la Fiera Letteraria - XI - n. 38 - 23 settembre 1956

Pag. 4 UNA POESIA DI GUIDO SEBORGA * ESTATE * La gialla ginestra splende sulle alte valli L'incendio ha bruciato gli ulivi neri e spaccati La strada taglia la valle aperta a ventaglio sul mare La valle che sale aspra e ardente verso il monte Il sole spande la sua forza rossa La luna appare lucente di mistero Il fiore sboccia sulla terra. Attendo l'eterno ritorno dell'estate Al mio paese la flora vivace e lieta S'inchina a ponente nella luce della primavera Il sole comincia a risplendere più caldo Rompe le fitte nubi di vento e polvere La terra secca che si bagna alle fasce Delle cisterne immobili. Le ombre della notte Le grandi ombre che mi nascondono le stelle Il mio animo diviso che attende ancora L'amore la speranza e vorrebbe falciare l'illusio'le Devota al caso infame che ho dovuto vivere. Vieni estate con la tua lussuria di profumo bruciato Dal sole che ha rotto il ramo ritorto dell'ulivo Invano m'ero appoggiato per riflettere Grande stella sparita nel mio animo rigoglioso Sempre in attesa che giunga il supremo amore. Popolo in collera divina pronto ad applaudire alla [giustizia Dove rinasce la forza dell'uomo che si rinnova Popolo amante di parole dl mare di alberi di valli Come quando la ginestra vibra nel giorno E l'ora torrida della valle nel suo incendio Brucia anche l'ultimo albero Ginestra del mio cuore dorato che sveglio canta Sul mare aperto della valle i suoi giorni lieti Le sue notti d'amore la prima carezza Del paradiso ritrovato ove tutto rinasce In una canzone che un pensiero arcuato Prende e lascia inventare da vele tese E l'uomo la vince in durata per passione Per una realtà attiva virile e femminile Che vuole umanamente saldamente progredire Nella resistenza insondabile dei suoi giorni migliori Come quando sorge grande e inta\ta La forma che risplende dell'estate. GUIDO SEBORGA Guido Seborgi< LA FIERA LETTERARIA Domenica 23 cttembre 1%6 IL CONVEGNO DEI POETI * CANAZEI l!NA GENERAZIONE • si pone all'ordine del • giorno * Una schietta simpatia umana, al di là e al di sopra degli atteggiamenti polemici, nel vivo contatto personale, individui di formazione e po izioni assai diver e e dai è val a ad avvicinare, temperamenti più varii A volte i convegni di scrit- tri Barberis Quarotti. Bernn– torl sono un felice pretesto dl tani Bartle Bettelli Camilucci incontro umano, e magari di Capelli Capocaccia CarchedJ scontro sul plano delle idee, tra Curci DianA Frattinl Giudici letterati interessati a proble- Grande Laurano Mane!U Mar– ml comuul, a una comune te- tinl Morra Oxilia Pento Sala matica, e impegnati In solido, Schwarz Volptnl Zagarrio Zar– ciascuno nell'ambito della pro- ri ecc. Di fatto, sebbene il Con– pria individuale ricerca, a ri- vegno fosse promosso da una solverli o a proporne una so- rivista cattolica, si udirono vo- 1 luzione. In tal caso questi con- e.i diverse. e a volte in strlden– vcgnl rispondono almeno a u- tP contrasto. anche per l'lnso!– n'eslgenza: a favorire una sorta rerenza di alcuni convenuti. Il d'Interna comunicazione d'idee primo giorno, dedicato alla di– di motivi d'lstanze, a rilletter- scussione del temo « L·istanza sl negli altri. e a collaudare spirituale e religiosa della gio– ie proprie idee nel vivo cer- vane poesia», !urono i lalciz– trune del caldo dibattito estem- zantf. i mancisteggiantl e l poraneo. Lo si è visto al se- ~concretisti» ad oltranza, ad es– condo convegno sulla giovane sere messi a dura prova: il gior– poesia, tenuto dal 29 agosto al 'no seguente quando !u dlscus- 2 settembre a Canazei. nello, so il tema • l'Istanza realista e stupendo scenarlo dolomitico, I sociale della giovane poesia» promosso dalia rivista • Il !uo- io furono i cattolici. gli • spl– co » nel quadro delle mani!e- ritualisti» e gli « ermetlzzan– stazioni culturali Indette dalla ti •. A rigore non doveva es– • Cittadella del Pensiero». Si è servi ragione