la Fiera Letteraria - XI - n. 44 - 4 novembre 1956

I Anno XI . 44 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 4 novemhre 1956 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VI ZO CARDARELLI QUESTO N MERO L. 60 lllREZIONE. A.MMlNISTRAZIONE ROMJ\ Via dJ Porta Castello, 13 • Telefoni: Redazione 555.487 • Ammln.lslr. 555158 - PUBBLJCITA': Amrnlolstr. • LA FIERA LETIERARJA • · V di Porta Castello. 13. Roma TAB Cnmmerc1ail L J5t. Jò;d1tor1all L 80 al mm · ABBONAMENTl Annuo L 2 700 emestre L. I 400 · Trimestre L 750 Estero· Annuo L 4 000 Copia arretrata L. 100 - Speè!zlone In conto corrente postale <Gruppo li) - Conto co1Teote postale n 1 31426 APPUNTI su due convegni )f. di EGIDIO GUIDUBALDI li ritorno dei venti au- sthet.ic Response ». J. Wahl tunnali viene a chiudere per su « Poésie et philosophìe » Venezia non solo la stagione e J. P. Hodin su « Art aod del ,grande afflusso. ma an· Moderne Scieuce ». che QUella delle ,grosse ma- Il congresso di Letteratura oifestaziooi culturali. questo Italiana. meno oppresso del anno particolarmente nutrite. pre<:edente dal cwnulo delle Una Biennale di ,gran lus- comunicazioni, potrà per lo so che ha dato la p0ssibilità più seguire il metodo delle di am..-nirare i più bei pezzi sedute plenarie, confortate da della produzione italiana e contributi realmente merite– straoiera. un Festival cine- voli, tra cui particolare rilie– mato,grafico che ha Più che vo hanno avuto la relazione adeguatamente cootrobilan- tenuta io apertura da.I Presi– ciato in snellezza ed essen- dente H. Bédarida sul tema zia!ità il non eccessiivo rilie- « La cultura e la letteratura vo dei films ospitati. mani~ italiana nella vita spirituale festaziooi teatrali e musicali deJl'uomo moderno» QUelJa di vastissima risonanza; più. di G. Devoto su «StÙist1ca e un insieme di conl!iressi che critica». di P. H. Miche! su hanno dato al turismo vene- « Studi francesi swla stili– ziano di QUest'anno una nota stica e sul - Seicento». di M. altamente mtellettuale. Fubioi su « Ra_gioni teoriche Di due di questi. .esatta- della critica stilistica». di T. mente, vorremmo QUI occu- Elwert su « La poesia barocca parei, no~ tanto a scopa com- nei Paesi romanzi "· nonchè memorat1vo quanto ad em- la dotta relazione conclusiva brionale approfond_imento del teo~ta . ~'ultimo giorno aUa loro apporlo sc1ent1f1co: 1 due Uruventa di Padova dal incontri internazionali svol- Presidente U. Bosco. tisi all'Isola di S. Giorgio, La nota-Festival noco fti l'uno a _generale volto este- rilevala, però (piacevole nota ileo. l'altro _su.specifico ar- d'obbligo, dopo tutto nella gomento itaharusta. Venezia di fine estate) ci in- LE PRIME DELLA I Enrico Pea, LIBRERIA: lL LIBRO DI Clll SI PARLA L'ULTIMO ENRICO PEA * "Peccato in piazza,, 1ello scrittore apuano è un romanzo co• struito sul ricambio più intenso tra realtà e.fantasia nel segno di un'acuta e inquieta moralità e di una intensa vibrazione lirica di * FERDINANDO VIRDIA Che Enrico Pea possa es– sere annoverato in una certa zona per così dire « regiona– le » della narrativa italiana ci sembra non sia luogo e ma– teria di discussione. sempre che si intenda un tale agget– tivo come indice di quella che è l'intima ispirazione del suo mondo, quel ricambio dura– turo e profondo di una ispi– razione ricca come poche di forza, di linfa vitale, di ca– rattere, ma anche sempre pronta a tradursi in un cli– ma di fantasia e di invenzio– ne e spesso