la Fiera Letteraria - XI - n. 33-34 - 12 agosto 1956

Domenica 12 agosto l 9S6 !IIOSTJtE D' ,IRTE IV IT1ILl1l * Ilpremio Burano 1956 * Lodevole, da parte della giuria, il criterio di accet- tare le varie tendenze, senza per questo nuocere a un certo ordine, sia pure antologico, della manifestazione * cli GIUSEPPE SCIOICtl'll\O La Mostra del Premio Bura– no 1956 per opere di paesag– l(io (pittura. disegno. incisione) aperta a tutti gli artisti italia– ni o residenti in Italia, edita sotto gli auspici del Comune di Venezia ed esemplarmente ordinata da Virg,ilio Guidi, Gui– do Perocco e Pietro Zampetti, ha quest'anno avuto un nume– ro eccezionale di adesioni. Ma su 620 opere di pittura. 134 di disegno e 70 di incisione. pre– sentate da 302 artisti. la giuria ha scelto soltanto 195 opere di pittura, 38 di disegno e 52 di incisione, dovute a 173 artisti. Tale ri.gore, dicie.mo come tra -parentesi dovrebbe presiedere a tutte le selezioni artistiche, ,poichè ,gl'illusi e le ragazze di buona famiglia in vena di ~<pitture» vanno respinte dal– le competizioni artistiche che intendono mantc 1 1ersi su un piano di serietà. lievo riporta alla ribalta un artista al quale da alcuni anni .era stato tolto l'invito a Vene– zia, pur avendoci dato delle opere che per grazia e finezza (ne ricordiamo alcune recente– mente ammirate in una tratto– ria ai Fraril si distinguono dal ciarpame che ci tocca vedere anche nelle mostre che pre– tendono di essere di rilievo. Ed accanto a Seibezzi ci piace col– laborare le tre opere (Officina. Nevicata. Vele sulla Laguna) iiarbatamente romantiche del trevisano Nino Sprin!(olo. al quale per la prima opera è sta– ta assegnata una medaglia di oro. tolandola a Burano (e un'altra ancora per gli artisti che ab– biano superato il cinquantesimo anno di età - certificato alla mano - nei locali del Casinò al Lido). Così si rischia di far sprofondare alcune isole sotto il peso dei quadri ... Al padiglione veneto delle arti minori, annesso ca, 1suc– tudinarlamente alla Biennale. si aggiunga, al Giardini o in altro luogo, un pad-ig]ione di pittori veneti che ispirano le loro opere a Burano e ad altri siti délla regione; ci sembra un modo. questo. di dare più ri– lievo al Premio Burano, fa– cendo conoscere a tutto un pul>– blico internazionale cli critici e di amatori 'quel che producono i pittori veneti di oggi. Se g.li inevitabili confronti si doves– sero rivelare pericolosi, tanto peggio per gl'incauti espositori. GIUSEPPE SCIORTJNO * Unamedaglia d'oro a Fausto Pirandello Su proposte del Ministro della P.I.. il Presidente della Repu•bbllca ha concesso al plt– tore Fausto PirandelJo il Di– ploma Medaglia d'oro destina– to ai benemerili della scuola, della cultura e dell'arte. LA F J ERA LETTF,RI\RTA Guido Strazza: « Sequenza lagunare» • f i//! Fioravante Seibezzi: "Paesaggio lagunare" Preistoria del jazz e ·cuole rivali U·ua tnteressanle tnh:iativa del– la « Lmtdon •• è la c0Ua11a « Ori– gini del jazz )t, che fornlsce tn– teressanti selezton.t del jazz di qucU'epoca che secondo alcuni st deve chiamare d'oro e secondo altri prei.torlca. Si tratta di pez.. zt prmai introvabili e H radu– narli a sch.tere, depurati dai ron– zii della vecchiaia. in perfetti 33 giri. d stata un'idea davvero lo– devole. Abbiamo. tra l'altro, un Duke Ellinuton 1926, che contiene: « IJ vou can't hold the man you Lo– ve lt, « Yo1i've got those 'Wanna go back again' blues». " Choo choo » « Rainy nlghts •• « Anima! cradcèrs •• « L{'t 1-"'arina ». « lt's gonna be a cold wtnter t, « Par– lor social de luxe • (questt utti-– mi due cantati da AlbcTta Prime e Sonny Greer). Lo stile non è ancora definito. e. strano a dirsf, non lia nuUa dL negro. Sempre delta « London • abbia– mo una raccolta di rielaboraz{oni di motivl ellingtoniani eseguite da c Tlte Oscar PetUford Group •: Oscar Pettiford, basso; C. Terry, tromba; J. Hamilton. claTinetto; D. Bank, D. SchHdkraut. sasso– fono; E. Knf.gth. plano; O. John.