la Fiera Letteraria - XI - n. 5 - 29 gennaio 1956

Pag. :.! LA FIERA LETTERARIA IN MARGINE A DUE CO~VEGNI * IL ORTO popo o e cultura L'avvenire di una cultu,:a, che torni ad essere meno acca– demica e meno d'eccezione, non più separatistica e non più di privilegio, più che su fatti d'organizzazione e di propa~ ganda va ancorata su quel « mutamento in progresso» che e in corso dopo il 1943 negli scrittori, neg!i artisti, negli uomini stessi di cultura. Il Congresso di Roma apre nuove speranze Domenica 29 gennaio 1956 Al Cou\'egno di Pa1az.zo Barberlnf. Da sinistra: Giampietro Dare. Giancarlo Vlgorclll, il sen. Ciasca, Mlnaj Faldclla, Arnoldo Mondadorl * Nella foto: Maria e Goffredo Bellonci, Alba de Cespedts, Guido Pio,·ene._ Anto~fo BaldJnJ, Ercole Patti, Giovanni Spadolinj, Carlo Alianello, Ald~ Ferrabmo, l:~o Morettl, Gino Tlbalducci, Amerigo Bartoli e Giorgio \ ecchietti l'\on è sfuggita agli os– ser,atorl politici - ma so– pratutto non deve sfuggire agli uomini di cultura - la coincidenza che i due ma11- glori partiti, il comunista ed li democristiano, a distanza di pochi giorni abbiano en– trambi affrontato un proble– ma culturale di fondo quale è quello del rapporto tra la cultura ed 11 popolo. Enun– ciato co ·I. 11 problema può anche apparire. e non è, una manovra o un' insidia de– magogica o propagandisti– ca; od anche un controsen– so. perché la cultura, dal momento che è popolare e popolarizzata, altro non è (o cosi si crede) che dlvulgazlo, ne e quindi non più cultura. l\la il nucleo delle discussio– ni. tanto In sede comunista, al Congresso di Livorno, quanto In ede democristia– na, al Convegno di Roma, i, tutto qui: dire cultura e po– polare> vuol dlre garantire radici popolari, e cioè non aristocratiche. non borghesi, non separatistiche ed esc!u– sivistiche. alla cultura stes– sa; e d'altra parte vuol dire svolgere tale cultura In mo– do cosi autentico e completo ';;;!nie cr~~t~~yo~r~l~n~~J:li dalla cultura possano Invece usufruirne ed esserne coin– volti e diventarne anche I· protagonisti. Ma non entriamo In meri– to. per ora, alla l'orata di questa idea. e restiamo alla cronaca. Dunque. a Livorno s'è svolto per l'Epifania il Congresso comunista per la Cultura Popolare (il teno), e vi hanno preso attiva par– te Zavattini, Reoaci, Jahier, Bobbio. A1icata. Salinari e al– tri. e sono state notate le presenze di Pratolini, di Gut– tuso. di Muscetta. di Bernari. di Pasolini. di Bassani. Al Congres50 ha fatto seguit1 un appello. dove si sollecita– va una revisione in senso meno accademico della no– stra cultura con suggeri– menti di iniziative att~ a conseguirla; ma sopratutto l'appello si reclamava all'al– ta lezione gramsciana della tradizione nazional-popolare della nostra cultura. pa • d•gll organi di lnformr,.. ètone, da. pa.rte nostra. in ultt– mo offrtndo sacrtftct • abn•– gaztone Jt. ria la produzione originale ri- tempo sono state ai margini me/ 5 r 1 tsvu•l~a •• t_t1.. a 0 g1 gt?iu 1nntciosroa.nogg'tacno-.l pa.rttc lare ps!cologi.a. Essi. cu– volta ln modo tspecifico al ceti della vita associata.-. ~ -n cheranno si t libri e la cultu– rimMti unicamente alla cultu- Kon po slamo dare debito tf e conser..tono dt credere eh.e ra, ma prtma. dt tutto sotto la. ra.elementare • post•elementa.- ~azio a tutti gli interventi. la d1/lu.tlone del libro in Ita• specie dell'utile e del pratico, re, _.!fa 11elsettore della prepa.