la Fiera Letteraria - XI - n. 38 - 23 settembre 1956

Pag. 6 LA FIERA LETTERARTA Domenica 23 settembre 1956 La ma~ia del Muottas Mura~l INCONTRIE SCONTRI * La critic (Continua da pag, J) delle valanghe e delle sciagure: sembra– ,·a di essere ritornati al tempo dì guerra, e le spedizioni di soccorso potevano be– nissimo essere scambiate per nuove di– visioni di rinforzo, suddivise in plotoni scaglionati verso ogni zona montuosa abi– tata da uomini inermi, da salvare a ogni c6sto da un assedio fatale. Ma come era possibile che il mondo fosse ormai di quei due soli colori neutri: bianco e gri– gio, che la notte eguagliava in Ltn buio lattescente, con striature più intense al magnesio? « Qui siamo al sicuro», disse l'erbori– sta inglese, rompendo il silenzio che si era stratificato come altrettanta neve. « Abbiamo carbone per il riscaldamento e provviste di riserva per tre mesi. Il barman ha la cantina colma di bottiglie di marca. Questo ci farà meno tristi. Poi– chè, mio caro Giovanni, è inutile dirle che le sarà difficile tentare il ritorno. O~mai è fatto: anche noi siamo prigio· nien della neve. A me è capitato altre volte e, come vedete, me la sono sempre cavata». « E' noioso non ricevere posta », si la– mentò Joseline. « S'innamori di qualcuno dei presen– ti », su.ggeri Sylvia senza perfidia; e Co– rinne rise, con indulgenza per l'amica. « E di chi, se è lecito?», accettò Jose– Jine. « Ecco pronto un bel gioco», interven– ne Irene. « Avrei dovuto pensarci io, in verità, in qualità di ospite padrona. Ognuno scelga l'altra mezza mela e ne scriva il nome su un biglietto, subito, sen· za sta«:i a pensare troppo. Vedremo chi sarà escluso e chi, al contrario, troppo fortunato. Poi bruceremo i biglietti. Per non lasciare alcuna traccia scritta della nostra preferenza, che potrebbe essere benissimo una debolezza ». « Guardatevene bene», insorse Sylvia. « Potrebbe non essere un gioco. E perchè scoprirsi, senza nemmeno la speranza di essere corrisposti? Non si scherza con l'amore: l'amore tende trappole più insi– diose della neve». « Ma eccita, riscalda», perorò Joseline, accarezzandosi il busto modellato dal maglione nero. « A letto! », minacciò l'erborista. « O se proprio non è possibile. mettiti al pia– no e suonaci qualchecosa di dolce, in modo da farci crepare il cuore, o da in– durci al sonno. Ne avremo bisogno». Cl penserà il barman, più tardi. Se bal– lassimo. intanto? », propose Sylvia. Ma nessuno si alzò in piedi, nemmeno Sylvia. Sprofondati nelle poltrone, in ascolto dei rumori esterni, del sibilo del vento o del tralucere fioco di una torcia alimentat~ dall'aria stessa che si stampava sui vetri delle finestre. sebbene ardesse a una cer– ta distanza, sulla strada o sul fondo va Ile « C'è qualcuno che gira a quest'ora, no– nostante l'uragano? n. « C'è sempre qualcuno che è costretto a fa1•lo », rispose Irene. « Altrimenti la sorgente di vita si essiccherebbe. E poi nevica soltanto da qualche ora. E la notte non è ancora fonda ». « Non ci resta che cominciare a bere n, concluse Sylvia, con simulato disgusto. « E sarà una vera condanna, poichè di– fettiamo di cavalieri », sospirò. « E con un solo italiano - pet~ di più sposato e che anela al ritorno in Patria - le ga– lanterie non si sprecheranno "· « Tra poco verrà il dottore con le fi. glie n, insinuò Irene. « Speriamo che trovi il toccasana per suo marito: la cui presenza è ormai in– dispensabile per tranquillizzare Giovan– ni. Sa che lui continuà' a dubitare della esistenza del signor ArnoH? n. « Che caro», s'intromise Jo eline. « E' un modo davvero gentile e rispettoso di farle la corte, signora n. Irene rise, e arrossi violentemente. per negare: « Giovanni ha fatto la sua scelta. in attesa di scoprire chi è la pattinatrice dai capelli d'oro ... n. « Non rossi? n, interruppe l'attrice con leziosaggine. « Ho detto biondi, madame. E stia atten– ta a Corinne: le graffierà gli occhi. E' sua amica. se non sbaglio,,. « Amicizia di un tempo remoto. Ora è diverso. Ora siamo prigionieri sopra un i.ceberg: e lotteremo per il possesso dell'unico uomo». « Ci sono i tre svedesi. i tre francesi della vostra banda ». « Gustavo è con sua moglie Pierrette; Charles è con sua moglie Claudine, e Paul è a disposizione dell'erborista ingle– se: hanno gli stessi gusti e la stessa età. se non erro ». « A proposito, dove sono? n. « Nelle loro camere: a sbadigliare. Tra poco si arrenderanno all'insonnia, e li troveremo nel bar. brilli, perchè in ca– mera erano alle prese con boccali di