la Fiera Letteraria - XI - n. 18 - 29 aprile 1956

Domenica 29 aprile 1956 POIESJilE .,,.. Lettera d'inverno E' inverno, amore, in questa piazza che alza rami di gelo a un cielo di tormenta; è inverno nell'inerzia e nella luce remota delle feste, nel colore nebbioso che ha la vita. E' una stagione di addii, di cadute, dove ,il ~ore si arrende e anche il SOi'flO declini; ma e è il calore del fuoco, c'è il suono della casa e il silenzio e le ombre amate ,care ombre de1 ricordo, che col tiepido fiato ci riscaldano e asciugano le Jagrime e dipingono figure malinconiche sul vuoto squallore. \'edi, I~ vita offre compensi, immagini 1mprev1 te, e per noi !or e nasconde una sorpresa. un dono. E forse è questo temPO che non capiamo. questa attesa, 11desidetio e il rintocco dei cuori sulle pianure dell'as enza. Cara, anche da te fa inverno e il paesaggio è un dipinto impreciso; tu ti affacci su un universo che dilegua e cerchi la tua sorte amorosa tra le stelle. C1954) L ,. inverno Fra pietra e pietra del terrazzo a nord ere-ce già il muschio dell'inverno. L'umido verde riveste le crepe del muro, appare in mezzo ai mattoni. ed annuncia i giorni imminenti. assediali dal freddo, che stenderanno le mani alla vampa scuotendo da! ciglio la lagrima del gelo. Le tanze si preparano all'inverno. riunendo le loro membra sparse, rannicchiandosi nell'angolo più intimo. Là o pltano l'uomo nel tempo inclemente, là mentre il vento scrolla la vita, hanno ri1ugio le f!gttre del sogno, la memoria. C 1955) Interno invernale Inverno. Sulla parete il quadrante segna il tempo del !reòdo e del tedio in oui curvi sul libro. raccolti alla vampa, ci consoliamo dipanando il !ilo dei vecchi giorni, sfogliando la memoria. E' il tempo ln cui si velano le lampade e una luce di chiesa. di vetrata, cade sopra la vita di chi scruta un disegno conluso e ne tenta ~on l'occhio e con la mano incerta Il sensu La mente vaga tra !onne indistinte e interroga le ombre. le parvenze. mentre la pioggia balle alle sue porte e il fumo dell'inverno oscura U cielo. ( 19 55) rQ=te poesie, ad eccezio11e delle ulti,,u, tr.s, /alt• ?IO parte del libro D:ario, di proasima pubbliccµion.s presso < La Meridiana > J. Poesie dell'inverno Poesia d'Inverno Sorpreso dall'Inverno, io qui mi chiedo se anche nella tua città, già mia, la nebbia si aggiri col respiro appannato e con !iori di gelo chiami ai vetri mentre tu siedi intenta al fuoco. al sogno. Qui di fuochi c'è quello, fumoso, che accendon nelle strade per bruciare le !oz!le; un fuoco senza forza, di cui il vento si fa un trastullo e l'urta e lo deforma in figure bizzarre, che alza al cielo. Le strade sono vuote, lentamente un'ombra le attraversa, e già se guardo ha dileguato; di rado un rumore costringe l'attenzione, che sprofonda nelle sue cure, le care ossessioni. Cosi anche la tetra stagione cl tenta con enigmi nebbiosi. con immagini dov'è incisa una storia malinconica, con parole confuse. tra le quali emerge con fatica Il nostro nome. ( 195 2 J Notte Fiammeggia 11nero asfalto nella notte della città e del cuore ... Tempo, spècchlati in questo fuoco e riconosci le memori11 esangui, le Immagini meste; declina senza un grido. Che si cela, inverno, nel tuo grembo. che prepara l'incertezza dei giorni? Fantasmi qui trascorrono, e un gesto iniziato nell'aria ora tramon,ta. (19$2) Inverno n sogno muove ali sfortuna te nella gabbia dei giorni malinconici, di dove solo lo sguardo s'invola ed emigra nei cieli appannati. , ubi di tedio opprimono l'azzurro. vagano nebbie amare sulla terra, mentre la cara musica si estingue con suoni scorda li e remoti. Tra ombre e !umo la vita vien meno, come un attore quando tutte le membra g!I ha morse lJ veleno della spada. ( 1954 l Pioggia Pioggia. Fuma febbraio e innalza un cielo melanconico. umano. sulle anime bagnate; Il freddo distende le mani al fuoco quallido della stagione. Tutti guardano assorti in questo velo che divide dal mondo ed esclude dai volti amati. dalle voci del sogno: ma non si scorge che un pallido errare di fantasmi, e la vita che s'allontana, nave nella nebbia, lasciando Jagrime, addii. ( 19 55) FRANCESCO TENTORI LA FIERA LETTERARIA UN RACCOl~'lrO DIL VJl'JrTOIRJlO B(J)DJINJ[ }1- L'antiquario Gomez Nell'estate piombata all'improvviso, la città 11.