la Fiera Letteraria - XI - n. 11 - 11 marzo 1956

Pag. 2 JlL LA FIERA LETTERARIA F..IL~ DELJf,à.. SE'.11.'TI.&'\..ANA. .+ nomenica 11 marzo 1956 .NAHRATf)Hl ITALIAI\'l I aiovani d' oaai Gli • eroi sono ,.. stanchi LACASADELLE SPOSE tqontlnua da pag. /) t~ra frane~~ e/te og'l-i at1'1<)vi fa V,11, 1,on breve sog– g1or110, ~on ai crede pitl c'1,e ;1 maggiore o il minor reddito riveU il valorç più alto o meno alto di un uomo; e for3e ?IO" •i credette mai poiché e gu.adagnì e ricchezze erano, anche nel pa..ssato, c011siderati ht rs– /a.:oio11e ad. una vita •ociale 110n bM,,amente materia!i– stio~ o stoltalnente fa•tosa, ma di produttori e di la· coro.tori. Ad ogni nwdo non ci deve meravigliare che molti gioua,,,i, vede>ul-0 ,,,.,pettati e pregi,Jtì 8<>7>ratt11tto, e talvolta BOlamcnte, i ricchi, abbia110 cercato di pro– cumrsi il deooro necessario a t·estir bene, ad acqui– stare o a tenm·e 1tn'automobile, a farsi una bella casa e ,a cit·e,·s con una certa larghezza. E che i pii• deboli, d13p~ando di poter mai rirucirci, -,i sia•nc ucciai,· e i più forti abbiano pre~o à'a••alto le banche co-n, 6 i 11a1igsters america11,j, La colpa 110n ~ solamente loro, è 11111,rnoi tutto degli altri, di chi ha voluto creare ,ma società plutocratica in.un pae~e povero come il nostro, spregiando le qu,alitd più a./te dello spirito, la cultura o il sentimento morale. . Debb() tuH<Wia ,oggirtt<gcre che i giova"i d'oggi 116/la loro maggioranza "°" mi sembrano aHillati dal desiderio di adlinare gra,ndi ricchezze, be11,l dal pro– posito di mettsrsi ntJJ pii, b,•tme teni.po pos3ibile in. un posto sic"ro con stipe11dio o reddito s"/ficie,.te a quel– la larga vita che ho de,critto. }toi tf•a tm~ti divieti sociali e /atniliari eraua1no in~ dividttaliati, volevo»to affermare u11a nostra origi– nalità, (e noi, COf\.tava Giltlio Orsini, voglianno esser no;>/ 80gnavCZ4,t0 di diventare gra.Jtdi in q1uilchs cc,sct, 11ellc.letterat11ra. o neU'arte, neUa politica o ,ieU'i11d1t• stria, nella san.tità o magari t1e.Jl'a1·te di sedu,rre le donne. A scuola dis&on.tiuamo dai nostri professori vu,r rispettandoli e am.m,iran.doli come mae3tri (mae.stri davvero, sia detto tra pa1·entesi, perchè conoscevano tutti i segreti dol mestiere e dsl/a scienza). Fttor-i della acuola eravamo rivolu.zionari, pronti sem,pre a scen– de1·e in piazza per un.a riven,dicazion.e sociale o nazio• nale, con uno 3pirito insomma giacobino che ai gio- 0011i d"ogg; .,.,mbra addiritt1tra grottesco. E all'amore di roz.a don.na eravamo sem,pre disposti a sacrificare ogni utilità e ogni prudenza. Gioi.;inezza, e1·a per noi Ubertc\ di pen.sa, re e di se,.tire, prodigalitd d'animo, ar– dimento senza speranza di conipenso, capacità pe1·sino cti far sciocchezze. No" avevamo segreti: amavamo confidare tt•tto agli amici. I nostri ideali qu,ando no11 era110 contro, eratto insonm1a /11ori della società. I giovani ct'oggi noti hanno (o sbagliof J ambiziD?ii, be11- sl propos~ti, KO-n vogliono diven.tare, per esempio, gran– di sto,·ic, deUa lett1trat11ra o dell'arte o della politica, ma professori di queste di.scipline in "na w,iversitc\ della Repubblica. Fa,ino in fretta co11 diligente osti- 11azio1te libri e libretti che siano titoli da concorsi ttniversitari. Non dissentono da-i professori, cercano anzi di diventare loro as,istenti; ma tiella freddezza del loro riaf)Btto "°" aentiamio mai ness"" calore di dei;ozione. Sembrano dar ragion,e a chi de/irtisce d€· magogia parla'l'e a di/eaa dei poveri, e tt011, preci– san.do , degli opera. o cot<tadini, e retorica ricordare che la na.aione è la tiostra patria. Vogliono vivere nella realtà con aenao realiatìco. No11,confidano a nessmto le loro idee, i loro a""tim,...ti, i loro propositi, forse anche per pudore, certo per prudenza, ']}e,r non. sco– prire il giuoco, percnè ,anno qu,a,nto Bia pericolosa la loquacitd. N01t sim,da,w, t<o, q1(.6l/,0che non se11tono: sono onesti,· nw certa,nente diasim,ulano, 011esta1nente come direbbe Torq1"1to .Accetto, quello clte sentoM che pensano. Non son.o cinici, ,n,a insomma con,for– misti se bene manifestano la im,pazie11za - nel signi– ficato attivo e passivo deUa parola - del, conformi– S>IIO Se desid.erano elle la aocietà muli non sogne– ranno né desidereranno tn8'101ezimti, ·ma si iscriven,11.