la Fiera Letteraria - XI - n. 9 - 26 febbraio 1956

I Domenica 26 febbraio 1956 ___________________ _:L_:A_:__.:..F....:I:....:E=---R....:A__:___L_E=---...:T....:T.::.....::E:....:R:..:....:.A_R_:I:.._n.:_• ________ _::_ _ __ ___________ Pag. 3 Pensieri sulla tra~edia '. di ~.IARIO CIALFI I I V A UOVA COLLA A DELL'EDITORE EINA DI TBE OPERE DI CRITICA STOBI \ Una tralledla è la manifestazione più fatalmente nelle coscienze esperimentate, chiara e coerente del pensiero tragico, pen- quale splende e piange nei cerchi del co- siero che fu dato agli uomini in ogni mo- ro, è la sede della liberazione che non mento della loro storia e che sembra co- consiste dunque nel forzare le creature stltuire. per chi ne è partecipe. il termine tragiche al bene ma nel conoscerle - e.stremo e invalicabile delle possibilità lo• quelle creature e quindi anche noi stessi glche ed e_pressive. - nella no tra incontaminata empietà. Più Carattere precipuo del pensiero tragico che conoscenza è profezia. più che pas- è que to, ch'e so sembra interrompere il slone presentimento: di ciò che è oltre tessuto delle cognizioni. la continuità del- l'uomo umano - una pura passività la la cultura e dalla coscienza della specie pietà del coro. E la superiorità ed esem- con l'idea di una catastrofe nella quale plarità della forma tragica greca sta In tutta la specie è sacrificata. Esso è innan- quella presenza d~ coro> che è pre en- zi tutto l'idea di un'interruzione a oluta. za della coscienza tragica Intorno alle Ogni vo!ta che una tragedia o un ciclo azioni, mai abbandonate a e stesse, sem- tragico è sbocciato, l'umanità Intera ,~ è pre circondate dall'uomo. stata negata nella sua forma: in quella La tragedia è dunque, e proprio nella forma cioè nf."lla quale e sa era In quel ua perfetta e coerente tragicità. una pos- momento percepita. La tragedia colpisce slbilltà di redenzione. Questo è l'unic.o si- proprio nel suo centro il costume e l'es- gnificato della catarsi - una reintegra- senza te a della storicità: cosi la trage- zione totale della specie al di !à di se dia greca ha negato l'es ere vivente In stessa, tn uno pazio dove è completamen- quella specie eroica nella quale era per IJ te assente e appunto per que to po sibile Greco ~sibile e sensibile; la tragedia ha- e fascinosa. L'orlo della di trutta forma è kespeariana ha negato l'uomo nella sua l'orlo ste o della benignità e la catarsi specie cosmica e rinascimentale. è una purificazione nel se,nso più esteso La tragedia capo\"olgè lo sguardo e il e radioso, proprio in quanto non avvi ene giudizio medio degli uomini in un deter- ulla scena ma dopo di e a, e r.on so- minato periodo storico, scorgendo segni di sospende ma permette e adesca lo s vi- condanna e ragioni di negazione proprio luppo totale degll errori fino al loro 11· là dove la comunità scorge motivi di slcu- mite caro. Tragedia è catarsi solo e è rezza e di gloria, spezzando la sua co• totalmente e soltanto tragedia. scienza e distruggendo la sua umanità fi. 1a la tragedia è anche un atto rei!. no ai suoi limiti. Quell'uomo che In nòi gioso poiché essa distrugge il sentimento ~ve - essa dice - non deve vivere. del sacro per ristabillrlo nella sua unica La tragedia è dun9ue un'idea di crisi forma pos !bile: come antltà dell'uomo assoluta. Ma mentre un'Idea della crisi ne- che dopo se stesso inizia. La tragedia è ga l'uomo naturalmente, cioè perché la solo atto totale, a cui partecipano tutte sua forma non regge e si trova in questa le forze e gli sguardi della specie che sua risoluzione molto prossima a un sen• sulla scena assiste e collabora al suo sa- tlmento di comicità, la negazione tragica crificio, anche se non afferma né può si opera per una ragione morale. E' uni- concepire la ua rinascita - e ancora una camente per una considerazione morale volta il coro appare, nella sua perfetta che il poeta tragico nega le sue creature, unità di sentire e di vedere, nella genesi co l egli non paralizza ma anzi libera ed augusta di una voce, l'unica vera ede e esalta le forze e la forma intera della spe- quasi il destino della nostra espressione: cle proprio nel