la Fiera Letteraria - XI - n. 49 - 9 dicembre 1956

Anno XI . N. 49 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 9 dicembre 1956 S1 PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO UMERO L. 60 1 •I k~.l' I<iNE... A.MM INTSTRAZIONE ROMA • '1 lnrial; L RO aJ mm ABR< tNAMENTT Via èJ Porta Castello 13 TelefooJ: Redazione 655.4S7 • Ammlntstr 555 158 - PUBBLICTT,A·· Ammlnistr • LA FIERA LETIERAR!A ••V. di Porta Castello, 13 • Roma· TAR.· Commerciali L. 150 Annuo L 2 700 Semestre L I 400 - Trimestre L. 750 Estero: Annuo L 4 000 • Copia arretrata L. 100 - Speè!zlone ln conto corrente postale (Gruppo Il> • Conto corrente postale n 1 1 31426 LE'l'TERA APER'l'A * Su I proaetto dilegae deiPren1i Letterari * Colpevole invadenza degli organi di governo o non perdonabile in– . indifferenza del Sindacato Sc1·1t– tori? L'importante è togliere di mezzo la vecchia legge t:ascista. * di 4JÌIA~CJARLO l'IGOUELLI CARO FABBRI, ho seguì to sulla Fiera la polemica che è nata tra Petroni e Ugo Moretti in merito ai Premi Letterari. Provo un certo imbarazzo, e quasi una vergogna, a intervenirvi, perchè - in giomate come queste - le nostre polemiche dovrebbero avere ben altri ar– gomenti e tutta una diversa destinazione. Petroni è riuscito, beato lui, a mettere insieme i fatti ungheresi. ed egiziani a questa bega dei Premi Letterari: a me, invece, se penso a queste orrende avvisaglie cli guerra, •cappa ogni voglia di scrivere, e figùra ti un po' se av,ei voglia di rimestare questa polemica. Ma sic– ~ome, in certo modo. sono parte in causa, per avere <fato il mio contributo alla redazione di quell'c incri– minato • o e sospetto• progetto di legge, permettimi <i.i fare un po' il punto sulla questione per i lettori della Fiera -, anche percl1é la polemjca si· è allar– gata. e Falqui ha preso la parola su I! Tempo (24 novembre). Vicari sulla Incom dell'ultima settimana. Anzitutto lascJami fare un amabile rilievo a Pe– trnni. Lui dice che questa questione dei premi e ., tante altre sono tutte • cose nostre•· Immagino cl1e intenda dire, non cose da caffè. o da salotti. compiacendosi così del nullismo e -ìel– "anarchismo di certi ambienti e costumi letterari, ma voglia proprio dire cose di famiglia: problemi della società letteraria. Ma qui domando a Petroni: qual'é - e dov'é - la nostra famiglia? Dovrebbe essere, se non sbaglio, il Sindacato. Ma intanto. pur essendo il nostro un Sindacato Nazionale, altre ne sono sorti e si sono accampati con riconoscimenti, attribuzioni, e prote– zioni; senonché questo ·é un altro discorso, che ci porterehbe lontano. Sta di fatto che il Sindacato Nazionale Scrittori, nei suoi anpi di vita. ha poche benemerenze al suo attivo; é uno strumento più acca– demico che dinamico. Non ha evitato che sorgessero organi analoghi e concorrenti. Nei su-0i rapporti con 2li editori, ha una strada ancora Jung_a da percorrere. Né ha ben tutelato gli interessi di noi scrittori con la RAI. con la TV. Non ha chiarito bene né i rapporti. né gli apporti con J'Unesco, col Pen Club, con altri organismi internazionali. Non ha saputo impostare un piano di e politica culturale • (nel miglior senso della parola) per i paesi stranieri; e il problema. per esempio, degli addetti culturali. Non ha saputo neppure far tradurre in interrogazioni al parlamento certi dfritti e bisogni della nostra categoria. E' scarsamente operante nelle vari.e commissioni gover– native, dove é chiamato di