- Quello di Giampietro Dore, ha possa essere ultenormente per eleva,..,t pro/esstonalmente ralwne, tecnJcerpro/e&sion?le, in doppia veste di scrittore ampltata e non in piccola mi- e quindi socialmente. Se L'a- Giancarlo Vigorelli ha si.~ di quello che s, rlfensce e di editore, fu d'impostazio- sura. Per questo è tuttavia ne. mor, dei lavoratori per la let• svolto II tema dell'a-oPOrto p1u direttamente aJla vita as- ne pro,,rammatlca e di bella cessarlo abrogare dtviet, e in- tura non sara susc,talo _ten•n- o no dei quotidiani e delle socl~ta tn un r,glme democra- precettistica morale; quello tralct burocrat1c, alla vendita, do presente questa particolare riviste òl,i problemi cultura– tfco, . di Pasquale Lancia. direttore specialmente per quante s1 n- ps1cclog1a, no,. potremo costi- li. ma sopratutto ha d~li- C) per quanto .tt sia ottenu- dell'Istituto Luce, investl i ferisce alle care e benemerite tut;e q uante biblioteche s_J vc:r neata quella revisione della to un notevole aumento non problemi del contributo del «bancarelle», tenendo ben pre- glia.no, nessuna nascera viva e cultura stessa che è tn cor– soio nella vendita del libro, cinema, della radio, della te- stnte che il libro può e deve vitale. so da noi dal 1943 a ogg!. considerata tn cifra assoluta, levisione alla diffusione del- essere venduto dovunque». Tra le varie tniztattve adot• Ecco i punti programmati- ma anche come costante acqut• la cultura; quello di AMc,do tate tn /talla Mll'ulttmo de• et. 0 quanto meno di im~o- :,~:,o:ie ,t!tJ':!; 0 r:ild::.~!'"cl! Mondadori, t PJr/milatrl a so~~ sr:i~u1~ 1 a::iazii~rris;:. r~~~~~~'to~el suo applaudito molto a.ncora rimane da fare un. c_O!)SUnt vo_ e a_ prop a za e Vif(0relli. Tomo.so Boe- I In questo senso • più precl•a- atuv,ta editoria_le. SI co1,clu, za, sovrintendente della Bi- « Un dt•corso su quello eh.e mente. 1 se con ottun1st1che prev1s?o- bi" t N i 1 d' R • , . m valide un po' per tutti. io eca az ona e ' orna, I può essere l'aiuto • ti concor- 1) rendtre funzlonail le bi 1 • d , ha impostato il problema so det quottdtant e delle rtvt• bllotech.e, che devono rlspon: Bastino poc li ali: delle biblioteche, lamentan- ste alla divulgazione del libro dere alle esigenze det lettori "Per quanto nguarda Il li• done le carenze. Ecco il suo ::e J,mteplrz!caa !';.i'!!!~?_ intorno al- Ne deriva di conseguenza la è · tt schema· &.u- ,,_,, , ..... neces!ftà dt cordinare a tal ~:oin o~g~me·~gt~s~:~ 1 i r:one; . A compendiarlo 1 n pOChe Ti. uopo tutte le infi:tative a.!sun- e a basso prezzo. Inicdatwe del « Una distribuzione fTTa.ztona- ghe, ti meno che ,t ctebba con-- te dallo Stato, da Enti para• genere _ c he richiedono ad•· l• dell• btbliotech• nei territo- statare ; che dopo Il 1943 an- 1tatall, da Enti locali e priva- guatl me.ui finanztarl e tecni.- rio impedisce aUa maggior par- che 1a "terza pagina" dei no- ti, che chiedono in modo di- ci gtacchè il basso costo st ot- te della nostra popol~fone cU stri quotidiani è andata sog. retto o indiretto aiuti e con- tiéne solo stampando I llbrt tn leggere e studtare. Vt sono tn- getta a trtl!