la Fiera Letteraria - XI - n. 32 - 5 agosto 1956

Anno XI - N. 32 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 5 agosto 1956 SI PlJBBLIC''-\ LA DOMENICA lllHE:ZIONE. AMMINISTRAZJONE: ROMA V,a d1 Porta Castello 13 Telefoni Redazione 555487 · Amministr 555 lò8. l-'U8ULJCITA Arn, u.ni. ;ll . L,\ f!E:HA Ll,ltE:l:. HIA · V d1 Porta Cast<>llo. 13 · Roma TAR.: Commel'ciall L. i50 ,:ct,toriall L 80 al mm - ABBONAMENTJ Ann110 L 2 700 Semestre L t 400 . Trimestre L 750 Estero· Annuo L 4 000 . Copia arretrata L 100 - Spedizione In conto corrente postale (Gruppo Il) - Conto corrente postale n 1/314 2 6 LE PRIME DELLA. LIBRERIA. * La· bufera e al tro diEu~eni o M nta.le ,,. * Leggeremo il nuovo libro del poeta cli "Ossi di Seppia,, come la testimonianza di un assillo verso una liberazione nella poesia come estrema tragica misura della ragiohe *' di F~RDll\'Aì\DO \IIRDIA Dei poeti che apparten- Ma è soprattutto la conti- gono alla grante triade del nuità della ricerca montaha· nostro secolo. o meglio della na che va messa in rilievo, prima metà del nostro secolo la continuità di quella pene· (gli allri due portano i nomi trazione di cui si diceva dian· di Ungaretti e di Cardarelli, zi e di cui è testimonian– ma non si pensi che con que· za la nuova raccolta di poe– sto si voglia da parte nostra ia La bufera e aitro pubbli– affermare una superiorità as- cata in questi giorni in nitida soluta sugli altri, sibbene ad veste dall'Editore Neri Pozza un'influenza quasi assoluta (Venezia, 1956) e che com· che essi hanno avuto swla prende tutte le poesie di Mop· poesia succe siva, cosicchè lo tale dal 1940 al 1945, dalle stesso Quasimodo. per fare Occasioni pr!!ssoché sino ad un nome di alto significato, oggi. Essa comprende un può essere agevolmente ri· gruppo di poesie già pubbli· condotto, almeno ccme origi- cale (Finister·re), mentre - ne, alla situazione creata da a meno di un nostro errore - essi. mentre la voce di un sono pressoché tutte inedite Palazzeschi o di un Saba, pur quelle che oggi appaiono sotto non meno ricca di signifjcato. i titoli complessivi di Dopo, e nonostante alcune proiezio- Intermezzo, « FLashes » e de– ni singole e limitate sullo diche, Si!vae, Madriga!i pri· svolgimento successivo del· vati, ConcLuswni provvisorie, l'esperienza poetica, rimane titoli sigificativi, per ciascun chiusa nel suo alveo partico· gruppo di poesie. di quello che ]are), Eugenio Montale è for- è un processo interno di for· se l'unico che sopravviva a se mazione e di ispirazione. stesso. vogliamo dire l'unico Ossi di seppia la prima che o~gi, sia pure con una raccolta del Montale apparsa fedeltà quasi assoluta alla nell'ormai lontano 1925 pose sua poetica e alla sua stessa come elemento distintivo la tematica. non soltanto si ap- ricerca di una consapevolezza palesi tuttora in pieno svi· che per la prima volta esclu· Juppo di forme espressive,. il deva nella poesia d'oggi ogni che è anche indice di un pte· diretto riferimento alla ma!{ia no sviluppo del suo mondo dell'immagine del ricordo, cne poetico, ma anche come ele· pe\- la prima volta rompeva mento determinante di rinno· l'involucro della sensazione. vam';lnto su quella che è la Immagini ricordj sensazioni poe&1a italiana del nostro Perdevano quel tanto di irra– tempo e su quella dei più zionale da cui fo gran pa_rte giovani in modo particolare. 'nasceva l'emozt0ne poet_1ca Che forme e inflessioni car- (saremmo per dire 11patetico, dare!Hane. ungarettiane e in nel migliore senso, dell'emo– assai minor copia sabiane e zion_e poetica) _Per diventare quasimodiane si riscontri!"o test11T1onianze d1 una tragedia nelle raccolte poetiche ,talla· cosmica d1 fronte. alla quale ne dal 1930 a oggi è cosa sen· s1 poneva la sohtudme del za dubbio pacifica, e baste· poeta stesso. rebbe a questo proposito con· La poesia 9i Montale nasce~ sultare con attenzione l'accu- va da un d1alett1.Co svolgersi ratissimo repertorio che si in- di accordi e di disaccordi che f/r '~ ~~ ' . .... . ;c.