la Fiera Letteraria - XI - n. 35 - 2 settembre 1956

PaP'. 2 LA FIERA LETTERARIA ché, e come r,petltuno. a Pa– rigl l'avangt,ardtsmo caglio– strino 11011 macina piit), 11ella speran:a di battere moneta richiamando l'aitenzione del– la r7ente forestiera media11te il bluff dell'arte cagliostresca. ANTOtOGIA NEBBIA Banchi df nebbia salgono: mi avvolgono ovattate spirali di stupore: cose senza confini e senza dimensioni: e la vita a sè stessa una memoria dispersa 'di lontananze favolose, un'onda di nulla. PA TQRE CILENTANO Antica fac~ia df adolescente· impastata d'argilla, opaca, densa: invariato punto d'una vicenda di stagioni senza tempo: ed a pari coi fluire lento del gregge. taciturno. grave, e enza tempo. MODA Anche Cag!iostro era famo– so in rullo IL mondo, ed a,ve– va echi e satelliti in tutto il mondo. Egli aveva saputo da– re così bene a bere il suo « Elisir di lunga vita n (e che non era composto se non di acqua, sola acQua. con QtLat– tro gocce di anilina coloran– te) tanto che a crederlo c'e– ra n caduti e Goethe e Lessinr, e Scllelling, e fino.neo i! Gran Sultano di Co.,tantino– poli, nonchè 111 famosa etera regale Caterina di Russia. E che il mondo (plebeo, pac– chiano. auc!lo dell'attuale u Lascia o raddoppia? n) vo– glia e ere ingannato e cosa veccliia. Senonché in fallo di arte sta a vedere sino a Q1taL' p1tnto l'inganno giovi alla rar,ione dell'arte ed a auella del pubblico degli amatori. Ché. quando l'inganno s'è ri– dotto a rappresentare sopra ,ma squallida tela una né più né meno che bovfna stercata (a cui poi si metterà nome « Cinque incendi netia notte n è comP un prendere a prestito un,a frase da film - e che magari ·con il quadr o c'ent ra come i! petrolio nel su.go dei maccheroni-) si ha i! diri tto di domandare a chicchessia. ma in ispecie a persone in– teitigenti, se tale inganno è da preferire al sano astrat– tismo dei auaranta secoli che èonra, fra i primitivi e gli storici secoli, l'arte della Pit– tura. Ed intanto è vero che a tale stato di disperazione sono giunti i pittori da cla.ssifi~ carsi fra i matti cocainomani. Tra i matti scemi. o meglio, tra i fin ti matti che vincono premi con l'accordo ruffiano deHe aiurie. E che del resto vi siano, in ogni nazione del mondo, una decina di pit– tori celebri mani cocaino– mani ciò può fare specie ad un provinciale Ente, ma non a noi che conosciamo i! mon– do per qua.lito è lungo e quan– to è largo. Anz.i, è da stu– pire che in ogni Na.;,;ione ve 11 e siano dieci so!tanto di matti furbi, di matti celebri! Tuttavia il fatto non è indice che costoro possiedano una minima, profonda, poetica ragione d'essere. Che siano celebri non v'è dubbio; ma oggi vi sono dei ,prodotti di lucido da scarpe, che sono, nel aenere della celebrità di costoro pitì celebri di costoro. Si tratta d'una celebrità con– seguita - egualmente - a ·furia di réclame: celebrltd conquistata con un fwr bis– simo starnbureggianiento di nomi solitamente ripetuti da riviste che hanno, esse stesse, interesse nel fare la réclame a tali matti che non pagano da.zia. E, certamente, è molto più. difficile trovare n,ell'im– menso mondo un altro Bau-. delaire, oppure un altro Leo– pardi: esseri dal cervello di– vinamente ben eostruito e perciò rarissimi. La moda si ripete: e sovra cicli di camicette e sandalJ • monili, ritmi di tempi e d1 staS?ioni umane. Gioie nuove di spalle adole,;centi: memorie memorie di carni stanche: spirali di tristezze. so NO Restituisce la notte ciascuno alla sua verità, creatura che dormi al mio fianco, chiusa nel tuo ir.volucro di so·itudlne. Domani ne saremo dimentichi: ,Alain F ournier quarant'anni dopo raccorderemo la nostra illusione sul filo delle parole. CONCETTA VINCIPROVA MENDITTI 11- NOT'J'URNO di PA.OLUZI Ma. intanto. io m'accorsi che sopra i provinciali ( co– storo che sono senza un au– tonomo aiudi.zio) quel che fa colpo è l'andare di moda in tutto i! mondo. r:l>e poi si sia diventati celebri come Eliogabalo, che incendiò la sua città, non avendo altro motivo per passare alla sto– ria. forse poco importa. Im– porta poco perché si fa