diritto o per consulenza. Non sa svolgere neanche quella • politica della pre– senza •• che gli darebbe maggiore prestigio, e di conseguenza una operante autorità. Ma anche questo é un altro discorso, e se vi ho accennato era per affermare che persino in questa questjone dei Premi era dovere del Sindacato inter– venire - appunto perché • cose nostre • - e, in– vece, quando alcuni scrittori danneggiati vi fecero appello o ricorso. non solo non trovarono consenso, ma neppure udienza. Perché il Sindacato non ha mai preso posizione di fronte al malcostume di certi premi, a parecchie irregolarità? Perché il Sindacato, sapendo che - purtroppo! non era stata abrogata una legge fascista del 1938 in merito ai Prenù Letterari, non si è dato da fare per farla decadere o per sostituirla? E. anche oggi. venuto a conoscenza che Ja Presidenza del Consiglio. facendosi essa eco del marasma di parec– chi premi e raccogliendo essa una documentazione di noh poche speculazioni e degenerazioni ivi connesse, perchè il Sindacato non si è fatto ufficialmente avanti a prendere in esame il progetto di legge, approntato dagli uffici della Presldenza del Consiglio Non ha mosso ciglio, neppure quando in data 19 luglio 1956 la Com.missione Nazionale del Libro ha approvato all'unanimità (compreso, quindi il semidissidente on. SchiaveJlo ...) tale progetto, che d'altr,a parte va ancora sottoposto ai due rami del parlamento. E sa– pendo che queste e cose nostre > - ma non così privatamente « nostre •• se finiscono :iddirittura nelle aule parlamentari - sarebbero state discusse a Montecitorio. era doppio dovere del Sindacato Scrit– tori esaminarle, discuterle, e insomma pronunciarsi. Tornando a me. caro Fabbri, quando fui chiamato - insieme a Samminlatelli - a far parte di un « gruppo di studio• che preparasse lo schema di un GIANCARLO VIGORELLI (continua a. pagina 2) TRA I FERRI DEL MESTIERE: UN AVVENlMENTO NON TRASCURABILE ~!f~~r::;!lee~l:~\:ir:i-f~~ 11 novece11to 1 1 n \ 1 0cabola r1'0 ~~~~:l~~:r::r~t{~!tl~ tività, l'Unione Tipografico Trabalza e Allodoli; e oel Editrice Torinese - che giu- 1941 i l Vocab olario deHa sto un secolo addietro, sotto Ling11a italia.na a cura della la direzione del Pomba, l'a- * Reale Accademia d'Italia e in veva iniziata col Dizionario particolare sotto la direzione della Lingua italiana di Tam· del Bertoni. Senonché quel maseo e Bellini - ha pensato Un riconosci,nento che, per quanto rneritato, nessuno Vocabolario rimase inglorio- bene di ribadirla, sotto la di- samente fermo al primo vo- rezione del Verde, con un avrebbe, anni or sono, r1tenu.to possibile ed i,nminenle lume, dall'«a» a «czarismo», Nuovo Dizionario della Lin· e di lì a poco, con tutti i suoi gua ita!iona, affidandone la d i El'\' R I e o li'.,'\L •• u I uffici e schedari, svani come cura a Salvatore Battaglia. E '-' l'Accademia stessa. E in questi ha preannunziato il * lquanto alla Grammatica, I primo dei quattro volumi. di · compilatori vi spinsero lo zelo circa mille pagine ciascuno e il Battaglia fondatamente di- la citazione è intesa ad evlla· ieri pote,·a sembrare facino- fino a registrar sul serio, sat– in lV grande su tre colonne spone e ori ginalmente garan- re che la reaistrazwne del noroso ma che ormai risulta i to il nome di Mussolini, una c~mun opuscolo in C\lÌ Pen~n- lisce. iy.ra soprattutt;o ralle- vocabolo, Jimit;ndolo schema- legittimo e pacifico, P. per 1 espressione quale « faceva un ciaz1one