la Fiera Letteraria - XI - n. 36 - 9 settembre 1956

nno 'T. 36 SETT/Mi.ANALE DEL·LE LETTERE DET:,DE 4RT1 E DELLE SCIENZE Domenica 9 et1.embre 19S6 SI PIIBBl.l<.i\ LA DOMt ICA Òiretfore VINCE ZO CARDAl{ELLl QUESTO NlJMEHO L. <io l•IH1• 7.lt> NE AMMINISTHAZIC>Nt,; HOMA Via di Porta Castello 13. telefoni Redazione 555.487. Amministr 555158. PUBBLICITA: runm1otst1., LA F'IEH.A Lf•:'l"J1':HAltlA• V dl Porta Castello. 13 · Roma TAR Commerctall L 150 Vrl , .. rial, L RO al mm ABR<>NAMla: Tl· Annuo L :a 700 Semestre L 1 400 l'rìmestre L 750 Estero Annuo L 4 000 . Copia arretrata L 100 • Spec!!zlone In conto corrente postale (Gruppo TI) • Conto corrente postale n I 3!426 Liricità dell'Arte di * RRL .. VELl~O Rt>.\'l)I anzitutto veramente arrivare a cogliere • questa vita• e non una S'Ja fuggente ombra. L'arte per non essere vita deve liberare in tutte le sue vere relazioni il termine del– la vita, altrimenti tutto ciò che non è elaborato e aHer– rato nelJ'arte, verrà così e ci– tato• e distruggerà la forma estetica con l'alone di altre [orme male incastrate, male risolte. Naturalmente non è necessario che l'artista com– pia, ogni volta che • crea • (e non c'è mai e creazione••) un inventario dell'universo e e del tempo storico, ma per vie misteriose, in una forza maggiore o minore di irrag– giamento, nella sua opera sa- BRUNELLO RONDI (Continua in 2. J)ag.) Mnrio Broirlio: composizione (A pag. 3 • Rcna(o l\1ncci: Broglio) 1\0lllT1I' I\ IJIBIIERIA ·* La fortezza del l(alimegdan * Il romanzo di Terrei con la sua ricchezza di•arri.bienti, di personaggi, di ii1co11lri.ma sopratullo per le t,esti1110nianzedi un grm1de dram– ma collellivo del dopoguerra. è ww rl(Jipocni che. in llalia. escano dai limiti di ww 11~1rrativa casali11ga.Terra è 1m a111e11tico narratore ,li * FEBDI\ liVl)O I IIIIJli-l E' molto difficile delimitare confusa. ed i cui documenli I città natale, e all'ambiente e con chìarezza i confini tra la letterari ci appaiono oggi in alla società torinese. Si spie– narrativa vera e propria e la gran parte deludenti e cadu- gana in questo modo talune letteratura di viaggio che in chi. Tuttavia possiamo dire affinità dei mondo del Terra li conccllo di liricità del– l'arte, quando lo si intenda e rinnovi. può esaudire le esigenze di un'estetica avan• zata. Liricità è e: innalzarsi• dì qu&lcosa dall'io, non è fredda imitazione o ripetizio– ne, ma in questa idea del– l'innal.zarsi, del prodursi, del– la nov1ti\; de1la tra,zione nel canto, del • raptus,. dell'in– teriezione, c'è molto più di quanto non sembri, il con– cetto basilare di una e novi– tà•, di un dono di canto, che l'artista fa al mondo, pur non impegnandosi a dare i termini della propria anima individuale. Liricità, canto, e assoluta esclusione, nell'intuL zione e pura•. di elementi pratici o concettuali, vuole in ultima analisi significare questo fatto totalmente atti– vo delruomo verso se stesso, dove, c'è tutta la storia e tut– ta la natura. Che l'arte si regga sulla fantasia, sull'in– tuizione e pura •, sul • canto•, e non classifichi, pronunzi, qualifichi o de(inisca, signifi– ca in sostanza che non accetta il mondo come è, o come può essere sistemato, ma lo rive– la, lo produce, Jo fa proprio, lo e innalza •, cioè non fissa le cose a un ordine che già sappia, o al quale possa ar– rivare mediante una tecnica già stabilita, ma cerca l'ordi– ne che non a. L'arte nasce sempre dal non sapere che ordine si può dare a se stessi e alle cose. L'arte, cioè, è il solo atteggiamento umano per cui non si va verso le cose per racchiuderle in una nor– ma che si conosca o per for– zarle in un'interpretazione che si a{fili e possegga, ma si cerca un nuovo ordine di se stessi col mondo, racco– gliendo uno slancio