momento in cui la sgretc,- la forma di una società morale. la e la scompone. Tragedia è dunque il termine di ogni Egli nega l'uomo perch è è inadeguato coscienza e di ogni idea della storia. Tra- alla sua idea, nega l 'er.oe perchè è un a · gedia è ratto 1ùtimo. Per questo essa sem- sasslno. nega l'uomo per ché è cosciente bra scaturire nel suo significato più pu- delia sua colpa e potrebbe essere diverso. ro nel centro delle civiltà auree, quasi Soltanto nella tragedia si attua chiara e come reazione alla cultura degli uomini indubitabile la comunicazione morale d~- e al loro riporre lo ·scopo dell'eslstenza la specie ed essa è prop,;amenle la sola nell'esistenza stessa, quindi come reazio- espressione possibile della moralità: spez- ne delJ'inclividuo a,Jla mediocrità. In Ca! zando il pensiero e aprendo, l'unico varco modo e·sa acquista un significalo allis• possibile nelle cose dell'uomo - inverten- simo di equilibrio e si pone come l'unico do il senso e il ~zio delJa lingua ch'è no- contrappeso al vizio eroico e all'ldiJlicità stro Inno - permettendo di dire l'opposto della specie. di quello che può dire e che tutti dicono Non è quando l'umanità è instabile e in quel momento. · si approssima spontaneamente ad una cri- La distruzione fisica delle creature tra• si che l'Idea tragica na ce nella ~ua pu- giche è dunque insieme una conseguenza re1.za e nella sua totalità, ma solo là dove della loro colpa e un mezzo di espiazio- è stab ilità e certezza e autosufficienza che ne: essa equivale ad una negazione mora- deve essere spezzata e travolta: in q:ielle le ooerata da loro stesse attraverso le lo- età di grazia in cui l'uomo è solo se st~s- ro azioni. L'uomo distrugge l'uomo cc;>me so, e per la coscienza eroica, è ingnoto unico giudice dell'uomo e tutte le azioni ma anche impossibile il senso del male. sono demoniache ma giustificate in un Essa si manifesta non nelle epoche di senso supedore da una giustizia infallibile. crisi ma di piena fioritura. quando ogni Tutti gli esseri sulla scena tragica ono realtà spirituale e l'intera forma della ~- colpevoli, e tutti sono ucci i: dannati, si ta sembra armonio amente atteggiarsi dannano e l'uccisione in quanto Inflitta ,nella maniera di un mito - la tragicità è è colpa ma in quanto è subita è via e un fenomeno originario che si celebra mezzo di alvezza, se proprio in questa dentro quel mito e quasi nello guardo nostra vita, nel momento stesso che fini- stesso delluomo che inventa il sole - né sce, si trova e germina il principio della si serve pe'r la ua opera di demolizione POESIE di SEBASTIANO SATT A Di Sebastiano Satta. che assieme a Salva tore Farina e a Grazia Deledda determinò l'in~resso della Sardegna nella lettera ura na.z1onale, uscirà una raccolta di paesie corr plete presso l'Editore Mondadort. SA FRANCESCO Stamane al primo albore, Ca1tta11do i rosignoli, So1t passaJi i tre Re... Oh andar andar con te, A San. Francesco, soli, In. promessa à'a111ore/ L MADRE A~ ruscelli la menta, Al cielo l'astro d'oro, All'anima la fede ... Ai ruscelli la me11ta ... Dormi danni, te oro! La lampana s'è spenta Ma il mio cuore ti rede. GO ARE A meglio udire caP1tare Gli 11sig1101i, i tre Re Han fermato i cavalli ... 011 andare anc/J:lr COPI te, Per monti verdi e valli, Sposi freschi a Go11are! OVEMBRE Sotto il cielo piovorno Scendou. branchi e 1nan.driani Dal mo11te alla mari11a... Oh fossi U1' de' tuoi ca1ti Per esserti vici>r.a Sempre, la 11otte e i! giorno! AUG RALE Michele Abate inizia il colloquio con Benedetto Croce - Giorgio Vaccarino alla ri– cerca delle origini del Risorgimento - Giuliano Procacci e la Francia del sec. XVI Con tre opere di critica sto– rica s1 tnlzia la nuova collana Einaudi di • Studi e r:cer• che•· Per nspetto all'attuall• tà del tema, ccmlncerrmo a parlare dell'opera che, nell'or– dine edJtonale della nuova collana, figura come '-econda: La filosofia di Benedetto Cro– ce e la crt~I della 3ocieta tta– lia na, di Michele Abate. Argomento dell'opera è l'at– teggiamento pollt1co d1 Bene– detto Crc::e e la cnsi della so– cietà italiana durante gli an– ni che precedettero, prepara– rono