la Fiera Letteraria - XI - n. 17 - 22 aprile 1956

IERALETTERARIA Anno XI. N. 17 SETTI MA N A l, E DELLE LE T TE RE DELLE A R TI E D ELLE S C1E N Z E Domenica 22 aprile 1956 SI PUBBLICA LA DOME ICA Direllore VI CENZO CARDARELLI QUESTO UMERO L. 60 DlREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA • Via d1 Porta IJ• stello, 13 . Telefoni: Redazione 555.487 . Ammmlstrazione 555-158 - PUBBWCITA': Ammlmstr. « LA FIERA LETTERARIA» • Via d1 Porta Castello, 13. koma. TARIFFE: Commerci ah L. 150 Editoriali L. 80 al mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 . Semestre L. 1.400 • Trimestre L. 750 . Estero: Annuo L. 4.000 . Copia arretrata L. 100 • Spedizione In conto corrente postale <Gruppo ll l . Conto corrente oostale n. 1-31426 ilONAVENTURA TECCHI lettera a un critico ... di BONAVENTURA TECCHI Caro Virdia, La ringrazio d:'avere scritto 71er primo stll mio libretto Le due voci; e d'averlo fatto con tanta atten– zione e amore e rispetto per quel che la mia arte possa valere. Che Lei in questo volume di viaggi - anziché qualche cosa di nuovo, per esempio una vena di iuno– rismo nel capitolo sul ba,ichctto dei letterati i11 Da· nimarca o nelle pagine su, Basilea - abbia. 1nes80 i11 evidenza nna linea di fede/li, ai miei libri prece· de11ti e abbia insistito viuttosto •ulle pagine cwtobio– grafiche, e finora inedite, ché sulle cose osserv!!te i11 paesi stranieri, non mi è affatto dispiaci11to. E cm· z, anche di questo La ringra.:io, J}erché Lei hct visto giustamente in queUe prime vagine l'avvio alle.altre. E anche di un'osservazione notevole debbo ringra– ziarla: d'aver nota,to come l'inclina .. zione romcm.ticci sia niessa non direi soltanto a contrasto mci a fuoco con una 1nentalitcì che a.spirci ci un equilibrio hi cni ,w,i manchino e/Amenti rrtzionafislicj e c/ru;sU:i. Ma non parliamo, ver carità.., di Goethe, che è cosa trop• po grande di fronte alle mie pircole forze. E delle lodi, benché io non sia piil, giovane, ho timore; 11iù, che delle riserve. C'è soltanto 1tnvunto nel Suo scritto. 1mr così ami– chevole, sul quale non 1n.i trovo co1npleta11iente d'ac• cardo. E non gliene parlerei se non ini sembrasse un vunto importante e tale che p11ò rig,u,,.dare non soltanto m.e, nia una questione di rcirattere genera• le s11, cui no,i cirebbe forse inutile una di.::1cussio11e. 'Si tratta di questo: nel Suo articolo, Cl provo•ito delle donne che sono in questo e in altri miei libri, Lei varia svesso di ce11s11ra, termine tipicamente fre11- diano, di. autocensura, a carattere morale e religim:;o; e, benché Lei riconosca che vroprio questa csnsu.ra dona alle 1nie donne < grazia e 1nìstero >, 1ni vare che Lei insin11i q11ae là il dubbio che quella cens11ra im· pedisca alle figure 111 ulieb1'i di svolgersi in t11tta la loro personalità e che esse risultino in qualche mo– do sacrificate. . Q11i non sono d'accordo. Non tanto 1xm me (arti· stico.mente si votrà semvre farmi l'accu,sa, e io cer– cherò di difendermi, che le mie forze non siano b!l– state a rendere vive fig11re di donne e di 1w111i11i} quanto ver 1111 7>1tnto di vista ge,,erale. Io penso che proprio la 1·i1nozio11.e di ogni impedim .. en,to, d'ogni cen• s,u·a il considerare l'atto d'amore quasi come < bere w1 bicchier d'acqua> ( la frase, badi, tt01' è la mia; è nientemeno di Lenin che, proprio lni, si opponeva, per ragioni sociali e morali, alle facili teorie del libe• ro amore} possa essere una minaccia grave alla con· sistenza oltrechè allo sviluppo, i11 senso largo, del personaggio fe1n1ni11ile e alla fine im11ove>'irlo, ren– derlo meccanico, cioè in fondo imvoi·erire anche l'm·te. Per me la