la Fiera Letteraria - XI - n. 44 - 4 novembre 1956

un poco folle del Iognasco ~cr cui impazziscono tin– te e disegno. Genova non ha mai avuto un maestro davvero capace di esprimere in pittura caratteri spic– catamente liguri (e tantomeno d'imPQrre la propria scuola oltre i limiti regionali), come invece è acca– du~o con una certa ampiezza fra gli architetti, che tah caratteri hanno sempre assimilalo ed espresso con forza. anche se forestieri d'origine. Basti l'esempio di quei Gaggini che, pur lombardi, tanto contribui– rono all'evoluzione del caratteristico portale geno. \'e e con le loro sculture. diffondendo San Giorgio e il Drago nelle più riposte e preziose sentine della città. Le pie ma quanto ignare « bisagnine » (1) che portavano una candela al « piccolo santo» (a Niet– zsche! abitante allora in Salita alle Battistine sopra le Fontane arose o Amorose, in una Genova ch'era ancora quella dell'Alizeri. dove molte vie contlnua– ,·ano a chiamarsi più saldamente strade: Strada Giu– lia, Strada Balbi. Strada Nuovissima): tali innocen. ti bisagnine, che del resto non st peritavano. ap· profittando del suo barchile, di !arsi lavar gli ortag– gi da Enea in persona (2), di certo non sapevano, stru– sciando le suole delle ciabatte su quella consistente erosa, perchè ccii piccolo santo» avesse scelto pro. prio Genova a sua dimora. Gli era piaciuta - ci in. forma il signor Guy de Portalès - perchè egli ave· va una grande passione per la pietra e le solide ar– chitetture, così come Genova è sempre piaciuta •a chi ha il gusto delle cose» (del « concreto spiritua, len), da Rubens a Chopin a Valéry stesso. Aveva cioè riconosciuto Genova, « il piccolo santo» (come poi Campana: ma non anticipiamo). nella sua architet. tura, anche se è vero che il turista soltanto blghello· ne e distratto rimanga invece colpito in primo luogo dalle tinte e dalle luci. E' un fatto che la Liguria, la quale è senza dub– bio la regione più colorata d'Itàlia, se ha saputo esprimersi con suflìiciente forza e originalità in ar. chitettura e. nel nostro secolo, soprattutto in poesia, è invece sempre rimàsta incapace di dipingere e per– fino di lasciarsi dipingere. dimostrando un'insulfi– dienza in campo pittorico che per noi non deriva pun– to da una mancanza, in tale campo. d'un retroterra sufficientemente valido. ma proprio dal carattere del– la natura, e di conseguenza dello spirito, ligure. che ci illudiamo di aver già accennati in modo abbastan– za persuasivo. Pensiamo - se vogliamo insistere nella dimostra· zione (mentre ormai nessuno di noi dubita che il fi. Ione della poesia Ligure del Novecento, grazie so– prattutto a M,ontale, sia riuscito a fare. del paesag– gio ligustico, con le sue solenni e radicali desolazioni e negazioni, per parafrasare una felice sintesi del– l'Anceschi, i! nudo, aspro paese emblematico della nostra anima contemporanea) - pensiamo qual fosse il remoto e viciniore retroterra ligure della lettera. tura, museo troppo modesto invero, a parte i gran· di annalisti e storiografi del passato, per contrap– porsi efficacemente alla parallela galleria delle arti figurative, dove accanto a un Bernardo Strozzi, per non dire addirittura a un Magnasco, perfino un Gan– dolfi o un Barabino o un Semino o un Quinzio, o ma– gari la stessa monteverdiana marmeria di Staglie· no, o gll stessi generosi rappresentanti della Juxorina « Scuola degli spinaci». non sfigurano poi troppo di fronte, non diciamo a un Chiabrera o a un Frugoni, ma a un De Amicis o ai più vivaci garibaldini. non escluso - fra i Mameli e l'Abba - il non sempre macchinoso Anton Giulio Barrili. Tutti personaggi in– teressanti un'altra storia che qui non può trovar luo– go, mentré' semmai sarebbe da dire come siano stati proprio i pittori a portar aria nuova - anche per la poesia - in Liguria, grazie soprattutto a certi acqui– sti dal di fuori, come il_ Viazzi o il Nomellini o il Sacheri. I quali se non riuscirono a fondare una scuo– la ligure tale da imporsi, per vigore d'originalità a]. la restante nazione, almeno p-er quel che riguarda il Nomellini e il Sacheri contribuirono non poco ad a– prire alle ancor nuove idee dell'impressionismo un ambiente, sia pur già predisposto, come quelle del noto Cenacolo sturlese, di cui Ceccardo Roccataglla– ta Ceccardi tu - con De Albertis e il Maragliano - il rappresentante maggiore. La ragione vera e più intima della carenza della pittura in Liguria dov'esser dunque più sottile anco• ra, e già abbiamo cercato di identi!icarla in parte nel più genuino carattere dell'animo ligure, tutto impe. gnato in quella p-erpetua rixa che abbiamo detto, fra la tentazione di cedere ai rapimenti - e alle rapine - della mediterranea salina voracità, e la volontà di opporsi - con l'amore per le cose ferme - alle dis– soluzioni marine. Amore già testimoniato dall'archi– tettura dialettale (lo abbiamo visto), e che certamen· te non viene smentito da quella più illustre tradizio– ne che, dandoci la stupenda Genova dei