la Fiera Letteraria - XI - n. 21 - 20 maggio 1956

Pag. 2 LA F I ERA LE T 't ERARI A Domeniq 2 0 maggio 1956 -----------......,..----'1..------------=-:...:.:.._:_..:...::....::...:...:_-=-::....:.....:....:::...:.:....:..:..::.:...:..:.:__ ___ .;...____________ --'-_____ ---"--'-~-- ~~i~~~~rJ~~:; SCANDALO DE L LA SPERANZA (Continua d4 i,ag, I) erano p'.ù vièinl. nQI$ oo!~ pmh; ei par:a- ptenl! l.er~ e <!I.i •çusar~ il n~str~ att,gg!a,µhito èiechi q! ~rontè alla ~econh re~ltà 4~11• (Contl11ua da pag. 1) dèdicato alle poesie JI secondo al t~atro, Il terzo, 'apparso ìn questi giorni, dedlcalQ al No– velller e co.invagnuolo e altri racco, a.ti, il qunrto a Angelo di bontà, i l quinto col1lerrà Il aonte pecoraio, Il sesto gli scrit- ~/;~;1i~t''v;J,0\!~~~~v~ 1!tg~~ fessiont d~u,a.Italiano il nono l'Epistolario. curano 'i volumi o gh studi Introduttivi Lutg) Clceri, Giovanni Comelli, · lgJ. nio De Luca, Emilio Facctoll, Sergio Romagnoli, FU!ppo Zam– pien. Non è senza signlllcato che il prlrno volume 8.pparso (terzo dell'ordine scelto nel piano edl· tor!ale) sia quello che raccoglie le novelle campaghole, a cura di Igin!o De Luca che vt pre– mette un ampio saggio Intro– duttivo (Novelliere Campagnuo– lo e altri raccontt • Giulio E!– nau_dt editore - Torino, 1956), anzitutto 0 erchè esso puntuallz. za forse megho di o~nl altro quen, che sono i criteri e I propositi di questa coraggiosa impresa editoriale. Criteri e propositi che cl appaiono chia– ramente tmpostat,t sull'impegno di offrirci un'lmma~lne del Nievo quanto più possibile mo. derna nella sua critica obb!et– tivlta, voglio dire quella che cl dà un Nievo non più guardato sotto la specie del «soldato» In un clima <<eroico>> rlsorgimen• tale (ehe lo sia stato è lnnega. bile, nfa non è questo l'aspetto pr!ncipa,Je dello scrittore), ma, piuttosto sotto quella dei veri e profondi t1npegn1 della sua ~a[r~;~~1~·1 1 ~.r~\~f1ifz\~.tr!nN~':t; porto tli sentimenti che si espri– me nelle. sue opere attraverso l'affettuosa rievocazione dì una intatta riserva d1 ricordi: è U mito dell'lnlanzla Hl Carlino nelle Con/esston.i, Ja struggente e dolorosa memoria del cucino.. ne di Fratta, delle campagn~ del Friuli cc con tutto l'orrore della sua materlR, con tutta 1a semplicità di spirito dei suol abitanti» (lettera a Mat:lde Ferrari, da Colloredo, Jn data IO ottobre 1850), che è anche, probabllmente, connesso con Ja sua origine nobiliare, ma che assai presto in !u! perde questo carattere per alimentare una seria. e consapevole esplorazio- 11enella vita contadina, sia nel• la sua compagine sociale e umana sia per quanto rtguar. da lo studio d1 un llngut1gg10 aderente alla sua realtà e non più ricalcato da una trnd:z:onc accademicamente letteraria. l racconti e le novelle contadi??~ del Nievo realizzerebbero 111· somma un'idea del tutto nuova della !Unzione della letteratura nella v'tta sociale di cui già non pochi mdlz1 aveva offerto lo stesso Nievo negli Studi sulla poesia popolare e civfle massi• 1name11te in Italia apparsi nel 1854 su L'Alchimista friulano d1 Udine è nello stesso unno riuniti in opuscolo nella stessa cltlà. Che Il glovnne Nievo si ponesse sin da allora il proble~ ma dì una letteratura che fos– se 1< ~spressionc di un'intera so– cietà >>, eh~ dovesse servire alln « rigenerazione delle classi po– polari>>, al « progresso civile della nazione ,, non deve mera. v!gllnrcl, anche se vi traspaia– no non poche ingenuità nate da uno slancio giovanile testi– monianza comunque di una profonda vita morale. ni~ 1 i~gf~c~nt~~~~tt~~~s~i ~f~ velie rustlcnll del Nievo nella loro prospettiva storica, sia nel qu·adro di una corrente lettera. ria che ebbe nella Sand _ sor. te talvolta curiosa rli scrittori n1edtocr1 - un primo slancio europeo e che in Italia con U Correnti, il C.:arcano, 1a Percoto e Il primo Nievo entusiasti se– guaci, sia 1n quello degli studi economico.sociali della cultura lombarda e \leneta dal cui cli• ma Il Nievo fu tutt'altro che ass1mte, ed è certo un contri• buto di alto \'Rlore alla cono– scenza del tempi del Nievo e dei moventi che animano la sua opera di narratore. rn que• sto Novelliere campa/Jllllolo (Il tit0!Q è dello stesso Nievo che avrebbe voluto riunire sotto di esso il gruppo di racconti che appara In questo volume) Il let– tore d'o~~i troverà nel Nievo uno scrittore assai più attuale di quanto non gli sia stato In– dicato da quella che è la tra– dizionale Jmmainne che ne han– no molti italiani, ma nel tem• po stesso troverà le chiavi per I'interpretazione della ~ua ope. ra mag~iore e soprattutto di quello che è l'atteggiamento del Nievo di fronte ai problemi della vita Italiana e della cul– tura. a lui contemporanea. Il ?rosso volume contiene. oltre al Novelliere campdgnunlo vero ,. proprio, il Juniro racconto che si intitola Il barone lit Nica– stro e un folto gruppo di altre novelle e frammentL ' FERDlNANDO VIRDIA elle ~btludlnl. I limiti. le regolt. lnSQ!lllll9 la vita d,lla rottorica era uµ alu te na'le p,r qu,111 artisti sprow1st1 di forza reale e p,r– ~atura legati solta.nto alla ripetizione meutr~ 1I giorno In cui si è crtduto di do,·e1e an– dare a,·antl sul nlo stesso delle amb·zlont e delle Intenzioni si ap~rto un "arco alla p.