òei reqms1tt 1deah e grante e la consla_tazione del- ticamente e mutilandone gli giunta in modi sempre più fredd~ c_ane»_,non tr_OPJ::O ca~ parad1gmat1ci, tenuti presenti la molta parte del!beratamen- echi, non lo possa invece distaccati da una troppo im- rattenstica di uno stile m cui durante la labonosa compila- te riserbata agli autori del . . . . .. . . • altn, nel contempo e altret– zione dell'opera, è suffragata· Novecento nelle citazioni. In "pioietta:e su,,.un a~P', 0 sfon- mediata contemporane,ta, co tanto zelantemente, scopriva da alcune « voci di saggio"· tal maniera si mira a docu•1do ''. : gh tol 0 ~ co~i.' la ca-- me sono quelli che h·ova~o la tangibile riproYa di non Perspicuità di definizione, mentare la « reale esistenza,, p_acita di reahzzatsi m un fre_quen_te nsco!'tro ne,. cois, si sa quale vittoria contro distinzione di significati, del vocabolo si da farlo « ri- circolo di P~~s,ero compiuto»: u_rnverSitari, nei m_anua!J st ~= l'.« accademia del decaden– esemplificazione dall'antico al vivere e ripalpitare d'attua- . D, necessita dovremo ct~•mch rtci, n:lle antologie scolaS\i t1smo ». O tempo_ra! O 1;1ore,;1! moderno. compiutezza espres- lità nel corpo dell'espressio- 1 riappellarc1 al_nostro milttan- che _e m cento altre maniie- 'el Nuovo Dizwnario del siva e continuità cronolog-ica ne. dove soltanto gli è pos· te "novecentismo,,. se vor- staziom cultura 11. Non che fi- Battaglia e della UTET, la di citazioni, preistoria e sto- sibile caratterizzarsi come remo giustificare la soddisfa- no ad. oggi. fosse!'o mancate partecipazione degli autori de} ria etimologica, saranno cosi frammento di vita concreta, zione che ci viene dal trovar convalide di specie gramma- Novecento, quantunque p1u salvaguardate, vocabolo per evocazione dell'intelletto, im- convalidato in un simile Nuo- ticale e lessicale in pro del- vasta, essendo basata sopra vocabolo. grazie all'esperienza magine di poesia». Del pari, vo Dizionario quello stesso l'esistenza e consistenza di un un•criterio di scelta non alle– scientifica e letteraria di cui la compiutezza cli ogni singo- «novecentismo», che fino a Novecento letterario merite- no dalla valutazione critica degli autori in quanto scrit– tori letterari, è provvidamente più oculata e persuasiva; e se mai può risultare un po' troppo prevalentemente let– teraria. Ma al riguardo con– verrà aspettare di poter di– sporre almeno dell'intero pri– mo volume per il riscontro delle citazioni sopra un maggior numero di termini tecnici e scientifici; poicllè non è da escludere che nel proseguimento del lavoro ven– gano utilizzati anche altri au– tori, specialmente fra i poeti, il cui linguaggio, pur nella sua laconicità e allusività, presenta virtù espressive me– ritevoli di essere citate ad esempio. E qualche anticipa– zione, al riguardo, è già of– ferta dal succinto campiona– rio degli Ungaretti, dei Saba, degli Onofri, dei Montale, dei Vigolo, dei Grande, dei Sini– sgalli, nonchè dalle iridiscenti farfalle del De Pisis. Le cita– zioni dei poeti d'un certo grado e tono acquistano un rilievo che le rende partecipi dell'autonomia di certi an– tichi en1islichi giuntl ..,it~o :i L'ARCHITET1'llllA E GLI III.Clll1'E1'TI * CHIODOSCACCIACHIODO * Lo sappiamo, c'è poco da scegliere: o Frank Lloyd ·Wright' o Le Corbusier ... * cli l.,.EONARDÒ SI~JSGALLI Nell'~rguta monografia che il pittore Bruno Ca– raceni ha dedicata a se stesso. oltre le