la Fiera Letteraria - XI - n. 20 - 13 maggio 1956

LA FIERA LETTER.\RT L' A \IARA PRO\ IN CIA Gli anni giovanili di De Pi sis (Continua da pag. 1) dello stesso problema. Co.si cara tter!slJct che. per cercare d"tndagame e chiarirne più addentro li · particolare segreto. et slamo ri– ,-olt! agli autori medesimi. Più che penetrare nel laboratorio e frugare tra le carte di uno scrittore. \"Orremmo in ellett! cercar di apri– re un pertugio per gettare un"occ.h!ata nel– l"Intimo della sua coscienza e della sua fantasia. Quando le ristampe diventano rifacimenti bile. Ma cosi disponiamo di due P1an,ss1mo: a quello del '14 s'è aggiunto e anzi contrao– posto questo del '54 Talmente contrapposto che quando i due accorti compila tori < o,, .. o e Port!nari) di UJ1'a.nto!og1a Dal Carducci ai contemporanei (Zanichell!, Bologna. 19"61 si son trovati a dover esempllflcare la poCl>.a dello $barbaro stralciando qualche brano d" Puzn1ss111w e lasciandolo nella gmst.a po.;1- zlone cronologica, hanno a,·vertJto. m nota. di a.ver riprodotto. « naturalmente. la Jez:one del 1914 ». D'altronde è lo stesso Sbarba:o a domandarsi: Moretti. con Il pudore. ha Inteso dare! la rammodernata versione dello stesso romanzo I due fanciulli, con !I quale. nel 1922. come ricorda Cecchl (Di giorno in giorno. 213). « fini di conquistare anche quella parte di pubblico che meno ave,·a gradito certi sen– timentlillsmt un po' amman.leratl e tenerezze ài carta velina che abbonda,·ano net suol precedenti» lavori narratM. (Cfr. U prece– dente. articolo del Cecchl. nella Tribuna del 13 maggio 1922). In realtà. scrivendo con animo e Intento dh-erst quello che. anche a giudizio di Pan– crazi (Corriere della sera. 8 novembre 1950). « dentro una sequenza narrativa molto ra– pida, ma gracile e come di scorcio. era stato forse !I più poetico e musicale racconto del primo ì\'Iorett! ». !I secondo Moretti - giusta rtndtcaz!one stessa del titolo. che da vaga– mente poetico ( I due fanciulli) è divenuto decisamente critico (Il pudore) - ci ha dato un nuovo romanzo .che dell'antico con– serva li tema. ma svolgendolo in altra ch!a– ,·e. più liberamente ed ampiamente, cosi nello spirito come nella forma. Ed a. far ciò Il Moretti ha protittato della circostanza che dal "40tutti ! suo! libri scritti pruna s!:'Snno pa=ndo dalla Casa Treves alla Casa. Mondadori per la ristampa. come suol dirsi. rireduta e corretta.. E se tutti, notoriamente, « ,·ennero più o meno r!m11- negl(iat! e in parte anche rifa ti. i Due fan– ciulli furono add!r!t ura riscritti ed ebbero anche un titolo nuovo: Il pudore, benché l"autore f(J6.SChn da allora convinto della maggior ell!cac;a artLst!ca ,e aderenza al sogizetto. del titolo originarlo». Ma. ad indurlo a riscrivere quel romanzo dalla prima ali' ultima riga, facendone un altro. è stata più una scontentez,a tecnico– artistica o più un'insoddisfazione fantast!co– moral!st!ca? e Sono ambedue ottime ragion!. E dire! che la pri ma era. più c ategorica della se– conda. Nè mancava.no precedenti signifi– cativi: verga ch e ril avorò al Mastro don Gesualdo di sulle pagine della. Nuova An– tologia: Panzln! che sulle stesse pagine rivide e rifece tanti suo! l!bii, forse ! mi– gliori. Quale autore a dieci. venti, trenta anni dalla composizione dell'opera, e ab– bia. la possibilità di m!gl!orarla, crede sul serio di dichiararsene cosi soddisfatto da non mutarvi, potendo, una vintola? >t Veramente. il punto In discussione con– cerne la convenienza di rimanejlg!are un·ope• ra già ultimata e stampata da anni; con– cerne la ,·nHd!tà critica, oltre che la possi– bilità artistica. di !