la Fiera Letteraria - XI - n. 39 - 30 settembre 1956

Domenica 30 settembre 1956 UW FIERA LET'TERARTA Pag. 5 L'ULTIMOMALAPARTE DITODAVALLECCHI * Esaltazione d'una • • 1nvent1va urgente * di G.IAi\ii\1.1 GB1li\TA .l!7 difficile spiegai si tutto il spo;.zwne della sensibilità, n più tipici ancestrali v1z1 più lastidio che suscita e insieme un'originaria violenza umorale, che le virtà. ComW1que, lo il fascino chP esercita uno a una sensivilà esasperata avi- stesso assunto del libro. tenta– scrittore come Malaparte. Per- da di i11Suete e rare « scoper- tivo di definizione d'un umano sonalmente dobb1anio dire che, te»: in sostanza, non è solo tipico identificato nel toscano malgrado i molti e spiacevoli una scelta «letteraria>), una di ieri e d'oggi, e d'un agire difetti di questo scrittore. non scelta per gli altri, ma anche umano esemplare (« la virtù di di rado ne siamo s01,u~iogati, e un scelta per sè. Per quanto fare le coso a modo senza per– siamo indotti a pensare con Malaparte si atteggi a :lisln- dere il senso del'.e misure e rammanco a ciò che u.i artista cantato e a cinico, per quanto delle proporzioni umane l 1 tute cosi dotato avrebbe potuto dar- s'adoperi a dar sempre nuove di fare le cose grandi c•ll sen– ci senza le sue storture di gusto prove del suo cinismo gabellato so della piccolccza ù~ll'uomo, aberrante. Ma uno scrittore è per intelligenza in realtà ci e le piccole e u:nili col senso ouc.lo che e c,oè qur lo che sembra che malamente egli si della grandezza umana w), lo dà. tutto quello che dà, nelle affanni a mascherare una sorta sollecita a un·osservazione urna– sue ascese e nelle sue vittone, d'intima perversione, una sua na più franca e veritiera, in nei suoi ripieghi maldestri nel- spiccata susceltibiltà al richia- un impegno forse più angusto le sue astuzie nei suoi errori mo degli aspetti più tristi e ma più sentito. Se ne avvan– nelle sue cadute. Il « ciò che torbidi della realtà, veri o taggia e n'è vlviflcato tutto il avrebbe potuto essere e non è supposti, direttamente osservati libro, perchè una volta tanto è stato» non ha senso sul piano o delibati nell'esaltazione d'una la materia che, malgrado offra critico. Malaparte riesce in so- inventiva urgente ed intemp<?- appigli preziosi al suo estro (e stanza ad avvincerci nelle sue ranle. viziala d'estetismo. Malaparte non se li lascia qualità migliori, là dove es$e Quando si parla di dannunzia- sfuggire), impone però anche sono reahzzate: non il falso nesimo. a suo proposito, non sl dei limiti e delle remore alla luccichlo della sua decantata e è lontani dal vero: si tratta sfrenata immaginazione e alla anche millantata intelligenza, d'un vizio connaturale ch'egli fiuentè logorrea malapartesca. brillantissima ma in superficie. si trascina dietro senza remis- Così, il suo lirismo s'illimpidi– d'un'audacia loica e funambo- "ione, malgrado sia così pronta- sce, a volte stupenda":ente, la )esca; ma Ja sua ricchezza di mente ricettivo verso le più sua caustica aggress1vHà si immaginazione, Ja sua genuina Varie esperienze letterarie del schiarisce vibrazione lirica, quando (e nostro tempo. Esempi patenti e ~::i.laparte _è in ~osi 1rz_1 uno non è raro) s'appiglia agli clamorosi sono proprio « Ka- sc~1ttore privo d1 disciplina, aspetti più veritieri della realtà putt » e « La !J)elle » prove di a~Hmo_da rlnunz\e o co·,tn•d– e resp,ira l'aura tersa d'un'inno- un neorealismo... estetizzante. dittono come forse ne3:-;un sl– cenza emotiva e percettiva non radicalmente contraddittorio tra: di gran_de t~l~Htu ", r 1 .' perduta e mortificata O corrot- dunque, quale Malaparte e lui schietta vocazione lir.1caed etica, ta, non smarrita o deviata verso solo poteva sentire ed espri- ha una segreta magia d'nrtL,;ta. ,gross1la11e sugge~tlo l dr~1 .r•n- mere. V'è i 11 somma in Mala- non. s~lo affidata a un purù le– tistiche; e sempre ci seduce il parte, al fondo del suo arduo, n_oc)mo_ve_rbale ir.a onche a prosatore di gran talento che, a volte gratuito, ma anche po- v1rtu ~h stile. che sa renclC'r~ se anche sovente con troppo tente immaginare. da cui ori- ~cc~tt, _nc_l ~omi.,lesso 1 ~uo1 autocompiacimento e non sen- ~ina h singolar~ forza di oue- hbn . m1.