e vtsH•ro la pnma ~uer– ra mond:ale, nel quadro ge– nerale della moscr•a del Cro– ce e dell'ambiente intellettua– le italiano dell'epoca. Che l'opera sia nata dalla « esl~enza di !are I conti con la f1losofla di Benede to Cro– ce », non è da prendere m pa– rola, innanzi tut o perchè la filosofia del Croce è colta m fieri, ciC'è dal suo attewa– mento m un parhcolare mo– mento, prlma che dal suo pen– siero: in secondo luogo, per– ché quel fare I conti non ha li valore di saldare U conto col fllosolo e liquidarlo, ma d'incominciare un colloquio con lui, cioè studiarlo « con analisi particolaregigate e let– ture ampie di tutte le sue nu– merose opere, anche d1 quelle minori e minime ... non tanto riproporsi i problemi o pro– blemi analoghi a quelli che furono suol, per accettarne, corregeme o respingerne le so– lu2.1omsu di un piano astrat– tamente speculativo. quanto ripensare geneticamente la fonnaz.ione e lo svtluppo cosi d1quei ~robieml come di quel· le soluzioni ». li colloquio prende le m06SC da alcune premesse generali sul liberalismo crociano. Ef– fettivamente, l'autore gh dà ~~1iiri~'.veet?c~~ 11 ~!W~o'."e~~ stalglco, Ideologico e tante al– tre grazloslssune parolette m cui c'è tutta l'mtenz1one dl una critica al concetto cro– ciano d1 libertà. Il liberalismo del Croce è ispirato ad un sentimento religioso della li· di A IHALE PALO CIA bertà: ,tamo d'accordo; quin– di è una libertà, religiosa, eli· ca o super-llberta, che è lo stesso ti libertà astratta: con– C€dfamo. con le nostre riserve. Ora, l'errore del Croce sa• rebbe sW.to, a parere dell'au– tore, di avere affidato un va• !ore eterno come la liber à ad un cc gruppo incapace per la sua stessa natura d1 gruppo dominante dt concepire il pro- pn o supe ramento in un mon• do ret.to da cate~or.e e valon dis simili dai propn, e portato quindi ad lntendere la con– quista della llberta come re– staurazione e con.o;:ervaztonee a vedere nelle r,chieste di maggiore libertà attentati alla libertà stes.c;a a confondere, :r?: tb~:tr c::o;~~• :: ~C~Pi~ tà, d•lla ram1glia, della pro- BENEDETTO CROCE «BEATRICE CE:1\CI» DI ALBERTO * 10RAVIA IJNA ~ 1 RAGEDJA ,lel 11ostro feD1po ~~•~~o ~~J~~ 0 ~fiach~v!fil borohese e che alle classi op– presse appare tnvece !a ne~a– zione d1 quegh stessi pnnc1pi, perchè ctrconscnve la prima. appl;.caz10ne d1 essi ad una parte soltanto dealt uom~ni D. Qul ci sarebbe da mtreccta.– re un lungo colloquto con l'autore; quale sarebbe que– sta ma~giore hbertà che la ,oc1età considera come at en– tato a, prmc,p: della llberta, della personali à, della !ami• glla, della propriet, nella for– ma che hanno preso nella so-– cletà borghese. Certo, sarà una super·hbertà--super, giac– chi> llbertà-5uper e lllà la re– hgione della libertà, come ideologia metapolitica, e 11L nuova come superiore a quc– •t' ultuna. liml ata per U fatto d1 esse.re s a a affidata ad un gr uppo < IDCiale restauratore e conservatore, sarà due volte metapoloti.ca. Sarà la cosid– detta llbertà egualitana. LI· bertà supenore, come la dett• n:.scono certi fil050fi mater1a-– list1. Ma, penso, che a propo– sito di tutte queste derinlz10- ni-a2gmnta al concetto di U– bertà, sara bene lasciare la parola al Croce. Il fliosofo in un opuscolo, edito dal Laterza nel 1946, a revisione dei due concetti di libertà e ~ustizia, pooto che • il con enuto mentale della parola libertà è la sp1ntuahtà stessa dell'uomo, la sua atti• v1tà che è la sua realtà•· con– tinuava: • Conseguenza del pnnc,p10 cosi stabilito e che, coincidendo la hbertà di tutto punto con lo sp1.r1to morale e com prendend o in se ogni do– vere. mora.le , non c'e nessun com pito di t al qualità a cui essa non arrivi e che resta tuon. della sua cerchia, qua.si mv,to ad altra potenz a sp • tua.le a ese2U1rlo 1. L'al tra potenza spirituale che da taluni è messa accanto alla libertà è appunto la lllU· stlZla, intesa, c!Jstmgue il Cro– ce, m quattro sensi, de1 quali il p1U rilevante. per le conse– guenze che port~, è quello di esigenza d1 eguaglianza, • ma non già di quella eguaglianza. che è ù rtconoscunento della dignità spintuale di ~l es– sere umano, co10c1dente