addirittura nella creazione di miU e di favole. In questo senso le terre di Pea, Versilia Lucchesia Lu– nigiana sono l'equivalente della Calabria di A)varo. u,n patrimonio Ideale, radicato nella stessa coscienza dello scrittore, la prova stessa del– la sua umanità, il segno della sua poetica, E si potrebbe ag– giungere la Sicilia di Verga, se l'impegno di Pea. pur te– nendo fede a una verità tut– ta sua personale, cioè a quel– la che è la verità della sua esperienza poetica, non ap– profondisse appunto quel cli– ma d'invenzione e di fa•vola che pervade tutta la sua nar– rativa. Il segno della realtà in uno scrittore come questo si inserisce in un problema di interpretazione e di trasfi– gurazione della stessa realtà attraverso immagini e perso- La corrente lignstica nellanostrapoesia [TI Un paesa~~io non dipin~ioi * (li GIORGIO CA.PRONI Giorgfo Caproni è na- ,; lo a Livorno il 7 gen– naio 191.2.. ma dall'età di dieci anni, fino al 1946, è vissuto a Genova dove si è formato come uomo e come scrittore. Vive attualmente a Roma. Ha pubblicato: Com.e 1Ln'allegoria, ver- 6i. Emiliano degli Orilni, G,,nova, 1936. Batlo a F<mtanigor<ia. versi. Emiliano degli Or– fini, Genova, 1938. Finzioni. versi. Istituto grafico tiberino. Roma, 194.1. _Alla nota di na_turale am~ dica anche il limite <lell'ap– b1entaz1ooe che I congressi porto scientifico avutosi io - -------------------------------------------------------– nag.gi che corrispondono a una problematica in gran parte morale e religiosa. An– che in Pea è un lontano re– taggio di eredità giansenisti– che. un retaggio che si tra– duce sempre in inquietudine: l'uomo si pone di fronte alla natura confessandosi e con– fessando la sua frale sostan - za. ma non per abbandonarsi a una confidente dimentican– za del peccato, bensì per tro– vare attraverso il peccato una via magari tutta terrena di redenzione e di salvezza. In certo senso in Pea si attua una sorta di diabolismo sim– bolico in chfave di moralità: 1.,n diavolo incombe sempre sui suoi personaggi, essi io servono e se ne difendono nel tempo stesso, ma non posso– no fa re a meno di accettarlo come un segno della loro umana natura, tuttavia ,I lo– ro sforzo, la loro ansia è sempre di liberarsene. di tor– nare a una purezza iniziale. alla loro natura incorrotta. .,J.,.. Giorni aperti. !linera- trov_ano a Venezia. a~enta- st.retta sede congressuale . .é.1- ta 10 ambedue 1 casi dalla mitato che Qu1 denunciamo ma,.11:nificenzadella Fond~z10- non _già a rilievo ne.gativo n_e ClDI e da una or.11:aruzza- ma unicamente oer metter~ z10ne. llllPeccab1le. 1 due m- in .r_isalto un'a<ltro a 0 pet·o. contn a,g,giungevano lo spet- positivo anch'esso, dei due tacolo d'uno schieramento 10- grandi raduni culturali: il terno veramente imponente. loro carattere di nuoto d' a cominciare_ dalla stessa partenza per .in ulteriore sfera pro_motnce. approfondimento deli'ampi,, Nel primo caso tale sfera materiale che Venez.a ha era ~ostitui_ta dl! un comp'.es~ egposto nelle ele,ganli vetrine so d1 ,grossi enh ed organi di (ci si perdoni il « secenti– divul,gazion~ estetica: « Rivi- smo ». addebitandolo al tema sta di estetica» diretta da L. del secondo con.11:resso) de!L Pareyspn. Presidente del Fondaz10oe Cioi. congresso, « The Journal. ?f Da,! criterio-rassegna. a Aesthet1cs and Art Cnti- tendenza necessarfamente cism ». diretto da Th. Mu:oro, epidermica e monodimensio– Se_g_retar10, « The Am.,ncan nale. c'è