di sofferenza ed visto quanto possano riuscire inso!lerenza. nell'un caso e utili certi conta~tl. .umani e nell'altro, nè (orse vi sarebbe certa tessitura di dialogo tra stata se. soprattutto il primo poeti ~ critici, giovani e meno giorno, alcuni relatori non a– elovam, quando non venga me- vessero trasferito l'indagine no, oltre la dogmaticità delle dalla concreta tematica critica leorlche e 11 morti!icante con- richiesta dal Convegno sul pla– !ormismo delle «correnti• lr- no d·una problematica meta– rlgldltesl in «scuole•, il pre- nsica suggestiva quanto peri– aupposto d'una comune e ree.i- gliosa. Riconosciamo anche noi, proca ap_ertura, ~·una spont~- che quel giorno fummo tra i oeltll e libertà d impegnata n- dissidenti quanto dilflcllmentP ~erca e d'una schletla lndipen- eludibile ·sia. trattando di poe– denza di_giudizio che 1n una, pa- sia. la tentazione dei izrandi rola è il presupposto dell • o- problemi speculativi: diremo nestà •: onestà verso gli altri anzi che è impossibile esauri– cb'è onestà verso se stessi, ver- re una discussione sulla poesia so la propria vocazlon~, verso !1 contemporanea. per quanto cir– proprlo impegno creativo e cri- costretta. in un·angusta inda!(i– Uco, in cui il lavoro del poe- ne critica strettamente tecni– ta e del critico si es~enzla in ca e rormalisttca. Se Ja poesia Rutentlco atto cosclenziale, tra- è un alto dello spirito. non può derendosi sul plano della cui- che essere <'Onsld0>rata entro tura e della storia. Malgrado quell\mllà e doviziosa com– la disparità delle tendenze e la plessltà ch·è to spirito. en– generosa passionalità dl certe •ro la prospetUva totale di va– prese dl poslzlonc, ci sembra lnri di quella realtà ch'è l'uo– ~là sodis!acente, del Convegno, mo. Ma certo si peccò allora di * GIANNI GRAJ\TA Henrl Bédnricln n Canazei blemi concreti della vlta co– mune. una sorta d·illuminala e illuminante milizia che pur sa– rebbe meritoria, ma se ne !a una irrefutabile condizione di ereatlvltà sul piano poetico, ar– tificiosamente sovrapponendo motivazioni pratiche e polemi– co-ideologiche anche in sede di esame critico dell'opera realiz– zata. Un diletto comune inficiava, in questo sen,o egli sempre contribuisce, se Poeta, al rin– novarsi del mondo, testimone e insieme attore, coscienza del presente e presagio del fu– turo. osi molteplice è la realtà del poeta. tulio que– sto sostanzia l'esperienza poe– tica, ch'è una esperienza « to~ tale• e che per sua natura è llbera e spontanea anche ~e soggella a sollecitazioni ester– ne. Da quanto sl è detto si può trarre l'impressione che In so– $tanzn questa «Intesa• si sla raggiunta sulla base d·un com– promesso, e che anzi essa sin stata più fittizia che reale. Chi ricorda le fervide e serrate di• ed esistenziali, ed è insieme spute che Uno all·u1tima or• crisi generale delle !orme del dell'ultimo giorno. ora nottu1 ltngua!{!(io: una crisi di s!idu– ra, s•impegnarono sulrargomen- eia nell'uomo nella quale però. to. conclusivo, penserà a un malgrado tutto. si va pur com– maldestro gioco dialettico det- ponendo fe!flgie dell'uomo Io scrivente. Ma chi. al di là «nuovo•, dell'uomo di domani del dibattiti umorosl e a volte che è già nelJ'oggt. L'arte euro– punteggiati d'un de!lagranto pea del nostro secolo è esprel– verismo verbale Cuna malalln· sione di questa crisi. e l'crmeU• gua lo de!Jnl « neorealistico •l. smo sapparenta in tal senso polè percepire, anche attraver- alle grandi correnti europee so un diretto dlalogo. l'intimo dell•arte contemporanea, corno trAvagllo d.ldee dei slngoll. e poesia di anime, canto e ,a– ne udi le retti!lche e le preci- mento esasperatnmen!e Fcbivo sazlonl. e li senti recedere a• franto e risentito. modulato con pertamcnte da poslzionl estre- un senso estenuatomente lnlimo me. sa che quanto venlamo e aristocratico della parola • esponendo non tradisce lo Sl)i- del discorso. Nel Convegno le rito del Convegno. critiche all·• erm<?ti~mo •. ,a Anche trattando. con pit't p r• volte fondate a volte scarsa– tlnenza. delle questioni concer- mente meditate, parvero pro– nentì la «giovane» poesia dursl in largo coro. tln quando (perchè non piuttosto « poesla qualcuno apertamente ne as– del dopo!