originario che poi verrà cristallizzato in leggi e relazioni, e e de!ini• lo •, ma che solo l'arte può co,e-liere nella sua reale por. tata e fecondità. L'arte è la la sola forza umana che pos– sa produrre un ordine vera– mente « nuovo • 1 dal mistero: il resto non è che applica– zione, elaborazione, lavorio interno di un ordine che già si conosce. UN Dll§CUS§O MAESTRO DEL NOVECEN1"0 questi ultimi decenni si è ve- che RancoTe, apparso sotto le con quello di alcuni romanzi nuta particolarmente accre· insegne dell'editore Einaudi, e racconti di Cesare Pavese, scendo anche in Italia. Sino pur rispecchiando certe im- affinità. diremo. non tanto sul a che punto un invialo spe- postazioni scontrose ed ama· piano espressivo, quanto nel ciale, 0 comunque uno scril- re dell'ondata neorealistica, clima di certe evocazioni am. * di Gide lore impegnalo in una inchie- può esser !elio anche oggi co- bientali evocazioni che nel ta che comporli l'esplorazio· n~e la testimonianza, persua. Terra. ~omunque, fanno parte ne (mte a, questa parola ,_ns1va e concr~la. pur_ non sen· di un paLrimonio autobiogra– senso Lull_altro_ ~he. romantt: za 1!1ne~ab1l,. dtfe~tt dt nt'.:'~ fico nel senso di un ricordo co, ma net )_11:Hlt l?'u mod~st, e d1 stt utl~ll a, dt 1;1na c1ts1 di vita giovanile sul quale si di un servizio g1ornallsl1co) morale. soctale e p 1colog1ca, . .· 1 fi . d' A di * GIACOiflU A N''l'O ~ ISI di un determinato paese. di e soprattullo come l'indizio ~n1~ 11 s\e ; J~ 18 t ;,na e una regione, o magari di una di una non comune allitudi- u f 1 d \ ~. iamm~.. a~– sola cillà, non si pone anche ne narrativa che oggi è pie- pun ° a 1 amma 1 ques a u un piano di fantasia e di namenle confermala da que- donna spenta, ~a n_on rasse– invenzione, per quello alme- sto romanzo nel quale è af. gnata, c 01 1:1ech,u~a m ui:, eh– no che riguarda tipi caratte- frontato uno dei temi più an- ma dt lucida folha: che 11 ra– ri personaggi emblematici, o gosciosi di questo nostro tem. ,~anzo trae_ tutto 11 su_o mo- L'arte è essenzialmente lo atteggiamento stesso principa– le della vita, che solo nel– J'nrte sl può due. nella !or– ma. Nell'arte si rivela, e pren– de consapevolezza. definizio– ne. Il magma osc•Jro cl, tulli 1 giorni, di tutti gli spazi. Liricità è cosi questo slancio autentico, questa verità tutta liberata in canto. Ma pcrchè ci sia l'arte è ne– cessario che ci sia davvero rivelazione di questa « tempo– ralità • originaria: perchè i Bruscia Brtino Quanti poco dopo la morte di André Gide hanno scritto che egli verrebbe presto di– menticato e poco di lui sa– rebbe rimasto si ono sbaglia– ti. Essi hanno tenuto conto soltanto della loro reazione, che può e sere anche quella di parte delle nuove genera– zioni, verso certi aspetli del– l'opera di André Gide e del fatto che i tempi sono mutali ed il gusto l'indirizzo le( tera– l'io specie in narrativa sono oggi diversi da quelli del primo quarto del Novecento, quando Gide compì la sua graduale ascesa, sviluppò il massimo della sua attività ed esercitò in Francia e all·esle– ro su molti una decisiva in– fluenza. Ed è stato il loro errore. Non si sono resi con– to del posto occupato duran_ le decenni da André Gide nel– le lettere europee, del peso della sua personalità, degli ef!ctli durabili a lungo dopo la scomparsa dell'azione ri– voluzionari.a da lui capeggia– la nella letteratura fvancese del Primo Novecento. sincerità è stato lr!lllalo a volle duramente. Ma in de– finitiva ne ha guadagnalo. Perchè quanto è rimasto di interesse e di fervore da par– te degli uni e degli altri è sponfaneo e genuino. Nessu– no monta sospettoso la ~uar– dia 11Horno alla sua memoria, ne sl.Inò impedisce che se ne . . meno. di talune ituazioni o po, quello del