con la sua intangibtle 1,bertà. si invece di una strav~ante eQ'Uaglianza util1tana e mat~ nale. Contraddlttona come questa è con la reaìtà e con la V1ta, non potrebbe cons1- derars1 morale, ma, tutt'al pi\l, super morale, nell'ironico senso onde, collocandola so– pra la morale e tuon della realtà della vita, le s, assel!""a dimora nle \-\loto •· E' senz'altro !ehce la defini– zione che l'Abbate dà alla n. losofla del Croce, d1 • storici• smo spintuallstico •· Ma, an– che qui ponLamo una riserva.. liberazione. li valore delJe morti è. aHer- se non dello stesso sguardo e degli ,;tessi mltl,o sulla scena tragica come simbolo lineamenti della specie eroica, fondando Bianca la notte tace: dell'esi tenza vera, momento in eul l'im• in tal modo nell'atto di un'unica perce- Chi pirchia alla mia porta E' difficile dire e essa sia veramente un'opera di teatro o non j>iuttosto un romanzo ceneggiato, ma è certo che storicizzando un vecchio dramma romano e togliendolo dagli equivoci della letteratura romantica, lo scrinore i è aperta la trada per una tematica nuova tli FEIIDl~A~DO \7IHDIA A duferenza dJ quello tradl· ztonale, lo spintuallsmo del Croce non è solo un recupe– ro, un npiegamento dell'ani– ma su se stessa a cogliere la pace spintuale, ma è rip1eia– mento sulle intime forze crea– tive; l'anima si p1ega su se stessa a coglier lo spinto, a 1mmedesimars1 dello spinto, inteso come creatiV1tà, e, m questo seriso, come potenzia.– mento e reali.zzazione d• !orze, eticità. Non spiritualismo del• l'isolamento statico. ma spt– ntuahsmo della volontà crea– tiva magine dell'uomo è assurda e compren f. zione l'idea di una colpevolezza universale Co1t la mazza d'allor67 hile, diversa da sè e se stessa. e identica alJ'esi tenza - ciò che è e resta O capo d'a1tno porta Ogni azione è colpa e non de\"e esse~: il germe della· tragedia. Frumenti al Logu,doro, Dobbiamo leggere Beatri• posizione del Moravia stesso moraviani, nella loro interna ma proprio in sè porta la sua condanna. ora se noi studiamo il corso intero del• E alla Barbagia pace! ce Cenci di Alberto Moravia di fronte ai suol personaggi. dis ociazione psicologica e La negazione morale di~ene negazione le civiltà umane e ripercorriamo il senso come un'opera d1 teatro o quello di una molla interna morale. Questa seconda Ro• reale e cosi, in questo cerchio serrato di del tempo, troviamo che l'interruzione è L'AQUILA considerarla nel quadro del- che li anima, della loro cari- ma era una Roma di botte• uomini, nel rogo stesso delle loro assur- il destino di ogni corso storico e c>gnl se- Dal ciel l'aquila piomba la sua narrati;.a, comde. yn cal morale, e di come questi ~Ì~I gi;ossolat"i e s~nsuaiii:, di dltà e dei loro poteri, l'evento ultimo e colo In essa nasce e s·, termina. Secolo . romanzo non ,remo ,a O· e ementl si sviluppano nella en e ,:ria rone a s_o ?~· Sul branco, a rapmare gato o sceneggiato. almeno sua opera. Aver pubblicato go, di murbatl .arricch,u. impossibile si compie. dentro secolo, umanità nell'umanità fio- La pii, be/In ag11elletta... nel senso che questi partici• questo e dramma, contra- Laddove nella prima l'ana· Quello stesso personaggio supremo che ri ce e rovina, l'ultimo secolo è sempre il Ce11to ne so guardare, pi hanno assunto negli adat· riamente agli usi. prima del- lisi dello crittor_e conduceva sulla scena ha la coscien7.a della tragicità più umano ma anche perciò il più capace Ma 11' sei la diletla tamen\i per il cinema e per la sua rappresentazione tea- i suol personai;fi1,a un_g~ado (Edipo, Amleto) non può non agire e uc- di crisi, il più vicino alla tragicità. La Dell'a1tima, colomoa! la radio, bensl come un ro- trale e in una rivista come estremo d1 lab1 1ta e d1 d1s111- cudere: cosi la sua mente si travolge, la destinazione del ecolo XIX alla crisi pro- manzo che per la s_ua intrin- Botteghe Oscure nella quale tegrazione. cui face':a. riscon- sua lingua si altera. le sue azioni appaio• viene da ciò, che questo secolo ha inteso IL FALCO seca materia ?,bb1a assun• appaiono testi lirici O narra· l:o, altresl. una d1s1~tegra- no imili a uno stupro del più intimo es- espr:mere