ù pericolosa e Inutile delle llberlà. quella della fantasia verba:~ o del colori. Ora, a consi.dcrare !! pan o1·ama degli ulU· mi cento anni , 1 ien fat.to di fare la stesta parte all'abbandono e alJ 'iguoranza di D o e. pal all'invoc~zlonc Indiretta. taciuta o ad• dtr!Uura rinnegata · di Dio e !'lmpré..ss!one deriva dal fatto che non si hRnno unità di misura. che è Impossibile organizzare uu paesaggio volutamente disordinato. disanco– rato, soprat.tutto d:pcnde da una ragione assai più graNe e su cui dimentichiamo di gettare la luce. è Il mondo stesso che ci cir– conda. slamo noi stessi che pretendiamo una ripresa, un rinnovamento. un·arte e una poesia più alte. slam() noi stessi negati a intentiere, a comprendere, a fare da ar• ~lne a C(Ueste fragll! testimonianze del· In dlvlnita. Diciamo la parola, spesso slamo noi ste.o;sl incapaci di aprire un verbo e re– sUamo condannati per molti anni a questa ridicola [onnn di Insufficienza, J'lns11fficienza di !:bi si mette R [are I conti e non sa con- ~(~Q:,uc.;;~~11è vt~ 1 futu~t~C ct~ytt~!:u~:!u~o~~~ tutt.a In buona volonlA R voler capire uno di questi artisti, a voler spiegare uno di questi scrittori. Eppure la storia, la storia a cui ci affidiHmo con estremo abbandono. dovrebbe insegnnrcl molte rose. dovrl"bbc suggerirci qucll'umlltÀ Indispensabile Rlla collnborazlonc. senza di cui non esiste Atto di poesia. L~ posizione viene ad essere cosi completamente sovvcrLlln. il giudizio pre• ccòe l'atto dell'lntelllgeuza, una misura cli comodo e di stanchezzn è nnt.iclpatn su quel• In lento formazione delle Immagini reall che vivono dentro di noi. Perchè alla fine si t.rutta di coincidenze e di sapere mettere a fuoco queste coincidenze. prima da pRrte dell'artista con ln zona assoluta della vi• ccndil spirituale e pat da parte dello spetta– tore con l'offerta chiusa. consapevolmente e Inconsapevolmente. dell'artista. Come vedete, u11 circuito piuttosto ampio e difficile e di solito non si Rrrlva mni a chiuderlo. non si riesce a superare l'Rmbito dei risulti\ti par• 1.lall. delle aspirazioni e delle sensazioni. Dire a questo proposito con certezza: è cosi, è soltanto cosi, è uno sproposito troppo am– bizioso anche per quelll spiriti che si credono ttutorlzzati nl giudizio. alla sentenza. SI Rg• glungn inrJne un altro ra.tto. qUI noi par– liamo della posizione dell'artista di fronte a Olo e Il problema resta agflrnvato di colpa, dal momento che non ci è dato di conslde· rare nella loro giust.a luce le condizioni del• J'arUstn. cRlcolarc !I senso del suo lnvoro delle difficolt,\ superale, stnbillrc l'abisso ehs vive fra li punto di pArLenzn e que-1lod'Rrrl• vo. soprattutto lmmnginare il peso delln pas– sione e la slncerltA delle sue invocazioni. Non si dimentichi l'esempio probante del lavoro dell'abate Bremond. 11 Bremond era riuscito n darci unn pnlpltnnte « storln » del senMmcnto religioso nttrnverso la Jeitcrntu• ra francese mn qunsi fntnbnente aveva mcs• so l'accento sulla ,< storln ,, mentre Jasc:avn la porta aperta alla valutnzione del singoli spcttalorl per la parte r.ssenziale della sua rievocazione. Non spetta a mc e neppure po· I.rei out fissare l'attivo e Il passivo di quclln grnnctc opera. basti osservare che appena fuori dei limiti della e< storia» egli fu trauo a delle conclusioni preoccupanti. nel C'A~ n st.abillrc del rapporti fra paesla e prcghicrn, che, come ognuno vede, è runica mnnkrn pC'r dennturnre le due posizioni Un paetn che faccia coincidere Il s uo lavo ro con la preghiera ttrndiscc la sun pri.ma funzione. nella ·tessa misurn di colui che nell'atto di pregare tentasse cli ~postare In sua altcnzio• ne su uno stato d 1 verro di eccitazione .~piri· ttrnlc: rescmplo di Bremond mi serve qui per mettere ancora unn volln in guardia ~li spettatori. L'equazione di Bremond è uno t,Jplca equazione dn spettatore, di chi tentn di trovare una chiave per una portn chC' resta chiusa. di rhl si crede autorizzato a gluocare su duo tavoli e cl sene ttncora pc1· un'nlLrn cosa. cl aiuta a vedere Jìno a che punto sla difficile Il nostro compito d'o~gl. studiare 1 rapporti che passano rra un arhs1a e Dio, E non c'è davve1-o bisogno di rlcor• dare le qual!t.à di Intelligenza, d'an!m~. la ram sapienza psicologica di Hcnrt Brcmon<t, Vuol dlre che non basta essere attenti, non ba.sta essere dotntl, occorre soprattutto non e;sere spiriti prevenuti, spiriti suscettibili r~v~f~~f!;i~~~nf~ll~ J~l'O~~l~dip~drf:e~l~~Rl~r, suggerimenti àcll'cdu .... azione intellettuale. n ~y,:~":t; 0 ~u~ 1,~ft'.' 1 ~~o S1';,.~~.J 1 t ,·~;~ chial'O, da Incompetente. da semplice spet– tatore, da spett-Rtore non pre\lcnuto e che si pmpone di dlmenllcare I llmitl del pro• pr!o gusto. Del resto le difficoltà di questo particolare Rouault cl rimettono di [1-onte a un artlstll che per molti anni cl ha Inte– ressato e alla fine non ci ha sorpresi o, per essere nel giusto. non siamo riusc~t,i a vin• cere, Eppure é stato uno del crea.tori dcJJ'ot· toccnto più direttamente Implicati nel pro– blema che ci lnt.eressR. nessuno Infatti comr. Bloy si è tro\'ato sh1 dalle sue prime nzlonl dl scrittore dlsn11nato e orgoglioso, d! [1-onte all'immagine di O:o, DI Dio più che di Cristo e l'osservazione - come sapete - non è orhrlnale ma ml è sembrato opportuno ripeteì'la qui. dal momento che buona parte deha letteratura e dell'arte modema ha al– zato Cristo c-ontro Dio, ha illuminato Cristo come immRgine delruomo. come immagine lravestita di noi stessi. ha tro,·ato Cristo nel senso della bellena. della bont,i, dell'umanità diseredata e afflitta, del tlgllol prod!