la Fiera Letteraria - XI - n. 43 - 28 ottobre 1956

Uata la sovrabbondanza dJ scrlru cne c.1 pervengono ~-on la esplicita richiesta dJ gludlzl particolari. com:i.nlchlamo agU interessati che direttore e redazione della e Fiera • sono asso– lutamente imoossibilitatl a dar riscontro a queste richieste. ne osserva tutti i possibili svi– luppi, spostando i personaggi come pedine com.andate oel giuoco da regole precise. L"im– pegno maggiore dello scrittore consiste nella scoperta di si– tuazioni inedite che si prestino ad una applicaziooe nuova del– lo strwnento psicologico. E perciò, sotto la straordinaria e talvolta prestigiosa varietà dei pretesti, si nasconde un 'altret– tanto straordinaria monotonia dì svolgimenti. ~ 1:'DP.roba~ili e gli individui 1 1 I I Sl rivelano ln preda a un an• goscioso disorientamento. ~ !i ie5}2:~a ~~i~i mm a ID I Sebbene appaia isolato in una posizione eccezionale, Ga– briele d'Annunzio porta que– sto metodo e questo mondo alla sua manifestazione più com– prensiva, più ·nobile e formal– mente più ricca. Lo studio psi– cologico diviene in lui virtuo– sismo espresso mediante un linguaggio di studiata raffina– tezza. La scoperta delle situa– zioni è spinta al parossismo ed il loro sviluppo scen.,co è ani– mato con una sorprendente eterogeneità di mezzi impiegati genialmente. dalla rievoc81.ione di età e di ambienti partico– larmente suggestivi alla costru– zione di personaggi drammati– camente imponenti. Ma anche egli resta sostanzialmente fe– dele a quel codice, del quale anz.i amplifica le dimensioni, applicandolo alla misura del superuomo con le ionwnerevo– li sottigliezze del decadentismo. Con Gebriele D'Annunzio la certezza dei valori assume una intonazione magniloquente. I suoi personaggi, anche se di proporzioni inconsuete alla. co– siddetta commedia borghese, sono osservati secondo la ra– gione psicologica e considerati come i vessilliferi di un'idea centrale e di un atteggiamento morale fondameotale, che lo sviluppo della vicenda nega o conferma. L"opera dell'• iimna– ginifico » nella sua fastosa esu– beranza di colori e di forme, è la definitiva, altisonante ed esasperata rappresentazione di una civiltà che crede ancora nei suoi principil. che si illu– de sinceramente di possedere una regola, ehe giudica e man– è a in ogni caso, poicbè non ha esitazioni, non ba dubbi, non ha sospetti se non di ca– rattere incidentale. Tutti gii ostacoli spirituali si pongono sempre come la condizione per arrivare a una conclusione, per superare lo smarrimento. AJ contrario Luigi Pirandel– lo e Rosso di San Secondo so– no partecipi di un tempo di– verso. Contemplano già consa– pevolmente la civiltà dello smarrimento, nella quale non è più questione di applicare determinati valori, ma di ri– cominciarne la ricerca dal nul- 1 a, poichè essi non esistono e quelli ereditati dalla tradizio– ne banno rivelato ormai la loro Lcongruenza. r due scrittori banno in un certo senso scon- 1a to in anticipo la stessa espe– rienza della guerra, la quale 1,on l_>W.Ò se noo confermare la loro posizione con nuove ri– sultanze. Ed dnfatti, cosi nel- 1·opera dell"uno come in quel– la dell'altro, sarebbe difficile ~coprire un'influenza intima e cieterminante di questo gran– dioso av\·enimento: esso non ha conseguenze se non nell'or– dine pratico perché rende più comprensibile e più accettabile la loro visione della vita, la loro tragica ed affannosa spe– ranza di trovare un altro ubi consistam. I primi drammi di Luigi Pi– randello e di Rosso di San Se– condo - cosi come La ma– schera e i! volto di Luigi Chia– relli - contengono una evi– dente premonizione. Sono stati scritti prima della guerra. ma soltanto dopo 1a guerra, quando la coscienza dello smarrimen– to dei valori si è pro.pagata ed è divenuta più insistente, han– no trovato un