/ormazlont, a con- tributi statali; rotativa e ~on la confezione /atti città assat ben fornite, tamfnazioni, in bene o fn m:i- la i~n~1~u~:;e 1/;r 0og,::~t~~~~ automatica _ hanno gtà avuto ';:,~~tr;rl~~o~~l fWgmt;•;/ ;g: ~ a ':;,Utfmf"tti• ~tcrlmtna.,g_ a contatto u libro stesso con un .!UC~isso :r1!ertor~t6d ognt giunga il particolare carattere 'to 0 ~eca':e~d:,a e io: 0 è eu:~ quegli strati socialf che non ~3:e;,~aur~aValo~t 0 :Uuu:ite,c~~ dl mclte biblioteche che, spesso le, il gusto dell' "elzeviro", possono frequentare le librerie; venduto a un prezzo variabile ineguagliabili per fl loro pregio, che era il perno della '' terza J) avviare a tale scopo un fra le duecento e le trecento- sono altrettanto inadatte a sod- pa.gtna" classica; perciò si censimento, non solo delle bi- cinquanta !tre, trova. una cllen. disfare le esigenze dell'istru- spiega che le "terle" di Oggi bllot,che, ma possibilmente del tela vastissima, e ne fanno /e• ztone e della cultura di quel stano meno "letterarie" d, létlorl divisi per categorie, per de I dati relativi alla « Sibilo- uaJttss1mi ceti elle dello studia quelle rtl una VQ/ta, Il m(l{e t,gota, petulante, eh.e a.I ftnt di un lancio- librano è ,en. z'altro efftcl•nt•, ma che ha decl43sa.tola eritrea.- non aem– pre a torto, ~rché anche la critica ha molti ,uot peccati, quello d'essere formaltatica. l!.d ermettca, mat cotnvolta at ve– ri problemi vitali dt un libro, ,empr, escludente 11 pubblico. Questt, appena .schiuati, 10- no gt! asp,ttt pratici del pro– blema. Ma t problemi pratici, !l sa, &I possono sempre risol– vere. Ba,tano un po' di fondi e un minimo dt organiz.zalione editoriale, e st può fare subito una rivf!ta cultural~ viva, e in attivo. Alla. &tusa. !tregua, basterebbe eh.e due o trt gros– .d quotidiani comincuusero a. rtdare maggiore autorità, li– bertà, sp02to al proprio critico letterario, e 3ubito si rtsolve• rebbe quello steuo decadimen– to o dis/u..nzfonamento che qut si registra. Ma attraverso quotidiani, .,ett1manali, rivide ho sempre t mle! dubbi CM st raggiun• gerebbero I ceti popolari, gli ~~f ~P[i~~~7. •_cf,n~~:~~~n~; I di più. la radio e la televUione. I cor.m neuu 3Crittori e negli UO-– Per raggiungere, e -pereducare, mtm stes.!i dt cultura ». , ceti popolan occorre 1mon-- tare le macchine anstocrattco- I lavori del Congresso di borghesi della nostra .,oc:eta Palazzo Barberini. che si e, in particolare, della no!itra erano aperti con un impe• scuola. E' lo p,eudoumane!tt- gnativo d:sc'orso dell'onore• mo, e l'accademumo, e il ner I vole Fanfani. si sono chiusi 21ontsmo • controfagottutico » con le parole _ e cioè le ~:~ahano:;;:tgu.ttu;a :~~!~:é p_;-om~ - dell'on. ~renzo una dtstan'3 tra popolo e cui,. Natah. sottosegretario alla tura Il problema vero ;. que- I Presidenza del Consiglio oer sto. · La nostra scuola • antl,., l'In!orm\':zlone: ed il meno popolare e mtellettualut,ca, che vog, •af!l0 dedurre dalle e q uel che ; p egg,o in forza I sue p_arole e che molte nfor• deU' intellettua.lt& mo borghese, me di str~Jttut:a son'? _1ncor• fond at o ctoe p,r tr, quarti ,ul• so, proprio a1 verllc1 della l'ignoranza, sulla decadenza. burocrazia statale. propri-J Dove .sono le voci genuine dd- perché st smuovano tante la mente, del cuore? \'eccltie remore e alla cultura Dopo il '43~molte cose sono sta restituita non tanto e 1n mutamento; t:: gia parecchie non soltanto una vaga 1iber- 1mbMt1gltature mtellettual«tt• tà ma j metodi e i mezzi che e lett_erarte. ,ta:ino decom~ pér non mortilicarla. né dl– ponendos, da se. L avvenire dt tentarla. ma per aumentar• una cultura, che torm ad e.,.