~o. del pcccalore, dell'adultero. Insomma nella parte sconfitta. debole di no! st•ssl. Dio è sensibile nel Manzoni. Cristo in DostoievsklJ. Dio è sensibile in Bloy e Cristo In Rimbaud. Dio è rintracciabile in Clau9el e Cristo è pre– sente. inmcato. sp~s..<o 1rrisç e tradlt-0 ln Glde. E non dçbt>o dirvi quantl Ira d! noi hanno scelto Gldè contro Claudel. Do!-toi~v– sk!J contro ManzoI:lì: non solo p~rch~ cl ,·an9 meglio ln~ .,~~eh~ anOhe ptr tiQl era d! r ,1t& pietà'. sol~tç 'in! m~•nt! r~rts: CQSe cl;• egh o! svtl4. Ma. rlpftlamolo 1 là µiù umano. ph'ì lm.med,àì:o ti, Cl·isto deLa s.mi d! ,·orltà' !ntra,'ved1iD10 là nostr~ agµ.~ seOOnd$,realtà ~ sta~ rag 0 1unt~ attr•'[~rs6 no.tra soml-lllianza e p!ù lorn~o. p.ù d.ffi. u,trlt ualf iµentre pft tutto il resto del tem- un~ piena copç,scenza d,ella materia, un an10- e(lè c;laraggiungere Il Qto senia non,e, ~nza ~ non facciamo che sp•gnerè il seg110 del re ca,rnale d~11, materia. « Se ret !rer òù ,-0:10. Il D.ò oppOsto alla nostra natura è d~stmo. non facciamo che evocare a ~Qst~a monde. cl'Olrè trouvèr la paix. quelle gijgeu.re anà no.l,tra debo~czza. misura un !acile regno di r-ogno_ La bellez;za si tu ne partes en toi uu autre monde qui Ro It n B lo t tt' d Il ti re4Ie del Dio di Rouault è ln diretta propor• tr4n•iìgure Jes pl\!8 n1l•érables maLi~r~ et 3 Diiaauttr~Zc~io r.il· w~~gl'b.e uae 5 1°1J:~1~tgr~!!,1 zione ,con l'orrore dt>l_lenostre figure. con l~ur donne odeur et s&,·eur des lle.urs du avevano toccato la. r iva di cristo p,ss,nqo J'9rr<)re cile suscita l'immagine umana del paradls, L'ordre. c·est du dedans qu'IJ rayM• per i dolori. Je pene. le intserle lncçnfe~àl/ill Cristo, Qui !I rapporto è così sodrtis latto nè et non du debor,; ». dell'uomo. E' un !tlnerarfo che non poss:amo ùhe 11 dellnquentè coscient~ - se lo.se dato fìeurs du parad1s. se tenessimo com• farè dimenticare 8 men 0 che non si prefe:-isca -=- si ritrovercilb~ di colpo In quet r inunagine iniziale del nostro viaggio la cla:».Uicar.:ont tralasciare nel nostri calcoli quel daU che dlm!nuilQ secondo una rettorica de)J'obltu• oaudelarlana vedremmo che la trai~ttorl, e sono essenziali: altrimenti non riusciamo piu dine e cosi rienl,erebbe nel regno dei ciel\. stata compiuta interamente e tbe al tel'JDI• ad avvicinarci a loro 1118 rovesciblllo la que• Il peso deli'umano è restituito finalmente ne di una infintta e dolot"QM presunzloo~ stione e i1duclamo l'artista alla nostra mi· non con l'espressione della n tra bellezza della materia. dl;'lla camç vlv~ que~t, ulti~a. sura. c·e una parola illuminante in un pen- ma col simbolo oostante, ,semprè più appro- aspirazione trasfom1atrice. Tr,sfonnare. ~ !l siero di Rouault. una parola che sen•e anche londito, dell'orl'Ore che ognuno cii noi su- verbo centrale di Rouault: si di~bbe çl;e !l suo amico Bloy · Peu-etre ne ommes sclta nell·an:1110 del compa,1no, dell'altro, abbia cosi scoperto rurnclo dell'artista cll~ nous plus il l'écbelle du Jugement d~rnler »: Cosi Ja storta di Rouault è In qualche mo- è appunto quello di rltmvarc con le propr è una con!Pssione io,·oiontaria che ci sentia• do una storla immobile e d'altronde una !orze (quindi con I dolori. con In passione e mo di poter trasferire dal campa della sto- storia per miseria umana non potrebbe es- con Ja partecipazione) un ordine Interiore. ria dell arte a quello dello spirito e cosi sere atvei'Sa ma una volta toccato Il Umil• che è ben dl\·erso dall'ordine fantasticato e abbiamo davvero il terreno su cui hanno la- uttimo m questo senso è tatale una ripresa ~~~\%~~~ Pi!~;e ~i°'}~~t~·•!to~/~~'• J~!~r~ ~~~fz\~n~u~~~ èa~~;~~~a ~r ~n~~~ 0 e ~al~~ ~on~n d~ 1 u~~i1e~::~QU~8a u~lse~Y~"~ ac;;; gioni si equlvalQ'Ono per un fatto real,. !1 polata. sommersa veramenre do qualcuno servirci di un·eq,ressione folgorata di Ber• vit.a rls-pettata e riscattata. E' V~l'Q. non SQQO ~~~e.t~<a~~~!u~,r~a Lé~~tr~1J~~~a tico 1 1~,p~~st !~ ~;~r~i~. 0 ;it~ 1!~~Ta~~~~~ia1~0~1~~.~ 56~~ ~~~~t~ 1 Ji ft~!;~ed 1 u~u~~n 1 trt~~n\n~~te~Ì~~ tes appetits spirituels. ouvre•nous le portes le munaginl della nostra bE"llez-za. sono una (ré, abituc;llni e aspirl)ztoni. !ra vita e vil$ du Ciel. to! qui alme d'un coeur at-dent tout paesla perfetta. sono un quedt'O pfr Ulu- t,raslonnata: coma ~ cl fosso conce= dl ~Tuit~~1a~~;'~~t /tr:8 c~\/~;~~~sft 8 ~u 1 ~f1~5 c\i: ~\~:ae dj~er;~l~~f 1 ~~~cl~è 1 ~ :i~~1,~! 1 ~ue~i~ ~~~~t~crÌ~~u i:; :li 0 ~~e/ftJtòl;o~~~~~~~l?