interessant' tavole a colori di pittura astrattista, troviamo questo incredibile dialogo che sembra la registraz,one al filo magnetico di una conversazione « non controllat~ • di un gruppo cli giovani architetti. La trascriviamo. NASTRO N. l A: Chiodoscacciachiodo. sta bene? B+ C: Qual è ìL chiodo, canto per intenderci? A+D: Ii solito. A+B+C+D: Sra bene. O: Siete sicuri che questo chiodo esista? E poi ~hi ce l'ha? A+B+C+D: ! ! ! ! ! O: Offro da bere a tutti. NASTRO n. 2 c+D: Chiodo vecchio fa buon brodo. A+B+K: Perché questo cambiamento? D: E' ugua!e: se risolviamo questn riso!!leremo tutto il resto. · A+B+C+D+E+F: Sta bene. H + Z: Chi è il chiodo vecchio in questione? D+E: Il solito. F: E allora pere/tè it cambiamento? C+D: Diventava monotono. 4+B+C+D+ ... +K: Sta bene. B ad A: Ho paura che siamo in troppi, e poi se arriva O sai bene come fintsce. A a B: Z e K sono imparentati con O. C ad A e B: Che cosa state dicendo? B ed A a C: Z e K sono parenti di O. C: E al!ora. come sì fa? O: Buona sera. A: lo non bevo, non ho sete. B e C: Nessuno beve. B ad A e C: Tanto bevo110 gli NASTRO n. 3 A: Tacatametichitaca.ta. altri. IL LIBRO DI * B: Benissimo, cosa dirà. C? A: Lascia perdere C. B: Sta bene. B: Incomincio di destra o da. sinistra:· A: Come vuoi. B: Hai portato il me tra? A: Quale metro? B: Come quale metro? Ho i-isolto: in tasc11 ho un doppio decimetro. A: Credo cli non essere stato molto ch111ru. B: Ma -11emmenn per sogno: sei .stato chiarissimo, dunque TACATA METl CHI TACATA. La situazione dei giovani architetti in Italia non è allegra. Non sanno più a che santo votarsi. Non cre– dono a Zevi, non credono a Ro.gers. non credono ad Albini, non credono a Piccinato, non credono a Ponti. Noi non riconosciamo .a nessuno il ruolo. di Maestro, mi dicevano l'altra sera. Sono diventati tutti profes– sori: professore Zevi, profes ore Albim, professore Ro– gers. professore Anaroni. profe ·sere Cosenza. ecc. ecc. Tutti professori come Piacentini. Fanno i critici. tan– no gli oratori invece di fare gli architetti. Non ci la– sciano una bricciola di laYoro, ma non importa. No; vorremmo un esempio. C'è un e empio d, buona ar– chitettura moderna in questo dopoguerra in Italia? Lo sappiamo: c'è poco da scegliere, o Wright o Le Corbusier. Poi è venuta !'urbani tica a cambiare le carte. l'urbanistica può giustificare anche la brutta architettura. Non vogliamo lavorare con le statistiche. Vogliamo lavorare con i mattoni, con le pietre, col ferro. con iJ legno. col cemento armato. Invece si fanno chiacchiere. congressi, concorsi, cattedre, premi alle buone intenzioni. Per questo siamo tutti rimasti di stucco quando abbiamo letto che il Consiglio Co– munale di Como )la bandito un'asta per la vendita della Casa del Popolo (ex Casa del Fascio) del com– pianto architetto Giuseppe Terragni. Terragni, rara rondine. • a LEONARDO SlNISGALLI SI P .el ff L.-1. LE FIABE. ITALIANE * ai \TI Il. D 1.-l ' noi. Dal leopardiano: « E la lucciola errava appo le siepi I E in su l'aìuole ,, al monta– Jiano « L'orto assetato sporge irti ramelli Oltre i chiusi ri– pari, all'afa stagna». In questo Nttovo Diziona– rio ci sarà dunque posto e luce per tutti: per tutti, s'in– tende, i meritevoli: e sempre che alla cernita degli scrit– tori non si sovrappongano strettoie eccessivamente este– tiche. Le quali all'atto prati– co si dimostrerebbero meno– manti e toglierebbero all'e– semplificazione novecentesca quella circolarità