clima propizio alla rappresentazione e sono stati sentiti, pur tra vivi con– trasti, nello spirito del tempo. questa umanità avvilita dal naufragio delle idee e dei sen– timenti. i due scrittori si avvi– cinano in modo sostanzialmente diverso. Luigi Pirandello è sollecitato anzitutto da un'in– tenzione chlarlficat.rice. Cosi in un personaggio come in" una vicenda egli si sforza di sco– prire il punto di coerenza. Teota di spiegare come deter– minazioni apparentemente con– trastanti, come fatti opposti possa.no pur coesistere secondo una logi ca interna. In ogni gro– ,iglio egli non vede il confuso arruffio; ma il filo. che, avvoJ. gendosi infinite volte su se stes– so con volute sempre diverse, mantiene !aticosamente una sua continuità ed ha un prin– cipio ed w1a fine, perchè non è mai spezzato. Questo filo, re– sistente a tutte le torsioni, è la vita intesa come slancio pe• renlle. come sete che ha in se stessa e nella sua inesauribile arsura il primo appagamento. La vita si afferma, si nega, si contraddice, si ripete. si capo– volge; ma si rinnova necessa– riamente nel suo palpito ori– ginario. Alla luce di questo ansioso sentimento della vita e della sua perennità, Luigi Pi– randello analizza ogni• più mi– nuta manifestazione dei perso– naggi e delle ·vicende e ne giu– stifica la coesistenza, nella spe– rc;.nza di arrivare alla spiega– zione della superiore unità che tutto comprende. Egli perciò si introduce nella realtà dialetti– camente, accetta le contrappo– sizioni in quanto sono matrici di una sintesi. Ragiona. I! suo afflato poetico è quello di un inestingulpile delirio dialettico, animato dalla volontà di sco– prire un chiarimento supremo. Sotto questo aspetto la visione della vita di Luigi Pirandello è anche velleitaria: dallo smarri– mento egii vuole arrivare ella comprensione ed il suo desi– derio di penetrazione dialetti– ca si arrende soltanto quando la ragione nel suo continuo protendersi si perde essa stes– sa· ed esausta si consuma in un indistinto vaneggiamento. Al contrario Rosso di San Secondo, pur muovendo dalla medesima contempìazione di un mondo smarrito, non si preoccupa di analizzarlo, di spiegarlo, di ricond,urlo dialet– ticamente ad una superiore u– nità. Lo accetta con uno spiri– to di intima partecipazione e poi si sforza di evaderne. E' smarrito egli stesso e tenta di ritrovarsi. Tenta di ritrovarsi ricominciando senza ordine, senza logica, senza progressio– ne, esperienze diverse da quel– le nelle quali si è perduto. Il sentimento poetico fondamen– tale d.i Rosso •di San Secondo è quello della evasiooe: eva– sione dalla ... eondizione ricevuta, dall'esperienza già compiuta che, avendo in)posto una scelta, attanaglia l'uomo, lo condanna ad una realtà seoza regola e lo inchioda allo smarrimento. I due primi romanzi dello scrit– tore si intitolano La fuga e La morsa e quasi esprimono sim– bolicamente i due diversi mo– menti di questo sentimento. I persooaggi di Lulgi Piran– dello, intrapresa ~ 'esperienza qualunque essa Sia e pur se sono invitati ad abbandonarla, I;, proseguono fino alle estre– me conseguenze. Sono perso– naggi accaniti, insistiti, punti– gliosi. Sperano di liberarsi af– fondandosi sempre più dispe– ratamente nella loro avventura. Non ritornano mai indietro. Sono volontariamente chiusi nel cerchio di ferro della loro coerenza. I personaggi di Ros– so di San Secondo sooo invece eccentrici. Passano vertiginosa– men te da un'esperienza all'al– tra e tutte le iniziano, preve– del Saint Vincent * Sergio Tofano A tarda notte, al termine di un ricevimento di ga!a al qua– le hanno preso parte il Sottose– gretario ·allo Spettacolo, Brusa– sca, il Presidente dell"IDI. on. Ariosto. si è avuta la conse– gna dei premi « IDI Saint Vin– cent r,er il teatro italino •· 1 premi sono stati così asse– gnati: un mi-liane per la com– media a Cesare Meano. per i tre atti «Bella•; premio di lire :i00.000 per la regia a Turi Va– sile. Premi aggiunti per !a commedia: L. 500 mila ciascu– no a De Stefani e Galeazzi; L. 300 mila ci2scuno a Perrini e Sarazani. Premi per gli atti unici: L. 200 mila ciascuno a Marotta-Randone, a Pugnetti e a Orio Vergani. Medaglia d"oro per il teatro dei ragazzi a ser· gio Totano. Subito dopo si è avuta la as– segnazione del Premio « Silvio d'Amico• per la critica tea– trale: ex-aequo il premio è sta– to attribuito a Giovanni Ca– lendoli e a Vito Pandolfi cui sono andate L. 500 mila eia· dendo che le interromperanno s~uno. violentemente quando avran- -,- 11- 1 -11- 1 - 11-,-,- 11 -,- 11-,- 11-,- 11-,-,- 11-,-.,-,- 11-,- 11-,-.,-, no nuovamente compreso quanto già sapevano: che in esse non potranno mai pla– carsi verse nei momenti più impre– vedibili. E perciò i personaggi di Rosso di San Secondo muta– no talvolta vertiginosamente; ma pur nel turbinoso mutarsi rimangono statici. I loro stati ' LAFIERA LETTERARIA I ORARIO UtLLA KEUAL.IU, ',"t 11 13 16 18 lUanoscrlttl. foto e dls~ll"lll oon oubbl!catl non si r~stitulsrooo * LE MOSTRE D'ARTE * * La Biennaled'ArteSacra * Salvo alcune opere da escludere per motivi estetici, le altre potrebbero entrare nelle chiese o nelle famiglie cristiane Avenall, Bartolini, Carrà, Casor;ti, De Pi~is, Fazzini. fontana, Mascherini, Menzio, Tornea e Vagnetti fra gli espositori La II Mostra nacionute d"arte sacra contemporanea, cui è sta– ta giorni fa inaugurata all 'An– ton.iano di Bologna, offre ad alcuni r.ritici l'occasione per dir la loro sulla vexala quae– stio della possibilità o meno di un·arte sacra oggi in un mon– do assillato da indila,ion3bili problemi pratici e fuorviato da ideologie che dell"uomo esal– tano la ((bestialità» P negano ogni spiritualità. A!lche a non ammettere che l'arte reiigiosa * di GllJSEPPE SCIORrl 1 l~O la Chiesa - per ie sue pale, toniano ,, di Bologna, spinti da i suoi affreschi e le sue sr.ul- una saggia volontà di progres– ture - ha .finito col rico rrere so, hanno saputo organizzare a mestieranti i quali non si una prima e una seconda Bien– sentissero umiliati dal dover nale per accogliervi, con gran– ripetere forme e soluzioni di de spirito di larghezza, tutti altri tempi. parlando il lin- quei pittori e scultori che tut– guaggio della diligenza in una tavia si cimentano nell'art.e sa– epoca di reattori che vanno ol- era. E' che essa, fuori da certe tre il cosidetto muro del suo- strettoie formalirtiche, sia an– no. Donde 'rll..Da scissione tra ar• cora e sempre una viva esigen– tisti cristiani com,.. Braque. za per ogni artista degno di Denis. Rouault e Matlsse e questo nome. lo conferma il ,·olgari rifacitori di pupazzi e fatto che i migliori pittori e fuori concorso. Raoul Vistoli con u Gesù lavoratore plasti– camente ben modulato e di buon impianto. Accanto a co– storo vanno ricordati, tra i mi– gliori ceramisti presenti alla mostra, Ugo Lucerni, Bruno Baratti, Agenore Fabbri. An– drea Parini di una proprietà poeticamente popolaresca nella formella che s"intitola al Fi– gliol prodigo e Lucio Fontana che, in presenza del !atto reli– gioso, abbandona 10 snobismo dei .- buchi •> per un impegno g~nuino di arte. Di particolare rilievo e si– gnificato dobbiamo considerare l'appor o dei pittori alla mani– festazione bolognese. Trova un più casto ed equilibrato acceo– to il realismo di Bergonzoni nel rappresentare il Cristo per– cosso; Anacleto Margotti espri– me nelle sue tele due momenti di particolare delicatezza (Bat– tesimo di Gesù e Annunci~-io– ne): sbiadito Dalla Zorza e il– lustrativo Carpi; raffinato il San Francesco di Pietro Gau– denzi; sa di vecchia stampa a colori l'Ascensione di France– sco Speranza. Gisberto Ceracchini. che fra gli odierni pittori di arte sacra dev'essere considerato un pio– niere ed esteticamente fra i pochi validi, presenta fuori concorso alcune tra le sue mi– gliori opere. Sontuoso il San Tommaso di Casorati; di ecce– zionale valore espressivo San– ta Caterina da Siena riceve te Stimmate di Menzio; decorati– vo Saetti, con qualche buon particolare in Nascita delta. Vergine; in Carrà la tinta or– mai stenta a diventare colore; in parte ben modulata la Cro– cifissione di Vagnetti: La pre– dica agli uccelli di Biason, col– locato in un .ambiente rustico. ha la fragrante umilt.