ora da introdursi Soc1ety for Aesthetics » pre- nel ritmo interno del mate– sieduta d? ~el. H~erland. riale esposto cogliendone le la !' ~oc1été frança1se de intere d1m.ensioni. separandJ Esthet1que» presieduta da E. con Ja debita ener.11:iail V'ivo Sounau e « The Cleveland dal morto, le patetiche rie– ~useum_ of Art ». diretto da· vocazioni e i sospiri nostalgie: ~. M.ilhken. , . . daJ1:liSPunti di vera ed attu ,_ Il Congresso d1 Studi lta- le fertilità costruttiva. E il liani _invece si aPP0Uia,v,a a,d lavoro non è per niente di!– uoa 1mpalcat1;1ra organizzati- ficile, solo che ci si sposti va non o_ccas1onale, ma_ effi- dal trito metodo del « termi· c1ente ~ta_ per altra vi!!: la nus a Quo» (Ahi, QUei tanti ".Associazione. Inte:na~io~a- ritorni a Croce per cul noi z10oale per .11:bstudi d! Lm- ìtaJiaoi eravamo già stati de– gua e Le~teratura Itahana », l!Jlamente derisi in un altro che QUI ID Venezia. teneva grosso congresso internazio- 11.secondo congresso _mt_erna- nale pure svoltosi a Venezia z10nale, ~ tre anm di d1stan· sei O sette anni fa) a quello za _dal pnmo. svoltosi a Cam- del « terminus ad quem ». bridge. . « Tenn.ious ad quem » che 1 « promoto_r1 » con ci_o nel nostro caso poggiava u erano auto~atic_amente desi- un dato d'estrema evidenza imati_; H. Bed!1r1da e U, B.o~ visiva: _gli stessi due org:i– sco , In quali_ta di Pre s identi nizzatori. L. Pareysoo e V. del! Associazione e conse- Branca. Precisa iniziativa guentemente del Congresso; «spiritualista» (come ognu•– T~. Elert. A. Lombard. E. R. no può facilmente dedurre), Vmcen_t e H. De Zi~,gle_r co~ nonostante quel certo vuoto me v1_ce presidenti- 1 . sei che s'è dovuto purtroppo con– membn del Cons1p;l10 D1r~t- statare attorno ai nomi ora t1vo e soprattutto, ID funz10- ricordati. '!e fi SeJ1:re_tariocon in mano Su questo richiamiamo l'at. l m.era regia, QUeJ raro. con- tenzione non per un gratuito n_ub10 tra voc.az1one scien_ti- e inopportuno settarismo, ma fica ,e c_apac1tà oniramzzabve unicamente per la fiducia che che e Vittore Branca, af:fian- ci ispira il dinamismo• del cato da M. Marcazzan e D. « terminus ad quem > come Va_len. . metodo di ricerca scientifica. imponenza "promot:ice », una volta raggiunto il tra– cu1 f~va adeguato nsco_o- guardo del tutto antisettario tro la r1sPOsta _della lar~his~ di una completa compresen– s1ma cerc~1a _di persone cui za di posizioni e il perfetto erano .stati d1ramat1 _gli. m- dialogo fra esse, com'è splen– v1tJ: nspo_sta che. se le njfhe didamente avvenuto in am– precede~t1 non avessero II!· bedue i casi. dulto .11:11;t troPPo alla _gallena Ci spiegheremo subito con dei norru. potreb~e essere ab- una pratica esemplificazione. bondantemente illuS t rata con Eravamo in sala m e n t r e una ras_se,gna dei ma_g_gion A. Banfi, localizzando nella e~po_nent1 _1taltao( e st rame- sua applaudita comunicazio– r1 cli estetica e di letteratura ne un ca.so singolo di ben più italiana. . delle vaste rivendicazioni, prospet- Due ven fe st iv,als t a alcun· t'p' di Iumin'sm materie interessate. dispie- av. . 1 . 1 1 . 