– ,w 11ei partiti chs si ordina.no conte nuova 8ocietcì, e cercheranno di avervi ,.,. poa/o di lawro accanto ai loro compa,gt<i. Vivo,,o .rocialnumte, tra scolari nella scuola, tra professori, qu,a,Kdo hanno cattedra, alla 1tnicersitd, nei partiti tra gli altri mi/,ilattti. Passano citi societd a aocietà, e qt"'sta, a voUe, ha l'apparenza di ""a consorteria. Ui11,diviàttaliam-0 di un tempo so– pravvive conte egoilnno nei giovani di trent'ann.i che stanno, al, i,c. com·101.ione con i propri coetanei m.a li sorvegliano per "°" lasciarsi sopravvan.zare; e sem– bra proprio ,pen.to i,. q"8lli di v<mt'atini desiderosi sol-o di trovare U proprio Zttogo nella società di oggi o di domani; e concordi 00!< ttùti gli altri nel chie• dere che U loro lavoro aia r,,mmu ,ra.to q11,a11to è ne· cessario a vivere co,1, agiatezza. . D:C GJrc~N Jf..UIGI: R.ON 0::1· E' un film francese presenta,. abbastanza singolare. Incapace proprietario del diamanti, lo là pagate da uno stll)<!ndJo to l'estate scorsa alla. Mostra di staccarsi. d8.:ll'aviazione, ave. aveva avvertito e questi dt ave- menstle. Potrebbero torse met-1 d1Venezia (titolo originale: Les va preso servizio su un aereo di va spedito, per recuperarlo, lo tersi anche d'accordo. ma 11 ~!'~v~ 0 ~a~~t'":éf2ène~~:\~~ ~1::et~ht ~nf~~~)~r!~~~fr1t~ 0 c~ ~~a;e~~e e::d:c~ucir~~~t~ !t~r;e~ q ~?1a v~i~~o~:~~~- u~ oltre che dal regista, da Ja.cques &enza saperlo. trasportava mer. Michel e Wolt. cosl, sono ~damertcana, Manuela, che èl Laurent Bost sulla scorta di un ce di contrabbando: qualcosa a.desso !accia a !(\.cela. Ora, pc.- l'amant.e del francese collabo– romanzo di Chr1stine Garnier, Ci mette di !ronte a tutta mte-– ra una categoria di persone, in genere non molto comuni al ci– nema.: quei militari che. com– portatisi in modo fiero duran.– te la guerra, nel dopoguerra si sono sentiti sperduti perchè In. capaci dJ dedicarsi veramente ad opere di pace. ~on, perciò, reduci con i loro ~ohti problemi, ma « eroi » con il problema di contentarsi del– la borghese e spesso dimessa vita quotidiana dopo essere sta. ti quasi tutt'uno col corrusco :~ ~~~~ fiU:Orr~. ~l~~l~:t~ re:: ~~~ 11 s 1 i~';:,ju\~e 5 ~ ::'btii~~~ti~ africana, non cl presenta solo i campioni del bene, ma anche -e soprattutto - quelli del male. cuf ~~'s!lb~~ri;cl,~id~!a!f 1 sv~r AMPELIO TETTAJ\1ANTI: Donne ge, si sono dati convegno un ex-aviatore, Michel Rivière. plu.. ridecorato, tacente parte. du– rcnte la guerra, dell'aviazione militare francese che si era sot.. tratla al collaborazionismo; un ex-aviatore tedesco, Wol! Ger– ke, asso della Luftwaffe; un altro tedesco, borghese questa volta. che aveva fatto parte, in. vece, della gerarchia nazista; un francese, borghese anch'es– so, che aveva dovuto lasciare Parigi perchè condannato a ·niorte per collaborazionismo; uno spagnolo che aveva tenuto dalla parte del rossi. ecc. Tutta questa ~ente, chi per un moti– vo, chi per un altro, non può più tornare a casa e conduce come 200 milioni di diamanti rò, non c'è le, patria da difen- razionl•ta. Manuela ai è inna, In Africa una vita triste e ran• grezzi. Non ci aveva pensato dere o una città da bombarda.- morata di Miche!, vuoi pa.rtu-e dagia cui non vede ormai l'ora molto su, si era impadronito re: da una. parte c'è uno che, con lui e mette in atto ogni di mettere la parola fine. dei diamanti ed era. venuto Il, in quei dlamati, vede U mezzo mezzo per aiutarlo a vendere i Il primo francese, però, Mi- tn quella cittadina, nella spe-- di rifarsi una vita come la de- diamanti all'insaputa del te– chel Rlvière, aveva tutte le sue ranza dl venderli. La persona, sidera. dall'altra c'è uno che, desco. Non et riesce e allora carte in regola ed era capitato però, c~t si era rivolto, era in nel recupero di quei diamanti, organizza. tutto per una tuga 11. In quella bolgia, per un caso rapporti - vedt caso - con U vede una delle sue tante attivi- notturna su un battello che dovrà portarli in qualche luo– go dove sarà possibile vendere Il bottino. Ma il collaborazio– nista, che non vuol perdere la amante, danneg,ia li battello; AMPELIO TETTAMANTI: La macchia Realismo di Swinnerton (Co11tinua da pag. I) ~r~òs:l~~,i~à 5 div;ad: 1:~ 1'::: I vien.e a patti con Il tedesco: tacciamo a mezzo, gll dice, con il ricavato fonderemo una pie, cola linea di navigazione ae- 1 rea e ci rifaremo un'esistenza conveniente. In un clima che ormai. alla luce di ricordi mJ. lltan, si è fatto quasi amiche– vole, il tedesco acconsente, ma 11 coilaborazlonista torna a.lla carica. 