& ~~ oon si Ycde. la misura vale anche per il è già stato osservato - non è q.a illustra• ria minima ad aiutarci m una questiont eh~ pittore. per chi è viu.iJna del discorso delle z10nl come queste di Rouault che si arriva ci supera dì tanto. E Rouault ha detto: « Jt cose e I dichiara mendicante, diseredato alla pl'Onuncla della disperazione, non si è n'a! pas voulu éiolgner le PharlMen (le l)lQn nell'atto steS$() dell'Invenzione, Solitudine. disperati nella cosc!euza. quando si sia •':'!ti ar~ encore moius le Publlcoln, n! peroonne presenza schiacciante di Dio, le cose che aottuatt a g!uocare fra pochi personaggi e d'allleurs?' Je n'a.! !alt aucun calcul. Ma non si vedono che arrivano a sconvolgere. a sotto le grandi luci la partita della vita. Lo cvulçnr et ma (orme sont'la ga.ngue de. Il,\& ridurre e tcnsfo11narc le cose che si vedono sapeva benlssiu.10 Bloy quando, rlsolv~ndo pçnsée. ellçs valent ce qu~ vaut ma pe~~ e sono fatte per lncru1tnre e arricchire ua genialmente una poetica durnta un secolo, ou, du moins n'.lon sentlment. Cep~nQant J• artista. Quella che a noi sembra defonna- concludeva che l'unica tristezza era qu~ll• n'ai Jama!s posç au p~J;l$eur ... Cti 1)'~st pd zlone o. secontlo 11 Mauriac. l'ultimo stadio di non essere santi, per tutto 11 resto cadeva là mon ordr~ ». f~~~I ~~t!\r~~'g;l:;n~~• 1 à~ 11~h~rn~1~~~e lii es•t;~ /" PJ'Oiuncla-mlsura delle cose. la Quale ordine allora? Lasciamo ancora la Rouault deriva da questa Inevitabile corre- ~~~ il~~lWe.a~uòill~~~~~~Aci~er,;;! g,~i parolà: zione e di qui ancora c•è dato di compren• dlsperata. Malraux sin del 1929 scriveva: dere come le immagini dei suol dannati. le « L'homme dont la mort - consciemmént ou tiiles, ecc. conservano e restl~uiscono una oon - oriente la pensée. n'cst nullement une luce che non è di questo mondo. SI pensi al sortè de désespéré. La mort donne A la sie suo Cristo. n quel Cristo che ha t.cntuw la una couleur pRrticulière - ce qui suffit: elle sua fantasia con la stessa ostinnzione che ne tend p1;1s A la lamentation mnìs à l'ab• riscontiriamo nellR storia di Unamuno qui surde. Je suis sùr qu·elle._obsède M. Rouault c'è il procedimento inverso, la presenia di de la (oçon la plus mcnaça.nte. Il n·y à pas Dio viene trndotta in immagine umana. e Rujourd'hui d'oeuvre plus dénué ct·amour que Cristo sopporta il peso, !a cadut-tl e l'orrore J'oeuvre profane dc ce pintre chrétien: com• della t,rar,fonnazlonc: del resto per avere me si J'amour. pour cclul qui entretiept avec un'Idea acleguRta della resurrezione della car- le monde les rnpports qui sont ceux de 11t!, del mistero che vive in ognuno di noi R.ouault. ne pouvait s'rxprlmer que par la questa degradazione verso la salvezza é in- figure du Cbrlst. Le Christ - et non pas dispensabile, « Certnlns artlstes sont capables Dlcu - délivrc dc J'absurde ceux qui croi~nt de Urcr prollt d'une m lsère lnlérieure et cn lui. D'autres, plus qualifiés. parleront des mémc mRlcriclle qui devi·n.it Ics fnlre crever. ta,bleRux chrétiens de Roua.ull mieux que Ecoulez cc Satnnt Qu'il es t. ctonc stupide u,ol. Je veux pourtant mnrquer que rensem• quend il offre à Jésus. en ero.van\, le tenter, ble de ses toiles. son monde, mc semblr !et• cet te terre 1~lsérablel La forcc de Jùsus mé, lncompréhensiblc. si l'on veut s'ctTorc-er c·est son denouement. C'cst, pourquol 11 !nit de raLtcindre à trn\lers que:ques•uns des tant horreur à ces bonnes gem ... Loln des plus grande problèmes humainc.s ». E Mal– consolations hunrnines. JC suis comme un raux continua negando glustamenle qualsiasi vieux servilcur, mal comprls, mal loti. mal credito a un confronto che di solito sl fa embouché aussi. La conscience d'un artisti"! parlando dl Rouault. quello con Oaumler. digne de cc nom c·cst. sans exageratlon, une Per Daumler non ·c'è che un mondo. Il mon• lèprc lngucrissable qui se pale cn tou11ncnts do dell'uomo e intende tradurre e domlnarè !nflnls mais par(ols assusl en Joies sllencleu- Il proprio modello, Per Rouault non esiste ses. En fcnnant les ycux 11rnc sc.mblc quel• modello. « Chaque è tre se 1+:dult lA A ce qu'il quefois entendre de Jontaines ondcs mu,t- pout Ctre après une médttatlon trag!que sur cales. A mcsurc que je m•évadc en certa In lui•méme ,,. Non personaggi, non figure; sol• poétique plcturale. le sllence se peuple d'lma• tanto slmboli: o m parole povere. non uo. ges. de sons, de vastes contrées. plus inexplo• mini ma un uomo continuamente Inseguito, rèes que le pale nord ou dc pet!t bosqucts, ripreso, scandagliato nell'essenza e trascu– channants et !ntlmcs. comme on volt. chez rato nel pit.tor~sco. nel particolare, netrepi– l'Angelico. Mals on a horreur de tout ce qul sodico. Al momento di tentare un bilancio se suppose et ne S!! volt pas de nos yeux ». critico ,Malrnux sostenevo che Rouault come La terre mlserable, la forza di Cristo nel· Rimbaud non l\ccetLa l'universo di Dio, sol· la miseria. orrore di quello che non :;.I vede tanto Rimbaud rrstavR padrone del ca1npo, con i nostri occhi e si suppane con quelli In solitudine assoluta. mentre Rouault vl– dell'anlma, Tutta la storia splaltuale di l'l'<'bbe in un. dialogo fra Dio e Satana, le– Rouault è qui dentro. LR possibll!là delle gato, cloe, a dei s,mboll opposti ma lnscln– -,a~ionuazlo:il, l'insensibile pretesa di Sa- diblli. Ma c'è qualcosa di più, Rouault ha tani\. lo "-P<'ltRc-olodel mond o del la gioia impRraro qualcosa dal suo pazicn~ colloquio franttLmato e annullato da un' alt.rn presen• con D io. hn imparnto a scorgere ncll'ab1&!iO ,a. dal Dio eterno e infine la vi ttoria di do.la no•tra 11\nana miseria una specie dl quello che non vediamo su quello che toc• pietà, una nuo,·s forma di co1up1·ensloné. ch•amo, delle vaste contrnde più Ine splo rate Pietà rlcono!'rlbile in embrione sin nelle prl– C'lclpolo nflrd sulla terra delle no.