vi– no caldo alla cannella n. « Da noi, ça va. sans dire. questo signifi– cherebbe far bollire le erbe. anzi le dro– ghe, secondb la fantasia di un certo gior– nalista, che sembra essere simile a Cira– no di Bergerac negli Stati della Luna. Noi lo abbiamo subito ritenuto uomo cotne noi; jnvece lui, al contrario, non Riviste italiane Su Pa,pini Noè commemorazione, nè ami. chevole rie•ocazione e nemme– no severo giudizio dall'alto di una cattedra, lo scritto di don GiuS'eppe De Luca in morte di Giovamù Papini (apparso sulla • Nuova Antologia•, fase. 1868, agosto 1956) è una testi:no:1ian– z.aza di prim'ord:ne, e, per dir– la sbrigativamente il migliore scritto apparso su\io scrittore toscano. La prosa di don De Luca, µrosa d 1 impianto ottocentesco1 per scelta deliberata, direi, e nutrita della sua sensib!Jità di uomo modernissimo, quella prosa agile e variata che sa farsi solenne e commossa senza dover salire o scendere nem– meno uno scalino, che appare come uno strumento d'eccezio, ne in mano d'una personalità d'eccezione; una prosa come oggi è raro, quasi direi impo~– sib:le trovare, e che, sempre di– gnitosa e espressiva, in cer~i mornenti sa assumere una dr gnità ed una finezza incompa– rabili: questa prosa, dunque, nello scritto su Papini splende dentro e fuori, come il corpic• ciolo delle lucciole, è var:ega• ta vibrante. profonda; agitata e 'sospinta da complessi senti menti che sempre trovano la loro espre sione migliore: il ri– tratto di Papini, che essa ci dà, inquadrato nelle mille corrent: letterarie e di pensiero del No– vecento, traccia di l\,li quasi un'immagine nuova e per molti che, come me, lo hanno oono• sci!ilto soltanto di riflesso e alla lontana, davvero rivelatrice. * niano e femineo di Barrès. Su un saggio di Gide nel 1911 ri– lesse Dostoievslti. Di contro a ispanismi e grecismi nostran.i pl'edilesse Unamuno professo– re di greco e dilaniato cristia– no. Non scomodiamo per un dovuto ri,guairdo. Dostoiev,;ki, Niet.zsche. e altri suoi santi maggiori; non diciamo nulla di Rimbaud e VeuiJlot, Carlyle e Bloy. , « Il suo stesso cristianesimo e cristianesimo cattolico porta la data non dà questa guerra, bensì di quell'altra; e vent'an– ni, nella vd.ta di un uomo, co– stituiscono un anticipo d'una certa entità "· uscita la rivista mensile I! com– mentario, giunta al quarto nu– mero. Dal primo numero segnalia– mo « Situazione spirituale del teatro contemporaneo», di Sil– vio D'Amico. L'illusi-re critico scomparso cosi conclude la sua analisi: « E' evidente l'esistenza e la sempre più larga diffusione. dunque, di un teatro ispirato ad alti principii. un teatro che torna alle origini. riacquistan– do la sua !funzione fondamen– tale, quella di essere il porta– tore di un messag,g:!o. il mes– saggio che può avvicinare l'uo– mo a Dio. ...Il teatro di oggi è orien– tato su questi nuovi schemi. L'uomo ha bisogno di c~rtez– za. ha sete di conoscere la po– sizione dell'anima umana di Cronte all'Eterno, di fronte al suo Dio. Questo il Teatro spi– rituale. che va sempre più im– ponendosi. Ca con slancio, con vil!l>re. soprattutto con fede»· Del n. 2 notiamo «L'unità modale dell'Europa •. di Giu– seppe Pella; e del n. 3-4 « Re– ligiosità di Flora">, di Fran– cesco Casnati. i\1. P. sa rassegnarsi ad accettarci per prossimo cristiano. Per farlo, aspetta l'a1Tivo dei camosc1. Solo allora crederà alla nostra pietà per gli animali, alla tregua ché ogni anno rispettiamo per soccorrerli da1- J'inc!emenza della stagione», disse Irene tutto d'un fiato, quasi per tema d1 essere interrotta da qualche incidente o circo· stanza a lei sfavorevole. Perchè Giovanni pensò a Sodoma e Gomorra? Non per superstizione o per terrore religioso: ci pensò naturalmente, a causa del buio della notte, delle noti• zie di morte che la radio non si stancava di trasmettere, tra una musica di concer– to e quella di un ballabile alla moda. un aiornosu dieci « Cirano nella luna, come ognuno sa, venne scambiato lui per una specie di animale. una specie di struzzo, e un uc– cellatore ricevette l'ordine di ingabbiar– lo per divertire la Regina nella cui corte era custodito un altro essere più o meno simile a lui. In quanto alle vostre erbe, che male c·e a discendere dagli etru chi? Ognuno e figlio delle proprie opere. Ebbene, di voi si dirà che siete figli delle vostre magìe. E non è una magìa questa, di starcene al sicuro nel campo franco della vallata, mentre ovunque all'intorno è distruzio– ne e morte? Voi avete scorto lumi di torce vaganti. Chi li