-a u 11 bicchierr. capovolto. S1 alte– rat:nno i lmii. Negozi di cocr, e ,,rarpe di corda cambinra110 Jrr.ccia: Jn1 le stuoie che O1·n li ricoprit:ano bino nl .,o/fitto, due o tre raqazzc t·cr/cn~ì,rne dalla pelle cun• elida e /uwio .,i 09yirurcrno /rct 1>itToli to• l'Oli a hcmpire d'or::11ta. J birchi,.n-i con un mestolo. Or:nta <li chufas: certi noccioli dm,,,simi elio 110n son m<1i riuscito a cn· 1>ire cli che 11ianla fo.,sero. S1ti negozi di /r111tn 1>Ct1clet'C1r10 i C(I/Jitelli bttrocchi del– le bcmot1c, le chlrlmoyas oc·c1tlta1JCmo sot· to /a.,scorza, ,·uaosa In loro dolcezza squi ,tita coma un pcccnto. ~uando gunnlnro il nn.,o cli 06mez, si• ,mie u rrn gancio a. c1,i eyli si sforzava di dea.re r ttt'aria intcllettu nle, c,-a come se ci leg ge,,si il r< rccon.to d ella .iuu in.fnnzia: llna storfo di 11e11toleme.vse s11/ /11oco all'ul– timo momento, quando 1w/Jc altre ccise già tutti .iicdcvcrno intorno al clesco, e ù piccato G6mez che si al:ava i1t 1mnta di piedi ci sort.·e_glicn-e snw111osamente col naso 1a coltro-a, men.tre lì t>ich10, in file,,, i fmtel/i pili virco/i atte11cfern1to che si . t·oltosse pc,· lcggcr!}li in ·viso il res1HJ11so. Q11ondo g11ord<Lt·o il 110.~o cli G6mez mi venit·a /0, tentn::ione di sottoporlo n mt.a pietos<L to1·t11ra: - Vitoi il caffè, G6mez1 Vuoi u11.'or.2:ata! Una chirimoya ·! Vt,oi rrna banana, - 06mcz scuoteva il capo con fennczza.: - No, grazie. Odori di cervella fhtte, di gamberi alta graticolri 11scit·a110 e/alle tcwerne, si p'°-11• tavc1110 in mezzo alla, 1lia con le ,nani al cinto, ci para1•a110 il 7x,.~.ço, - Vuoi dei gamberi, 06mezf Vuoi cet• ve/la fritter 1anzanilla, J\lorile ? - No, gra .... ie. Nel 110.~tro mestiere bi• sogna essere sobri. Un anliqur,rio de,Je stare in giro t,itto il giorno e guai se Bl abbaii-dona a t11tli i dc idei-i. Adelio tem– po e dmwro, e oltre a ciò viene meno la tensione della, ricerca, che i• ciò che rencle of!asci11a11te il 11ostro ,,,eslie1'C. lo q1t0t1• do esco let mattina pc,u~o ooni giorno: oggi pot,•ci trovare tm Reflue/lo, 1111 M11- rillo, 1m<1porcellano del Bue11 Retiro. Ciò detto, .si 1mssm·c, clclicat",11e11te il fazzoletto sulle scar1ie di ,,crn ice 11er to– glie1··ne un t•e/i,io <li polt·ere. Ve,'itiva come se indos.,a.,.e la divisa 1tf!iciale ciel deco– ro; abito rii lanetta b/11 1 co/lc;tlo cl11ra, scarpe e cn,vatta 11era e su tutto qtte~to, come un cope,-ch io, 1t11a lobbia f/rigio-per• la che egli considercn:a c.~trcuwmente di– g11itosa. Mo, ohimè, quc.sta maclaglia ave• va u.n 1·ovescio: la sua corporatura nie• schina, le, cura Pcces~iva rwr vrcservarsi dal consumo quagli indumenti che àove. ·vano Pfscrc gli unici, la ,iomma di sospiri e di u1manaccameJJt i, e le conlratta.~ion.i i11/i11ite d1e dol'eva es.~ergli co.,tato cia– c11no dei capi. La mente lii G6111ezvola• va s11l/a scala dei 111111ti11li e sot/011111/tipli della pese/a co11 l'agil,tci di 1111 piani•ta /1tncimbolo: ogni cifra cacl11ta nei suoi di– corsi arei vertigino,11Jamc11te tradotta in t11tta la co11111/es.,a scal« monetaria s11a• g11ola, dal ce11tesi1110alla cag1tci piccola, dalla cag11a gronde al real, dalla peseta al du1'0. Faceva vet1ire il capogiro. Ma q11esto 11011 intoccal'« il s110 vrofondo idealismo, non era che 11na ,"1/umatura del suo mestiere, in citi si considenn,:a u.n maestro, poichè il Perfetto Antiquario ob• bedisce a 11110 svirito <li missio11e del pari che 1m artislCl, e a/ vcrlice snpremo del/"J aspirazioni <ie1/'1mo come e/e/l'altro è Il mgginngimento del!" Bellezza; ttguali son 1e ansie, le trepidazioni, le inson1tie, e se si pesasse Slt ,ma bilancia il pensiero costante, la 111a11ca11zci della pi,i piccola distra2io11e, 110n c'è dubbi:, che sc,mdereb– be il piatto do/la s1Caporte. L'1111icadiffe– re-nza sta in ciò, che oltre tutti i requisiti misteriosi di c1ti la bellezza è fomata, l'an· tiquario cle1•e sape,-,,o sco,·gere "" altro, che è il s1to valore i11 danaro. E co11che voce commossa mi diceva a volte mentre camminavamo, toccandonii il braccio: - Quella è I.a casa di Moises -, - Ll abita J,mis Hidalgo -, uomini che il grosso p11bblico non avrebbe esitato a considera– re dei 1ìgattieri, poichè nelle loro botte– ghe di!ficilme11te i sarebbe troooto al• c1mchè che 1101t fos.