que– stione di pratici· interessi e non d'elevctl spirituali rell– alosi interessi: qu11;!i. sono quelli veri. occupant, , oua– ranta trascorsi secoli di pit– tura. LUIGI BARTOLINI Nell'ora che la sera risucchia i pensieri dell'uomo misero resto umano io sono che s'attarda sulla darsena sohtaria. Lo sciacquio odo del mare e un trapestio di pas.;1 assai lontano in attesa che mt carezzi la luna. Inseguo Il nulla, quando la montagna svanisce nell'ombra e le lampare accendono la !oro scialba luce sulle onde. Lontananza infinita diventa lo spazio, pigri e insonnoliti sono gli alberi. Ora odo solo l'eco del mare e Il rumorio delle stelle. La sera è leggera come una tela di sogni CREPUSCOLO E' un attimo il crepuscolo che si fl€sa nei tuo: occhi eppure l'aria grigia e immobile sembra che l'incanto arresti del tempo. S'è consumato un albro giorno: fra poco il cielo nero come una fredda sera si abbasserà sulle case dirute. Fasce d'ombra stese sulla terra appannano Ja luce deì 1 ampioni. ma più pe,;anli attorno alle grondaie e sul canali. Fugaci mo menti di gtoia. .,Dolcezze ;; van.il! l_ e riaffiovantl;' Labili rfm pia nli -come il vento di un lago assonnato nella pianura vletàta. Finisce il giorno nel silenzio e cl torna la nostalgia deiii amici che vanno lontano. Sulla strada un rotolare di carri muove incontro alla notte. LA SPERANZA Sulla ruota del tempo noi torniamo bambini per poco. poi soffriamo il freddo della lunga notte e ricomponiamo la speranza. Già cade dal cielo l'umida luce della luna che accende gli occhi dei gatti. Noi pensiamo a} cammino che ancora ci res,ta da fare. ELIO BRUll"O In una lettera alla sorella il baccalaureato. E a Lakanal Isabelle, Henri Fournier seri- conoQbe un giovane, dalla cui veva nel 1906: « Cosi accade amicizia non doveva più stac• dopo la fanciullezza: còmpito carsi: Jacques Rivière,. d1venu– che non si è (atto, lezioni che to in seguito noto saggista, cri– non si è avuto tempo di im• lico e scrittore. parare - e così sino all'ora Anche dell'amicizia ebbe un della nostra morte nella quale senso vivissimo, tanto più vivo ci presenteremo ~on le mani quanto ~eno. dispe~si_vo. Il suo vuote torturati da un rimorso affetto, infatti, fu d1v1s0 da po– abominevole ,._ chi: da Jacques. ctai genitori, C'era almeno sembra nella più tardi da Péguy, e sempre sua gio~inezza pensosa, Un lon• dall'amatissima sorella Isabel– tano presagio della propria le, alla quale scriveva lunghe, sorte. ma egli, contrariamente affettu?se lett_ere: . a quanto mostrava di credere 1 P_ossiamo r~fer1rc1 per quel non sarebbe giunto al supremo periodo al • ritrat~o da un~ fo: traguardo con le mani vuote. tografia,. che, anni d?PO, d1 lui Henri Fournier più noto al (aceva Claude Avehne. • D1e– pubblico coJ no~e di Alain ciassette anni, l'uniforme di Fournier, nacque il 3 ottobre Lakanal_. E' seduto, il i;>ugno 1886 a La Chapelle d'Angi!lon, contro 11 mento, davanti aiie .piccolo borgo a nord tli Bourges, (ronde della sua casa di cam_ e passò la sua infanz·ia nel vn- pagna. L'ovale e la bocca puri Laggio di Epineuill~-Fieuriel_, com~ quelli _d'un_bai:nb1no. Ma dove i genitori erano maestn occhi terr1b1h, limp1d1 e pro• di scuola. · · fondi, che si fissano su me sen- Sino a diciassette anni quel- za vedermi, che vedono altro, la campagna fertile, un po' ciò che M_e-aulnes, da un 0 altro pialla della Francia del cen_tro mqndo,. gli ha s_offiato ali orec– .esercitò su di lui un fascu},O ç~lO: c10 che .AAl.\ co!'