la Fiera Letteraria - XI - n. 7 - 12 febbraio 1956

A FIERALE EHARIA Anno XI - N. 7 SETTIMA A !, E D F,, L L E L E T TE R E D EL L E A R TI E D E[, LE ZE Domenica 12 febbraio 1956 SI p BBLICA LA DOME1 re I Direttore VINCENZO CARDARELLI I Q MERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA · Via d1 Porta t:astello, 13, Telefoni: Redazione 555.487. Amministrazione 555-158 - PUBBLICITA': Ammlnlstr. « LA FIERA LETTERARIA 1. Via di Porta Castello, 13. Roma. TARIFFE. Commerciali L. 150 Editonah L. 80 al mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.7IIO · Semestre L. 1.400 • Trimestre L. 750 . Etero: Annuo L. 4.000 . Copia arretrata L. 100 . Spedizione In conto correrte oostale <Gruppo lll . Conto corrente po<lalo n I :JH26 Pro[&resso . '- e I o e pro.eesso * di GIANCARLO VIGOHELLI Una « narrativa Meridionale, esisle in ma !1originario grumo di sangue e di terra. quanto e istono ed operano un buon nu- al!ora, senza bisogno di ostentarla. dispor– n1ero di scrittori oriundi dal l\lezzogiorno remo di una nostra lnalterabile unità. e dalle Isole, i quali oggi - ed oggi soltan- L'unità - quella socìa:polilica come quel– to, e soltanto da poco - non dimenticano la artislico-cu.!turale - non è ai vertici d'esservi nati e non si sono strappato il che si compie, ma è alle radici che si al– cordone ombelicale. Tutto qui; nient'altro tua. Ora (saltando tante a!tre premesse e Ridotta così all'osso la questione, è super• conclus1oni) ora io ritengo che se un me– fluo fare nomi. perchè ognuno li conosce rito virtuale ha la cosidetta narrativa me– e ha modo di soppesarli per conto suo; né riòionale contemporanea. è di lavorare sul. occorre tirare fuore le sottoquestioni di le radici. Non senza aggiungere però (an• certo occasionale neorealismo post•bellico, che a dar prova perciò che il fenomeno e del dìaletlo, dei gerghi. o altro che sono non è so:tanto un fenomeno letterario) che tutte storie che ogni scrittore risolve da in tutto il Mezzogiorno e nel!e Isole. e sè o vi soccombe. anche altrove in qu·el!e che sono dette le Scrivece è adempiere le proprie radici. « zon-e depresse». la vita che vi si con• Non è nè un fisiologismo nè un regiona• duce mette più di ogni a!tra al sole le lismo, se ognuno dà un luogo al suo san• proprie radici. ln altre parole, la vita nel gue. e quel luogo è la sua terra d'origine, Sud - che spesso è una subvìta - benchè que,la della sua gente. L'universalismo chiusa tanto in bene che in ma;e dentro non è che un e:.perantismo; non a caso. antiche norme, è una vita che quasi indi!• oggi. piuttosto che imprestarsi una lingua ferenlemente potrebbe ess.,,-e definita o «scritta», si preferisce persino retrocedere a: tutta !atta» oppure « tutta da fare». a un dialetto «parlalo•· La scrittura è dì Tutta fatta, per tanto dì mediterraneo, pochi: la parlata di mo!ti. Esserci accor- di fenicio, di paleogreco, di arabo e d'al• li di questa tremenda, e orrenda, diffe-· tre {erhli contaminazioni che quasi la fan_ renziazione. vuol dire avere seriamente r.0 immune ad una modernità (che spesso preso allo (per mettervi rimedio) che da è mediocrità) del!a quale quei popoli dì noi non si è sinora fondata una cultura: antica razza neppure hanno bisogno; tutta stratificata 1? progrediente. vuol dire che da fare, se invece si guardano le cose, la nostra cosìdetla cultura ufficiale è s~m come pur è dovere guardarle, da un pun– pre stata aristocratica. accademka. intel: to di vista socialpolitico. e l'arretratezza lettualìslica e non democratica. non edu- sociale - spesso subumana - dì quelle catrice, non vitalistica. nè popolare e nep• terre è tuttora tale da averne vergogna. pure borghese (ad