1 9 t· · • terne ami- artistico ch1edendos1 perche iran 1. le. propne m r mai accanto agli sprazzi d'un GLI SCRITTORI E LA SOCIETÀ * ~essuno strurrìento può fabbricarli * cli Gl!GLIELIIO l'ETRO!l'I * Guglielmo Petroni. nato a Lucca il 30 ottobre 1911. Residente a Roma. Cominciò a scrivere cir– ca 25 anni la, ha pub– blicato vari romanzi e memorie. Lo scrjttore; che in Italda non esiste e che, è da credere, in molti oasi è contento di non esistere per– ctié, molto spesso, li ripiego . di una 110n esistenza attiva, lo si sa, è '!larbito più saggio di una coesistenza passh1a; spesso è costretto a vedersi involontariamente presente' doye gli altri vogliono ohe presente sia. Gli alt1•i cì . sono, esì<rtol)o, sono ,un gruppo di persone le / q.u_ali, invece di • non esìstere » con lui prendono consistenza se sanno creare, malgrado lui, la sua presenza: questo naburalrnente comporta una serie di accorgimenti i'r.aversi che lo scrittore potreb'be non 11\ten'ere legittimi ma su cui tace perché tanto nc,n esiste. Gli altri sono !funzionari di minjsteri, quelli che pensano loro alla cult1ua P. anche allP. lettere, sono promotori d-i benemerite :feste letterarie con le quali insistono per dare allo s<:rittore che non c'è lustro e denaro, sono signore che J.J tempo per comprare i lib'ri non lo 'hanno .perché dP.b'bono essere presenti alle leste dei ii-bri, ecc. Provate a· dire a quella gente: « Ma lasciateli ,in pace, visto che in realtà ncm esistono e voi ne usate solo delle riproduz'ÌOni in cera; lasciateli in pace e forse pi·an piano troveranno anche la voglia di ù •èir di casa in carne e ossa, di esistere dove sia pcrsibile oggi, camminare per le strade come cammina l'ingegner Carlo, il lattoniere Giuseppe od il ministro Pietro ». N'o, questo non viene mai accettato, loro ~he lavorano tanto per lo sc1'.ittore, che per :farla esistere in una effilge che sembra vera, anche se è vera come le , statue del museo hanno inventato macchine per le quali proprio i libri sono ,un oanburante :nsostitui– bile, non possono lasciare in ,pace ohi non sono mai r1usciti a vedere cam'è in carne ossa. Ma lasciateli da'V'Vero in pace gli scrittori e andate a lavorare nel– l'articolo in cui davvero riuscirete sul mercato al– "angolo della strada e non trasformate la letteratura nel vostro rn:ercato visto che anohe lo scrittore di ma– te1,iale meno nobile può essere tutta ma non un mer– cante. I vostri mercati sui quali portate le ombre degli sorittori, generalmente, tra l'altro, sono mercatini rionali, ma anche se sono mercati generali con tutte le attrezzature in ordine è inutile che pretendiate di averci portato e di portarci gli scritoori, è una pura illusiC1ne perché gli scrittori non esistono, non possono ancora esi tere in questo nostro caro Paese. Le società che hanno ered·itato manchevolezze in– genti le quali pet'6istono perché servono ai mercanti, spessissimo riescono dav-vero ad avere tutti i loro ministeri in bei palazzi, , lQl'O comizi, i loro partiti politici· e:tficentissirni, le loro fabbriche ben -automa– tizz-a•te, ma non possono avere gli scrittori pe1·ché non c'è nessun strumento che possa fabbricarli. Quando ne portate l'immagine nei vostri mercati infatti essi sono degli ometti di poca apparenza, c,ppure dei bar– buti ribelli, d~i modelli per fotogi·afle cuTiose, dei bevitori, degli astemi, ma non sono ,gli scrittori perché per esistere gli scrittori debbono avere dei lettori attorno, e li invece hannc, attorno i funzionar,i del ministero, gli attivisti dei partiti. le signore ben vesti– te, gli organizzatori di ,teste letterarie, ma i letnori non ci sono perohé anche quelli non esistono e non potranno mai esistere finché voi porterete_ in giro i lnro manioh.ini facendo loro credere ohe sono davve– ro quei manichini gli scrittori. (A questo punto