\o~ce ~~-g1•· im·menso e vi ritornò col pen .., bopo aver sostenuto gh eia• ,siero se~pne, come testimo.pia: JlJÌ ; si p_recis~ in !ul la V:_<JC8· no il suo epistolario e certi z1one dt scrilt'ore, ~ocaz1one scorci delle sue opere. tormentata, punteggiata . d ~ Ciò dimostra la ricchezza del- dubbi, come quello da noi n• la sua fantasia, la quale, già portato in pr_incipio,. vocazione da allora, popolava luoghi mo- sempre alla ricerca_ d1 s_estessa. notoni con le proprie ris_orse A questo proposito, e neces~ inventive, e con la pienezza sario leggere ciò eh~ scriveva dei sentimenti che albergavano alla sorella, a 1;>rop?s1to d'\ u!'a nel cuore, rimasto, sempre, lettera che lei gh aveva m~ quello d'un fanciullo. . viato; e n~m _andremo lontam Più tardi, !orse riferendosi dal vero md1cando l~ parol~ appunto a questa su,a e bella che seguono c_ome nvelatr1c1 stagione,, poLrà dire che il suo d_el suo travagho, dell~ s~a IR: idèale e il suo credo, m artt!, t1cosa formazione d a1t1sta_. era quello di descrivere, im· e Sentire che sono ~utte frasi, padronirsi dello spirito dell'io- n_ie~t'a_ltro c~e frasi. Trovare [anzia • arrivare a renderla ridicoli quelli che le dicono e senza 'alcuna puerilità, con la se stessi quand<_>le si dice. Cre~ profondità che tocca il mi• do che non bisogna fermarsi stero ,._ là, ma cercare quello che l_e Dopo questo periodo. defin1• parole, le teorie e le frasi t~t• to da lu1 stesso il più felice colori nascondono. Gettar via della sua vita, si recO nel col- tutto questo. vivere lo_ ste~s? Jegio di Lakanal, per ottenervi la vita, vertere con smcenta (Jarlo ·Levi e la Russia (Continua da pag. 1) sia la testimonianza di quel– la ~he fu l'educazione deami– cisiana ricevuta dall'illumina,– to bor~hese subalpino che e. nelle sue origini familiari e cittadine, Carlo Levi. libero yeramente da ogni li- marxiste e allo spirito della l'intima ombra del tempo: mite di interpretazione e da rivoluzione d'ottobre, si con- queJla semplicità, quell'inge– ogni preoccupazione che non servano le buone tradizioni nuità, quell'onestà, quella pu– sia di rendere l'autentica ve- della borghesia intellettuale tizia morale. quella timidezza; rità di un paese, vogliamo di- israelitica anche se in certo quella volontà di bene: quel– t·e che dietro la sua Russia senso tradotte nel nuovo co- l'insieme di ideali che raccol– preesiste una letteratura. Non stume popolare), l'incontro col gono insieme i frutti del pro– che l'immagine che ne risulta carissimo Stjopa, dicevamo, è gresso ... "· egli si preci uda, e sia un'immagine Jib~esca, ma tutt'altro che casuale e in non senza una certa unzione, piuttosto un'immagine il cui pcessochè imposto da neces- l'osservazione di una realtà sedimento primo non è diffi- sità burocratiche, ma è per sovietica che pur deve essere cile riscontrare in un'aura ro- Levi la vera chiave della sua ancora visibile, Se è vero, co– mantica di cui era già stato recherche in Russia. me non possiamo dubitare per imbevuto il populismo russo, Il candidato Stjopa è in testimonianze indubbie. che direi che ritroviamo in essa certo senso la candida Russia essa sia esistila. Herzen, Bielinski, e (ilersino di Le\'i, cioè la Torino 1910, Vorremmo domandarci di Bakunin e Gorkii, cioè fon· l'Europa 1910 di cui Carlo Le- fronte a questa letteratura damenlalmenle l'immagine vi va in cerca nella sua !un- (che è letteratura nel miglior più europea, ottocentesca- ga peregrinazione a Mosca, a senso di questa parola, voglia– mente europea, che dello Leningrado. a Kiev in Arme- mo dire non nella sua acce– sterminato paese ci offriva la nia. in Georgia, nei contatti zione belletristica di « bella letteratura russa ed europea. con la vita popolare, con gli prosa n, di « prova di stile>>. sino al 1917. scrittori. a teatro. nei monaste- di quel classicismo minore, Appunto sulla traccia di _u– na siffatta educazione si sp1e– g,ino le mo! te infiltrnzioni memorialistiche, propno nel senso di una reclierclie dv temps perdu (ci perdoni il lettore se ricorriamo con una certa frequenza a questo n– c-hiamo. che tuttavia corri· sponde non di rado a situazio– ni e ad atteggiamenti piutto– sto diffusi nella nostra lett 7~ ratura, anche in quella p1u recente e addirittura a un'e– ducazione letteraria). sulle quali è costruì ta la_ Russia di Levi. In sostanza in tutto 11 suo viagpio nell'Unione Sovie– tica Carlo Levi ha cercato una 1 mmog~nt•. allresi un'imma– gine familiare. quella di una Europa accostumata e felice di cui poteva essere un esem– pio la cara Torino borghese e operaia. borghese nelle sue o– rigini, operaia nella vita che si svolgeva attorno alla socie– tà originaria dell'infanzia e dell'adolescenza dello