•e o fulso o cli scarso valore, non sosvetl<1t1<i-Oq11ali tesori Cll· stodiasero i" quelle case dove vivevano soli. can le finestra ta7>patle dn doppie i,nposte pere/tè non potesse e11trarui wt granello di. polvere, e in. cui. non ammet tevano di tanto ili tanto che q11nlche ami– co fidato o un compratore così pazzo da i;o/er gareggiare co1t la /01·0 idolatriri. G6mez me ne descriveva a una a 1!11,(1 le meraviglie; i q1Ca<iri dei grandi maestri spagnoli e ola11<lesi, le porcel/a11e piìt ra– re, i mobili inta,·si«ti di piclre e metalli preziosi, le argenterie antiche, gli arazzi /inniminghi di cu.i in Spagna non areva gli eguali che il DICCa D'Alba. Parlando– ne, Oli trem/It"a la voce eia! desideno, m.a saggiamente lo con.teneva, sen::.a onibra di dubbio che "" giorno sarebbe venuta la sua ora. Plés a Ca/te Velnzqllcz, da Rosale& a Ato– cha. G6mez cono.,cern ogni porta dove r'era dn c01nJ>ra1·p 11n. l1tme rotto o un quadro di Z11rbordn, tre seggiole ltptiiate, un <"fl!l,'tettone di moaano o 11n l<unpoda• ho di M11rano. S'i11/ilfl1'a clappert1<tto e &i tenet·a a9gio1·nato sulle tri.,t, i·ircnde di q11elle 1·e11dite, o flJJt•rN11/ern altre noti– zie, nuot•i indiri=:i d.<, cs7>/or01·e. At·cV<i una bcllit1i1Jw 7mrlrmtino. A i·olte st mcl• ten, a contratture e lo Jcrcet•a con con• s111nata scollrezza, ,,tt·inycnclo tutti oh abitanti <Lella cww ('/t<' si cn1no radunr1• ti a sentirlo, f(lmi_qlie di nobili dec·aditli o im~root,oni che J1119etic1no di vendere 1>er biitof/no oggetti scn:o olcrtn valore o ru• bali, /1rn.::.io11ari che tloeci·an o f ar .,7>osa· 1·e unn figlia o 07mrcri che n.on 1·ole1·uno vertlersi le ultim11 rorh,le della stagione, Jinchè li custrinqcl'll ad un prezzo al qu.a– le onnc,i ,ii ~arcbb e 1>ot11to comprare a orchi chiu.~i. lo lo u.rt, wo c·ol gomito, ma fingeva di 11011, accorflOrsene. « - Lusciri /a1·e - ?Hi dice va quand o uscivamo. - Non è ancora il momen.to. - > N011, di rado, per Jr,r pesare il 11roprio t'an.taggio, o per risollevare con una })a• ,·ola di fid1tcia 1a sro.,sn /elle di citi alie• nando '"" oggetto sentira che la s un vit a, c1·a entrata dolorosamente i>l una / o.se di diminuzione, egli va.rlcu:a d, sè, del/ci pr o• pria carriera, come 1111 psem7>io rincu.o• 1·anle. - Son tempi tri,'lti, ma non crediate, a11ch'io ho conosci11to la cl11.-ezzadella vi– ta. Chi oggi mi ,·cc/esse i1t quest'abito blu, 110,i sospette.-ebbe che ho 11rornto la fa– me nella mia /anciu/lez;u. Eh, a casa no• ,"ftra n on sernp1·e c'en1 1ma ventola nel ca• mi.no. Ma mi .~ano ele1•ato <t poco a poco co n la forzo., del .~acrijido; .'lon 1•emtto dal nulla, e se oggi ,'lono q1wlc11110, ,ion per questo ho finito di far 1·inu11.:ie. l/n(L ca• gna grande, 7>ar 7>ocoche sici mia cagn.a grande, t•oi /o .--:avetebene, c/ue cagne pie• cole. <licci cente~imi, nulla; ebbene io ci venso prima cli SJ>C>tderla;bastCI 11011 far– ci ca:~o e ,çj fa, prc>.fflo a nrri1·are a un real, a uria veseta, <t iLn duro. E un duro al giorno spe,1w,qt11pitlnme11te, in. capo al mese so1i centocinquanta 1>cscta,,, t- 1uw, sommetta: si vuò ,·e.çtaurarc un qrwdro, comvnrre un mobiluc<"io, una von:ellana. Comprare! Mi tolgo il 11011c <li bocca per poter co111vrcu-e. Che debbo clir.-if Ilo 1110- 9/ie e due bambi11i, ,ma famigliola che adoro, e li tengo lotttani: om son q11attro 111.csi che non li vedo. Vivono in paese coi suoceri, perchè non po.~so ancora pennct• termi di lene,· cas« in Madrid. E ne aurei tcuito desiderio, ma cosi 1ni re9olo, 1}6r· .,,.. chtl non po&>o gravare I miPi affari del peso d'una fam,qlla. Come cred11t11vo, che si facriri a dwentnre 11ngrande anh· quario1 lo giro drilla mnttinfl alla Rera, torno a cnsn In notte; sapete che /ru·rio1 ft!i chiudo nella mifl cameru e atudfo. Non si Jini.1ce mai, Arte 1tpagnolo, arte 1tnli<t,na,arte /itunminfJa; .,tori,, dei 1'!0JJO· li. e dèi costumi; tn,ttnli sui mobili e sulle 11orc-ellane. Pcrchl- non c'r nulla di ptù. effimero tltl profJrCRROmaterìnle, se non 1·i si cu·com1>t.iyna onrhe il progresso tn• tellettunle, i mi /r111/i •o" !ili untri che dtirano