Lurago. dei Bianco, dei Bergamasco. ha fatto in anticipo, della moderna Babilonia, i1 maggior capolavoro dello spi. rito (in senso un poco albionico) mercantile e bor– ghese: il maggior capolavoro, tutto Intricato di visce· rali tristezze, di cui prop-rio un poeta (Jl Campana) ha saputo rappresentarci meglio l'anima vibrante. co– si come sarà un altro poeta (il Montale) a cogliere oltre la superficie delle tinte il senso del quasi im– prendibile paesaggio rivierasco: Tendono a!la chiaritd le cose oscure, Si esauriscono i corpi in un f!tdre di tinte: queste in musiche. Svanire è dunque la ventura delle venture Ma il più alto canto di questa Genova « tutta vi 1. bile e tutta presente a se stessa » nei propri laterizi e nella « titanica» !orUI del porto. e dove non c'è mo· numento, per illustre che sia, che ancor non «serva» come cosa viva e tuttora funzionante; l'Inno di que– sta pulsante città cosi saldamente aggrappata. co– me è stato detto, alla nobiltà della materia, ma an– che il più alto canto dell'immensa fatica e tristezza ch'è nel perpetuo dibattito dell'anima ligure per non lasciarsi incantare dalle sirene della luce e del sale. è, inutile ricordarlo, il canto di Dino çampana. E ogni spirituale guida che voglia addentrarsi nel deda o del– l'anima genovese, è d'obbligo che s'apra con la sin– fonia campaniana: Poi che la nube si fermò nei cieli Lontana sulla tacita iflfinita Marina chiusa nei notturni veli, E ritornava l'anima partita Che tutto a !ei d'intorno era già arcanameme [illustrato de! giardino il verde Sogno del!'apparenza sovrumana De le corrusche sue statue superbe: E udii canto udii voci di poeti Ne le fonti e !e sfingi sui frontoni Benigne un primo oblio parvero ai pron · Umani ancor !argire: dai segreti Dedali uscii: sorgeva un torreggiare Bianco ne!!'aria: hmumeri dal mare Parvero i bianchi sogni dei mattini Come un ignoto turbine di suono. Pieno era il sole di maggio. Sotto !a tc,rre originale, ne le terrazze verdi ne [la lavagna cinerea Dilaga la piazza al ma.re che addensa le navi [inesausto Ride !'a.reato palazzo rosso dal porticato grande: Canta, ride, svaria ferrea !a sinfo11ia feconda Come le cateratte de! Niagara (urgente del mare: Genova canta i! ttlo camo! Vasto, dentro un odor tenue va11ito Di catrame, vegliato da le lune Elettrich e, sul mare appeno vivo I! vasto ma.re s'addorrne. S'alza l a n ube del!e ciminiere MentTe il porto in un dolce scricchiolio Dei cordcrmi s'addorme: e che !a forza Dorme, dorme· che cv.Ha la tristezza. lncoscia de !e cose che saranno E il VMto porto oscilla dentro un ritmo Affaticato e si sente La nube che si forma dal vomito silellle. O siciliana proterva opulente matrona A le finestre ventose de! vico marinaro Ne! seno della città percossa di suo11i di navi " {di carri Classica mediterranea femina dei porti: Pei grigi rosei de !a città di ardesia Sanava.no i clamori vespertini E poi più. quieti i rumori dentro la notte serena: Vedevo alle finestre lucenti come stel!e LA F TE R LETTF:R Domenica t novembre 1956 Passare le ombre de le famig!ie marine: e canti Udivo lenti ed ambigui ne le vene de la città {mediterranea ... I critici si riuniscono Cigolava cigolava cigolava di ca1e11e La gm sul porto nel cavo de la notle serena ... ( onlinuaiione dalla l. pag) I re leghe. Raitusa è dalla parte lo spazio determinato dalle . in alto cava l11fi11itamente occh.iuia devastazione era la notte [tirrena. -- del papa. e quando Venezia è mura di cinta. Eppure !ro tante storici d'arte Tra 1 tanti sin- impel(nalo in Oriente cerca _di rcl(ole classiche c'è un_a ,·erta dacati In cui -si frazionano gli aUc_rnarsl n~I C?mmcrct manl- aria _di Venezia, come m lutte i\la la Campana non è poeta geno\'ese soltanto l1onoris causa. Al pari di ietzsche. al pari tutti i grandi \'isionari che in quella concreta città vedono qua i la pietrificazione delle loro chimere. attratti dal sottile spirito di pazzia cl1e circola sollo J'3ppa. rente corazza del buon senso ligure (la pazzia di Co– lombo, del l\Iagnasco, di Paganini che spinse i suoi liri mi e chitarrismi fino a tagliarsi le dita sul più corto e te·o acciaio del cantino), Dino Campana è legato a Genova da una profonda affinità spirituale. Non solo, ma alla Liguria è legato anche da lln al– tro fatto non certo casuale. che è quello di aver par tecipato, fra i primi, al gruppo della Riviera Ligu– re; e cioè di quella rivista diretta da Mario Novnro, la quale nel primo ventennio del nostro secolo (durò esattamente dal '99 al '19) a ragione possiamo dire la fondatrice di quella robusta linea ligure dell2 110- stra poesia. che trovando più "tardi in Monta'e la mente più lucida e il più forte temperamen~.,. fini– rà col costituire una delle componenti, se n,,n ìa ~om– ponente maggiore (la dominante). del linguaggio p0e. tico del Cinquantennio. 1 - r d · . à t1m1. una nvahtà che non ha le c1t1à dalmate, che ad un t~;s :Oe:a~i~Ìii~: s 'a nrude1:;:::.