la Fiera Letteraria - XI - n. 42 - 21 ottobre 1956

Anno XI - N. 42 SI PlJBBLI( 'A LA DOMENICA 111HEZIONE A.MMTNTSTRAZJONE ROMA ~-c1 1<•r1a1·L RO al mm · ABBO AMENTT MAESTHI EDIS{'EPOLI ~E L' DIBARAZZO SETT 1M 4 NA LE DELLE LETTERE DET:fl, E 4 RT 1 E DE LTJ P 8CJEN ZE Oireffore VTNCE'.'JZ(l ·CARDARP.LLJ Via dl Porta Castello. 13 · TelefonJ Redazione 555487 · A.mmini lr 5.15158 · Pl BBLTCTTA A.mministr , LA FIERA LETTERARIA, . V dl Porta CastPJlo 13 Annuo L 2 700 Semestre L. 1 400 • Trimestre L. 750 Estero Annuo L 4 000 • Copia arretrata L 100 - Sped:zlone In conto corrente postai<' 1Grupp0 lit POE'I'I ALLO SPECt 'DIO : LEOJXlRDO SINISGALLI * Domenica 21 ottobre 1956 ()I F~TO \Il 1\IFH<> Roma l'AH Cnmmerc1all L 1511 Couto conentP p,,~t"'IF ,, l ~1426 hll GLI ER*METICI Nella "Vigna vecchia,, nelle scuole la provincia contadina Alcune antol.ogie documentano che alrotti– mismo confusionario di alcuni compilatori si contrapponé il pessimismo reazionario di altri: con tutto danno della poesia del '900 1f.. di hNRICO FALQUI Non per vanteria, ma nel '45 fummo tra primi a segnalar con lode l'antologia scolastica dei Poeti Urici moderni e contemporanei (Le Monnier, Firenze) a firma di Giuseppe De Robertis. Nè ora staremo a ripetere le ragioni dalle quali ci sentimmo sollecitati a trarre un sospiro di sollievo per la poesia del No– vecento. La quale, nonostante l'annosa polem.ica di– retta a svalutarla e respingerla, era riuscita ad ot– tenere un suo posto e un suo rilievo anche nei libri di testo per le scuole medie. E l'esperienza e la fi– nezza di De Robertis risultavano di buona garanzia. (Forse è per lui che Cesare Angelini intonò l'elo– gio del commento a pie' di pagina. E ugualmente sa– rà stato pensando al suo caro De Robertis che Re– nato Serra sostenne una vera crjtica di poesia non dover essere altro che « un commento perpetuo a pie' di pagina •). C'era da sperare che l'esempio avrebbe servito, col suo equilibrio, a temperare il fuoco di certi entu– siasm.i, non meno insidioso del gelo di certi disdegni. Ma purtroppo le cose, agevolate dalla condiscenden– za dei programnu e dal decadimento del rigore nel saper valutare anche il lato tecnico e quasi artigia– nesco di un prodotto letterarjo (il senso del compiu– to, del finito a regola d'arte), sono andate molto di– versamente. E, in luogo di adoprarsi a mettere ordi– ne tra una produzione farraginosa e ambigua come il grosso di quella novecentesca, i compilatori di an– tologie scolastiche, rara eccezion fatta, si son lasciati invadere e trascinar via da un ottimismo cosi insul– so che la baraonda è venuta per contro aumentan– do con un crescendo talmente assurdo che non può a meno di allarmare per il discredito che ne deriva al Novecento stesso e per il danno ch,e ne ricade sul- la scuola. , Qualcosa di simile a un tacito allarme dev'essere, infatti, stato avvertito da Giovanni Getto e da Folco Portinari, se, dovendo provvedere ad un'antologia scolastica della Lirica da! Carducci ai Contempora– nei (Zanichelli, Bologna, 1956), giunti pur con mol– tissime e forse troppo cautelose esclusioni, al Mon– tale (1896), si son fermati e hanno messo punto. Trattandosi di una « materia polemicamente mossa, agitata, priva in gran parte di una sicura sistema– zione critica e storica•, i due antologisti hanno pre– ferito « ridurre il numero dei poeti alle sole voci di certa garanzia ., a coloro che essi ritengono « i car– dini della vicenda culturale e poetica del Novecento > e che indubbiamente lo sono ma con qualche rin– forzo. In più hanno precisato che « il motivo di