eccezione del fenomeno tanto ne siamo tutti co:pevo:i e responsa– dannunziano. che fu deteriormente bol'- bili. ghese. N'atucalmente, non è ritornando in- Qui, lasciando per il momento le que– dìetro ai dialetti che sì salva la lingua o si stìonì estetìch~. dovremmo addentrarci tn fonda la cultura: ma anch'esso un modO quel!a che è la dibattuta letteratura sul!a tintomaUco di voler risalire alle origini. « Questione Meridionale»: senza rifarci ai Dove c'è vuoto. non c'è cultura. Si dirà. testi classici del Nigra, del Massari, di giocando sulle parole, che se non c'è cui• Giustino Fortunato, dì Sidney Sonnino. del tura e cioè processo e progresso cu\tura- De Viti De Marco. òì Napoleone Co.ajan– le. potrà esserci. e dì fatto c'è, genio, nì, del Vìllarì, dì Stt.rzo, dì Gramsci, del genialità, estrosità, fantasia, arte insom- Zanottì-Bìanco, dì Gu1d9 Dorso. del Bar– ma, dato che se è della cultura svolgersi baga!lo, vorrei segnalar che solo nel IUS5 « a strati• forse è dell'ari<! svolgersi ed sono usciti in volume tutti gli Scritti su!La attuarsi « a salti». fondandosi anche (ci sì Questione' Meridionale dì :Salvemìnl, da capisca) su un « vuoto ». J,,inaudì, la traduzione italiana del grosso ila anche concedendo una gratuità per studio d1 Frìedricn Vocntìng, i saggi del L OP! [0 ED ·* RTI TA Quanto costa equanto frutta l'arnr fama cli celebre « La fama non frutta, per gli m·tì,.sti/J11ri(compresi, fm essi, i poeti) che delusioni e miseria - Lo dimostreremo con alcuni esempi» di LUI Gl HAH'l'OLI N L RembranJt, l'imparagona– bile mae. tro. l' Immortale Rembrandt. terminò , suoi giorni in crudele miseria. Le sue opere venrn°ro pignora· te e le sue lastre incise al· l' aetiuaJone terminarono svendute in un'asta giudizia– ria - nel Ghetto dei calde– rai d'Anversa. Alcune ervi• rono. agli inconsapevoli cal• dera1. o~r tassellare fondi dì caldaie dì rame Lo rae<:On– ta il Blanch nella magi tra– le vita riel grande maestro. La celebrità è. dunque, un conto ed tz guadagno dì dc· naro è un altro conto: oppo• sto quando l'artista non fac– cia commercio della sua arte. Potrebbe bastare l'esempio di Rembrandt. Ma lo vorrò corrobora re con altri esem• pi: uno è quello di Van Gogh. Certamente qualche ragio• niere conrabilc può ignorare quale P quanto pittore sia stato costui. Il Courthìon. esegeta dì Van Go)!h, narra che a Van Gogh non riusci. mai. dì vendere un solo qua– dro. Lo narra anche il dottor Gachet, nella sua monogra– fia van_goghiana. E' verità che il doti. Gachet o pltò. g,ratuitarnente. nella propria casa, il ce!ebre artista m!s2- menti e poderi fìscheggia– rabile e lo curò gratis et bili. amon . Porterò alt,~ escm- So:tanro Raffaello Sanzio pi: Verlaine è Baudclalre P<>tette:permettersi dì recar– f che tutti consideriamo qua- si a dipm;;ere In \'alleano. o lì i due maggìcrl poet, •lei- alla Farnesina d' Agootlno l'ottocento francese!. Per il Chìgì, a cava,llo; di buon caso dì Baudel:lire vi è un matlino seguito da cìnquan– carteg,eio raccolto in ~ei vo- ta fra cavalieri romani e suoi lumi dal titolo , Gic,rnale in- allievi. rimo,. Leggendo i sei volu- ,Al tempo dì Raifaello i mi si apprende che il gran• ragionieri non esistevano de Baudelaìre \"I se sempre contro i poeti e contro i pìt· da miserabile! Un mìserabi- tor,,. Anche al tempo. a,ugu– le che scrì,·t>va pietose lette- steo. d'Orazio Fiacco. invece re cool agli e.11torl come· a dct ragionieri contro I poeti, sua madre per ottenere. ~ia- ~i tcvano donatori di ,·ilie no pure stati lievi. soccorsi e di poderi; e:! Orazio ebbe dì denaro allo copo dì pa- la sua in quel dì Roccagio– J?are i debiti modesti. li suo vane. nella dolce Sabina. genio - ìndìscu~so non J?lì Allora si trattò d'intelli– fruttò che debiti, pignora· genti donatori. consci che me»t1, umiliazioni. pittori e poeti (se veramen- • • • te tali) costituiscono il patri- Cosa fruttò, al Carducci. monìo spirituale d'una :--a– la sua poesia? Un tri te gior. ilionc, il lustro, li Yanto, il no Io colse la paralisi .