la Fiera Letteraria - XI - n. 27 - 1 luglio 1956

Data la sovrabbondanza di scrlnJ cne e, pervengono con la esplicita rlchlesta dJ giudizi partlcolarl, com:mlchlamo agù interessati che direttore e redazione della • Fiera > sono asso– lutamente impossibilitati a dar riscontro a queste richieste. LAFIERA LETTERARIA ORARIO UELLA ltlWA. l.JO: --i,. li 13 lti 18 l\lano!rrlttt. foto e di?-f',nll non pubbllrati non <;f restitufsf'nno GAL·LERIA D E·G LI ARTISTI ITALIANI SILENZIOSA contempl~zione Ha, questo artista, la possibilità di articolare il proprio stile per dare vita a un mondo poetico di volta in volta raggiunto e di nuovo inseguito nella sua perenne vitalità * di VALERIO lllARIA~I Quattro anni fa. parlando dell'arte d1 Pietro Melecchi, mi convinsi che. se quai– che indicazione poteva darsi per intende– re meglio la particolarissima natura del– l'artista, questa doveva essere concentra– ta sul «silenzio» che si manifestava dal suo mondo di oggetti in un'atmosfera di raccoglimento e di singolare purezza colo– ristica: un silenzio, naturalmente, sugge– rito dalla poetica trasfigurazione della realtà che ci appare. anche oggi che il pittore ha sviluppato e raffinato il suo stile, trasferita su un piano di assorta contemplazione. Oggi, sia pure a non grande distanza di tempo, l'accenno alla particolare rarefa– zione della materia pittorica nella quale il Melecchi ama definire le sue nature morte va integrata attraverso i risultati di ulteriori esperienze ohe, allora, appa– rivano improbabili. Nella tematica appa– rentemente ristretta dell'artista si è insi– nuato con maggiore intensità il gusto per il paesaggio che. pur non essendo cosa nuova per lui, ci si mostra tale da doverlo considerare l'elemento decisivo per il rin– novamento delle stesse composizioni di fiori, di semplici oggetti presi a prestito per i suoi accordi coloristici. Se un tempo lo sviluppo di questo pit– tore poteva essere segnato da una ricerca di essenzialità della forma plasmata nel colore. ma velata e soffusa d'una lieve pe– nombra a favorire l'armonia del rappor– to tonale. questa ricerca. oggi, si è arric– chita e si è fatta più acuta per una nuova accentuazione del valore luministico che permette all'artista di rinunciare a quei toni bassi e « in sordina» che ne facevano più direttamente riallacciare le origini al– l'intimissimo di Morandi. L'attività e consapevole partecipazione alle mostre più importanti. da parte del Melecchi. facilita il compito di seguirne gli sviluppi, tanto più se si consideri l'im– pegno, e la serietà che egli pone nella scelt.a delle tele da esporre per quella esi– genza a lui connaturata di riconoscere il massimo della chiarezza di fronte alle proprie opere: è così che. seguendo dalle sue prime personali a Trieste (1946-1947) a quella di Roma, alla Galleria Athena. che fu in un certo modo la sua presenta– zione inattesa in un mondo artistico più vasto (1949)b all'altra quasi contempora– nea alla Ga eria del Na,.,ig,lio a Milano, a que!la del 1952 alla Galleria del Camino, di nuovo a Roma, ancora all'altra dello anno successivo a Trieste. nella Galleria d'Arte «Casanova» ( 1953) Ben pochi come lui, infatti, sanno sepa– rare la propria vita di ricerca e di elabo– razione dal momento in cui le tele ven– gono mostra te al nostro giudizio; anche a conoscerlo più da vicino. a frequentarne lo studio, a richiederne, per così dire. una co!lifessione più intima e aperta. ci si in– contra con un elegante riserbo, con una specie di pupare naturale che fanno parte di tutto il suo mondo e ci testimoniano ancora una volta della natura esigentissi– ma del suo ingegno maturato in un con– tinuo esame di coscienza. E, ciò che lo rende isolato nel colloquio con sè stesso. rest1Cl alle clamorose affermazioni dei propri convincimenti e delle proprie idee. saggiamente convinto che la polemica n1i– gliore in arte, si fa con le opere assai più che con le discussioni o i gesti teatrali. E lo sviluppo della sua pittura appare chia– ramente orientato verso una progressirva spiritualizzazione del reale. rivissuto poe– ticàmente nell'essenza delle cose e del paesaggio. La sintomatica impossibilità di distin– guere tra paesaggio e natura morta in un qualsiasi variare del gusto. ma anzi la costatazione che ogni esperienza pittorica risponde, nell'artista, ad una costante esigenza di interlore calma e costruttività. ci conferma nell'assoluta certezza di que– sto suo mondo che egli va esplorando e definendo con mezzi cosi sensibili e chia– ri. Di qui la necessità (sempre presente in lui, in ogni momento) di tornare più vol– te sullo slesso tema e di non staccarsi dal quadro se il suo istintivo senso della armonia non ne rimanga in qualche mo– do appagato. C'è dunque una sorta di va– lutazione del «peso» dei valori pittorici nel gusto di questo artista che già fin dal momento di disporre i suoi oggetti davanti al cavalletto li valuta secondo i loro rap– porti di relazione in una inconsapevole revivjscenza del concetto di <e amistà » o amicizia, caro al Rinascimento. Per que– sto. in Melecchi ha grande importanza 11 taglio del quadro che racchiude il segre– to d'una metrica compositiva della più intensa efficacia: talvolta la forma di que– sti suoi fiori. di questi suoi monti ed alberi e strade. sembra suggerire una aspirazione al gusto astratto; molto spes– so. sopratutto nelle cose più recenti, non ci si domanda se gli oggetti abbiano una rispondenza col vero: e clò non perchè si tratti di forme geometriche, ma perchè quelle forme sono ormai diventate una essenza particolare delle cose, configurate jn iuna zona di colore racchiusa entro li– miti disegnatiYi. connaturati alla sua fan– tasia. Ma, a parte che questi pericoli conten– gono in loro stessi anche una evidente dose di positività. ci sembra che egli ab– bia da tempo superato simili barriere. da un lafo allargando l'esperienza pittorica ad una realtà figurati•va articolante e vi– vente, dall'altro sviluppando nella stessa visione tonale il colore nel senso, ormai chiarissimo. della <( terza dimensione». Se si osservano. oggi. questi suoi ogget– ti che ci si presentano con tanta eleganza e fermezza conchiusi nella rHmica com– posizione del quadro. ciò che più ci me– raviglia gradevolmente è la suggestione dello spazio che ormai essi realizzano, pur restando legati ad una schietta e naturale coerenza pittorica: e si osserverù che sono appunto le accentuazioni dei bianchi e dei ·neri che sollecit.ano l'impressione del ri– lievo, pur essendo lontanissimi dal « chia– roscuro )) di' tradizione plastica. VALERIO MARIANI Pietro Melecchi * I ALTO. a sinistra: Paesaggio: a destra: Fiori. AL CE ITR,O: Due paesaggi. 11 BASSO, a sinistra: Composizione; a de– stra: Paesaggio con montagne *

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