e pluralità d'interessi ch'è requisito indi- l spensabile di ogni esperta les .. sicografia. E' infatti, da cre– dere che quando sarà dato ri– scontrare l'elenco dei citati, ci troveremo di fronte ad una specie di Almanacco di Gotha della letterarietà novecente– sca italiana. E non potranno mancarvi quegli scrittori che provengono dalle cattedre universnarie e che. pur inse– gnando agli altri, banno de· gnamente imparato anche in proprio. Né il loro contributo sarà da cercare unicamente negli eventuali scritti di fan– tasia e di divagazione; sarà in– vece da estendere anche alla produzione critica, e appunto per la nomenclatura critica riguardante le discipline e le arti in cui sono provetti. Lo ~tesso dicasi -per i filosofi, per i politici e per talune cate– gorie di scienziati: da.gli eco• nomisti ai fisici, dai medici agli astronomi, dai matemati– ci ai botanici. Tuttavia la schiera degli scrittori in prosa narrativa e Anche quest'anno J'editore,lett1, cosicchè esse si presen- questa è appunto la chiave liane lo stesso lavoro com- saggistica sarà sempre di Einaudi ha dedicato uno dei tana oggi come un corpus or- di ogni difficoltà - assai di.f- piuto dai Grimm e da An- gran lunga la _più numerosa, suoi belli&Simi volumi di ganico di facile lettura sotto ficilmente riportabile alle sue 'dersen per quelle germani- se già adesso lascia intendere strenna natalizia alle fiabe ogni latitudine con indubbi.a fonti. nella maggior parte dei che e nordiche in generale di poter aspirare ad una sorta (dopo quelli pubblicati negli utilità dello studioso e con casi trasformate rieJabosate e che non avevano subito Ja di soddisfacente compiutezza, anni decorsi con le raccolte diletto di grandi e picc_ini. Il talora persino adtùterate 1 dal- complessa trasformazione di quantunque _dentro i limi~i di dei Grimm, di Ande-rsen, Calvino - che non e uno l'assidua azione di una lette- gran parte di quelle italiane.luna valutazione cautelativa– quelle russe dell'Afasiev. specialista di tradizioni po- ratura aulica e dotta come la Il Nord Europa ha conserva- rnente subordinata all'apprez– quelle africane curate da polari, ma, come sanno i no· nostra e quindi poco· incline to più che non le civiltà me- zamento di ogni autore nel Pau•l Radin) e precisamente stri lettori, è un giovane ad accettare testimonianze diterranee il ricchi•ssimo pa- uo complesso. alle Fiabe italiane affidando· scrittore italiano che in uno dirette dello sptrito popolare. FERDINANDO VIRDIA I Ed al ri,guardo è già facile ne la cura a Italo Calvino. dei suoi libri I sentieri dei Era assai difficile, quin- _,_ osservare che le citazioni dei Egli le ha raccolte dalla trn- nidi di ragno ha saputo in- di. compiere per le fiabe ila- (cont>~ua a pa~lna SJ •narratori sono di preferenza dizione popolare durante gli terpretare anche su ·un pia- • ldescrittive e poetiche, mentre dole in lingua dai vari dia- lare l'esperienza della lotta riflessivo e del critico. Senza ultimi cento anni trascriven- no_ di libera fantasia pepo.