combattente v1menlo e 11 suo svolgimento parli liberamente cercando di Benchè Marce! Proust nul- ganda _ogni angol? recondito di particolari stati d'animo? sradicato dal mondo delle sue successivo. Il giornalista Fer. dire la verità. la debba personalmente a della vita e d1 altn come. Tho~ Si pensi ad alcune pagine di origini. dell'uomo che. con- rero, che narra in prima per. Accanto a Marce! Proust e Gide non è azzardato dire m~~ Mann. 0 Paul :1:a!e,y si un Borgese, di un Prezzolini, dotto in terra s_tranie1:a. dal• sona l_a sua_ curiosa avventu· per un altro verso a Charle che senza la previa creazione esita ancora a pa, lai e con di un Monelli, di un Napoli- la guerra, ha ncoslrutlo una lt'a. è mfattt persua,o alla ri– Peguy, Maurice Barrès e di un movimento di rinnova- franchezza per _non .m·tare le- lano - per fare i nomi che vita ta~liando Jiuoni da essa cerca dei marito di lei, di· Charles Maurras egli ha eser- mento operato dalla Nou- gittnn~ su cet_tib,~it_a, su. An= primi vengono alla _memoria ogni s_uo _legame col l_)assato.l perso in guerra nei Balcani. çitato un'immensa influenza velie Revt,e Française e do- dié _G,de la discuss!one e st a -, nelle quali non d> Tado la Esso e direttamente 1sp1rato quasi per una postuma fede!– su tutta la vita_ intellet~uale vuto in primo luogo a Gide e la ltbera quasi subito e_P•e,·- presenza di un determinato dalla condizione per così di-•tà all'immagine della campa– francese della prima meta del alla sua opera, originale ed re Herban ne ha dalo 11 .In· personaggio mostra senz'altro re professionale dello scnt-1gna d'infanzi'a, riemersa al- blo· ste esempto, retllficat? pot_al~ la tr,1ma cli una costruzione tare e giornalista, ma <1nche FERDl 'ANDQ VlRlllA sec · al primo approccio ~)lora. in- meno m parte dai ncord, d! di per se stessa narrativa. 0 da fatti autobiografici che Je,.. __ soltt~ f'lP~mr,lt1 Jetto11•.av1 e~- Roger Martin du Gard e dt J1 ,·ict:udt: eh~ potrebbero gana il Terra a Torino, sua (Continua. In 2. p•g-.) be d1(tìclln\ente avuto la 11- Claude Maunac: . , trovar posto Jn un racconto sonanza che ha ottenuto. E e Ora sono usc1t1 qua 1 con- . . . questo è vero di Proust, Io è temporaneamente due libri 0 . 111• un iomanzo'. e q~eSIO, mollo maggiormente ancora importanti che gettano fasci natuialment_e, senz_a v_em! me. . . . . . no a quegli obblighi dt ob· d1 quanti sono apparsi alla d1 lu~e _ulla v1la e _la perso- biettività che non sollanlo il . rib-alta o si sono affermali nel nahta d, ~ nd ré G,~e: "L~ mestiere comporla, ma che primo dopoguerra. Ciò vale Jeunesse I d A<'t'fr G•dJ" ddt comportano allresi le situa– per Radiguet. Giradoux e Mo- eai:, De ayM dal ,_mar eA ,t. zioni che allo scrillore preme . .· . Pans) e « a e eme et n· . . rand come ~• Mau, 1ac, hai· dré Gide,. di Jean Schlum- d_1mettere m luce .. Va a~che don~e. Juhen . Green. M_on7 berger (Gallimard edil. Pa- n~or~ato che il g1orn_allsm~ !heilant e Mah aux. Menl,e e ris). Essi differiscono per 10 p1u ,e~e~te, scosla_ndosi dagl, mutile sottolmeare quanto ad argomento. per il modo di schemi di_una pedtsseq1;1a do· ':n~ré ~,de _.d~bb~no n~me- lraltarlo e per l'indole e la c 0 ument~z1one _per d~r vita al· 10~1ss11nialh, _sa~g1st1, pi osa- posizione dell'autore: ma han- I evo_~az,one d1 una, ealtà tan– (01'· memor!ah t1. . no in comune oltre ad una lo pm profondamente e acu- L'opera_ d1 André G1d_epur nobiltà di intenti ed un vero tamente studiata su un pia– u~ndo •~- parte ~uell'mev1- rispetto per il grande seri!