~, gli àspettl acuti come quelU primo moment<;>non si sa spie· Italiano presenta il progelto dél con Genov~. ma si concreta in gare: è, suggerita in gran par– prossimo Congresso Generale un pla~o di concorrenz~ su sti- le dall in~on ro deJJo stile !!O· dell'Associazione che avrà luo• ma recip;oca Ra2~sa difesa da tlco florl,o. fantasioso e ne– o a Na oli e a Palermo e chr u_nabarriera solld1ss;ma. Vene- chlsslmo. con quello del Rina– I fu1ti si Piprometto·no plendido zia. dol~emcnte Indifesa nella sc!mcnto. Incontro che si at~a dato il rnome che st è fatta sua r_rag1J_e bellezza._ m1~ab1lmente nella pietra ~ I– l'Italia nella oraanlzzazlone d: Qm chiamano M1cbelozzo a stria. e che conse_rva la jlrazia e raduni internazionali Si mu 0 .,metà del Quattrocenl? per dare la m~rbl~ézza di_ modellazlon~ verà il Governo la Cassa del una !orza toscana e ri~as~imen- propria di Venc~a. da Coducc1 Mezz glorn i s.indaci. afi Enti tale alle mura. Venezia rnvece •~ Lombardo e. 31 grandi ~ ta;a- -0 • .. d 1 - ~ Il de- chiamerà per sè e per le altre p1era ~ del pruno Cinquecento. r:::i'~";'.~~~o. \ 0;u~i~:~a socio. •ue ciltà dalmate Sa~micheli da Un lun!lo prolungarsi dell'arc~l– ma chiamato come osservatore Verona: qui t':'tto rts(?onde ad t~ttura vcnezJana nella proV1n• tien nota. guarda un po' tuttÌ un rlt~o preciso_ un ideale di eia che ebbe la v_entura d\ n~n mpiaciuto sotto le folte ciglia pPrfezione urba~!st1ca e d1. or- conosc~re Sansovino e Pal.•d10. ~hc nascondono due occhi ce- dine come neJJ rntern'? ~ una Ma 11 pen~lero. ln!orniat_ore. leste chiaro. E' lo storico del- nav~. mentre a Venezia 1 pa- nell_a su.a razionalità. è antive– l'arte Victor Lazarev, autore di lazzi, le case. le chiese e i quar- nez1~no. conosce la . purezza una rondaruentale storia dell'ar- tierl !'asceva;10 ~ul filo d".11.aarc.h1tettonlca ~i rbmo . e del te bizantina che solo da poco, rantasrn. senz o_rdrnc p~estabil1: 1:,aura_na.che è 11vero ite.n,~ del- d tanti anni' ha potuto ri• lo. c?me ti pittore dispone 1 I archi ettura. dalmata S1 d1reb- opo . . . . in Oc l,•olon sulla tavolozza · be che la città. In iiran parte ~';J°en:i:re~ap~~~ ~):~~~ scors~ Ponete questi. pr_oble_mlad_un. ricostruita in un·epo~• di sce– la Mostra di Giorgione 8 Vene- gr~ppo ~i stud1os1 dt ~torta e\nog~afla a !"età dei _Se1crn_to. ( 1) Le erlbh·endoìe. dette eo&l e. Geno\"ll. perc.hè pro\'e– nlenlt tn gran porte dolla Val Bisegno. · Jtimamente ha collabora icr1hca d arte ed immagllla e il abbia Il n~ore erch1trttonico ~~a ~eullu Rivista Arte Veneta loro interesse nel discuterli Sei che Pall_adio diede alla città. di alcuni fondamentali saggi ne parlava sulla grande stra· Tebe. più ideata che co<tnnta. ~~f1a pittura veneta in Russia da all'interno del_la città. inflo: quella che sta al 101:do dell,a (2) Credo che Genova sia runica città d'Italia a p,,._ dere un monumrento a Enee (opeM. pare, del Be.ratta) che dopo va.rte peregrlnezlonl do una piazza all'altra ( ru so– vro.ppo~to anche a una fontana dove le tlsagnlne anda ,·ano appunto a '}avere glf ortaggi. per nulle meisse In suggestio– né do quell'illustre « t:i.follato ») si trova ora in pit1na Ban– diere. o.ccunto all'Annunziata. Proprlo nella pte-z.2a - ved.1 destino - più lombardata d Jtnl!e. dov"è rimasto llleso me– no !o. sbocconcellotum ct·un piede di AnchJee. quasi a stm– boì.eggiare le colltudìne dell·uomo cont.ernporeneo. che nel tolto ctel:e guerre deve 6orreggere 6Ulle spalle una tradt– zioI~e che casca da tutte le parti e guidar per 16 mano un avvenire a.nero troppo tncert,o per costituire un punto dl appoggio. come quel commovente monumentlno sta capl– tato o Genov\l. e perchè, non ml è stato poS6lbtle accertarlo. Corrado Zanzotto: "Apparizione nel bosco" - (Mostra di Arte Sacra a Bologna) Le sedute si alternano nella rata . dl bella 1noventù: su11h scena del te.~tro olimpico di Vi– bella sala che guarda il mare. spalti. ch_e un giorno d1!ende-\cenza fa I 1Uusione è perf~tta. e nel cortile interno coperto vano la c11t~da un. 1>erlcolo eh<> Dei:tro _alle porte della città. delle grandi chiome dei pini sembrav~ più 1em1b1le._ma chela! cm lah stann? due conv!ntl marittimi e dn una vegetazione ogitl la d1!~ndono dalla invaslo- a salv~11uardla. I uno dom_Pmca– mediterranea con una gamma n~ _delle villette delle automo- no e I allr_o francescano, S( ,voi– variatissima di verdi. Ma an- b~ll. dello reclam .. della dlstru- 11eva1a ".lta lnten~a dei_c1(tad1: cor iù bella vegetazione si z1one P'!rtropp~ m atto dalla nl co~e m un umco ed1flr10 1'_1 trov/ di fronte al palazzo in sp1•culaz1one privata c~ntro la1cu t'?d1vano. al~une tra l_e nlu una splendida isoletta. un tem- b!!lla a:chltettu~a _La città p_ubpreziose reliquie di sai:iti _pro– po sede d'un antico convento nn~raz,are S Bia~t? che la tie-1 tettori ~el popoli marinai co! benedettino ed ora tenuta sol- ne rn man'? e la stringe al c~o- segno q una fede che aveva 1 tanto a parco: una specie di re. ~ome m una perfett~ im: caratteri della pas~lone: si c?n: ~ paradiso terrestre .. ove fiori- magme del Quattroc_ento. 1n ctu tano qu~ranta ch~ese e d1ec1 scon le piante più diverse. i essa appare neila mquadratu- monasteri Il pcncol~ '.Ureo L'ultimo P si va con legieri motoscafi. co-1ra della vande strada al cen- rend_eva ancor 1>lù !or,e ed 1;1- E • perti da tendine bianche. qua- tro e le altre per!