• ·,quelle dei saggisti tengono del ____________________________ di Liberazione e in Ultimo dimenticare che le mi"liori di viene i! corvo e nel Visconte tali citazioni novece;tesche IJa un intervento di Carlo Berna~•i Due setttmcme fa, la « Fiera letteraria• pubblicò !1 « bilancio di 1Lna indignazione •• consuntivo in cu, si riportavano certe di· ch,arazioni di intellettuali - letterati •d artisti - a proposito de, recenti fatti un· gheresi. Crediamo di aggiungere, in questo numq– ro ,t brano di un interv ento di Carlo· Ber– na'ri, li notissimo au.to- re di « Tre operai», ~ Spe-ranze!la •· « V esuvio e pane•, pubbli· cato recentemente sulla rivista • Il Pi,nto •· J tre avvenimenti piu drammatici nella ;toria del movimento operaio - desta– linizzazione, Polonia. Ungheria - se ha provocato una serie di condanne e di !ugbe più o meno clamoro,e, ha mancato però di suscitare un adeguato ripensame11to cri– tico circa il clisagio in cui son venute a trovarsi oggi Je alleanze cli sinistra. D'al– tronde chi si rifiuta di gettare un velo di complice silenzio su.tle responsabilità di un gruppo dirigente. e non vuole aggiungere la sua voce al coro di proteste - perchè di un colore o di opposto colore - fa tka a rintracciare in mezzo a queste posizioni estreme un filo di razionalità. Mai sup– ponendo di vedere un giorno un esercito rivoluzionario, formato di operai e di con– tadini, bene equipaggiati, marciare contro un popolo che -si solleva dalle sue miserie per difendere il proprio diritto all'indi– pendenza, alla libertà. e al socialismo. l'al– leato si guarda attorno smarrito chieden– dosi se sbagliò e in che misura sbagliò nel ritrovarsi puntuale all'appuntamento lungo la strada pericolosa delle sinislre in ,rtelia,.. CARLO BERN ARI dimezzato ha rivelato un'at- rispetto a quelle di altri se: ti tudine a penetrare in un coli. sembrano assumere quasi mondo fiabesco magari in tutte un'evidenza che si con- f~nzione di un'acuta morali- elude nel breve giro di una ta contemporanea.-:- 11 Ca!- immagine. La quale a sua vmo. dicevamc, si e .rov":" volta ha qualcosa d'incisi\·o nel suo Javm_-o di fronte el- per l'e altezza del lessico e la co_mpless1ta di _alcuni pro- per la stringevolezza dello blem1 a tutta prima davve- stile. O oue~ta è. almeno. l'im- ro. insormontabili. ma ,che pressione ch'esse suscitano: esigevano. piuttosto che l 111- con sorpresa di chi. dopo dag111e di uno . esl?e.nm_ento I D'Annunzio, vedeva la mag- etnologo,. _la sen_sibillta d_1un !(ioranza dei Novecentisti. af- art1sta _p1u se!'s1bile al sign!- fondare nelle sabbie mobili flcato un.mediato della voce I dell'alterigia e dell'insuffi• popolare che non port,ato al- cienza. l<! in_terprelazione dei docu- D'altro canto occorre met- me~ti_ sul p1~no _di una com- , I tere in guardia contro il ri- parazione sciei:itifica. Il pro- •chio di un eccesso di nrefe. blema di Calv1110. 1n sostan~ renza a vantag,l!io del Nove- za, e p1:esc111dendo da ogn, cento e a scapito degli altri impostaz1o~e _di carattere ro- ·secoli; essendo preferibile che mant1co, et a 111fondo lo ste:,. anche nelle citazioni venga so d1 ~nde_rsen e dei Gnmm osservata una scntpolosa con- alle Or1!1llh del loro lay~ro, tinuità cronologica. giovevole quello di dar ':este e umta a ENRICO FALQUI una materia di per se stessa Giancarlo Vigorelli con l'editore Giulio Einaudi, alla vasta e varia, ma - e in presentazione delle "Fiabe ila.liane" Piet Mondrian ITINERARIOD'UNPITTORE * Beatitudine cr stalli cli Piet ~londrian * Uua pro,duzione che si evolve, dalla deli• zia di verdi e di grigi, ai colori puri rosso giallo e bleu e liuee Oil'izzontali e verticali, all'ultimo « New York City» (1941) che palanca, dietro le sbarre, spazi nei quali la respira:llione è di nuovo possibile * di ATTILIO BERTOLUl'CI E' la seconda ~·alta, in un anno, che c'inéontrìamo con la