la Fiera Letteraria - XI - n. 39 - 30 settembre 1956

Anno XI - . 39 S·ETT,J-MAN.4LE DELLE LETTERE DEf_,l',E 4RT1 E DELLE SCIENZE Domenica 30 settembre 1956 SI PllHHLI< ''-\ LA DOMENICA Oirelloa·e V IN( 'El Z(l CAHOA HELLI <)l E~TO ,'\Il MFHO L. Ml !JI H EZIONE. AMMINJSTRAZJONE: 'ROMA Vlà dJ Porta Castello 13 Telefoni: H...a,wone 655.487 - Ammini6tr 555 158 - PUBBLJCITA'· Amm!nlstr , I.A l"! EHA i,I,,T'I ~:HA Il I A V d1 Porta Castello. 13 · Roma · TAR. CornmeI'dall I,. 150 Editoria Il L 80 al mm · ABBONAMENTJ · Annuo L 2 700 Semestre L l 400 - Trimestre L 750 Estero: Annuo L 4 000 . Copia arretrata L 100 Speè:z1one ·n conto c,H, en1e pMtale (Gruppo LI) - Conto corrente postale a. 1/31426 ANNIDIFFICILI PERLALETTERATURA • "Scrittori nuovi,, di eri e dioRRi * In luogo di 1rn1·teggiare ci, occorre leslinaonia1·e al Hne di raggiungere rienza positiva in sede • coi politi– coi poeti: no' espc- artistiea. cli EL\ 1 HICO FALQIJI Fu nel 1930 con l'antologia itahiana contempora– nea di Falqui 'e Vittorini, intitolata:. Scrittori nuo1:'i (Carabba, Lanciano) che una tale des1gnaz10ne apph~ cata agli scrittori àn verso e in prosa (così a1 narraton come ai saggisti), venne rilanciata nel lmguagg10 _cri– tico corrente. Da principio, per la partico.Jare accezione con cui si volle contradd,istinguel'la da. altre precedenti magari analoghe quaJ.ifiche, risultò polemica e restrit~ tiva e provocò contrasti e reazioni, oltre che consensi e adesioni; ma in appresso, a mano a mano che quell~ «novità» s'andò diffondendo e affermando, nonche qua e là attenuando e normalizzando, _tu accettata e usata sempre più faoilmente, fino a lasciar credere che si fosse uniformata al destino di tutte le « novità » let– terarie, allorquando, col trascorre,,., del _ten:po e col gravare dell'uso, perdono rilievo e s'app1att1scono- In realtà, alla designazione di « -scnttore nuovo• è successo qualcosa di diverso: un po' per volta m~ senza arresto, seguendo il fatale corso del suo svolgersi, ha cambiato indirizzo; talchè oggi Indica in uno scrit– tore la presenza di una «novità», differente_ da qu_ella di ieri tanto da far dubitare se ancora s1 tratti dt un'autentica « novi.tà » e se, di conseguenza, la desi– gnazione continui ad essere pertinente al tipo di scrit– tore cui adesso vien riferita- Il concetto di «novità», cui a.Uora ci s'i~pirò e ci si attenne nell'ideare e attuare quell'antologia, fu ben chiarito dall'Angioletti nella p1,efazione: in termini e con accento che ben presto le fecero assumere un - valore quasi di « mani,festo •· E non ebbe nulla in co– mune né col pTogresso né con la moda: giacchè l'ade non progredisce « secondo i postulati della sci<;nz~ ~ della speculazione», né s'identiiìca con le « var1az10n_1 esterJori, puramente formald », della moda .. Risulto «novità• identiflcabi'le « jn una diversa defimz1one d1 quel che costituisce l'ossatura medesima dell'opera presa in esame, cioè dell'arte. E' nuovo <:!uel[oscrittore che s'adegua alla più moderna {che puo essere anche antichissima) concezione dell'arte»; e che, 10 questo senso operando in una « letteratura che s'era privata di og~i spirito di indipendenza•, si rivela anche dotato di « un profondo carattere rivolu;,;ionario ». Senza aver « trovato nuove forme o cantato nuovi