1' 1 inchè quei diall\a.nti sono in giro. lui rischia sempre d1 perdere Manuela che non mancherà di seguire Miche!: cosl U ruba e li nasconde in un pollaio. I due se ne accor– g,:mo. Io inse~ono. alla caccia c1 s1 mette anche Manuela ed ecco che tutti .si ritrovano in una palude vicino al mare, nel cuor della notte. Il collabora– zionista, ormai, è totalmente 1mpazzito: per liberarsi di quei diamanti li getta in acqua, poi uccide Manuela, poi cade a sua volta. sotto i colpi degli altri ~~~bi ~ull~l:/~~o 0 ~:iMlc;~i e Wolf, 11 francese e 11 tedesco, i poveri « eroi stanchi » che, pur senza fiducia alcuna, riprendo– no la strada in un mondo che non credono sia fatto per loro. Ognun vede ll fastidioso pe– so letterario di tutto questo. Quei caratteri cosi retorici, pur sotto le loro intellettuali appa,. renze. quelle situazioni pur in– solite, ma impostate secondo schemi convenzionali, quei cl\– intenso e più !:>•Il<> dell'amore do ad ogni facile effetto ma ma di pseudo-polemiche sem– che hanno sognato. Ma sia ben calcolando ed armonlz- brano tolti da un libro sofi- . · · 1 di E d Alf J d t tti li J ti sticato ed esposti poi a un pub. de1 vasti quartieri popolari ne caso mmy e , a zan o u_ g e emen ne- bile popolare con il tono dei delle grandi città moderne che coppia paciflca, che in quello cessar!, e riuscito a sorpas- " tu~etto » truc,, e violento. tanti scrittori da noi come in di Jenny e Keith, la coppia sarsl, a creare un'opera d'arte Anche il problema centrale dei Francia ed in Inghilterra han- romantica e passionale, il gri- modesta nella portata ma ml- due protagonisti, quei loro re– no sognato di creare senza ilo squallore della quotidiana rabilmente riuscita. s1duo di eroico bellicismo c_he mal veramente riuscirvi. esistenza non è mai perso di Benchè nei tanti romanzi 11 rende incapa<:i di una VJta • Nocturne > è come assun- vista. . pubblicati dopo egli abbia qua ~;t":•~ 0 ~f~ 11 ~a ~f~todi._5 1 !;; di Sandro Bevilacqua 01 &ohto &1 fa contluire l'odierna. narrativa it~liana in' quei due o tre f1lonl, cnt1camente meglio ind1vlduablli e più co,p1cul storica• mente per como.dità dl giudizio oppure p,r sempit'ce compiacimento: col risultato. di di• sconoscere o trascurare certi apporti d1 scrit– tori che, per il ratto stesso dt non essere age– volmente catalogabili, vengono a trovarsi in uno stato svantaggioso presso 11 lettore che dall'attenta lettura dei resoconti cerchi un orienta.mento non sterilmente parenetico. Queste due o tre correnti, che fanno capo ad altrettanti iniziatori e capiscuola, a vo– lerle prendere troppo alla lettera, finiscono col generare un fas idioso sehemat1.Smo di gusto, non certo a favore dell'eserciz10 cn• tico. Il quale, se dalla sua nobiltà tllolog,ca è spinto alla ricerca. deUe pezze d'appoggio p,ù accreditate, non può ignorare, cosi fa~ cendo, che corre il rischio di cristalll7.zare o limitare la sua tunz.ione seguend_o la narra• tiva ,u binari fissi e strade obbhgate. A questa breve premessa, che sembrerà forse ovvi~. e1 spi..ngeuna considerazione par~ titolare, non generica: un esempio, quello d.1 Sandro Bev\lacqua, uno scrittore giovane ma maturo di disciplina, che ormai p06Siede al suo a.tl1vo parecchie decine d1 racconti, an– che lunghi, che dlfltcllmente possono essere inseriti in queste correnti o .scuole o chie– suole. Trovare dei capostlpiM alla narrativa del Bevllacqua nella qual.J.!1cataproduzione ~~~er~tm~ 01 ~;m'i.mrli~ù~~~t!