~ttamente pa- tre1>1d~questa cittadella di Dio. e O e a l si sospesi sull'acqua ed è indub- rallele e_ slm_m_etnche . fierissima della sua l!berth_ ed n r I -' bio che di fronte a questa bellez- Una d1spos1z1one urbanistica 0 Jt 1~ 1 1ntatta. come per un t':J· l za della natura passino In se- che ha origine dall'esempio ar- ro o. n un brev.• spazio. ''. 1 o condo piano i problemi delle rhitettonico più illustre della in o~nl proporzione. ove " In– sedute ed ognuno sogni ad oc- Dalmazia. il palazzo di D!ocle- quadra la rc_rtezza rellitlosa ~Pl· (Continua da 1>a,lna 1) di un fascista ricattatore e poi di, un giovane medico _ troppo scaltro sempre m as– senza di Luchino, prigionie– ro oltremare - amanti avi– di e senza scrupoli, cosicchè Leontina deve accettare la profferta di matrimonio (che la facoia ricca e perciò rispet– tata. ma non hanno fine le sue traversie perchè comun– que eUa deve cedere anche a un ufficiale tedesco} di un vecchio sull'orlo della tomba. Il roma•nzo ha in iz10 al ri– torno di Luchino. l'ignaro Lu– chino per i•l quale Leonlina è appena un ricordo d'inianzia, dalla lunga pri-gionia africa– na, nell'incontro amoroso dei due protagonisti sulla porta della casa che fu già di Lu• chino e che Luchino non sa ancora non esser più sua, ma della giovane vedova che per prima gLI reca il saluto della sua terra. E segue nella lun– ga, reiterata, confessione del– la donna al giovane, la lenta conqu!sta di una compr-en– sione e di un'animo. operata con la persuasione di un'ine– luttabJlità di quel peccati ed anche del rammarico di una purezza perduta: la difficoltà di uscire dal cerchio oppri– mente delle calunnie paesa– ne, cui soggiace lo stesso par– roco del luogo non per viltà o debolezza, ma per persua· sione di un errato giudizio. cosiJcchè Leontina non può che difendersi con le sue ar– mi !emmiruiiH. con quelle les– se che la voce comune le im– pone di sceg>liere. Quan4o a Luchino che dap– prima la sfugge dopo i1 fu– gace incontro del ritorno, che l'ha in sospet,to perchè ha vo– luto che il vecchio marito ri– compra se, a soddisfazione di un debito dallia. madre rima– sta sola. la sua casa e la ua terra e ne facesse quasi il suo dono di nozze. a poco a poco cede, persua o pi,ima da, la corporea bellezza di lei. e oltre che daHa bellezza da una sua intrinseca civiltà, ma soprattutto. dopo che l'animo- La Sagra Musicale Umb:a, 11 p1u unµor,u1h.e lt>suval mus1- ca1e sacro a .e.tu opa, come. ct1r~ ae1 monuo, ha v 1StO svlligers.i teticemcnte la sua Xl edizio– ne 111Perugia, Assisi e Gubbio. ~uest'anno 1:1fatu, ritornanoo aue trac.1z1oni, Ja :::ingra ha vo– lu\o portare le sue esecl!.Zioni anche ui altre città umbre, quasi a n~labùirc ur.a geo– grafia spirituale, che è appun– to di t uua la terra c!t San Francesco, di Santa Rita, di Santa Chiara e di San Bene– detto, alcuni tra i p1u grandi santi della cristianità. La Sagra e stata preceduta da un ·onct!.rto commen1ora– ltvo del cenu;nar10 di Robert Schumann che è s1ato dato nel pomeriggio del 20 settembre nel Teatro Comunale Morlac– chi. L'Orchestra dd Maggio Musicale florentmo e il Coro della W1encr Singakademie sotto la guida ciel maestro con– certatore e c.irettore René Lei– bowitz hanno eseguito li Re· quiem op. 14.8 per soli, coro ed orchestra in or1ma erecuz-ione in Italia.· - Il concerto è stato precedu • to da brevi parole delJ'avvo– ca~o Vinrenzo Parlavecchio presidente dell'Ente Provincia– le per il Turismo. in omaggio alla memoria del grande mu– sico. Il maestro René Leibo– .-itz tracciava quindi un effi– cace profilo dell'artista. La stessa sera, sempre nel Comunale Morlacchi, aveva uf· ficialmente inizio la Sagra vera e prop~ia. con la pr•ma p~r ritalia dei Gurrelieder di Schoenberg, una delle mani– festazioni più attese del Fe– stival. ancora sotto la direz-io· ne di René Leibowitz, che è ccnsiderato il più alto inter– prete di questa pagina l!iova– nile del cre:itore c.'ella dode– cafonia. Le • Gurre-liedcr. iniziano si può dire il '900. on è an– cora la do'1ecafonia. ma è e:ià U'1a pr'ma imnortan• l~simR rea– lizzazione. che prelude alla tecnica eriale. al1a ;nve1zione del cromatismo assoluto l':' un'opera <ii oroporzioni mae– stoSè, di rtrutlura ampia, mo- sa Leontina gli ha narrato ricattattori e dei calunniatol'i, guendo lo schema di un diste- chi aperti un pèriodo di riposo ,iano a Spalato formato da più la c,Jt 11 0 nel~ Incontro ra Orien- tùtlo con una sinceri•tà per- ciascuno dei quali s,tuato con so ra-ccontare, si !anno ele- assoluto tra il verde degli albe· •~lflcl lc~atl Insieme da _un or- te • cri ente sino impietosa verso se st1!s- mano maestra nell'economia menti di