veròadcramcnte. Quel verdnd<'ram~n!e p<>rtani come 1m'o111b,·<t ,·erri e cnt ro qllcl/c di>i/111se di· more. Io, mentre 1mrlat·a, ccrrrffo di ca• pltare pre.,,"lo una finestra e di li sropri• ro una. nuot'<t 1·etl11la dello rittil.: .'fOrpren• devo i mestieri degli uomini, le l 1 ottegur• ce, gli odori e/ella ,,ifl o tl'un cortile, le /a.ccendc ,,wlicbri, o nei qrmrtic,·t elegcin• ti il ritmo delle outomobili /ru le cortine di acacie, e imi 111arriapiedi le halic il cui costume sccentrRro ne infen,rivo l<i na• tira nwllez;:a <lei 7>f1,'l,(tO. I.a mente si per• rlet:u a Jantcn,t ira re inRcgucndo ogni 1.:ol· ta nuo1·e i1>0ic,9i,su quale sarebbe stata la mia esi.,te>i.:a se at'e.q,"li abitoto Il, se /o.,– si sceso ogni yiorno ,·erso la vit<t d<t q1<e/– l'elegonte .,.alone o da q11el1<,srola feti– do, e nudci a cui a1•cum10 tolto persino la ri119hiera. Cum Maclrid, la rirnltflt'O dr, cimci a fonclo. Ma ecco G6mez che sal11ta– i:a. Antla1·am.o 1·ic1. Non nre1·a romvrato m,1/a ,icanchc st(lro/tn. - C'l• tempo mi dircrr, - Non preoc• "U.J)art·i, c'l" lem7>0. - Come se ave.,se in.· dovi-nato le riscrt'e che io rominriavo a fare, un. uio1-no, era1·amo a Cluunartin, mi di-Yse: - Domani,, domenir<LJ <lobbia• ·mo andare al RaRtro. Tanto per non ver– dere il vin_qyio ora saliamo da una 1.:e('• chia che hfl e/elle mag11ifirhe mantiglie <ottiche. Gliene 7,ossi<nno comprare una per q1wttrocc11to reali e domani .ffle.,.soce ne dcrn11.o d11ore11to duro., a occhi chiusi. Salimmo; chiacchierammo un. po' con. la nuora, JJOÌ anelammo via. - Sai - mi disse per le t«:'<1/e -, ·non era il caso. La nccldit ha fatto qualche solcto e chissà cose. awcbbe 1·011110 1>er le m<rnti_g/ie. Le prenderemo 1m'a/tra i·olta. Così a1ulronmo al Rostro ,9enza manti· 9/ia il giorno 110110. Sembrai-a che fo•se suonato il Giucli.::io Uni.rm·sale: donn·ano at·erlo i>,tonato degli a11geli coperti di vecchie diui.9e sclr11rite da bruuli.,ti, s11,ot– toni ammaccati e dai tasti che s'incepp1· vano. Qui ar1'irava la, gente a Jnonane a cercan' n<'i mucchi delle più. !trane mer• • ---é.- 0 _.,_;;,.;,,.J;._ 'I~ l ,. ; - •. canzie le u,,cchie cose ,mrirrite che bi8rr gna ri.prender.,i: un dPn.te cnduto, ""- bi'].• &Ione rotto, il pomo <i'11nletto di metaUo. Tutto ciò che _g/i lll)mmi perdono attrrr.– ver.,o lo, loro 1.·iffl., tufto riò rhP le yener"• .zioni lu,nno 'J)Crtto flltro,·rrso i f.(rroli, si tronul(J_ c111L La _qcnte !frarfllrat·a montn• gnr cli di,rtrhi rotti, di. ,"ft•llc ar·cntrate, reti 111etallirhP, c11.ffse di rontrric a/use, .,i af– follat·fl intorno CJ carrelli di libri, a co· 1)erte ~" cui airrret·rmo nlln rin/mm rer• chie fiu·rrlfc, nacrhrrr, grnmmofoni n tromba. Ne1J1Jun.o Rnp('1·r, brnr. rmw ('Cr• Cltlf-!C; dn.w·,mo a.,'fY'l ta1·a un'i.,7,irnzionP mi.ffterioaa. Uomini r,rri1·m·flnO rol cappot• to in 1>iena r,ctntc e .1e lo lo!}/it>ntno per ,:en<lrrlo, altri, romprnto un nbifo u.,nto, cprra1·ano d'inrlo11.,nrlo fra gli Rpintoni della folla; rlli inri11mpun1 in una lmd• nella da •·u; .,rhizzan1no rane 8pel/ate dalle tcncrr· rpitlrrmidi femminili, chi or• cort·ol11to dir.tro im ]")(lrrnrnto di {arra Cl· nese prot·a1·a sul piede n1ulo ~rnrpe di i-cr• nice nera let·ate Ili morti. - Do. qui ho romi,vV,to io - marmo• rava G6mct ron. 11n lar!Jo gr.,to del brar. cio. - A 1·cro 1tn.nbnnrnrella proprio qui, al ccnlro dr/ Ra.,tro. La sua carrirrn e-ra ormni mntllra prr la b1ogrtJfja, mn il 1wo rapitolo attui.i/e com.inriai·a a ~rmbrflrmi ogni giorno più 11ebulo,,o. Rite-net·o imp01u,ibile rhe un n1t• tiq11ario pote.,se bntterr p('r due me.,i ltt cittcì sen:o comprarr n,' t•en<lcre uno spii· 1o; do1,e1•a 1·t1·ere d'altro, mq di rhe din• 1·0/0 1•i1•e.-t.,.e non riu.,ciro a immaqinar• ,nelo, e che 1·ire~.,e di qualrhe pirrolo rendita I> ipotc.,i rhe a1·e1·0 don,to .,car– iare perch,' in co11tm.,to CO?I r,/tri dr,t; dP/· la •""' •·ila. 8oprn1-i-N>ncro dei fatti che 1n'im~dirono cli seauirlo ttri .,uoi lnborio· sisRimi ozi, e fu, nei trm7)1 rhe seguirono che io 8e71pi per ca.,o ciò che cPrcrn·o. Erri im11iegr,to al Sinclncato elci/a Benzinr,. Tutte le ??lfltlinr nlle otto andnt'C1 a mcl• tere In firma d'entrata, poi ripa.11Jaea a firmare <ùle tre; n.