regge? E come resistono alla neve?)). « Sono torce a vento .. o lanterne: ecco chiarito il mistero"• commentò Irene. « Lei lo dice. E' l'unica testimone. lei. Come per i camosci che si abbeverano alla fontana della piazza, sol.lo l'occh10 dei bambini ». « Le fotografie, per lei. non sono prove ... n. « Avete anche fotografie di torce e lan– tetne'? >). « A che servirebbero? Abbiamo torce e lanterne nel nostro magazzino. noi come gli altri abitanti della vallata. Non ca– pita spesso, ma la corrente elettrica a volte manca. Accendiamo le nostre torce. allora, pecie a Carnevale. per illuminare i cortei delle maschere, durante il per– corso di villaggio in villaggio o di casa' in casa. Fa spettacolo. e ci pare cosi di (are un bel salto indietro nel tempo». « Un salto indietro di duemilacinquP· cento anni, per un rito ben più antico. all'insegna del caprone lascivo ... "· « Come sono colti, ma litigano sul .e– rio », s'intromise Joseline. fingendo un raccapriccio esagerato. Del resto. que ti discorsi erano alquan– to strani per una veglia che avrebbe do– vuto nascere sotto il segno dell'allegria o almeno della confidenza. E Col'inne di rinforzo: « Con le storie delle vostre magie. l'In– sonnia è un guadagno sicuro. Parliamo invece del prossimo carnevale. In gene– rale è bel tempo. tra i monti. Se ne uno di noi parte. potremo or1?anizzare. anche noi forestieri. il nostro corteo». Essi stessi, i prigionieri della neve, ascoltavano le ferali notizie, come se niente di quanto avveniva li riguardasse nè da lontano nè da vicino: e il bello er~ che spesso i luoghi citati distavano sol– tanto pochi chilometri in linea d'aria: la morte aleggiava, dunque, all'intorno, co– me un nibbio i cui cerchi si restringes– sero fatalmente sempre di più su un cen· tra abitalo che la radio evitava con cura di nominare. per scaramanzia, n1a che essi indovinavano bene. ripetendosi In cuore il nome del grosso villaggio che li ospitava, quasi per una invocazione. Sempre, al nome del villaggio, facevano seguire, in segreto, quello di Dio. E che offrivano in cambio. a Dio. quale patto di sottomissione o promessa di rinunzie, sacrifizi, carità? Giochi galanti di società, e cortei car– nevaleschi, balli e sbornie collettive, con il sangue eccitato dall'alcool. dai sughi. dal calore e dalla lussuria che strisciava intorno ai loro corpi. senza rabbrividire. o essere atterriti dalla loro empietà. E lui. Giovanni, ipocrita come gli altri, , più degli altri. non si stancava di reci– tare frammenti di preghiere con le stP.>• se labbra avvezze al madrigale e alla ironia, inframmezzando le invocazioni a Dio con i complimenti e la lascivia dei gesti e degli sguardi. Che cosa cercava in quel deserto? E che cosa era venuto a scoprire tra radici, minerali e magie? Quale oscuro messaggio di vita o di mor– te avrebbe carpito ai boati delle valan– ghe che precipitavano dalle cime del Muoltas Muragl? Disse. senza quasi riflettere: « Sarà meglio prepararci l'animo alla morte n. Si sentì guardato come un lebbroso; e allora gli convenne rinnegare !] proprio terrore e la propria speranza: rise per primo. con un riso che niente avrebbe potuto trasformare in un ingulto o in un gemito. Nessuno. tuttavia. fece coro a quel riso: c'era un che di sinistro in quel modo di ridere, un sottinteso che diffondeva un orgasmo, o almeno un dubbioso interro– gativo sull'immagine grottesca di Sodo– ma e Gomorra. Nè mancava il fuoco na– scosto del vulcano. che un tempo aveva fiammeggiato nelle visceri del Muottas Muragl, ad autenticare la suggestione del R. i\l, DE ANGELIS I r- TI ( ' ., ( Biblioteca * V'è una • Collana di lettera- &li due ep1sod1 il valore di tura contemporanea• intitola- « casi esemplari• ad uso pa– ta alle • Opere e i giorni • triottico. e ai racconti infine per le stampe degli Editori il valore di un'ingenua pero– Riuniti i cui volumi recano razione propagandistica. Le in genere prove conlempora- direttive di partito rivelano nee di quel •realismo• mar- chiaramente il Clo Sciu-li uno xista che i teorici dal Cerni- scrupoloso esecutore: non seevskij al Lukàcs e gli stessi sprovveduto. ma · con troppa .Marx ed Engels son venuti disinvoltura e improvvisazio– lungamente auspicando, !or- ne partigiano, per poter acqui– nendone un disegno estetico i::ire un durevole risultato Iet– oiuttosto equivoco ma indub- terario. biamente conseguente con i Sostanzialmrnte diverso è il presupposti teoretici del mate- romanzo • li cammino della rialismo dialettico. speranza• di Jurge Amado. Da