&rio. ristampandola come ;e fosse sempre la stessa. e Io avevo la Ubertà. di far quel che volevo dei Due fanciulli, che !n verità mi parevan troppo schematici per il pesante dramma domestico che recavan sulle de– boli spalle, e µensa! subito d'amplia~e il racconto, d'introdurvi altri persona;,;g!, al– tre scene, altri sfondi, e In consegue112a altra. forza morale, altra urgenza psicolo– gica, si che ne venne, direi quasi natural– mente, più ampio racconto; cioè una sto– ria, a. mio credere, Più accettabile, più mossa, mentre la prime. stesura. non do– veva parermi orma! che W1 romanzo– breve >. Ma cosi è accaduto che. nr! passaggio da romanzo-breve (« quasi un poemetto»: az– zardo Pancrazi) a romanzo-lungo. la deli– cata. storia <l1Mimmo e d! Santina. anche per le amplificazioni d! ambiente e per l'af– follamento di Jlgure cui e stata. sottoposta dal Moretti rievocatore e commentatore de– gli ultimi anni, spesso Ironico !in quasi al– l'acredine. ha finito coll'appesantirsi. « vuol dire - confermò Pancrazi - che. rivedendo li suo romaiuo.... Moretti qualche capitolo potrà toccarlo anche con le forbici. .. ». In sostanza i due romanzi, con le loro somi– ghanze e dissom!gliat1ze. innocenze e vergo– gne, recano la testimonianza de; due Mo• retti, di !eri e di oggi. ciascuno col suoi difetti e con le sue ,·!rtù. Qualcosa di simile. per restare nell'àmbito del Novecento. si è verificato anche con Lawrence. che per ben tre ,-olle ha compo– sto e ricomposto, scritto e riscritto di ssna pianta L'amante dt Ladu Chatter ey, dando luogo, nel breve giro di poco più d! due anni (dnlln fine dei '26 nl principio del ·2a1. a tre romanzi d1l'ers! calle 1·re « Ladu Chat– terlc11 » di cui Piero ardi ci ha dato la s:uoge: Mondatori. Milano. 1955 l. con un crescendo di !spirata spregiudicatezza amo– ro,sa che do,· C\·a. n ell'ultlmo. raggiung"r tnon!almentc vet.te •'!,u~i messianiche. Con U Codice di Perclà di Palazze.«-h! le cose procedono In"ece In maniera più ,em– pllce e più sollecita.. E non c! ,wmbra p:nu– s!blle l'!nterpretaz!onc di Giancarlo V1gorel:! (Fiera letteraria. 30 gennaio 1955 l. che nella r!st.ampa di questo « romanzo futurista» si sente portato a riconoscere In prorn di un volontario ritorno di Paln,.ze:sch! alla ()OCSla, quasi in cerca di una seconda ![!oventu. on si è un p0· tutti d'accordo nel consldr,are H Codice di Perelà come il punto d! crisi e di trapRSSO dalla poesia dcli' Incendiario 09101 alla prosa de! Due imperi ... 111'.IIWati Cl920l. anche :;e per Bo e. so non è che una continuazione de! versi, « ancora un fatto di poesia» tR1fless1on1 critiche, 300), e anche se per De M!chelis non è che un « Irresisti– bile sbocco m prosa de! wrsi narra i\'! e dia– logati» e Narratori antinarrator,, 264l? Quan– d'ecco che, nel riaccostarsi del tutto esterno d! Palazzeschi al Codice, &arebbe mvece da scoprire la rlpr,,va dc-Ila sua consapevo;eiza o anche del suo solo sospetto del sopravvenire di « un'altra crisi». Crisi dalla qun 1 e !I Pa– lazzesch!, ricollegandosi alla fumistlca ll– bertà dr! Codice. mostrerebbe di \"Olrrsl libe– rare rompendola finalmente con quel « ga– lateo di belle m~n!erc • che glt s111·ebbe s'a,o imposto dalla narrath·a oggettiva a danno della narrativa poetica. ln lui sempre latent~. I fatti si sono svolti un po' diversamente. Stempato per la prima ·;otta r.~l rn11 coi t!rl deile ed!z!on1 fil uriste m;lar,e.,, d! Poe– sia, il Codice d1 Per~la è sta .o ristl!mp '> nel 1920. nel 1943. nel 1954. E sempre r Au– tore lo ha ritoccato qua e là; ma sempre dall'esterno. ma! dall'Interno; e per scon– tentezza artistica. non moralistica Finché adesso il f glietto pubblicitario dell"editore Va!lecch! assicura che è stato « riscritto tn– teramente », rispetto alla primitiva stesura compiutane « fra il 1905 e il 1914». Ma qui - retlllìcato che. per testimonianza stes– sa dell'Autore, fu composto im•ece a Firenze fra !I 1908 e Il 1910 - bisogna intendersi sul perché e sul percome. dopo i molti ri– tocchi tpur sempre formali) della seconda e della terza ed!z!ollJ!, è stato adesso « r!