~ t.re con• me opere: la sua arte ha sempre rifiutato qulste. E ancora: « mn!s pour se dfpauiller. J'!t-onln, lo i,preglo. Il gusto della vendetta, faut•il èLre nsscz rlchc ». Non dunque att,· R· F~ slamo ancorn una \'Olla di front.e al lavoro verso un pl'Ocedlmmto difficile. una specu- di metamorfosi. l'uomo di (1-onte a Dio per laz1onc di pochi l'lementi. unR miseria nRt.u· bassa che sia la 1>0sizioned'arrivo. per quan• raie ma al contrarlo attraverso una scelta lO mtseraQlle sia stata la solu1lone del suoi circostanziatA e misurata per element.l validi giorni. conserva il lampo di una luce, il se– e no, per motivi eterni e no. gno di un·a1tra \'Oce. Si direbbe che Rouau:t Tutto quello che nei quadri di Rouault sla stato soccorso In questa tragica Illustra– non c'è e invece noi vorrrmmo trovare. non zione dçlla miseria umana da un senso di foss~ alW-oche per dimostrare remcacla delle speranza e di riscatto. vale a dire dalla parte nostre abitudini. tutto quello che non c'è, é più alta e sicura dell'amore, Amore d! Dio stato opportunamente sacrlficato come com- sopra l'uomo memre di solito gli artisti pm– plementRre. rome innat.urale: non &l dhnen- cedono ~r esclusione e non vnnno al di là tlchl che le perwne del dra1111nasono sem- dell'idolatria dello cose e delle figure, Non pre le stesse e che l'immagine di Dio non si dimentichi il punto di partenza, quello trasfom1a solo le tìgurc umane ma la stef..Ga che dice 11 suo maestro Oustave Moreau, figura di Cristo, La serie del Mi erere resti• quello che possono aggiungere certe sue prl– tutsce mellllo d'0[lll! altra prova 11 suo « tem- me .simpatie. come quella per Huysmans. a po» l~nno e U modo Interiore della ricchez- volere misurare la portata della sua evolu– za: ed ecco un altm punto di contatto con zlone sono sufficienti le Indicazioni di queste Bloy. Anche Il mendicante Ingrato era co- opere. 11 segno di quel mondo. Quello che streuo a recll•re In un teatro a scenario n~llà parte più cattolica di Huysmans ,op. chiuso: i pcrsonaglll costretti a restare sem- portava Il colore della lede e ignorava tran– pre in scena alla nne non sono che rtuunJ\· quillani('nte la tenerezza. la pace nell'amore, ~Jne tol'l'ena e quanto decaduta del Crl•to quel senso di SU!}erlore t'<'missione, la con– hl agonia fino alla fine del mondo, Tempa qulsta di chi rimPlte nelle mani di Dio Ja e luogo rit1-ovano di colpa un'unità sconcer- inevitabile catastrofe di una vita: letteratu– tanle, un'unltit che fa gr!darc d'on-ore ~il ra. arte di solitari • dcd!cate alla dlletta• spettatori. gli spettatori che slamo noi.· ab!- zlone nervosa ed ecc!lata d 0 I una élite, In tuat.1 all'Illusione. all'evasione, al cont.)J;luo Rouault la strada e I risultati sono stati mancare di lede. La so11,resa dello spettatore ben diversi: non g!à che egli non abbia comune di fronte a opere come quèste è Ja senlilo Il rirblamo di un mondo ld111ico(~s!– plù logica, la più natura:e: è giusto che non st~ un idillio anche nella p1-ovoeazione ~et ci si voglie riconooct•re. f> giusto che nei cor• sensi e nell'esasperazione dei senttnienti. al• pi disfatti delle filles di RouRlllt non pos- t!leno Il punto di arrl\'O. che sarebbe la dl– slamo ritrovare I simboli o l'emblema delle strnzione spirituale. non muta l, l'ha sentito, nostre pa.sslonJ terrene, è giusta la nostra ha ~tito con dolore e con [remit! le bel- ribellione perché è un pa· come se su quel!~ Jezze di questo mondo corruttlbUe, ma a11o Immagini si fosse abbattuta di colpo l'aria «episodico». al caso personale ha ogni vçlta della morte. come se per un miracolo aves- sostituito l'elemento eterno. la sogtanza d~lla s!n10 la forza di riconoscere il lavoro ,della cosa umana. Questo pittore ha fatto di tut- corruzione sul nostro corpo. suHa nostra im· to. dietro r~empio di Bloy. per non vede~ màgine. Quella [acollà di apparente delusio- le tose che .sono e quil}d! per a11d&re al Gli ne e di reàle arricchimento a Rouault è là delle forme illusorie e scoprire 9-uatcosa di stata data della presenza di Dio, dall'avere più sicuro, di veramente resistente. t,on c'è lavorato sotto quell'ocrhio, col soccorso d~I ,tubb!o eh, Rouault l'abbia visto e Ja con– tem])(). dèl te::ipo CQm'é e non del tèt;npc;, ferµ,a m~ccanic& l'abbiamo nel fatto el;e come ce lo fa la nostra incred1b1Je facoltà noi non rlm;ciàmo a seguirlo 'nella var!tà di ·tfluslone, A \'Olte ci· vlèn fatto dl c-om- della sua ,~s!one. che a nostra v<>ltaslamo O Jésus oruct/tt 11pe111tpour oublior d.4 la v!e « l'ine.corable 4rinut ». · , , Lo!n d~ ce monde d'ontbres «t de S.l"@la11t~ tl t•t nartl sans bruit oers d.estògiQft~ qértles do11t Il c,t lta1tt4 1òur et nu,t v~rs et.e région bénies ou tout est harmo,uc, cux yeux, au coeur et à l'tsprit. L'ordine dcll'am1onla Ira vi~tà, cuQr~. il),• t~lllgenza. J'òrdine !nter!Qr~ dell'artt&t,4 « sep. z, prologhi». dell'artista eh~ è d•vantr $ D!Q, anche s~ umilmente f con maggior èsàtt~z– za Rouault dica. « davànti alla propria te• la». Essere davanti alln teila. davanti a O.o tradotto in termini comuni' signlllca avere fatto la propria strada. Ora la str>lda Rouault l'ha percorsa nell'ombra. pér dirla con Ma• rlln!n. In una lunia « noche obscura » e (u all ora che gli stessi amici lo ,bbanclonarono. lo stes.so Bloy lo accusò d! lnsl•ter~ ~cc~f.51· \'r u:ne ute sul brutto. sul delonnf,, sùll'~r11, demoniaca. « Il a