soggetti», lo scrittore nuov_o d'allora _era «nuovo~ perchè credeva nel'l'arte, a dnfferenza dei predecessori, usi a credere in molte altre c;ise che con l'arte non avevano nul[a i,n comune. La sua « novità», pur non ricusando forme e soggetti tradizionali, escludeva og1ù deviamento « dall',idea essenziale dell'arte». Egli rn.1- rava ad essere « soprattutto artista, laddove i suoi predecessori si erano compiaciuti_ d_i essere_ "?oralisti, predicatori, estetizzanti, psicolog1st1, edo01st1, ecc.». .*. Sono constatazioni çhe torna utile ricordare, per quel tanto di correttivo e di aiuto che ne può derivare nell'incertezza e nella confusione del periodo presente. ÈNRICO FALQUI (Continua a pagina 2) G. B. AngioletU Elio Vittorlni LE PB.l1J/IE DELl,;/A LIBRERIA ·DELFINI tormentato * In « Il ricordo della Basca » si sente la ne- cessità di una ana,rchica polemica contrn il mondo o almeno contro il suo mondo. ma la sua carica si e au,risce oltre !"immediato interesse per una situazione, per uno stato d'animo, per l'assillo di un suo ricordo • di l~ERDINA..NDO ITIRDIA Gli ultimi maudits della contro ogni su a possibilità di letteratura italiana trovano r.azionalizzazione) e di un ormai uno stabile rifugio Moravia, di cui non è, prima nella narrativa: si può dire di ogni altra considerazione, anzi che da alcuni decenni, da sottovalutare il suo pas– dopo che l'ultimo maledetto saggio attraverso una fase della poesia italiana, Dino surrealistica e del quale va Campana, ebbe chiuso tra le tenuta sempre in cobsidera– mura di un manicomio, la zione quanto di romantica- sua breve ma folgorante vi- FERDINANDO VIRDIA (Cont.Jnua a pagina 2) Antonio Delfini cenda letteraria, sia proprio la narrativa a offrire il cam– po più aperto ai loro estri e alle loro leggende personali. Ci ,soccorrono i n o m i di Aniante, di Gallian, quello di Malaparte (a•lmeno per quel tanto che possa essere conva- UN ECCEZIONALE INTERPRETE DEL NOSTROTEMPO • lidata una sua leggendaria automaledizione). e su un certo piano tutto metafisico quello di Landolfi (per lo me– no sino al punto di sutura di una sua parentela con Lautrèamont), o quello su un piano filologico di Carlo Emi– lio Gadda e di Pier Paolo Pa- Addio a Berlino di lsherwood solini o quello tutto calcola- * to e riflesso nel fondo di una erudizione biblica di Carlo Levi. D'altronde infiltrazioni di maledettismo, di diaboli– smo, di fauvisme ci è dato di Rivissutoin dueromanziun movimentatoperiododellanostraEuropa • riscontrare in gran parte del nostro più vicino neoreali– smo, appunto per quel tantq di irrazionalistico che è pe– di GIA001110 A1l!T01\ 1 11\·1 netrato attraverso infatuazio- Passeggiando per le strade ni esistenzialiste e vitaliste in di Monaco di Baviera. ascol– alcuni dei suoi caratteristici tando i discorsi nelle birrerie esemplari, attraverso le 'qua- e le trattorie, percorrendo le li, se non altro, tanta parte campagne verdeggianti e se– del nuovo realismo italiano rene fra i boschi più cupì di del dopoguerra è riuscita a tono mi sono chiesto se fra differenziarsi dal naturali•smo gli scrittori inglesi di oggi ve e dal verismo degli ultimi de- ne fosse uno capace di coglie– cenni del secolo scorso e dei re nella sua essenza la Ger– primi del nostro. Così pure indagando con attenzione