~ ""· . ~\ ~ ' \ ~ ~ ____ ., 1• Eugenio Montale" (disegno di Santos Torroella) Giorgio Morandi: "Paesaggio" (dal catalogo dell'editore Neri Pozza) LO SCRITTORE COSMOPOLITA PARLA DI SE STESSO E DEGLI ALTRI * Diario diValery Larbaud * S•i tratta veramente di un diario intimo - l\ila è del tutto inesatto dire che l'autore v1 con- segni soltanto rapide note e non vi si confessi e non dfa sfogo ai propri pensieri e sentimenti • di GIA,COJJIO A,N1.ìONINI I quaderni ID ci.ti durante Patù Valéry, Valery Larbaud, che il diaÌ·io di Paul Morand sonalità del romanziere cat– parecchi anni ma jn un modo Paul Léautaud e Paul Clau- come quello di Valery Lar- tolico. alquanto irregolare Valery del, avendo tra le mani ora baud è sopratutto una serie Ma quel che più conta è che Larbaud consegnò le sue an- oltre a quell,a delle opere di note su,gl,i incoDtri e le oc- Valery Larbaud affine in un notazioni intime li ebbi per la complete anche l'edizione cor- cupazioni quotidiani inofram- certo senso a Paul Morand, prima volta fra le ·man,i in rente del « Journal 1912- mezzato da alcuni sfoghi •ri- a Jean Giraudo'llx e se si vuo– casa di Georges Jean-Aubry 1935» (Gallimard edit. Paris) velatori e da ·alcuni ritratti le, quantunque già molto me– quando questi, amico esem- possiamo deplorare che essa di persone o di luoghi. Ban- no. ad André Gide o Léon– plannente devoto e letterato non abbia potuto essere pre- ché un po' più anziano d'età Paul Fargue di cui fu molto finissimo. si apprestava a pre-1sentata ed annotata da Geor- Va'Jery La,rbaud appartiene amico, nulla ha in comune né parare un'edizione del « Dia· ges Jean-Aubry. Non esitia- come scrittore al gruppo di come scrittore né come uomo rio» auale ultimo volume mo a dire che sia l'i.1trodu- Paul Morand, e Jean Girau· con françoise Mauriac, Jwien delle « Oeuvres Complètes ». zione sia le note sarebbero doux, cioè dei letterati co- Green, Jules Renard o Char– Le diHicoltà inerenti a cote- state ben diverse. Queste ul- smopoJ.iti oggi forse un poco !es Du Bos, nomi che non sta pubblicazione, che l'auto- time meno distratte e som- dimenticati e certo da ri- vengono neanche mai citati re stesso al tempo ,in cui oren- marie, più attente a dare ad valutare. nel suo • Journal». Egli cer– d_eva le note e coniidava pei:- un lettore poi:o familiar~ col~ Che François Mauriac e to li conosceva e forse li sti– s1en e sent1me_nt1. parte ID ia personahta . e la _vita dt Julien Green si rivelino mag- mava, ma essi erano e ;;ono francese ,parte ID mgl_ese ed L31:baud le_rnd1caz1om neces- giormente nei loro diari che del tutto lontani da lui. Con– a volte anche ID 1taJ1~no o sa·r,1e per r1trovar!ò1 rn u_n pe- no, nella loro opera narrati- trariamente a quanto pensa e spagnolo non aveva ma, pre- nodo lontano g1a e diverso va come a[(erma Malie\ è scrive Robert Mallet, che ha v!sto, enlno d'indole varia. da que!Jo odierno. deÌ tutto assurdo t 3 nto 'da scelto ed ordinato queste pa– S1 trattava da un_ lato d1 non Quanto all'• Inotroduction » farci supporre che non abbia gine colla diJ.igente attenzio– trad1:re la d1screz,10~e a volte pur -dicendo alcune cose giu- mai a,pprofondito la lettura ne ma anche col djstacco del quasi eccessiva d_ella~tore, d1 ste e necessarie essa mi sem- dà Ju.Jien Green mettendo il buon notaio che compie un n_on.f~nrne la signonle s_en: bra assai frelitolosa e super- « Journal », in cui le Teti- lavoro da cui