la Fiera Letteraria - XI - n. 32 - 5 agosto 1956

Pag. 2 mc sono che ogni tipo di let– t~ratura di divertissement è tramontata, come anche si av– via al declino ogni forma let– teraria in senso strettamente aristoc.ratico. E' un tempo !l nostro. che più cl1e mai impo– oe agli artlsti. e in particolare ai narratori, se non vogliono compiere una ennesima ff tra– hison des clerques ►>, di impe– gnarsi con Ja società in fer– mento. con le masse popolari che sono alla ricerca della pro– pria coscienza. Ti confesserò ingenuamente !orse che il mio romanzo, ambirei fosse letto si dagli intellettuali. dai critici, dai letterati che rappresentano i'éZ,te, ma vorrei anche che l'artigiano di Mol\'eno o l'av– ventizio di Alcamo. in quau lo uomini partecipi di una con– dizione comune. potessero rico– noscersi nell'uno e nell'altro dei dUe protagonLsti, o per lo meno comprenderli. - A opera finita sei soddi– sfatto de! riS11.itato? - Non del tutto come sem– pre accade Ho cercalo di dar vita ad un:opera snella, sl che si sia tentati ad ogni pagina ad andare avanti: e perciò ho tagliato senza paura: ho ridot– to le quattrocento pagine dat– liloscrltte della prima stesura, a trecento nella seconda, a duecentocLnquanta nella terza; e non ancora pago, nelle boz– ze ho continuato a tagliare. - Percliè sei uscito con la Masslm.o? - Ero stancb di tenere il dattiloscritto in giro, questa è la prima veritlà. Altri· editor!, forse più importanti, s'erano riservati di pubblicarlo; ma nel migliore dei casi. nel periodo <ll contrazione editoriale che stiamo attraversando, non avrei visto le prime copie che nella primavera ventura e perciò ho tagliato netto e ho offerto al– la Massimo. che mi pare una editrice coraggiosa, il dattilo– scritto. Non me ne pento as– solutamente, anche perchè so, :io in compagnia di un ottimo amico, in questa collezione del Mosaico, slnora ospite soltan– to di autori stranieri dal nome già consacrato. Anohe Mario Po milio infatti, col suo I! te– stimone, ha comiJ)iuto con me un atto di fiducia verso la nuova editrice. ANGELO PAOLUZI INCONTRI Arturo Martin!: "Passione" E * SCOll!TBI L LA DANZA SUL RING * Riceviamo e pubblichiamo: scarpine rosa, soffri al vedere la danza da noi tanto basso, in– tul la necessità di risollevarla, e impostò Ja sua atUvità su pia– no nazionale, fece cioo queJ.lo che in ItaHe. in questo campo, non si era 'tnai tatto. La Ruskaja comprese che per riscattare la danzatrice in w1 pae.s<e di ci– viltà wnanistica occorreva dar– le non soltan lo dc ile nozioni di tee11ico del mestiere, ma una formazione culturale che la completasse come artista e ie conferisse un senso di sicu– rezza e di dLgnità in qualsiasi situazione e di !rol')le agJi oc– chi di chiu11que. Sarebbe que– sto i•l rimprovero che i nostri Il centinalo di firme che !an coda alla lettera' indirizzata da tlll gruppo di Jntellettueli al– l'on. Rossi, mLnistro della Pub– bli,ca Istruzione, e pU'bblicata dell'Unità l;iel 20 luglio, testi– monia prima d'ogni cosa un fatto molto importante: la dan– za è diventata un argomento di prim'ordine nel campo del– la nostra cultura. Questo si de– ve alla persona pernio di tutta le polemka che ha smobilita– to il mondo del balletto e del– la danza italiana: Jia Ruskaja. Se quest'artista non avesse al– tro merito, clò basterebbe a porla in altissimo onore. Ma viene de :r.are un'altra conside– razione: Descartes, i,! propugna– tore del dubbio metodico, mai a vre+l>bepotuto nascere in Ita– lia. l'{oi siamo troppo adorato– ri della tradizione, pervicaci nel der mano alle convenzioni e altrettanto pronti a· tender l'orecchio a moti di reazione, !acili nel prestar tede ai fauto– ri di novità purché contrari<:? all'ordine. Ciò che importa è far parUti e prender le parti, pur di e,;sere contro qualcuno. Forse tale nostre virtù aveva dato modo al Guicciardini di osservare che «sono varie le co,e che muovono gli uomini a cicalare, chi per stultizia, chi per profitto, chi vanamente per parere di sapere». In verità non mi è riuscito entrare nel cervello di cjuestJ custodi della cultura, me vor– rei chieder loro se prima di inquadrarsi per simile parata non sarebbe stato bene valuta– re i termini della questione, o almeno avanzare qualche dub– bio suUe asserzioni contenute nella lettera da essi fì.rmata uomLni di cultura, molto ca– vallerescamente. vogliono muo– vere a Jia Ruskaja? Oggi si polemizza sulle scuole di dan– z,a e si parla, a proposito di danza, di arie nel senso più elevato. ma questo venti o tren– t'anni !a non si sarebbe !atto perché problema simile non era sentito. E si vorr<>bbe ore dlleg;giare la persona a cui va il merito di aver suscitato qu•e– stione cosi nobi,le? Le scuola di danza che avanzano diritti di pareggiamento all'Accade– mia, perché non si uniforma– no agli studi umanistici' che Ln essa ven,gono imparUU? E' facile accusare l'Accade– mia nazion:ùe