stile e mpduli espres. ri. le rocce e l'azzurro cupo rime per!erto dt,slmmetna. nel- GUIDO PEROCCCO sa, per una istintiva sete di del romanzo cosi da non ag- sivi lirici connaturali alla del mare. I t d Il I J e za . . - . . . Il palazzo moderno delle Bel giustizia che fa pal' e e a gravare con a oro pres '! part1col:iinss1ma . mchna:ruone le Arti. è naturalmente fuori sua natura e che gli· impone, il ritmo poetico e fantaS t lco lette1•ana da cui nasce ogni delle mura della città. perchè A t su dur conve~ di fronte alla donna vilipesa, attraverso il quale la vicen- suo romanzo che è quella di entro le mura. per un miracolo ppun o di comprenderla e di aiutar- da si snoda. . . un'evocazione amorosa di sen- di S. Biagio cbe le protegl(e.1 la. ora che ella è di nuovo Attento, come si d1ce\'a, a t è , 1 • t d li ·1ns1'd1·atada·I fasc·,sta tornato. una verità profonda, egli la si e di immagini .da condun-e tut O nmas O rnta to 3 8 . metà dei Seicento ad oggi: una! sotto altre spoglie, alla sua !llumin~ st11ùa pagina con la sul ~lo di _queHa che è la piccola città perCctla che solo la antica subdola prepotenza. E mtens1ta di un_ su? fuoco V'l- e p_er1enza mtenore_ del l_o siniolare storia di Ragusa rei:i- ( onttnua,toue dalla I. tm~.} parlare di secolo del vuoto e ed amarla come una creatura r,Jmente amo1 oso, questa scnttore. Il ncamb10 conti- de reale: essa fu uno dei più che non esiterebb~ orma-i a Leontina si aggiunge alla I nuo tra realtà e fanta •ia, la a\'anzati baluardi cristiani nel!~ il citato caso luministico è di conseguenre Slilismo gra– portare in piazza i suoi pec- lunga_ s 7 r1e. d_e, personaggi tex,ra di Lunigiana. l'Africa I secolare lotta contro I_ t:1rch1. particolare esemplificazione tui,o cati in una pubblica confes- femmmLh. d:re1 delle pecca-I . . . . _ . La sua struttura urban1st1ca si d 1 1 . tt l'tà ' Innegabili apporti del cri– sione che sfidasse lo sles o trici di Pea, a quella galle- dei ricorch (che m _que st0 1 o- spiega dalle grandi mura che uer ono a 010 a. ua. 1 .. e terio • terminus ad quem •· g iudizio del panoco e dei Pia cosi densa di immagini manzo torna quasi come un la circondano e la chiudono pc•r con ciò ~tess~ 11 loro Slgmfi- usato non col classico colpo d . t t · 'd t o- pretesto per cosi d:re • ester- un perimetro di due chilometri calo scientifico, _lasci~ nd0st di spugna che vorrebbe an-• paesani. isegna e con 1epi an e em . . ul1hnente convogliare m un Ma fa trama. i fatti del ro- zione E certo qui Leonlina no• all'economia del roman- 111 un unica !orlezza. • d di · d' · . •• nullare tulle le conquiste pre- manzo (di questo come di sov1 asta sug ~ a 11 pe1so zo, 11_ru_gac_è amo1 e di L_L1Ch1-sti quella della natura con vaste, che non negano l'ac- ce en , ma con n e i.gen e . . . J' lt .. . -1 . . . . L'opera dell'uomo si Innesta mon o nven icaz1on1 p1u d ti l'I t il° t I I apertura di chi riconosce gli no _pr1g1omero. con a pitto a maestosa grandiosità. come solo qul5to banflai:io, ma lo lnte- altrui meriti e s'appresta ad ,--------------------------, md1gena Amina, nel quale una fantasia scenografica del grano e lo d1 pongono verso ereditarli e svilupparli ulte- prem .10 lnternoz1·onole Chorl s v ·,,. lon pur attraverso la freschezza Seicento saprebbe immainnare:'acquisti se mpre più ~mpi. Si rlormenle. di ta.June notazioni si avver- le mura si alternano ardlllssl- pensi, p.es. (per Inserirci pro- , . • . t r d' d. m,• sulle roccie o picco sul mare prio nell'orbita dei rlferlmen- L appendice plu impellente · 1R lf 1· e un c ,ma ,verso,. un i-loffrono !orltole e torrioni im: ti sollecitati dal Banfi) agli del due incontri veneziani. Per I omonzo O1ono verso rattonto inserito non mensl per l'offesa e la difesa. sviluppi finali di tanta poe- quella che più utilmente ne senza un certo a1·b1tt,o anche formano un unico castello lne, ,a marxista Inglese, sfociata orosegue l'Iniziato dialogo, c, se in questo episodio si ri- spcr;rnabile il cui interno può es- In autentico clima d'uscita sembra proprio questa: un Il premio venne finora conferito .a Giorgio Bassani, G. Cassieri,lalla Romano, N. Gln– zburg, G. Bortarumi, c. loctioli. levano alcutù indi'zl tlell'anl- sere tt-an11uìll9 ed indl..(eso _co- sph-ftualistfca' fà dove prima coraggioso vaglio del grossi mo di Luchino) di Pea, la ~e 11 <' 1\· h-ade fos,<'ro corridoi non s'era immagina~ altra contributi apportati dai due D're'Cisa notarione dt cel'le si- d un un1eo edlflcto-.,:'<on si 1)9· p~ibil~ "ia. d'uscita.. dai coogressl !atto proprio ~Ila . . . . . trebbero conc<!pl:e .e non fos• chì1..1slsmi romantici, che im- lucè della dimensione sptr1- Informazioni e regolamento: Premio Ch. Velllon, 29 c., Avenue d'Ouchy, Losanna, (Svizzera) tua1J1oni della p1ovlnc1a 1ta_- sero state lmma}l1f!ate com!! ra· mergendosl nel magnetismo tuahsta. Nella piena convin– lJ-ano. come qumla del fasCI- gione di vita: la ltberth d1ven- delle officine O inquadrando- zlone che accentuarla, questu !'la ricattatore e P'.'epotente, ~ftd~u~~:::e y; u~:."