rimane int~rior– s1b1hta ahena __da_ qualsrns, flciale. Senza badare ad un cenze e le volontarie omis- mente assente, il « Journlil » rumore pubbhc1ta~·10 provo- grossolano errore come Quel- sioni abbond~no. accanto a ci restituisce in pieno il ri– cato da pol,em1_che_o ~e:tte- io che attribuisce al comme- romanzi qu-ali • Leviathan », tratto deil'uomo Valery Lar– golezz1, dall_altrn di ,p1e,en- dwgrafo <francese Depy, « La Visionnaire •. «Moira» e baud negli anni della sua ma– tare un assieme che potes a Arnie! il famoso • ,Journal • Le Maù>f.aiteur• od ,un dram- turità. di una attività disper– avere un mteresse per un Jet· rntime • del filosofo ginev,,i- ma come «Sud• dove per sua sa ma febbrile che la mal•at– lore semphcemente attirato no Henri _ F,rédéric Arnie! propria ammissione l'autore tia ha crudelmente interrotta da,Jl'opera di Va,Jery La 1 ,baud. perché dovuto evidentemen- si rivela ben altrimenti. Poco importa che l'auo\ore George_s _Jean:Aubry. des1- te ad un Lapsus pennae. ma Quanto a François, Mauriac il cui riserbo e la cui quasi deroso _d, ~ ende1 e' e fai ren- un Lapsus purtroppo rivela- ci si domanda cosa intende Jl morbosa modestia 'sono da dere g1ust1Z1a ali amico co!- tare della fretta e l•a scarsa 1 ·t R b t M 11 t d considerarsi ,prove1•biali nella p1to da una grave malattia . . so et e o er a e quan o I t;t t f considerandolo !!iustamente ~tten,z10ne con cui_ il lavoro parla del suo « dia,·io »: i vo- e era ura rancese contem- d aJ' ·tt :, , . ._ e stato eseguito, v1 s, mc?n~ lumi intitcùati: « Journal • do- poranea abbia nei primi an- uno . e 0 • 1 scn _OLL ,p,u emi. tra no strane aitJermaz1on1 . . . . . ni della mal•attia distrutto o nent1 dei )?r1m1 tre. decenni concernenti alcuni diari di ye ha raccolto gli ~rt1co,1 dt fatto distruggere una parte del. secolo m. Franctoa s, era scrittori francesi di ieri e di 1Ddole_varia ~ta!llpah sui quo- cospicua delle annotazioni del accmto a. s~rwere la_ b1~?,ra- oggi. e da esse si trag,gono ttd1am o I,esile volumetto diario per evitarne un'even– fl,a d1 cui e uscito ti p11mo concl'llsioni er,rate riguardo a « Journal d un Homme_ de tuaie pubblicazione come ha volume • L~ Jeunesse 1881- quello di V:aléry Larba-ud. Trente _An_s,,. _•foamment1 d1 fatto soar-ire alcuni inediti ri- lS20 » (Ed,1t10ns du Rocher- un diano medito che v,anno t t· · t t· 1· J Monaco) oggi indispensabile a Robe1:t M·allet crede che dal 191· 4 I 19'' I b . ·enu , Jmpor an , qua , e par- . . . Paul Leautaud abbia dato a a =· n am o 1 ti già compiute di « Violet- chtunque vogha studiare e.on t t I d' . . 1 t· 1 casi l'affermazione è g-ratuita tes de Parme ». « Henry de qualche attenzione la perso· or O • a su_o . tano 1 . ,to O ed e!'rata. « Le Desert de Septimanie • e « L'Amour et nalità dell'autore. E"li inten- • Joumal Littera.ire •: 5 '. t:·at- J' A • Th · · De- la Mon° 1 ·c·h1·e ». 1,·br;. cu,· ha • • 0 ta dice dt un diano m timo n.mour n, " erese , • deva proseguire _rnun secon_do in' cui l'autore si mostra qua- squ~yroux •. o • Le Noeud de lavorato a più riprese curan- vol~me la s_to 11 a dela _v!ta le egli è dipingendo gli altri V1peres • nfle_tt_ono con ben GIACO~IO ANTONINI dell autore fmo al fatidico 31 . J' d M R b t M I maga 1ore prec 1s 10ne e poten- 1935 e quella delle sue opere qlu 1 . 