~h~n .. sebbene S13n_o za ostentazione d'aulicità mo- sto scrittore, un'intima violenza q~e~li p1u 1n~;1ns~c9mentc vi– stra di tener d'occhio modelli emozionale. Da una tale per- ziati: ma OPi.o s.e.8;.o tcmJ?O, illustri, denota pure, in questo sonalissima incompostezza di d.om ~n[lto ?al suo Cc!L~IV:l ge.n10. almeno, un fine e nativo gusto. intelletto e d.i sensi e di tanta• si rivela t~capa~e d1 r:!ggiU91- tutto toscano del resto, della sia deriva insieme la sugge- g_ere quell altt< 51 m 0 • pr•rsua– parola modellata e felice rit- stione e la fastidiosa inegua- sivo tr_aguardo cui pur,, sem– mata che illumina e a volte glianza e sregolata dismisura bra cluamato. riscatta anche pagine detesta- anche dei suoi libri migliori. GIANNI GRANA bili. Non sempre insincera è inol- Si veda l'ultimo libr~ "' Ma- tre anche la sua millantata vo– Japarle. «I toscani maldetti », cazione di moralista. Tacciare recentemente edltJ da Vallec- di carenza morale, di innata chi. E" una sorta di arrogante frigidità. Malaparte, ci pare e irritante, in una parola ma- ingiusto, Che gli faccia difetto QlJA DEH!l 1 I Curzio Malaparte lllll' lil/TERESSA,~TE PROJ!A POETICA DI Gl,\'O, 1\'0G,tll t Ecco si fa luce * Basta una lettura af (ettuosa per riconoscere nel poeta gli elementi di una lirica che è personale confessione sottovoce * di .A.NGELO PAOLUZI Dotato di un ampio retroter– ra culturale. Gino Nogara esce con questo Ecco si fa luce dal– l'impegno necessariamente più labile ed effimero della pratica critica e giornalistica, elude la tentazione intellettualistica di «fare,, poesia sulle scia di que– sto o quel poeta (tentazione per lui maggiormente adescatrice se si pensi che ha scritto un sag– gio su Ungaretti, l'autore forse più imitato, consapevolmente o no, degli ultimi vent'anni), cd entra nel proprio mondo lirico, per iniziare una costruzione autonoma della sua poesia. Ecco si fa luce (Rebellato Ed., Padova, 1956) non è un li– bro di grande mole: quaranta– due Uriche, divise in due pgr– ti, « Venga il tuo caldo cuore» e « Una spada all'inizio"· Tut– tavia, esso rappresenta qualco– sa di compiuto e di armonico, rhspondendo a ragioni interiori. a una parabola di un'anima di– visa fra cielo e terra, fra le cose e le idee. ogara infatti si presenta qui con la propria carta d'identità psicologica e lirica, nel contra– sto (re una natura poeticamente sensuale (di una sensualità fo– gazzariana) e una natura poe– ticamente mistica. L'una e l'al– tra non si elidono, rappresen– tano però un dualismo frequen– te tra la carne e lo spirito. Ap– punto da questo contrasto nasce l'atmosfera, il terreno 6ul quole germina il canto. Quando pgrllamo di « sensua– lità,> e di ~~misticismo» non vorremmo tuttavia essere fra– intesi: è sensuelità. per noi, l'attaccamento a tutto un mon– do della fanciullezza, della me– moria, plasticamente rivissuto con :forme, odori, colori, e ri– vissuto con un senso di distac– co d·oloroso da realtà amate Gino allo spasimo: ed è misticismo quel progressivo distacco delle cose, anche nella memoria, lo sforzo di inserirsi in un'armo– nia diversa, che non sia, eppun. lo, solamente fatta di forme, odori, colori, ma consti di va– lori diversi, creduti veri, anche se più difficilmente accessibili dai sensi. Dobbiamo riconoscere, co– munque, che il distacco non è perfetto: c'è una presente sen– sazione di sforzo voluto, una minore felicità di canto. Può farci più o meno pia– cere, ma è un dato di fatto che il corporeo, il concreto muove con migliori risultati la vena lirica di Nogara. Cosl come è migliore lo sfondo pgtetico-ele– giaco sul quale il poeta situa i propri acretli nella prima par– te, di quell'altro, dl virile, ma in definitiva triste, accettazione del soprannaturale che serve da motivo nelJa Geconda parte. Anche qui non manca tuttavia il segno delJa corporeità, che è dato dalla coscienza dell'autore di presentarsi a una specie di perpetuo giudizio nelle proprie vestt d"uomo, con tutto quello che tale condizione comporta; come, viceversa. non è assente nella prima parte il desiderio di superere una certa schiavitù lirica ella carne. Sulle col!ine spoglie dove tento / sentimenti remoti. / voci si fanno in tenerezza. / Alle mie spalle infanzia irrom– pe, viole / spargendo e anémo– ni. / Lascia cuor mio, che ven– ga coi suoi gioclii / la libertà d'aprile. Cosi Nogara sintetizza in une delle migliori liriche della raccolta. « Alle mie