al di sotto delle stesse inten– zioni di un Piovene, di un Vittorini, di un Pavese, e per– sino di un Brancati (il cui razionalismo è fuori discus– sione almeno per quanto con– cerne l'adesione diretta e ri– flessa dell'autore di Don Gio– vani in Sicilia a un sistema di pensiero, ma non e.erto per quanto attiene al suo mondo più intimo e segreto alle pro– fonde lacerazioni e disinte– grazioni di cui se non altro alcune maledettissime pagine di Pao!o i! ca!do sono testi– monianze, lacerazioni e di– sintegrazioni insorgenti da contrasti profondi che agita– ervare con inesorabile pre– cisione i .fenomeni della so– cietà contemporanea la Ger– mania di allora era una terra d'elezione. Ma ahimè proprio per la ricch.ezza della mate– ria la moltitudine degli spun– ti e la varietà degli aspetti essa risultò a tutti di una quasi insuperabile difficoltà. fante in tutti i settori. I racconti e frammenti di diario di • Goodbye to Ber– lin • come il romanzo • Mr. Norri Changes Trains • sono scritti in prima persona. Il William Bradshaw che narra le avventure di Arthur Nor– ris è d'altronde un alter ego di Isherwood che in • Good– bye to Berlin • figura sotto il proprio nome. In una nota preliminare l'autore si preoc– cupa però di avvertire di una cosa che un lettore perspica– ce avrebbe potuto notare an– che da solo: malgrado l'appa– renza non vi è nei due libri alcuna intenzione -di autobio– grafia. Artisticamente il romanzo «Mr. Norris Changes Trains,, è però assieme al lungo rac– conto « Sally Bowles" il [rammento più importante del progettato "The Lost n. Arthur Norris è un personag– gio indimenticabile, uno dei GIACOMO ANTONINI UN'ECCEZIONALE E RAlJ.A PUBBLICAZIONE SCIENTIFlCA • NO\ ANT' ANNI delleggi mendelia * di BRL'-'O CALLI~RI Nel silenzioso orto del convento agostiniano di Brno, Gregorio Mendel. negli intervalli che l'insegna– mento della matematica e della storia naturale gli concedevano, coltivava piselli, fagioli, leucoje e al– levava api. L'orto dei piselli era grande: le piante, pur appartenendo tutte alla stessa specie (Pisum satl– vum) si potevano classificare in 34 varietà. che si erano mantenute costanti da molte generazioni. Mendel ne elenca i caratteri: colore e posizione dei fiori, colore e .forma dei semi, forma dei baccel– li. altezza del fusto. Poi incrocia tra loro singole varietà, e segue il comportamento dei caratteri elen– cati, per più generazioni, raccogliendo metodicamen– te, contando, catalogando centinaia di piante, migliaia di semi. Un giorno commenta un protocollo con la postil– la: « l'importanza di queste ricerche sarà riconosciuta dopo la mia morte». Un altro giorno espone al:a Società di Scienze Naturali di Brno le sue ricerche in una Memoria che rimane sepolta in quell'archivio; un altro giorno ancora i suoi monaci lo eleggono abate: e Mendel non ha più tempo di badare ai pi– selli e alle api. Le sue ricerche. iniziate nel 1857, durarono un– dici anni; nel 1865 lo condussero alla formulazione delle tre leggi fondamentali dell'eredità, sulla rigo– rosa via metodologica del suo cosiddetto « principio di isolamento». Ma fu solo nel 1900. molti anni dopo la sua morte. che il celebre botanico Hugo de Vries, autore di una nuova teoria evoluzionistica. quella mutazionista. ritrovò le