-endo /nito In guerra dalla porte fr<111rhi•tr,, tte.,.,imo g/i dire– '"' ,iicnte. Ciò rhe frodn,·n erri del re•to u11a mi..~erif,: gli impiegati .'tpr1r,noli han• no 11110 stipendio di /rune e lui lo era di grado mode,-Jtis.,;,no, m.a di quel poco riu· selva a mrrndnre 11nn parte alla famiglia, t·irendo in tma IOJJtJin e mnn.qinndo unn t·o/ta a/ giorno. I/aut unno nret•a me,ffso le b11~sole alle porte dei cnf!r. Tornai ad incot1lrorlo i1t 11110 di q11eg/i antirhi raffr di Puerta del Sol che poiono "" .,ilenoioM mu..eo del• l'nlleq>in cli rent'anni In. qurm<io vi 1·e- 11it·a110,car;chi di oro e <li nostalgie, mer• canti e mi/i/ari dalle colonie d'oltreocea– no. Un. camoriere .,i ag_qiro1·a cerimonia· samente tra i tat:olini deRerti e i dirotti di stinto rell"to come per .1en•ire ittrisi• bi/, coppie e comitire di fanta.,mi. Gli unici clienti re<tli, ma non consHmat"ano 1tulla, erano ad un taL'O/o al centro, G6- 1nez e una 1.·ecchir.L sen,,fl/e su cui i lutti auccessit•i si erano 8trotificnli in ma,itel– line e scialletti neri rre.,ciuti l'uno sul• l'altro. - Fa' 1 1 edere al mio amico italiano - disse G6mez. Di sotto una mantellina la l'ecchia C3trasse a malhr.cuore una di qu,elle schifose m a,111.0 :e<i'arnrio, dai di– tin, incurvati e il poi.io mozzo, m/Uato in 11110 stecco di metallo, < ii mi bisogna pro• prio credere che Ri ,9er-Pi.,.,ero IP no.~tre ave per grattnrsi la .,chiena. Quel ,·ecchio aL·orio era <iire11tnlo co,,ì funereo che era come se brani delle e1iiderm icli che ave– t·a grattato gli fossrro rimasti attaccati, sicchi' int'ece di far ridere per /o sua stra- 1:aaantc frm:ione, dara uno mncabra re– p1t[Jnanza. MCI 110n dovetti fare nessuno sforzo per 110" toccarlo, poichè la n•xhia appena me l'ebbe mo.,trato tornò a na· sconder/o in ,fretta sotto 11nodelle ci11que o sei montelli11,e. - O trcntacit1q11e duro o niente - di.s– se bruscamente. - Quindici. E' 1'11/til'ta offerta. La 1·ecch ia non rispose nem ,n.eno . Qua11do nscimmo, G6meo mi prese il brac– cio i11 preda o 1111a bel/is ima febbre: - E, 11naffare ,i·oro, capi. cif .1:11affare d"oro. Quell« r la mano con cui si grattat·a la 1·egi11a Isobella. Ci .,on co/lezioni.sti che pogn110 1·'òtc incredibili per il piìt piccolo cimelio de/In regino lsabe/1<1, fir,uroti per un oggetto così inti,no! lo gli feri osserrnrf' che se 11eera cosl sicrtro 11011 orrcbbe clot'uto forse/o sfug– gire per coJì poco. - Oh, 11011 importa - disse - 1\-on ti preoccu11nr 0 • E" come .,e fosse già i1t ma• ?lo mia. Verrei lei sie. sa ad offrirmelo. lo sono il solo che può pronu-p che q11ella era la mano de/la 1·e11i11a Isabella. Ci son 1:oil<ti i miei st11<ii! Da oggi la mia crrr• riera osce11de ali una 71110t'C1 e 1>i1ifulqi<la fase. L'a11ti,11wrio G61,1cz ,, 1C1t'aqlli1a. E così le 11in11c del s•co gro11 110•0 i sol– let•qrono 11ian piano, ed egli si aloò i11 111t ~·o/o calmo e maestoso l'Crso la Carre,·a de Snt1 Jeronimo. in UM cielo di compro– nmrlite e di 111c,:o/c lic,·i d'urge11to tra– Pag. 5 l~EDIT • • • riminesi diDe Pisis Tra t periodt, pul o meno lunghi, dell'attiv,ta art:,ttca di Filippo De P'3i.s, che ai aono si·ott, a Pang,, Londra, Vtl'en• za, Rimini e Venezia, tl Mnodo T1mme.11e nell'estate del I!HO e tn quella del 1941, che II pr<r tra.,. e sino al tardo autunno, e al meno noto. D, quel tempo, avendo no, frequentemente ae-– costato De Puu, uomo e arh• ,ta, !1amo ln grado di porta,. re la testimonianza. Il primo soggiorno dl « f orse un me.,e » d1 quall'anno 194.IJ, ~, protra.ure fino all'autunno inoltrato. e Primo giorno dt ot• tolJre gn910 e magnetico .!Crt· teta all'amico - • Ho i:1.uuto intentamente, ,pe,so con gioui tn que!tt, mes, nmine.s, e ho molto lavorato, 1n una camera a pta nterreno di un reccltao pa,– Iazzetlo che h sarebbe p1a.c1rv lo... Scu.,a la fretta, ma ml 0-,petta. una ·oghola mon.stre e della in. alatina bianca (co– me quella che mangiammo a Chioggia) 1 . • Wanqlat;a in una trattona di un zncolo nelle ad,a.-. cenze della ~cchena. dove gli rtu1civa di /are e le 1corpacc11J, .. •te a ba,e dt pane aJ.l'olw. cù crema all'inglese, di co.