scritto– re Egli vi cerca anche. è vero. un'altra atmosfera che gli è ca• ra. quell'aria « grigia, virtuo– sa e spoglia » della Lucania contadina del suo coniino a Eboli e del Crtsto, ma quella che prevale nella sua ricerca è sempre la prima, cioè la ri– cerca di una civiltà intrinse– ca a un certo grado di svilup– po socialo e soprattutto d1 una certa ingenua fede nel pro– (lre•so che dagli ultimi dello ottocento si -proiettava in oc– c:dente al primo decennio del nuovo secolo. Si può aggiungere che essa ri, sul Volga, una Russia tan- dietro il quale per tanti anni, è un'immagine che si adatta to cordiale, accostumata, gèn- si sono rifugiati i letterati ita– slraorclinari-amente alla To- tile e felice, familiare. con i Uani). se non siano ancora rino dei primi decenni ciel suoi geneqli che gioc.ino a validi i documenti di viag– secolo, ma anche alla più eu- pallone sui prati, con le sue giatori noli per la loro volon– rnpea tradizione illuministica miti e forti donne, con i suoi tà di comprendere o per la lo– di una borghesia israelita che semplici e chietti operai, do- ro obbiettività come un Gide. fu veramente la classe più ve i rapporti umani sono te- un Alvaro. un Emanueili. i sensibile, uscendo dalla seco- nuti, anche nelle classi più quali ci hanno offerto. insie– lare segregazione dei ghetti, socialmente evolute, nei limi- me a qualche testimonianza. alla vita popolare delle nazio- ti di una lealtà e di un riser- anzi a molte testimonianze. ni occidentali e che non tardò bo. di un rispetto reciproco, della Russia illuministica. cor– ad amalgamarsi (al contrario di cui içvano potremmo cer- tese. cordiale. umana di Levi, di quanto i teorici dell'antise- care un riscontro in questo anche l'immagine di una Rus– mitismo affermarono più tardi nostro occidente così bruta- ia cinica. illiberale, nelle sue con la più turpe, ripugnante e lizzato e cinico nella sua vita fibre. imbevuta di retorica i– incivile polemica), con le più quotidiana. tanto da lafciare deologica e patriottarda. una nobili tradizioni cristiane oc- un sospetto nel lettore che Russia. aggiungiamo. dove la cidentali. L'incontro di Levi, quando Levi scrive: "Come abitudine alla delazione era in Russia, con la sua guida gli abitanti della Nuova In- diventata costume. dove la Stepàn Geòrghievic Naùmov, ghilterra hanno serbato i mo- diffidenza tra uomo e uomo il carissimo Stjopa, giovane e- di puritani della patria di o- era regola nella società. det– breo intellettuale russo, aper- rigine, o come i canadesi han- tata dal culto idolatrico del– to alla cultura occidentale ma no conservalo il francese del lo Stato e del Partito. e via non conquistato dai suoi de- '700, i sovietici sono rimasti i discorrendo. Ci domandiamo cadentismi, imbevuto di reve- custodi dei sentimenti P dei se in così lungo peregrinare renziale rispetto per il grande costumi dell'Europa. di C'luan- di uno scrittore al quale rion scrittore, e simbolo in questo do l'Europa era unita, e ere- manca spirito critico e per di una ocietà nella quale per- deva. tutta intera. in alcune giunta uno spirito critico che dura un'ottocentesca e can- poche veritìi ideali. e aveva nel Cristo in Parole ,ono pie– dida fiducia nella cultura pe- fiducia nella propria esisten- tre è so;-relto da una così netrata nella stessa vita popo- za n; o quando aggiunge: "So-, pro 0 fonda sensibilità umana. lare (ma Stjopa è un buon no le stes,e strade che gli uo- da un'inquietudine per l'urna– borghese russo, la cui traccia mini della mia età hanno ca!- nità vilipe<a e offesa che non non sarebbe difficile ritrovare oestato in tempo che sembra può non d ÌI <i cristiana ce st• Non si vuol dire con que– sto che la Russia di Levi sia una Russia reticente, ma è ben certo come essa sia una Russia che si nasconde dietro Io schermo'di una ossèrvazio– ne troppo <c,egettiva per es– serp quella di un viaggiatore Crrhr•\ n in Gn,1ciaroY. n<'1 1Jontanis:-:imo e che qui. a o- que~tc c0lorrnp, scrivrnd,, ;rn la cui casa f> ne11a cui fami-1'!ni rlivfl'rc:.1 pr0c:r,@ttiva. a 0-, .... 