totalmente e definitivamente Alto, >1ell'alba fresca, dto una <!etermmata fhorma, dti_vi e dalla quale. se non an- z1one d~lla loro 1 c1 on 1 s1stenza sere: la realtà tragica non risparmia nep- l'uomo e proprio in quell'unico modo in rammat1ca come se ema. ,amo errati, il teatro è sta- economica e soc a e ma gra- pure chi la riconosce e la serve. In realtà cui ciò era possibile: adeguandolo all'in- Il falco, occhio1ti d'oro, ma In sostanza condotta sul• to sino ad Oj?l(i escluso, PO· vava semp~e. o quasi sem• l'intero linguaggio tragico é un tentativo finito. Ma proprio per tale via si è ma- Vaga qua e là sul vento... le strutture di una narrazio- trebbe essere un indizio che pre,.sopra d1 loro la mostruo• ol , Uno solo ne adoro, ne tipicamente moraviana? lo ste so autore considera sa. presenza di _u_nadonna per esprimere quelJo che è c pa espri- ni1estata la verità del pensiero che l'esi- E tit ne adori ceP1to, 1 on si tratta. ci si intenda. questa sua Beatnce Ce1tci sfinge, a tutto rihevo. corti· mere: esso è il linguaggio òi Amleto, una stenza può Salvarsi unicamente se si pro- Og1ti i;olto t'i1tt1esca. di un ozioso problema di ge- appunto maggiormente lega• g_iana per vocazione - e il impossibilità ai se stesso. segue all'infinfto ossia se non evita ma neri. bensl òi un problema ta ai suoi romanzi e raccon· richiamo alla l\loll Flanders Soltanto la conoscenza tragica. nella sua accetta e prende l'infinita rovina in é. SEBASTlANO SATTA assai più sottile che coinvol• ti, piuttosto che al suoi _ di Defoe era nella maggior pura e intatta totalità, quale si ta strada MARIO CIALFl :_ ________________________ :,ge in se stesso quello di una del resto assai s~oradici _ parte dei casi tra i più perti- _________________________________ _;_____________________________ lavori di teatro. nent1 - anche ladd'?ve un ta• Pe · • 1 h le stato non corrispondeva LA LET'Jr.EHATURA )(,.. ANGLOSASSONE Elizabeth J enkins, bravura e delicatezza Attraverso inchieste promosse la decadenza e la fine del ro– da settimanali quali •Opera», manzo inglese questi continua •Arts• e «Le Figaro Litteraire• ad essere straordinariamente di GIACOMO AN1'ONINI ns,an:i.o. 1110 tre c. e qu~- alla posizione sociale del per. sta Beat, ice Ce,.c, sia Inti- onaggioJ, nella Roma dei mament~ connessa .a qu~la Racco11,ti cresceva un'avida esplor_az1one della vita e <!el- borghesia nuova, sensuale ed la società roma_na che ha 1m: avara nello stesso tempo, pegn'.'l!) lo scr,t_tore sin da1 pronta allo scatto e al delit· suo,.,_m,zl. dal primo racconto to, che l'estrazione in gran Co t1g1a11a stanca che appar- parte provinciale teneva tuo– ve nel 19~7 voltato 1!1 france- ri dal nucleo storico della se ~ol titolo Lass,tu!fe de ciltà, daJla sua architettura, cow ttSqne In uno de, q'!a· dalla s~a cattolic1ta lin sen– derm del 900 bontem~l11a• so tutto beiliano, ci si inten• do In cui vengono presentati. Ogilvy da anni usava farle pas- no. _Era, a quel tempo, I espio· da, cioe in quello di una tra– La tram:t di «Harriet» alquan- SQre parte dell'anno alternati- razione, crudehs ima, di un dizione rinascimentale con• to diversa da quella della mag- vamente In casa di parenti me- mondo :ol'!'ano bruciato nel- troriiurmista e barocca tra• è stato appurato che in Fran· vivo fertile e vano. Compton Burnett l'mgegno più eia fra gli scrittori dell'ultimo La qualità dei nomi., la dlver• discreto ma più genuino di Eh· quarto di secolo non esistono s1tà delle tendenze rendono le zabeth Jenkms era stato tra• più grandi ingegni mlscono- sorprese spesso possibili. Esse scurato. Di le, non s1 può JJar– &clutl, dimenticati o non abba- giusti!lcano anche gli 1mprovvi• lare senza nc?rdare «Hamet» stanza valutati. Il des1deno di si sprazzi di luce su autori fa• da annoyerars1 fra I «romanzi scoprire periodicamente nuovi mosl un momento e poi messi esemplano dell'Inghilterra nella scrittori d'eccezionale talento, in disparte dal mutar del gu– quello di valutare maggiormen- sti, dal sop:-aggiungere di una te quanti hanno già raggiunto nuova moda. Tanto per fare una certa fama, l'abilità nel sa- alcuni nomi: autori