la Fiera Letteraria - XI - n. 36 - 9 settembre 1956

Fag. 2 LA FIERA LETTERiRIA Domenica 9 ettembre 1956 --------------------------------- LIRICITA ' RTE La fortezza diKalimegda (C'ontinu:uionc dalla l. pag.) rà inevitabilmente sentito, da chi la contempla, e prodotto da lui che la compone, qual• cosa di sforzato, manchevole, che non dà risposta. Materia e forma poetica E' l'incontro della • fostan• te• - attività sp1rituale con la « variabìle • materia (storia, natura, tutto il piano dell"esistente) ciò che dà al• l'uomo il suo «contenuto" spirituale. E' la nr.nevolezza della materia ,della storia cioè. dell'esistenza, ciò che varia le forme, ciò che offre varie possibilità d1 forme d1vers1. fica te: è la storia che per– mette allo spirito di uscire dalla sua astrattezza, di ac– quistare un «contenuto•. Senza l'incontro con la « ma– teria• l'uomo, lo spirito de1- l'uoffio non avrebbe • conte– nuto•, nè la !orma spirituale sarebbe forma poetica concre– ta. Si può quindi intendere come essenziale e indispensa– bile, perchè si dia una " for– ma concreta•, che è il vero e unico suggello che fa rico· nascere la presenza dell'arte, l'incontro di una attività spi– rituale, in sè anonima e astrat– ta, con una materia concreta, con una <investit·.ua storica•, che sola permette all'attività formatrice dello spirito di non girare a vuoto e di ac– quistare una concretezza di «forma•. L'uomo riesce a !1ssars1 neJ– la forma estetica quando sa uscire dalla sua astratta fa– coltà spirituale e caricarsi di concretezza. Per non essere un'astratta facoltà spirituale, costante e senza carattere, per diventa– re una forma concreta, bi– sogna che l'opera d'arte occu– pi veramente una materia, e la trionfi nella nuova forma. Si può dire che solo una ma– teria che veramente " ci assal– ti e ci trasporti • può susci– tare nello spirito quell'abbrac· eia formale convenientemente elaborato che darà luogo alla nuova forma. Saio una materia che sia veramente m movimento nel– l'io, che sia un richiamo alla concretezza 1 che, quasi, strap– pi l'uomo alla sua « astrattez– za • di ente indeterminato per dargli una • precisazio– ne storica •, cioè una forma determinata, può dare prete– sto alla forma poetica. S1 può dire che l'attività spirituale dell'uomo per non girare a vuoto debba occupa– re quella materia che sola darà una caratterizzazìone, 'Jn contenuto veramente de– terminato all'uomo. L'effetto che la disposizione poetica dà alle parole nel verso non è un potere d'in– canto, (nel quale ca o, se si avverasse, le parole si im– padronirebbero di noi, tratte– nendoci fuori di noi stessi, disancorati da tutto, e senza the n.essun mutamento pro– fondo si sia avverato in noi - quasi che la • forma poeti– ca• potesse significare l'usci– ta da una finestra misterio– sa, fuori dal mondo). L'el• felto dele parole poetiche è di portarci, per mezzo del ritmo e degli accenti, a una trasformazione profonda di noi stessi: noi ci disponiamo intimamente secondo il pro– cesso del verso, e quando il verso si •chiude• abbiamo conquistato una ineluttabilità temporale, un'immagine del modo con cui vogliamo pro– cedere nella vita e circon– darci di cose che siano i m pe– gnate e nomi11ate da noi. con l'unico nome che non sia • ci– tazione • de1la cosa, e sua in– dicazione nel campo usuale, staccato da noi, ma sia un nome che ci impegna verso la cosa. che la leghi alla nostra storia, o meglio, che dia sto– ria alla cosa assieme a noi. Quando l'atto poetico si chiu– de e si forma ie cose non stanno più a guardarci dal di fuori, ma sono da noi as– sunte in un cammino che dà loro inesorabilmente un posto che non può mutarsi e tor– nare indietro. Le cose del mondo sono friabili, mutano continuamente posiziooe e si– gnificato, l'uomo vi si perde come in un orizzonte troppo vasto. Con la poesia sono trat– te a un cammino f'ondamen– tale. sono scelte, isolate, mes– se in una relazione che deci– de della nostra vera sit 1 Ja– zione nel mondo. La forma poetica è una • scelta •, ana concentrazione delle cose del mondo. Prima della forma poetica il nostro mondo non esiste: tutto è dissolto, si alterna 1 si succe. de, non ha e chiusura•, non ha moto nè con vergenza a una quiete. Prima della forma estetica il mondo è un flut– tuante succedersi di cose e di posizioni, un intricarsi di giorni e di oggetti, tra i quah l'uomo vaga perso nell'in1ini– to e sprofondato nel nulla. Le cose sembrano avviate m un mareggiare infinito, non fanno • viaggio•, hanno peso e prospettive polivalenti, ci trasportano fuori di noi stes– si, e quando all".ldono al «tem• po storico•, o ai significati pratici, non è già per darci una sagoma e un ritmo quaL siasi, ma per aumentare la nostra confusione. Il modo stesso con cui l'uomo si co– stituisce è .il modo della fòr• ma poetica: è una scelta tra le cose, una tessitura di rap– porti che debbono. tra Je in• finite direzioni possibili, tro– vare la loro direzione unica, e avviare le cose e noi a un rapporto decisivo, progressi– vo, ineluttabile. La forma estetica è non (Continuaziont- dalla. 