111110ò<"l lih ... n s 1 c:li;p," ("'"'•! -tiia, 60tto l'incondizionata ~ '!ni élnl'}arirP (li ner~nna. p;;1re ri..-.np lo h;i mP'-~o in ril=f"w• sincera adesione alle'ideologie si riaffaccino al di dentro. dal- Giancarlo Vigorelli). non abbia anche dovuto os!;en·are se pu– re come relitti. quest'altra Russia, che non può essere morta in poco più. o poco meno, di due anni di « disge– lo». Anni che certamente hanno riportato ali-a luce gli aspetti migliori di quel popolo e di quella nazione e della sua nuova risoluzione, ma non possono aver soppresso del tutto abitudini mentali timori e terrori radicati in più di un ventennio. Ma egli certo ha voluto offrirci oggi una gran– de speranza. quelJa _grande peranza che è nel titolo del libro. e che soprattutto è in lui. nell'uomo Levi. e di fron– te alla quale non possiamo che aggiungere la nostra, se pu– re non senza una testimonian– za di oerolessità e di dubbio. FERDINANDO VIRDIA UnConvegno i ternazionale d'estetica Nei giorni 3-5 settembr~ si terrà presso la Fondazione Girgio Cini nell'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia un Convegno internazionale di Estetica, per iniziativa di un comitato esecutivo internazio~ ·ia!e di studiosi racenti capo alla « Rivista di Estetica». al– le « Revue d'l,slhètique » e al . J ourna! of Aesthetics and Art Criticism ~>. Adesioni e comunicazioni vanno inviale alla Direzione della « Rivista di Estetica», via Drovetti IO. Torino. Le comu· nicazioni non dovranno supe– rare le quattro cartelle norma– li dattiloscritte. P<·r prenotazio– ni d'albergo e per qualsiasi in· formazione circa il soggiorno a Venezia rivolgersi alla Se– greteria del Convegno interna· ,ionale di Estetica. Sovrintcn– ~enza ai Monumenti, Palazzo Ducale, Venezia Si tratta del terzo convegno internazionale di estetica: il primo fu tenuto a Francoforte: 'I secondo nel 19~7. a l'ari~! "o nl::1 prC't"if°lf'rz n.,nr;H·,~ rl Bergson, Valéry e Claudel Per a prima v,,tta Il Convegno si tiene in Italia. I nel proprio cuore. Esprimere la vita come se non ci fossero tra lei e voi le parole, espri– merla come nei primi giorni del mondo: Van Lerberghe; esprimerla come nelle meravi• glie estatiche dell'infanzia; esprimerla più semplicemente, forse, semplicissimamente come vi si è insegnato a vederla: Jammes •. I due citati sono, con Lafor. gue, i primi amori poetici d1 Ala in Fournier I amori intor– no ai quali possono esprimersi riserve o dubbi, ma che in pri• mo luogo servono a indicare una certa a tmosfeTa psicologica nella ouale si muove la sua arte, e secondariamente centri• buirono - secondo quanto rac– conta Rivière - ad eccitare quelle prime reazioni che do• vevano poi portarlo alla crea• zlone de • Le grand Meaul– nes •. Dopo aver passato qualche mese in Inghtlterra, Alain Fournier si stabilisce nel '906 a Parigi, e ~vi comincia il $UO lavoro di ~çrittoret collaboran• do a e La· Crandé R'évui, •· Jl!el 19Q8, epoca._ del fl,danza mento di Isabelle con Jaéques Rivière, inizia la stesura de • Le grand Meaulnes,. inter. rotta da due anni di Servizio militare. Verso la fine d1 questo pe– riodo, si produce in lui un mu– tamento: la fede lo illumina, il Cristo, lentamente ma con certezza, lo attrae a sé. Si reca a Lourdes; e qui, come un al– tro scrittore francese, Alexis Carrel, ritrova se stesso. Que– sto viaggio a Lourdes gli det– terà per la sorella una lun~a meravigliosa lettera, nella qua– le si trova sempre, però, un'om– bra di malinconia, di quella malinconia forte e cosciente de– gli spiriti grandi che gli (arà scrivere, come un grido dell'a. nima: e Soltanto nell'ora del sudore dl sangue l'anima ha potuto !arsi sentire e il Cristo ha ottenuto riSposta •. Frutto delle sue riflessioni su tale stato d'animo è la com• posizione dei Miracoli: « Le miracle des trois dames du vil• lage,. e • Le miracle de la Fermière •, che gli giovarono la lode e la conoscenza di Péguy. E, finalmente, nel '13 pubbli– ca • Le grand Meaulnes •, al quale arride un immediato suc• cesso di pubbhco e di cn 1ca, I recensori gli sono favorevoli, Ii pubblico legge il suo libro. lettdri gli scrivono