celeberrimi peri! presentare, nel saper met- avant'ierl e ieri quasi dimentl• tere In rilievo grandi e piccole catl come John Galsworthy, D. qualità, la vera o la presunta H. Lawrence, Compton Macken– origmelità, hanno !atto si che zie e Somerset Maugham sono In Francia da van lustri i giar• oggi nuovamente messi In ono– dlnl della letteratura vengono re. Misconoscerne le singolar, coltivati razionalmente con me- quaUtà non è più d1 buon gusto. todlco scrupolo affinché ogni Fra te scrittrici da scoprire pianticella possa giungere ad e da mettere in valore anche una fioritura e rendere un pro- fuori delle Isole Britanniche fitto. Ellzabeth Jenklns merita forse ~ij:.:ie'[:,et: 1:i fg~_ecento. Ed gloranza degli altri romanzi te{ no fb:iientl ronil ~ sopportr- le s1;1e lntll'!'e f1bi:e da una sferita nel costume e stori- cv1;t~; ~~fi~~;!t~~t. ·r:;~~e~; ~tr~~~a;~e~~id1~se°:~~~flsot~ lri ~t~ 'ie~eli:l.~I: ton~~~~d,a~;~~~\i i~~rt~:ri:c~~a \~l~~'Jet~i~ ~zz;iader~~:~~~a~i~;i1~:o~ insolito rilievo grazie al o st, e d~~~a ma~re~ l~e~~~n~i ~~~~t: s~ob1sm~ e. d_ella su~ abulia. nel confronto rimaneva al· f.\~t~~eJ.!r~ed 7t'v!f;;! ~~;;~i ~ 1 ~~J;~~~ Jfrf:1~sm~~o i~~ occasioni Ja povera Harriet ca- Cera ali ongme 1! 11 mteresse cunché di sluocato e di In· no oggi principalmente nel mo- rata Lungi dall'essere un'age- pitò nel gennaio del 1875 in ca- q'':i{ifan pa_rt'li, boc,olhogicoper certo in quelli maschili r1- vole~a come può sembrare a sa di Mrs. Hoppner una !onta· a soc,et or~ ese, col: spetto a quelli femminili posteri~ri data la compieta nu• na cugina. Questa aveva due fa nel momento di una. crisi tanto più ricchi di elementi sclta dell'opera essa costituiva flglle: Ellzabeth, sposata a Pa- ,tahana. che era anz\tU\to volontaristici - ricostruiti un'ulteriore difficoltà. se vi era trTck Oman un giovane pittore una cri~, di volontà_ e d1 vita per cosi dire, unitari. provv1• 11 pericolo dell'aridità dovuta ad non privo d'ingegno ma diffici· morale. J'1orav1a v1 ~ne:tra- sti di una vitalità e d1 :ina una fredda riesumazione di fat- le di carattere e senza un sol- va con. 1 apparen_te 1ryd1Jfe-avidità di vita cne, salvo ec• u e circostanze vi era anche do di cui era lnn~moratlssima, renbzla di un cromsta 1mpla• cezioni, non a ,evano quelll quello non meno minaccioso di ed Alice.,una fancmlla sectucen• ca ! e, ma a_nche con una sot. cfella prima. una sentimentalità facile e stuc• te e Invola vagamente fldan· ll~hezza ps1colog1ca ':he riu- Manca va in questa Roma chevole. zata a Lew1s Oman, 11fratello sc1v": a,, penetrare !'e, sotto: di Mora via un pumo di u· Ehzabeth Jenkins ha saputo di Patnck, un bel uomo ~lut- fondi p1u segreti dei 1:1ovent1 tura: tra la prima e la se– evitare ambo dando prova nel tosto volgare, avido_ amblz1oso de, . personagg_1, a dipanar': conda non i sono, si può narrare d1 una maestria degna e senza scrupoli, impiegato pres- !e ftla d1 quelli _c-heerano gh dire, contatti, o meglio il d1 Jane Austen che essa stessa so agente di cambio .. Harrlet mum, .rapporti della . loro contatto è offerto dal suo e gli altri riconoscono volentie- giungendo fra questi giovani al- sensuahtà con I' amb!en_te. èontroriformismo e dal ,uo ri quah li suo lontano e mag. legrl ,squattrinati avve'?'I • su- ma sopra_ttutto a ch1ar1re oarocchi mo che tuttavia glore modello. Come parecchi bire I asce nd ente di Lewis Oman C!!rt_e particolari ragioni so- nell'una O nell'altra costitu1- fra I più famosi romanzi della ~~~ 8 ~ 0 :;';,seaffatto conto della C!alt e la _ste sa sfera ~ei sen- scono, per usare un linguag• letteratura europea «Harr1et11 · SI. La pruni! J:ton:,a d1 M_ora: gio c;nematugraflco, un fon- trova 11 suo punto di partenza Saputala In grado di dis_por•via, da_ Gli 111d,ffere11t,. a, du, indistmto ed incerto. la in un ratto tristemente celebre re liberamente di una cospicua racconti de. L~ bella vita, cui presenla i a\',·erte a della cronaca nera inglese del s_ostanza Lewis Oman decise d1 d~_lle A111biz101iisba,qliate a tratt!, anche per{:hé quella secolo scorso. Gli eventi si svol· rare II colpo,. Non fu ditrlcUe L 11nbro17l10. da l soo,., del