1. pag.) tore francese Emile Gaboriru, è della metà del secolo Ma la notorietà di cui godettero Dupin e Lecocq non è in alcun modo paragonabile con quella di Sherlock Holmes. In particolar modo Dupin è una mente ecce· zionale, ma la sua apparizione è troppo breve, perchè egli possa aver modo di interessare vaste categorie di lettori; e poi, non è abbastanza popolare; e poi egli non poS6iede, riunire in sè. Je diverse qualità del suo nipote inglese. e non ha. come lui, il privilegio di essere venuto al mondo nel momento più adatto ... Quelruomo alto e magro, dal profilo simile a quello d"un uccello di rapina. dagli occhi vivaciS6imi e pene• tranti, capace di guardare profondan1ente come nessun altro nelranima degli uomini, possiede, come molti dei personaggi estremamente popolari. delle qualità che tutti vorrebbero avere: intelligenza, acutezza, prodi– giose facoltà di osservazione e di deduzione, gran for• za fisica, impassibilità, signorilità, indipendenza. Per di più è discretamente stravagante. e misogino. E". insom• ma, la quintessenza del carattere inglese, e per molti versi Ja sublimazione di alcune fra le migliori qua· lità inglesi... Ma, accanto allo Sberlock B.olmes che potremmo chia• mare tradizionale ce n'è un altro, con un volto un po· diverso: un individuo strano, sconcertante, quasi anti– patico, con una certa luee di satanismo nello sguardo intelligentissimo; un uomo per il ,quale il delitto è più che il pane quotidiano, è l'unica nota vivace in una vita altrimenti impossibile da vJvere... Questo è il primo Sherlock HoJmes, al (Juale in seguito pare sovrapporsi l'altro, quello che abbiamo c:l!iamato tradizionale ... Ma. prima di cominciare a distinguere, nelle due ani• me di questo moderno Giano,' vediamo quale sia la sua apparenza fisica: , « Il suo fisico, di per se ste,;so, iera tale da attirare !"attenzione dell'osservatore più. ,$U)lerflciale. La sua statura superava il mel'I'o e otta.,nta, ed era cosi magro da apparir<} anche più alto: I sno1 occhi erano acuti e penetranti, e µ nru;o, affilalo e un adunco. conferiva al viso un'espressione vigilant'e e decisa; anche il men– to. quadrato e pronunciato, denotava una salda volontà». Fin dalla prima occhiata ci troviamo di fronte a un uomo fuori del comune. Intelligentissimo, la sua cul• tura in certi campi è straordinaria, addirittura ecce• zionale. mentre d'altro canto la sua ignoranza in altri campi -è altrettanto notevole: « Ignorava la teoria di Copernico nonchè la composi• zione del sistema solare. Il fatto che un essere civile. in questo nostro diciannovesimo secolo. non sapesse che la terra gira intorno al sole mi pareva cosi straor• dinario che stentavo a capacitarmene ... ». Ecco il quadro delle COQoscenze di Sherlock Holmes tracciato da Watson: « Letteratura: zero; « Filosofia: zero: « Astronomia: zero; « Politica; scarse; « Botanica: variabili: conosce a fondo caratteristiche e applicazioni della belladonna. dell'oppio. e dei v,le• ni in generale. Non sa nulla di giardinaggio e di orti• coltura; « Geologia: pratiche. ma limitate. Riconosce a prima vista le diverse qualità di terra. Dop0 una passeggiata !Pi ba mostrato delle macchie sui suoi calzoni: indi– iiEdo, in base al loro colore e alla loro. consistenza 'Bi6luale parte di Londra avesse raccolto il fango de- !~·? ~ell'altra; x~t>, . 