•t<Xette con pro. Cìutto, dì tacchina con I bal.samella e tartu/t 1, malgra, do rl tempo dt guerra, perch.e è da \Opere che neUa crtta di Riman.. soggetta alla pott~tti d.i. 1 Venezia, dDpo la caàuta det • .if alateata, fino al tramonto del• I la Sercni.u1ma, doi;e 1 Dogi confinavano I malcontenti e et> loro che t;Olet:ano fare 1 pro– pn comodJ, ognuno ha ,emprc Jatto, e fa. il comodaccio ,uo. Un paio d'ann, dopo, nel 1943, la crtta venne sottopo,ta alle incur. 1on1 aeree per la durata di und1ct mes-i e, come Sodo– ma e Gomorra, fu ru:Lotta 1n. po/cere da 3,;o bombardamenti. 1 Ade !O, a rico1truzione compuv ta, .siamo daccapo, fino al pr~ l .11mo e galop I JinaJ.e. Per andare la prima volta, da ~r!ona,. a fare la con.o,cen.• za di De Pi.su, una mattina ci ar.:v,ammo i:erso la mutt:no&a. locanda, ed era una splenduia giornata e&lioo. con un &ole e una luminosità e un cielo da citta levantina. Pa.s~ai:ano llJ. baqnant1 ,n succinti e coloriti costumi, ed era un continuo balenar dt nudttà. Lo steuo Co– mb,o os.,errò, 1n una sua fu• gace ri. ita a De Puis, eh.e « Rimini col grande caldo e con tutti , giOt'ani che cam– minano sbattendo gli zoccolet. lt sul selciato. fa molto Smga• pore, co, c1ne.s1nr ugualmente ;;occolantì 1. Entrammo nell'a• trio, non senza ~D~~tto. Il pi.e. colo vano rnterno era de.serto. C'era un tavolinetto n.cope:rto da un tappeto dozzinale, di quel· Il che una rolta 1 manna, por• tat•ano d1 contrabbando dalla Dalmazia; e c'era una panca. contro il muro e una tenda rossastra che schermava una. .~caletta adducente alle camere del piano soprastante. Sul taco- i~~ia~~ 'fn~t~~li,~ 0 :/e'tf:Y~: la.· gros:,1 fichi nen. ,paccatt. Appoggiata al cartoccio, di col– tello, una cartolina illustrata: /a posta del mattino. Pensam– mo· e Ecco 1a carta d'identit4 dt De Ptsis 1. Cl trattenemmo tndeCl.ti sul– l'u.sc1O, tra luce e ombra, 3t! 30· lire o no. Dopo un po' ,·1uh u.n. tramestio lungo le ~cale di Le-– qno.Un.a mano solln'O la ten• da. Appan:e lu.ì: grosso. 1nd.a.f– farato. somigliante a Bema.mi• no Gigli. Ci pre. entammo, m,. trando subito in argomento. Erat·amo in t·ena dt sfogh:, dt· spo,t, alla polemica -polemi– ca arti tica - que.Ua ma.tt111.a. e, a un certo momento, glt dt• l~~~ 0 dr~he ":o~~r:_'~h: :r:!t:. mo scarave11tato volenhen 11, faccia a lle ragazze che paua– va.no tuttt quei fichi contenuti nel ca rtoccio di C<1rtapaglta. De PtSis ci lasciò d,re, poi, dando– "' un buffetto come a t-eccllto amico, disse con t'OC'e indefint• bile· • Caro ... 1. Dopa m$1eme aoli altri art,. sii del lu0t10, facemmo lega. Ve– na-ano con noi Allegro, ù nl· ga.::.z:o del qua dro omonimo, e ptHto P01 a .\ fila.no da. Bar• baroux, Giacommo. c ht araa posato per d Sacrificio di Abra• mo. Si acuicendo1·ano nt:I • ca.• mtrone trasformato an studio 1, come lo vide ( lo descrisst Co– mi..sso - e un tarolo traballan– te. ,ed,e ,gangherate, fiori ap– pa.tstli tn un va~o. sen:1Zto da te con ch,cchere dispaiate. Coc– ro fil pappagallo/ accanto al– la /lnestra e. tn un angolo. di• steso un materasso» - manna• Ti e facchini scell, a modello. - Son giovane - diret'a --Non ho chP tre11taq11,att,,a,mi. - Esploravamo Madrid da due mesi, giomo 11er yiorno, dal .:..ava- GIOVANNI OJ\UCCIOLl: Dlscngo per l'onttquario Gòmez forato. che ade<so ha fatto strada - \"ITTOl\10 BODlNI I Un giooane scultore del luogo, --------------------------------------------------------------- F.lio Mom - gli modellò la te- A dieci anni dalla ed!z!one M e e • 1 1 • lascoltatort. raldtlà diventa tea- .ta. che renne ceranucata di originale 1n lingua tedesca. ap· 1 tro aell"uomo e delle sue pas- 1tno smalto cerdone in una /or- pare in Italia per gl! stampi 1mes1s ovvero I rea 1smo·s1_onl•_ !nhne: «S! perviene ";d nacc doce Si fabbrìcacano gli della casa editrice Einaudi. In- una es;>erienZA1mmcdtntn debn ore,. alla venferìa, con p,rna tradotta d a un adegua to ~•gg10 \Ila .. che roprntrà u1tto ti re- sodd,<ta,ione di De Pisis. Ram- di Aurelio R.onceg.la. MimeS1s sto•· il poeta rnppre-enrn gl!I !' - . . 