– scr!lto », provocando m terpretaz!on! !nesa t– te. Contro le quali ne uno pu ò !nten·en!re più efficacemente dello stes.so Autore. e Non metto ma! lo zampino nella parte pubblicitaria fatta dal mio editore anche perchè la réclan,e non me la. so fare, e questo è male pe rché avven gono facil– mente equivoci e ! nese.tte1.ze . La réclame l'autore dovrebbe f ar sela da sè o, almeno, controllarla sempre. Ragione per cu! ho lasciato che l'ufficio stampa. dl Vallecch! scrivesse che Perelà era riscritto total– mente: un'assurdità, qua.si si trattasse di un libro nuovo dJ zecca. Ho anche pensato ~he questo potesse servire come pubbli– cità, e ho lasc!?to correre, perchè le opere , e~chie sono come le persone vecchie: non attirano normalrr.ente, L'ho sl riscritto, ma materialmente; l'ho soltanto ricopiato e nel ricopiarlo vi ho portato una. Quantità di piccole formali correzioni per quello che riguarda la scrit– tura, la materia narrativa; var!az!onJ im– r.ercettibill di una parola di fronte a sciat.– terie o espressioni inesatte, approssimati– ve; e talora. il fatto di ricopiare ml ha lascialo scivolare dalla. penna una g!un– tarella, venuta spontanea una volta rien– trato in quello spirito. Ma. si tratta. anche qui d! una piccola espressione, giunte o ra.mmendl impercettibili àove era un bu– chetto come quello che producono I tarli o le tignole. Anche volendo non avrei :i:o– tuto scriverlo in altro modo. Deve restare quello che é; solo che la lettura, senza che tu ti accorga come dove e perchè, ln certi punti corre meglio; In altri è diven– tata più suiiosa e compatta. Bisogna pen– sare che ha sulle spalle quasi mezzo secolo e la mia p:osa si è maturata i1l questo tempo. Riscriverlo come scrivo ora. avrebbe voluto dire assassinarlo senz'altro. A que– sto penseranno gli altri, lo non vogho morire In peccato mortale. Per Quello che rlauarda Il titolo Cora. divenuto Perclà, uomo di f11mol, Vallecch! stess o m i chiese di cambiarlo quando CS:) res.se !I desiderio di farne la ristampa. Quella. parola codice la trovava dura, ot.– tusa, i;enc,·atr!~e di equivocò e per nu la app etito~ a nel co:1ironti del pubblico, ed '.è di.si d! mH,e~·e !I tit-010 che ;u messo nella traduzione americana fatta. tanti anni fa•· sono ch!arllllent! che. con la loro sorri– dente pienezza. escludono ogni mln&ccia o sospetto o timore di « cri&!». E !'~me de!Je correzioni e d~lle varianti Ccfr. I. Baldell!: Dal Codice di Perelà all'Uomo di fumo. nella Rass,gna della Letteratura italiana del di– cembre 1955) lo confermerebbe, tanto esse s·aggirano Intorno nl!a fumlstlca scorre,·o· Jezza di tuLt.i quei lunghi lunghissimi dia– loghi che da ultimo fmiscono sempre per sciogliersi e fondersi in un unico estroso interminabile monologo. « Allegoria - com– mentò Eur!alo De Michells - dello spi– rito puro, che diventa proprio la Poesia nelle concorrenti allegorie del pazzo ,-o!on– tar!o, àel poeta Scopino; Io spirito puro cui l'abitudine toglie lo sguardo Ingenuo del suo primo affacciarsi al mondo ...; Io spirito puro, che può dare soltanto se stesso. e gli uommi lo caricano di doveri estranei...; lo spinto puro di tutte le cose disinteressate e alte, che senza nulla domandare domanda ai fedeli devozione e amore, e dà 1n cambio sacrificio ... ». Tanto più. perciò. è de. escludere che !I Pere/à del '54 possa ancora equJ;slere al Perelà dell' 'li (proclamato dal Some!: « runico romanzo !tallano dopo i Promessi sposi. che possa e..