socia. t~, perchè non si possi.ed~ no appare del tutto opportuno. l!smo e der11:ocraz1a,e ~el dE:· più <1 c.ose)), ma « az1om )), Ma, ancor di più, SchumPe– llne~rne poi .i ~apporti :ec1. att~stat1 per un po~~es~o ul. ter. dalla sua definizione di pro~1, 9 megho 1 rapporti del tE:nore che, non. p1u 1mmE;-democrazia, non è più nep. cap.1ta_lismo da ,un lato e del diatamente sens~b1le,, svani: pure in grado di evitare lo soc1alismç dall altro con ~~ sce nell.a . coscienza deg.li stesso relativismo proprio ri. democrazrn., concetto no~ p1u (< espropr1at1 i1 posses s.o r 1. guardo alla preferibilità del– eco no m I c o. ma po!1ll~o. Inoltre,. la ~truttura d1 uu \a democrazia, per la quale, 15.chumpete~ ~iene a d1ch:a. p_aese e rad1calm~nte 1:1od1.contraddicendo in linea teo- V1\i·). r~·: 11 IT1 1 ~~~m~~~e è ~~ ~l;;~anu~:~~~ dst~r~~~1/~ mue~~.i~~t~a•arr~t~~ t~~~aITc 0 ~ libro politico; e tuttavia }o die aziende, perchè cadono non sa trovare argomeriti in sviluppo dello stesso lo porta altri canoni-base della socie. assoluto validi. ben al di là delle originarie là capitalistica, com.e quelli inlenzioni. della libera concorrenza e LUIGI QUATTROCCHI

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