tempo andiamo segna- uno dei più eminenti e forse Jando taluni radicali errori il massimo scrittore brasilia– del realismo marxista. in di- no contemporaneo. un narra– te a di certi principi fermi tare non alieno dal più crudo conquistati con un travaglio realismo. ma insieme autent.i– critico di secoli e che rite- co poeta della • realtà•. Non nial'no non si possano distrug-, si può dir~ che _in questo ro– gere con un tratto di penna. I manzo egli raggiunga le alte 1n nome d'una conclamata tonalità- umane e poetiche ~ istanza sociale per sé saluta- I~ resa artistica di opere come Suite buone mtenz!oni d, eraldo Miscia, uomo di lette– re serio e preparato, ~ceso in campo cot cipiglio deU'arme a rivendicare i diritti d•!le pa– trie lettere contro t'incuranza delta stampa quotidiana , .,et_ t.entrion.ale (vedi il suo pezzo allarmatitsimo ... La critica -u.n giorno su dt,,ci » in .. Fier" , ... t_ teraria • del 12 - 8 - '56) io non disctLto. Tutto ,'\nmmalo. andrei co11tro la rcaltti delle cose e contro il mio interesse. Ma se permetti qua!clte os– servazianceUa marginale. nit sembra doveroso farla per ri– spettare anzitutto !'obiettività. che neL suo articolo è talora offesa. Come mettere. nri ".~empio, sullo stesso niano .... [l Tenipo mv.strato. di Arturo Tofanelli e la ~ Settimana In– com • di Malgeri, quando il primo oltre alle nor1na.U Te– cension, di De Robertis, pub– hlica recensioni d'una pagina intera sui Ubri. dd giorno. in– terviste. incontri (per clue an– ni ha da.to la. copertina a Pit– tori e scrittori. co1ne se si fos– <i:e trattato di dive del cine– ma)? Questo. s'intende. senza. of– fendere it mio buon amico Vi– cari. che setti1nanaLmente par– la con acutezza di poeti P nar _ ratori, ma solo per ringTaziare TofaneUi de! modo come - ser– ve la Letteratttra ». In secondo !uogo perchè sal– tare .... Settirno Giorno .., diretto da 1111 uomo culturalmente im– pegnato come Guido Rocca. dove Giuliano Gramigna (uno dei nostri critici più acuti) scrive di letteratura una pagi– na intera: con relativa fotq de!!'a1,tore? Il Convuano di Canazei re. ma che decade sovente a « Jubiabà •, ma e sempre un mera istanza politica nella sua risultato d alto livello. Si più immediata e perciò cadu- tratta d 1 una storia di estrema ca accezione l'istanza ast;ur- miseria. di dolore e di morlE' <la d'un'apol~getica di partito. nelle regioni brasiliane, dove Ad esempio i due brevi rac- pochi uomini detentori dellP conti cinesi intitolati , La ricchezze del paese dispongo– contrada dei frassini• di Ciao no a loro piacimento del de– Sciu-li ci lasciano perplessi stino dei loro simili. Le va– E infine co1ne può scrivere .... più. ciisperata è la situaziont' del ~ Resto del Carlino •. dove le note specie di letteratura conte1nporanea. compaiono con 1?stre1na ;,arsl'tnonia.. e quasi mai attingono !'onore de!t'e!.-– zeviro?,,, Ma se non c'è libro r.h.e il buon G;,in,.,;no za,,.,t1l1i n.on recensisca. E gli. elzeviri di Valgimipli P Lua1i. i rnrr ...~,•: o le pros,, ~i Prp-i.~P. DP"'<!Ì Cirr')_ gnani. Lisi, M eoni e via di se– guito. gli orticoli di Giorgio Granata. di Giulio Cattaneo. lp mie cinque - lette re dalla ca– pitale •. dove parlo sempre di scrittori e di letteratura, rosa sono? Ma se in virtù della .., conni– venza • dt Spadolini. ar.ivo a parlare e ad inviare per tele– scrivente come noi.i.zia di gran_ de interesse. la cronaca dei dt– dibattiti e dette conferenze r.hP avvengono a Roma durante il giorno. oppu.Te a seri.vere bf'n tre volte su un premio lettera– rio come !o Strega, (Continua da pag. 4) I ormai dalla Lragedia. i giovani possono oggi o domani, dare no mi.nima1nente ... 'impegno stl~ ciò che non hanno ancor dato: listico e !orma li?. , e il poeta «nuovo» può pur concordi. Ma su un altro pun. proprio µerch.é costituiscono l'ie lappe della 1·edenzionP to infine li Convegno conse- elementi probanti di que ta contadina del Sertao del Nord· guì uJ1a vera UJ1a11itn1tà 1 e su specie d'arte «realistica». Non est. ~:n~esentate attr~verso I~ questo punto anche le estreme è la loro manifesta intonazio- descrmone . dell~ vicende d1 e opposte tendenze « ide-0.logl- ne «popolare•· l'adozione da una famtglla d1 poven con– che~ poterono iedalmenlt con- pal'le del narratore del di- ladini costretta a soffrire, a giungersi: in un largo a!flato di messo e disadorno linguag- disperdersi e a !are tutti i umanità. in w1 sentimento dj e:io del contadino cinese, che mestieri, fino alla rivoluzion~ «integrità» umana. sia pur va- desta sospetto: esso ha pari comunista del 1935 che. anche ri,imente il1tesa .. che tutti rJ- possibilità di e,,pressione come se repressa, « segnò per il c<;mobbero P<ccuhare d<tl,l'uomo qualunque altro linguaggio lei- paese l'inizio del cammino d1 ogg1. Il nchiamo ali umano terada. E qui In particolare della speranza•: • i germogli non_ cadd~ nel vuot<?, perch~ rivela nella sua immediatez- del dolore e della rivolta ere– tutti sentirono che 1 u_omo di za e nativa coloritura. una scevano in quella ma sa rossa c,~gt . a~verle la vacwtà e i singolare rapidlt' e perspicui- di sangue e di fame: era ar– ~~s~hÌ,~tf:a r~o'"t~!