per espn• mergli la loro riconoscenza: è la glbria, alla quale aveva teso con tubte le sue forze. Ma essa l'accompagnò in vita per breve tempo: scoppia la querra, Hen– ri è richiamato. Al (ronte, la notte del 25 settembre 1914, presso Bois de St. Rémy. una pallottola tedesca lo colpisce in fronte, lo uccide all'improv• viso. Ma la fama gli sopravvisse. non perì con lui. Merito, que– sto, •principale del suo romanzo - l'unico lavoro ad ampio re– piro che abbia scritto -. nel quale come in un miracolo ir- ripetibile. ha portato la realtà alle dimensioni dei so)?no, sen– za travisare questo o quello. L'avvenire di uno scrittore non può essere ipotizzato; nè possiamo pensare a quali mai capolavori avrebbe potuto dar vita - vita reale, durevole, che il passar delle mode non di– strugge e alla quale anzi il tempo reca ulteriori crismi di autenticità - ; ma, forse, non avrebbe scritto un'opera mi- 1'.!liore di questa sua prima, e, (orse, la morte ha sugellato una voce che aveva espresso lulta se stessa. Un discorso ampiamente cri– tico intorno ad Alain Fournier è stato già fatto: Jacques e lsabelle Rivière, Ciaude Ave– line - per non citare che 1 !JIÙ vicini a lui per mentali– tà - hanno cercato di illumi– nare di lui • quelJo che non · stato detto•, le dimensioni !,e• ~rete nelle quali matura l'ope– ra d'arte, le sollecitazioni in– teriori che ia portano alla luce. Ma è certo questo: che i (ran– cesi, e i lettori di qual~iasi al• tra nazione, hanno trovato m lui il poeta del meravigho,o Dice appunto Aveline: e li meraviglioso è che ogni pers<h "'3(!1!10, ngni cespuglio ò e' · Grann Meaulnes .. è vpro se, /\NGFI O P"f'Ll!Zl (Co.,tinua a pag. 4) Domenica 2 settembre 1956 ANTOLOGIA -11- S OLA Piove di fuori. Sola nella povera .stanza triste guardi di fuori le cose desolale. Pensi. E piangi, nascosta i ricordi e le pene del tuo cuore... lontano sulla strada fangosa non c'è nessuno mai. LUIGI CANCRil'i'J COSTA MITICA Il corallaio fora ogni di l'orizzonte con il trapano triste del tramon•o Dal cerchio l'ambra irrompe in diademati aneliti su cose case chiese. Ma l'agonia d, luci e di colori non commuove cicala su l'albero alla rupe non arresta camm1,o d'immacolate vele sull'iride del mare Mare che è solo mare. ... Due braccia In roccia a guardia Tutti i giorni s'invola ugualmente s'fnciela càllce d'oro tinto di Tirreno. I 7 QUEGLI IST A TI Sembiante dolce, conosciut~ vesti odore fa_w:liare, tue movPnze. - pezzo di cuore: mamma -, occhi celesti la mente ricompone in ore gravi. Lungo il fiume del tempo lontanato, barcaioli mai fermi, i miei pensieri mi riportano - allora - u11 gesto, un flato, un coro: le parole tue soavi. li tuo vec,•hlo bambino Il suo sentiero ritrova e ancora lieve è afferenza. ONOFRIO GALDIBRI CALMA LUCIDA Calma lucida, fredda, consapevole, avida di pensieri ormai antichi, ormai sopiti. Rovinosa calma. Turgida mente. ir cerca di ripo5o. anche in rip, o. !orse. Ma teroce nel tentare d1 so!Tocar la lt;ce. Ed 10 ti dico addio, dncora oggi, calma felicità, che ml ti celi, e non permetti ch'io li scorga. Addio. E tu fuggi lont~no, e intanto a me l'ecc, riporta triste 11 mio saluto e lo sussurra lentamente: addio! HO SE TITO Ho sentito il profumo dell'estate lungo le scale, Ho rivisto, nell'ombra della casa - ombra forzata, certo innaturale gli aghi di pino ricoprir !a sab'Jia, quasi il vasto arenile nel tramonto. Affondavo col piedi. nella corsa, fino ai malleoli. Avvertivo il freddo intenso non del '1Tlare, che cupo si ristava ... e scivolava ld bàrca, ed i !