Memorie di Mendel e le fece largamente conoscere. Da allora ogni libro sul.Ja eredità biologica. ogni trattato sulla eredità, normale e patologica, consacra a Mendel e alle sue leggi lunghi capitoli; il mende– lismo è divenuto cardine della genetica. E' importante ricordare che le leggi mendeliane sono leggi dedotte statisticamente. ,·erificabili solo rn grande scala, e riguardanti J comportamento dei caratteri elementari. Per i caratteri complessi la pre– visione dei risultati degli incroci è sempre possibile, sia ,pure con calcoli complessi, ed è largamente ap– plicata in agricoltura e in zootecnica. La selezione dei cereali, degli ortaggi. delle pian– te ornamentali. degli animali domestici. dei bachi da seta, già largamente pra icata su basi empiriche, a scopo utilitario, alla fine del secolo scorso. prese nuovo vigore quando si diffuse la conoscenza delle leggi mendeliane: appositi istituti. stazioni speri– mentali, agrarie e zoologiche, proseguirono continui miglioramenti delle razze .da allevamento e da cul– tura. e ne diffusero i risultati, con \·antaggio eco– nomico generale. Senza poter ora esporre la geniale dottrina men– deliana nei suoi particolari, dobbiamo però adire a una valutazione che, a nostro parere. ha valore di fatto: l'ipotesi della purezza dei gameti (o disgiun– zione dei caratteri ereditari) costituisce veramente la più grande intuizione di Mendel; è su di essa. infatti. che si è costruito tutto l'edificio della moderna gene– tica; grazie a questa ipotesi lo studio della eredità è pas ato da empirismo a scienza. L'ipotesi della purezza dei gameti, sostenuta da numerosissilne ossen·azioni, ha avuto piena confer– BRt;JI.O CALLIER1 (Continua a pagina 2) L-------------------------------------.....;. vano l'uomo nel suo intimo (Continua a pagina 5) li., Sl'O 1Jl..,Tli110 .l.,IBRO :llS_CIRÀ POST1J11JO * I PliNSIERI E LE ORE • La morte di Hans Carossa ge11,ui11,ci, ca11,didci ve,ia poetic,i È ancor'oggi in preparazione la stampa det.-suoultimo,lavoro:«Il vecchio Prestidigitatore» * I La serie dolorosa dei ne– erologi di se ritto ri tedeschi continua. I! 12 settembre. nel!a sua dimora presso Pas– savia è morto Hans Carossa. Era 1;ato a Bad Toelz, in Ba– viera, nel dicembre de! 1878. Chi scrive lo aveva perso– nalmente conosciuto. Carossa veniva ogni tanto in Italia, come, del resto ab immemo– rabili, tutti i Letterati ed in– te!lettuali tedeschi. Vi era stato anche due volte ufficia 1- men te: ne! 1939 per ricevere a Sanremo un premio Lette– rario, e poi nel maggio 1941, invitato da!!'Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma, diretto a!lora daU'indimenti– cabile Gabetti. Carossa disse alcune sue liriche e conversò _poi Lungamente con noi, di letteratura e di poesia e cm– cara ci suona all'orecchio queUa sua voce dolce, calma un tantino velata. Ancora ri– cordiamo quel sorriso un po' melanconico che sempre g!i errava sulle labbra e dava luce ai suo viso aperto, no– bilissimo. * cli UARLO sempre neUe due province de!l'Alta e Bassa Baviera. tra Monaco, Landshut e Passavia, sul basso corso de!l'lnn che si affretta a metter foce nel Danubio. Per tutta la vita aveva re– spirato aria cH poesia, crean– do senza sosta. se pur con una certa lentezw; più che PICCHIO fecondo era sfato costante. Oggi