• on decoro. pot.ette più poetare; ma nep- Si trauò d'epoche felici e pure impartire lezioni da.Ila non d'epoche supine: quali cattedra dell'Unlversllà. Eb· son quelle che percuotono bene. se non fosse stata. a quei tutlo piume, tutto mio, SO.."'COrrerlo.con denaro. la tutta aria tire-lire tcelestis• Regina Margherita ·(che gli sìma) che sono i poeti e i acquistò la biblioteca 1 Car pittori. ducci - che mal era riuscito Intanto. in alcune nazioni a mettere da oarte un soldo Ce che perciò sì rivelano con lE' sue Odi barbare. I maggiormente evolute che suoi inambì. i suol epodi Ce non la nostra - caduta in un ITl~ERARIO POETllJO neppure a mettere da parte pietoso e tormentoso male– soldi con le sue prose ora- riaJismo -) pittori e poeti zìane. redìane stupendìssì- vengono incoraggiati e pro– mamente classiche) sareb- tetti dal pubblico erario. Ri– be deceduto in completa in- cevono abitazioni e studi gra– dìgenza. D'Annunzio venne luiti; ricevono stipendio; go– mantenuto a spese del pub- dono l'onesto rip06o, da vec– blico erario e terminò I suol chi, d'una sufficiente pensio– elornì • schiavo del Vittoria• ne. Da giovani godono di le>. Trilussa non ha ootuto viaggi gratuiti. ecc. di Cle111ente Ha••in Heboro .;,.- - -Se-non prop~io ;:ncora «c10 che s~ma,>, nella ri posta c'.,j Rebora potremmo intravedere per adesso o per domani, «ciò d1e vogliamo» - Scoprire, insomma, l'anello che non tiene laS<'lare_ due soldi ~Ila sua Dice Gio,enale: • poeti co- ' umile m uno _g~\ernante, .tn tti n. s.cri,•ere, a.nrlle nel cosi dire d'origine all'arte. il meno che se Can~agna, del Mu,atti. de, Husso, Ban– ne vorrd. C!lnd:.dere è ·che. da noi. Ul d~Li Purtiikco di Dolci, Le pd.rOle sono gratuità fu in certo modo manltmlla e pietre dì Levi, L uva puttane!La di Sco– conservata anche post facttun e cio2 dopo teHaro, H caJone all'ui.,erno di Tommaso quei « fatti dell'arte». rhe senonaltro, Fiore. segno e prova cne, ollre a ragioni avrebbero dovuto essi colmare quei vuoti... socialpo!it.iche, ragioni anche di cultura Invece no. Anche l'arte. da noi, consi• assistono ed aJfiancano, non tanto la r\ar• derata un peren~e otittm u,nanistico, re• rativa meridionale in sè e per sè, quanto slò sempre qualcosa di inoperante. di iner- proprio gli scrittori che si impegnano: on• le. di gratuito, qualcosa cioè di legato sol- de quella che lodavo come la loro ere– tanto a chi ne era invasato: l'arte come scente consapevolezza morale e, quindi ar– « bello privato». e mài come « poesia per tislica. • tant~sca ed am,c~ fe<tele.., mese d·agosto . E. nel libro Lascia.mo st~re 1 ~oloros1 terzo. la satira settima è esempi ~CCl!nlle t?1111amo a1 dedicala agli inte:,ettuali ca 1 antichi. Da ciò che Pia• quum ìam celebres nolique Non c'è che da essere gra- d • ]· U f Gl CA I) V f J f nianza che reca alla sua co- t?ne narra ne! . Fedone <e poctae balneo!um Gablis. Ro- li al giovane. ma già cosi I ' l'J J J scienza di scrittore - che cwè che g!I am,c, "di Socrate mae conduce re furnos temp- valoroso Vanni &h2iwille:, questo Curriculum. vitae :10:1 o_rrersero 11 denaro necessa• larent >. o ·ia che quantun• Per averci . dato. ,,ella no,, ste.s:i Fiera e Stagione. L'an• lm'-a•tinenle sarebbe voler d I t b' rio a Socrate s_e avesse dc• que si tratta ·•e di poeti ce• . """ . . ngpon e a comp e ezza io- s1derato dì fuggire dal carce- b · · da oggi ben~merita col!c- ~\.J appena flruto_ ha por- ~1surare queste Pf!es1ecol ..:t~- grafica1. ma solo a una esigen. re) se ne trae la certezza le /1·c~to~h1~~~o ~O::~i~t 'zicne del « Pesce d'Oro•· a ,alo la confern,a d1 tale nuo- hto metro lettera no. _Imperli- za poetica•> . che Socrate istesso era. in pe P d' • breve distanza dalle « Rima- ,o « co,so poetico• con due nente tanto nel sig,.