- no storico, esige _dall'inviato labile ~e• 1od? d1 . cos!dello tore di cui parlano l'autorità che falli e s1tuaz10111 venga– pui:gal?n0 cui lutti gli au- inerente a chi possiede inie- no travasali in una dimensio– ton p1u o meno debbono_ ol- ,·amente I materia che trat- ne che non è più quella del· tostare dopo la mort~, runa- la. In am~o i ca i si può af- l'osservazione direlta, bensì ne pres~n(e._ Ma nvo_ e sopra- fermare che il soggetto a voi- in quella di una trasposizio: tutto 1mte1esse P'7l la ua le scabro o è stato avvicinato ne narrallva, traducendo l persona ess~ndo egh una del- con delicatezza e competenz,a. dati immediati. i riferimenti I~ figure p,u comples e e cu- Sul libro di Jean Delay so- alle situazioni contingenti. su rio e che le lettere eur?_pee no state sc,i(te specialmente un tessuto la cui trama è com– abb1.3no avuto nella P' nn~ da noi in ìtalia spaventose posta dagli innumerevoli fili mela . del 'ovece~1to. S~ ~1 sciocchezze e vergognose voi- di esperienze complessive nel. alcum come Dav_1d Hel be! l GIACOMO ANTONINI le quali la personalità di chi I PENSIERI E LE ORE * Il personaggio Sherlock Holmes * Romantico, decadente, la sua figura campeg– gia sullo fondo di quel solido mondo vittoria– no che· Conan Doyle non può fare a meno di ritrarre in tutta la sua innocente prosopopea * giorni po sano adunarsi in canto bisogna quasi che la !orma possa risolvere in sè, ed esaurire, tutti ì più mi– nuti impulsi temporali del– l'uomo, bisogna che si ponga sul varco di una totale rela– zione. Cioè nel mei tersi da– vanti alla propria vita, per formare il canto, l'uomo deve Il caso di André Gide è del lutto diverso da quello di Paul Valéry, e maggiormente an– cora da quello di Paul Clau– del. Atlorno alla sua person.i od all'opera non è mai stato ist it.uito una specie di cullo art ifìcioso. Ne l'una ne l'al– lra del resto vi si pre tavano. Il campione della spietata André Gidc L~wrenc~ o. Ramer Mana -- crive opera una totale rie· Rilke si e scn(to mol1o mela- \Continua in 7 · l'•::'·) laborazione assai più vicina di JIARIO PIC{'HI Sette domande per «II testimone» "Difficoltà di contenuto? - dice Pomilio - Il mio problema maggiore, è stato di ridurre a verosimiglianza il reale,, Accanto alla narrativa sulla e della Resi· stenza, un altro fenomeno cospicuo della no– stra lelterntura contemporanea è dato cer– tamente dalla narrativa meridionale. Ambe– due in cer(o modo si inseriscono (sia purP in parte, e con riserve, cautele ed eccezioni) nl>I filone neorealistico. che ha dato, grosso modo nel periodo ·45_ ·ss. alcuni libri fra i più interessanti del dopoguerra e ha rivelatn alcuni fra i migliori narratori della nuov;> generazione. Ma la narrativa meridionale ha caratteri, esigenze e spirito del tutto particolari (e a questo proposito. vedasi fra l'altro il volume La narrativa. meridfonale recentemente edi– to dall'Editoriale C. D.. e nel quale sono or• ganicamente raccolti gli interventi di qualifi– cali esponenti delle nostre lettere. interventi a suo tempo comparsi in un dibattito cul– turale svoltosi sulle colonne di « Prospettive Meridionali »l: in essa possiamo trovare due indirizzi principali, dei quali il primo è do– vttto ad autori meridionali che parlano del loro Sud, conferendo però al fatto o al rac– conto un significato e un valore universali;. U secondo invece è dovuto ad al(ri autori, put: essi n1eriè.ionali, i quali però mos1rano altri interessi di carattere wnano e cultu– rale. Non vogliamo con ciò affatto dlt·e che gli uni operino con maggior merito degli altri o viceversa: alla resa dei conti. nella prima e nella seconda categoria (e s'intende che que– sta è una classificazione di comodo). eststo– no i più bravi e i meno bravi, gli autentid o i mediocri scrittori. Fra coloro che. pur appartenendo anagrafi– camente alla narrativa meridionale, spostano tuttavia - e con eccellenti risultati - la loro indagini su una condizione umana di meno immediata