~t;t~;:m~io::, là. 1?iremo anz! ~h~. i due rac- riv~to i! tempo del raccolto• In conclusione non mi resto che raccomandare a Miscia u.na lettura più attenta de! • Resto de! Carlino"· percltè sono si– curo eh.e finirà col darmi ra- gione. Fra l'altro la mia vuole es– se re un a Tac com andazione af– fettuosa, senza astio polemico, atuzsi un uretesto per saluff1rlo Concludendo, cl s1 è trovati emergere tra essi. E' intanto da d'ac~ordo nel co11stHLdre c~t.?le j riconoscere che finchè vi sono teoriche non fanno poesia. e giovani poeti (e ve ne sono che il poeta in quanto • arte- indubbiamente) la poesia è an– Cice » è uno e soh). Que.'Ja cora vitale; si deve prender •coralità,, di voci poetiche che I alto che molti giovani lavorano insistentemente si suol regi-, seriamente e sentono con dJ. strare nell'ultima stagione poe· I gnità il proprio impegno ~, lica, è più apparente che rea- poeti: occorre perciò disporsi le: vi sono molti mediocri poeti nei loro confronti con animo (diremo anche che si sono trop- non prevenuto e ostlnatamente po verseggiatori) ma la medio- chiuso. Oltre le catalogazioni crità dei molti non è l'Psatto convenzionall bisogna guarda– equivalente dell'anonimiià. Se re unicamente al lavoro com– si prestasse maggior attenzio- piuto giudicarlo sul piano ne alle sil1gole voci più si~ni- della resa poetica: occorre ficatlve. ci si avvedrebbe che guardare con larghezza, dispo– ciascuna ha un suo Umbro pro• sti cioè a percepire nei ten– prio non confondibile. Ma ~o- tativi dei l(iovani di domina– prattutto è doveroso far ere- re ed esprilnere poeticamen– dito ai giovani poeti della lo te nuovi contenuti e di ac– ro stessa giovinezza. Poeta tj quist-are alla poesia forme più nasce. artista si diventa Oc-! aperte e la,gamenle comu– corre che l'artista. e l'uomo' nicative, tentativi che non di nell'artista, maturi nella pena I rado varcano il limite della e neJJ'assidua fatica, perchè ua pura sperimentazione sulla li– poeta emerga dalla mediocrità., nea d'un valido e_durevo_le ar.– Una guerra atroce ha sconvol- quist-o. di percepire e ncono– to la nostra vita. ponendo in scere in essi il lievito vitale ulteriore crisi ledi sentimenti del nuovo. I giovani poeti valori tradizionalmente acqui- hanno in sostanza bIBogno di siti, sicchè i giovani poeti han- fiducia: e qualcuno certo non no stentalo à ritrovarsi: e ,a tradirà l'attesa. Gli intervenu– poesia, si sa. non nasce dalle ti al Convegno hanno più e nebbie d'una coscienza oscura- più volte espresso questo con– ta ma da una coscienza che è vinci1rtetl lo. e crediamo che o tende a !arsi chiara. Lontani tutti su questo l)Unto !assero oe. evasione» sono espressione conti t!·~vano Ln cto una loro scrive 1 autore. d'un'epoca tramontata, che p_lauslb1l1tà, n~lla_ perfelt?. fu- Anche q11i i motivi corren– l'uomo d'oggi tende a ricono- s10ne - e qumd, _necessita - li d'una certa idenlif\cabilis· scersi negli altri. simile agh t~a modo d'esp_ress1bn_ee «real- sima propaganda ideologica si altri. tende ad aprirsi da una ta»: una realta che mvero ha fanno a tratti troppo manlfe– angusta visione solipsistica ad tutta la freschezza incorrotta sti. ma in sostanza il raccon– un·esperienza « totàle » deùa dell'anima popolare. Ma l'aver to non viene a scapitare. E' vita e del mondo. a conseg-uire assunto semplicisticamente il tale l'empito umano. schietto quell'interezza d'esistenza m punto di vista del popolo in e generoso. del narratore. t cui l'io guadagni la sua pie- lotta nella Cina comunista. ~oprattutto cosi autentico e in– nezza umalla. E questo ci sem- per l'applicazione della rifor- timo il suo dono nativo d1 bra uno dei migliori acquisti ma agraria. contro l'astuta e canto (forse anche troppo del Convegno. tanto più in gretta difesa dei_ ricchi_ pro- esuberante la sua grand~ im· quanto (piuttosto raro. credia- P~letar_l .superstit1. e dt due maginazione). che