ùflcato etJ- . Non intendiamo qul sofier- quanto a denari un misera• mente. 11 cerc31;e b. ott~nire nenze» dì Camilla Sbarbaro. pubblìcazicm: entra~1be cura- mologlco del ternune qu~- marcì sul carati.ere r~ligi~o bile qual_unque, · Anche Ari- ~~a aJ>i\a 0 es\~ 0 ;.;~i-o, ~~~ questo preziosissimo « Curri- te_dallo Sche,willer • «!'gran to m quello lraspoS t o e di pm del libretto, che e il pìu ovvw \ofane (11 mahgn?l tratteg- specie di Roccacannuccìa di culum vitae• di Clemente ~n:lo_» (nel cen~enano d_el ,o!ga,e accezione. E non per. c. certo, anche il più pertìnen. g1ò, nella COf!1nled1a . Le nu allora. in pros ìmltà di Ro– Maria Rebora, dì due poeti transito d1 Anton:o Rosmlru >. che s1 debba ad esse dis~ono: te. Altri potranno farlo con- vole>. la Indigenza d, Sacra- ma. Di Roma dì Domiziano: cioè che il lungo silenzio non 01 l.a d1 poemetto premesso al. sce~e un qualsias, ~regio. di venìenlemente e più autore- tE,, Dante sc,ppe • quanto sa di Roma che profondeva i ha a!fìochìlì al contrario ha :a riproduzione delle quattor. o.-dme letterario; che anzi a ,·olmente. investili dei neces- di sale lo pane altrui : Aht°' suoi denari. come al solito. confermati f;a le voci più sin ,icl stazioni della Via Crucis t.ale proposito ci sarebbe pa ;ari lumi e dell'adeguata au- sto ?fvette, per camp;cc ti per i suoi mimi e le sue bal– golari e più importanti del!~ modellate da Francesco Mes- ,ec~hio da dire, e_da Care 1:1~- tontà. E il contrario sìg11ìli- ~~v~r~ ;;'~~g,:.Cgg10. are !erine. _lin ui:i'aJtra satira lo lirica italiana contemporanea. ,ìna. e questo « Curriculum gan _un lungo_ discorso neo- cherebbe barare al gìuoco e Non parliamo del Tasso: !"effa_b,Je Gio,enale _narra. La raccolta vallecchìana delle vitae• cbe è una specie dì e- n!mciando add)ntura d~gh 1: ::u-e (come qualcuno non sde- costretto a domandare ru1- m~attl. 1' fa 11 00 \::'ce~!ne fj~ «Poesie• infatti, edita nel '47 strallo dei momenti e dei mo- r.,z, della ca_r,:iera Pr'~c;, t gna anzi ostenta) da non ri- timo rico,·ero agli ospiti d: ~r'ìfà mpe~ei~ilti de~ari oche a cura del fratello Piero. fa. dvi essenziali che hanno con. Rebora, S_edicia1:11o c e e so· chiesti nè accetti padri Zap- Sant' On0Cr10. fl Leopard! guadagna\'ano. al poeti pu– ceva perno essenzialmente ~otto il poe a a Dio. Soiuzio- lee1taz 10': 1 che c, vengono_ da çata. Quello che ci ha, sul visse_ deUa C<!r\tà dei .suo! ri; ai po,•eri poeti puri; ed sulla ri~tamr,~"' rl~i cFrammc-n• re r'1e drl r 0 ·tn era srià q11a..· q~es~o. libretto (e qumdt · piano umano e nell'ordrne na- amici fiorentini. eppoi dt ai po,·eri pittori puri). In so• lutti» Tutt'al più. al tempo dì certe !or- Ma, tornando appunto a!te questioni tune Poetiche. l'arte fu considerala come creative, è chiaro che è proprio questa un « diletto per tutti»: cioè come non•uti. consaoevolezza di ·poter lavorare, quasi aL le. comi:? non-educatrice, come non-esi- la pari, tanto su una realtà « tutta talla» stenziale. quanto su una reaaà « tutta da fare» che ili accorgo che. per questa strada. il dal '43 in avanti ha so!lecìlato più scoper– discorso. se pure entra nel seminalo piut- tamente gli scrittori meridionali. Partono tosto che uscirne. di fatto sì fa troppo dalle radici, e possono indicare dei