spalle infanzie». il proprio mondo poetico. Ritornano qui, infatti, j motivi dell'infanzia, del cuore (gozzanianamente inteso: ma l'accostamento non ha nulJa di imitatorio), delle primavere coi suoi fiori, come contrasto alle colline brulJe che ricordano an– cora il triste inverno. E c'è quel sentimento indefinito di attesa nel quale, in fondo, si conden– sa molta possibilità di poesia. rla di un'anima•. Nogara non si è ancora liberato completa– mente da un complesso erotico– mistico, come abbiamo detto in principio, e la sua ambiguità magglore sta proprio qui: ma la sua prova è, oggi, ampia– mente positiva, e rlteniamo che, anche in séguito, terrà fede al– le promesse formulate in questo esiguo ma valido libretto, libe– randosi dalle scorie che tuttora intralciano il suo canto, e attin– gendo ad ancora migliori risul– tati. ANGELO PAOLUZI Gino Nogara RA SEGNA DI FILOSOFI/\ A CUR \ DI LUIGI QUATTHOCCIII * Edizioni italiane di l(ant P di Heuel * A vantaggio degli studi sui glie che il lavoro del Plebe due più grandi rappresentanti sia del massimo in'eres..;e, se del pensiero classico tedesco, pure prima letterario che spe– Emanuele Kant e Giorgio He- culativo. DI * GA LLEltl A,, gel, sono state curate. a poca Un fatto editoriale almeno distanza runa dall"altra. due altrettanto considerevole. le– edizioni che costituiscono al- gato per di più al ricordo di trettante cospicue novità Di una nobile figura di studioso Hegel già da molti annj si co- è quello che concerne Ema~ nosceva, in traduzione italiana nude Kant. Gli interessi fon– di Francesco Messineo. il volu- damentali del suo pensiero me dei Unea:mentt di filosofia non furono certo rivolti alla del diritto: ma ora l'edizione è politica, o alla filosofia del stata "Or.1plet-i·1. ron 1 ~rElur,• diritto o aUa filosofia della ta delle Note alla fllos()/la del st oria; ma su que,;ti argomenti diritto (Bari. Laterza. 1954. 8 apparvero sentii e saggi che p. XXVITI - 557). La nuova completano la sua opera nel– edizione è ancora. sostanzia]- la poliedricità dei suoi 1m- t Il d pegni. Di questi saggi alcuni lapartcsca. apologia della sua una precisa e salda idea morale gente: una gente toscana vista non significa che manchi ·in da un toscano, e da un toscano tuttf'l di sentimPntn Tl'nr~lr-. di tale specie, basti dire. Qui Anche in questo bisogna distin– Malaparte, stante il fallo che guere i calcolati atteggiamenti. ne dice delle grosse, troppo gli esercizi dialettici e i batti– grosse. come era da prevedersi, becchi del polemista. i para– e che ... parecchi stracci volano dossi e le parole grosse del per aria <« tutta a Prato va a «castigamatti», le sue boutade finire la storia d'Italia e dt scandalistiche. da quel « mondo Europa: tutta a Prato ln strac- morale» ch'è pur espresso nel– ci »l. malgrado ciò consegue le sue opere più impegnate anche un clima d'autentica SC'bbene gli int 0 rf'ssi C't1ltur~1• poeticità quando liricamente si del nostro scrittore sembrino Ritrovato il cuore di sempre nella poesia di Cesare Vivaldi ispira alla schietta bellezza piuttosto vasti, sebbene egli si delJa natura toscana, dell'aura sia cimentato anche nel saggio * toscana. e alla verde e antica storico-sociologico e polifico. franchezza degli uomini che ed abbia al suo attivo una vi ripongono salde radici. E la lunga milizia giornalistica, e in ~ua prosa, più che mai rAri<'rt ogni suo cimento narrativo de– d'umore toscani e toscanamente nunzi palesemente una preten– cioè musicalmente ritmata, ri· sione d"ideoJogo e moralizza- Le f1gure vivono in espressioni di un un'atmosfera de inieata: restano paesaggio reale reso iiella sua cioè chiare autenticità Cosl l'attesa si manifesta in « Quando l'autunno». la liric0 nella quale minore si riscontra la fatica di un equilibrio fra umano e divino, e la plù ricca e per.sonalc delJa seconda parte Quando l'autunno porterd le fo– glie / ai nostri piedi vagabon– di avremo / voglia d'altri pae– si che neU'anima / i! fuoco de– gli amori incontenuti / alle sta– gioni prlme sollevata. / Allora il sangue un'aspra tesserà / congiura di malinconia, e sol– tanto / da un'altra riva se sa– premo udire / voci serene ci diranno come / sciogliere il cappio della barca e muovere / l'avventuroso renio. Forse quJ maggiormente abbiamo il senso di una speranze, una