(uerra •?) si delinea- sunse la difesa ristabllendo u– rono delle prese di posizionP na più equa valutazione, col rl– radicali. che però diedero luo chiamare l'attenzione sulla !!O successivamente a una cer- «rottura» degli schemi tradi– ta lar!(a convngenza su un ztonall della lirica italiana o– terreno d•equJllbrio accessibile perata per molta rarte ,fagJJ alla maggioranzn del convenuti ormetlci. in una direzione di Totale. e irrazionale sembrò novilò formale rivelatasi, ec– in alcune dichiarazioni ll ri- r.essi a parte. tenonda, e so– riuto dell'ermetismo. con le prattutto giustamente inststen– consuete accuse di • vanifica do sulla lezione dell'ermetismo, zione del rapporto tra l'artista « lezione d'essenzialità e di pu– e la natura e la storia•. di so- rezza che ha contrlbulto a rin– lipsistico «esilio» dalia realt~ novare la stessa nozione dl li– e di evasione dalla stessa civll- rJca. Si trattò peraltro di uno tà umana. d'imoenetrabilc <I"{ o- esigenza interiormente avver– ~curità • torma le. e cosi via. lita dal singoli, e nbn certo d1 A parte la convenzionalità dl una pedissequa e fredda !ml• certe definizioni. sl volle cosi tazione di moduli e precetti chiudersi a una considerazione mutatl d·o1tralpe, come è in– storica della stal(tone • ermeti- valso l'uso d·affermare: si !rat– ea•. a11·apice d'un processo tò d'un J,mpog110 severo •d prima dì tutto coscicnziale e esemplare di studlo e di rl– qulndi di ricerca formale, nel cerca sulla parola, che mosse quadro delle « rlvoluzioni • a- <ialla trodizion• senza ~~mpli• strattistichc e prìmitlvistich,• cistici ripudi. Fu quindi prima dell'arte europea. Fenomeno di di tutto una lezione di dignità ben più lar11a portata. va In- letteraria. fu detto al Convc– teso come ll diretto ri □csso nel- gno. esemplarmente valida an• l'arte. e la denunzia, di quello che oggi. Pur considerata cbiu– « crisi den·uomo •, al tondo sa la stagione ermetica. gli in– delle contemporanee rivoluzioni tervenuti convennero perciò economlco-socinlt. che da tem- nei ritenere che un'aprlortstl– po si va sep;nalando. Una crisi co rifiuto delle esperienze pas– dl spiritualttll che Investe la sale è immotivato. oltre cho persona umana. quale sfldt1cla privo di senso, e che piuttosto nel tradizlonali valori umani come sempre. è da biasimare che l'esperienza di alcuni poc– tl. per sè vltale in quanto ma– turata per un·tntlmo necessitò., tenda a generalizzarsi srti!i– closamente ln accademio, che una poetica valida finchè In– timamente connaturata a un !atto poetico. assunta poi da certa critica sul piano teoreti– co astratto vcngn definendo~ si In canone e In dettame. cri– stallizzandosi perciò in sche– ma e perdendo la sua origina– rla spontaneità novatrice. Del resto fu anche giustamente os– servato che la stessa etichetta di «ermetici• attribuita ad alcuni tra l maggior! poeti del– la precedente stagione poetica è ln sè viziata di schematismo. essendo anche poeti come Uu– garetti e Montale in realtà suf– ficientemente liberi dal propri stessi moduli espresslvl, liberi di superarsi e rinnovarsi. li– beri perchè autentici poeti Alcuni d·altra parte (spietato Barberi Squarotti) mossero cri– llche altrettanto radlcalmente negatrici all'indirizzo della, poe– sia realistica e soclale ritenen– dola al di fuori della pnesla perchè vlzlQta nell'ispirazione e nella forma da moventi pratici e polemici da un·tmmediotez– za cronlstica non trasrli(Urata, •lcchè si risolve sovente in me– ro verbalismo propagandi~tlco, In un linguaiz11io che per vo– ler essere comunicativo e • po– polare• sl dlluiscc nell'anoni– ma sciatteria d'una men che mediocre prosa. Con una con– •ldera:done del problema for– malistica alrestrcmo. secondo I moduli di certa critlca (ilolo!