·emi sciacquavan silenz!osi... ma della pioggia insolita, caduta ad attentar l'estate. ... I tuoi capelil sciolti sugli ociohi freddi, ed i mirabili tuoi lineamenti... Poi la cor a finiva, e l'ansimrsre proseguiva nel ridere ... la notte Il na•condeva e tu Ife, soltan allora, li lanciaet, nelle braccia rilasciate nel nuoto .. Certo quella era la giovinezza PERCORRENDO Percorrendo la strada, silenziosa, - la luce non è vita. è !'insonnia dietro, l'ombra mi porto, tri.:;te e nera - neppur mia, pronta scomDa1 e e ricompare innanzi. in tre divisa. S'ode una risata - non d'allegria, ch'è un ghigno L'acqua scr0scia giù nelle orecchie e a lungo m"accompagna. PIER FRANCESCO POMPEI PREJtll • e concorsi • PREMI SALENTO L'Amministrazione provin– iale di Lecce. bandisce per l'autunno 1956. da conferirsi durante le ~Celebrazioni Sa· lentine •, i seguenti premi: al premio di L. 1.000.000 per un"opera di narrativa; edi– ta tra il 15 agos o 195 ed li 15 per quella éhe per il suo con· tenuto costituisca un apporto alla conoscenza del Mezzo– giorno; bi premio di L. 500.000 per una raccolta di poesie. edite tra il 15 agosto 1955 ed il 15 agosto 1956; c) premio di L. 200.000 per una tesi di laurea che illlustri un aspetto storico. scientifica. artls ico o culturale della vita e della civiltà salentina e che sia stata presentata in una Università italiana negli ulti– mi tre anni accademici, a par· lire dal 1953-54. di premio giornalistico di L. 200.000 per un servizio il– lustrante aspe ti di Terra d'O– tranto, pubblicato tra il l' gennalo ed il 15 ottobre 1956; e) premio ,. Univer,rità Sa– lentina» di L 500.000 da con– !erlre durante le Celebrazlo– ni Salentine del 1957 per una opera fondata su ricerche ori• ginali a carattere storico. filo– logico o pedagogico, edita tra iJ 15 agosto 1954 ed il 15 ago– sto 1957, o inedi~a. REGOLA.\-!E)ITO Art. 1. - I prezzi verran– terza decade di ottobre 1956. Art 2 - Le opere parte• cipanti al premio per la nar– rativa e per la poesia dovran• no pervenie in numero di 10 copie. alla Segreteria del Amministrazione Provinciale di Lecce. entro le ore 12 òel 31 a)!osto 1956; Art. 3. - Le tesi di !aurea dovranno pervenire alla sud– detta Segreteria entro gli stes· si termini di cui all'ar- 2- in numero di tre copie. I lavorl devono recare !"indicazione della Università e della ses– sione in cui sono stati dscus– s! nonchè il nome del relato– re ed il voto conseguito. Art. 4. - I concorrenti al no 1ar pervenire alla medesi– ma Segreteria entro le ore 12 del 15 o tobre 1956 n. 4 copie della rivista o del giornale su cui sono apparsi i servizi gior– nalistici. Art. 5. - TI giudizio delle Giurie è insindacabile. PREMIO DEL CEPPO L\Accademia Pistoiese del Ceppo bandisce un concorso a carattere nazionale per un rac– c.into in lingua italiana pubbli– cato su rh-i.ste. giornali quoti– diani o period ic, dal 16 ottobre 1955 al 15 ottobre 1956 Il concors<J è denominato " II Premio Letterario Xazionale "Il Ceppo.,•. Il tema è !ibero. ma i rac– conti do\Tanno essere ispirati a motivi di fiducia e speranza. I racconti concorrenti ào– vranno essere inviati in plico raccomandato ed in sei copie. delle quali "1meno una nel e– sto a stampa. entro e non o1 re la mezzanotte del 31 ottobre 1956 alla Segreteria del Prenùo Via Panciatichi 5, Pistoia I racconti do,·ranno portare ie general:tà complete e !"indi– rizzo dell'autore ed essere ac– compagnati dalla tassa di Jet• tura fissata in L. 300, Per i raccon i non firmati o firmati con uno p...~udonimo o sigla, l'Autoce dovrà documen– tare la paternità con una di• iohiarazione del Diret ore del Quotidiano o periodico che ha pubbllcato il racconto. Ogni Autore può partecipare con più racconti. La Commissione giudicatrice è composta da: Piero Bigongia. ri. )licola Lisi. ?vlario Luzi. Leo– ne Piccioni ed è presieduta da Carlo Betoce'hi. TI racconto primo classificato rh.everà un premio di L. 100 mila. Il secondo un premio di L. 50.000. J1 erba volant I racconti inviaU. anche se non premiati. non si restitui• scono. La proclamazione dei Vinci– tori, alla quale i Vincitori stes– si sono tenuti a par:ecipare. av.