1 1 ovvero 1/ rea!tsm-0 ne lla lette-I uomini nella moltepl!ritA e n<'I-J me7 1 t11mot_•l ·:'orno I ,n f d 0 ~a::::ac:'cr~:~!e·e <IJnaE~~·t nel I a letteratur .. a dell' Occ1· dente ~a d~~dl~~ ::~,l~l ~::'lt~f- ~~~n~~e. ;::m~~~/divs!uct! colta di saggi critJcl su passi pnndoci egli stesso ron Il ra- re il . uo ritratto (che la gu,r- celebri della letterawra occiden- !ore del!n -tl8 RlllJnR « E QUt:'- ra. poi, insieme allo stud,o, /rart- tale. dall'episodio de La c1ca· sta lmmt'dlntR e ammirata par- lumò, al,•ando il documento tnce di Ull!se, trotto doll'Odis• lligu1&rd~ al metodo c,·itico 1lell'A11erb11eh. basti rill,•ltvr,, clH• l'opera. d'arte at tecipnz!one nl!n vita det,·uomo. fotoorafico - rara 1mmag171e ,ea, alreplsodlo de li calzerotto r!nd,struttlbllltil dell'uomo sto- di De Pì.1< quarantacinquenne marrone, trotto dal roman,.o di pre•e11ta ln lmmn.yinl e in ((>rmini llng11iNtici, che ,,;,,,mo 1IPI 11entimento del poeta rlco _e1nct1,·.dun1e. stnbllltn den- _ elle qui st pubblica/ Egli Virginia Wo!C ro the l,/ght tro Iordlll e dl\'lno . si dirige con- ·. houu. . cli ANNIBAJ...,.E PAI~()SCIA ro quello stes.so ordine divmo.P~•n~urosan;~nte~~•i:r:~:t,;/: i11fdrit.c~o ~illsccltn del ,P':f'/- ~;• s~~tt~';:~n;ld~ra~~~':" !i ;"~~i::à;;, ~Ile lo scultore fo,';~r:n è f~ re~f 1l~~cr~~• ,! 1: complesso é Il nodo di legami L'Auerbnch pur nel suol 11-litica. Altamente morale di pace dell'apparizione terrena delrln- conclude Il saggio su Dante. gi, modellasse l'orecch,o co1t mesi! · inte.sa com~ hnlta,lonc- ch_e esso allaccia cloe quanto 1mttl é critico valldlsslmo e In e gtusti<lln e lumcRglnta !n quel di\'iduo m !unzione del divino, Dnl!'unlth estemn abbiamo av- pure.:::a. • Ho, qu,, .una parlu:o– rapprcsentnzlonc della rcaltil p,u ampia e 1'lntu!z1onc tanto sun largn !ama non (! dovuta che conllcnc di ct.emn Jsp1ra- nel quale esso reallua 11 suo ,crllto il pn.s,ngglo all"uniti\ !n- lare sens1b1l1ta », d1ceoo acca– ve-ra Lo studio non l 1 dun uc plu rea.e e l'lrnmRgme e tanto Folo n Mimesi.$. Bn.stt rtcc. rdnu~ 1.lone (". nrl dlvrnlre drlln sto• <'C?mp1mt'.'11to. ecco che In ror- ten1n che r quella l"f'nle N1 ~ re:::::ando 1 il zooo. In quella cir• cond.otto slstcmntlcamenle ~no plu grande e In poesia. ithe ! suol studi su Dnnt,· e ria. di gennl drll'nvv,•n!re ». n1ce s·1n!rnnse • ~r In -)_rt\P0· lo spinto di Onnte elevnto a costanza dipinse una spmttera per pagine slgnllicntlvr: d'nl•I Rlgunrdo nl metodo cr:tlco pnrt.ico:nnncntc quel!o del 1929 111 M,mr.m l'autore rltomn tcm~ dPllc lmmngm! !·- L mter- smtlmento del mondo. e uno slraccw nero d'ombrello, tronde. è rhlnro ehr n vo.,·r O drll'Atll'rbnch. bri-U rlllcl t~re Da11teal., D,chler der ,rcllsct1c11 sul volgare ltnllano con due ,;ng- prf't.11.!oncebr:ilco-c:L'trnn~ dCI· Nel s.~RV;lo sul &>ceacc!o_lo di quelh elle st adoperano per reali 1 .zare slst('mn.ticnmrnt.e hH• ,t:hr l'upcrH d'nrt.t• :,;i Pl'('::,,t•ntn I \Velt. SC-!.fnnrono sv1lu?1>1 fl'- .,srn: gl ml Dnn ll' r Boccnrelo nello l~ ~torln rlm~ne _est.('rnn. « 1~ Anrrbarh non IDORt rn quell lJ.~·_ 11wm1dare la cr!'°• posati sul rebbe occorsa più d'unn vita. ,n lmmor,!nl r In term!nl lln- zlnll per q1wlln che 01111nl. dnt, <•plsodlocli Fnrlnntn e nrlln no- ,llnllth lmnw"sn In quella In tulto e quella penNtn1lone cri- tre polo in mez.:o allo studw, mentre ru compiuto durnnu• 111 gulstlcl c!ll' vivono del senti-I lo proporzlont _che ha 0'<suut.o_, vclln di rrntr Alb,'rlo. Precedo- te11>retMlone è "°"' RrMde rltc tira che ahb,amo runm,rnto !n ·,dando palpitante 111taa due co– guerrn a Cost.antlnopoll, h•Ofl''mento .tkl p,l<'t.:i. Snrn h•Cllosi IXl\rehb,• ckl1111reIn dn'.1Llstl;no erudite dt,· ..t•rta,lonl lingull- 1,•sue mnntr<_•sto~lon_l si_ronqul- qu,•llo sul Dnnte. e che. per tutti noi, stn'allora, privo di blbllou.-<:heben lom,11• quindi attnl\·OJ'SOun P~111rn• ~to- c_n l, nutore S<'bbrnc so:.I,nessi . t!rhc eh<•glovnno a !nr cono- ,_inno un po.,to noli Anm1~ del- D_nll'lnrlngme linguistica pro- non atevano ,mpartanza alcu.· per studi europeistici dove lo rlw- tn11ulstlt0 della rnppmsrn- I uniti\ In Dnnte del tro!Olln o! srPre in lui Il prn!e -sore di In llntore anrhe lnd,prnrle_n- llmillnrc s.~pplnmo rhe Il Bo<'- - na. Fu durante la uconda po– Auerbach cm stnto rOAtrNto n ta1.lon(• HfTrrrnrr In \'lta ('l\C' poPtn <' pJrtn.s.',(" Allf' eS t r<•mr hlolo!!rn rornan:n.