~ ~~;trt:ù:n; timido: ma, al riparo della. sua natura, S1 porta dentro un elll)iosivo. Bevilacqua è un romantico a}1a rovescia: alimenta la sua tanta.sfa di 1ogn1 mogtruo&1, d'incanti alla. Valéry lubricamente puri, d1 s-pettacoh magici, di portenti mnatura.lJ; i fatti non gli intere.ssano, oppure h vede sol– tanto tunZ1onare attraverso questa sua im• maginaiione de-formante e n1acroscoplca. I fatti non li vede mal ad occhio nudo; forse, nem.m~no eS1stono per lui. Tant'è vero che 1 suoi r&econti, anche u talora prendono lo spunto da. elementi reali, subito .perdono ogni addentellato d1 concretezza, st gonlta• no, sl colorano con sfarzo, s1 spaccano dando luogo ad una fiha.zione fantastica, che pro– cede eon una 4ogica abnorme, flabesca. In– tatti la sua dimensione è la favola o una sorta d1 panteismo mistico favoUuato. L'uomo .scontroso è staccato dallo sentto- ~e :d::r;~~a~~lt,i~d!re 5 ~~t:~r;&d; 3 ~~v~~=• ~~~ debbano mal incontrarsi. Bevllacqua, av– viand05! allo stato di equll1brio, si ritrae sempre più dJLun mondo che non è suo e allarga la frattura esistente tra JII uomini e la sua !anta.sia acce.sa di furori trasuma– nanti, di una sensualità coloristica, di una mescolanza Ibrida dei senso divino e dei t!– tan1smo naturailstico. C'è un amato btbhco nella sua prosa affatto surretti210, sentito come emozione, un dato positivo; nello stes– so tempo, la morbosità di certi pittori !iam– mmgh.i; una pittura sorretta da. incubi, scene di danna1Jione, presenze di esseri dlabo}icl; per la quale la natura è generatrice di orrido. Per uscire da.I di.scorso generico, si veda cosa ottiene 11 Bevilacqua quando giun~e a far scaturire la sua più genuina vena, depu– rata d"og11lscoria. Nel volume IL mulino del Vescovo (editore Vallecchl) c"è un racconto intitolato Lettera dall'eremo in cui si dà una versione insohta di un abusato materiale descrittivo. « Gh uccelli continuavano a can– tare Ignari di quel titanico turbamento e i loro canti di passione e di gioia venivano sommersi a tratli dal fra.gore spaventoso del fulmini che esplodevano nelle valli, folgo– rando le capre che si erano nparate tra i carpini In tumulto. Dalla finestra dell'eremo vedevo I loro corpi trasfigurati e dilaniati dall'atroce e inaspettato incendio disceso dal cielo, come una nuvola arroventata; i loro mantelli rossicci come il velo di uno stendar– do o ne.castri come le piume di un uccello da preda lievemente insanguinati e ricoperti dt terra, parlavano i segni della fulminea e vana battaglla combattuta nel segreto della valle contro le !orze celesti». Starno fuori, come si vede, da ogni elzevirismo, e, nello stesso tempo, contenutismo. ll «diabolico• nella fantasia del Bevilacqua è quasi il frutto di una macerazione di peccatore; anzi, le sue versioni apocalittiche e tenute su un registro C05ialto, sono ie esploslont di chi attraverso 11 richiamo ancestrale del peccato intravve– de la dannazione, La scrittura procede a,s.solutamente per Immagini: ci sembra di assi.tere a una sin– fonia beethoveniana, una musica cioè 1n cui il sordo musicista vede i suoni. La fantasia. di Bevllacqua è eminentemente coloristica e figurativa; l'evocamone linea, che ha una. parte cosi preponderante nei suo dISCorso, è sorretta da. questo sguardo daltomco, dt a.J. lucinato. Con tali preziosi mezzi, è vero, egli riesce a creare il mito. Anzi, tutto Si mJttzza nel suo ncordo, e si espande, assume forme ebbre ed assurde. Egli parte, però, da un presuppo- • sto realistico, se non cronach.istlèo, per poi giungere all'alterazione e deformuione tota• le. Un'ape, o uno scarabeo ingrandito miglla1a di volte cl apparirà un mostro antidiluviano. Cosi accade a BevUacqua: la realtà per lui Sandro BevilacquJ. non esiste che amphficata in tal mamera, mal come dato obbiettivo. L'Ossessa., ad uem– plo, c1 mostra. appieno U fenomeno or ora rilevato: « Le mesl:it divorate dal calore, tor– turate daeil uccelu e dagit insetti. senza p<ù colori e !orme, componevano un trqJco qua– dro e qualcuno a.vv1cinand051 a1 campi ama~ va ricordare, forse per a.sM1rda suggestione d1 memoria, lunghe m,tese d1 frumento ba– lenante superbo alla carez.za manna deU'an& e tappeti di trifoglio gonfi e lucidi, come in un d1pmto a.ftascmante. Scheletn orrend1 dalle enormi te&tepiegate sul petto come cro– cifl.ssi apparivano gli alberi battuti dal sole sen2a pietà e senza tregua». Ma tutta la prosa di que•to scrittore é gon– ha e scattante: si leva a scatti. Bev1lacqua sembra che ridia le sue funbonde ossuva-– zton1 col pantoiraJo. Le cose, lngrandl!n<1001, rivelano dettaili paurosi. Si pensava ad una acuta osservazione di Giancarlo Vigorelh: <t In un paese come il nostro dl cosi scarsa vita di socletà, un romanziere deve lottare con una materia d1ffl.Clle, dura da ridurre in tenmn1 di rappre-sentaz1one. e qwnd1 e portato a cercare altrove_ su~gestiom e im– prel!5ion1 eh vita.