<sere letto e riletto con piacere sempre crescente da un innamorato d"arte Yera e genuina»: Statue e fantocci 149). cui a rigore non corrispondevano piu neanche queli! delle due ed!7.lom intermedie. Quando un autore, dopo anni d'esperlenze d"ognl specie, torna a Javornre wpra una sua opera per migliorarla, ha realmente la possibilità di raggiungere l'Intento prefisso? E. storicamente. redtz!one valida di quel– l'opera non resta sempre la pnma? E non è ad essa che bisogna sempre rifarsi anche criticamente? Ci sembra che lo riconosce. anche Palaz– zeschl, quando aggiunge e conclude: « La freschezza e spontaneità di un'opera lette– rario è la sua Yirt.ù più grande e, allorquan– do a causa del tempo l'ha perduta. non c·e barba d'uomo o di ,·anazlone capace d! ren– dergliela». E sullo stesso arg omento P alaz– zesch! ha avuto occasione di torna.re nella prefazione a Scherzi d1 giqventù (R!c c!ard!. &Poli. 1956). do,·e ha raccolto « pensieri, di,•agazion!. ossen·az!on!, fantasie, chiama– tele come volete. edite e Inedite, apparte– neoti alla prima gioventù». Alcune nòn ri– spondono più ar suo « modo di pensare e e!udicare attuale, anzi 111 alcuni punti ur– tano con esso e stridono maledettamente»: tutta,·!a gli è parso che non fosse « corag– gioso nè leale nascondere la vla percor.;a . ». Ragion per cui si è « gu1<rdato bene dal to– gliere o sostituire tma parola che le potes-se in qualche modo cambiare». NEmmeno a farlo appo ta, «è proprio di questi giorni uno studio d: Enrico Falqu! riguardante questo proble– ma: ouò lo scrittore anziano ristampando una opera giovanile portarvi tali varianti, ta~!! o aigiunte da postarn• il significato, e far uscire l'op•ra trasformata compie Jm:ate? o. d1çe En~'"o Fa!qu! con sicurezza, e io gli r.spondo co:1 un " o., altrettanto s1cu,o. II tira e molle. fra i due tempi dello scrittore non può fornire che un risultato neutrale, giacché l'uomo a venti o trent'anni non si trova di fronte alla ,1ta nelle medesime posizi oni che a sessanta o settanta. Anche senza conta.re i fattori esterni d1 grandiosi avvenimenti t rasformatori che possano ca– pitare come sono cap!t~ti a. noi». Storicamente, l'edizione più giusta ed esat.– ta di un·opera rest.a di conseguen~ la pri– ma. per chi ,·oglla seguire revoluzione del– l'autore dal momento Iniziale elletm-o. E ce ne dà conferme. Cam!llo $barbaro nel– l'atto stesso 1n cui, consegnando. col tipi dell'editore Pozza. la lezione 1954 del suo g!ovanlle- poemetto P1an1ssinu,, la fa seguire da quella edita dalla Voce nel 1914: e vo– lendo avrebbe potuto accompagnarla anche con le varianti de! brani apparsi (nel lu– glio '46) ln uno del quaderni di Poesia e con quelle delle successh•e st.csure nmaste ine– dite presso amici e custodi. Sono passati quarant'anni da quando usci quel hbretto di versi, che !u, dopo Resine, il secondo di Sba.rbaro e che. per sua stessa. dichiarazione, rappresento « una specie di sconsolata confessione !atta a fior di labbro a se stesso, do,·e sull'affiorare di torbidi Istinti e di nausee sessuali dominava Il tutto, patito In anticipo, per la morte che vede\'O pro56ima di mio padre», Quaran 'anni. e Epp ure a questi versi qualcosa di sof– foca.to, ma tenace, deve ancora rispondere in me, se a tante riprese vi torna.i sopra. nel desiderio di l!berarU dal troppo e so– prattutto nella speranze. di sostituire al– l'appross!matlva l'espressione precisa. di clò che volevo e l'inesperienza non m'aveva permesso di dire, Speranza. che fu forse illusione, ma che plù d'una. volta mi diede la sensazione netta d'aver ritrov ato la le– zione genuina, quella. tra.l:occa.ta. per prima nel cuore•· Spera.nza che fu certo illusione. Al nunu– zioso e assorto lavoro di messa a punto, lo $barbaro s'è applicato e riapplicato durante la dolorosa e l'ittoriosa conquista della pro– sa. che segnò, con Trucioli. il suo approdo alla «terraferma», Ma come poteva non tra– vasarvi tutta la nuo"a esperienza d'uomo e d'artista, se proprio ad essa s'affidava, e con spirito critico, per riscntt.are e fissare letterariamente W1 testo tanto «vissuto»? Il lamro è stato profondo e rinnonto·re. Dalla prima delle due parti tn cui si di,•!de il poen,etto sono stati tolti nm·e de! d!c!an• nove frammenti e uno da! dieci della se– conda: il ch e ha consen•!to d! equilibrare e armonizza.re meglio tutto quanto - clr. O. D e Robert : Tempo illustrato, 16 settem– bre 1954 - c'è di elegiaco nella prima (« co– me dolore o pena s!gnif\cata »). « Quel lin– guaggio disadorno. un poco sordo, JentlJ - prosegue De Robert!s - ha. guadagnato ora in decisione e fermtzza ». e p!ù deciso. più consapevole, più irrimediabile vi risuona « il coraggio de:la monotonia•· Nel filtrare attra,•er.;o i vecchi, i nno-ri frammenti han potuto dapurars1 ed alle– viar.;!. Altr!ru.:nti non sarebbe stato pOS.$1- e Come avvenne che modifica! qua. e là. il testo di Pia,iiSsimo? Non so; certo, non c'entrò la. volontà: avvenne! Da. quando. non POtrei precisare; ma. a. distanza ai anni dalla uscita del libro e con lulll'hl intervalli tra. una volta e l'altra mi venne fatto, senza propormi nulla.. d! tornare su quel versi; più esattamente anzi di ri– leggermi; e fra le tante varianti che nn venivano istintive, ne rimaneva qualcuna. che ml_ sembrava felice. Facendolo, non ho ma1 pe.-u;ato ad una. ristampa; non fosse stato un caso, la nuove. redazione (che rimarrà incompiuta f!nchè vivrò) sa– rebbe rln'lasta di uso mio privato. Al mie, . ocphl, comunque, felice od Infelice, la va– riante non tocca la sostanza del ve,:chio testo; direi piuttosto che fissa. in inchio– stro ciò che era ancora. a matita, che lo mette (o crede) in bella: nulla. più. A chi nega la J)ÒSS!billlà. di rime ttere le mani ln uno scritto di quarant'a.nn! prima, ào ragtone in via generale; pe r nessun altro mio vecchlo scritto infatti pro, al questa. t~ntaz!one; per Pianissimo si, per– chè poco nu par mutato da allora. lo stato d'animo in cui lo scrissi; perché, insomma Pianissimo resta Il mio libro fondamen: tale, dopo Il quale avrei potuto (e forse dovuto) azzittirmi>. 'oi non lo seguiremo_ In questo apprezza– mento. pur s,,nza sminuire il valore dtll'or•– ra. sia rispetto alJ'eYO!uz!one dell'arte di $barbaro e sia ruspetto all'inno,-azione della. poesia del 'o,·ecento. Ma neppure e<ager•– remo. sull'entità d1 quel valore. per amor d1 polemica - come altri ha ritenuto di do,·er fare - contro lo S\"Olgimento ermettco che una non esigua e non tra.scurablle pa,te della st.c~ poesia del -ovecento ha sa– ~i:;~df:ftmare negli anru tra. le due guerre Abb!amo cosi esa.mmat.o i d.!Jl'.erenti casi offerti da tre rist.ampe. Moretti Pa azzesch1 e $barbaro ci hanno esibito le personali ra– gion! dei d!vers! motivi. e!Yettl e rimedi di una stessa ccncretezza. E - quali che siano 1 dift'er•nt! gradi dell'esigenza e dell"int~r– ,,,nt.o - resta p·rovato che la dat.a mante– nuta In fondo alle tre ristampe non è più, da sola. la giusta. Oli storici letterari flltu,I avranno un bel de. fare per procurarsi la prima edizione e!Yett!va delle opere da giu– dicare e cat~!ogare. se già i cronisti d'oggi sl trovano imbarazzati. Per ristabilire gm,.a. rispondenza fra la data e la stesura e la lezione di un testo, donanno ricorrere ai lumi della Filologia E sarà t,mto di guad 1- gnato anche per l'Estetica. Senza che pe.ò la FUolog1e. si ritenga autorizzata ~ falla da padrona, E "KICO FALQ I

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