certe assenze, altrimenti ingiustificabili •, è da ritrovare • appunto nel pubblico cui si rivolge il libro, soprat– t\.ltto per ciò che riguarda la poesia contempora– nea: motivi di contenuto, da un lato, ma più ancora di inesperienza in quei lettori che affrontano, spesso per la prima volta, un linguaggio poetico tanto nuovo». D'accordo. Ma a questo punto, timore per timore, incertezza per incertezza, precauzione per precau– zione, dobbiamo avere il coraggio di spingere la no– stra coerenza fino a domandarci se, per esempio, una poesia come La fontana malata di Palazzeschi (pe– raltro parzialmente utilizzata, ma per ragioni didat– tiche, dal Masselli in un suo Sillabario fin dal '46) non possa dar la stura, in sede di antologia scola– stica, ad un diluvio di equivoci e di errori. Quale faciloneria e, in definitiva, erronea, inefficiente va– lutazione estetica si può provocare in un giovane let– tore inesperto? Quale strampalata funzione didasca– lica si può pretendere di esercitare? E come con questo così con molti altri pur diversi componimen– ti del Novecento. Riguardo alla forma non meno che al contenuto; nonchè nell'insieme. Uno svolgimento liricc. che dal Carducci arriva ai Contemporanei, tra alti e bassi d'ogni specie, di quanti chiarimenti e allacciamenti abbisogna per ri– sultar plausibile in una esemplificazione scolastica che, jn quanto tale vuol conseguire una esemplarità d'insegnamento? E poichè di necessità l'esemplifica– zione è presentata sotto il segno positivo, sempre che essa sia sovrabbondante fa sì che in sede antologica appaia encom.iabile anche quello che in sede critica non lo è affatto, quasi che ogni scelta non sia dun– que una operazione critica per eccellenza. Quando poi il criterio selettivo, per consentire e agevolare l'inclusione di poeti particolarmente ar– dui o ribollenti come un Arturo Onofri o un Dino Campana, evita o scarta o ritaglia e comunque tra– scura tutto ciò che in essi c'è appunto di arduo o di ribollente. allora succede che li àltera e li travisa e, facendo lor perdere ogni più singolare caratteri– stica, se non ogni precipua virtù, li falsifica e li tradisce. A questa condizione s1 comprende perchè, ad esempio, la immissione degli Ermetici nelle scuo\e risulti pacifica ed innocua. Ma così limitati, così ri– dotti, quelli non sono più degli Ermetici. Non ci si poteva regolare diversamente? In tal caso, perchè non dedurne che l'immissione non era la più ideale. la più opportuna? I lettori, maestri e discepoli, ai quali sono destinate le varie antologie che hanno attirato la nostra attenzione e provocato la presente diffida, lungi dall'essere agguerriti, in tema di No– vecento letterario. si scoprono disarmati e vulnerabi– li all'estremo. E non si sarà mai abbastanza riguar– dosi nel proporre loro la lettura e la degustazione di certi testi. Troppo spesso ii • nuovo•. l' • attuale • non partecipano dell'armonia e dell'equilibrio e in– somma non dispongono della perspicuità e della esemplarità di pensiero e di tile, che pur sono in– dispensabili per rendere letterariamente persuasiva la loro espressione e spiritualmente fruttuo a la loro lezione « scolastica •· ' A questo punto il problema si complica e s'ingar– buglia. Soprattutto in un'antologia per le scuole. i valori estetici non possono rimanere disgiunti da quelli etici. D'altronde, come non tener conto che oggi c'è più urgenza d1 verità che di bellezza? Non già che la verità odierna non abbia una sua bellez– za; ma è di una specie più difficoltosa, più ingrata; ENRICO FALQUI (ConUnu;,:-pag. 2) Leonardo Sinisgalli * La malinconica intimità del mondo familiare di Sinisgalli rappresenta l'inclinazione che il poeta esercita stille cose ancorate al ricordo della sua terra * cli El .. 