•· CDall'mtroduzione a ln– ch,esta sul Neorea./,ismo). Per Bevilacqua Il problema della «materia,, non esiste perche il so~etto della sua narrazione è la ste55a suggestione, la stessa lmpreSSJone. Ciò nsu.1- ta ancora dalla sua ultima racco.lta La ccua. delle ,pese (editore Cappelh, collana dell'IJ>– pocampo) nella quale mantenendosi fedele al suo mÒduio ribad.Isce la quahtà più J)<!CU· llare. Fin dal ttitoll: Le lucertole ixuze, Om· bre a.i crepuscolo, Un garo/ano per Mù:Mle Greggi, ove è ammirevole l'equilibrio rag– giunto tra U fantastico e 11 reale, /I solltano delle montagne, Fuochi a San Giovanni, e anche Il ca.stello der poven, Innamorato ma.– rino e soprattutto La casa delle spose, deli• ziose pa~me tenute 5U un sothliss1mo f.Llodi poesia cecoviana. « Un'altra volta volli a.ss :i– stere all'incantesimo di un domatore di ser– penti. Il mare era 1n burrasca. e la voce del– l'acqua ghermita e travolta dal vento sovi:a– stava gli ordini perenton seppur meccantCJ del padrone dei rettili, sap1enttss1mo nel suo esercizio, mentre i mercanti portavano alle nari le loro spezie più decantate•· Ma tutte le sue storie hanno la loro geografia nel tem– po: hanno come «storia» la natura, nelle sue vicende più drammatiche o 1dllliche. E l'ultllio, poi, immancabilmente finisce col con· eludersi con uno scatenamento. Spesso. 5i. nota 11 soffermarci dell'autore su uno 11p11t– tacolo lUiale, prOl)rto perché appaia più oese&– s1vo il tramutamento in orrido: una &Orta di morbosità che non è compiacimento, an– che nella stessa reiterazione dei motivi che Ingenerano monotonie.. Insomma, il mondo dl Bevilacqua, anche nei risultati obbiettivi, è tale da caratteriz– zare lo scrittore. Certo, è un mondo non di !acile lettura: ma una volta dentro di esso, si finisce con l'esseme presi fino allo stordi– mento. E col suo ilnguaggio cosi fortem<!nte drogato, si c&pisce come non a tutti regga il flato per conquistarlo. La sua è una lettura fatalmente rarefatta, da scalatori provetti: ed è noto che se molti sono gli arrampica, tori, non tutti raggiungono la veti& dove l'aria è dura per 1 polmoni. Una Umita.mone di ta.1 genere, a. nostro a.vvtso. non nuoce molto; cosi come I• d1!ftcoltà lessicali e grammahcali di una lingua non vanno certo a detrimento della bellezza della lingua stes– sa, anche se costituiscono uno svantagi10 per la sua dlflusione. soprattutto, il Bevllacqua è un poeta che se. raccontare le sue sugge,, stlonl compiutamente con la narrativa. ERALDO· MISCIA Molti sono braviuimi: le loro te•i ,ono fatte bene, con serietc\ di ricerca; i libri che mettono irtsieme troppo speaso i1< fretta per conoorrere a una cattectra mn11:festOt110 intelligelt.l'a vrot<ta se t<on ,em;pre origi– nalità di critico o di storico; i rome>nzi le commedie le poesie che scrivono mostrano vigore d'ingegno e fan– ta,sìa di artista, fant~ia che raramente s'alza all'ir– reale, anzi v110Zdare maggior risalto di realld persi• no alla vita interiore. Da Rea a Calvino, da Diego Fabbri a Pomilio, cu,, Ca•sola a Brig,,etti da Pasolini a Bertolt<et:i (e patrei 001<ti1'1tar11 l'e,mmerazione) so– tio molti i giovani •crittori di oggi che meritano di essere conosciuti coal i1< Italia com11fnori d'Italia. Pttò spwcere, e spiace al Mauriac, ch11 la giovinezza 110n sia in loro BJ>011,lan~a e inccmsapevole, bensl consape– oolissimn e programmatica, da contrapporre alla vec• chiaia. E' infatti un loro errore, "" loro difetto; e non solo perchè 11011, senton-o pii'I, la giovit<ezza come Lt,tia qu.alità àello .,pirito, b""sl come una rubrica del ca– lendario; ma a11che e ,opratttttto percltè sradicano quella loro giovin<1zza dal fertile ,uow della società e della storia. La co11,vivenza con oli adulti, con gli a11- ziani e con gli uomini dei secoli aaor3i che a,ncora ci parlano dai loro lil>ri 6 daUs loro carte partecipan– d?ci tutte le loro m11a.rn, e•1)flriBn.ze, fu sent,pre frutti– fera 1"" i gio1X?Ati, arriccltl ,enipre il loro spirito. Se pe;- i;,ote,i la loro tPoria acq"istasse forza magica e met!'E'J~~e à'iniprom-i.,o ttttti i giovani al posto dei vec– chi, '!.