risonanza locale. è da an– noverare Mario Pomilio. Autore di un ro– manzo, L'uccello 11e!la CJLpola, edito nel '54 da Bompiani, che fu salutato dalla critica con molti consensi, e al quale fu conferito un Premio Marzotto, Pomilio ha pubblicato negli ultimi tempi un nuovo libro, Il Testi– mone. edito dalla Massimo In occasione dell'uscita del libro. abbiamo rivolto a ,Pomilio qualche domanda. special· mente con~iderando la nuova dimensione e la problematica cui il romanzo, ambientalo a Parigi, dà luogo. Perché U romartzo è ambientato a Purigi.? « Il !atto di cronaca da cui ho tratto lo spunto avvenne appunto a Parigi. Cosi. fin da quando mi s'impose - mi s'in1pose, dico, fantasticamente - mi parve impossibile am– bientarlo altrove, soprattutto perchè mi sem– brò che quel tanto di tremendamente inve– rosimile che c'è nella vicenda (conosco !'o· biezione che mi si potrebbe muovere, " so che un· romanzo ha sempre il dovere d'es– sere più verosimile cl.ella realtà) solo sullo sfondo di Parigi potesse conservare un ca– rattere di piena verosimiglianza. Compren– do del re lo la ragione nascosta della do– manda: si ha una certa diffidenza. da noi. verso lo scrittore che tenta d'uscire dal pro– prio ambiente anche regionale: la sua è con– siderata quasi un'evasione gratuita verso il « romanze co ». A mio ·"parere. ovviamente. è una riserva çhe non sus iste, anche perchè quella dei miei romanzi vuol essere sempre 1Jna dimensione morale, mai ambientale». Hai trovato motte! dijfico!tà, di carattere stilisr,ico o di contenuto. per scriverlo? E quanto tempo hai impiegato? « Quanto tempo? E' difficile dirlo. Ci sono sempre un ante e un post cronologicamente incommensurabili. di elaborazione e riela– borazione, di sistemazione e ripensamento. Se debbo starmene al tempo di stesura puro e semplice. dirò che le prime pagine sono. mi pare, del settembre 1954. le ullime del feb– braio-marzo 1955 Ma quello era ancora un centone. La preoccupazione maggiore,' in se– guito, è stata di dargli unità trulturaie e Mario Pomilio (a destra) con il gio,,ane scrittore Lanfranco Orsini stilistica. E· una fatica che tutti. credo. co- noscòno. Dl!f\coltà di contenuto? Il mio problc na maggiore, l'ho già detto, è stato di ridurre a verosimiglianza il reale - non lo si pren– da per un gioco di parole -. Il resto m'è venuto molto naluralmente. Ho soggiornato a lungo a Parigi. molti dei personaggi m~– nori potrei dire d'averli visti. le strade e i luoghi che descrivo mi sono familiari» Anche te carceri? ..:< In un certo senso ... Stilisticamente, poi. credo che questo secondo. per chi conosce già il mio primo libro, sarà forse una sor– presa. Non è che scrivendo io obbedisca a presupposti astratti di poetica. Ma. per espe– rienza. credo che sia il tema, in ultima ana-à\ lisi, ad imporre lo stile. e che il rischio maggiore. per un narratore. sia di svolgersi all'interno di uno stile piuttosto che all'in– terno d'un mondo e d'una tematica. D'al– tra parte in sede di romanzo. assai più che di stile parlerei di distanza narrativa: è fa prospettiva da cui si colloca l'autore, il pun– to di vista 'che volere o non volere i suoi personaggi ·gli impongono. a decidere in d~– Gnitiva anche dello stile». Qual'è il significato rhe tu hai. in defini tiva. votulo dare ai romanzo? • Senza dubbio, è la domanda più insidio– sa. Di intenzioni, per un autore, è più fa dle parlare durante la stesura, quando J;t materia è ancora allo stato fluido. che quan rlo ormai realizzata e obbiettivata. si ripro– pone come una realtà a sè stante, e, come tutte le realtà. resta esposta alle più di– verse reazioni, a seconda della sensibilità di chi la osserva Credo anzi che proprio di qui cominci la vita storica d'un romanzo e che non ci sia romanzo vero che non lasci dei residui, che non susciti dei problemi esterni alla stessa pagina, che non si colori. nella mente di chi lo legge. d'un alone d'impreve– dibilità Non parliamo perciò di significato stiamocene solo a]]e intenzioni DenunziarP AN.GELO PA9LUZI (Continua in 2. 