1ca; profonde; . . . '1iJtOJllla: esatte, ma poco sistematiche; 9 éHèratura sensazionale: iJlimitate. A quanto pare è~nosce , parlicoiari di lutti gli orrori perpetrati nel nostro secolo: « Suona bene il violino: « E' abilissimo nel pugilato e nelJa scherma; « E" dotato di buone nozioni pratiche in fatto di leg– ge inglese"· Sherlock Holmes è orgoglioso. consapevole. della sua superiorità intellettuale, del compleS6o eccez10nale de:– le sue doti, sensibilissimo alla lode:_ e Watson. fin dal principio della loro amicizia, non gliene l_':sma: . . « Quel che avete fallo per portare 1 investigazione all'altezza delle scienze esatte non sarà superalo nel mondo ... *- 111· J watson è la • spalla" perfetta: discreto. lranqu o, a sua intelligenza non è fatta certo. per dare _ombra al suo grande compagno: «Credo fermamente _d1 non. es: sere più stupido di un altro. ma nelle. mie relaz1om con Sherlock Holme6 mi sento sem~re p1u oppresso dal sentimento della mia inferiorità intellettuale .. ». . Watson è anche il cronista perfetto: le. sue_ descn• zioni sono precise e sobrie, egli sa starsene in du;parte e già un superamento del reale, quasi che il reale, cioè l'esi• stenza, fosse già organizzata davanti a noi, ma una • co– stituzìone • della realtà, una scelta del nostro cammino personale, del processo atti– vo e ormai fatale con cui l'uomo si costituisce e sceglie i rapporti, da sostenere Cino in fondo, con cui impegna se stesso fra le cose. La forma estetica, lungi dal superare il reale, col che si potrebbe intendere un disin– teresse per il reale, un an– dare oltre, un passare a una altra più beata sfera, Ca uni– tario, pesante, grave il reale. La leggerezza, la radiosa esal. tazione, che prende nel segui– re il modularsi della forma poetica, non è una conseguen– za del distacco dal reale. qua~ si che la forma poetica po– tesse tagliare tutti gli ormeg. gi con la triste realtà. ma è al contrario la leggerezza del seguire un processo •1nitario che mobilita, senza sprechi, le nostre energie. L'uomo soffre e si stanca più nell'inerte di– sordine, che è moto teso e in• tricato in mille direzioni equivalenti, che è logorio, lacerazione interiore, che nel– l'ordinata attività, la quale è scelta delle cose, loro direzio– ne omogenea. La forma este– tica è appunto in questo con– centrare, scegliere cfò che fugge, ciò che è poliv~lente. Nell'esprimere si trovano le– gami fra le cose che le di– stinguono, le legano a noi in modo ineluttabile. E' attraverso questa e scel- ta • delle cose che nasce ruo– mo, perchè questa scelta por– ta l'uomo non già a opporsi alla natura, quasi che la na– tura fosse un avversarLO già (atto e Corte davanti a noi, ma lo porta a vedere la na– tura a costitmrla e a fare tutt'uno con lui. · Nella forma poetica, 11 pe– so, lo spessore, la tensione data agli incontri delle paro• le, non è gioco, convenzione. Dare nomi qualsiasi alle co– se. e scaricare le nostre ener– gie dietro a questi nomi, por– tali dalla nostra immaginazio– ne, non è arte. H poeta non trova i tzonii delle cose nella propria imniaginazione, la quale non farebbe. elle porta• re le cose in un disegno a lui esterno, perchè i nonii deU'ininiaginazione sarebbero un nuovo spettacolo • ester– no • delle cose, non le libe– rebbero nè fisserebbero a noi in alcun modo. E' sempre pos. sibile, è il più grande peri• colo per l'artista, aumentare il disordine e la confusione delle cose, ponendo fra le CO· se legami e rapporti inessen– ziali, dai quali, o perchè non si volgono a un fine unico con vera coerenza, o perchè non sono nati da un reale im– pegno dell'uomo, le cose si volgono in una fuga che non risolv'e e non è ri~o. In questo caso l'arte manca e si produce il "brutto•, che I è moto incerto, disunione, superfetazione e nuova • in– distinzione • delle cose. II brutto è il • fl'ou •, il non ar– ticolato, Ja forma che torna su se' stessa o non ha vera I dialettica interna: è, sopra. t· tutto, il enza ritmo. Il bello è invece l'esaurì• mento dell'irrazionale, dell'in• distinto, dell'inerte. E' sel)'l• pre possibfle m una forma poetica scorgere il brutto che l'annulla come forma poetica, nella indistinzione: quando, cioè, vi sono parole o s•Joni o immagini, che non sono av– viati a una vera decisione, che non sono ne cessa rii, che sono interscambiabili. Certe parole, e certi rap– porti di parole, recano ancora in sè una polivalenza: se essa non è risolta, se non è e tol– ta ,., nel successivo chiudersi della !orma in una sola de– cisione, la forma poetica è stroncata nel suo cammino, resta esitante, bloccata nel suo ritmo, che si apre verso troppe cose, e lascia penetra– re in sè di nuovo l'inerte, l'indistinto, la grande inquie– tudine delle cose. la monoto– nia del tempo Quello che distingue il sem. plice e umano costituirsi del– la coscienza, attraverso la me– ,moria, dal vero costituir~1 estetico, è che l'uomo non può di certo realizzare un ritmo, un legame fra le cose, senza oggettivare q•Jesto ritmo, sen– za, cioè • farlo •, produrlo, possederlo come • prodotto •, cioè come e oggetto », che non è più • in lui•, ma è davanti . a lui, con quel che ha potuto I esprimere. L'arte