– son. batteria: sono in buona par- te suo11atori che hanno fatto par– te deU'orchestra di EU!noton. e .;: ne conoscono tutti i segreti. 1 brani sono: e Jack the bear•· c Tamatpais », « Swingtn' UU th.e girls come '1.ome •· « Mood indi– go •· « Chuckles ». « Time on •· La mede$ima serie :jazzistica della « London • presenta altrt due 33 giri. 1l primo, dei famosi « Jay and Kai ». esponenti delta scuola di jazz delta East Coast (New York), l'altro deL non me– ·no famoso batterista Shelty Man– ne « and h.is men •· -rappresen– tanti della scuola ✓ della West Coast (California). Eccone il contenuto: del quar– tetto J. J. Jo1mson. « Benie's tu– ne ». « Lament •• « Blues for trom– bone "· « Th.e ma:jor •· « Yester– day »; del qua-rtetto Kai Winding. « Co-op», « Reflectfons ». « Blues in twos », « Whal is th.is th.ing caUed tove? », « Speak low •· La formazione d:: J. J. Johnson e K. Wfnding, tromboni; Bilty Bauer, chitarra; CharUe Ming-us, basso; Kenny Ctarke, batteria. La formazione del secondo è: Shelly Manne, batteria; Conte Candoii, tromba; Shorty Rogers. tromba; Art Pepper. Jlmmy Giuf~ fre. Bob cooper, saxofon; BUl Russo, trombone. I brani: « Slfg1t– tly B-righ.tty ,-, « I don't ·mean a thlng ,., « The princess of Evit •· « Deep peiple •· « The Cou.nt of Rusch. Street ». « AH of me :11. • Pooch Ms Cooch. •• e Back in vour own backyard "· B. Lodevole, da parte della giu– ria. il criterio di accettare le varie tendenze. senza per que– sto nuocere a un certo ordine, sia pure antologico. della mo– stra. Cosi accanto al surreali– smo di Nuto Barrovier abbia– mo l'astrattismo di Gastone Breddo ammansito dal fascino smaccatamente romantico di Venezia; accanto a Matelda Capisani, che gioca con i postu– lati cubisti in modo garbata– mente decorativo, abbiamo il paesag.gio archeologico di Ora– zio Celeghin; e poi ancora il gorgogliare confuso di quelle tendenze internazionalistiche che scambiano la pittura per una costruzione cerebralistica o affidano al caso i suoi risulta– li estetici. Non manca di fantasia com– positiva Sequenza la{l'tmare di Guido Strazza: è uno scherzq (crediamo ('<nucleare,~) Barena di Vinicio Vianello: un generico incanto poetico scorgiamo in Nebbi.a e sflenzio rnl Piave di Renzo Zanutto. Altri nomi da segnalare: Roberto Mano!, Ago– stino ,Venturini, Cesarina Seppe di una suggestiva coerenza. Laura Padoa, Bepi Liusso. Al' !onso Frasnedi. Liliana Cosso– vei, Quelli che. nella interpre– tazione del paesaggio di Bura– no. si dimostrano legati a una vieta maniera (quasi diremmo a una pittura turistica) sono i tre che risiedono nella felice isola e che perciò si presenta– no fuori concorso: Remigio Bar– baro. Savino Bertoluzzi, Erne– sto Busare116 e Giovanni Vio. Da sottolineare. in questa mostra di Buran9. la parteci– paz.ione di alcuni ottimi bianco– neristi. La ,gùuria con premi vari ha segnalato: Virgilio Tra– montin per il disegno Nell'e– stuario, Giorgio Spinacci per il disegno Laguna a