1mg.) al Tomanzo e al racconto che non aHa vera e pt'op;ria no– ta cronachistica. Molto più raro e difficile, presso di noi, che l'esperien– za di viaggio del giornalista e comunque dello scrìttore– viaggiatore si traduca in ve– ro e proprio romanzo o in vero e proprio racconto. Di– remo anzi che in Italia non hanno finora fruttificato se non in modo assai scarso, spo. radico ed anche assai poco convincente come risultato sul piano artistico, gli esempi di scrittori come Maurois, come Morand, come lo stesso He· mingway. Sino a ieri romanzi direttamente ispirati dai viag. gi di un giornalista. o dallo stesso me tiere gioTnalistico. che offrano materia per un esame critico positivo si con· tano sulla punta delle dita e magari di quelle di una so– la mano, come qualche ro· manzo e qualche racconto di Paolo Monelli e come presso– chè tutta l'opera narrativa di Giangaspare Napolitano; sia l'uno che l'altro assai ingiu. stamente trascurali dai criti· ci e di rado citati in saggi e panorami. Di recente. proprio su queste colonne, ci è acca– duto di occuparci del volu– me di racconti di Angelo Del Boca ispirati quasi tutti da ue esperienze di inviato spe– ciale. Oggi è la volta di Ste. fano Terra, il quale ha pub– blicato presso l'editore Bom– Piani un romanzo, La. fortezza dei Ka.tlmegdaii, che appare chiara.mente il felice risultato di sue lunghe esperienze Il Terra non è nuovo come narratore: MoTte d'itaLia.ni. Ra.ncoTe, H ritorno dei prigio– niero sono libri che appar· I tengono ad una letteratura ,del dopoguerra più o meno immediato cui venne apposta. spesso molto approssimativa– mente, l'etichetta di neorea– lista e che in certo senso in– terpretò con maggiore o mi. I oore sincerità o fedeltà, a se· ,conda delle caTiche polemiche Il più famoso poliziotto dilettante. co.1u1 ..:~1~ i!ono– stante gli enormi progréssi compiuti da cinquant'anni a questa parte nella vita in generale e nella letteratura poliziesca e gialla in parùcolare resta come il proto– tipo dell'investigatore privato ed uno dei più famosi personaggi che mai· la letteratura abbia dato: Sherlock Holmes, nacque nel 1887 da Arthur Conan Doyle. me– diço oculista al quale gli scarsi affari professionali fe– cero venire in mente di dedicarsi alla le\teratura. La celebre casa di Baker Strcet, nella quale il romanzie– re, fece abitare Sherlock Holmes insieme all'insepara– bile dottor Watson, è diventata attualmente un museo. ed è forse più nota di Downing Street. residenza uffi– ciale del primo ministro birtannico. Durante la pubblicazione dei vari volumi in cui era– no narrate le gesta di Sherlock Holmes. centinaia di letlere giunsero all'autore da parte di persone convinte che lo straordiiiario investi!(atore esistesse realmente, le quali chiedevano il suo aiuto O gli sottoponevano i propri casi personali perchè li risolvesse con la sua (ulminea rapidità. Il suo arrivo nella letterntura (u anch'esso !ulmin110 ed imprevisto; ù suo predecessore più important.i: quel Dupin di Edgar Allan Poe che risolse i misteri della lettera rubata. del delitto della via Morgue, dello sca– rabeo d'oro, aveva visto la luce verso il 1840: mentre Lecocq. altro famoso poliziotto. creazione dello seri t MAR10 PICCHI ,che la sorreggevano. i carat- L---------------------------------- .... ---------------------------------------------s•teri di un'epoca intricata e (Continua iu 2. pa1r.) \ '\

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