salsi dans le réel et !alt JaUllr pour ~~~~~ ud~~~~!:~~= e~~~t a\\~~u~e:n~~~~\.i~~"~~! chair monstreuses et mlsèrables. captees en les accords sourds et Ie.s précleuses transpa- 1·ences de la plut:; complex c matlère . c'eat la \ 1'\essure du péchè. c'esl la trlstes.se de nature déchue. penétrée par ut1 regard sans connl• vence et. un art qui ne pile pas. Ainsi ret art pathétique a una slgnltlcatlon p1-ofondé- 1ncnt rellgieuse, Car la quallté rellglçuse d'une oouvre ne dépcnde pns de son sujet. mais de son cs!Jrlt. Aussi blen dés J'epoquè où Moreau fut nommé à J'Ecole de BeKUX· Arts pmfes.seur c!1ef d'atelier, c·est à dire du 1892. Rouault pelgnRlt-11 des suJets reli• (lieux. Il a toujours continu~ dcpuls lors. Son passage à travers le monde. dcs abime• humRlnes ne doit pa~ (l\h'f' oub!ier rette orlcntallon essentlcllc dc son coeur. ce mou– ,,rtnent profond vc-1'5le calme i:t la clartt. Ccmme ses admirablrs parsages. ooo oeuvre religleusc - et toute la gral\de productlon Rccumuléc en trente ans dt labeur lninter• 1'ompu. peintures, céramlques. caux-fòrtes. lttbographles, que sKISJe encore - reeserve blen dcs su11>risc.c;.mt:mc à ceux qui suivent ses travaux depuls loni;l'tempes ». Uno sguardo parteiclpante ma non cenni, ,·ente. mi sembra che Il discorso di Matltaln vada centrato su questo punto. La cont>sc~n– za prim• della pietà ma non disgiunta dal• 1'$bbandono del veleno. del male. dàlla Pre• senza del cuore. Come è stato posslbUe un equilibrio tanto difficile. un'operazione c!1e a noi riesce addirittura difficile da sJ>iegare? Il punto d'equilibrio vive nello spirito dèl· l'artista. o più semplicemente nella sua po– slzfone !lnale di umiltà: la realtà è co•l e non c'è aggrttivo che rie ca a rlas.c;umtrù~ l'abisso d! miseria ma è una rèaltà da ripor– tare ln un altro calcolo. è una carne da tril– sfonnare. da riscattare. Ma li riscatto v~rsò che cosa. verso dove? Ed è proprio su gut• st'ultlm• domanda che riusciamo a bloccare J'attel!lflamento costante di Rouault Q~I suo lavoro. Un pittore di front• a 010. abbl~ll)o deLto. e da sempre. non per un'occasio11è, non per un atto di lede I0l@Of~toe Improv– viso. ma per una condizione natural~. In qualsiasi a ltrp modo cerrblan1" di, com– parto, qualco.sa fatalmente e! s[ug2lrà. SO· prattut to si corre il rischio di perdere l'•&· senza del suo lavoro. lo spirito a benencto dl una lettera che, per forza di cose, è monç• tonà. dolol'OSa.splet.ata. Se rifiutiamo que.•ta chiave. bo paura che cl coli!• soltanto l'In– clinazione, Il carattere sentlm•ntale d•ll~ pa– rola e sl trascuri qualcosa di ben plit tnl– port,inte e rlsolutlv0, vale ~ rl!re « J'~~sen- 1,iale che è amore di ciò che vl\'e sQtto Il cielo e d't op:nl bellezza visibile o jnvlslbll~ ». li << mlr~bile fango» di Rouault è uòa delle poch~ testimonianze (11 9.uesto amo~e dell~ vita. d! questa trasforuiazlon~ operat~ , çi:m• fronto con la morte e nella 1ucè otessa di Dio. , CARLO BO li volume « Scan.d:.ZC ~llà speran•ti » et.I Ci!:rl<I Bo sartl._pu.b~lladtoprosstmìÙne~te 11elle Edtzio11t Valle,;ch.!. La giovane poesia è una innegabile realtà (Continua da paç, I) I~ aperte denun~lè sociaJQ e di !requel)t~ il Rei!-l!~mo il) ber! e più pronti a salutar !bb~st~n;:a nel ~~·eçls~i:Jç, in IQ~ico, r~JOl~dQlo sulla d~- una c~rl)ita è una <iocul)len, non anche re tacite proteste voga non glà si Pr~!1g11:e dt domani, çon Sei:ra (I,6 Ut- tutti I suoi ter1,:11ni s9ç1ali ~ ta di nasclta <;l~g!i ,i.utòn. tazlqnè eh~ ~inno iì;ti?"iQdà! gi, per dover respingere co- morali. Peggio per chi hon ritràrre .e descriv~re. la r~al· t~•:e, 2'62). l'auspiç~to ritrova- spirituali. storici e Je.H.erai:L perehè cr ♦ pàrs_o p/ù rispon, 1915, e ci~ a,\ll'anno !ml'l'lt me ingiusta un'interpretazio- s'acconi~ che molto si?esso I tà, b~llSl mka ad mterµre- ment9 di.< quello ,che ognù- Quarta o , terza che sia clen~e alla P1rticol~ré desti- diatamj?nte successivo a quél. ne tanto negativa. Respin- contenuti d1 certa ooeSta na,·. ta,rl~, e lo !a accentuandola, no dt noi cerca ,·erament~ (stante la plu lun,ia 5udd1v!- nazione G!elrepertoF10 stesso; lo cui era giunta la sistema, gerla non foss'altro in base raliva scon!in~no .:,ella pro- aggravand,ola. , esasperando- attraverso ai m[!Cchi di car- sione che noi impartiremmo che infatti mira a delinear~ zione per« generazioni> oro– alle coraggiose rl poste. se paganda sp1cc1ola, cercando la. senza r1!ugglre dalle scor- ta sporca e amb1z1osa. quan- ne! succedersi delle genera- lo svo)j;imento e a favorire posta dal Macri e da noi pur non alle impossibili soluzio• di sostenersi se, un !ingua_g- cìatoie più battute dell'ora- do è solo con tutta la nòìa zion! poetiche del Novecento, la conoscenza della intera non condivisa ni miracolose date da quella g-io volutamente parlalo, in- toria comizie ca. D'altro can, della sua vita. e l'inqutetud!