ancora è in preparazio– ne La stampa del suo ultimo Lavoro che uscirà, purtroppo, postumo: « Der a!te Taschens– pie!er • (Il vecchio Prestidi– gitatore). Ad un a!tro mondo. o!tre quello delle Lettere, era sem– pre stato fedele: a! mondo di LLIGI BA..Rrl 1 0Ll1'"I Christophcr Jshcrwood Di rado ho conosciuto, ca- desimamente sarebbe da con- sorride considerando che U ro Pe!legritto Pipe•rno Tosca- siderarsi poeta, giacchè si mondo umano è com'è - nel– delle sofferenze più acttte e man_ia _dell'ultimo dopoguerra Ed Isherwood Slesso che di no, uomini leali, onesti, ge- comporta da poeta in wtte le La sua volgarità - un impa– sensibiti, nel quale eg!i, come e d 1 ntrarla con tanta effi- tutti è il più raggiunto non è nerosi., ìnrelligenti, quanto me azioni. Invece, caro Pel- sto di ipocrisia. C'è una poe– medico operò sempre si pttò caci~ e vensinughanza quanto pienamente riuscito nel suo Lei: del!a, cui amicizia, dun- legri110, esistono poeti uffi.- sia, di Pellegrino, che s'inti– dire fi.;, 0 a!lc, morte.' esercì- Chn~toph~r !shei:w?.od . una intento. Infatti il gra nd e ro- que, sono veramente Heto. cia!i, poeti di mestiere che, to!a « Le libbertà • lando la professione che ave- ventina danni [a e 11usc_1loa manzo • The Lost • da lui Lei contempera le due atti- ne!la pratica del.la lo-ro esi- . . . va appresa dal padre. fare per la_ Berlino degli an- allora sognato come il suo ca- vità che possono rendere la srenza, si comportano tt,tt'al- Tu set ltbbero a scrive. Carossa è H secondo nie- n1 convulsi che precedettero polavoro non è mai stato creatttra umana felice: que!- tro che al modo, ad esem- [anche in politica, 1mmed1atamenle l'avvento d1 compiuto. Quale sia stato 11 !a deL!o esercizio d'un one- pio, d'un Ludovico Ariosto, Come vedi ·sto monna. da CARLO PICCHIO Hitler al potere. Probabil- disegno dell'opera non si è sto commercio -- di rendi- ma si comportano da freddi [che aspetto. (Continua a pagina 2 > mente anche se uno dei gio- mai saputo nè con esattezza mento variabi!e a secondo calcolatori. diplomaticamente E ognuno la po' fa', la propia vani lo avesse tentato o vo- perchè ad un certo momento deg!i umori de! vasto ocea- furbissimi cosi quanto sono [critica. lesse tentarlo reggerebbe dif- Christopher Isherwood vi ab- no delle pratiche attivitd poveri di vena. Ché oggi nun se manna più ficilmenle nei risultati il con- bia rinuncialo. umane - e, !"altra, del c11!- Invece, in Lei, la vena ab- [ar muretto. franto coll'autore di «GoodbJe 11 vasto ed importante libro to de!lc_i divina f'.oesia. Non bonda simile a que!la d~l ru- E come te diverti co' 'sto to Berlin • e « Mr. Norris vive soltanto in alcuni fram- che 1:-,e, non abbia trascors? sceUo che sgorga da!I aspra [fatto: Changes Trains •. menti. cioè in due volumi che dolon e fi.nanco pe:rsecuz10m 1 montagna. e ~/te, scosce_nden~ Che seconno l'idea che va, a Durante anni abitando a da esso sono nati, che non ma Le1 deve con?derare . se d? fra d1rupi, _seh;e _dt p1m. [chi scriYe, Berlino e girovagando per la possono purtroppo sostituirlo, una perso_na fel!ce. Felice dt querce, macigni gmnge a Ognuno fa passa' l'antro pe' Germania Christopher r her- ma che rimangono in narra- come 10 stesso I ho vedttro val!