è sempre presentP nell'uomo per poco che eg}J leghi l'individuale a una se- rie di rapporti dec1s1vi (an• che la conoscenza dell'albero e individuale• è non già sem .. plice intuizione, cioè visione lampeggiante, ma è intarsio di rapporti articolati, per 1 quali un albero diviene [or– ma, cioè concentrazione. scel– ta. satura di ordine). Naturalmente, però, perchè si abbia arte e non esistenza cioè si abbia distinzione, pro– cesso e conclusione, invece che accenno, tentativo che si sommerge nell'indistinto, bi– sogna che questi rapporti tra le cose siano veramente osa– ti, decisi, portati a compimen– to. Continuamente invece che liberazione estetica abbiamo sensibilità estetica, cioè pre– ferenza per ]e cose, esibizio– ne di certi rapporti, accenni di ritmo, ma ]'indistinto ci sommerge sempre di nuovo se non • chiudiamo » q·1esti rit– mi, cioè se non li sottraiamo al continuo sgretolarsi del tempo. al continuo riprodur– si di tempi esistenziali. / Solo la forma estetica può dare il superiore organismo che risolve il tempo. Perciò è necessario • chiudere• le immagini, le quali in sè han– no una rirrazione che si span– de e ricade: bisogna invece, conserva-re la forza delle va– rie immagini, parole, colori o suoni, e cioè tracciare una storia chiusa, nella quale tut• te le cose e le voci e i suoni del mondo siano distinti, uni– voci e al tempo stesso, pro– prio perchè conclusi, allusivi d'ogni forma possibile e in contatto con tutte le forme. Domande per '' Il • testimone,, La forma estetica r·,ba tut• te le energie all'uomo, lo svuota di colpo, ma nel sen– so che toglie le sue energie dalla perpetua domanda e ir– relazione nella quale esse con– fusamente vagano, e le pone in un corso fondamentale, nel quale tutto è necessario, tutti i gesti, gli atti, le voci, si offrono e tendono quanto è necessario a un intarsio re– ciproco, e l'orizzonte è fatto di impegno, esaurimento e de– cisione. L'arte è la forma ori• ginaria di decisiol1e della vi– ta e del tempo. (Continuazione dalJa 1. pag.) certa assenza di valori che è propria della nostra epoca certo dilettantismo morale che cerca una specie di alibi in una sensibilità pseudo-cristiana (citerò per esempio l'epi– sodio di Cécile), certe forme di precarie'.à spirituale, tanto più profonde quanto più inconscie, che dominano in un'epoca che. cmne la nostra, rifiuta i valori universali: sono fol'se qui I~ intenzioni del romanzo. E ritorna anche Ja questione della scelta di Parigi, una città dove squilibri, ambiguità morali, disOJ:icntamenti tipici del nostro tem– po. si ritrovano amplificati appaiono assai più acuiti .Per me s'è soprattutto trattato di mettere in luce. di fronte a un caso limite come quello che sta al centro della vicen• da, la disperazione esistenziale ct·un mondo che vive ai margini dei valori cristiani, che si dibatte nei compromessi d'una morale provvisoria. relativa, inadeguata. Ci sarebbe da rìfarsi a termini grossi, angoscia o che so io. Ma chi ne ha il coraggio? La cosa più giusta finora, mi pare l'abbia detta uno dei primi lettori, quando ha parlato di seu• sibilità cristiana in conflitto con un mondo non cristiano ». tivo anche p,rovvisorio di reazioni e giudi– zi. Da quello che ho visto fil'lora, le appro• vazioni sembrano prevalere sulle perplessità: Porzio su Oggi, Vicari sulla Settimana lNCOM i!lttstrata, Ornella Sobrero su Il pu,\• to, Angelo Mele su Paese·sera. Le perplessi• tà non concernono tanto la resa interna del romanzo, quanto la sua portata problemati– ca il senso del racconto. le domande che Ja. scia in sospeso una volta terminato. Ma anche a peccare d'orgoglio, questa è senza dubbio un fatto positivo: che si continui a porsi delle domande è un segno che il libro ha una sua presa, una sua validità. una sua vllalità ». Il poeta non trasfigura o supera le cose, gli oggetti. Essi sono indicati sempre con cenni semplici, nè vengono al– terati: la natura è ineliminabi– le nel fondo dell'operazione poetica, nè gli oggetti si dis– solvono o diventano altro lu– me di vita: più (acili o più difficili, più pesanti o più gra– devoli. E" !"uomo che si tra• sfig•,ra nell'alto poetico: egli riempie le cose, i nomi delle cose, di uno spessore, di una propagazione nuova. Sei soddisfatto d.el tuo editore? <e Senza dubbio. Ln « Massimo » è una casa editrice nuova. ma .ha un bel programma, e coraggio, in una situazione editoria]e come quella italiana .. dominata solo da alcuni no· mi tradizionali, ne sta dimostrando. Quanto a.Ile sue possibilità di penetrazione