10 Fll1IPPO _\CCHOCCA S'è molto scaltrito il « let- prima raccolta? tore sensibile, provveduto, at- Dalle 18 Poe ie scheiwille– tivamente parteoipe • che riane del ·35 al recente La veniva richiesto da Anceschi vigna vecchia (« Lo Spec– fin dal '40 per intendere la chio ». Mondadori) si vengo– poesia di Sinisgalli, e con no non casualmente a conclu– quel non facile lettore si sono dere venti anni di prngressio– accresciute e scaltrite le dira- ne poetica nei segni d'una mazioni della critica nei ven- condotta lirica di cui sono t'anni da che circolano i libri stati fatti. all'apparire. i no– (qua i uno all'anno tra racco!- mi non difficili a reperirsi di te di versi e quaderni, qua- Ungaretti e Montale all'inse– dernetti di confe ioni in pro- gna della brevità e della pena. sa dialo"hetti furori orrori Ma caltrezza e crescita si ritratti, ~ecc.) ·del poeta lu~ ritrovano non meno nell'ex cano. « ragazzo pieno di sonno e di Ma chi può vantare un'al-· appetito•· nel « giovane le– trettanta « zona di fiducia• e ta1,gico » (mussulmano avido di « viva attenzione• intorno di odori) che nei primi anni alla propria poesia, creata per romani si nascondeva a Jeg– Sinisgalli fin dall'inizio dal- gere nei giardini - in com– l'amabile e notissima citazio- pagnia dette stawe - col pa– ne di Ungaretti una sera a niere dei galli tra le gambe Torino sul principio del tren- portali in dono chissà a chi e taquattro nonchè dal giudizio il gusto d'una mela barocca di De Robertis che imrnedia- tra i denti. temente seguì -.ill'uscila della Venne poi il tempo delle care e utili amicizie, oggi ra– re, e degJ'innesti geometrico- rxADDIAGl~E EUNA STORIA torenzo Peros * di EilllLIA ZAll/ETTl IL LIBRO DI CUI * SI FARLA pecu1ativi. E cosa non s'è valutata, in seguito. nella poesia di Sinisgalli, e sotto– scritta e ripetuta per molti anni, tanto da creare attorno al suo nome un che di con– cluso e d'irripetibile: dall'as– soluta antieloquenza all'oscu– ra e nel tempo stesso cor– rente volontà di disco, o, dalla iorma prosa ticamente sillabata alla gioie. per dispe– razione (De Robertis), dalla prosodia enarmonica all'inva– riabile paesismo delle prime liriche per ove il poeta da'l fiuto rapidissimo accedeva al– l'eliso della propria fanciul– lezza (Contini), dall'amabile e fermo dominio del buon gu– sto ai limiti della poetica del– l'occasione (Anceschi). ecé.: motivi di adesione critica. di credito. che trovano la rghe simpatie ancor oggi, h-a re.re note di sfiducia peraltro im– mobilizzate dall'accorto Ma– crì... Ed è di Macri un'osserva– zione (ora accolta nel recen– tissimo Caratteri e jigure del– la poesia italiana contempo– ranea edito da Val\ecchi) che mi pare vada ripresa: « di tanta costruzione e variazio– ne di Sinisgalli a cavallo tra scienza ed arte, nulla pare restare nella llrica in verso ...: resta vergine e intatto il do– no della malinconica intimità sinisgalliana ne1l'orto poeti– co h-a la fo sa dei padri e l'albero nuovo •. Manc:mdo di un rico1•do diretto l'immagine che pre!er:amo è quella di una <fotografia abbastanza re– cente. Un'istantartea forse, presa all'aria a!Y.'rta, dove il sole fa da pittore sottolineando, col suo battere senza Tiguardi sulla nivea testa, sul solino trcçpo largo, sul volto solcato ma non devastato dalle ru– ghe. la saggia confidente innocenza che con•ra:;segna la vecchiaia degli autentici sacerdoti. La fedeltà o meno ai tratti