1 vbe e 1.. ap O he: a : za a;tistica Ja complessa per– i cui ultimi volumi sono usciti et s1 s ag ·:a. ere e_ se e (Continua in 2. pagina) a cura del Jean-Aubry ste~- vero· che .Leautaud . s, _con– so. Ma d'indole scrupolosa e fessa m piena ltberta, dtcen– delicata J'amjco intimo di Jo- d? tutt_o secondo 11 suo pnn– seph Conrad e di Valery Lar- c1p10, e a_ltrettanto vero. che baud temeva sempre di av- 11 d1ar,10 e _un quadro_ smgo– venturarsi ,al di là dal limite lare della vita letterana >fran– che Lar,baud stesso se aves&e ce_se durante mezzo secolo. potuto avrebbe imposto sen- Leautaud ha vo,Juto. essere tendo nel contempb la neces- oltre a tutto un cromst!) fe- sità di essere esplicito verso dele ed a modo suo lo e sta· i lettori specie in un epoca to. Sotto qu~sto aspetto il suo come Ja nostra dove !'indi- « Journal • e. un monumen(o screzione re~na sovrana. dest1Dato a rimanere propno Miraggio tli Sorgi da! mare - bianco uccello che spacca il guscio de! mondo: sei nuova persino· a(Le acqtte che ti esprimono. Invano tendo la mie, rete di giunco: t'incorona il capo e si arresta, mlle onde dei tuoi capelli sciolti, n mezza fronte come un diadema. L'anca possente è cinta ria un perizoma. di alghe, Le rue mani hanno lt,ce d1lL'arzurro, i.! cielo è sopra. te, cinge di nssedio le tr,e sp,1lle che il snlr> dorerà. Non avanzare, Ve11~re, verso la riva brt,ta dei no,stri sguardi, che tendono metallici agguciti ed i11sidie: le rocce hanno nu.voLe di capelvenere secco, la sabbie, brucia i teneri frutti: resta cosi, coi piedi lie!Ze acque, * titola alla Giovane poesia pubblicato di recente da En· rico Falqui per l'editore Co– lombo; ma per quanto riguar– da l'orma profonda lasciata da Montale, essa va ricercata non tanto sul piano puramen· te formale bensì nell'intimo e nello svolgersi interno del· le singole voci poetiche. Di· remo a questo proposito che se anche un certo modo di poetare è stato ed è il segno di una civiltà poetica che ha rifiutato nort soltanto l'estre· ma propaggine di uz:ideca_den· tismo e di un estetismo mse· riti formalmente in una tra.di– zione letteraria che r aggi un· ge attraverso Carducci e D'Annunzio gii inizii del no· stro secolo, e se soprattutto è stata rifiutata una certa ma– gniloquenza, un certo gusto decorativo che in un certo modo facevano da involucro a quegli elementi decadenti: stici (si pensi non tanto a1 maggiori. quanto ai _minori. agli epigoni), un tale risultato si deve oltretutto alla lezione di rigore nella ricerca, di pe· netrazione nel nucleo più se– greto e profondo dell'emozio– ne poetica, alla intransigen: za di cui tutta la poesia dt Montale è l'esemplare pro· bante a quello sforzo intel· Jettuaie condotto sino all'e– stremo di una chiarificazione interiore che vorremmo chia· mare goethiana. pure escludendo (e in que· sto non si può non essere d'accordo con Spagnoletti) « ogni tensione logico-metafi· sica. ogni appena utile spinta alla conoscenza» si traduce· va in un duro e travagliato processo di identificazione dell'esperienza con la ri· cerca di un significato non sensibile e nemmeno appa· rente delle cose e della vita stessa, ii significato, diremo, di un dramma umanamente irrefutabile. La scelta stessa della parola, l'accordo-disac· cordo del sostanti,vo con !'ag– gettivo, del soggetto col ver· bo. ( La tua gaiez~a impegna già il futuro · ed un croLLar di spa!!e - dirocca i fortilizi · del tuo domani oscuro » in Falsetto; ,, ... il cenrw d'una vita · strozzata per ie sorta ... » in Arsenio: « Le moUi par– venze s'infransero» in Vasca) recano quasi sempre alla su_– perfìce questa segreta tes.t1· monianza di w1 dramma tutto sottinteso. ma tutto, n e 11 o stesso tempo, inscritto nel va· riare degli aspetti del mondo e della natura. Si pensi alla presenza del mare in tutta questa poesia, co_me rivelazi?