presso il grande pubblico, si vedrà alla prova dei Iat• ti. Ma non si dimentichi che alcuni suoi Hbri sono sta ii un autentico successo, .. E cioè d'un ritmo nuovo. Hai aUri progetti per, i! futuro? Perchè cambiando l"ordine delle parole d"\rna poesia se ne distrugge il valore? Cos"è quella pienezza dì ritmo che ne costituisce il valore in– sostituibile? La critica, pri.vatu o pubbUca, come ha accolto questo tuo lavoro? « Da trnppo poco tempo è apparso il li· bro, perch~ sia possibile tentare un consun• ....Progetti concreti? Un nuovo romanzo per le mani, un altro progettalo e rinviato sine die. Quella dello scrivere, purtroppo, è u11a malattia inguaribile. In molti casi, una ma– lattia mortale». ANGELO PAOLUZI La parola "colle • nel verso ,_, v-i~')I:... Sherl"OCk DOlmes assegnare la parte che gli compete al grande Sherlock Come compenso, ha diritto alla convivenza con lui, alle sue confidenze, quando questi vuol fargliene, conii• denze che però non oltrepassano i limiti dei casi pro• fessionali che gli vengono affidati; della vita privata di Holmes non sa nulla; della sua vita sentimentale ancora meno. I suoi discorsi in proposito sono illuminanti: « Non mi parlava mai della più dolce e della più !orte insieme tra le umane passioni senza un ironico sorrisetto. o un·aJzata di spaJJe assai significativa. Am• metteva ch'essa presenta un campo vasto e prezioso au·osservatore ed al filosofo, che aiuta possentemente a rimuovere li fitto velo che spesso nasconde le azioni degli uomini e il loro segreto movente. Ma per un ra• gionatore di quella forza, introdurre nella propria esi– stenza un simile elemento perturbatore equivaleva a compromettere, !orse in modo irreparabile, quel deli• cato e complicato strumento che era il suo essere mo– rale: era come una soggezione volontaria e perpetua ad influenze estranee e variabili alle a gettare l'ombra del dubbio sulla grandezza e sulla sincerità d·ogni sua conclusione men tale ... ». Misogù10, dunque, per necessità; perchè !"elemento perturbatore non possa incrinare e offuscare Ja deJ!ca• lezza deJJa sua vita. e di conseguenza del suo lavoro. Conclusione. come si vede. quanto mai puritana, anzi di un puritanesimo feroce: la donna. Ja grande nemica. non dove neanche affacciarsi nella vita delruomo ... Quando Watson si sposa, e lascia Ja casetta di Baker Street dove aveva vissuto per tanti anni, Sherlock Ho!• mes gliene serba rancore, anche se non lo esprime apertamente: Jo biasima di avere ceduto alle lusinghe femminili e di avere, in un certo senso, turbato anche la sua stessa vita. Ma c'è un'altra caratteristica di Sherlock Holmes che Watson ci rivela. quasi titubando: « ... Per giorni e giorni, se ne stava sul divano deJ salotto, pronunciando a malapena qualche monosillabo e senza contrarre un solo muscolo del viso, dalla matti– na alla sera. In tali occasioni a,•evo notato nel suo sguardo un·espressione vacua. assente. tanto che avrei sospettalo che facesse uso di qualche stupefacente. se la palese temperanza e l'igiene che regolavano la sua yita, _non mi avessero indotto • a respingere questa 1potes1 ... >'. Uno studio tn -rosso. prima opera in cui compare Sherlock Holmes, è del 1887; nel 1891 usci Il segno dei quattro. un altro lungo racconto nel quale iJ personag• gio Holmes veniva ancor meglio precisalo e definito Tra !"altro. l'ipotesi di Watson si rivelava vera: « SherJock Holmes andò a prendere una boccetta sulla mensola del caminetto, poi lolse dall'astuccio una siringa Pravaz. aggiustò J•ago all'estremità dello slru· mento con le sue dita affusolale e nervose. si rimboc· cò la manica sinistra. Per un istante i suoi occhi si fissarono con un'espressione pensierosa sul suo avam– braccio muscolosa e sul suo polso nervoso. ricoperti runo e 1·a1tro da innumerevoli cicatrici prodolie da tutte le punture che si faceva Finalmente si decise a ficcare l'ago sotto l'epidermide ... « Di che cosa ti servi quest'oggi? DI morfina o di cocaina?». gli chiesi esasperato Sherlock Holmes mi risposP imperlurbalie: • Di co– caina, soluzione al 7 per 100 Vorresti forse prova– re anche tu?,.. In seguito egli spiega aJramico come la sua mente non POS6a stare in riposo neanche per poco. com'egli debba lavorare continuamente con essa: analizzare sminuzzar<>. risolvere gli enigmi più astrusi e indeci– frabili. « Aborro la stupida monotonia della vita ordinaria Non posso vivere senza un'eccitazione intellettuale Ecco perchè ho scelto una carriera speciale. o piuttosto per• chè !"ho creata. dal