~ e la na– turalezza di cui necessitava. Bartolini, Metelli. Corazza, Romagnoli. Tornea. Conti, Fer– razzi. Avenali. Corsi. Brindisi. De Courten, Cimnaghi, Gion– rra, Figini ed alcuni altri, con la loro impegnati,·a partecipa– zione, indubbiamente contribui– scono a dare un significato alla mostra, documentando la re– sponsabilità con cui gli artisti si cimentano nell'arte sacra. Qui non si trattava di dar commissioni per scopi precisi, ma di invogliare gli artisti a lavorare ispirandosi a motivi religiosi: « Pure nel rispetto della . sacertà dell'assunto, gli orgamzzaton hanno voluto che gli artisti si muovessero nella piena libertà di tendenza, di [orma e di espressione•. Giuseppe Viviani: "Madonnina. del Porto " Le opere esposte non potreb– bero tutte entrare nelle chiese; ma quasi tutte nelle famiglie cristiane. Ci sarebbero solo da sia stata per secoli l'art tota!, di tele d"altri tempi. Ci sia scultori· hanno risposto all'in- escludere un certo numero di è innegabile che buo!la parte consentito di sotto,inearP. la vito e che sotto giuria son pas- pezzi, non per motivi religiosi della pittura e della sc,ùtura differenza tra gl'illwninati capi satt ben 1.231 opere (accetta- ma p~r motivi estetici; cioè di tutti i tempi si sia ispirata cattolici che di Tiziano o di te 422). perche mancanti d"un proprio al fattore religione: dagli orien- Raffaello accettavano le Ma- Tra gli scultori che contri- linguaggio espressivo. tali alla Grecia e a Roma sino donne vestite con abiti cinque- buiscono al buon ·livello della Riconosciamo,. infine, la riu– al Medioevo, all'Epoca Moder- cente~i ~ l'oper~to_ di_ al,=i manifestazione bolognese citia- scita sostanziale della mostra na e - perché no·? - ~à oggi. elemeoti d1 conuruss1001 d arte mo' Angelo Biancutl Alfio Ca- d.i Bologna; ma vorremmo che Ad oggi, in questo senso: da s_acra che, in nome di una ma- stelli che ha una C;odfissione in avv n· e . f .. quasi due secoli una srissione !intesa fedeltà al!a trad!:ti?ne. di un perfetto ritmo composi- e u . e, osse una _piu s'è operata tra le esigenu de- hanno sp~sso re~pinto artisti ed tivo, Pino Conte. Marcello Ma- severa selezione e un rrugliore gli artisti e quelle liturgiche e opere d1 rndubb10 valore. scherini, Fazzini che presenta collocamento delle opere. pietistiche della Chiesa. Sicché Ora i buoni Padri dell"« An- una eccezionale Crocifissione GIUSEPPE SCIORTINO Fiorenzo Tornea.: " n Crocefisso " Accade spesso che l'incontro dell"intuizione di UDO scrittore con uno stato d'animo, diffuso 11ella società per la quale egii scrive, determini lll18 moda. La denuncia di Luigi Piran– dello e di Rosso di San Secon– do, insieme con quella meno vigorosa ma egualmente spon– tanea di Luigi Chiarelli, ha su– scitato negli anni del dopa– guerra un 1 eco vastissima; ma tale eco si è limitata a ripe– tere e a moltiplicare gli aspet– ti più esteriori d.i una protesta che invece riguardava l'essen– za dell'uomo. I drammi dei due scrittori, sia pu.Te con un tono profondamente diverso del quale più avanti si studierà la particolare vibrazione, manife– stano un im.pulso di anarchi– smo, per il fatto che muovono dall'affermazione di uno stato di smarrimento interiore, e nello stesso tempo si conclu– dono