pittura di Piet Mondrian, il primo pproccio di– retto, dopo tante fotografie, essendo avvenuto a Ve– nezia per la Biennale: « L'albero delJ'Aja » nelle sue varianti è ormai per noi una vecchia e, possiamo ag– giungere, cara conoscenza. Ci stiamo affezionando al rigoroso .pittore olandese,. e non solo alle sue virtù ma anche, come accade con gli amici. ai suoi non molti. non gravi vizi di persona per bene. . Il nostro indimenticabile Anton Atanasio Soldat', nei ritorni a Parma da Parigi, dove vjveva interi mesi con tè biscotti e Jnsalata scondita per sentirsi più puro e degno nei quotidiniani pasti di pittura (forse anche per spender poco), di nessuno dei maestri contempora– nei, la cui arte l'aYeva incantato e rapito, ci compitaYa il nome con maggior ardore. Ne1 suo tentati~·o di fuga dal reale. mai portata sino in fondo perchè a mezza strada si ricordava cli troppe cose che lo ancoravano irrimedial>ilmente alla terra, Soldati guardava alle composizioni n~plastiche di Mondrian con una nostalgia cocente per 11loro fu. turo non raggiungibile. Egli fu probabilmente il mi· _gliore estimatore che il maestro olandese pOtesse au– gurarsi. Questi altri, i cui astratti furori verbali ci ronzano negli orecchi, turbano la delicata musica a percussione delle sue opere. Allontaniamocene. nè la– sciamoci sviare da questi altri che vorrebbero. via Mondrian, condurci nella città ideale dell'architettura nuova. Su tali esiti delle invenzioni spaziali di Mon– drian, meglio non soffermarci: finiremmo per doverci accomodare, sia pure solo simbolicamente. sulla sedia di Rietve,td del Museo Municipale di Amsterdam. E non ci teniamo. Ma godiamoci il pittore che, « nato nel 1872 da una famiglia di calvinisti di stretta osservanza» poteva nel 1902, superate le resistenze dei suoi recarsi a dipinge– re lungo i bei canali olandesi. Per riportarne quadri come il numero 1 della mostra: I! Geb: alberi su!l'ac– Q.ua : una delizia di ~,erdi e di grigi che non sappiamo quan to sia giusto classificare «impressionista» quando s1arebbe così bene accanto a certi primi paesaggi di Giorgio Morandi per nulla impressionisti. La mostra romana, egregiamente ideata e allestita, CQn l'ausilio di Gio\·anni Ca,andente, da Palma Bucarelli (che ha critto una prefazione al catalogo di rara chiarezza), documenta poi un « periodo fauve» che va pressapoco dal 1907 al 1910 e che ci fa vedere un Mondrian spe– rimentatore non soltanto di ebbrezze cromatiche fau– ves (sempre moderate. però) ma di scenografie seces– sionistiche, vedi Bosco a Oele, e cli mosaici divisioni– sti. E' forse da questi ultimi che ci pare avvertibile, albeggiante ad esempio sulla DtLna della Collezione Slipper, l'avvio verso l'astrazione. Comunque. in ognu– na delle opere fra il 1907 e il 1910 i grumi irrisolti delle ritardatarie avanguardie nordiche si sciolgono al severo acido intellettuale mondrianiano, sempre que. tandosi in un ordine, qualehe <volta innalzandosi a poesia. Qw hanno inizio le variaz,ioni sul tema «alberi del– l'Aja>l che attraverseranno il periodo cubista e s'arre– steranno soltanto alle soglie vietate del neoplasticismo L'albero, con la sua ampia chioma ossessiva, toccherà anche l'espressionismo (in un ritorno a Van Gogh che rivei;bera tutta la superficie del quadro del Museo del– l'Aia datato 1910) e tro\·erà forse la più alta soluzione ATTILIO BERTOLUCCI (continua a. pagln& 2)

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