~~~oe;:st~~I~ si nelle colonne rivoluziona- dimensione, sia nell'estetl~a ciel parroco legalo alle forme ta sulla roccia resa lntangi- rie di Spagna (W•H. Auden, che nella critica letteraria esteriori della moralità e pi- bile dall'orgogll~ del suoi ma- Sl. Spender, D. Ga~coyne, ec- (speclalm 7 !1t~ sottolineando altri) possono i•n<teres arei a,s– sai poco; In modo particolare in uno scrittore come Pea essa non è che un pretesto e tlllO specchio di situazioni morall più che psicologiche: il contrasto di Leonitina con la gente del suo paese, la credt>lia moralità del panroco sono per lo scrittore l'occa– sione di costruire atto1mo ad esse il tessuto di una !&vola il cui ordito ponga in rilievo alcune fl,gure umane tra!tte dalla vita. provviste di una profonda caric,a di vita. Leon– tina e i suoi peccati. Luchi– no e la sua appassiona4~ schJettezza, la sua sete di giu– stizia. la mite affettuosa ma– dre cii Luch.lno, fanno parte di un mondo tanto più ritto di vita moraùe, quanito più ne è povero l'altro, quell'Io dei naggl e li condiziona qua.si gro nell'inda11ine sulla verità rlnal. La città resistette perret- ceter~, per non citarne che sei:npre p1u 11 nesso • est~tlca a se stessa. concentrando, m ma in sostanza onesto e pron- tamente ai turchi e anche alle alcuni)· s1,H~1tuallsta e conseguenti re– fondo. quasi tutta in se stes- to a fare ammenda del suo lusin11he della rivale. la Repub- Cosl pure per Il congresso v1s1om critiche>) p_uò essere. sa quella che a·ppunto è la . . - blica di Venezia. che aveva do- di Letteratura Italiana abbia- si, settarismo o biasimevole carica di vita che lo scrit- e,_-rore, 11. medi~o sca'1tro e C'l- mineto le più importanti cit- mo tUlli assistito con auten- • praticlsmo •, ma può esser- nico goditore. l atmosfera de- tà della DRlmazla · tlca ammirazione alla sottile lo solo • per accidens •. come tore concentra in questo ro- gli anni di guerr1. sono ele- Ragusa. !orte della sua posi- dialettica con cui i più -gros- dicevano i buoni antichi, per manzo. menti, è vero. dj una realtà zlone. si abbe111 come Vene1.la. si calibri dell'italianismo di- scarsa fiducia, cioè, nelle pos- Che poi a Pea non si pos- viva, studiala coraggio.sa· ebbe 11n proprio Palazzo Du·lsquisivano di stilistica secen- sibllità d'esplorazione idealo- sa chiedere il romanzo-ro- mente e senza fa1 si rite - cale, un J{overno astuto con il tesca; ma l'ammirazione non itica. manzo, che si possa pretende- gni, ma la natura stessa del- fiuto _del mercanli, e Cece 11 ci ha Impedito di chiederci Con molta maggiore pro- •= da l"' un•a.,oluta obb1'et- •uo gioco tra Il grande nemk_o allo stesso tempo perché mal babllilà e con i'nf1'nltamente ,~ - = l'arte di Pea. fantastica e comune quello turco che di- · tività narra>tiva, ci sembra, moral:stica al tempo stesso, venne a'ncor più mina~closo do- in un congress~ sul 6 00 e con maggiore ragionevolezza ouò al postutto, inbuitivo e pacl- evocativa e lirica. ra si che po la cadut2 di Costantlnopollinlena lib~rtà. cli manovra per Invece essere li modo di ren- . . p nel 1453 e 1~ altre Repubbliche i cattolic1, ci si sia guardati dere al progetto il migliore fico. appunto perche in ea nel romanzo - In questo cv- marinare. Ma è proprio dopo' dal gettare nella pol_emica _u,n dei servizi; questo progresso iJ fatto narrativo è sempre me negli altri - si atbui un questo momento che Ragusa si ovvio apporto estetico spin- che, avvezzo a bussare di voi– in rappo1•tto _d:I·etto con pro- ricambio continuo tra realtà inserisce ancor più pro!onda-ltualista: 11necessario peso del ta in volta ali.e porte più con– blemi morali troppo a,cuti e e tavola. cosicchè alla fine mente nella lotta secolàre tra 1 contenuto c~me. valuta~ione sone alle esigenze del mo– sensibili per tradursi in pura prevaJga quell'estro segreto le due ch'.lltà ..!d essa si !?re: jd~} !~ttor_e _stilistico (ogg, non mento, oggi non è affatto in– narrazione: l'inclinare atla, che in Pea scopri il Pancra- sta v~lenhen con i n~mic1 d\ o,u _riduc1b1Je a un mero for- certo 5ulla scelta della porta f . •- . . 1 _... . 1 . I zi h è 1 . 111 . 1 venez1a per strappare 1 traffici 1 mahsmo) e la scoperta di un cui dirigersi per l'ospitalità anvas1a. 1 C=,rUJre ~ vi- , e e e a ve, a umina- più lucrosi. Quando Venezia jcontenuto veramente pieno e . cenda più attraverso vibra- zione di ogni sua pagina. non è più in odore di santità sentilo Jà dove sino a poco che deSldera. zioni e trasalimenti che se· FERDINANDO VIROIA e il papa le solleva contro inte- fa erano tutti d'accordo nel EGIDIO GUIOUBALDI La Sa;:ra musicale umbra centrandosi invece sugli aspet– ti più 1..tniani, su quelli più vicini alla sensibilità del musi– cista. Veniamo perciò a1 pro– tagonisti e agli in eroreti. numentale, della durat, di wia po della musica slava preclas- cedente operosità vocal~ broh– t'ass10,1e di ò.tch. !aie ne e I sica nel corso del V :,ec., bril-1 masiana. Brahms si decise a la 01mensione, cne per · scn- la ancor più nella riproduzio- s1,igolarc nella Bibbia, r..aliz– verne la panitw·a 11 Maes,ro ne con gli strumenti originali, zando una specie di , canta– aovette orainare al.l editor~ (:'er i quali quella m.usica era ta • che il Geiringer definisce una carta di speciale misura. I stata compol'ta. Dietro il vetro come un • inno aJJa morte ,. E' w1a musica costruua, un- c. 1 egli arn1adi dei musei il vi- La rìsoettosa strumentaz1oue di nu,ginata ancora in pieno si atore spes~o vede rlei me- Karl Maria Zroisser non solo trionfo wagneriano, dallo Schon- ravighosi strumenti a corda. i:on ::Itera il fondamentale berg autodidatta, intorno al La sua attenzione viene atti- spirito espressivo brahmasiano. 