>edrenimo subito le sne assurde conseauenze quan– {V) uw, nuova gPn.ftraa,i()fle ri trovas3e i11n~MZi,in oqni l1wgo, !7io11a~i t!i trent'a"'n,i e doV6S3C atlendm-e qua– rar.t'amni p,w avere il ,rto ll1rM. Di,,ldere le, vifa per p-Emerazio,ii ~ rett..rci. d,Wt,llJ U1'a atoltez2rr.· tra i 9iovani 111oltici pnim,,? nA,t.Jti e p<>r•in,, 1-oochl, tJ trn gl: art• zlani molti n,oc<,r .0'01·1111i. Nr.t< l'eti1 ma II vaiora è la mis!t~., ~,,.,.,,,,,....,_ ~i è git;t.1tt,~j in.fqtti rittrhé .,i redo;io i confini fiAU't,ll4]~' 9e11.ta tùtgli a/.tri • non ~i rn.ostrrt• no quei/i del/,i J)ropria, e ,i t t'9CChi q1mndo l'intelli– g,:mzo d<t.Qìi n.Ltri c:i aem.bra «Dfl.finato ~ lfi lmrcian.o scoprire i li1;~ifi deUo. !&OltM. E ciò p•iò nrrttderP 011- r.he a 1:ent'a,i,ij, GOFFREDO BELL01"CI to :1n'o_pera modesta ma non Nel c_aso di Jenny e _Ke1th, e là. fatto nuovam_er_iteprova definitiva, cosi pÒCOsvlluppato lo e plu come riuscita perché I ribelh ed 1 sognaton, esso delle genuine quahtà profuse e analizzato che resta 11, pur· esso oramai può valere come serve a creare un violento con- :n < Nocturne > la perfezione pesando su tutta la vicenda, un modello del genere ed ha trasto di colore grazie al qua- artistica, sia pure sur una con un senso spesso sgradevole servito 8 far citare ripetuta- le la figura della sartina .e del scala modesta, non è stata più di c~sa irrisolta e, come tale, mente ed In sede autorevole suo amante marinaro, aoqui- da_lui mteramente raggiunta, c!ubb1aed_equ,voca. l'--------------------------------------- 11 nome di Frank Swinnerton stano uno straordinario rllie- Cio non toghe che alcuni hbrt Oli altn personag~i sono an.•l"'=======""'""""""'""'"""""''""""'""'"""..,..,.""'""'""'"""._..,._..,, __ r, "' """'""'""'""'= accanto _al nome di James ~o. In quel!~ di Ernmy ed Al!, come • Young :•lix> e <The ~~~ ~~~~o~rrt~irdA~i'1; ~!~: Joyce pnma che questi pub- I conformisti desiderosi dt tro- Georgian _Hou,e > siano non chietta, ma rappresentano solo bl!casse • Ulysses > e che lo vare ognuno a modo suo un s_oltanto di una lettura grade- una professione (o, meglio. un'! snobismo di tanti ammiratori modesto benessere ,esso si fon- vole, ma sotto vari aspetti su- ex-profes,;lone l i cui rottami che non Jo hanno mal letto de naturalmente colle loro f)er1or1 a molte chiassose no- slamo chiamati a considerare si impadronisse di lui. Esso aspirazioni. La figura ed il vità. <_The_Sumner Intrl11ue > quando li vediamo venire a I presenta una famiglia della destino del padre cosi mise- si 1scnve m questa lln_ea. Il contattai o in contrasto. coi piccola borghesia londinese rando e mal ridotto senza reah~m~ di Frank Swmner- altri rot ami. . La Fiera Letteraria nel 1956 1 composta del vecchio padre però nulla di aspramente ton e nmasto tranquillo, pre- Un pregio, l'ero, li film e,, paralitico, Pa Blanchard, e drnmmallco che lo riscatti è ciso_.minu_zioso, mod~rato. Lo 1 ·r~he: c~Aa .;~g~d~l ,;,r;g~e~I~~ di due figlie, Emmy e Jenny, perfettamente calcolata a ge~ intieccio e queS t a ".oita com- rccvro comunoue di compiaci– viventi In U'>R di quelle innu- tare fasci cli opaca luce ogni pllcato, assai elaboi 1 ato e l'IC· menti' calligraficii ci ha proiet,. merevoli casette tutte uguali rnlta cl1e le ombre potrebbero co dt personaggi var · tata Il dramma in una sin– l'una all'altra nel sobborgo divenire dense e minacciose La trama di <The Sumner golaris,;ima cornice o.frlcana. lvndlnese di Kensington Park. ed al lato opposto a smorzare Intrigue > si aggira attorno mezzo barbar~. mezzo goffa. Diverse per !"indole e !'aspe~ 1 toni quando questi ~tonno alla famiglia di Alee Sumner ment~ mc_1vlhta,. traendo. da to. per le occupazioni e le per farsi troppo vivi. In que- medico co_nd0 tto a Thorphill, f1~f 1~ 1 ,;~oipe;~~u::e~~e~ ri'J: asp:raz1oni, le due ragazze