Burano, Gi– rolamo Caramori per I 'incisio– ne Paesaggio veneto e Mario Abis per l'incisione Tl rimor– chiatore. Ma non inferiori a quelli dei segnala ti ci sembrano le incisioni di Cesco Magnolato. il disegno Paesaggio a Burano di Angelo Prudenziato, le ar– chitetture di Nello Pacchietto e i delicati disegni di Carlo De Rol>erto. Forse più dei pit– tori, i disegnatori rieséòbo àd attuare quel lfine turistico che. sia pure discretamente dissimu– lato, è alla base della manife– stazione. Vorremmo in merito - riferendoci a un'altra esem– plare mostra di bianco e ne– ro allestita tempo fa a 'Vene– zia - che daJJa Laguna par– tisse un nuovo interesse per una forma d'arte che collezio– nisti e mercanti trascurano, ma che merl terebbe di essere ri– portata in auge anche per la possibilità di acquisto de par– te di chi non è !ornlto di no– tevoli mezzi economici. DISCUSSIONE SU DUE 'l'ERiUINI TEATRALI: A'l'TORE E ARTISTA * Piuttosto spettrale ci sembra l'insistito tonalismo di Giovan– ni Ciangottini~ Gustavo Bo] - drin accentua il colore quasi per mascherare un infantili– smo disegnativo; Gemma D'A– mico. alle prese con il paesag– gio di Burano, tenta di dare una maigigiore constenza alla sua pittura, allontanandosi dalle v:i~Ol;\te, eleganze di un,Du!,Y; Eugenio da Venezia continua ad esse,;e,.,...manierato, pom.e nelle opere esposte alla Biennale, cioè non in grado di aiwgiungere qualcosa di personale al folclo– ristico tradizionalismo vene– ziano1 Mario Dinon, in Canale a Mazzorbo, ci dà un'altra prova della sua volontà di voler di– pingere con un criterio di es– senzialità, riuscendo ad appe– santire gli aspetti malincbnicl dei soggetti da lui preferiti. Piuttosto solido, anche se sug– gerisce più di un riierimento. è il post-impressionismo di Giu– seppe Gambino. Regolato da buoni accordi cromatici, anche se un po' carico di particola– ri, è il Paesaggio lagunare di Gepnaro Picinni; Laguna di Burano di Gina Roma ha sfu– mature che ci ricordano Je ma– rine fiabesche di Omiccioli; ha senza dubbio carattere Il cor– tile di Bepi Roma.g111oni (al quale è stato assegnato il pri– mo premlo). ma manca di luce e c'è un secondo piano che evidentemente incombe sul pri– mo. Al Paesaggio lagunare di Fio– ravante Seibezzi è stato asse– gnato il secondo premio; tale ri- Ora, per concludere, c'è una altra cosa ancora da osservare. I par\ecipanti al Premio Bura– no. se si esclude qualche stra– niero e qualche pittore d'altre regioni d'Italia, sono quasi tutti veneti; e troviamo giusto che soprattutto i veneti s'interessi– no al paesaggio loro. Ma ciò. pensiamo, dovrebbe indurre gli organizzatori a dare alla ma– nifestazione un'impronta sol– tanto regionale. Venezia. come grande mostra, ha la Biennale; e non è necessario, per solle– citare la visita del turista, am– mannire un'altra mostra inli- Ilcompito di ripercorrere ilcammino della creazione • Sarà attore intelligente quello che sarà la parte, di comprenderne il significato, in grado di pene'trare di sentirne l'emozione, in profondità addentro di ripensarne la forma " L'opinione co1nune sembra oramai aver accettato !a de– finizfone di attore net ,,enso di artista. Tale accettazione quanto meno offre adito ad una discussione. Noi siam.o dell'avviso che vàda posta una discrimh,azione fra i due teT– mini. Raramente infatti (e si dice raramente per prudenza, ma si potrebbe dire quasi ma,) it bravo attore sarà anche ar– tista o viceversa. Ecco pere/tè la confusione dei due termini finisce di sovente per generare delle inammissibili cnnces– sioni. L'arte. SP arte vi sard in 11.n a!lest,mento teatrate, è conte– nuta ne! testo. Dev'essere que– .