verlì– grosso; e qui. invece, bisogna tornare al ci: questa condizione li la moralmente« in certe ristrette domande sul!a odiema I progresso». e non solo vagamente pr~ « narrati«a meridionale». gressisU Ed è u:1 progresso. non sfugga a Per me. a sempafica:le, le cose stanno nessuno, condizionato su!la revisione: che in questi termini: 1) esisteva una incipien• è una revisione in atto, non unicamente le narrativa merìdiona!,i già durante gli letteraria; tutt'altro. anni del fascismo, come ha dello Bernari Una revisione, che di fatto sarà pro– stesso a Vittorini; e ognuno vede, qui nel~ gresso, se dietro di sè non lascerà più dei la disparità dei nomi. le divergenze in vuoti. nè artistici nè sociali. nè mora:i n2 ogni senso di tale narrativa: 2) esiste una cultura!i. Nè di sangue, nè di lir~ ua. 111ililanle narrativa meridionale dopo,il fa- Risulterà a tutti che, all'infuori della scisma e dopo la guerra. che se sul na- singola valutazione di ognuno, tutti insie– scere non fu che una esplosione da dopo. me i narratori meridionali dopo il '43 me• guerra. via via è andata diventando più ritano un riconoscimento a parte: se non consapevole: nata. insomma, ,;otto il dop- qualificativo, quanto meno orientativo. Su– pio segno del Kaputt e dì La pelle di perata la deviazione neorealistica. che era Malaparte e de! Cristo si è fermato a Ebo- un colorismo ed un folk:orismo dì più. li dì Levi ha preso onestamente soltanto tentano dì ripetere - aggìornando!a, an– la strada oltre Ebo!i, o quanto me:>o le che con una maggiore rispondenza sociale strade diverse ma valide di Spaccanapoli - la grande lezione di Verga. che Cu e di Gesù. fate luce dì Rea o dell'Oro di la grande lezione della realtà: delle « ra– Napoli e degli Alunni del Sole di Marotla. dici• della realtà. Piegali sul!a propria Un esame, soprattutto della narrativa terra, 1avorano come se si piegassero sulla meridionale post•bet!.ica, non si puù nep• :oro coscienza: e. infatti. non dovrebbero pure sfiorarlo in tre cartelle; e poi. altri lo essere operazioni così differenti. hanno già tentato. alcuni come parte in cau- Questa è la lezione che in blocco dà la sa. Quanto a me, non sono fatto per le narrativa meridionale: o. almeno, la dà panoramiche critiche, e più che mettere con maggior spicco. con maggior propen• insieme preferisco prendere da parte uno sione e persuasione. on che narratori scrittore e su ognuno aprite un discorso; d'altre regioni non lavorino ad una ideo– come si fa a mettere in un'unica famiglià. tica coincidenza tra terra e coscienza, tra e sia pure la grande famiglia prolifica me- sangue e scrittura: sì sa quale fu a fati– ridionale. Alvaro, Marotta, Bernarì, Silo- ca esa perala e felice dì Pavese, e un gìor– ne, Repacì. Vittorìni. Brancali. De Ange- no ci accorgeremo dei benefici che i Rac– lis Prisco, Rea. Dessi. Seiminara. giù giù conti romani avran,·o fallo non appena sino ai giovanissimi Incoronalo, Bonaviri. a I\1otavia. Ma, in certo modo. gli scrittori Mantella, Rìmanelli. Mariella. Romano. dì altre regioni (tranne appunto un Paso– ecc.? E si sa qua:e posto a parte deve lini o un Fenoglìo che hanno condotto le avere il povero Scotellaro. ora sopratlut- :oro indagini su certe « zone depresse») si to che dopo Contadini de! Sud abbiamo trovano ad avere per materia un mondo nel!e mani L'uva puttanella: e dietro a e già fatto», cosi che risultano meno sof.. Scotellaro, c'è Levi. E quanto meno il !ecìli ad aggredirlo e sembrano piuttosto nome di Le\·i porterebbe non più a parlare spingersi a interpretarlo più o meno in– di una nativa lettura meridionale falla tervenendovì: o se vi 'inlervengono è quasi da nativi, ma sposterebbe (o