dell'uomo s'intend~ che ha ·corsa itn– portanza. La preferenza si motiva altrcwe. Nel come cioè, l'obbiettivo ha saputo sintetizzare la storia del– l'a1iish e il senso che a:;sume oggi. Tradizione e idee correnti nei saggi di Leone Piccioni Malinconica intimità di un mondo familiare appartenen– te ad una meridionale pro– vincia (quella del!' Agri) che semore affiora a far corpo ooetico predominante sulla fi– sica realtà delle cose. Sappiamo bene che l'abito talare circondò di po– lemica la fortuna di Lorenzo Pero'Si sin dal primo rivelarsi del ·,entiselenne abate alla fine dello corso ecolo. li genere dell'01 1 atorio agi da esca. ln un'epoca ancora nutrita dal melodramma quanto vogliosa tli altra cultura e incerta nel darsela, la rkomparsa di rappresentazioni musicali che l'assenza della scena sembrava distinguere dal teatro più che la tematica religiosa, bastò a gettare lo scompi,glio nelle idee. E fu subito un invocare Palestrina come Carissimi Bach come Handel, più a disdoro che a encomio di un ar– tista che aveva ascoltato la lezione di quei maestri con assai maggiore sensi•bilità verso le esigenze del– l'ora di qu:mta ne mostrassero i suoi censori. Altri infatti parve mostrai"! Maggfore acume sceverando vene attuali nell'eclettismo perosiano. L'ultimo Verdi nel di·segno dei recitativi e degli ariosi, non meno di Brahms in certi colori meditativi o di Wagner nella sintassi armonica ed anche nel far grandioso di certi episodi; per poi riconoscere ~ dove la vena volgeva al lirico o all'enfatico - il musicista impi– gliato nelle maglie deHa cosiddetta scuola veristica. Ossia ancora nel melodramma. Ma il tono delle rea– zioni Testava il medesimo. stridevano le improvvisate vestali dello stile sacro. Ignare alfora. come accadrà * cli FERDl,A~DO \ IRDIA Se qualcuno volesse tenta- si la posi,jone del critico., stanza quella di informatori e tica, come venga~o ogni gior– re ,un panorama della, giova- a•lmeno da due generaz1om. e di indicatori, per non dire di no di più ritornando in onore ne critica italiana negli u!- una posizione pol!'1Tlica· in cronisti (intesa questa paro- gli studi filologici. compor– tim.i venti o trent'anni. allo sostanza nello scrit(c,re preso la nel miglior senso, cioè in tanti una ricostruzione dei stes~o, modo nel quale sono in esame egli non cerca che quella di coloro che si trova- testi. una loro penetrazione stati tentati e .non soltanto la riprnva di un ~uo detenni- :10 in una fase di giudizio pre- sul piano storico, Ja ricerca tentaJ1 p~noram1 della !(iova- nato .cr~do e tetico (ohe per 1stonco), ma altresì ouella di degli elemeniti di linguag– ne .. poesia . o della gwva ne alcum e tale purament_e ~ fornire al pubblico un indi- gio e di società come fatti nau ahva, tt '?verebbe n.on po= semphcemente:. per altn si rizzo di gusto oltrechè di ci- streltamente interdipendenti, che di,fflcolta a ~ssar e ~n con_n_ette_ altres, con un Ct"!~o vrltà letteraria - si trc,vano senza per questo venir meno ?he. t~ .m'!do ap1?1o~s)ma_t1vopo!Jtico). se ha !uogo ta)e 11_- nella necessità di lavorarP su a quell'esigenza di una ricer- 1 te1m1,;u d1 una class1ficaz1one prova, se es a e poss1b1le, 11uno schema estetico pre!ab- . . . • Se non s'intende il segre– to di codesto « mondo » il'I '3i– nisgallj non si potranno af– ferrare il significato e l'aspet– to di almeno nove decimi della sua noesia. In una lettera apparsa nel Tesoretto del '41 così Sini– sgalli definì ce la poesia: « un quantum. una forza. una estTema animazione e primi– bile mediante un numero compllesso a+bj ... dove a e b sono