Rom bo- hese abulica di• gono fra il 1875 ed H 1880.Mrs. per tu, approl1ttare delle poche piqro sino alla R.oma1ta, era inte;rat~gdegll anni a~ari Oglivy una signora attempata settimane per rar perdere la te- una Roma decadente e mo- . ' . ' In un momento di sconforto, Il Croce poté dire, come cita l'autore, di essere stato costret– to a passare dalla « illusione che la c1V1ltàumana sia la for– ma a cui tende e 10 cw si esal– ta l'universo e che la natura le faccia da p1edlstallo • alla e diversa illUS1onedella c1v1ltà umana come il flore che na– sce sulle dure rocce e che u:n nembo avverso strappa e ra monre 1. L'Abate in questo trova • le carattenstiche dl una concc– z10ne rehe:~osa e dolente del destmo umano, mteso come perenne ncerca e test1mon1an– za d1 D10 e della venta. nella quale poteva appanre fru to d'orgogho parlare d1 llberta come possesso duraturo del• l'uomo e il concetto della sto– na come progressiva conqui– sta di un avvenire m1gltore per l"umaruta pareva prestar– si all~roma del moralista che aveva scelto il suo posto ac– canto a Boezio e Gregorio contro 1 nuovi Totila e Albo1- no1•. In ventà tutta la nce.:– ca stonograflca del Croce è ncerca attraverso 1 fatti m– ctivtduah del progressivo c:am– mmo della civiltà umana .::o– me forma « a cu1 tende e a cu1 si esalta l'tm1verso •· L'Abate ha llllZlato Ù col• loqu!o che altn lo sero1teran– no. E' un mvito che menta tlt essere accolto * L'altra opera de1,a nuova collana d1 E:nuad1 e quella su In lnghllterra ciò non è ar- di essere citata per prima. Es. fatto li caso. La tradlz1onale sa non dlsflgura trovandosi no– tendenza all'understatement, il minata subito dopo le famose timore di compromettersi trop- quattro: Virginia Wooll, Ka• po nella lode uniti ad una cer• therine Mansfield, Elizabeth Bo– ta faziosa intransigenza msita den e Rosamond Lehmann da pure nel carattere clamorosa- annoverarsi fra I maggiori nar• mente r1velatasl In altri tempi ratorl della prima metà del se– nelle aspre lotte religiose ed colo. Con Rose Macauley e Re· oggi sopravvissuta In certi am• becca West, ambo di lel più blentl Intellettuali hanno con· anziane, forma un triade di tribulto a creare una sltuazio- scrlttr1cl degne di essere rilette nl tuttora labile ricca di possi· od attentamente lette e messe bili sorprese. Nel campo della In onore. Se rose M~auley e narrativa britannica dell'ultimo Rebecca West sono alquanto di· mezzo secolo si procede come suguali e necessitano una seve– ln un vasto paesaggio di mon- ra cernita, di Ellzabeth Jen: tagna In giornate di nuvolo e kins tutto o quaoi è opera d1 di vuoto. Il panorama cambia qualità dovuta ad un Ingegno ogni mezzora collo spostarsi sicuro ra!llnato ed accurato. delle nuvole che mettono allo Le recenti pubblicazioni di scoperto nuove vette, ne oscu- 1The Tortollle and the Hare• rano altre e cambiano le pro- e Victor Gollancz ed1t. London > porzioni ed I colori. sembra nel caso suo di aver Risalendo uno alla genera- rotto Il ghiaccio. I critlcl più zlone del 1p10 si possono fare autorevoli ·si erano già In pre- 1 In lnsrhllterra quindi continue cedenza espressi con parole di scoperte specie diffidando dagli lode nel suo, riguardi ma unaJ snobismi di taluni ambienti in• calda unanimità non s1 era an– tellettuaJI londinesi sempre pc:• cora formata ed 11 riconosci• I tatl ali' eccentnco, ali' artificio- mento del suo singolare lnge• so. a quanto va contro natura gno non era mal stato cosi od a quanto proviene dall'este- spontaneo ed affermativo. Lad– ro. Malgrado il pessimismo deg!1 dove tanto chiasso è stato lat– augurl da quasi un secolo pron• to dagli snob di LOndra e di ti a deplorare periodicamente Cambridge attorno alle opere l.n lunghi ed attristati articoh artefatte e convulse di Ivy . e benestante della buona bor- sta alla disgraziata Harrlet che dernamente borghese nar- tr~ Il 2 0 e 11 ~O ~ queS t a t 0 · ghesla londmese mantata In per la pnma volta in vita sua rata tuttavia senza dlmen- po a_rrr~lrcorda a una_ or– seconde nozze ad un pastore si vedeva l'oggetto d' attenz,o- ticare un uo sfondo rina- te ' 1 a I e .a api:,ettll, an• protestante, uomo