integre- ;,er giocare più sulle componenti che non rebbe) il dìscoi;so sul cresecnte inie- sulle radici ~ sui vertici - e in questo CLEMt1'1E MARL-\ REUORA resse verso il Sud da parte dì scrittori senso sono narratori, se non convenziona- ti lirici• e dei « Canti ano- anche dì altre regioni: ma. ripeto. sa:utato li certo un po' conserva lori. E questa è la niml », pubblicati rispettiva- il caso di Levi, .che con Le parole sor10 crisi, nella quale ad esempio sarebbe forse mente nel 1913 dalla « Lib1e- pietre è tornato a darne una prova ancora incorso Io stesso Pratolini. se non sì fosse ria della Voce• a Firenze e più approfondita. 110n mette conto di am- «revisionalo» nel Metello: questo è l'ìn- nel 1922 a Milano dal • Con- plìare anche per quest'altra strada il di- ganno. dove ancora parecchi si trascina- vegno Editor i al e», an- scorso, e conviene invece restare all'esem- no, evitando a sè e agli altri que' « proces- lerìori entrambi a quel 1929 pio di una narrativa meridionale ad oper;i so» che lì svincoli dai miti della lettera- che segna. coll'approdo del so!tanto dì meridionali. e più che entrare tura. poeta alla fede e con la sue- in merito a valutarne nomi e libri ve- Quel che e «fallo•· è mai possibile che cessi va entrala nel!'« Istituto dere insieme di scoprire la portata par- ad uno crittore non venga il sospetto che della Carità • dei Rosmìnìa licolare nel corpo dell'intera narrativa ila- possa essere stato « malfatto 1? La seri!- ni. un nuovo corso alla vita dì liana contemporanea. tura, e revisione. E' rinvenimento di origi• Rebora. E questo nuovo corso D'accordo. si dirà che può essere un ni; inalterabi_lità dì radici.. . . . . doveva o determinare, come errore tornare quasi a distinzioni e a divi_ I! reg1onahsmo .- e quindi. 11 mer1d10_- infatti sembrò per qualche sioni regionali sul terreno della Ietteratu- nahsmo - P?Sto m q~esta misura non _e tem;:o. l'abbandono della poe. ra: ma assertore come sono delle autonomie hm1tazione. e una d1.ataz1one. Infatti 11 sia per una diversa ed esclu- regionali in politica. non vedo perchè non lombardo Manzoni e il _siciliano Verga pos. iva ragione dì vita· o aopro- debba, e non dobbiamo, esserlo in lette- sono scamb1ars1 le l?~rli: ma. entrambi, con dare necessa, iamcnle a ena di- ralura. tanto più che negare in Italia le una letteratura_ g!a falla _non avevano ve1sa e concomi:ante ragione antiche e profonde diversità regionali è niente a c?e fare. ~• hanno niente a che fa- di poesia. Che la seconda al- una ipocrisia di più. e Ja cosid~tta unità re con un Itaha g1a falla, g1a malfatta. lernativa fosse la vera lo pro. nazionale è solo sul fondamento ammesso GIANCARLO VIGORELLI vò il gruppo, anche se magro e riconosciuto dì una differenziazione re- delle « Poesie religiose» in- giona'.e che ottiene il suo compimento ef- Quest'intervento uscira su! prossimo nu: ·!lise nella s,·ccìtata raccolta fettìvo: soltanto quando avremo ridalo al- mero della rivista« Prospettive Meridlona!i ». vaUecchìan2, della quale co- le ragioni un'autentica comp:te:ine. riv~lu- Vedi a pag. 3 altri mterventt d1 St!one e stìluìrono la gros a novità. e tando:ie non il colore ed iJ folklore fittizie Vad1a sulla nostra narrativa de! Sud. in seguito. le rare apparizioni •----------------------------------------'- ;n logli e riviste. tra cui la implicala e ìntuibil<l nella ri– sentita eticità e nell'inquietu_ dine intellettuale .delle mag– giori prove, per cosi dire, pro. faue (e in una. famosa. pit. che presentita annunciata) e che potrebbe aver il suo spe– cìtnen h questi versi del « Cu11icdum »: Quasi maestro agli altri mi fporgevo; ,1ia qualcosa era dentro me [severo: Ferma il mio dire. se non [dico il vero. E un giorno - nel salon fpie110 qua11t'occltì! - 1 l di:;corso ini:iato venne [meno ft1 una turbazto,z. vicina al [pianto: la Parola zitti chiacchiere fmie. La Provvidenza sue vie [dispose: mi fece atte11to a Pietro e [alla sua Chiesa: dPi martiri la Fede venne r nccesa ~1ud~210c~e. n~ consegue) so- turale delle cose. particolar- quel•)a _Pelooa del napoletano stanza la gente fuori del ti- :>o d1 qual1ta diversa da quel_ mente colpili è la carica vita. Ranien. • • • rocinìo. o meglio detto. Ion- ia strettamente, e . anc_he m le che contengono questi ver- ì\li verrebbe voglia a tana dalla religione dell'Ar- se1;so. lato. lelterana, e per- si e la scossa che produconc, questo punto - dì domanda- te, non sa ch_e ~a~ag_nano che d1 diversa e_anz1 ?PP:"s1a nel Jetlore. il movente più ge. re. al Fisco, quale fu. qual'è ben~ soltanto 1 pittori d1 car– na_lura sono, le ,ntenz1om da m,ralmente Ideale e spirituale stato. qual'è l'artista (il poe- retti. o de, b_ar o dellE; sai~ cui muove I autore e lo scopo anzichi, quello strettamente ta puro) che abbia guada- c111em!'-togral1che E:, dei _car che egli si pre!ìgge. (Egli per~ L IGI CAPELLI gnato. materialmente, tanto t~tn, -'."u;alt (ed 1 poeti del avverte anche - e la cosa e _______ da mettere da parte del de• c I arnno importante per la . leslimo- (Conti,iua a pag. 2) naro p~r acquistare casa- LUIGI BARTOLINI 11., 1 NVOVO LIIJllfJ DI ~IJ,B,-1 DE CESPEDES * DUE TEMPI DIUNA DONNA SOL In «t•rima e 1l<,1m», l11ngo racco11to ap11arso i.11q11esti gi.orni. I.a. ... crittrice racconta Pc11pcricn:a ,li '"'"· vit" ,lifficilc e il comr,lcsso 1lrf11111111& ,lclla solit,uline lc111111inile Tra le nostre sorittrici d'oggi d'I L' L'.R, 1)1 NA \.' 1)0 V I R f) J A tresl in una conoscenza diretta Alba De Céspedes e quella che Jè J', "' crt quella narrativa, della vita suscita in noi maggior copia soc.lale e dei rapporti umani di diffidenze e d1 nserve d1 venia poesia In se stessa, elf'- che sono le sue vere p05sibllità che la giustificav&no. Mentre tutte le sue colleghe, giovani o mento vivo di narrazione quan- di « resa.» narrativa. d1 coglie- quelle nostre scnttr1ci erano anziane che siano. D1 fronte do non ~ 1 tra.sforma m cunos1tà re un momento cruciale del suo p_ortate 3d accoghere gh etemen– al racconto o al romanzo di una erotica, quando non si perde ne1 lavoro, quel momento crucialP. t1. deteriori,. saremmo. per dire. donna il primo sospetto è sem• meandri d1 un comp1acimento che è dato non soltanto da una gh elementi che assicuravano pre quello che nasce dalla stes- psicologico, quando te minuzie:>-raggiunta maturità, ma anche, a una :ale ~arrativa un succes~ a sensitività della condizione se scaperte, le sottigliezze, le e sopratutto, dalla consapevo- so cornmerc1al~ net loro paesi femminile, d1 una sorta di po- amarezze della natura femnu• lezza di quella matuntà. 01 è di ongme, che di nflesso, per la }emica che quasi sempre tale nile non si diluiscono nel gioco accaduto altra volta di scrive particolare comumcab1hta che sensitività sottintende, quel del sottintesi, delle sensaz1on:. re _ e a qualcuno parve una appunto ti successo commerciale femminismo - anche se non delle allusioni. malignità, mentre in realtà assicura a certi au;on, s1 esten– dìchlarato - che si avverte sot- Insomma vogliamo vedere non lo era, o lo era solo in par d!va anche 111 Italia, la De Cé– to la narrazione, quando add1- quel dramma tutto femminile te - che la vera vocazione d1 pedes riusc(va a capt~rne gli rittura la narrazione ,:,on_si n- quella sorta dì tortura dell'in- questa scnt_lnce era 111 parten- elementi p1u vltah e m certo solve m un