- rispetto a quella, del resto cosiddetta « quarta _genera- Ma nQn stàremo a ripe~– poesia alle « domande del fiorato di luog-h! comuni. co• to, quanto Realismo non è, ne del suo cuore. lontano dal molto ingegnosa ed attraen- zione> poetica de! ovecen- re osservazioni ed avverterl, tempo>, a mano a mano che me se i temi in se stessi PO· in definitiva. che un più ero- rumore del mondo, dalle Ira- te, proposta dal Macrl), esi• to italiano e non cleJl'uno o ze da no! già svolte Ci luni– si venivano determìnaqdo ed tessero ave~ d,iritto di citt,adi- nachist!co Impre sionismo?, si !att~ e dalle con,v\!nienz~ ste una. nuova generaz.ione di deH'altro suo gruppo. teremo a riprecisarè. a scan– esprimendo, di pari pa so nanza nei cieli della poes,,a •· Occorre superare la ,rovi- vane. libero da og1:1 1mpos1: poeti n1~11te af!atto d1spqst{l Dopo tutto le ripartizioni. so di equivoci e di errçri. ci)~ con la reaUà stessa dell'uo- Avrebbe dunque ra_g1one nosa con!usl(!ne tra vita e z!oi)e ,d1 opportu~1tà o d1 a restarsene zJtta o a finir da noi esposte nel saggio in- la raccolta di testi a,ppost~ mo. Ingiustamente contro chi, come 11 Roma~ò (nella letteratu,ra; rt~~ordare real- amtcizla, solo e qu1~\o: ,e al• confusa. Ne l'essersi venuta troduttivo si possono ridur- a! sag 11io su La qiovan<1 voe– gl'll:n parte della _wesia an- Glm?tel'a del, ma_g_g10.19~). tà e vemà. <! azione e ht le• !ora non s1 par_la Plll d1 let• a trovare in una dura tase re a non più di due: quella sia non costituisce, non vuo– tenore al 25 luglio del 1943 so !tene che 1 g1ovl!n1. • rin- z10ne de,_fa(tt • con • !,e.tdee teratura, ma dt forza e di <:il trapa so, toglie pregio al dei Post-Ermetici. cui si ri- le e non può costituire una si continua a muovere J'ac• negando con polemica lnso!- e le rag10n1 dello spinto•: consolaztone •· suoi sforzi e ai suoi tentati• collega una parte d~i sel(Ua- antologia bens\ un reperto– cusl! di ".acuità sostanziale. ferei:tzi\ ,l!'li esemplari d~a- respin11ere lo scetticismo; av- Domani? Valga l'aul(Urlo. vi. Se m~!. l'aumenta. ci dell•~ lstanzà religiosa~- e rio. E' una <:locum~ntàziQne; di I!1C(?ns1stenza umani!, di denu.~Uct. ten,tano una lm- ver are i/ compromesso_: Ma !]el fratt~mpo dç,mandta• , Accor,;ha,mole,. con la !!du- q_ue!la del Neorealisti, cui si con valore <:li testimonianza preziosismo formale, dl er- ca d 1mpostazwne realistica. escludere l abbandono, <Ch. moc1. con tutta franchezza, eta d1 cu, abbisogna come ricollega la residua parte re• e di confessione 1 metismo espres ivo. di !ata- narrativa. in anerto discorso B'O: Gltimem, mag_gio 1954). se l'orecchio che noi oggi dell'aria per respirare, una ll_giosa e il blocco dei propu- ENRlCO F.,,LQUI le impopolarità, cli gioco pri- con la situazione generale Allo ~fato orese11te. quale al• oor_g!amo e tendiamo per cer. maggiore durata e a qualcu- gnatori dell'« istanza socia- vato. di astru~o Itrismo. di ~el tempo>. 'l'!a. • non sanno tro p1u efficace int~rvento e! car di co,i!tlere e distinguere 110 tlei_ suoi aut<?ri t?cchPr~ le». Férmo restando in eia- Errata-corrige arzigogolato chimismo. di as m r~alta l?'tustif1carla con ra, è, consentito perche domani le nuove voci ~oet1che della domani la SOfldlsfazione dt setma. s'intende, l'ovvio datò • • soluto egoismo, eccetera cc- g10111teoriche~?. . s1 nossa tornare a ere-le~ 0(tarta e-eneraz10ne. non sia rel!lt_zzare. ~ fissare co.n d1- comune, quantunque vari~- per Ennco Falqu1 cetera. Domand1amoc1 PlUltosto se. <_alia poesia co"'!e realtà so· 11verso d:i. auello d~J Serra. !(lllta a,rt1stlca alcunche del• mente atteg 11!ato ed ésprcs- N I ri . · , Le colpe dell'Ermetismo e in (Juesto caso. a soliecitar!i ctale. capace d'mcklere sul Altro animo. altro l;isogno la propria novità di senti- so. dello «sperimentalismo> capgvtirsom~efi~!~i~~ 1~~ 1J.u 1 tll~ dell' Arca11ismo non sono in- non saranno rae-ioni etiche: gusto e sul modo d! \'edere e contraddi ìnguono oggi la mento e di sgua·rdo. Anzi. a dovuto di necessHà (come co Fai u . 1 . nr · feriori. in certi casi di quali- tutt'altro che n:teno valide e d1 pens~re di tutti>? (Cfr. nostra lettura. Altro modo ben as~olt<;1re, qual~osa di èhiunque può fa~ilmente ac'. pe div~n~'an~ua,7i~J,~e;gt~m– tà ~cadente. a quelle del Po- tutt'al!r? che C!t-coscntte ad G~rbol1. Parago1te. agosto ed altro gusto. E: se non nuovo e .1nà avvertibile. E certare. senza_gndar~ 11~ al· noi pubblicato la s~ttlma~! pul1 mo e del Realismo. ol interessi esclus1vainente let- l954.) embrasse pretenzioso. 1·or- non s9llanto nella quart.1 ge- la scoperta ne al mll'acolol scorsa invece di « scontentez'• perchè diverse. A qualsivo• t~rari. e aryzi più deferminan- Noi stessi, ultimamente, remmo agg!u11gere che la n(!· nerazione. alla, insoddisfazione e. aHa zall è' scappata fuori lnspleg~- glia scuola o te_ndenza 1\ppar: t1 _nel suscitare dall mt!mo le ~on~ludemmo tll) succmto au, stri\ è una_ r1ce1-ca resa J?l\l * . reazione. plù o meno d1ci\1a- bllmente la parola « coneretez. tenga. povero 11 poeta ll1 cui es1_gen1,ed'una nuova cultura gur10 alla Poesla nuova del- ins1osa e. m cet:to enso, 01tt, E ora una parola ctrca rata, dt ciascuno. nonché al- za ». L'evldenzà dell'errçre nQn libertà e neces~ità non _cqe- p!Ct in 1i6pondenza con l~ 1~ cosl~detta auarta 2enera• necessaria. d~!la singolarità !'o!ùinamento degli autori da la fase di ricei:ca e di ron- avev .. bisogno di es•ue segna– sistano al m~ss1mo. condlZl0· nuova realtà. Purtroppo ,tl llone d1chlarantjò ùl. J)referl- stiissa del d1sere::lato stat~,1101 s~gu!tò ne\ rep~rtor10 di 9u.lt1'a che ~ propria d! ogni lata; non cosi 1a correzione per nanclosi rectprocamente. E ~ra,·an:e d~lla nuvolagll,3 re una i,,os_!zlon~ d1 attesa P)'eseMe. E_CC(!un Pt.,ntq d) La g1Qva,ne 1Jqes1a. _Da ulti- l~vuo in /t~ri e eh~ in La quanto anèh'essa tosse q 4 àt! peggio_ per chi. In poesia. ha 1~eolog1ca _soffoca sp~sso 1! sen~;i. ott1m1smo e senza ..pes- dl\·anq è d1, diif~rel)z1az1on~ 010 abl;n~tno_ pr~!