<to a pre.,entare figure esteti– ca-mente vaiide, vicende oraa– nica·m.ente serrate e di natlLTa estetica. All'attore ed a!!a re– gfa il campito di ripercorrere il cammino della creazione fantastka compiuta dalt'autore ·Le risorse tecniche sono i! Li– mite detta capacità di un in– terprete e costituiscono i.I suo grado di preparazione, di at• ti.tudine e quindi di rh,scita Perciò effettivamente possonc di .., GIOflAL\Tilll CA TTANEI avere valore tanti fattori pu– re esterni, quaU una voce ap– propriata e suadente, un fisi– co di ruolo, una nwdulazione gradev~le e pronta e soprat– tutto una massima duttiHtà nel ftettersi all'Impronta che gli verrà per mano de! regista. a prendere la battuta, a capi– re !'impostazione. Ma, d'altro canto, - e troppo spesso si trascura questo aspetto - vate, in una posiziane non Indiffe– rente, la preparazione cuttu– rale e l'intet!igenza; peraltro ,ntettlgenza generica e speci– fica. Sarà attore iritelligente quello che sarà in grado di penetrare in profondità ad– dentro !a parte, di campreri– derne i! significato, di sentir– ne !'emozione, di ripensarne !a figura, diciamo la forma. Bravo quello che sarà parti– colarmente fornito di sensi– bi!ftà, incline alle sfumature e alla padronanza dette scene fino a rapprese,itare con t~ massima naturalezza la • Togi– ca » dei personaggio. La bravura di questo gene– re, che finirà in ultima analisi per configurarsi in una varie– tà di tatento, cioè netta pos– sibilità di spaziare da un ruo– lo . a!!'attro, entro i termini più disparati (ed è questo !o indice d, una indubitab ite completezza dell'attore) spes– so ha confu.so le idee ed ha posto motti dubbi sutta cultu– ra che invece s, richiede ad un interprete rispettabile Non è affatto vero che se un bravo attore può passare da una parte ad un'altra con fa– cilità ciò significhi che la sua attività sia di bassa lega. che la- sua mansione sia mansione di semplice artigianato. Un simite concetto, purtrop– po, trova spesso riscontro· nel– la pratica e. dolorosa realtà, parlico~armente net cinema, si assi.ste per lo meno con ecces– siva frequenza al sorgere im– provviso e fort·uito di •stelle», di attori o attrici che fanno portare di sè. Quand'anche !a loro prima interpretazione risultasse da . un11 ammissibite combinazione. tra la confer– mazione psicolagica della per– sona e quetta detta parte raffi– gurata, non potrà affatto assi– curare sulle capacità e quindi su di una duratura risorsa deH'atto re. La cultura. nell'attare, deve servire a questo, a raffinare la sua inteltigenza specifica, ad aiutarlo ne!l'inteltigenza del testo, a rendergti coscienza dette sue disposlzioni e dei suoi limiti. a renderlo cioè pro,ito al mestiere. con quel tono di sicurezza e di m.atu– ra.zione intellettuale che si ri– chiede ad un'opera per nutta secondaria nè daL punto di vi– sta teatrale nè da quet!o ttmano. cipa. Questo spetta piuttosta critico d'artifigurattve, i! cri– at regista che, provvisto di tico musicale, ecc., cosl vi è il un'iso!ita preparazione e di regista che è critico di teatra una maggiore dotazione cul- (quell'altro invece che diciamo turale, ne!!'esercitare una ve- di solito critico teatrale sareb– ra e propria azione dl critica, be i! critico de! critico, i! con– gioca, in una messa in scena, troltore del regista; perchè una parte essenziatmente di spesso quest'ultimo ha più co– primo piano. noscenza tecnica, quetto lette- fortunatamente giunte oggi le cognizioni estetiche, si canti– nui ancora a chi.amare con insolita sicurezza artista il co- Fare della critica vuol dire raria) generfcamente ripercarrere le Realmente il compito dello vie della coìnposizfone, pene- reg,a comincia già prima del!