vi- sta storia di due poveri amo- una vecchia borg,ata fuori m~- mo emotivo. Tutta la scena (Q•lPSto sag&10 11 stato tr~muso rcccn!emente d•ll• RA.I.) vono in quella notte ciascuna rl, di tanta miseria morale e no del dintorru di Lo n cùa. che precede il finale. ad esem- 1 --------'------------------' a modo suo il momento più materiale l'autore, rinuncian- Al~c Sumner e non soltanto pio. quella del furto di diaman. - abile e coscienzioso nella pro- ti della sua scoperta e dell'in– fessione ma anche simpatico se'gnamento del collaborazioni– ed attraente come uomo. La sta si svolqe in una s!nqolare mogUe Adelaide, ancora bella notte di Nata.le intesa co_n 1~ ma nevrastenica soggetta a anuno orq!astico e salv"'li~•o d, Il ro111onzo n1eridionale .· . .· una popolazione di negri In pa. (ContlnUG t!a pag. lJ cu_si di 1ste11ca gelosia anche glietta e gia<:ca a quadri (s• ne, confronti della flglla Mo- non addirittura in smokinpl ca di scrittore ~ isolano> che voJ~sse parlare di Manzoni nlanza di una sua appasslo- nica, ne soffre e per atrer- che si abbandona per le strade da qualcuno gll era stata as- come di un narratore < lom- nata partecipazione alla vita. marsi cerca complicazioni ed a balli trenetici: è li respiro tjva meridiana!~ possa svol• see:nata . .eurtroppo non mi è bardo> o di Tozzi come di Vorrei chiarire a questo pro- amanti. Quando il dottor altannoso di questi balli che «ersi validqmènte su que$te stato possibile assistere a un narratore <toscano>. Ii posito quanto ho scritto nel Sumner per salvare dalla !ol- fa da controcanto, alla feSt • due direttrici. In effetti una quel suo intervento e non co- problema essenziale è e rima- mio intervento nel dibattito cli lia e dalla morte Lucy sta- del /ian~hl <~n~h "5/;" pur~ nara,tiva meridionale eh~ sia nosco ~uindi su _guaii ar)!'o- ne ~uello d_el)a resa sui pi: J.no Prospettive merid!onali circa veley, una bella fanciulla che ~~~ ..e J,~ :~~f[;ta i~sl~:~ ~ila zoltanto l'espressione di ~na mentaz1oni ~sso Rla stato con- d~ll art1;. c,oe d~lla cr~az1one 11 fattore .<l~term1nan~ che ha perduto nel contempo tra- ansia dell'inseguimento e della parte del paese e per le ca- dotto, ma m1 ren?? conto del- ~1 u~ ]l~gua1nno valido _per so_no_ stati_ gl! ~c_rittl dei pole- glcamente la sorella e Ja ma- fuga. ratteristiche . perculiari_ del la sua preoccupaz_1one di non I esp1css1one d1 un d~terrrnna,- m1st1 e 1 qc1 pohtiel merid1ona, dre, l'accoglie in casa come Ma In questa scena, come pu. suo ]1nguagg10. e per rlSilec: voler essere co~s1derato uno to '!londo e ai:iche d1 determl• UU sll!] attuale risve~lio r:ne- amica della figlia Monica, flu- re In altre che vorrebbero ri– chiarne problemi C(~oscntt, scr!ttore < ~eg1?nale >_. unç nati problemi. _e tale, !'elio ~1d1onale della 11arrat1va.1ta- tanno II peccato Adelaide de- c!arci Il quadro vero di quella a territori•o a condlZlohi pst• scrittore c,oe c1rcoscntto al stesso tempo, d1 pervemre a liana. Una tale affermazione cide di vendicai-si e di Jer- vita In Africa. la sua esaspe– co]ogiche tipich~ di certe W· limitati interessi di una cuJ- un risultalo poetico concreta• va intesa nel senso dell'acce- d . 1 . g d fi I d 1 ltt razione. l'afa. il dolore. scopri ne. non soltanto non reche• tura locale. partecipe di una mente apprezzabile al cli fuo- lerazione di un moto cultura- e, 0 l!'tun en ° no a e 0 : solo delle virtù di natura tecni. re\)be alcun contributo al letteratura dal colorati oriz- ri di quello che è l'ambiente le che Quei polemisti. quegli Intreccio e protagonisti ca, lontane, lontani55ime da rinnovamento della lettera- zonti folkloristici. La < me- originario dello scrittore. studiosi, quei politici hanno avrebbero potuto servire per una vera Ispirazione: U regi– tura nazionale, ma rischiereb. ridionalità > di uno scrittore Quanto all'infatuazione co- impresso a tulla la vita ila• un romanzo Intenso e dram- sta si è prefisso di ragg!un~ere be di tradursi ancora una non può e non deve estender- sidetta neorealistica. occorre liana, moto culturale che ne- mattco. Ma Frank Swlnner- certi eff~tti e tutti li r&'!