{l– r.a e stilistica. si volle. a no– •tro avviso. con troppo unila– leralltà sottolineare l'impegno di scelta e Innovazione lln~ul– •tlca del poeta. riducendo la poesia a una sorta di sapiente .Jchimla verbale e sottovalu– tandone altri fattori esscl17la– ll. oltre l'operazione di lin– ~uaggio: un sentimento ur ··no e poetico della realtà. una com– plessa esperlenza vitale, u11·i– dca de1 proprio lndividuale de– stino e della destlnazione u– 'llana. una ricerca e un tento~ vo di definizione dunque di ordine gnoseologlco prima .-he •llologlco, realizza quetr« inte– grale• operazione spirituale ehc '>rrnni si conviene essere la poe .. sia. La relazione di Jean Wahl sul rapporll tra poesia e (ilo• so!ia, !u llluminante a questo rlguardo. In questo senso si può pure accogliere la richiesta cli una presa di posizione « ideo– loglca • da parte del pc,eta, quando cioè, oltre Je soUeci– tazioni della polemica quoti– diana. essa maturi in un'istan– za individuale della coscl 0 nza in un personale sentimento della vita e dct mondo s:in– tende che lo studio della pa– rola. in quanto volto n riar forma a qucffassoclazione in– scindib.ile di sentimento o c.Jn– cetto. riman decisivo. polchò è ne1 linguag;ilo ehe b orova del poeta si concreta. ' net iin• guaggio che la realtà de'. poeta assume !om1n P si com:1n1ra agli nltrt. Ma con rrijl{onP si è anche posto in rllievo , ne i mig'llor! tra i r,lovani pr.eti •realisti•• neppur essi. eludo- GIANNI GRANA (Contlnti"aa pag, 6) l aver rivelato _appunto un at- per eccesso. seppur izeneroso ec- 1:i.voImpegno d indagine e uno cesso. troppo insistPnrio su no– ansia di cblarezza, avve:tibile, IP fideistiche e mistiche al– ,oprattutto tra i j!lovam pro- quanto limitative e persino prio nel fervore e nell_'onesta !lU una sorta di "'mirncolismo \• fran_chezz~ del dlb?ttit1, ani- -iel1'espcrienza poetica. che noi mali assai più da un Intima l)C· •entimmo di ciover di rcspin– cessltà cli dcfh,ilzlonc nel sin- 2ere. richiamando l'nccento sul– goli che da un ostinata e gret- l' omo sulla poesia come sor- ta difesa di «verità• raggiun- u · te e possedute, di quelle cer- !~rta anche se Uberatrlce espc– tezze nelle quali non rarrunen- nenza umana. sulla stessa e– te lo spirito riposa cedendo a sperlenza religiosa come ar– un 'ineri.la che l'isterilisce. duo e !atlcoso itinerario del- UN ALTRO CAPITOLO Di LETTERATURA SUL CIRCO * il Convegno aJJa cui apertu- l'uomo a Dio. Allo stesso modo ra presenziò ,;,,che il dotl Pa- st ebbe ragione, l'Indomani. di dellaro della Presidenza del reagire contro l'equivoca pre– Consiglio, ebbe l'adesione di lesa di chi sollecita al poeta poeti e crltlcl di varia tenden- una « chiara coscienza ldeolo– ta e formazione: oltre a per- glca •• l'impegno cioè di « eon– sona:li1.à Italiane e straniere, tribuire all'opera faticosa de– come Paolo Lamanna. Ai:!redo ltll uomini che mutano ll mon– Schiafifint. H nrl Béda.rida e do. nella direzione di un'ine– Jean Wahl. della Sorbona. Geor- sauri bile positivitd ,: con ll che gcs Mounin, il pittore Eugenio non ci si limita a rlchled.ere al Aragutescu, citiamo tra gli al- poeta un e1tgageme11t nei pro- Miller ride (o pianRe 1) sotto lascala * di Aì \GF.LO PAOl,UZI l'HOBLEIII DEL NOSTRO * TE,Jll~O • nosLro avviso, queste due te– si estreme: un dltetto di par– zlalltà e diremmo, d'lmpera– tivltà, negntrlel ln ogni caso di quella libertà dcli'artlstn, liber– tà di coscienza e d'ispirazione che non può subire limitazioni e dettami se non per Ja neces– ~ità di quella legge che matura nell'lntimltà della sua coscien– za. Dagli un! (Camlllucci Zarrl Oxilla) si volle aprioristicamen– te ri!iutare l'ispirazione • rea– listica e sociale• ritenendosi. che 1n essa la ~natura• smarri– sca la sua vera identità, neila ln•taurazlone d'un rapporto dl alterità immediato e meccanico in cui la realtà