di studio po- ne da parte di un uomo. In- scimentale e barocco. anzi. ~he economic1, n!iuta,ano, co meline all'azione ebbe da vano Mrs. Og1lvy mtuendo su• potremm ag . h m certo senso, pur non po– un pnmo matrimon:o una li· blto li tranello teso alla figlia nell def~rma ~,ungEJe. c ': tendo dis1accarsi del tutto, glia Harriet deficiente fin dal• tentò di dissuaderla e poi di op- a . zione e, suoi la Roma rinascimentale con– la n'asc1ta ed' ormai trentaduen- porsi. Harriet si era mvaghita ~ersonagi;i operava_. att_ra- troriformista e barocca che ne. La madre ne ebbe sempre di Lewls. Nessun ragionamento ,erso un anah I psicologica tuttavia inesorabilmente ri– un« cura particolare. Grazie poteva rar presa sul suo cerve!• co nd0 tt'.' con ~Sl_rema preci- sorg~va nelle sue venature! alla sostanza lasciata morendo lo deficiente. Con fredda osti· stione di e_ffetll. Il senso !ut- più profonde. proiettando, i-I dal primo marito e di cu, Har• nazione consumò la rottum to· 0 r'?mano di un. barocco, ur- si probabilmente talora con• net. ereditò. parte l.n pro;,rto tale dei rappo.rti colla madre reah ta_ a11te lil!er(!-m. quel- tro la ste sa ,·o)ontà dello I essa poté evitare alla figlia per andare sposa a Lew,s. Col· 1 <?, Per mte_nderc,. d1 un lllon- scrittore. Vorremmo dire (e ogm doloroso urto colla società ,a connivenza dapprima, la com· u Desiderio. non ci si fraintenda quando elevandola In un ehm« di ar- plicllà poi del rralello, della co- La econda Roma di Mo- scriviamo ~ue ta parola) fetluose e lussuose cure. gna t • e di Ahce questi svolse ravia fu quella dei Racco11ti che la cattol1cità d1 Ro ma è Per non far subire al secon- 11 t~uo • st uto e cnmma!e pro- ro11!ani, una Roma popolare così insita e profonda nel.la do manto continuamente II pe- ge O g· e p1ccolo borghese. apparen- sua vita che è impo si\')IIC I so del!~, '!lalgrado le materne venz::" ~~tJ~~n?~,:er~s~i1/f~: ta\a con fil\ so~/ili COI) la prescinderne .. Appunt9 in precauz1om, sgradevole presen• cinta Lewis relegò l'inferma n 1_ prima, as al p1~ . esphch'.' questa Beat ne~ Ce11c1, ro: J za di Harrlet divenuta un& don- la sua camera da letto a ., e nella sua compos1Z1one, e I,. manzo o tragedia che sia, s1 na quasi normale ma scoslan• ad un'Infermiera prendende":e berata, tuttavia, d_a certo ca- COfT!pleta l'esplorazione mo-1 I patrioti « Anarch1.!lt.! » e l'Idea dell'un,ta ,tallana, d1 G10N10 Vaccarmo. La ncer– ca delle orunm pos1t1ve e con– crete del n~or~1mento degh Italiani e stata ed ~ tuttora opera assai laboriosa della stor10graha 1tahana contem– pQranea. L'enorme materiale che ~h s onc1 devono af!ron– tare. analizzare, ord:nare, pe– netrare cnlicamente e criti– camente comprendere al lume d'Un 1uc1docnteno metodolo– ~co stonograhco, aumenta le duftcoltà, sebbene abbiano ac– cennato a d:mmmre, dono rhe l1ntelligenza cntica del Cro– ce 1nconunc1ò ad operare 1 Pntnt chianment1 e le prime d1stmzaon1. E' naturale. quin– di, che Il Vaccanno apra • 11 discorso sulle orhn111 del R1• sorgimento italiano 11,parten– do « dalla R1volu.z1one napo– letana del 1799, d1 Benede to Croce e dalla sua rev1S1one su La Cntica a2h md;rizz1 della stono2rafia flazionahsta 11, In realtà, ml sembra che l'autore s, serva del Croce un po' pro domo sua, nel senso che se ne ~erve acctdental– mente. nel momento 1n cui izli occorre, più che ponendosi davanti alla toria d'Italia da un punto dJ vista crociano. E2h appare d'accordo con u filo oro contro certe • audaci aperture». contenute ln opere d1 storia che il Croce cons,. derav::! « sec0ndo 1 cast, ma– nuali eruditi, enc,clopedie, po•mi o semlpoem, epici. ca– polavori letterani, retoricu- za di Harriet c!Jvenuta una don• · 0 ,n scarne decadent1st1co. da cer- raviana di Roma. Esplora- le d'aspetto, caparbia e viziata GIACOMO ANTONlNI ti compiacimenti presscché FERDINANDO VIRDlA ! benché buona nel fondo e de• ----- morbo i che circola\'ano nel• siderosa di contatti 1:mani, Mrs. (Continua a pag, 4) l'abulia dei primi personaggi (Continua a pag. 4) I AN 'lB.-\LE PALO CIA (Continua a pau. C) ,. ,.

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