q1testione è morqle, ma è anche art.i– stica. M'importa che sia conservata la ricchezza del• la vita: che essa 11011 sia i.mpoverita tté dal disprezzo e dalla rimozione del reale i11 11ome di un esageralo e astratto idealismo né, viceversa, dalla distruzione d'ogni remor!l ver conseguenza di un realismo .tota• litarw e assolutista. Chi, in nome del realismo, 111du· gia eccessivamente nei varticolari :calistici e scabrosi non s'accorge d"essere - conte dire? - un curi.oso moralista, cioè uno che eccede, per UnC! SJ}ecie d'e11• tusiasmo <pedagogico> (nii si sc1tsi il varadosso! J nella provri!l tesi, nella « dimo~trazione > di un real'!' che di dimostrazione non ha b1sog110verché esso g,a è evide11te negli accenni o in qualche varticolare che sia necessario ai fini dell'arte. Lr,, forza dell'!lrte è nella scelta non nella quantità dei varticolan. Quanto ~Ile mie donne (ver 1:it.onia1·e Cl une, que• stione viccolaJ esse non sono frigide e new1<re, a/11- mé caste: dalle vri.me e vrimissime alle ultime, a qu~lle di Luna a ponente. Conoscono, è vero, l'indu· gio la trepidazione, la graviU, di ciò che hanno com· me~so e stanno ver commettere; o cono.sco,io l'ol'(J0· glio che ha fatto anche del dolore 1m piedistallo alle, solitudine. Ma non credo che per questo ad esse sia preclusa la via della realizzazione artistica. La ma11• canza del senso della colpa a me pare che., tutt9 80(11· mato non giovi all'arte. Freud - o meglw, chi lo m• ten~ in maniem spicciola - può alla fine ammaz• zare il romanzo. Se dunque si vuol dire che nelle fig11re non S';'lW vive o considerare i 1nonienti in cui non sono t:u:e, no,i' è perché non siano state sviluvp.ate fino. all'e: stremo del loro realismo, perché 11011 s,ano stai, tolt, t 11tti gli ind11gi e t11tli i veleni. Surà, se mai soltanto per mancanza di forza d'arte, dnto che l'arte ~•a mancata. Non ve,· altra rao,one. E non so, J}er esem• pio, come possa chiamarsi. casta, nevp11re • s11/la pa– gina>, q1<ella Anni del m.w ult1!11Ql1brntto .che: Ila• baccante di carne JJBCcammosa, 111 commerc,o damo· re con i soldati americani, l'a11lore .rinc_ontra. dop~ molti a1'ni in Germania. C'è solo 1<11 nmpwnto 111 c/11 la conobbe bambina e bellissima; per lei cl1e, con bambinesca ingen1<ità, alle, domanda se le ~:irebbe piaciuto d'essete veramente un m~gelo, aveva 111 q11e– gli ann, lontani risposto: • vorrei e.ssere 1111 a11r;elo. ma rimanere sul/Cl tcffct >. Si vorrà negnre ali arte anche q11esto rim]Jianto7 . . . , La verità è che ci trov,amo 1m11iers, neU 011datr1 del neo,·ealismo, credendo c(ie .solo q11esto sia ~rie: Di tale minaccia hanno co111111,C1ato c,1 acc_orge:s, gli sc1·ittori provrio ne_i pae.~i dore la hberla dei sess, incominciò assai vnma che dc, 1101; dico ~0111emmac– cia all'arte oltreché alla morale: DCl 1to1, .per molte ragioni che qui 11011 è il caso di d1sc1llere, c, vorm1111n anoora dieci anni di neorealismo ver toccare il fon· do. E allora si vedrà. . . , Con molti sal11ti cordiali e nconoscenli BO 'A\'ENTURA TECCHI Vi.\l NVOVO JCOHcl1.,rzo lii EIICOLE P~l'l''.l'l * U11 on1ore a Ho111a In questo suo libro lo scrittore appare stra.na11ientein bil·ico tra.due rnowli, tra il gallismo della prima maniera e l'apertura a una più j1rof on<laindagine psicologica, tra il ritratto a chiave e l'esplorazione «impegnata» di una società .. urn CO ·.\ .~.~'\'~O GLI SClllTTOlll ITALIA..'\'( ~lenire sono in bozze i suoi «llicordi della Basca» Bellini sia 1•er 1•or1are a terminf' due 1111,n·e op1>re di 1•articolare lnlf"• res~e letterario: «Cronnçlw mondlnr» • «La ro im, (J rdut.a>>

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