emplrlca viene assunta ad assoluto; per con– tro si volle condlzionare unica– mente all'« autentica:done della persona ln Dio• l'esito stesso deUa «creazione• del poeta, considerando cosi con esclusi– vità l'« operazione• poetica in una prospettiva non solo lar– gamente spiritualistica ma al– tresl strettamente mistica e re– Ugiosa. DagU altri (Zagarrlo Manelll), non meno precettlsti– c.amente si volle indicare nella -e socialità"", intesa come « rap• porto attivo con la realtà, co– me diretta partecipazione del poeta. sul plano della storia, al risorglmento sociale», la sola direzione d'una poesia « nuo– va," strumentalmente asservi- Tempo fa, un numero della Fiera Letteraria è stato dedicata con quattro belJe pagine al Circo, questa evasione per gli uomini di tutte le età. L'iniziativa era degna di lode, anche per l'accuratezza delle infor– mazioni e la varietà dei punti di. vista sotto i quali il Circo è stato messo a fuoco; ai nomi citati. si po– trebbe aggiungere oggi quello di Henri Miller. col suo ultimo libro Le sourire ou pied de !'éclieUe. felici. Ma un incidente impedisce a uno del clown, Antoine, di partecipare agli spettacoli per qualche sera, e Auguste prende il suo posto. Antoine-Auguste, avvalendosi della sua tecnica, riscuote un grande suc– cesso, e il giorno seguenie tutta la stampa parla di lui: toccherà ad A,ntoine, ora. continuare a sostenere il ruolo di clown prestigioso. Questi. invece, muore improvvisamente e Auguste - che lo aveva sostituito per solidarietà, e che Jntendeva smaliziarlo nei suoi trucchi per farne in seguito un grande clown - non se la sente di continuare a essere un altro. perchè è se stesso che cerca, non la gloria, il guadag,no o umane ambizioni. Scuola e ta cosi ai concreti e lmmedla• * ti fini dell'uomo. ll tentativo di costruire una poetica su una metafisica e su una mistica del- di L& 'Nl.11'1.'JBAL~ PALOS(JJ..,.\. l'essere e del divino, nell'un .,..,1-.1-. .aJJ caso. su una filoso(ia della Presentata da PierQ Cala– mandrei, è apparsa in questi giorni, per gli stampi della casa editrice Einaudi, una rac• colta di scritti di Giovanni Ferretti. spiro sociale. L'una prende co– lorJ eccessivamente personali, l'altra rimane troppo pesante– mente burocratica. E' almeno incoerenza, che dopo aver scritto numerose pagine con apprezzamenti del tutto nega– tivi su l'allora ministro della Pubblica Istruzione Gonnella, lo veda responsabile della cri– si della scuola italiana. Si sen– te il veleno. Nel corso della raccolta, che va sotto il titolo di Scuola e democrazia, è possibile distin. guere una parte di chiaro at– teggiamento critico di fronte alrultima organizzazione della scuola italiana, dal regime fa. scista ai primi anni della Re– pubblica, precisamente fino alla morte del Ferretti, nel 1952; una parte programmati– ca e altre due dedicate rispel tivamente al problema della cultura italiana all'estero e ad alcune figure di educatori. E' chiaro che questa distinzione non coincide perfettamente con la distribuzione editoriale degli scritti, ma è soggettiva ed empirica. Nato a Torino nel 1885, Gio– vanni Ferretti si dedicò gio• vanissimo ai problemi della organizzazione scolastica. Due volte giunto vicino all'apice del cursus. nel 1922 provveditore agli studi a Como, nel '45 di– rettore generale delristruzio– ne elementare, entrambe fu messo da parte come uomo c. non comodo •. Era un uomo che non era possibile addome. sticare. E' la prima sensazio– ne che avete leggendo i s 101 scritti. Sentite che ha una fe– de incrollabile in quanto deve dire: forse per naturale vi– goria e onestà di carattere, oppure educato dal lungo amo– re e la lunga consuetudine con i giovani, che, quando sono buoni, non cedono ai compro– messi del comodo e, in tal senso educano. Abbiamo parlato obbietti– vamente di quanto gli sia co– stato il suo carattere nella vita economica e quanto lo abbia e:evato nella vita etl· ca: altrettanto