quantità reali e j è il famoso operatore immagina– rio. Questo operatore dà un senso. un'inclinazione al nu– mero. che per sua natura è ol'izzonfale e inerte, lo rende attivn. lo tt"aduce in una for- per scuc,le o per tendenze. critico si accontenta in gene- b i t 'ù d' . ca e d1 una d1stmz1one deHa r ca o, P,' _o meno con 1yi- poesia della non-poesia che Leone Piccioni Si è detto da molti - e noi stessi lo abbiamo talvolta ri– petuto - che la critica halia– na è in gran parte e senzial– mente una critica di poeti– che, la cui ricerca VP.rte piut– tosto sull'isolamento nell 'ope– ra di quella che è l'idea e.el– la poesia che la sorregge dal di dentro, che non alla ri– cc,;truzione dei motivi ispll'a– tori dell'opera stessa e dei cri– teri con i quali essa è stata costcuita: in secondo luogo. e come sua preoccupazione se– condaria. essa si occupPrebbe di un rapporto tra poetica e tile. tra.curando tutti gli al– tri elementi che concorrono alla creazione di un·oper 1 d'arte. Nella maggior parte dei ca- re di un esame più o mene, particolareggiato dei punti di convergenza; se, al contrario. una siffatta riprova non è praticamente possi•bile, non rimane al critico che un ver– detto negativo che investe H complesso stesso dell'opera, ma che dall'opera singola si estende polemicamente a tut– ta la tendenza o la scuo– la individuata in quell'ope– ra. Nè si sottraggono in genere a consimili g,~neraliz– zazioni gli stessi critici per cosi dire «militanti» che, per il fatto stesso di non essere portatori di estetiche nuove - né nella maggior parte dei casi lo potrebbero senza va– licare dai limiti stessi della lqro !unzione che è in so- so di!- un attiva partecipazio- è senza dubbio la conquista ne d1 pensiero. più duratura dell'estetica e E' molto significativo a dalla scuc,la crociana: potrem– questo proposito come da par- mo anzi dire che una ricer– te dei più giovani si mani- ca della poesia (che tale è in festi n 5gi una reazione più sostanza l'isolamento de I 1a o meno esplicita verso gli FERDINANDO VIRDIA schemi e le teorizzazioni di una critica puramente este- (Continua a pa•. 2) L' ITINERARIO DI U ' EMILIA ZAJli'ET'J'I E. FILIPPO ACCROCCA (Continua a pag, 2) (Continua a pag, 2) UOVO NARRATORE ANGLOSASSONE * IEric Ambler e il romanzod'a·vventur * Partendo da un genere in apparenza facile, questo tura come un fine a se stesso ; accettabili o meno, * giovane egli ha scrittore non sempre delle di GIACfliJ#tJ A ~TOLV.IN.l considera l'avven– idee da, esprimere 1 el periodo fra le due\ Ambler. famosi forse ))iù di partendo da un genere in ap- riore ed ancora oggi letto ed stesso in alcuni romanzi guerre ouar1do tanti amici e quelli di ogni altro nel loro parenza facile e comunque apprezzato da numerosi let- John Buchan ed Eric Am– colleghi viaggiavano 'con fa- genere, Londra. Pa,rigi ed considerato inferiore per lo tori, verso il ouale uno scrit- bler discendono in linea di– cilità a Budapest e Bucarest. 1 anche Milano non mancano, abuso che se ne è fatto, ha tore della serietà e del peso retta da R. L. Stevenson, a Belgrado, Atene e Costan- se a volte si finisce in Me- mirato a scrivere libri impe- di Graham Greene dichiara dallo Stevenson di « Catrio– tinopoli non sono mai andato sopotamia o magar·i addirit- gnativi dove almeno nella di avere un debito di rico- nia •. « The Master of Bal– in Ungheria ,in Grecia od in tura nelle isole della Malesia sua intenzione ogni singola noscenza e professa un a lantrae • e « The Dynami– Turchia. Me ne rimane un come in • The Night-Co- mossa ed ogni personaggio grande