~ trarne tutta !'entìtà, fino alle messa in scena, det!a prepara– sfumature più fini (e qui è il zione degli attori, che do·vran– calibro de! critico) fino a ren- no quanto mai adattarsi alla dere ne-lta maggiore evidenza sua guida. Inizia alla prima possibile la misura artistica lettura di un testo, nello scl!– de! testo. Da! che s, deduce g!ierlo; nel conoscerne i'auto– che in generale è critico i! tet- re, i tempi; netta immagina– tore quatunque. E' critioo zione detta sull realizzazione cliiunque osservi e ·mediti una in teatro, nel sentire te vibra– opera d'arte. Sicchè il tavoro zioni, gli accenti, te fonie, nel– (valido esteticamente in sè, se lo scargere i movimenti, gli esteticamente espresso) acqui- arresti, te pause che gti ver– sta comunicativa solo a!t'atto ranno suggeriti da quella di. una sovrapposizione critica. esperienza e competenza. pro- Nel caso det!e strutture fess,onale che manca al let– drammatiche ciò può avvenire tare comune, perciò sprovve– in vari modi e in varie pro- duto e limitata nel suo lavoro porzioni. In una proporzione estetico. E poi, disponendo egll più ridotta può essere anche di un più ampio possesso di per !'opera di un attento let- nozioni specifiche, dei mezzi tore. In un modo più ampio, possibili, oltre la sua attività con la tettura da parte di un interlore saprà vatere ne!!a nttare istruito o di un com- estrinsecazione di questa. Co– petente di cose teatrali. Meglio sa che. si diceva, non può es– con it sistema della • tettura sere per un attore. Per il sem– rirammatica ». Infine con tan- plice fatto ch'egU non è re– to più effetto e con mag- gista e che se fosse tate, per giore respiro ricorrendo a la sua stessa individualità ve– t-u.tti i mezzi scenici a disposi- nendo ad urtare con quella del zione, ossia ad una vera e regista nominato, finirebbe propria rappresenta.ziane. per guastare l'opera di que- Da qui crediamo di dover sto, e per creare, anzichè fdr– assegnare un più completo nire la massima duttilità nel rendimento allo allestimento mettere a disposizione !e sue conforme pienamente al testo, risorse di attore, dei contrasti che di ciò che datta visione degli squitibri che rischiereb• critica del regista appare oc- bero di compramettere t'a!!e– corrente ad 11na efficiente tra- stimento drammatica. D'al– smissione non sacrifichi nu!!a tronde un regista che pure nè scene, nè luci. nè musiche. possedesse capacità di attore nè costumi. interpretanda ne!!a -rappre- Cost a!!esttre Shakespeare sentazione di cui faccia !a re– i.n. abiti borghesi non significa gia un personaggio, innegabi!