obbiettiva men• te dobbiamo dire che la sua critica e la sua riforma non rappresentano per la scuola una voce n·1ova, d1 largo re- Gli sviluppi che il Ferretti propone nel suo piano di ri· forme procedono per appunti tecnici. Il problema centrale della scuola italiana che è il problema degli insegnamenti, compare indirettamente nel quadro complessivo dì un pro– gresso organizzativo fondato sulla intensificazione degli uf– fici scolastici laterali, secondo il principio che essi sono assai più vicini alla scuola degli or– gani centrali. Ma, la crisi d1 oggi nella scuola italiana non è crisi esterna, crisi di ·1ffic10, ma crisi interna, crisi del cor– po insegnante. li fenomeno del privatismo che sta trasforman– do, con progressione costante, la scuola pubblica in scuola privata, la scuola come educa• zione in scuola come prepara– zione, è fenomeno che s1 mo– tiva nella crisi del corpo in– segnante. Intendiamo per pri• vatismo sopratutto il fenome– no delle lezioni pnvatt. Vivono su molti equivoci compromessi. Consapevole im• possibilità per evidente man• canza di tempo, per chi s1 de– dichi a questa attività, di con• tinuare gli studi, di aggiornar• si, e conseguente sterilizzaz10• ne della materia posseduta. Truffa ai danni del giovane che invece dì volerlo educare si vuole prepararlo e se non corrisponde, viene costretto a pagare un professore privato. a pagare per una colpa che non è s'Ja, ma, oltre alla cau– sa generale che è un falso con. cetto detla scuola, si motiva o neil'incompetenza dei pro– fessore (incapacità educativa) o tn quella detlo stato (cias- si troppo numerose, locali in· un 1ministero, non organizza• prassi e del concreto, nell'al– telici ecc.), e con chiara tra- zioni regionali. tro cru;o, rappresenta il limit~ sformazione, dal momento che, Quanto alla proposta che la d.elte due concezionL Limite · · che non pochi intervenuti han- o può pagare ad un pnvato m reclutazione degli insegnanti no ~vvertito e segnalato al Luogo che allo stato (istituti avvenga attraverso concorsi Convegno, delineando una po– privati o parificati), o, in ag. regionali e la posslbilità per ,izione di medietà tra i due e– giunta alla quota fiscale (le- essi di rimanere eterni in un stremi che ha finito per pre– zioni private), della scuola luogo, come, ad esempio, gli valere. risolvendo i contrasti pubblica in scuola privata, del- impiegati comunali, anche nPl la scuola come educazione nel- luogo di nascita, mi sembra rn una linea di larga intesa la scuola come preparazione, psicologicamente non conve- attorno ad alcuni punti fermi della scuola etlca in scuola dl niente. E' bene che gli inse- !U cui la generalità dei con– mestiere. Non sì opponga ~ gnanti, nei primi anni di ca" venuti. in sostanza. ~i è t:Tovata d.f h i · r I d · f · d J consenziente. Si riconobbe dai i esa e e a termine g i esa- riera, siano man ati uon e· più rlntrlnseca • religiosità. mi di licenza sono pubblici, la propria Provincia perchè perchè è almeno ridicolo che molto del loro entusiasmo ~ ùella poesia in quanto tale, con un individuo il quale non ab. del loro fascino viene dal por- tl che si volle sottolineare la bia mai frequentato una cuo- tarsi a contatto con ragazzi di spiritualità dell'atto poetico la pubblica, venga messo in altre terre, di altri usi, di guardando alla sua natura e condizioni, qualora acquisti altri costumi. E' ·m'esperienza alla sua propria finalità, In cui alcune nozioni, di procurarsi nuova per es i e per gli ailie- u poetare si configura non so~, un attesrato di educazione pub- vi: altra comprensione, altro con un modo di rappresentazio· blica. rispetto. Date le comodita ne e di conoscenza della real• Intensivo di questa trasto" economiche della residenza in tà nella sua esstnza e nel suo mazione. e d'altra parte pro- propria sede nessuno affronte- valore. ma ancbe come ~ rive– dotto di essa, è il compromeS- rebbe dei concorsi (questa è