~r1to, atte- g.l<;'~àne11oeslq, trova e mo, nec~ssanament~ sugg~ilta dal orecchio per intendere solo hbero respiro della po~!~. E slm1smo, si da essete p1u h· sul quàle non s1 ms!ster:l. mal nere! all ordmamento crono- s,ra tutti in gara, secondo contesto. ' A11(iiolo ~,11-•di L'AIA G\à l& vQOe h$, t'-eiuto lila Io,jtal)ò ç1'a ,•,nn4lzava. deUi Iavanda1e' 4i.! vlçttolQ a sghembo; tra. t ll~ttil')ti <i,eU'uSCIQ eh'~ ~occhlu,o ,•1ntrav~ 1•· penombra tranquilla. dentro ca~ . S9nnèòch!a sòpra Il tavolo un bh\chl$re. C!tlQla l'atia comè fosse aperto • })1ù la.rgo intorno a no1 l'arco dei mot1ti ~ il cielo ste'6e quie.tQsopra l'ala. (!;Qmeun occhio mterlore che cl gu,rdl l{al vetri qua.si grigi.più lmpalpabue tfs 1•,111maohe l'aria e attenta spia IQ tano a.Jsuo clpre..<So;dal pagliaio ill zza In alt6 lo stollo e spicca un vqlo Il cçlòn:il)ooh'è l'atto di un pensl~ro. SI a.lza dal tetto un ramo verde, •P~& Ii fune ~Ila carrucola assomiglia ·• ill'ol)'lbra ohe SUl muro getta un tralcio. OIQ, cçm•~ pura I . come sa ogni CO$a Il suo luogo e Il suo essere; pazlel)ti •ttna a ogni volto la sua Une• nµte. Posato sulla gronda, quando al vel)to ,izt' le penile. aereo e quieto, p~re èh, stia sicuro anche 1J col9mbç a1 iirqp~lo 4J5lt1we che l'asp,ttt. col)le un ~nnò ço, a Jul debba dlscendère d~l cielo. IL FANCIULLO POVERO ,, Il runo ha tratto qui tra !Q«lla e to11J& la ~ùa t,1~ acUlle lncontrQ aJ' v9ntQ, 1 1 .-pe è sun, siepe da cUI U call}t:IO ! o<;Qt>rt di tra, I ,aosl mezao radQ. l tuo ramo di sallçe, plegft0 dt t, dentro ,,. tr,.ma, a poco a poco ti ~i è eambl~tQ in opera: l~ scqrza tev•tà via. Il tuo c~telto è avQriQ. J!'çl'qua,140 posi, questo è li tuç l)l!~t,;Qlo di ohe ~tuploco, come sl~I attento, • tranQ\tillo alla tua ombra, come !;U\r4l oghJ minuta cosa e preso un ••••o IQ rt.gglrl tra mano e non ti attira ~ltr6 di lui che la sua vena azzut'r~. Ca.pacltà d'incanto In un colloqu!Q ~~renç con le cose che anche l'ultima., I;;_ piu spreuata. a te sembra più b'ellà. E di tutto ohe hai Intorno non ll)Ù'\acc)a tt viene Q tçdlo, o affanno. Il~ p~ur~, ma Ìtbera letizia; e forse Il cielo a te ha donato questa grazla. stare ~lltarlo In disparte. 't noi cèlato ~Qtto ta rron~ l'occb10 del tuo &ni"lo; dtlla tu;, vista più profond& alounit tricela $(l0perta, $0lo che d&I fQll4Q 111 tt st~o distolto, nel tuo iiltHdo Ul) ~lsQ,CQ)1le un dono, tu lQ l!!unjlt')I. ANGIO~O k~J{)I }I.' M:J••io. T1_•11felli :NESSUNO SI RIBELLA ~uestt giorni cosi lentt cosi veloci q1cests mant ferme e questi, càrt• nerse nel nito mondo sparuto: la. vtta. scorre tn una rete. Or<1no11 ho più tregua, la tromba del /amato ogni mattln~ l~ stessa v(cchia al fianco d•tl~ pqrta lo strll/01te che piange sut g!orn4ll. E nessuno grida nessuno s! rlb~lla. L'~manttà delle cose è vtv<1 r,ia non st tocca Il cuor• delle cosa, , ì\$n '! torna t,tdietro a rttrovare 111\q.(t<l u.,i'a.n iça rlvolta.. ALL'AMICA APPENA ·CONOSCIU'ifA L• porola sono senza /!ne quq.ndo muore !! giorno qrescoito come un filo d'erbti. Se tu sapessi al cuore che mt fai. Parlami, amica, delle ctttà pe,tf.uta tt~tl~ tue notti d'amore. on qiòrno anch.'10, come un segr~to t1 d.jrò 14 cose del mio mondo dqv~ s'lll:corcta l'ombra d.t mia matf.r e tf.qpe muore tl lume nelle ccue q. µ71'ora dt notte. S'T~ SOLO A REGGE~SI IL (;I~!r,0 C'~ un pa,is~ che q.lventa vivo qu(fn<tq I.a luna è 11ltd e coiicsce ~af4orte 41 venti e lunghe vègl!e d'u6mlnt. ~· ,un paesè senza t~mpo ç/1~ asp~tta da seCQU la vitti ci9v~, ognuno conQsèe !! s!lend6 q~ cl ha datt alla. luçe •h~ ci conqurrà alla mqrte. C'~ un patse In alto suUd tèrra . qh4 hq. u7\ suo IIQVUo cuor4 1)11'..td~.!tò t st~ solo ~ r~ggsrst !l é!elo cqrf te sue b~cchl~ ,CO$t dt l?i~tr~. . MA~IOTlU~W NUVOLE T4,et. Il mon.do, va avantt se tace !t ·cose ,!olor,ose, Tr~t~ e pur vero cr«tlere I.a vitti fatta. di soll 1nvernt ~~~a. 77<erigqtestivi. IL FIORE NEL LIBJlO U7\ t,tore ho colto tra 11q.gtnegiaUe di tempo. La Q'tova.n t.leJresch ez,q. dt un flore dona.to aU'antlco restste a.Il e !ngt urte del sècou. Un, tto,é In un libro,' ed.t v.i~chl tqrneranno fa.11c1uU!. PRIMO AMORE Tu, primq amqr~: ò~g, ç i slam o rivisti . e aqq, q.mo 'pla1tto.dl liot. ./iiqqrd:i sq l fus t n~l nutl~, r!çhiaìnì ad altri t~mpt; •, tra.jcors! In millènnt e tnU! ett.ni. r~. primo aniqre': " d(0in<> creatura /a.tta di ca'ndidi /tori, >il !Je!"mç praane dt sòle, d,t 1neant1 sospesi. tu, phmo amor4: pta.ngendo ti dirò. vecç/f!0 é cq.~~~: tqrnt amo a d amarct · ·' t orn! a.mo a sorriderél: ~ q.rà più b~llo 11 not ln~rlre !nsit'7'e, PADRE /tt./llJ~ a te ricorro, M)4_c'tlfl<? ~! TI'lç IW\Sitri, liq~~•. vtol!!-6 11 m4 net !71t,tt riµ•qr,st. lq n~n sa.rii ma; sòlo · /ittclùl il 'tuo lume' spl~~,t~rà Pltf sq,:r,~. Eurlpld~ (/r. 593) A te, che !! ,e; g4nsrato, çh~!fel 11<1r4nne ciclo tl tuttò a~~taèc!, e i torni, a te la luce · 1 • • • i t• rrt/1 ~ 1t0tte rieni111ia d! steli~. e iieglt 0$lr( l'lnnu111era i\iqltitud.lne, s~m11r• si volgo!l'l, FABJI.IZIQ MH~t~

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