~tun• volta in un rii:IJedio J>!l.l!'l(ioresi al di là di quelle che sono distinguere nettame!'lle la li- cessariamente ha avuto il suo ton ha voluto evitare i colòri g,; perche sadfosa \i1 1 ~;nmiaè del male. voglio dire -in una le sue origini. il patrimonio bera rielahorazione di una riflesso nella letteratura In troppo vivi, I toni troppo cupi. ~!n '1~~~~perl~~!fe ."st."riore di quelle forme di provincia- di immagini, di ricor~i. di realt~. l'i:::erp;Ptazi_one dt quanto part~ Integrante di Egl! ha approfittato della sua qualche volta volgare: perché Jismo Je,terario che ci appaio- esperienze che preesistono queU1 ~he sono 1 temi ~1 una una cultura 1tahana .. S1 azve provetta abilitò. di narratore sapere cosa sià. u cinema, non uo sempre più vuote di senso !!Ila sua oper~. e _che.ne sono con~iz,~n,i uma_n~, <lagh sc~e: a;:,punto a quello st1m~Io al navigato pe: frastagliare la significa sapere obbllg•~oria,. , anche ouando si appoggiano 11sottofondo l 1spiraz10ne, ma mat1sm1 po!ennc1 e 1deolog1c1 chma da e~,;i create. a, pro- vicenda alternando minuziosi mente cosa siano l'armo111a, lo sulla drammaticità delle si- la \'alidità di quell'opera. e che non di ra.do c<>_rcano di so- blemi c~c essi hanno rnPs_soin quadretti di vita provinciale equilibrio, la poesia. tuazioni sodai: e «i:·ane e sul- sarei pe: ~Ire ?ella sua stes- vrappori<i, e q1._1as! sempre in clrcola~1one n_elc;u'!-d,·oeh una e presentando parte degli Da ricordare fra gli inter- 1 J'asprena di una conseguen- sa meridionalità, non può modo surrctt!z.10 e fraudole_n- narrauva ed! una 1ctter,\tura eventi come visti attraverso ;,ret: _ olter a Maria Felix e te polemica. e! corso del di- non commisur'.'-rsi se _n_ondal to. alla isp1raz1one del I?, scr,t- < mer1dional1 > ?ggl possia!11o gli occhi di un personaggio Yves Montand nelle vesti dei I I battito collaterale a quello grado di urn".ersal!ta che tare. 9ul!l'to non sii;ntfl~d che ann?v~rare ncd~ narrativa dlckensiano Sam Berrid"e un protagonisti _ il tedesco curd della rivista eh~ 61 è svolto l'una e l'altra riescono ad at- lo ~cr,ttore non •possa c:sserc mer1cl10nale s~ntto_n anche vecchio orÒJogiaio che "hn il Jurgens che per questa sua fa.I nella sede del C1rc_ololettera- tingere. In . questo sens:i lo 1spm1t~ da U!)a pole!111:a e non di omnnc :nerd1onale. da suo minuscolo negozio dirim- t,ca Coltre che per Il generale rio < La Stwnper 1a > presso penso che sia un errore gra- da una 1d~ol?l?:'":·ma d1_~e1 che Pave e a Levi,. da B_erto ~ etto alla casa dei Sumner d.e! duwolo) si vide attribuire l'Associazione italiana per vissimo continuare a ;parlare una tale 1s~!raz1one de,e pro- Mant~lla. !)<)r citare 1 nomi f 1 . bi I tot 1: dalla giuria veneziana il pre– Ja Jibertà della cultura. G!u• tie~ _Verga di una narrativa ceof'.re daU interno <l".lla sua che rmm1 ml vengono alla me- 10 ~a;:,o g:n a ~os_ a mio per il mighor attore seppe Dessi ha vqJuto ~pi.n- < sie1hana >, lo stesso errore coscienza. deve es..~re i.j ~gno moria. . . . men na 1 a e co_~1e., , · I ! ~ere nett~mente Wla ~a!ill· ohe commetterebbe colui che di un& 11\.la scelta. i« tést'~TJTO· FERDl!\.\:\DO \ JRJ)JA GL\CO)IO A1',ONINI GlA.:', LUIGI RONDI , __ * CONDIZIONI DI ABBONAMENTO ABBONAMENTO annuale ABBONAME1"TO annuale con psi.amento semestrale • ABBONAMENTO annuale ooo pal:'amento trimestrale, EST E R O abb. annuale • • . • • • • • . . • L. 2.700 > > > uoo 7~ 4.000 N. B. - Gil abbonati che gradiscono il pagamento sem•stra.J@ e trl• mestraJe, ASSUMONO L"IMPE6NO DI EFFETTUARE I PAGAMENTI ANTICIPATI F. t'ER TUTTA L'ANNATA. Abbon~menti cumulativi annuali LA FIERA LETl'ERAR~ e IL TEMPO L 9.8~0 > , > > LA CIYILTA' CATTOLICA > 8.1180 > • > > IL RAGGUAGLIO LIBRARIO > ll.8311 > > > > CITTA' DI VITA > 3.330 > > > > HUMANITAS > &.1ao l1IIPORTANTE CID PROCUBf;RA' CINQUE ABBONAMENTI AN1"UJ riceverà In omargio < LA FIERA LETTERARIA > per un anno. I PRESIDI DELLE SCUOLE MEDIE E SUPE;RIORI che Invieranno cinque abbonamenti fra gli studenti e le classi dell'Istituto, avnnno &'I'&,, tuito il giornale per la Billot~ scolastica. Si prega vivamente di e!fettuare I paitamentl sul e.e. postale numero 1/31426 - Via di Porta Castello, 13 - Roma.

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