il raccon– mo) questo sentiment-0 si tra- g1ova111 m lotta aperta per la 10. improntato questa volta ,, dusse tangibilmente ir. una apphcaz,~ne della l_egge ~ul una coralità che però non è schietta simpatia umana, che matnmon10. contro I preg1u- monocorde uniformità. ne ri· al di là e al di sopra degli at- dir.i e l'egoismo dei genitori. suita fortemente dinamizzalo teggiamenti polemici, valse nell'inevitabile trionfo degli e drammRtizzato. raggiungen– sempre ad avvlcmi.re, nel vivo oppressi - dei •buoni• - di do pure. in virtù d'una ecce– contatto personale individui di cui il comunismo ha assunto zionale capacità di rappre– Cormazione e posizioni anche la difesa. nel trionfo dunque sentazione, l'inten ità e il re- (Sembro impossibile. ma Roma è peggio di un desrrto: non ci ~i inrontra ·mai). G. A. CIBOTTO Libri ricevuti CARLO PROSERPJ: ldtll,. Foesr, - e La Prora "• Milano, pagg. 62; L. 1.000. FLORO DI ZENZO: Le parole sono lOCTime. Liriche - Co11a– na di Misura. pagg. 88: L. 800. MARIO FERRARA: La Cost,tu– ztone ftali«na - Edizioni RAI. Radiotelevisione Italiana. p,g1- ne 108: L. 200 AUTORI VARI: Vtte dt penS'1lort - Edizioni RAI. Radiotelevi– sione Italiana. pagg, 94: L. 150. AUTORJ VARI: Il Bambtno - Edizioni RAI. Radiotelevisione Italiana. pagg. 134: L. 200 AUTORI VARI: Rotnan.>i del 900 (voi. I) - Edizioni RAI. Ra– diotelevisione Italiana. pagine 112; L. 200. CRONACHE DI POESIA a.;~ai diverse. della illuminata giustizia co• spiro ampio dell'epopea. GIANNI GRANA munista; ciò conferisce a que- G. G. -J- -~:!)-.·~ VUW,,• No VITA' IN 0€•"5 .,.--- ~ DISCOTECA • Come si [a a parlare di Pa– p:ni così per aria e in astrat• to, ora che egli è morto, quan. do innanzi tutto è stato un amico di molti, ma quasi che fosse amico di ciascuno m se– greto mai un amico di tutto comodo, sempre un agitato e agitante, aspro, tempestoso? E poi, c'è la sua prosa: «.,.la nuova prosa toscana 1 non cat– tedirizzata nè pizzaiola, non vezzosa nè plebea, !uor delle novelline e fuor delle grazio– saggin.i alla Ferdinando Mar– tini, vivissima, robusta, monda di ~azie e scevra d ·eleganze, snodata di bravure e d'inca– stri, sfrondata di J.·eminiscenze sapienti e d'echi solenni; la nuova prosa toscana chiamata a d isconere. senza le proso– popee e le altùtrudini della so– vrana smessa. senza le bas– sezze e le sudicerie deJla ser– va a1-rivata, di quelle cose che sono tra le più serie e le più quotidiane (e queste non so– no J1è la storia nè la lettera– tura nè la storia d-ella lettera– sto,ria, nè le al llre cosl dette ,, materi.e '1, ben dette cosi, con parola; e non son neppuTe le alohinùe liriche e critiche; so– no bensl il pane e il vJno. l'amore e la morte, la notte e il giorno, la natura e la gra– zia). la nuova prosa toscana c'è ed è di Papini, Soffici. Pea, Palazzeschi, Cecclhi, chi dice di no? Dio ce .li ha dati e Dio ce li conservi; ma Papini c'en. tra anche lui per qualche cosa, non soltanto. via, come un im– bonitore alla fiera... Sotto la sua mano, la sua soltanto, qualche volta ci balenò il so– spetto, quasi il terrore, che il ,. volgare,. toscano potesse L autrke dt Lo,1tananze Ed è a te che pen.so . - amore 'erra•: Con la gola serrata al– la sua pena. - mi. riporto ai tuoi fi1t111i.dolce terra. - Io sono un tno nato: a te ·mi uni– sco - nene ore più opache del rbnorso. - l\1'i ritrovo così. r:onte ,iei Lieti - gi.orni tra– spare11il del!'in.fa11,zia: - i tuoi ,neriggi ampi clentro al n1io ;,etto. - i mie, capelti diff1111 nel iuo so!e. VERBA VOLANT Come si rìcoMerà, qttalc1te qua!clte mese addietro le più qualificate canzoni di ttLtta Eu– ropa entrarono in tizzo per conquistare U cosiddetto "Pre– niio Eurovisione ». Vinse facit- 1nente, tra i consensi generali. (< Re.frain >"· nna deliziosa can~ zoncina garbata e oreccliiabile, scritta da uno dei piit apprez– zati pian1Sti di jazz svizzeri: Jula de Palma con !'orchestra di Lelio Luttazzi per !a « Co– !tunbia », Viene presentata in edizione a 78 giri e a 45 giri. F:' un'incisione piuttosto .., i1n– pegnata,. e 1nodernissima, rea– lizzata mediante la sovrappo– sizione del nastro recante la voce delta cantante su quello registrato datt'orchestra. L'or– ganico di quest'ultima. com– prend.ente una sezione di ar– chi fonnata eschtsivamen.te da viole, anzichè da violini. è piut– tosto interessante ed offre al– l'ascoltatoTe un suono estrPma– mente gradevole. a queste due ~ gros~r ., jtJe... detta nostra musica ler,gera fosse data l'occasione di b,n fi– gurare in sede discografica. Si tratta infatti di incisioni de– gnissin.ie: di livello, per intell– derci. internazionale. E dimo– strano clte anche in Italia, quando si hanno le idee ~ i mezzi (oltre a! buon gu.5to). è possibile tnddere ottimi dischi di musica leggera. 