con una ~appresentazione nella quale le sembianre della realtà sono deformate. L'impressione di caos che i drammi di Rosso di San Secon– do talvolta suscitano deriva da questa illogica, ma necessaria instabilità de i personaggi_ Quando la crisi improvvisa, at– traverso la quale essi sostitui– scono quasi fulmineamente una esperienza con un'altra, spesso mutando quasi la loro perso– nalità, non è rappresentata con compiutezza poetica, risultano oscuri i nessi essenziali della vicenda, i moventi delle sue diversioni. Il personaggio si frantuma. la vicenda si dis.. solve. d:animo non sono psicologica-,------------------------------------------------------------------------------------ mente o logicamente collegati; ma semplicemente separati l'uno dall'altro da una crisi. In questa crisi essi sentono con violenza l"inutilità dell' espe– rienza compiuta e ne affrontano Una tendenza anarcoide ed una deformazione della realtà sono i contrassegni 'più rile– vanti di molta 1etteratura ita– liana non soltanto drammatica degli anni del dopoguerra, che appunto perchè rispondeva ad una moda, è stata accompagna– ta da un caloroso quanto ra– pido successo, ed in special modo sono i contrassegni del cosiddetto teatro grottesco. E non di rado in tale movimento, almeno con UDa parte dei loro drammi, sono stati compresi anche Luigi Pirandello e Rosso di San Secondo. Ma dopo quanto è stato detto è evidente l'errore di prospettiva impli– cito in tale classificazione. Con alcuni atteggiamenti non esclusivi della loro opera Lui– gi Pirandello e Rosso di San Secondo hanno preceduto ed hanno certamente contribuito a suscitare il teatro grottesco; ma rimangono fuori dal suo ri– s!Tetto amlbito, pcrchè i motivi della loro ispiraz.ione sono as– Eai più vasti e meno occasionali. I due scrittori respingono vio– lentemente l'intero codice delle certezze tramandate dalla civil– tà dell'Ottocento. Avvertono consapevolmente che i valori tradizionali sono ormai svaniti nonostante la formale soprav– vivénza di alcune regole. Il mondo, la vita appaiono al lo– ro sguardo privi di un centro di gravità morale. Il bene e il male si dimostrano designazio- Ad ogni modo nè i perso– naggi di Luigi Pirandello nè quelli di Rosso di San Se– coodo sono osservati e rappre– sentati secondo le leggi del na– turalismo psicologico ed anche sotto tale aspetto i drammi dei due scrittori si distaccano net– tamente dalla cosiddetta com– media borghese, pur distin– guendosene sotto aspetti diver– si. Nella fantasia pirandellia– na, animata dal demone dia– lettico, il personaggio sorge gradatamente attraverso la lo– gica concatenazione delle posi– zioni morali che in lui si scon– trano per elevarsi ad una sin– tesi la quale si infrangerà e sua volta in nuovo gioco di termini · contrari secondo una prospettiva senza fine. Il dram– ma di Luigi Pirandello è sem– pre impiantato come un teore– ma, del quale deve darsi la soluzione che poi produrrà UD nuovo teorema. ed i suoi per– sonaggi sono costruiti razional– nen te, anche se poi in essi l'ansia dialettica divenendo sempre più intensa si fa lucido delirio e perciò motivo di emo– zione e di DO('Sia Alla fantasia eccentrica di Rosso di San Secondo i perso– naggi si presentano invece nel– la disordinata e furiosa succes– sione delle loro esperienze ed 9gni esPeriénZa dimostra una conclusa autonomia, racchiude una speranza di ritrovamento mdipendentemente dalle espe– rienze che !"hanno preceduta e da quell e che la seguiranno. il loro dram.rn '.3 non segue la linea di un 'evo luzione progres– siva; ma assume posizioni dl- un'altra. che è loro offerta quasi sempre dall'occasione. La evasione, la fuga, il distacco sono posizioni obbligatorie dei personaggi di Rosso di San Secondo, personaggi incompiu– ti, insoddisfatti. disorientati, increduli, ma