pecata, virile accettazione del limite corporeo. e tuttavia un rim– pianto C«un'aspra,.. congiura di malinconia,,) per quanto di belJo o di semplicemente uma– no s'è goduto, o sognato, o ap– pena desiderato. men e. que a el Messineo. con furono già pc sentati 1Il i:alia– solo irrilevanti modifiche: le no dal Lamanna. in una pic– Note. che per la prima volta cola antologia uscita presso vengono qui presentate. sono !'edltore Carabba di Lanciano invece a cura di Armando Pie- nel 1917. Da allora gll studi be. un ancor giovane studioso kantiani si approfondirono di rara serietà. specializzatosi anche in tal senso. se pure su Platone e su Hegel. Plebe ovviamente a lato del grande aveva già pubblicato un note- filone degli studi, eS6enzial– vole volume su HeQel filosofo mente logici ed etici- ma edi– de7Za storia (Torino. Edizioni di zioni non ne appar'vero più «Filosofia», 1952). ma !"attuale se si eccettu:mo alcuni saggl lavoro è senza dubbio il più apparsi pochi anni addje:ro pregevole contributo che e![li sulla « R'vi.sta di filosofia~. fornisce agli studi hegeliani L"l Questi sa gi erano tradotti da Italia. Fra noi. infalll. anche Gioele Solari, il quale è stato la media e più che media cul- per tanti anni della sua vita e tura fllosoflca, per non dire di fino alla sua morte il ptù pro– quella genericamente umanisti- londo e raffinato cultore di ca. non conosceva direttamente questi studi in Italia. Da mol– e spesso lgnorava completa- to tempo. ormai, egli stava mente nella loro esistenza le curando una edizione compie– Note di Heitel La traduzione ta di. tutte le opere kantia– del Plebe apre pertanto un ca- ne, !?":'cole e grandi. su temJ pltolo interamente nuovo nel politici; e quando la morte campo degli studi hegellani. e lo colse. n~l 1852 a 80 anni, nella storia della filosofia mo- la sua fatica era ancora da raie e giuridica. Hel(ei. fra i complet~re. Quest~ impre;;a è grandissimi nomi dei- pensiero s 0 tat~ _ripresa e mte.grata. e umano. è stato runico che non gg, si h~, per la prima voi– ha dedicato alcuno scritto al- ta in Itaha, ra. raccolta com- trova tutta la giovanile fre- tore, sebbene egli abbia parte- * schezza d'un'i.ngenua spontanei- cipato direttamente ai maggio- tà. « Apro la finestra ed è pri- ri eventi storici del paese e la mavera, chiudo la finestra, ed sua 0l)€ra ne sia tutta impron- di ELIO FILIPPO .ACCROCC\. è primavera. Prendo il bic- tata; nè un meditato e costrutto chiere_ eh~ è sulla tavol~. lo pensiero_. nè una vera coscienza Nei quaderni di« Galleria n 'alcuni inediti del periodo di riempio, d •~qua ed è pnma- morale. tn 1ravaglto_. sorreP,ge e a cura di Leonardo Sciascia Lavorare stanca. vera. E al?rile. e tutta la _To- soshnz1a !I s1_10';"llP~ro "' è uscito ventitreesimo _ po- Era il tempo dei comuni scana_ è primavera ...». « Spingo scrittore. n_èqu1?di 11.suo senti- sto augurale_ H cuore d'una studi universitari e a Roma la primavera, ~ Pasqua. Entro -nento ?101al_P s, t'.asm~tte con volta di Cesare Vivaldi, la in quegli anni non si faceva nella i:na_cellena. ~ Pasqua ~ quella '!"eqmvocab1le forza co- sua terza raccolta in lingua fatica a tenere i contatti. San G1m1gnano. E Pasqua la mumcallva che è delle convin- dopo Ode aU'Europa ed a!tre Quelle ~rime prove raccolte lesta è,i toro sul davanzale del- zloni profonde. E' un morali- poesie del '52 (La Sfera Ro- poi nell Ode all'Europa sono la flncst_ra. il_ b,ue squartato sm'? a fior di P_cll~ viziato_ di ma) e I porti del '43 (Guan- già rivelatrici di una situa– appeso a1 ganci, I agnello sgoz- razionaltsmo. qumd1 sostanziai- da) tenuti segreti e anzi ripu- zione in cui !'ancor giovane zato diste~ sul bai:co di mar- ?'ente povero d'u,manità. Ve'.so diati. questi ultimi, dall'auto- poeta veniva a trovarsi (e con 11;0. Quest odore d1 sangue e 11mondo, verso I uman_o. egli _è re che mai ne aveva parlato, lui Ja produzione dei suoi coe– ~ carne r?ss~. è P~squa. An_che t'.atto ~-a 9uel1a sua rn':'sa~ri- neanche agli amici, e per i tanei): momenti di accesa 11c1.uffo d1 viole d1 Santa Fma, b;le cu11os1tà che no~ 1:It vieta quali è sufficiente fare appe- polemica, di vagheggiate « rot– (assu. m vett~ a quella, torr~, ,1, frugarP. nP!IP J'lt~,:t,P n 1 ù na un cenno bibliografico. Il ture n o, meglio, di ricerca di e Pasqua"· D1 queste llnche e dolorose, pmttosto che da uno breve Lunario apparso a Pa- quell'adesione al sentimento pieno il libro. 