'on gli si poteva voler bene enza volergli :nsieme un male grandissimo, _o_almeno es_serne tentati. L'am1c1z1a con lu1 sve– gliava i sette spiriti dell'amore, e parve a noi, quando fummo giovani, l'inventore della giovi– nezza. C~ mise addosso le feb– bri più pericolose, che non sono quelle della carnalità sub~ola e sfacciata, quelle d1 carriere lucrose e stemmate, quelle d1 scuole superiori medie inferio– ri, quelle di sinecure fastos~. Ci inoculò il veleno della poesia a d'spetto d'ogni poetica_, del pensiero a dispetto d'og111 filo– sofia, della vita vi va fuor de,ll_e professioni di vita, della pol:tl• ca fuor deì proclami d'azione ...• Papini, a somiglianza del suo Pilota cieco. istintivamente sen– ti e presentì: « Parecchio gli debbono la nuova letteratura e i ''lirici nuovi" del secolo che nasceva. Il primo saluto, la prima testimonianza e a Unga: retti e alla poesia odierna s1 leggono per l'appunto in un articolo di Papini, sul Resto del Carlino del 4 gennaio 1917.. (Parpini) fu tra i primi lettori e amici di Gide, ne tradusse persino un libro. Stet– te ben presto per l 'lnquieto cristianesimo di lui, contro lo ambiguo nazionalismo, by,ro- riscintillare da ca·po un'altra volta, come fa una pietra fo– caia percossa quando fa le fa– ville, e riaccende.re un fuoco antico. Abbiamo qualche vol– ta trattenut-0 il respiro. nella perplessità felice che riacca– desse Pantico miracolo, e non poteva accadere che a lui... • In Giovanni Papini <! dispetto della celebrità, del– l'agio, della conversione. dei sempre nuovi libri, il forte grumo originario, cieco ma di– vinatorio, non venne mai me– no; durò e durerà in lui come il grezzo di certe figure la– sciate li da Michelangelo e non tirate a pulimento. Anche sull'ultimo, il vero Papini io sento che restò prigione. ine– spresso: nonostante le centomi– la parole, egli non si disse tutto"· Il commentario Affiancando l'attività dell 'Er. te Italiano Pro Cultura (che svolge una notevole opera di divul/!azione in diversi campi. avvalendosi dei mezzi più va, ri: dalle confer~n1:~c. :,c 1• ft,et tacoli teatrali e cinem.1:ogro lici, ai concerti, alle mostre) è (Marzocco. Firenze) ha all'at- perduto/ - Amore de! chiaro tivo numerose raccolte di poe- mattino - di n-iia giovinezza, sia. saggi, monogra.fie. Maria - a te che intessevi - con '!'Presa Messori-Roncaglia Ma- tamà ideali nnb, di sogno ... - ri è di Modena. dottoressa in Tu eri il sote che fioriva - ml Lettere e Filosofia. ed è mem- mio nudo giardi,io - e giun– bro de]la u Deputazione di geva a toccanni lontar.ll? -ru– Storia Patria 11. Il suo recente cUci... libro di poesia è lutto teso al- Vito Ri-viello è un giovane la speranza. ricco di calda na- d; Potenza dov'è nato nel '3~. tura: Parlate vo1, poeti. - che Una raccolt.ina pubblicala da •iete g!i araldi de! cielo, - • Schwarz di Milano (Città fru dite agli uomini - di ,wii di- ,,aesi, lire 300) lo l'ivela poeta sperare. attento e seriamente avviato a Quella di Ferdinando V1- cantare gli aspetti della ,ua sconti di Modrone è una co- terra: Potenza de! fi11me e Po– spicua raccolta pubblicata dal- lenza della montagna - siamo la Casa Edill'ice Ceschlna di una cosa sola - dalla co!lina i\1ilano: Trane!!i ed indugi. pa- a!!a vane. - Ci sono autobus l,(ine !68. lire 500. Poesie dal 1Jerd1 e chiari., - rari so·oo , tono antico e dal linguaggio muti che passallo - e hanno ormai in disuso (Cadon le fo- •m uomo smarrito sul dorso. glie e migra1>0 gti augelli... Su, -- Siamo città fra paesi - an• mortali. d.esuite~'i alla prima - iica capitale di fontmie e 1.1 l1tce detl'a!ba. ecc.) ma dove c1,;ese. non manca nobiltà di accenti. Stagioni all'ombra è una nuo– Faccia attenzione. però. l'Au- va raccolta di Libero Torraca tore a non ricalcare versi (non C.1ppelli edllore. pp. 40. lire ,!ico i temi) di qualche altro iOOl che ha già pubblicato al– poeta più anziano di lui: Sem· tri due libri di poesie e saggi pre caro mi lu. sedere ai pied.i ,uJ Manzoni e Pascoli Versi - d'un 1oco are acceso... colli sul fiore della tenerezr.a. Ombre di Rita Marchesi rli 1:na castig~ta misura del rGuanda editore, Parma. PP. 54, SP.ntl\n~nlo. $1 le~gano _quelli lire 400) è un canto di dolore I'" mo, le della r,gl1?let1a._ sell, per l'amore perduto. sincero n>omPr>t1dt