chiedi.amo scusa ai tremila lettori dì cui conosciamo \a reale consistenza materiale, ma essi saranno d'ac– cordo nel considerarsi òei nc111esistenti fintanto che non si identificheranno nel numero e nella qua,lità con gli alt1•i quaranta e passa milioni di connazion-ai,i). Lo scrittore « non esiste», forse è questa l'unica ragione rimasta in piedi per la quale, non senza un ·ano scetticismo del tutta disinteressato e profonda– mente credente. ogni tanto ci torna la voglia di interessarci ai cas suoi come faremo le prossime settimane con graduale esplicità finohé. finalmente. non r•usciremo a farci dei veri nemici. evidenti, re– gistrati agli uffici dell'anagrafe. GUGLIELMQ PETRONI Ma non è, si badi, una mo– rale lassista, appunto per quel fondo di giansenismo che ani– ma la sua narrativa; il pec– cato è una necessità della na– tura, una testimonianza del– l'essere uomini, ma non un mezzo ohe giustifichi un fine: si penSi alle donne di Pea, peccatrici quasi tutte. e irre– golari. torpida men te u estro– samen te sensuali, un po' schiave della loro carnalità e della loro beJlezza. del lo– ro esser donne in ogni senso, appassionate e scaltre, calco– latrici e pietose, donne insom– ma da romanzo romanzato che creano quasi sempre at– torno a loro stesse tutta una trama di peccati e di rimorsi, ma che sempre si riscattano in un ultimo estremo slancio d'amore. Scrittore a,vveotu– ro o. con una carica di vita vissuta - come accade quasi sempre per i suoi conterranei apuani o versigliesi - e vis– &uta tra l'Africa e le sue ter– re anfiche, trasognato e pur attentissimo emigrante, egli costruisce attorno ad esse le trame dei suoi romanzi e dei suoi racconti non come segni di una presenza del ma,le, ma attraverso i loro stessi pec– cali di una presenza del be– ne, soll che si abbia fede a ceroar.lo , quel bene, e a v.i– verlo. E attorno a una libera e sensuaa.e figura di donna è costruito il suo uiltimo ro– manzo apparso dii recente presso l'editore Sansoni, Pec– cati in piazza (Firenze, 1966), Leontina detta Carneccia, co– stretta a peccare non sol– tanto dalla n'equizia degl:i uo– mini. dalll.a maldicenza e dal– l'ootill.e abbandono che la vo– ce comune del paese le ha decretato. ma dai casi delJila guerra ché le porta via il giovane che ama segretamen– te, Luchino (e al quale sì affiderebbe con tutto il suo slancio). lasciandole accanto pvima un ma1,ito ubbriacone e bestiale quanto lei è gen– tile e civi!Je, che poi anche lul la guerra inghiotte, po– nendo la donna alla mercé rario di un reggimento al F. O .. • Edizioni di Lettere d'Oggi•• Roma, 1942. Cronistoria. versi, Valleccbi. Firenze. 1943. Stanze della Funicolare, versi, De Luca. Roma. 1952. Il gelo della mattina., racconto, S<:iascia. Cal an:c- et- ta, 1954. Il passaggio d'Enea. versi, Vallecchi, Firenze. 1956. Con Stanze della Funicolare ha vinto il Premio Via– reggio per la poesia 1952. Con Il pa.ssaggio d'Enea il Premio Marzotlo - Selezione 1956. Ha scritto e pubblicato. senza però raccoglierli in vo– lume, molti racconti e saggi. apparsi su vari quotidiani e rivi6te. o letti alla Rai. Ha anche tradotto. oecasio· nalmente. dal francese e dallo spagnolo, ma non ricono– sce la sua maggior fatica di traduttore: Le Temps ré– tro1Lvé, di Marce! Proust. dall'Editore tropPo dm3neq– giata perchè egli possa ancora assumersene la resoon– sabilità. Della sua poesia si sono occupati favore\·olmente i maggiori critici italiani. da