4Ua1e, tuaav1a, si anaava g1a rata innanzitutto da strumenti ma se mai lo potenzia 1 verso iormand.o una SC'hlera cli ai- simlli ai ,·iohni, più grandi o quella originaria e vc:ridka scepoii. ma i suoi esegeti già più piccoli. dalla forma roton- co'locazione vagheggiata dallo vì YOgliono riconoscere i sin- da con alti. con uPa cassa mol- stesso autore. tomi della frattura, gli inizi lo ber. Ja,·orata e un grnn nu- Seguiva J'esecuzbne della di quel mutamento cbe dove- mero r'i corde. Si tr~tta di un Nona Sinfonia di Be~thoven: ,·a portare alla nuova lingui- tipo di viola il quale ve- , allegro ma non troppo, un Si.ica. In essa l'emozlone che n:va usato niuttosto nelle cse- poco maesto....~. Molto vivace. gli viene da Strauss e da cuzioni a solo. Suonare a gam-1 ..c.·agio non molto e cantabile. Wagner infatti già evolve ver- ba è molto difficile. special- Presto,. so colori e tematiche che già mente per il _gran num~ro del- Poche opere come questa appartengono al tempo corren- le_ corde. yo•~hé )e viole l?er ona Sinfonia hanno mo,;s:, la te.. G1:and1 applausi )ianno_ sot- gl, al~ e 1 sopram han_no crn- [antasia dei magg:ori ingegni tohneato non solo i eccezrnna- que cc-rde e le altre sei o set- d'ogni tempo e hanno quindi hta della presen1az1one, ma te. Questi strumenti hanno de- dato Jo spunio a una quantità ancbe una esecuzione ad al• gli accordi del tutto ,.~versi eia di interpretazioni, variaz1ol'i, t1SSuno hv~ll 0 : il mae st ro Re· quelli ai quali siamo oggi abi· cf!ermazioni più o meno esau- cé Le1bow1tz e un grande mu- · t· f r · D Il · sicista, ed ha dato piens di- tuati; si accorda in generale r,en 1 o ': 1c1. a_ a sua pr1- ri10Rrazione e.ella sua cono- 5 :1_11~ quarte : s~~l€ terze. Per- ~;,a ~oec~:;~nein 8 \,~:~~~a ~les~ scenza di Schoenberg ~ della c10 il _suono e P:U dolce e me- su~g ha più osato nega~e che sua scuola. Ecc~JJente _lorche: no clllaro, mi'- e -~mpre bello la •ona. fosse una delle stra e l:'e_rfetto lll tutti ) suoi e cai:ace deHa p1u larga mo- n,aggior; creazioni musicali ai e!emenh il _ ~-◊ro della W1ener- dulaz1cne. !'gni tempo. Forse il giudi:do smgakadeJ;'•e. Ac~omunabilt (n Ancora rorchestra del Mag- pi(, e11tusiaslico. ma anche mi· 1m solo tncond1Z1onato elogio !Po musicale fiorentino e il ,:urato da una conoscenza pro- 1 sohsh. . Coro della Wiener Singakade- !onda, lo dette Wagner che. il. 2 i settembre C,mccrto di come si sa, copiò di sua mano mu_siche dei sec. XN XV XVI mie il 2S settembre al real ro la par itura della Nona. ne X\ II XVIII esegulte d~l Com: Comunale Morlacchi con Qual- free una riduzione per piano– rle.s.•o Pro Arte Ant1qua di tro Canti spirituali per voce e forte e fu se non il •primo. cer– ~raga. che fu già ospite della orchestra di Johannes Brahms. to tra i primissimi a compren– _agra umbr_a ~el 1949. . n concerto inaugurava altresì dere la grandezza rlelJ'opera. Le_ relat1on1 musicah tra b stagione 1956-1957 della As• rhe ebbe c.'a lui una esecu- l'Itaha e la Cecoslovacchia da- · · Am" d J · - - tauo già dall'epoca. gotica, toc-1az10ne ici e la Musica z1one memorabile a Dresda, quando nel sec. XIV il mae- cii Peru$ia, l'ormai famoso e rella Domenica delle Palme sti o Zavoisio di Zap, dell'Uni- tenen,erito sodalizio che ha del 1846. Ne s<mo stati esecu– \'er,1tà Carlo d1 Praga, fu il fotto della capitale umbra uua ori il tenore Pe'•c v, ..,.,taon,1 p1opugnatore cii vivi~ imi scam- tra le più importanti ci'tà mu- il soprano Else Mane Matheis. bi di valori cultL11ali nel cam- sicali t-uropee. Esecutore 11 il mezzo soprano Ruth Sie– Po musicale. i quali 3i ,;vilup· t,~sso Otto Wiener. wert e li basso Otlo W1ener rarono ancor più durante il I ' on vi è dubbio che i • Qual- Maestro concertatore e d1ret t~mpo del nnssc1mento e del _ - . p Kl k d H G I barocco. La viuihtà delle an- t, o canti , manilestano un. ca· tore aul ec 1 e ans t - tiche composizioni, le quali ratiere assolutamente specifico le berger Direttore del Coro. danno un quadro dello svilup- nei confronti di tutta la pre- Ancora il Wiener Kammer- . . Marcella Pobbe ha interpre- chor a !'erug1a nella Sala dei Nel testo del. Permcc1, oppor- tato il personaggio di Giovan– Notarl_ 11 25 _settembre con I~ 1 tunamente rielaborato _ed al I na d'Arco con