– creare v na situazioni sbalo·r- mente rischierebbe di scom– ditiva, di quette che dànno bussolare t'un,tà, la coerenza luogo atte sotite intemperanze della sua visione d'insieme dei più 01'todossi oppositom rie! suo ripercorrimento oraa– delle novità. Ma, con più nico, di q1,e! su.o sintanizzare obiettività, se può fornire un te parti. di quel mo inqua– modo ridotto di attestire Sita- drarte, accordarte tutte, in kespeare (condizionato ad t11ia funzione dei risultato totate scarsezza di mezzi) è innega- bile però che sia un modo di Ecco perchè francamente gran lunga inferiore a quello non comp·rendiamo come si detto allestimento naturale, possa ammettere ancora i! ca– congruo ai tempi ed a!!'am- pocomicato. che pure può biente, a quello insomma che sembrare che. abbia dato buo– non perda di vista ali accenti ni risultati ne! passato. Ma ciò storici della tragedia. sembra per un imponente ta- Quando si dice critico pe, tento di quegli uomini che non antonomasia. s'indica lo ,tu- sappiamo quanto avrebbero dinso che dispone di unu spe- rlato come attori o registi se cia!e capacità d'interpreta.zio- guidati da un regista o soste– ne, dì rivivimento, di anima, nuti da un atto re att' attezza. zione e di comunica·re agli al- Tanto meno gli attori clie con tri l'opera d'arte. Perciò va- troppa faci!ità e sospettabile lente critico non sarebbe chi preparazione passano atta re– sentisse perfettamente, chi pia. Ed ecco perchè inutile e •vedesse• un lavoro ma non forse insulsa è t'annosa disc11s– fosse in grado di far intendere sione se it regista debba o no ad altri la sua interpretazione essere stato attore; se possa ,nune attore, e a ritenere at– tore una forte tempra di una personatltà suggestiva e im– panente clie nelt'interpretare ere!. I! rispetto e !a fedeltà al quali i! testo ha rigorosame1t– te diritto, non corrispondono ad un semplice senso di indi– vidualisnLO o dl venerazione irrazionale per un attore; ma si accordano con una profonda esigenza critica, lontano dalla quqle si finisce per alterafe, guastare, scalzare i! valore ar– tistico deWopera. Due opere d'arte mal si accordano, si so– vrappongono e Si fondono. Due fanttu1ie creatrici male si ac– costano, a meno eh.e una non sia casl rilevante da oscurare comptetamente l'altra. Ma attora un artista non in– terpreterebbe più un'opera di arte di un altro. Di questa fa– rebbe un semplice canovaccio, ne prenderebbe tutt'al più uno spunto, per spiccare il volo delta sua creazione. Che patrà anch.e essere considerevote, talora ammettiamo pure pre– ziosa, ma che nan significherà più a!!estimento, rappresenta– zione dei dramma X delt'auto– re Y. Anzi, a voler essere giu– sti, potrebbe voler dire una frode dell'attore improvvisato autore ai danni di un cltro autore. It che oltre a non essere ab– bastanza chiaro, nan sarebbe nemmeno giusto. GIOVANNI CATTANEI * Errata corrige per Enrico Falqui Eccoci, ancora una volta, in obbligo di segnalare che nel Doveroso invito al nostri Clas– sici di Enrico Falqui. da noi pubblicato nel numero s~orsb, sono disgraziatamente incorsi numerosi errori. Lasciamo la correzione del minori alla cura del lettore e ci limitiamo ai due principali. Nel capoverso « Ad ogni modo» (I colonna). dopo la II riga manca: « valori essenziali ed eterni, sollevati a sim ». Nel capoverso « Tutta– via » (IV colonna). dopo la II riga manca: « animate le no– stre osservazionl. Esse va-» Queste parqle sono stampate in– vece. per una svista d'impagina– zione al principio della V co– lonna. VINCF.N~O CAltDARELLI Direttore l>IEGO FABBRI t.;oudlrettor, rrsponsablle Sante Monachesi: "Paesaggio" Ma non foss'a!tro per la par– zialità del suo lavoro e d'al– tronde per la necessità ch'egti rivit>a appiéno la sua parte l'attore non patrà avere una visione complessiva dell'opera che recita. nè quindi una p'e– netra.zione crftica dei tavoro al cui altestimento egli parte- I! regista è critico. dev'es- •ssere