Carlo Bo a Giuseppe De Ro– bertis (v. la parziale nola bibliografica In ca ce ai'a Li'Tica del Novecento d: Luciano Anceschil. Ho letto non so dove che in Liguria non e i– stono zone di analfabetismo. Non vo a controllare la notizia. ma se è vero che la natura medesima do– vunque sia frequentata e coltivata dall uomo, si tra– muti io linguaggio, confermo subito che non ci sono io Liguria pagine bianche: µon ci sono tratti con– siderevoli di territorio - eccettuando in parte le ge– novesarde Val Bisagno e Val Trebbia - dove non a possibile leggere. grazie al particolare alfabeto delle case (differenti da tutte le altre case del mon– do) e delle strade (anch'esse differenti). la presen– za d'una civiltà affatto singolare nei suoi caratte– ri, condizionati dal luogo stesso in cui essa ha ant– to sviluppo. Stretta fra i monti e il mare, e tutta esposta a mezzogiorno, la Liguria è una terra dove le trombe d'oro della solarità mediterranea squillano le note dominanti il breve ma perciò più intenso spartito. E anche a chi• tale spartito scorra soltanto a prima vi– sta, subito appa•e il contrasto fra i trasalimenti e ra– pimenti di quella luce estatica, e il ritmo fitto d'una vita che invece tende tutta, con minuzioso accani– mento, alle cose solide e ferme, ai beni stabili. al– la pietrificazione, per così dire, degli introiti ricava– ti dalle mercature, appunto perché il ligure deve di– fendersi - lui che fa gran vita sul liquido, e ha così avaro· dono di terraferma - dalla continua t-en– tazione dì dissolvimento ch'è in quella luce mede– sima, resa più corrosiva ancora dal pulviscolo sali– no che la compone. Le famose erose del genovesalo, conteste di viva ghaia marina incastonata nel suolo fra due muretti d'o-ro, con nel mezzo il rosso tappeto di mattoni con– ficcati di costa (certo per confermar meglio la ter– raferma al piede marinaro che la calca, più che al rovinio dei piovaschi), sono i segni alfabetici più vistosi - perché ancora dialettali - della perenne rixa ch'è nell'anima ligure. Così come lo sono le fac– ciate policrome delle case rivierasche. o le chiappe dei tetti, o i dischetti a scaglia di pesce delle cupo– lette saracene immerse nell'odor dei limoni, dove se la tinta a fresco e l'ardesia servono, sì. a segnalar dal mare la singola proprietà privata (o il «sito>>) a chi fa ritorno a casa, soprattutto formano il valido scudo contro il solvente della luminosa salsedine. ca– pace del resto d'intaccare perfino la roccia. f1caz1om m una mostra che t· d' 11 • no avrebbe potuto essere più mat 1.n? 1 sole o a a prima•----------------------------------------------------------' n plet oscunta del tramonto, non FERDINANDO vmDIA (continua in 2. pag.) Punto focale del concavo specchio ustorio della re– gione, Genova coi suoi commerci e le sue industrie, l'ansito dei cantieri e del porto, e i mirabolanti luo– ghi d'esaltazione e di perdizione; Genova tutta ver– ticale dagli aerei giardini delle sue terrazze ai pro– fondi budelli intestinali dei vicoli, dove in un afror di droghe e di postriboli si va compiendo la dige– stione delle mercanzie che si tramutano in lucri; Ge– nova stessa non fa che confermare, in termini di lin– guaggio illustre, la ri.