· ne di una tragica patern1ta, (Come aLLora oggi in tua presenza impietro, - mare ma non più degno - mi credo Queste ~itazioni e delica- come • Journal Littéraire •· tezze concernenti sovratutto la In contrasto quello di Lar– vita privata dell'autore di baud è veramente un diario « A. O. Barnabooth » e intimo. Ma è del tutto inesat– " Amants Heureux Amants 1>to dire che l'autore vi conse– s tre t tam e n te legata ed gni soltanto 'rapide note e non intessuta ali' opera dove vi si confessi e non dia sfogo l'elemento autobiografico è ai propri pensieri e sentimen– ovunque sensibile e spesso ti. Egli è d'indole infinita– scoperto Io indussero a r,ro- mente più riservata di Léau– crastinare. La morte imorov- taud, inoltre non vivendo so– visa Io ha colto prima che lo teme le indiscrezi•oni di egl,i potesse terminare il suo quanti o sopratutto quante lavoro. sia riguardo al secon- vivono temporaneamente as– do volume della biografid ri- sieme a lui. Ma ciò non lo im– masto appena abbozzaio e pedisce di darci un ritratto quindi non pubblicabile. sia incisivo di se stesso ed un riguardo alle « Oeuvres Com- riflesso della sua complicata plètes » e quindi al diario la ed irrequieta esistenza. cui edizione è stata pur SE:· Se un diario Robert Mallet guendo le sue indicazioni ed il doveva citare era il « Journal suo progetto curala da Ro- d'un Attachè d'Amhassade » bert Mali et. di Paul Morand. seri ttore •in po' swrua un po' mostro o opparlzione: a una certa distanza dalla riva. dagli occhi dalle mani dalla ciera violenza de,!!li eterni peccato·ri. FERDINANDO VIBDIA (Continua in 2. pagina) E senza voler fare alcun sotto certi aspetti fra i più torto a Robert Mallet. di cui v-icini a Larbaud. dove si ri– è anzi d'uopo riconoscefe , trova lo stesso carattere, un meriti di buon notalo di al- eguale signorile distacco mi– cuni grandi scrittori ~ell'i_ni- jsto ad una_ 11ran~e cu1:iosità zio del secolo: Andre G1de, per gli uomm, ed 1 paesi. An- .. Mistero, ln ragione ti rifiuta, è i! cuore che ti accoglie come un'acqua furtivo ed invisibile: motivo P.lementare, prima essenza di luce e verità. L'equazione dei si1nboti è la veste I PENSIERI E LE ORE * Strane domeniche de~li italiani * Quanti i Musei aperti in Italia il pome- riggio domenicale? Quante le biblio– teche aperte àlla mattina festiva ? * di S. SA.JIEJi LLDO\i'JCI La. domenica; la dies domenica, il gior110 del Si– gnore è angelico solo per metà, la mattina dedicata all'obbligo religioso che dovrebbe essere La pausa set– timanale data aUa meditazione e al consuntivo sui re– su!tati raggiunti da! travagli dei sei giorni clie prece– dono: in verità i! tutto è conde·nsato in una mezz'oretta anche se proficua. Per il resto, parlo della seconda metà è giorncua - come ben ci hamw insegnato i poeti' '-- i11fernale. Nemme110 il modo di evasione consueto di sottrarvisi: gite, cine, carte da gioco (pe– stifere!), competizioni. sportive ec_c. ec_c. riesce a col– mare il vuoto della giornata festiva, incolore, malin– conica, eguale nei borghi sperduti come neLLe grandi città. Anzi nelle grandi città il vuoto domenicale con il senso di fastidio che ne consegue è piil faci!menle avvertibile. (Qt,esto spiega, tra l'altro, la fortuna di çerte merafisiche esperienze _di De Chirico, Carrà o Sironi che hanno per tema , suburbi 111dustnal1 alla domenica). Esiste solo un infa!!ibile modo di evade-re: la via de!Lo spirito, anche se agli italiani è resa diffi– cile. Via dello spirito potrebbe anche consistere nel trovarsi in agreste solitudine (o montana o lacuale ecc.) al contatto con la natura la quale nei suoi chiari o misteriosi rapporti con l'ego è ancora lo spirito, ma - soprattutto - consiste nella lettura, 11ella visione dei testi figurativi o nella elaborazione concettuale arti– stica e così via. Queste sono le domeniche àa infernali diventate divine. Sottralle alla noia, a! taedium vitae, desolante considerazione .del ripetersi della rea!ià. Poiché la forma della vita creativa dello spirito è privilegio di pochi (ed è be11e che sia cosi) 'l'altra, subordinata ma no11 meno impegnaliva e feconda vtrn· de!lo spirito che s'è delto, dovrebbe essere consentita a molti, a quanti almeno ne senrono la necessità. 