1timolo morale insorgente dallo di un tempo che appariva Si è che la sua generosa im- interno. Ciò non autorizza però (che era, anzi) profondamen- maginativa e la sua penna pre- , generalizzare. come si suole. te mutato nell'animo. Anni stigiosa sono spesso signoreg- negando in t11tto a Malapart 0 torbidi. naturalmente, di in- giate non solamente, come si un impegno di scrittore e di sicuri acquisti e forzature sul- suol notare. da una mente uomo, un partecipe interesse I la coscienza; un periodo di troppo lucida e bizzarra, inca- çer le sorti del mondo e della curiosità e d'incertezze (di pace di obliarsi a lungo nella umanità, e anche :;entimenti di sperimentalismo, allora si che poesia delle cose, ma anche da solidarietà e di pietà per lo erano anni di esperimenti sul- una passonalità fondamentale uomo. Bisogna una volta di più la poesia) in cui maturava, deviata. una sorta di deteriore considerare la sua pecullaris- con la segreta fiducia dei più e decadente romanticismo emo- sima «crudeltà» intellettiva, la ' giovani, anche la loro solita- zionale e inventivo. Si insiste sua particolare forma !anta- ria esperienza poetica. coralmente, come e più che per stica incline alla violenza, lai I cosiddetti «gruppi>> di al- E. A. Poe. cui da qualcuno si tecnica del suo linguaggo piut- !ora, apparentemente livella- è potuto a volle forzatamente tosto acre e irridente e schiva I tori di esigenze o ,gusti sva- apparentarlo, sul freddo clni- da pietismi e edulcorazioni j ria ti, non erano altro che rag. smo letterario e sul calcolalis- sentimentali. Cosi considerato gruppamenti di poeti isolati, simo chimismo adescatore di dalrinterno, il suo mondo, se ciascuno tendente a scoprire Malaparte, sul suo elucubrato noo riesce forse mai a iJlumi- la propria strada, la propria studio dell'effetto puramente narsi di vera idealità, rivela voce senza il concreto ausi- esteriore diretto a sorprendere pure nel fondo un suo « urna- !io di critici, anziani o gio- e suggestionare come che sia nesimo » a volte più a volle vani che fossero, da cui pro- il lettore: un mero tecnicismo meno genuino: e la stessa in- venisse un qualche chiari- letterario, a quanto sembra. verecondia delle pagine più mento. quando non addirittu- una pura meccanica d' effetti odiosamente irriverenti per ra confusione perchè l'isola- che s'avvale degli ingredienti la dolorante atroce abiezione mento aveva )J'reso anche loro più svariati. dai più innocenti umana. in ultimo si rertituisce nelle sue maglie. ai più odiosi. dallo squarcio a un clima etico. perchè, mal- Se si vede, di Vivaldi, la lirico alla citazione dotta. dallo grado tullo e oltre ogni com- Cesare Vivaldi produzione che va dal '45 al immaginoso svolazzo barocco piacimento. è in lui a.tche la '49 inserita nell'Ode col ti- alla subitanea inverecondia e pietà umana a denudare le più !ermo nel '53 è ora inserito tolo di • Dopoguerra • e quel– sconcezza profanante d'un bru- basse miserie ~egli ~Ot"!ini. U"1a- nella recente raccolta; pertan_ la dei •Sonetti• dal '50 al tale verismo, dall'apparente- pietà che scagiona 1 miseri fa- to due restano i libri di poe- '52 tra cui s'inserisce il poe– mente «calda,, eloquenu ora- iendolt irresponsabili dei loro sia di Vivaldi su cui possa metto che dà titolo all'inte– toria del moralista ad un'allu- errori. Soprattutto, al di là di accennarsi qual:he considera· ra raccolta, si scorgeranno fa– cinante enflatura tornale e a certe apparenze, non si può zione. cilmente quelle forzature e una grandiosa amplificazione negare a Malaparte un wo Sulla non folta ma già ap- vagheggiamenti di cui s'è scenica. Una tesi simile, ten- sostanziale spirito d' ind1pen- prezzata produzione dialetta. detto, tipici di una • sovra– dente a risolvere tutto h Mola- denza. un'anticonformismo a \e di questo poeta (sinora so- struttura• poetica che scar– parte a smania esibizionistica volte spregioso e -5pregiudlcato no soltanto apparse le Otto so addentellato trova nel sen. e ad arido esercizio intellcttua- •he. notiamo ancora. per qu111- poesie ne! dialetto ligure di timento e che, soprattutto, si llstico è alquanto sbrigativa- to studiato e ostentato. non è Imperia presso « Il Canzonie- rivela poco