-ra che abbiamo detto, grazie ai suoi aulici palazzi i quali - a cominciar da quello che il Capitano del Popolo Guglielmo Coccanegra commise a frate Oliveiro da Sestri intorno al 1260. e che fu detto poi di San Giorgio - spi<:cano per il loro carattere di « solidità e parcità». Palazzi la cui severa forma geometrica (un dado coperto da una pi– ramide di lavagna, e munlt-0 d"1no zoccolo acceso da grandi arconi) tende in tutti ad esprimere, meglio che una resistenza alle piraterie e al cozzo delle fationi. la volontà antica di capitalizzare nello spazio, contro le dissolvenze marine. uno spirito che vuol rimanere concreto. Sì che a nostra volta ci meraviglia la me– raviglia d1 Paul Valéry il quale pur definendo Ge. nova « città interamente visibile e presente a se stes– sa, in coni'inua familiarità col suo mare, la sua roccia, la sua ardesia. i suoi mattoni, il suo marmo, e in per– petuo lavoro contro la sua monta,gna », ha esclama– to: « Che città singolare e completa! Essa non ha trovato nè un Canaletto nè un Guardi; Corot vi ha dipinto solo due piccole tele, Nessuno ha sfruttato questa mmiera inesauribile di acqueforti! >>. co~ell'~o e nell'altro caso. potesse _lr?vare ospitali~à. in contributi scientifici vera- sede ar~1shca la lumrnos1ta d1 mente pregevoli, che qui bre- una_ o~f1cma meccamca con ,1 vemente indicheremo accen- van r1verben che m essa e nando di sfu,g_gita alle prin- 9ato amm1rare,,.mentre ferve ci pali comunicazioni. 1'.. lavoro. E 1 mterrogat1vo, n Congresso di Estetica si- gia. bene accetto per la sua ceveva ipà u;n va!lidissimo rag10nevolezza, tr?vava ne,lla contributo nella prima sedu- colta documentazione <;tel_I o– ta plenaria con le relazioni ratore delle . e~tore':'oltss1me di Th. Munro sul tema « La C?nferme art1s:!che m espe– attenzione quale fattore deter- nenze note ali _mtera cerchia minante di due varietà artisti- degli ascolta ton. che ». U. Spirito su « La cri- Lunjfi ~a noi J'.\dea di vo– tica d'arte». R. Hu.vghe su ler _smmmre la g1a,.affermata « L'évolution du régime des rag1onevo_Ie~za dell mterro~a- . formes "• L. Pare.vson su t1vo;, defm1tivam~mt_e valido. « L'interpretazione dell'opera (pero, dal punto d1 vista «pro– d'arte » e H. Read su « The gresso >) nella prospettiva del Problem of Aesthetic Con- • terminus a quo• (i tanti ro. sciousness ». manticismi che giustamente Dopo un secondo giorno a A. Banfi ritiene superati) e sedute separate. concluso in solo se considerato nel pre– seduta plenaria dal notissimo supposto di progresso • chiu– S. Lifar con una relazione so•: identificato, cioè, in ma– sul tema « L"volution tech- niera totalmente compiuta, nique et esthétique de la danse cqn quelli che il • progressi– académique», nel mattino del sta > Banfi ritiene siano gli terzo iriorno si aveva di nuo- ultimi sviluppi dal progresso vo la riunione di tutti J con- raggiunti. gressisti nel Cenacolo Palla- In prospettiva mutata, in– diano per al tre cinque grosse vece, e in situazione di pro– comun icazioni: E. Souriau sul gresso sempre aperto, le re– tema « Les Jimites de l'esthé- clamate rivendicazioni di cui tique ». A. Banfi su "Arte e EGIDIO GUIDV5ALDI socialità». H. Hun_ger]and su ~ The StPucture of the Ae- (Couto,u~ 2. par.) Tutti L'Assemblea annuale dell'As– sociazione internazionale di Cri– tici d'arte, ha avuto luogo que– st'anno a Dubrovnik, la vecchia città di Ragusa sulle coste del– la Dalmazia. Il Congresso. ottimamente or– ganizzato da alcuni studiosi ju– goslavi, prevedeva una parte di lavori dedicati alla normale attività dell'Associazione e al– cune visite alla città e ai din- torni. A1cuni nomi di rilievo Inter– nazionale !anno spicco nell'As– semblea: Paul Fierens che la pre– siede. Lionello Venturi tra gli italiani. James Johnson Swce– ney per gli Stati Uniti. Herbert Read ed Eric ewton per l'In– ghilterra. Jeacques Lassaigne e J ean Laymarie per la Francia, PER L' .ART~ * CON'l' l!:JUPORANE.