la:done. delJ·assoluto, o quan• d 1 · · t' 'd · la condizione) per !arsi tra- to meno espressione di quella so eg i iSlltu 1 co st etti pa• sferire. Si accentuerebbero tensione d'assolutezza. di quel– riiicati, 0 , più propriamente cosi le divisioni e le chiu" · t'avverti.mento e sentimento deJ scuole per possldentl; per ana• regionali e non solo sotto una mistero che !reme nello spirito logia la sc·1ola pubblica è, ri prospettiva sociale ma anche umano. In un'accezione generi– spetto ad essi, scuola per i linguistica. ca si conobbe anche U carattere non possidenti. cioè pubblica Assai p~ante è ancora la ~ rtalist1co • della poesia, nel nel senso che questo aggettivo proposta cff"adottare nei Licei senso alquanto ovvio che l'arti– si dà alle mense per i poveri. classici e nelle Università un sta non può trarre ispirazio– Ma non siamo ancora g1unl! rigido numero chiuso e l'1sti- ne che dalla realtà. se per real– alla scuola pubblica. come tuzione di concorsi per essere tà senza alcuna determinazione mensa per 1 poveri: oggi essa ammessi alle ingole facoltà e s'intende qualunque dato dell'e– è ancora ed anche la scuola l'obbligatorietà di determinate sperienza Immediata e media- ta. cioè non solo i grezzi dati delle persone oneste. medie per partecipare a que• della realtà empirica ma anche Tornando più strettamente sti concorsi. Questo appesanti• i dati di quella più complessa al piano del Ferretti dobb1a- rebbe ancora dìppiù la già e «totale. realtà testimoniata mo fare alcune osservaziom: troppo compii ;ata burocrazia dalla coscienza; e quanto alla l'abolizione del ministero dei. italiana. storia deU·uomo. non solamen– la Pubblica Istruzione, che In conclusione 11 piano de1 te l'urto delle (orze economi– egli suggerisce, ci dà l'aria d1 Ferretti è eccessivamente c:he aggressivamente operantl una sorta di decapitazione del· grammaticale, respira un'aria èntro l'aj!l!reiiato sociale, ma la scuola italiana. Sviluppa,~. di chiuso. anche ogul altro momento del– in sostituzione dì esso, le or- Assai •1tili sono peraltro al- lA vicenda umana nel mille– ganizzazioni didattiche regio- cunì suggerimenti di caralte- nario cammino dello spirito nali, significherebbe chiudere re più strettamente tecnico. verso la luce del Vero e dei ancora dippiù la già troppo Fondamentale è quello di sot- Rene, verso la Totalità e J'U. chiusa nostra scuola. L'Italia toporre gli insegnanti a visite nità. verso quell'Uno e quel ha bisllgno di essere sprovin- mediche periodiche. Troppo Tutto ch'è Dio, e verso la con - cializzata; nella cultura e nei- spesso si da. il caso d_i i_ne· quista del limite nel tempo e l'educazione sente il bisogno gnantl maiali che cost1tuisco- nello spazio. quasi concreta u– d, un a!!lato europeo. non di no. « specie quando insegnano -~ 'ersalità che l'uomo ambi venire ancora più chiusa nel• in piccole stanze utilizzate ece di dominare: una vicenda le Provincie. E poi è chiaro come . •~le• _pencoio<1s st m 1 I Alterna di secoli cbe s'addensa che un programma di riforme veicoh di tnfezione. nel presente e di cui U poeta se Io può porre e sviluppare AN 'IBALE PALOSCIA più d·ogni altro è partecipe, e Possiamo facilmente immaginare che qualche ,e– polcro imbiancato avrà la tentazione di levare alt<> strida e battersi il petto poichè si osa parlare di Miller su queste colonne. Il suo nome, infatti. equivale q pornografo, ad anarchico pazzo senza dèi nè rispetti umani, a sollecitare dei più bassi istinti. E questa, almeno per alcuni suoi libri, è verità. Tutto questo, però, non toglie \lna virgola di vall– di•tà all'ultima opera dello scrittore americano, quel Le sourire au pied de !'