11e avvertono la insostituibilità e invece i! costume, le abitudini ita!ian~, !a pi grigia La rendono estremamente difficile, i regolamenti cospira.no ad annullarla. · I regolamenti, la burocrazia, l e abitudini! ... Qui deb– bo fare un elogio al Comune di Milano che lascia aperti i! pomeriggio della domenica a!cu11i Musei: la Biblioteca Trivulziana ad esempio che è un picco!o grande museo di rarità bibliografiche. Biblioteche e musei dovrebbero essere gli st.rume11ti piil a porcata di mano per superare il tedio domenicale. Ma quanti sono i Musei aperti in Italia i! pomeriggio domenicale? Quante le biblioteclie aperte aLLa mattina festiva? Quasi nessuna ovvero con eccezioni rarissime e eh.e appaiono spettacolari. Non mi si venga a dire che l'impedimento è costituito da ragioni eco11omiche. E' costituito da poca buona volontà, da routine, da ac– quiescenza alle tradizioni. L'Italia, come è noto, è il paese che ha maggior numero di giornate feslive. Basta considerare H calendario ufficiale, al quale si debbono aggiungere una buona doz:ina di festività locali: i! patrono, la fiera, la ricorrenza det grande o piccolo fatto storico riguardante quella città partico– l.are, L'evento pol,itico ecc. ecc. talchè a11cora altre gior– nate vengono sottratte a! godimento di quei beni che sono proprietà di tutti i cittadi11i e iL c1,i uso, a differenza di tutti gli altri beni di consumo, non !i me– noma, non li esaurisce, anzi a! contrario li aumenta aumentandone la capacità educatrice e formatrice. Chi dunque vorremmo che frequenti e musei e bibliote– che? Solo g!i studiosi, e tra questi solo gli universitari che dispongono di maggior tempo? E gli altri? So!o una concezione ancora feudale della pubblicità degli istituti di cultura determina un orario così ristreuo, così i11adatto alle esige11ze del pubblico ·sia domenicale che feriale. E' ora ,che gli itaUani i quali si Lagnano delle ar– retrate posizioni civili e culturali dei propri connazio– nali, agiti110 i! problema di un migliore e più razionale uso delle proprie ricchezze imperiture e g!i organi competenti vi p·rovvedàno. E' sicuramente una que– stione di economia: nel senso che sarà un btwn affare per la nazione, anche in rapporto al tul"ismo straniero che conta non pocht uomini studiosi e curiosi del sa– pere. Solo in ta! modo le strane domeniche degli ita– liani diverranno domeniche produttive. a SERGIO SAJ\1EK LUDOVICJ Salerno 11uziale del tuo 11ascere: le stelle vi si accodano, o imprimono zodiaci di geometrici incanti. Di quali epoclie– l'a.ccontano, a quali epoche tu stessa nppartieni? Le nu,vole sul capo, i cava!!i annitrent i suLLa ,-iva, colon.ne infrante affiorano dal mare e tt, v i poggi i! piede imperiale. Noi siamo qui, stu.piti, c'è il deserto 1 ra iL tuo corpo e la nostra arida brama, un deserto di sabbia e di acque amare orlare a.ppenri da candide spume. Incomincia la vita, incominciamo di nuovo a interrogare gli elementi suli'enigma del mondo: creatura e creato, uo1no e cosmo, uomini e Dio. E' Venere sul mare, che risplende come uria stella caduta dal cielo, emersa appena, ido!o ancora intatto, r,d impor•e le leggi dell'estate. Abbandono la rete sul suo capo, mi vince il sonno. mi vince l'oblio di quanto ci circonda, nell'assedio de! sole. della luce. della sabbia in cui frana il mio cuore: lava e cenere nel cono de! cratere semispento da mi!lanni, dal tempo delle origini... R. 1''1. DE ANGELIS • GIOVAXI X..