voce calda nel e~ecuz.1one di .un Conc_erto di, Jegg_e~1to dal Parodi ci _sono timbro, sicura, espressiva Si mus1~he vocah germaniche dei mot1v1, caratteri. a profusione. è inoltre rivelata padrona di secoli VII. VIII. XX. I Una fresca poesia stempera ~d mezzi scenici tali che ne han• Sacra rappresentazione nel- addolcisce la, crudezza del fin- no fatto una autentica Pul– la Basilica di San Pietro il 27 guagglo. ~ L Apocalyp~e .selon zella, elegante nel gesto. ao– settembre con • La cantata dei St. Jean •. di Francaix P un oassionata, viva. Marcella Pob– Pastori» libretto e musica d1 te st u di piu vasto impe_gno, u~ be è di Vicenza, e nel ,;;uo ge– Renato Parodi da • La canta- quadro di masse e di movi- sto è appunto nerfettamente ta dei pastori • di And:ea Per-j mento, reso con perfetto garbo resa l'innata eleganza della rucc, (1651-1704), m prima ese- !ran~ese. Anc\le m questo '" donna veneta. per di n,ù di cuz1one . assoluta per l'Itaha. •sto 11 netto contrasto tra due una città che Je ha fatto re<o•• Le parti cantàte erano affina-' mondi in lotta, il d1v1110e l',n. rare e per cosi dire assorbi– te a: Maria Manm Jottmi. Re- !er~ale. re fin dalla nascita, la linea nato Capecchi, Petre MuntP•- L Xl Sagra Musicale della incon(ondibile del suo modu– nu, Giorgio Giorgetti, Giu Po- Umbrat s1 e con_clusa. con una lo architetton1co. pe Zampieri. Le parti recita• opera teatrale, lD. prima ese • Beni<simo Belen Am aran te si sono avvalse della ott1- cuz1one per I Itaha, la • G10- li · 1 d' A P à 1 ma collabor~zione del Picco- vanna ~'Arco• di Ciaikowski. ~~a~t/ai:;:i a~dua~n~s;~ ~e~t~ lo Teatro d1 Perugia, con la opera. in quattro atti e se, ria mezzo so rano Accomuna• vartecipazione di TuUio Mn.- quadri su testo. d1 J_oukows!<1 bili in uno ~tess; incondizio– zasoma, Paola Falo,a. l\/fara dal dram_ma di_ Schiller. Lo- nato elogio David Polesi nella M1nmti. Franco Scandohn1.. pera e giunta m lt_aha a di• parte di re Carlo Enzo Ma- Il . stanzét. dt settantacinque an- . . . 1 • • e a stessa serata e <lato nl dalla sua prima e ecuzione, scherm_i In Lione!, Giampiero rappresentato l'Oratorio fanta- tutt'altro che avara di coto , Malaspina in Dunois. h~ ecce(– stico m tre pani per quattro d · d d' - d n, so Fernando Corena m Tht- 1 vic_en e, 1 az 10 '! 1 al for-1 baut. bravissimi il Novelli, soli, cori e due orchestre, te nhevo drammatico e hn- l'A t - r G' u· p f t • L'Apocalypse selon St. Jean • co. Una operc1 che s1 rt1parte n onio 1·, 10 rge 1. . e~ e_- d1 Jien Francaix, in pnma ese- da Federico Schiller e che può. ta~ente .a~lalt<;zza, efftcac,sSl· cuz1one in Italia. Direttorr c:rl ben essere considerata una ..r1- J ml. SJCUM 1 C?r 1 , che in q~est~ orchestratore Bruno Bartolet- creazione• del dramma sch1l- ooera_ hanno _1mp?rtanza di pri• leriano con un senso più urna- mo piano. dtrE:th dal maestro ti, direttore del Coro Hans Gi!- no più palpitante _ , Andrea_ ~orosm1, e lo stesso lesberger, collaboratore per la vu~le _ più inti~:ment;e r~ deve _d1rs1 ~ell'orc~esti:a del recitazione Massimo Binazz1. hgioso della figura della pro- Maggi? musicale di F1_renze. La • Cantata dei Pastori , e \agonista. In Schiller Giovan- B_en risolte le_ scenografie de_! . . 01ttore peru~mo Enzo Rossi, urt ramoso tP<:to dPI 'ROO rli ua e sopr~tutto l eroina, la gu1- aderenti al sapore e allJas<:.un• Andrea Perrucci, tratto dalle. ~a _1ntrepida delle arm.ate rea- to romantico dell'op era Br il– spagnole • Comed,as de San- h. 11 guerriero che nhuta con hnte l'allestimento scen.i.co d1 P b d J f sdegno le offerte matr1mon1a- p· c rt d t · tos •. er en ue seco, u li dei cavalieri Dunois e Lat- 1ero a 1_ern~. a eren e. ani- rappresen ala a aooh nelle ttre In Ciaikowski l'accento •> mata_ a regia di Frank De Quel! Chiese d J bbl · . · coadiuvato da Antonello Ma- ' e 1 pu 1co vi pren-1 sposta nel drammatico contl1t- ~•u Diaz. Il superbo Teatro ~eva parte con hs_ch1 rontro _to tra 11 doyere e l'amore. Morlacchi, nelle due renliche 11 demonio e con incitamenti I c~?centrandos1 sul!h a~peH.1 ••mnre gremito in o~ni ordine a Razzullo, una specie d, Pul-. piu umani. u ?uell! c,oe piu cli posti. Apnlausi incondizio– cindla che porta avanti J'a I vicm, alla se~sibihta del mu- ~,ti, vibranti, e chiamate va– llone Razzullc, è 11 pove,n na sici st a. _nonche_ al . suo. lSlinh- rie alla fine di ogni atto. Par- poletano sfortunato e povero vo reahs~o di cu, e~h cerca ,· I t f t . t· 'J M . ,morzare I contorm con l fre- ico ttrmen e es egg1a 1 i ae-- ma le sue di gcaz,e contr1bu1- '"enti con invi ibih stro Perlea e la protagonista scono a •:·entare. con •·,nter Nel drammatico conflitto tra pr!ncipale Marcella Pobbe. sul vento dell Arcangelo Gabr1el• 11 do,·ere e l'amore l'accento cui bel volto era evidente la le trame che 11 Demonio tesse che m Schiller era, semmai. gioia per il meritato successo. intorno a Giuseppe, e Maria. sul primo, qui ,;i sposta con- CARLO BIANCHI

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