éche!!e (Corréa Ed., Pari&) che nell'accennato panorama sul Circo avrebbe degna– mente trovato il suo posto, anche perchè, anzi. proprio perchè è un libro assolutamente diverso dagli altri suoi, un racconto lungo più che un romanzo, e rao– presenta un'inattesa svolta per Miller. E' questo il primo suo libro che abbiamo letto. e Henri M!ller soltanto dopo abbiamo avuto la curiosità di leggerne qualcun altro: tutti, monotone variazioni sopra un solo argomento. Poi abbiamo riletto Le sourire. Ma era come se avessimo frequentato due autori diversi, in– comunicabili fra loro. Carta straccia tutto il resto, conati di uno spirito ribelle. divagazioni incontrollate ;enza guida nè ordine. sputi dell'anima. Le sourire. invece, era passibile di un discorso critico, di un ap– ,rofondimento sui motivi che ne avevano prodotto la creazione; non che si trattasse di un'opera sublime ,na era degno di attenzione. E' la storia di un clown, Augustè, una volta fa– moso, il quale se n'è andato un giorno dal circo in cui aveva per tanto tempo lavorato e guadagnato la ·elebrità. Era fuggito perchè voleva ritrovare quel se stesso che aveva perduto sotto il carminio e i azzi del suo personaggio. sotto gli applausi della folla ·cci tata Dopo qualche tempo dalla sua fuga. si imbatte per caso in una comp~nia girovaga. della quale entra a far parte con le più umili mansioni. In tal modo sem– bra aver trovato la serenità. e trascorre giorni e giorni Pa,rte perciò, ancora una vo1'ta, senza un soldo in tasca, e dopo un lungo cammino s'addormenta sopra una panchina. E sogna. Nel sogno immagina di inter– pretare quella scena che ha invano cercato di rap– presentare in tutta la sua vita d'artista, di fronte a un pubblico attento che lo segue in quanto la reciproca comunicazione è perfetta. e Auguste non è il clown dal viso dipinto, ma diviene - finalmente e comoiu– tamente - se stesso. Si libra nell'aria. per un attimo, e comincia a volare. Ma a un tratto cade al suolo, sempre nel sogno: è la sua morte fisica. ed egll si spegne con il volto atteggiato a un sorriso. La trama, come si vede, è scarna, ridotta al minimo, ma quelli che in:teressano sono i motivi umani e il linguaggio che animano Auguste. del quale vive tutta ia narrazione. Non più apostrofi e velleitarismi di ribellione, ma un approfondimento costante e pensoso di una vita intesa come perfetta realizzazione cii sè; rifiuto, forse. del compromesso con i motivi esterni (fama, denaro, amore) dell'esistenza, ma rifiuto espresso con distacco, con un'amarezza temperala '1alla speranza. Questo è il carattere nuovo che ci è dato di sco– prire in Miller: la speranza, l'accettazione del dolore e del tormento come mezzi per superarsi e scoprirsi; non più la bestemmia che scorre quasi costante negli altri libri. E' la prima volta. infatti, che l'americano scrive parole come queste: • Parfois aussi. sortant de i'énorme lente, en trébuchant dans la nuit frémissanl d'étoiles, il Jevait les yeux. comme s'il avait voulu percer le voile qui protège nos regards de \'univers dans sa gioire; et il murmura tendrement, révérP.m– ment: "A votre service, Grand Seigneur!" •· E di queste parole, poi, ci dà una specie di chia– rimento in una appendice nella quale ~piega perchè ha scritto il racconto. E conferma: • Clown et anges sont si divinement faits pour s'entendre •; e inoltre: • Le clown excerces sur moi un profond attrait (bien que je ne m'en sois pas toujours douté). justement parce que entre le monde et lui se dresse le rire. Son rire à lui n'a jamais rien d'homérique. C'est un rire silencieux. sans gaité comme on dit. Le clown nous apprend à rire de nous-mèmes. Et ce rire-là est enfanté par !es larmes •· La speranza. Non vorremmo essere ottimisti, ma la speranza è quella che informa il libro di Miller. Cos'è infatti quel mezzo soniso sotto la scala se non un inizio di ripensamento? Dice Miller: e Nous n'in– ventons rien. vraiment. Nous empruntons et recréons. Nous devoilons et découvrons. Tout fut donné, comme disent les mystiques. Nous n'avons qu'à ouvrir les yeux et le coeur, pour ne plus faire qu'un avec ce qui est•. Non sono parole da dimenticare. ANGELO PAOLUZI

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