\RRATORI * Cinque doma mie 1wr '' CiPlo 1·hiuso,, * Sul tema della Resistenza e su quello più vasto della guer– ra civile, sono state sino ad oggi scritte opere in chiave so– prattutto di cronaca o sul mo– dulo della memoria: una me– moria che ha fa tto 1 si. i slloi conti con la realtà, col docu– mento, col nuovo clima socia– le e politico, ma che in defi– nitiva non è riuscita ad auto– superarsi, a superare quella sorta di compiacenza narcisi– Stica che nasce ine\.;tabilmente dal raccontare in prima perso– na, e perciò man<:ando di una ne<:essaria obbiettività, di un !atto "costruito». Questa im– possibilità di andare oltre la cronaca o la memoria, ha fatto si che, nell'ambito della lette– ratura della Resistenza si pro– ducesse una snecie di involu– zione e non sf riuscisse a su– perare il punto morto. Opere egregie. sl. ce ne sono 6tate: J i:ecdr com Carlo Cassala. Tiro al piccio– ne di Giose Rimanelli. U!L!mo · viene il corvo di Italo Ca h:i– no, Banco di nebbia di Gior– gio Soa,·i, J ventitré giorni della citlà di Alba di Beppe Fenoglio, Memorie dell'inco– scienza di Ottiero Ottieri, Ctn– que storie ferraresi di Giorgio Bassani. Ma più che dare un avvio al futuro, hanno cooclu– so una parabola. quella del pri– mo ciclo della lettera ura resi– stenziale. Questo almeno, a no– stro personale avviso: e sappia– mo anche darci le giustifica– zioni dei fenomeno. quelle opere ed altre essendo state scritte negli anni che ancora erano pieni dei riilessi, delle passioni della guerra spenta. Proprio per tali considera– zioni, riteniamo che Cielo Gino J\Iontesanto chiuso. il recente libro di Gi– no Montesanto. (che esordi nel 1952 con un breve e pur vali– do romanzo. Sta. in noi la giu.. stizia) rappresenti un·esperien– za nuova, un « nuovo corso» nell'ambito della letteratura resistenziale, oltre che, natu– ralmente, avere un proprio in– trinseco valore letterario pic– cato. Abbiamo perciò ri\'olto ·a Montesanto alcune domande alle quali ci sembra abbia ri– s1>9sto con la massima fran– chezza, senza riserve mentali - Che cosa hai voluto dire 'con il tuo nuovo romanzo? - Mi sono accinto a Cielo chiuso tre anni orsono: quan– do cioè erano già apparse, so– prattutto da parte di giovani. opere notevoli swla Resislen– za e la guerra civile. Non po– tevo. se non volevo oltretutto scrive.re un romanzo già supe– rato ai suo apparire. che cer– care di staccarmi dai modelli precedenti e te_ntare un'inter– pretazione degli avvenimenti i1 più possibile obbiettiva. Natu– ralmente ho dovuto rispettare la verità e assumere una posi– zione: di qui la mia scelta. fra i due protagonisti del libro, per chi aveva ragione storica– mente. Vorrei però notare che anche l'altro non è affatto in– compreso nei suoi ideali, che sono per me falsi. ma non per lui che è in buooa !ede. - Hai forse voluto fare un romanzo, in. largo senso, sto– Tico? - 1 on mi pare. Sono un uomo vivo del rnio tempo e vorrei soltanto che Ugo e Ni– cola, i miei - personaggi, !as– sero moralmente identificabili - in quanto resi - in tanti e tanti giovani della rnia ge– nerazione. Ho voluto soprat– tutto dare ia condizione mora– le e umana. insomma. dei gio– vani del '43-'45. calandola in un'opera narrativa. Una rap– presentazione necessariamente limitata, ma indicativa, di que– gli avvenimenti che per noi italiani ed europei sono stati densi di tragedia, ma anche di idee, dì fermeo ti, di aspirazio– 'li ad un avvenire più giusto per tutti. D'altra parte mi sembra che tutto questo, tu stesso hai cercato di metterlo bene in evid~za nel tuo re– cente saggio sulla letteratura <!ella Resistenza. - I! tuo è tuttavia qu.e! che si dice un .romanzo engagé? - Certamente. Convinto co- J

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