tradurre m 1mma- comumcabilità e della solitudi• za quella dt una narrativa per senso a farh su01. ginì e in figure certe umbratili ne condotto alle sue estreme rolo<'.alco rosa, ma che quella Laddove la maggior parte del– zone dell'esperienza che, porta- conseguenze all'estrema possi• originaria vocazione si era com- le scnttrìct 1tahane, dir_emo e<r te sulla pagina. affiorate alla bìlità di co,;fessìon• e non oc- plìcata sin dall'inlZlo a caus" l, da rotocalco rosa, s1 accon– suoerfìce, non di rado scopr!'" corre a questo proposito fare I dell'mterferir~ dì elementi psi- tentava di immagmare perso– no uno squallido paesaggio nomi di cnttrìc! come Vlrg, colog1c1 e cnticl che s, eran,1 naggi e vicende ricalcate sugU mondano, l'eco di confidenze, nia Woolf Katherine Mans- andati pressoché sovrapponen- schemi sentimentali d1 quelle di conversazioni, dt abbandoni fìe!d ti Gianna Manzlnl casi do all'inìz,ale II gioia d1 raccon eroine tntemazionah o alla con– che stentano a soMevarsi oltre direi 1'mite ciascuna nèl suÒ tare n, _tutt~ femmmle, che tlnl• ve:nzionahtà piccolo borghese, l'occasione Immediata anche partic,,lare inondo e nella sua mava I uo1 primi racconti e II l'autrice de, racconti di Fuga quando riescono abilmente a particolare educazione lettera suo stesso primo rotna~o Nes· e di Nessuno torna rridtetro cer– mascherarla e ad arricchirla ria di una 1emminilità condot- suno torna indietro. V1 s1 a~ cava ansiosamente d1 adattara di elementi troppo rh1aramente ta 'all'estremo delle sue p~i- verhva anzitutto un certo eh• ?- ll:JlR vita e àd un ambiente indifferenti alla sua ìspìrazio- bilìtà espressive, ma, per resta- ma che da Pearl Buck a Daphne italiano non tanto la meccan!– ne. D'altronde il dramma della re nel campo della narrattv? .. ct Du Mouner <e citiamo Que--ca dt quei personagg, e dt quel– condizione femminile c, sembra basteranno quelll di una De- sti nomi a t,tolo puramente m- le vicende, quanto certe inne– Indi sociabìle da uni, letteratu- ledda. di una Cather di una dJca\lvol impregnava d1 se stes- gab1h poss1b1lltà d1 penetrazi<>– ra femminile: C:ache mondo è Glasgow, d1 una Lagerlof, one- so la narrativa femminile più ne psicolo!?)ca dei loro procedt– mondo non c5è verso o prosa. ste scrittnc 1 se mai ve ne fu• diffusa n ltatia e all'estero nP menti. Laddove le altre si ac– poema o romanzo scritto da rono. g-li anni precedenti al secondo contentavano d1 taluni dati una donna che non sia la te- Pei tornare alla De Céspedes, conflitto mondiale. esteriori. la De Céspedes sì ren– stimonìanza dell'indifesa soli- Il suo nuovo libro Prima e dopo, La superiorità det:a De Cé- deva conto d1 come alla fine tudine della donna, di quèl par lungo racconto apparso In que- spedes sulle narratrici 1ta- quei dati estenon, noortat1 m ticolare modo di soffrire che • ti gioml In un volume della liane di quel periodo operanti un clima e m un ambiente Ita– lns•to nel suo abbandono, d' collezione di Mondadorì lntito- in quel clima, non consi teva hano, diventassero pressoché quella esclusività della sfera de· lata 8> « Grandi narratori ìta, soltanto m una mag~iore scal- m1tlc1, s1 estraniassero da ogm sentimenti che esclude qua I llanì », e sPnza dubbio l'opera trezza e intellleenza che la por- realtà e da ogm verità. o deca- semore oenì razionalità. Ma che ci offre la pçss1billtà d1 tavano a dLffidar~ di soluzioni FERDINANDO \'IRDIA auella testimonianza è accetta- esaminare le amblz>om di que- troppo rosee o d1 •,chem1 senti- bile sul piano della i:oesìa, d1- sta scr,ttnce rispetto a quelle mentali troppo effusivi, ma al- (Continua à- pa1i-:-21 •

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