\ • I • critici • SI • r1u111scono * di GlJIDO PEROCCO Franz Roh per la Germania, Ju– lius Starzynski per la Polonia, J affè per l'Olanda, Grego Ga– mulin per la Jugoslavia. Nella sezione italiana partecipano an– cora, oltre Veoturi Umbro A– pollonia, Rosario Assunto, Glllo Dor!les. Cesare Ghiglione, Giu– seppe Marchiori, Michelangelo Masciotta e Giusta Nicea Fa– sola e il sottoscritto. Le sedute hanno luogo in un bel palazzo moderno, costruito sul vivo della roccia a picco sul mare: un mare azzurro cu– po in cui la luce traspare con rifrazioni incandescenti sul fon– do roccioso o sugli spacchi vivi della costa in pietra dura. Non è detto che i delegati non siano un po· distratti da questa luce intensa, calda mediterranea, di una violenza che dolcemente ubriaca ed esalta quelli venuti dal Nord, che di sole quest'an• no ne hanno visto poco. La critica d'arte ha una sua funzione. una competenza ben definita e sempre più impor– tante nella società moderna; in ,sede internazionale ha delle ramificazioni che sempre più si estendono e si incontrano di fronte ad alcuni problemi co– muni che si identificano in buo– na parte nel rapporto cultura e società. Bisogna regolare. tra l'altro sempre in sede internazionale. i rapporti tra l'Associazione dei Critici d'arte e l'attività cultura le svolta dall'Unesco Istìtuto creato appunto dalle Nazioni Unite per la diffusione della cultura. Si presenta la oeces- di pittura moderna oggi al moo– silà di borse di viaggio, aflln- do. al quale partecipano tutte chè si possa allargare la cui- ie nazioni mediante la scelta! tura specifica con visione diret- d'un comitato nazionale). quello ta. di documentazioni su pae- del Belgio propone una regola– si poco conosciuti sui quali si mentazione per la salvaguardia hanno rare notizie, legate a dei diritti d'autore per l'archi– vecchie opinioni o a studi sol- lettura moderna, q11ello !rao– taoto parziali. soprattutto per cese precisa una serie, di mi– quanto riguarda l'Asia e l'Afri- gliorie nella struttura dell'Asso– ca. e di creare, infine. degli ciazione. quello greco presenta archivi anche per l'arte con- le facilitazioni che possono ave– temporaoea. re gli studiosi d'arte che vo- Quest'arte contemporanea, co- gliono visitare la Grecia, queUol sì discussa, assume un ruolo cecoslovacco il progetto già at– talvolta impensato nei paesi più tuato nella sua nazione, di un diversi: basterebbe sentire le sindacato unico per l'arte divi– relazioni dei delegati delle na- sa in tre sezioni. per gli artisti. zioni partecipanti U delegato ~li arlil(iani e per i critici e gli l tedesco chiede che la Germa- GUIDO PEROCCO I nia sia invitata al Premio Gug- j genheim (il più atteso premio \Continua in 2. pag.) Ma è che Corot doveva aver ben compreso come Genova, appunto perchè tutta presente a se stessa ~ completamente visibile, fosse inesprimibile trami– :e la pittura. Tanto che, a parte la grande tradizio- ,e secentesca dei pittori murali. che del re to usa– vano disegno è colore (come già i npirrastn dialet– tali) in funzione architettonica. e a parte qualche ec– cellente ritrattista come lo stesso Strozzi, o il genio

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