più che un'infa– mente sempllflcatoria. Un si- per questo meno rispondente a re» di Roma nel '51 e una tuazione da parte del poeta mile mostro di bravura. capace un intimo modo d, sentire e promettente primizia di quel- nel vano tentativo di trasfe– di elaborare con freddezza del considerare le cose del mondo le successive nel numero 5 rire dentro ai sè elementi tutto Jmpartecipe la sua mate- « I toscani maledetti"· un li della bolognese Officina), si troppo distaccati e non corri– ria, un simile alchimista teso bro tutto suo, a mezza via tra potrà parlare appena avremo sllcndenti alla sua sensibili– solamente al calcolo dell'utile. la solarità ariosa d'un canto l'intera raccolta già in corso ta. Elementi spesse volte di– crediamo sia una pura astra- poetico spiegato, la tediosa di stampa presso gli stessi chiaratamente politici, di zione una schematica tipizza- tnsistenza d"una dialettica gra- quaderni di Sciascia. stretta aderenza partitica, che zione' d'una specie di letterato luita e l'improntitudine innocua Vival~i _fece _le su_e prime non trovano l'adeguala misu– che non ha riscontro nella real- della spacconata paradossale, appariz10111 tra 1 poeti che nel ra per tramutare in poesia tà nè potrebbe averne. Anche rivelano un tentativo d'lndivi- '46-'47 si riunirono attorno ad un'affermazione un'immagi– le più discutibili discusse P duazlone umana mossa anche Antonio Russi sulle pagine al- ne un ricordo restati a fer– biasimevole «scelte» del Mn- da partigiano amore e perciò !ora infuocate de La Strada. men tare nella fantasia, al di Iaparte. il suo amor futile per più sincera _A dir ".ero non si una __rivista ch_eaccog\ie_va.._tra qua del verso. Si legga in– il sensazionale e per Io scan- sa bene se I toscani qui siano I p1u giovani, Pasolm1, r·or- vece • In morte del padre •: dalo le sue b'zzarrìe più osce riiù Iodati e adulati o prM' ,ro· lini. Fratini, Giannina An- ... Ma nessuno potrà far ri– ne, 'rispo·•dron 1 si on•hp a u., i fondelli, talmente cantandone gioielli, Matacotta, Piovano. fluire [a vita - neHe tue crudo calcolo ma insieme a , pregi, e i difetti conw P"•gt Morsucci, con Pavese più in membra di vecchio, - e i! gusto malsano, a un'innata cli- scanzonatamente ne scopre i là con gli anni che mostrava vento secco nei rami - tra poco più non avrà !a tua vo– ce. - Ah.i padre, che a me non sarà dato - che serbarti pietà - oltre ii marmo, più freddo del"inverno, - e !e cose eh.e in vita ci divisero!. .. Quale altra passione è pron– ta a risponaere, e commozio– ne sincera, tanto da segna– larci un motivo che ritorne– rà (il sentimento della mor– te) nella poesia di Vivaldi. L'Ode all'Europa, il poe– metto di settantanove terzi– ne, fu un tentativo di canto civile per certi aspetti riu– scito. Grosso l'impegno del poeta volto a cogliere, in ser– rate visioni e con ngore di verso, il respiro ampio del continente nel susseguirsi di eventi e situazioni che ab– bracciano circa un ventennio di storia, conquiste, illusioni. Allora, nell'abbraccio, era coinvolto anche l'illusorio vagheggiamento del poeta che intendeva elevare il pro– prio canto a un sistema e a un mito contigenti. In quella Europa di Vivaldi transitava– no soffi di rivolta e di spe– ranza ma non provenivano, l'una e l'altra, ciall'uomo, dal grido profondo e eterno del poeta che ha aspirazioni e presagi universali, (come nell'inerme e assorto Sere– ni,, « figlio in fuga che non sa - nemico se non la pro– pria tristezza•) bensì dal politico, dall'uomo di parte. (Quanta gente è caduta su queste difficoltose strade di Europa!). Un'Ode, dunque, ch'è fi– nita col suscitare riserve e pentimenti nello stesso auto– re il quale si presenta oggi rinnovato, libero da impac– ci e sgombrato di non poca retorica in questa recente raccolta ove sono riunite le poesie dal '51 al '55 . Il cuore d'una volta è quello di sempre, immutabi– le, ritrovato dopo anni di ri– cerca, cii esperimenti. al fon– do dei propri più naturali e umani battiti. sensibile im– magine entro cui vivono dol– cezza e amarezza dei tempo, tormento e tristezza, errori e pietà, affetti, ricordi, nell'al– ternarsi di stagioni e senti– menti che quei battiti ali– mentano. Affiorano le nuove fami– liari figure della madre, del– l'amata, del padre, quella del ciçlista che chiede la via, l'al– tra