di danza di scar– sità di rendimento ma chiun– que, sia pure per curiosità, vi– siti quest'Istituto constale che è or,ganizzato con infinita at– tenzione. trova ohe sede più bella non si poteva trovare a una scuo'.a d'arte. E va allora spiegalo che per ottenere sl meravigliosa sede, come pre– cedent"mente per gli ordina– menti legislativi. Jia Ruskaja si è battuta senza tregua, ha vinto ostruzionismi puritani di ~erti ambienti, ha saputo ag– girare ]'acredine e la diffiden– za, ha dimostrato un'abilità più che virile nelio smuovere la lentezza burocratica. E i risul– tati artistici ci sono steli e cl sono: il pubblico conosce gn spettacoli di Jia Ruskaja e delle sua scuola. e accorre fol– to ogni volta che ne vengono annunciati dei nuovi. anche se semplici saggi di danza. Pro– ve ne sia che anche l'ultima manifestazione al Castello del Cesari è state replicata per tre sere con crescente affluenza di p,,l>blico. Ohe stupisce è un altro fatto: l'entusiastica a_m– mirazione della stampa fino a ieri e, almeno per parte di es– sa, le riserve. le remore criti– che che vengono avanzate og– gi. E' tramontata la dittatura. permangono però gli ordini di scuderia e meraviglia che .gli intellettuali vi aderiscano con incontrollata prontezza. In Ita– lia siamo un po' tutti napoleta– ni: vogliamo il miracolo. e se il miracolo non viene bestem– miamo San Gennaro. La Ru– skaja. dopo le fatiche per isti– tuire un'Accademia di stato e organizzarla con la sapienza con cui l'ha organl1.zata dove– va aver pronto il miracolo: gettare sul palcoscenico un corpo di ballo perfetto, forma– lo tutto di primissimi elemen– ti alla Mergot Fonteyn, e far– lo .girare per tutte le città d''I– lia e magari all'estero; batter– sela insomma con le migliori compagnie di balletto inglesi, americane o russe (le quali hanno una tradizione di auten– tica <(scuola~> cl'le da noi non e iste ma che può sorgere ~e usiamo una serietà pari ~ua loro). No, il re,gime fascista nor, «trasformò i,mprovvJsamente le scuola privata di danza della signora Ruskaja in scuola di Stato». Nel 1940' esisteva l'Ac– cademia d'arte drammatica, e Jia Ruskaja dirigeva la scuola di danza che a quell'Accade– mia era annessa. Le legge isti– tutiva dell'Accademia Naziona– le di Danza è del 7 maggio 1948, quando cioè più non c'era il tascismo. Che l'Accademia detenga il monopolio della danza in Ita– lia non è affatto vero. L'art. 16 del sunomineto Decreto Legi– slativo prevede il sorgere di altre scuole, le quali natural– n1ente <<potrannoessere pareg• giate all'Accademia Nazionale di Danza». Ma cosa viene ri– chiesto per il pareggiamento? n conformersl, sostanzialmen– te, per l'insegnamento delle va– rie discipline, per la durata dei corsi e per l'ordinamento interno. a quanto è prescritto per l'Accademia. E' questo il punto che !a indietreggiare molli che ambirebbero l'onore del titolo di pareggiamento per le loro scuole scJ1ivandone però gli oneri che comporta, In pri– mo luogo l'obbligo per le allie· ve degli studi classici. Vengono a proposito alcune considerazioni. A che pun– to erano le scuole di danza io Italia quando Jia Ruskaja ln– tNOprese la sua iniziativa e quale la Joro situazione attua– le? Non occo.rre andar troppo indietro. Fino a un decennlo fa la «ballerina» non godeva reputazione troppo elevata, an– zi basteva la sua presenza per– ché gli occhi degli uomini am– miccassero; quLndi le figlie di buona famiglia si guardavano bene dal frequentare «le scuo– le di ballo». Jia Ruskaja - del– la quale si può ilis.istere quan– to si vuole a dire che sia russa di origine, ché rimane di fat– to, per libera elezione, dtta– dina italiana -, vera artista, il cui orizzonte non si J.iI.nita– va a un tutù e a un paio di A parte il !afta che i nu– merosi stranieri intervenuti agli spettacoli della Ruskaja non abbiano avuto che ammi– razione per l'originalità e l'al– tro valore di quelle danze am- i,. ·- LI'.. I 11'..HARIA Dome11ica ,) aµ;o.-Lo l 9."i6 l,JET7."ER l Episodi d'Arte Sacra (,3 rb:i utl * (Conllnuaztonc dulia di * BR~O stre opere rivolgetevi allo Studio Grafico Editoriale, 5.000.000 DI AMERICANI ADERISCONO Al BOOK CLUBS La geniale iniziativa è stata realizzata in ltalia dagli A1'1ICI LIBRO i cui aderenti godono dei seguenti benefici; a) vengono tenuti ai corrente dei libri di maggior suc– cesso attraverso l'invio gratuito dei notiziario mensile edito dagli • Amici del libro•; b) ricevono a domicilio, a mezzo mese» da loro richiesti; posta, t • libri del c) rirevono in premio un • libro del mese• a loro scelta del valore medio degli acquisti, per ogni due « libri del mese• da loro acquista.Il; d) usufruiscono del serv1z10 gratuito di consulenza libraria offerto dagli • Amici del libro•; e) fruiscono di uoo sconto sul!'importo dell'abbona– mento a riviste e giornali di carattere letterario. 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