_e pago del ,51to canto.. [matto, wood, proclamato da W. H. t·va le migliori testimonianze tante vo!te ne!la sua v_1Ua, rn S1. tratta d _tma gem~rna E lui, co ì facenno, tira a d l - 1 · 1 • . . • Sabrna, a San Valentino. candida vena dt poeta, giac- [ · Au en. al ora 1 mae tra l'I- di quel movimentato perwdo. L'ho veduto intento ed at- chè io so che Lei scrive !e vive. conosciuto ,·odne,ai nzgi_eio 1 _evanid. 1 il « Goodbye lo Berlm » e • Mr. tento virgi!idno, cttrare la sue poesie per « t-ras-porto li- Mondo dunque, secondo maggior e la rorr1s Changes Trams • (The · f • , d. fì · · d' · . l d ! · nuova generazione, lavorò ad Hogarth Press ed. London). prnn ag10!1e t on ntn e 1 neon. esse _e provengono a PeUegr1110,(ma anche secon- 1 un grande romanzo in cui , . . . . 1 d I piante dt melo e d• pesco. cuore, e Le, non sembra che do Orazio Fiacco e la sua sotto il titolo « The Lost. L ~_utore 51 e set vido. e m_a- L'ho veduto . recare, _da. Ro- stenti affatto nel dar loro, epistola antistoica o stoica co– . te, iale raccolto e 111 patte ma gwcatto!t at suoi nepo- spessissimo la forma perfet- me dissettandola meglio uno ayrebbe _ voluto nfle:tern la già elaborato per il vasto ro- tinl. E quale p<tdre è più af- ta de! soneÌto e deU'ottava. s'accorge clie è) che non è vi_ta tot mentat~, vriopctnf 1 3 • manzo e lo ha sotto altra fettuoso di Lei verso le sue Viceversa non sono poesie se non una gabbia di matti; bizzarra,_ para 0 ~~• e e a f~rma pubblicalo nel vol~me due figliuole? Quale marito che non tro'vino una loro ra- senza un disegno anticipato o Ger'.~an_i_a del_ P 1_ 1mo _dopo- d1 ra_ccont1 e ~el 1:omanzo 1111- migliore ad una consorte do- gione d'essere in uno spirito posticipato, mentre si va !un- g~e11.•. 11c_cadt f~ll'.'enti nuo- per01ato sull eqwvoca figur~ tata anch'ella del dono della profondamente educato al!~ go la strada dell'umana esi– vi, di. aspirazioni più O meno d_1Arthur No_rns. Ed egli e poetica inteUigenza? cogitazioni d'tt11a notevole fi.- ste1iìa. Gabbia entro la qua– C?nsc1e e maturate verso un nusc1to pure IO questo modo Ecco, caro Pellegrino. per- losofia, giacché Lei, caro Pel- le ci troviamo; mentre il Fa– r~n~ovamento totale della so- a. fissare alcun_, _degb asp~tti eh.è, dunque. Le sono affe- legrino. è filosofo nato. Lei to, a noi preesistente, ci tra– c1eta, delle forme d! v1la e più _caratterist1c1_ dt Berlino zionato amico. Ma o,·a voglio è tt11 meditatore dei fatti scina da un i.gnoto al!'altro. delle forme d1 creazione ar- negli an01 IO cui essa alme- par!a:re dei suoi meriti di umani, appassionatissimo. Altre volte invece i! Poeta tistica in tutti i selt<?ri. no come capi~ale a_rtistica poeta. Ne vogliamo, intanto, dare si compiace nel ra~mentare Per un artista sens1b1le. per tendeva a so t1tuire m Eu- Anche se Lei non avesse la prova ai lettori? Del suo i suoi giovanili trascorsi di Era d'origine italicma, come lo denunziava i! suo cognome. Un suo avo aveva emigrato. ne! Settecento, da Verona in Baviera, dove i Carossa erano diventati tedeschi, trasferen– dosi di città in città, quasi Una visita di Hans Carossa " Roma un narratore portato ad os- ropa Parigi fino allora trion- mai scritto un solo verso, me spirito alla Democrito che « fi.umarolo »: giovanili per •

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