grazia 1111ca 11Jten nella ofl'erenza che si fa poe- sa per. la comn:ioz!one che tiea. toccante e lirica nei mi-1 prende 'I poeta e I Iet lori "liori momenti: Con il turbine Altra n,,ta nella poesb ·te del cielo - che si scioglie rn lnr.ra ~a ~ l;l, ,rievo:H7ionP ctel pioggia - 10 canto dolore. - la rn1anz1a. Ira cnvo: « Uolce Di Liliana Scalera ( A mez– u1 costa, e La Carovana», Ro– ma, lire 350) '"' sottolineata una qua:ità: la freschezza del •\"C'rso.simile a un'acqua di torrente, limpida. Già nota per le precedenti raccolte Il cimitero degli i ngl.esi, I canti di. oggi e di ieri. Su!le a!i di pietra. l'autrice ha riunito in quest'ullimo .libro tre gruppi di poesie: " Mezza montagna ... .. Desiderio dell'altezza• e ,, Fantasnn ,i. dove predomina l'endecasillabo. la terzina. il -;or.etto. un canto cioè rigoro– so nella forma. autentico nel– l& sua originale e varia com– posizione. In bella edizione sono stam– µate le poesie di Piero Minore rcanto nl!a natura. Toffaloni Milano. con un u paesaggio ,1 in eopert1na del pittore Parmeg l,(ianil. Tredici poesie e qual tro canzoni a cuore aperto come dinanzi ad un pano rama che ci ha colp't• nPII,• ··antasia IL CRONISTA GAE. AVER. - Sampierda– rena - Ho letto la sua poesia e vi ho riscontrato qualche interessante mo1nento suscetti– bile di ulteriori sviluppi. Pe– raltro, a mio avviso, il linguag– gio di tale poesia non è ancora liberato daglt echi delie let– ture più correnti: la consiglie– rei quindi (ma il mio giudizio non Ca testo, così sulla base di una sola composizione) di approfondire quelli che iei ri– tiene i suoi motivi più personali. * LUC. ANS. - Fano - E' pro- prio la sua prima poesia? Non vorrei allora scoraggiarla con un giudizio negativo. Le dirò soltanto che è un po' poco per poter dire qualcosa: sapesse com'è difficile.. · * GIU.RO Le sue poesie ;ono piuttosto interessanti. nel senso che riescono a destare Wl'eco nel cuore dì chi legge. on le direi. però, altrettan to originali; e ciò che le con siglio è di cercare di supera• re. cautamente. senza com– mettere peccati di insincerità Quel tono crepuscolare a cui mi sembrano < nonostante ur certo rigore di linl(u~• (' impigliate. HOFFMANN Géo Voumard. Tanto grazi.osa era la cc, n :o– n.e, 'clte a nessun.o dei. .., puri» del jazz venne i11 mente di for– mulare a carico de! Vou,nard u.n'acci,sa di tradirnento ... pe1 essersi accostato a!!' aborrito • genere» de!!e orchestrine ra– diofonie/te. Tanto meg!io. Piut– tosto, non sarà male sottolinea- re qui che, stflndo "1 ,,.. e zioni foniite da « Refrain ,.,., 10 canzone europea potrebbe trar– re vantaggio dalla co!!abora– zio ne del mu.sici.sti di jazz. c, pensino gli editori interessati, percliè I.a composizione di Vou. m.ard è un grande successo in– ternazionale (i11 America. la • Capito!. l'lw Lanciata come • the best in E1trope », la mi– gliore in Europa) ed è certa– mente uno dei più bei motivi oscoltati in qtLesto dopoguerra * Tra le migliori edizioni di– scograficl,e di ,. Refrain » repe ribili in It,,lia è se11z'altro da anrioverare q1te!la incisa da * Julo De Palma si conferma I! repertorio co>1certistico de! qtLi i,iterprete auto revote e sen- catalogo • Columbia» si è ar– sibi!e: senza dubbio, la più raf- riccltito di un'autentica gem– /inata cantante dei • quadri • ma: i! « Concerto n. 3 in re mL de!ld nostra musica leggera. Su! nore per pianoforte e orche– verso del disco. una canzone stra., di Rachmaninof (micro– quasi. polemica: ,. RP,tiRmo al solco QCX 10197), inciso a Pa– buio » di Olivieri. che non fu rigi da Emil Glii!e!s con !'Or– neppure ammessa all.'u!timo cilestra diretta da André C!uy– Festival d1 Sanremo Niente di tens. straordtna~io, intendia,~oci. ma I Glti!e!s è i! pitì grande pia– si tratta d1 una canzoncma gar. nist.a sovietico. La sua fama si bata e piacevole, da preferire è ·rapidamente estesa nel mon– nettamen_te a que!!e che ell_tra- do occidentale, grazie agli ec– rono m tizzo e furono prermate ceziona!i successi da lui otte– * Agli appassionati della can– zone interesserà certamente sa pere che Juta De Palma e Le– lio Luttazzi. oltre 11 • Refrain » Jwnuo inci.<i:o pPr la .. Colton bia • tutta una serie di disc/ti a 78 e a 45 giri. Era ora c/ie nuti in Europa e negli Stati U ttiti. In questa edizione diko– grafi,ca de! Terzo Concerto di Rachmaninof, Ghitels rive I a pienamente que!l.e doti di in– terprete e di virtuoso che lo ltaiino reso celebre in pochi anni. EOISOJ'\ •

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