ammirazione. « John ter • che a più di mezzo se– rimpianto sul quale è per- mers •, i paesi dove egli introdotto son o giustificati. Buchan. scrive G r ah a m colo di distanza rimane uno fettamente inutile insistere. tesso ed i suoi protagonisti Inoltre raccontando nel mi- Greene in uno dei saggi di dei maestri della narrativa Ma se in quegli anni avessi si ono sempre sentiti più a glior modo possibile la sua '' The Lost Childhood ", è inglese della fine del secolo preso il treno per percorre- loro agio sono quelli balca- storia. cercando cioè dì mol- stato il primo a ren<lersi scorso, uno di quegli autori re i ~alcani. in '"!a direzi_o- n_ici. Perchè una de_lle quali~ tiplicare i colpi di scena _e conto dell'enorme potenza la cui importanza col passa– ne o 1~ltra e assai probab1l~ ta prec1p1!e che distingue ! d1 potenziare_ al massimo ti drammatica della avventura re del tempo non si affievo– che pruna o dopo m1 saret ltbn d1 Enc Ambler da quelli suspense, Enc Ambler non situata in un ambiente fa- lisce ma si afferma. L'ac– imbattuto in uno dei preso- di moltissimi altri cultori del considera mai l'avventura miliare ed occorsa ad uom.i- cento in cotesti romanzi è naggi inquietanti di Eric genere avventuro o è la pre- come un fine a se stesso. ni nient'affatto avventurosi messo sull'intrecdo sul mo– Ambler perchè i_Balcani so- cisione di tutti i par·ticolari, Accettabili o meno egli ha di temperamento•· Lo stesso do di sviluppa1·lo potenzian– no stati sempre 11loro terre- il coraggio di ambiantare le delle idee da esprimere ed o quasi si potrebbe dire di do al massimo le possibilità no oreferito. Essi erano e sue storie colla esattezza di anzi appartiene a quella fa- Eric Ambler. Nei suoi libri drammatiche che esso con– -ono i protagonisti di com- un cronista evitando la fa- lange di scrittori inglesi at- come in quelli di John Bu- tiene. Pure osservando da plicati romanzi d'avventura ciloneria di quanti per non tirati negli anni dell' ante- chan lo stimolo alla lettura, vicino la tessitura di una a s~ondo politic_o - e,co_nomico incorrere in resp_onsabili_tà r_i-gue_i:ra dall'estrem~ sinistra l'interesse sono creati dal trama di Eric Ambler ci si ed tn Europa fm~he 11 rullo corrono alla sollta Runtama e p1u tardi ad espenenze fat- contrasto fra il carattere accorge che ]ungi dall'essere compressore. so_v1ehc<:>non cinei:n1:1-tografica dove tutto è te ritornati sui loro passi ri~ calmo pacato rispettabile del complicatissima è piuttosto venne a sch1acc1ar·1t riducen- poss1b1le e tutto nmane as- conoscendo onestamente gli protagonista che spesso nar- esile. Essa trae il suo inte– doli ad_ un pi~tto ed unifor- surdo e _gratuito. errori di valutazione com- ra in prima persona la storia resse per il lettore non tanto me gng1ore I Balcani sono- Se Enc Ambler ha un po- messi di cui Chri topher e le peripezie drammaticissi- dall'orrore delle circostanze ·tati una inesauribile minie-1 sto un po' a parte ma rico- Isherwood e George Orwell me dì questa ambientata o dal carattere sensazionale ra di con;iplo~ti, nvolte e 1 nosciuto anche d!!-icritici se- rimangono i. due più famosi. colla. prec_isione ~ l'assoluta dei fatti che avvengono, congiure dogm ;orta e co-1ven del Ttmes Litteray St~p- Enc .Amb1er ha preso 11 ver1s1m1i;iltanza d1 un buon GIACOMO A TONINt !ore. I p!ement nella letteratura in- posto d1 John Buchan. famo- romanzo della scuola realista. Se net mmanzi di Eric glese di oggi è perchè egli sissimo in un periodo ante- Come Graham G r e e n e (Continua a pac. 2)

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