che pure ane– lano, nonostante ogni delu– siol)e già· scontata oppure at– tesa. ad una perfezione, ad una serenità e ad una fede sulla quale sia almeno ipoteticamen– te possibile ricostruire la pro– pria esistenza. Non avendo un contenuto lo• gico e psicologico, ogni espe– rienza si riassume nel segno di quel valore ideale, di quella intuita ma evanescente cer– tezza nella quale il personag– gio si illude di liberarsi spiri– tualmente. Ogni esperienza di– viene dunque la celebrazione d.i un simbolo, di un'allegoria. E, se la natura dei personaggi pirandeJllani è dialettica, quel– la dei personaggi d.i Rosso di San Secondo è perciò allegori– ca. E per allegorie il dramma– turgo rawresenta la dispera– zione dl una civiltà che ha smarrito i suoi valori. Per al– legorie ehe invano si succedo– no l'una all'altra, che invano si esperimentano attraverso Ja sofferenza dei personaggi, che invano accendono speranze e impeti di rinnovamento. egli racconta la storia degli uomini ed esprime la sua visione scon– solata della vita, afferma il tragico faUimento al quale ogni evasione è destinata mentre prepara le condizioni di una succes.c.iva evasione. GIOVANNI CALENDOLI (Queste pagine sono tratte dal volume Il Teatro di Rosso di San Secondo, con i! quale !'Editore Vito Bianco di Roma lia iniziato una collana di studi teatrali diretta da Giovanni Calendo!i). I GALLERIA DEGLI ARTISTI ITALIANI Giuliana Bergami: "Figura" - (Galleria ~ Il Pincio >) * GiulianaBergami * di LUJ(.il illONTAXARlì\l Solo il credere possibile la realizzazione di oPere d'arte in istato di follia e di lucidità assieme ci ouò aiutare a capire questi sorprendenti quadri di GiÙliana Ber– gami. Quadri nati all'improvviso, che fanno propri -i valori fondamentali della pittura contemporanea, met– tendoci di fronte ad uno dei fatti più evidenti di assi– milazione della cultura plastica di oggi e di intuizione artistica. Davanti a que te opere hai l'impressione come se il pittore. per co,;i dire. si distruggesse nella pittura, di– ventasse pittura e.gli stesso·! penetrasse con tutto se me– desimo negli oggetti e nel e co e da rappresentare per riviverli e crearli ex-novo. ll bambino, la dome5ticn. e quakbe oggetto d1 casa sono i protagonisti di q:ie sti quadri, i personaggi di qul!.sti racconti fantaslici cosi ricchi di suggestione. Bianchi. ne!"i, gialli, viola e rossi corallo pigliano un aspetto nuovo ed i!lcon ucto: colori a tasselli, a tessere musive. a squame di pietra preziosa, che piacerebbero ad Ensor, si muovono per via di un disegno netto e dinamico e creano queste im– magini vivificate da una luce di cristallo in una atmo– sfeta incantata Le forme si costruiscono agevolmente da sè nella materia e nel modo che a quelle conviene. e la composizione si svolge libera alla conquista di quello spazio irreale che è la concretizzazione di un sentimento. Ma cosi dicendo si dice poco perchè qui tutto va oltre il problema plastico e la sua risoluzione: qui tutto si ra materia d'arte viva e p.<tlpitante e di– venta •vero• di una sua prop!"Ìa realtà. Qui la pu– rezza dell'opera è pari alla purezza del sentimento che quella ha provocato. senza scorie di accademia ed om– ·,re di intellettualismo: qui è determinante quel can– dore e quella umiltà senza ! quali que ti quadri non 0 arebbero potuti nascere. Siamo lieti di bene augurare ad una opera che oltre– passa per molti aspetti I 1imiti consueti, che si impone per il suo intrinseco valore d'arte e che ha infine, per il suo sorprendente modo di essere, il b_eneflro effetto di !arei riflettere sul mistero della gràz1a. LUIGI MO 'TANARINI . ")"' ,:- ,s:" ~~' ~ ,~,' ,i.. ,, ' ~ ,~-:1~ X . .« '" ~'\* -;-.-._ , . ~ -,:··:O-: 1,; ' ........ \~' Giuliana Bergami: "Natura morta" (Il Pincio)

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