momento che sono 1·unico al mon• do della mia specie . • Quando non ha sottomano casi da risolvere. che gli lengano occupalo il cervello. Sherlock Holmes ricorre agli stupefacenti. oppure trascorre ore ed ore pizzi– cando le corde del violino. Secr,ndo una sua dichiara– zione. forse un po· spavalda. il singolare mestiere eh, ha scel\o. « .. E" un mezzo come un allro per sfuggire aJ!a noia La sento sempre In agguato. che mi aspetta al varco < mi minarcia Tutta la mia vita non è che una sequela di sforzi per sfuggire alla monotona volgarità deJresi srenza quotidiana . » Questa. in verità. non è !"immagine tradizionale de famoso poliziotto dilettante, quale si presenta alla men• te appena si sente pronunciare il suo nome; l'immagine tradizionale ci mostra un uomo allo. magro. col profilo di uccello, gli occhi penetranti, di modi riservati, che risolve i misteri più fitti e simboleggia la genialità umana al servizio della giustizia Invece noi ci troviamo davanti un personaggi 0 che corrisponde a quel1o ora accennato nel fisico. ma ne differisce completamente nel carattere: nOn è l'amore della giustizia che lo muove, ma il disgusto della vila ordinaria, la necessità di tenere sempre in esercizio quella sua vulcanica mente, e anche un certo quale amore per il delitto ... In piena epoca positivista Sherlock Holmes ci appare come l'estrema incarnazione di un eroe romanfico, pal– lido intellettuale aggirantesi nel mondo del delitto e deUa perversione. perseguitato, ossesso dallo spleen, dalla consapevolezza dell"inanilà della vita. La sua flgu. ra campeggia sullo sfondo di quel solido mondo vit· toriano che il romanziere Conan Doyle non può fare a n1eno d.i ritrarre in tutta la sua, innocente proso– popea. in tutta Ja sua placidità, che traspaiono anche attraverso le avventu1·e del poliziotto. Romantico, decadente, puritano, ma anche positivista. e dotato di quello spirito scientifico che in quegli anni imperversava, Sherlock HoJmes costruisce le sue per– fette deduzioni su indizi impercettibili, e forse im• probabili: « Da una goccia d'acqua un ragionatore logico po– trebbe dedurre Ja possibil,;, esistenza di un Atlantico o di una cascata. del Niagara, senza averli visti e senza aver sentito parlare nè dell'uno nè delraltro. Così. tutta la vita è una grande catena che rivela la sua natura a chiunque ne osservi un solo anello. Come tutte le altre arti. la scienza della deduzione e dell·analisi può essere acquistata soltanio attraverso uno studio lungo e paziente ... ». Negli anni in cui Èmile Zola era convinto. e Jo pro. clamava. che un genere così fluido e impalpabile com·è l"opera d'arte e iJ1 particolare il romanzo. pote,;se met· tersi al servizio della scienza. potesse essere uno dei tanti strumenti, e non il minore, coi quali il Progresso traccia\·a le vie maestre all'umanità; in quegli annl SherJock Holmes. egli pure utopista. innalzava al ran• go di scienza J'arie deJJa deduzione. e pretendeva, iJl una sorta di feroce determinismo, che le mille facce, le mille espressioni della vita potessero concretarsi, rag• gelarsi per così dire. nell'espressione dei soli indizii rilevatori. invece che in una strao,rdinaria varietà dj [orme. Eppure. se dovessimo trovare una parentela. sempre letteraria. a Sherlock Holmes. non sapremmo trovare di meglio che il decadentissimo Des Esseints, sorto dalla fantasia di Joris-Karl Huysmans nel 1884. « no studio in rosso. no? - disse SherJock Holme, -. Perchè non dovren1mo usare il linguaggio artisti· co? Nella matassa incolore della vita corre il filo rosso del delitto. e il nostro compito consiste nel dipanarlo nell'isolarlo. nelresporne ogni pollice ... ~ Uno studio in rosso, titolo anch'esso decadente, ~ quello della prima opera. come abbiamo visto, in cu: compare Sherlock HoJmes. Ma in seguito i titoli di ventano più conformisti e più funzionali: Il segno de: qua~tro. L'uomo dal labbro spaccato, I cinque semi d'a ranc>o La Lega dei capelli rossi. L'antico formulario. Il trattato navale.. Ma anche il geniale poliziotto dilet• tante cambia un po· carattere: la cocaina, la morfina scompaiono: quel suo disgusto per la vita. cosi chiara– mente ostentato. pare attenuarsi; la sua crassa igno– ranza di certe discipline dà luogo a un'informazione pi'1 enciclopedica. lo strano. in lui. dà luogo allo stra vagante: egh diventa un professionista. in un certe, senso s·imborghesisce E nasce di qui l'immagine tradi zionaJe di Sherlock Holmes ' Forse questo mutamento non è avvenuto per caso Lo const~ltìamo