dell'amico genovese ... tre– pidanti figure che nella tes– situra del sonetto e più an– cora in certa nomenclatura ricordano un po' Caproni: Forse perchè su questo gri- La caducità della bellezza, te– ma eterno della poesia, ritorna qua e là più o meno scoperta. gio schermo - de! cielo lam– pade muovono già - freddo un cinema d'ombre, e se mi fermo - a! neon d'una ve– trina la città ... L'aspro odore detl'alcool nel bicchiere ... Tutta Oneglia - sventola una marina di bucati; e it ca– trame che bo!ie, [atta, bal– cone, i! bagnato dei tetti; Se andando, col mio gregge di parole, ecc. (Pastore di pa– role, in Caproni): e osteria, caffe ... Bastano forse i pochi esempi che abbiamo riportato per si– tuare la poesia di Nogara entro i propri limiti di una lirica che è personale, confessione sotto– voce (un crepuscolarismo senza le sdolcinature corazziniene), ma è appunto valida perchè in– volge una vite d'uomo nella quale potremmo tutti ricono– scerci. I II pleta d1 Scr1tt1 poht1c1 e dl a losofla morale In quanto filosofia della storia e del di– tale, ma _ha mte;;o trattare ritto di Immanuel Kant <con la sfera eltca inter.ai: nente co- un saggio di Christian Gan·e me filosofia. de-I. diritto. con- - Tradotti da Gioele So ari e f?rme ai principi del ~uo pen- Giovanni Vidari - edizione stero assol~tamente idealisti- postuma a cura di ::-lorberto co. La fatica sostenuta dal Bobbio. Luigi Firpo. Vittorio Plebe non è stata lieve. do- Mathieu. Torino. UTET. 1956. vendo egli. prima ancora che 8 . p. 692). Come Prefa.::wne tradurre. ricostruire !!ii ap- serve quanto il Solari ebbe a punti hegelianl. frammentari scrivere già nel 1934. e piace nella stessa ideazione che li 5?prattutto, n~lla interpreta– ha suggeriti. Forse U Plebe zione çh• egli propone e 1 è indotto a sopravvalutare su~ceSSivi curat!iri mostrano Ma vivono, queste figure, in un paesaggio delineato, in una Liguria accertabile, o nella Torino e Roma dei ri– spettivi taccuini, restano cioè chiare espressioni di un pae– saggio reale reso nella sua autenticità. I pericoli che un tale atteg– giamento. tu t t a <via. può comportare - e parliamo del– i'attegglemento spirituale del poeoo vi,;to in una valutazione complessiva - sono dati del trascorrere del verso dal « li– rismo» alla <(canzonetta», da una tentazione di accentuare il crepuscolarismo sobrio di Ecco si fa luce in direzioni plù mar– cate, dal continuare ad appro– fondire, nel senso delJa malin– conia e della nostalgia, la « sto- , 11 l . evidentemente d1 non contra- un po 0 re m sura la nle- stare, l'impegno di riferire la vanza speculativa delle Note meditazione genericamesnt che egli presenta; ma, gene- politica di Kant alla sua for~ ncamente con.slderando la mazione di uomo illuminista ~aten~. re~ta la possibilità Così si può comprendere eh~ di rid1mens1onarla a nuova cosa voglia dire quella me• luce. anche se non po,;sa pre- dilazione riguardo alla fllo– s1;1mer~I.~a una !ramme~tarla sofla politica di tono libera– rimed1tazione. una revl61one le legata ai nomi di Locke e autentica. Tutto questo non to- di Rousseau. La novità e Ja ELIO F. ACCROCCA _____________________________ essenza del pensiero kantiano è_ Il concetto dello stato giu– r1d1co e. lil quanto tale libe– rale. « Lo Stato giuridico kan– tiano è liberale nel sen5o che esso vuol rispettata il più possibile la libertà esterna dell"individuo e la vuol solo regolata e coartata net limi– ti imposti non da considera– Lioni utilitarie. eudemonisti– che. ma da un principio di ra– gione capace di originare al– meno esteriormente una vo– lontà e azione comune .. L'an– titesi di libertà e coazione di– ritto e Stato. che prim~ di Kant se_mbrava non potesse risolversi se non col sacrifi– ci? dell·uno o deil"altr 0 ter– mme, era superata da Kant nella nozione stessa del di– ritto, che è sinte,;i di libertà empirica e di coazione razio– nale• (pp. 21-22). ISHERWOOD momento in cui Bradshaw I Nowak sono una di quelle accompagna .alla Lehrter povere ma oneste famiglie più caratteristici della narra- Bah~hof Norris costretto a alfoggiate nei tetri quartieri tiva britannica contempera- (~ggire pre 7 1p1tosamente _al d1 della Berlino popolare dalle nea cui più tardi parecchi au- la del conime perchè mmac- quali J partiti socialista e co– lori inferiori a Crhistopher ciato