\ <nttunlmPn. tt"mrnt~ da ognt lntt'rprttnzio• rnrrto scr1~~ 11 Dtcamerone in &a che uno della schiera arri• emlgrnre dalln nntlvn Grrmn -J>alplln In e~'lt, rhe I' qunnto ro1Hguem.c' ln rrltlrn stlllstlrn. t<• hl-'<'gna mmnnlstlcn nlla_Ya- ne.. Cilmn~ue O<ln ti g~do di st-ile_medlo e che sen1.11 IR_ com- uando nello studio e aprend-0 nla. per !(' sue troJ)l>o JnrRJwlc1tre !! scn1inwn10 ll1t11nlnnto 11110 nd nnri,~nrr _ c!\C' la trr• lr Univrr'llty), tnrmp la rnt1rn ca, nl_rnntr. non f~rre '1·' orrh! med rn. "-'lRt.Ynm~'ntr ali f' s.pr 4 ron un colpo violento la porta, vedute curopelst.c. lc11111·,111ul1,l onc. d! lì lo spirito zl'.rn di D'.mlt 111.'';"' dnl ron- Plil vnlldn ohe si ri•nllnn nrl- "' 01 11 do!ce_lomr. 0 rhlunqlll r!,•mn rd nl pntr,monlo lln ~u l- piombò dentro e, s alutando D e Il t.enn111erealismo può slgnl,lde1 Po<•tne In e.so l'unila dt-I·'c,tto di 1,1,nl'.1\dl\lnn e li st_1<> .'nlfi•11nnv.Io1w de!:a rrnlt:\ spi- lt'j(Rn, li ,orso dolce e Incanto- stiro. le novelle non n,•.r<'bbcro PtSls con reverenza. chlama.nd< r flcare moltlt;s1mr cos" NPI caM> J",Jpl•rn d'nrt.c. l!: ' ch lnmn la cri• IRI Il<'. In gt ru r,~l_c. c~nllr ~t' O.lr rltun!r clrlln D1r•tnfl Comm.rcl:a , olmt ntr !rn:1ntneo ~ronunr1:l· potuto rR~A're !-{'rlt t~. lno.trr rhr lo maestro, s1 sedette. Poi , tut• del nostro Autore. ml sc.-mbrnt,cn . tlllst1cn S!Ont111 crlll<n .-~toriche che e,h p0ssrdev.1 me- iwl grnnd!oso nùhracrlo di tut- t_Oda Pln de Tol~m<l lr rlpo- ,1 Boccnccl? ~! sen·, di uno stru- t'a un tratto, come fanno gli che rAuerbnch lo !ntcndn co· s'lnnrs111 sul t.ronrn dt'Mnclln· gl!n ct,e non ero Stato fntto tn In storin degli uomini. Il '~ 10 e/Pila lunga I ia. Purg; V. mento ti! ~t,ro che !)1 sempr_, crt,st, un po' scriteriati, scatto, me attributo sostnnzlnlc del'n no-rrociano e. lm1,on1•ndo~lldi'•I rmo allora, ml~ In luce« tuno l<'tlore puo o:s.s.,rl'llre ,1 pa. ,n::- '_ ,1 l. con cui pregn Dnnt, dllnppren~tL,,lmo nell nnt1· h,t,\ assalendo/o con male parole opere d'nrl<' nrl srnso rhf' ln igll svl.uppi, lo nwt t•• 1n movl• eh> clw Dnnt"~ rompi_ r lnl 7 •. o i;tlo dnll'rptsodto r daHn srrut-: rnnu~rutn~ln P-n~tn trr•~· ~ntt: r~ e l'1ron1a. Poi vecchi motivi J urlando che la sua pittura erO. rera opero d'nrtc è' srmpn• rnp. nwnto. sn 1 v 1 u 1 do!o dnlln mn,r_nrlln storln dt!lo ~-phlto umn• turn nll'nHC'rno <' lnì!n totnlltù·lll M un. u_upul C'h(":--1 \ nlgl 1rn tirl. rhr nonostante otmi U'Lll·lpiuttosto una confusione dl co– present11zlone dcl'n renltit F" cui sono d,-stinntl tutti I s,- no rhlo,;.,-·a Il Croce-: la drll'opl'rn: pi•r cui. dopo n,l'r ngll uom•111plutto,to che nlln.to rl!ncrtnno capo!lno. S<'llO or- /on anziché arte. De Pisis lo questo é~ e~atto. Non è op1•. u ftt,mi chlu. l. ~· chu\ro rhe qunn.lrnJ)J)l'.4. ... ~t•ntnztonr sptrttun~r :d<'l· i:ffl•nnn·o rhe l'unii:\ del P><'· orcll~r dt\'ll\O dovr r~: h an no mnt ~uprrn1..i. Cosi i! _pnrngon(' ascoltò serenamente $enza scom• d'Rrtr qucll'oP<'ra In cut non do rimane aJl'Mterno O quando lln pc., ,~n um~nn .. tn crcnz.onc .ma « ripo~ sulrnq{. mrnto c••m·, l':'>v.H_? il _loro ~plmt nto •· .E tra DRnte ~e Boccaccio. Om1at porsi, po, disse. « Amico m.w, palpita la realtà lJ sent1mPn-1,··rn11 usalR com" st~t.ema per·dC'llR pto~ ~rfn~tllca_ In lin·: ple.~lvo: lo !itaru~ nnamarum ll(IR p1unn. _« Mn .a grnnde ~r,c dovrebbe e~"erf' snfficlcn1Pm<'!l· potreslt anche atler ragione tu. to o;~ett!vato ;,,Il' immalne salvare artisti pol'erl O del tu . guA moderna. I. mor.g11nen10 o po,t mortem "· E"'•enza del-ou_•· di D~n!R s1 spmge tanto o.tre te chiaro che Dante !u DAn"c Però, voglio aggiungere che la 6 tringe !e~am, d'armryma col I O privi d pioc!!a. col metterne rinnovamento dello sU!e cla.s- le e la conceuone flgura•e det:a che I effetto s1 r1ver:;a noi ter- e Boccaccio fu Boccacc.o. Op mia pittura, sul momento, non c0omo. ossia s'm;erisce ne!l'un!-i· ,n luce Je bra\'ure stilistiche, èJsico di fronte allo siti• popola- realtà come si eboe nel Medio- re tre e il persona~gto nel suo . è cosa per lw(t• ». . versalltà del reale e quanto plù,st.enle. re: oertlno la sua concezione po. evo cristiano, ossia la vu;ione compimento aO:erra t.roppo gll (Continua a pag. 7) Lt;lGl PASQliU.ì -------------<>------'-- ,.

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