progressivamente a partire dai raccont, uscili sullo Strand Mazazine dal 1891 in poi. quei rac– conti che diedero fama mondiale contemporaneamentr a Sherlock Holmes ed a Conan Doyle. Forse lo scrit tore dovette obbedire ai consigli degli editori della ri vista. di non offrire al pubblico un eroe troppo vi zioso o strano o forse egli. consapevolmente o no, si adeguò ai desideri del pubblico. di quel pubblico che in mille modi sa manifestare le sue preferenze e le sue volontà. In un personaggio cosi popolare e cosi un1versalment, noto ha finito col prevalere !"abbia voluto o no il sur creatore. l'aspetto positivo Sherlock Holmes non potev, restare a lungo il decadente estenuato e forse un pocr morboso che usa le meravigliose facoltà dl cui. è state dotato per lottare contro il male. ma in definitiva pe1 viverci dentro: perciò è diventato. a dispetto di se stesse e del suo vero lo. la leggendaria incarnazione di alcu ne tra le mil!liori qualità dell'uomo. e, pur con la sua eccentric!là, un concentrato di desiderabili perle· zioni. i\1ARIO PICCHI leopardiano dell'• Infinito• sta in fondo a l,Jna sequenza verbele che vi fa battere l'ac• cento. Non è un colle qua– lunque de1l'orizzonte, e noo è nemmeno il colle davanti al quale passando ogni g1or• no avvertiamo come Jo scan– dirsi d'un ritmo fatto della nostra stessa vita. E' •Jn colle .; portato via • ne1la forma, con un valore unico, con una morte unica, che è avviato a una dialettica di rapporti, da1 quali non potrà sfuggire, e che nel giro melodico potrà occupare un posto solo, un solo destino. Che cos'è che • poetizza > questo • colle •? Che cosa lo toglie dall'essere inert<, cita• zione del concetto di colle, del suo nome di prosa? E' appunto questo suo cadere m un ritmo teso, che elimina accuratamente ogni supersti• te esitazione o energia va– gante attorno al colle: nella forma poetica le parole si br•Jciano fino in fondo, ver• sano tutto il loro succo: la loro armonia nel verso è sem– plicemente la pienezza con la quale le cose si esauriscono nel loro tempo, per salire a un incastro inesorabile, nel quale la volontà essenziale dell'uomo è risolta fino in fondo: poesia è dare fondo alla vita, è trovare alle pa– role o a suoni o alle forme una risoluzione. Per mezzo della poesia l'uomo si traccia il profilo di un suo ordine delle cose: rende ineluttabile consegnato, immolato quasi, il suo proposito di vivere: l'uo~ mo si costituisce nella forma poetica in q 1 Janto consegna a una forma unica i suoi rapporti con le cose, elimina ogni altra rappresentazione, decide il tempo nel quale le cose si presentano a lui, non già si presentano « davanti a lui », e ottiene forma poetica proprio in quanto la forma e univoca, conclusa, è il suo •1 respiro n delle cose. è il suo " tempo concluso •, e l'univer– so si cancella dietro la forma poetica, cioè si cancella l'in– distinzione. Nel verso leopardiano la poesia incomincia a nascere in quel destino in cui sono attirali i nomi: nella pro– porzione del verso, nel suo giro, nella sua attesa, quel che l'uomo vi porge è la ri– soluzione totale dell'uomo, il dare solo in questo tempo la situazione accennata, che por– ta ad addensarsi e a rilasciar– si secondo una forma inegua– gliabile•. BRUNELLO R01'Dl (Continuazione dalla I. ll•lr•l monianze dei naufraghi, le l'improvviso ~na dimensio- donne che furono amanti di ne affettuosa di rie O r di: soldati. gli uomini che vide– • Quando Anna scomparve ro morire tanti e tanti di inu– succhiata dalla vita monda· tile morte. Interroga i testi– na costruii un sedile con ra- moni, penetra negli ambienti mi di salice nel nostro rifu- equivoci delle pittoresche cit– gio dell'isola e poi partii de- tà, si lascia condurre tra la ciso di non tornare se non gente più. dive~sa, segue le avevo trovato Je songenti del t,racce Jab11l ali estremo del~ flume. Gliel'avevo promesso I uomo scon?sc1uto al quale e tante volte! E lei rideva fino le~at_o orma, da un suo segre– alle lacrime. Quando tornai to d1 cui solo Ann~ è depo– dall'ult,ma esplorazione ver- s1_tana e che. gli e pers:no so Il castello di Moncalieri la d1ific1le dl decifrare con ch1a~ capanna era incenerita ed il rezza ,_n se stesso. Giovanni fuoco correva ancora tra le Brua ~!Sale a poco a poco dal erbe secche•. suo m1ster10~0 silenzio ~ttra- La decisione di Ferrero di verso le. testimonianze di una recare un aiulo alla muta e donna incontrata ai Cairo: tranquilla disperazione di Ferrero lo cerca a. Beyr_ut, .a questa donna, ormai passata Damasco, ~ Te_! Av1v, nei K1- da anni nell'ambiente della buz _palestmes1. Infine ! ultt– buona società torinese in un mo mdlZlO del marito d1 A~– mondo che non è e non può na lo cond1,1-ce a Belgrado. s_1- essere il suo, matuTa solo no a. che 1;1esce a trovarlo_ m quando ritrova in lei un se- un villag_g10 serbo, con un al– g.no della compagna d'infan- tra. moghe e co~. un altro n<:,~ zia: « Si era ricordata in tutti me. Jovan TudJin e non p1u quegli anni di Ferrero capo Giovanni Brua, deciso a ,;pez– de!La banda, di Ferrero che le zare per _semp_re ogni Je~ame a,veva oroinato di essere la con la vita_ di J)nma. d1spe– sua odali,ca dentro la capan- rato e tragico simbolo d1 un na sull'isola del ftume. Ride- dr:mima c_he _non gli cor:ser:te va silenziosamente ogni tanto. piu onna1 di t~rnare md1e– Fu solo quando ac-cese una tro. • Non eb,1?i bisogno di slgaTetta che mi a~orsi che pa,rlare ... anch io sape_vo del– pian,geva. Quella sua voce la dlg_a che Giovanni_ aveva calda e che pure sem:brava C<,>struito p1etr!1 su pietra _e franare verso il singhrio.zzo mi giorno dopo giorno contro 11 stava paa-a.l'izzando ... ,, suo passato _e che sarebbe ba- Il lungo viaggio alla ricer- st<l:ta una p1cc1la bn~ccìa per– ca di un'ombra è dunque co- che tutto fosse travolto •. me il prolungamento per Fer- Il romanzo di Terra con la rero di quella lontana e forse sua ricchezza di ambienti, di labile avventura. è la sua pro- personaggi, di incontri, ma va di fedeltà, anche se non soprattutto per le testimo– lo confessa, a una sua ]onta- nianze di un grande dramma na e viva immagine giovanile, collettivo del dopoguerra eu– è un impegno verso se stesso, ropeo, è forse uno dei pochi, un ritrovarsi e un riscoprirsi; oggi, in Italia, che escano dai ma nella sua indagine il gior- limiti di una narrativa sta– nalista ritorna con tutte le tica, centrata attorno a temi esperienze del mestiere. col casalinghi e ristretti. Terra è senso acuto delle persone e un narratore che ha come po– degli ambienti: opera in essa chi il dono di penetrare nel– il suo senso, addirittura un l'intimo di fatti e di situazio– sesto senso. di una tragedia ni, di far vivere in una nar. europea di cui egli interpreta razione densa e serrata una i segni negli incontri aV\·en- vicenda la cui complessità è turosi con Je sue tracce più in gran parte dovuta alla dolorose e segrete: i cimiteri stessa materia. di guerra in Grecia, le testi- FERDINANDO VlRDIA 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 : llNEE AEREE IN 4 CONTINENTI E" uscito iJ numero doppio ~ (luglio· agosto) di SIPARIO : dedicato al teatro tedesco, a :: drammi ancora sconosciuti in = Italia: u I Fanatici 11 di Robert : EUROPA: Francia, Inghilte.rra, Svizzera, Germania, Portogallo, Grecia. Musi! a cura di Mario Spagnol, - .ohe pubblka tre importanti le• sti teatrali di grande successo e - ASIA: Libano, Siria, Irak, Arabia. l"opera drammatica di uno dei maggiQ.fi scrittori tedeschi;. « Il Capitano di Kopen.ick,. d\ CarJ Zuck.ma:rer, il l"Qàggior~ sµc• cesso teàÌrale degli ullimi tren· t'anni; « Shakespeare urgente cercasi» di Heinar Kipphardt. la satira del regime comunista [atta da un « premio Stalin». Il fascicolo riccamente ilJu. strato. contiene inoltre un pa– norama del teatro contempo· raneo nella Germania occiden• - tale e nella Germania orienta· le: un bilancio dei successo di autori 1taliani in Germania; una rassegna dei maggiori sce– nografi tedesthi contemporanei a cura di Guido Frette ed altri importanti articoli di Ulrich Seelmann Eggebert, Lothar Creutz, Gert Kalow, Gustav Rudolf Sellner, celebre regista. Vito Pandolfl. Italo Alighiero Chi usano. - Le consuete cronache illu- :: AFRICA: Libia, Egitto, Sudan, Somalia, ·Kenia, Unione· Su-d Africana. AMERICA: Brasile, Venezuela. Uruguay, Argentina. II ITALIA: Roma-Torino; l\lilano-Roma- Catania. Gli aero plani più moderni Le tari/ /e più convenienti L' assisten:;a più curata Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al Yostro Agente di viaggio o all'ALITALIA . ROMA· Via strate degli spettacoli e del :: L. Bissolati, 15 . Telefono 470.241 _ teatro per televisione. ,111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111-= Per tutte le spose italiane ritorna un grande concorso ! "PREMIO NECCHI LA SPOSA D'ITALIA 1956,, ., .... ". • 20 MILIONI in gettoni d'oro e in ricchissimi doni Entrate nei negozi- di moccbioe per cucire NECCHI e ritirate la scheda di partecipazione coo le modalità del cone-0rso. 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