-à luogo a Pistoia. nella se– de dell'u Accademia 'Pistoiese del Ceppo• la sera del 13 gen– r.a10 1957. * DO. MORG. Acquaviva delle Fonti - Nonostante gli encomiabili sentimenti da cui appaiono animati i suoi ver• si - mi duole il dirlo - non si levano al di sopra di un livello di modestissima versi– ficazione. Temo. anzi, di non poterla in coscienza incorag· giare, perchè - riscontrando in lei la persona colta - non c'è nemmeno il pericolo che io mi sia sbagliato. come qualche volta potrebbe succe– dere davanti a<l una !orma espressiva particolarmente !trezza e inesperta. AL. GU · Chiasso - • Ho cominciato a scrivere versi a neanche tredici anni... ed ho continua o a scriverne fino a oggi che ne ho quasi sedici»: pensi che c'è gente che ha co- minciato a scriver versi a neanche sedici anni ed ha continuato lino ad oggi che ne ha quasi ottanta. Per cui mi permetta di sorridere ami– chevolmente al tono un po· troppo malinconico e « vissu– to» di questo suo esordio Molla. troppa tristezza nei suoi versi. perchè si possa di– re che lei ha superato la fase delle malinconie adolescen– ziali. Continui a scrivere: se tra quaich• anno ne sentirà an– cora Il bisogno. riprenda i suoi ~critti. li rilegga faccia un se~ vero esame di coscienza Ma per il momento. guardi. è co– si giovane: insci andare le ri– chieste 1i giudizi estranei. Legga, pensi. scriva: in una parola. faccia quello che sc:-i– tc di fare. E' ia mii?lior stra– ·t:"I chP io poc:,~ irrlir•·,-· 1 -- nl"'r 1 '"""ia I !ti GH~H 11, ,., ,,,un 111•1111 mn r dPlt;i pt•gginrr .specie: è questa 1'1mpress1one che destano i suoi versi. Qual· che buona notazione non manca. segno di una sensibi– lità attenta; ma denunciano. questi versi. il segno di una moda superata. Ora io credo che sia un segno non positivo il !alto che dei versi si lasci· no squalificare per un sem– plice superamento di mode: vuol dire che c'era la moda. e non altro; o ben poco d! più. Per lei, me ne dispiace. Salva rest3 (s'intende: per lei come per ogni altro) !a possi– bilità che lo mi sbagli dl gros· so. Ed è per questo che vor– rei che le nostre corrisponden– ze ., poetiche"> si svolgessero sempre sotto la costellazione dell'ottimismo Per 1nforn1azioni. riohiesta di bPndi ecc. la corrispond@nza va lnviala alla Se~reteria del Premio. PREMIO TREBBO E' scaduto il 31 luglio u s. il tempo utile per ta pre,;en– tazione delle liriche concor– renti alla prim aedizlone del • Premio Trebbo Poeti~o Città di Servia ,., unico e lndivisi~ bile di 100.000. per und lirica inedita in lingua italiana, in– detto dal Trebbo Poeuco di Toni Cornello e Wall.er della Monica d'intesa con :.i Co– mune e 1'1hienda Auwnoma di Soggiorno di Cervia. CABER. . Parma - Nelle Le liriche pervenute (in nu- poesia • Lagher » ci sono in- mero di _892) sono 1l!'esa~e dubbiamente spunti notevoli: della giuria com_posta da, G1u– tuttavia non mi sembra com- sep~e Ungaretti. pres1aente, piutamente realizzata. ne! sen- T? 01 Comell?, Alfonso G_atto, so che non vedo un preciso F~1ppo Luminas1, Gmo _Pilan– superamento della emozione d: 1· _Angelo Ron:,anò. Gl!JV3:"· ,oggettiv1. ossia una traduzio- n_1T1t a Rosa, Michele Vmcie– . e poetica dell'occasione. lnol- n. Walter d_eUa Momca (segr.) n . La prem1az1one, già 11.ssaa tr~ (e ciò vale non solo per per U 26 agosto è, pt:: ragio– l~t. ma per me. per tutti) ~ 0 :' ni organizzative, posticipata al st deve credere alla ~ poetici- 29 corrente à • intrinseca di certe espres- La maniÌestazione che ha ioni. di certe immagini; la luogo nella Piazza' Maggiore Immagine può essere tutt'al di Cervia, comprende i'asse– più veicolo della poesia, non gnazione del premio, un poesia essa medesima. Se quel- "Trebb_o ~ di li1;ic~e d~i poeti . membri della gmna, aella li- la I- veicolo - ID queS to seco- rica vincitrice di due e- io di motori - la poesia è gnalate. una seiata mond~a carburante. La slmllitudtne è ella « Pineta Viscardi » in Mi'. barocchistica e si presta anche !ano Marittima. a !acili ironie: comunque Il Premio Trebbo s1 segna– esprime abbastanza bene una la per una novità ch1: gli ha meritato i maggiori consensi cosa che volevo dire. Auguri e tanta partecipazione: ia liri– per ia miglior riuscita di al- ca vincitrice verrà portata du– lre cose sue: e. per carità. rante un intero anno a oiretto non chiami • illuminai! • i •onta! o. tramite la \"iva voce miei giudizi O c'è in qLh'i dei dicitori del Trehbo. con i 1·,, illuminati• una p.unia d, •1ubhlici più vari in tutta llalia. HOFFMANN !Serv1z10 , Eco della Stampa,)

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