d'arresto da parte del- munista traevano i loro mi– Isherwood si sono ispirati. la _polizia te_desca. L'ultimo gliori gregari e che più tardi Egli è un individuo equivoco, capllolo mamfestamente ag- quando Christopher Isher– viscido, sfuggente. ruisai pe- giunto più tardi per chiudere wood come d'altronde tanti di ricoloso perchè assolutamente il romanzo quando Isherwood noi aveva lasciato definitiva– privo di ogni moralità sotto ha deciso di pubblicarlo se- mente Berlino dove il nazismo un aspetto a volte simpatico paratamente è fuori tono, Co- trionfava divennero gli illusi e quasi distinto. Arthur Nor- me è debole ed _afqua~to m- sostegni del nuovo regime. I ris inglese di origine indefi- ge~uo e supe:flc1ale \1 lato Landauer invece sono una di nibile perchè è impossibile polit!co. Ma c1_0è quasi _se~- quelle famiglie di ebrei rie– sapere quanto vi sia di vero pre 11.caso _coi !la'.raton br1~ chi e colti come tante ne ab– e di spudoratamente inventa- tannici deg1 1 ult1m\ tr_ent'anm biamo conosciute in quei tem– lo nel suo incontrollabile quando net loro li~~ 1 elabo- pi che dopo gli armi di splen– passato è un avventuriero, un rano I~ vicende pol!tiche del- dore fra il 1918 ed il 1932 si lestofante che vive di espe- le naz1om del continente eu- videro perseguitate. dienti, un truffatore capace ropeo. Il telegramma del ca- . . . (Continua da pagina l) di tutto e quindi ad un certo porione comunista Bayer a Gli um e gl_i altn _f~rono momento messo alle strette Bradshaw a sua insaputa in- veramente deg!J smarriti ~el~ cautamente coinvolto in un la fo:es~a d~lla vita! dei ':'mt1 di divenire l'agente segreto tenebroso complotto di Nor- e qumd1 det perduti. Il titolo di una potenza straniera, nel ris è poco verosim1·1e e da "The Lost n, sarebbe conve- caso il famoso Deuxième Bu- t d J nulla motivato. Le simpatie nu O a':vero a grande ro- reau francese, Inoltre egli è nutrile allora da Christopher manzo m cui Chrtstopher un degenerato, un vizioso, lsherwood per l'estrema si- Isherwood intendeva rievo– un masochista istintivamente nistra lo hanno indotto a di- care le loro tormentate esi– portato a frequentare gli am- partirsi dalla sua consueta stenze bienti più sorditi a legarsi obiettività realista, Malgrado la sua rinunzia con la feccia della società pur L'osservazione vale anche quanto ci è rimasto basta a tentando di· mantenere este- per « Goodbye to Berlin n, ritenerne in letteratura viva riormenle un aspetto ris,pel- composto di tre frammenti la memoria. Accanto al gio– tabile. di diario. d11e berlinesi ed u- vanile notevolissimo « The Disegnare un ritratto veri- no di un soggiorno estivo sul- Memoria! 1> ed all'oltremodo dico convincente di un indi- l'isola di Ruegen nel Baltico interessante « The World in viduo simile è per un narra- e di tre racconti: « Sally Bow- the_ Evening n. degli anni ma– tore una delle cosa più diffi- Ies n. « The Nowaks >>e « The tun « Goodbye to Berlin >>e ciii. Averlo riuscito in pieno Landauers >>che illustrano tre « Mr. Norris Changes Trains » è una delle prove del grande diversi aspetti della vita ber- sono finora la più sicura pro– mge_gno del romanziere di linese di allora e di cui so-. va del suo eccezionale inge- Clmstopher Isherwood. prattutto « Sally Bowles >> èlgno di narratore. Il romanzo regge fino al notevole· GIACOMO ANTO INI La raccolta dei saggi kan– tiani è la più completa che possa darsi, e presenta ms1e– me scritti già notissimi e va– rie volte tradotti, come La pace perpetua, accanto ad al– tri ancora inediti nella no– stra lingua, come l'importan– te Recensione a Herder. In appendice viene pubblicato anche un lungo saggio Sul rapporto della morale con la politica di Christian Garve, filosofo moralista tedesco di cjrca 20 anni pi& giovane di K~nl. A questo saggio, pub– bilcato nel 1788. fece riferi– mento lo stesso Kant nel vo– :ume su La pace perpetua. Era già intento del Solari in– cludere l"opera del Garve in appendice alla sua antologia kantiana: i suol discepoli han– no voluto realizzare anche questo desiderio. che dà una pnrziaie ma diretta te,;timo– nianza sull"ambiente culturale 'cdesro della seconda metà del '700. dell"epoca cioè in cui Kant maturò e produsse 'tut– 'i i suoi scritti. LUIGI QUATI'ROCCHI

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