bravo it regista che non sere uno di que!ti e.ne si chia- ha mal recitato e come me– mann •critici• per antono- ravigti it fatto che ve ne sia– masia Come vi è il critico j no di questo tipa effettiva– delle tetterature (e quello dli mente bravi. Ma ne!!o stesso 11.na tett.erat11ra o di un pe- tempa stupisce clte, al p11nto riodo di una tetteratura), il di maturazione al quate sono Stablllmento tipogr. U.E.S l,S.A Roma - Via IV Nov~mbre, 149 Marina. Poggi: "Figure" ARTISTI ITALIANI * * cli ERALDO iUISCI~'- Parlare di una pittrice non è agevole, perchè oggi ci sono troppe pittrici in giro: si rischia di farla finire nel gran catderone che bolle, con buona pace di quanti si lamentano dell'imperversante costtLme odier - no e det moltiplicarsi delle mostre, personat; coltet– tive e semicollettive. Marina Poggi-D'Angelo, per for– tuna sua e nostra, non appartiene atta falange delle dilettanti e de!!e <le!use della vita che si rifugiano in q11eUa che esse credono sia l'arte; la Poggi-D' Anuelo, non soto ha tutte te carte in regota come pittrice, ma è tutt'altro che sconosciuta atta critica e ai cotlezw– nisti, specie di Roma . D'origine abruzzese (e di questa terra conserva getosa.mente non soto la sua natura equitibrata e chiara., ma. una specie di nostalgia ancestrale, come per un mondo fissato in una grazia malinconica e senza scossoni), vive e lavora netta capitale suben– done il fascino sottile, il veleno penetrante dei colori e deUe prospettive. Non, neita maniera più esplicita e sup'erficiale: nel s'l!n~o Nte 1 l'tl!!U'tl Ytla pittura. si ritrova una tale • presenza• come gusto e Impostazione. Di– ventano quasi un luogo comune i motivi « romani • (o addirittura romaneschi) se ci si attacca a!!a let– tera, e non allo spirito di certe esperienze, come può essere appunto l'adesione e la partecipazione ad una «atmosfera». Insomma, tra i! dilettantismo da un lato e lo strafare dall'altro, questa artista ha rag– giunto quet giusto mezzo ideale, soto insidiato da una sorta d! congenito eclettismo. Ella non idoleggia la solita formula, o formuletta, di alcuni pittori che sanno bene commercializzarsi: e questo è un ben-e poichè la spinge alla ricerca continua per superarsi, quadro per quadro; ed è un male, per quanto ri– guarda. un minimo di standardizzazione, almeno ad epoche, che facitita il giudizio e alla critica, per quel tanto che esiste da noi, e al pubbt!co. I! suo pro– blema pittorico, insomma, a nostro parere, è squisi– tamente d'ordine formale. In quanto al contenuto, la Poggi-D'Angelo ha un mondo suo particolare, del quale poco importa L'estensione, giace/tè ne possiede la precisa dimensione in profonditd. Dove Invece rivela il lato aggraziato della sua natura (che rimane saporitamente femminile. ed è giusto: una donna non dovrebbe mai poter dipingere come ttn uomo), è nei monotipi, che tratta con viT– tuosismo scevro di ogni preziositd. Sono squitlanti ariosi e pa.stellati, spesso sorprendenti nella levità det disegno, sempre dspettosi di un a.rmonico rolo– rismo di scenografica gustositd. Marina Poggi-D'Angelo, pur presente a molte delle più qualificate manifestazioni pubbliche, preferisc-e starsene estranea ai massicci e rumorosi assalti pub– blicitari di certa pittura deflagrante: ama i riper,– samenti schivi, te conquiste silenzio<P P o-rnd11ali. rh<> in definitiva sono anche te più durn t11TP ERALDO MISCIA Marina Poggi: " Flgun"

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