~e- ne la dignità. il progre. ,o. d~ ;1~~~e:~%.a~~~ 5 ~~; :u ;: l'~pprof~nd~mento. Q~alc~sa d'organt.z.zazwne e dt propa- s1 IY!UOV~--·· non re~tl!30 1.m: ganda (pure 3ervendo.sene... J m~btli .. 1 . protagon_1st1, c1oe va ancorata su questo « muta- gh uomm1 stessi d1 cultur..t. m,nto in progresso• eh.e e ,n FERDI:,..\.,,Do LO)lB.\RDl LENOVELLE DI CICOG~ gusti, per tendenze; teca moderna Mondadorl ». Ne- ~/ej~~tgo~~a ;;~j~~~onnoen fei?~ f;~~ 3r~,:ròi•,!fg~~~ 0 i;iti~i 4) favorire la creazione di gli ultimi quattro anni ne so- loro vita. braria, va sempre più d,irada.n- (Continua da pag. I) A rte che non è mai so!o vi.slval mi, l'l.mporta.nz.a di questo te- biblioteche specializzate per i no stati vendutt 5.441.000 esem. In questi ultimt anni si .so- do; e ciò ,wtnene per parec- ----- e coloristi.ca pUr essendo anche ma nei __ mondo contemporaneo, r,;~~~{~i:: ~d~:5:~r~f ~;~; ;i;~~~ia~ 1~;i1?Jl~}HEr :~:t~~ ~1{r,:;a 1 adt'~1b~~illc~ ........ __ ~~~~ r:u~:!~a 1 ~rl:f~httferi: ::1~~~:sac:!· ~~~~l~~od:1 ~ ~~~~~ } t~J~:a i1~t1 :fa~~~ t ~~~ca~ cetto di cultura, non intesa zio, Grazia Deledda, Verga, ~ettim~nal~· le stess~ scuole, ria; 2~/'"[icht d rrl~cl rr /" gioo, àJ pie.toso o al grot~o? d1 consapevolezza profonda del re a Thomas Mann) ha saputo in senso puramente nozionisti- Trilussa e Tolstoi: non certo i ogni or ine e gra o, si so- Pnrla. l'Editore :Hondador! essi i ri or e tr rna 1 ;o- Cicognanl possiede lo stessO mi.stero Non per nulla Ca:o~na-1 far scatunre da.I mlS"'~ro d1 cer- co be-nsl formativo e tale da scrittori e< popolari» nel enso no andate moltiplicando, ma no fncer f .!e con . ~uare a. a: ... d M ni è anche uno stud1050 degll t1 stati flSlCJ.. In C1cognan1 il nessuna di QUe.!teco3e può so- re opera di '' cntica" o rh vigore e lo steSSOmor ente. 1 a . senso esoterico poe!:1CO e morale consentire l'Inserimento in es- deteriore della parola. Sempre .c;titutre la funztone del libro. cennio per portare il libro nei ,. Informazione", e spesso s, verista lo non lo direi, almeno umanisti neoplatomci, oltre t:1e malattia s sa delle forze e delle tradizto- nell'nmbito della BMM, larga- Il quale arriva nel luoghi , cett piu umili, dei;ono essere fini.Jce a non fare n~ l'una né nel senso onnat corrente del Iessere un ag.giornato osserva °'I della _ assume pesso ni popolari; mente acquistate sono state le nei cett più impensati, ma di ricordati i « cenJri di lettura» l'altra mentre occorrerebbe tennlne Le narraz!.om sue mi·! re di tutti gli t.tmi moderni: co- luci suggestive. ~la P<> 1 « non è 5) fare i11 modo che, con tradtuiont di classici lattnf e fatto la cultura, la sena in/or- e le « reti nazionlzli dt presti- saper / are e l'una e l'altra; 3) gliori nOn sono veristici dOCU· sicché la sua formazione nsul-1 colpa n~~ se non si cap:sce ..• una sana e democratica cri- greci, mentre hanno rauuiunto mazione, sono tuttora patrimo- to )). Queste provvedono a por- fati.ca di aggtorna.rne. l let~ori; menti, ma poetiche tragedie, ta assai complessa e sostanz:10- Si vede eh e~ necessa: 1 0 th8 tica politica della cultura, si l'alta cifra di 746mila le copte nln di pochi prtvflegfatl. Il de- tare nelle parti plu remote del ria it aliana e stranzer.a e in eventi trasfigurati da un moto sa. Se il realLsmo (spesso U'O- tutto f~ COSl ... « CODC.i.Ude un ~~s::t~~gv;~:gi~~tiu~~i"::t~r~t ren_~~~~iteel~e1iao~~z~~{~!ed'ar-sfderto di leggere, di sapere e re~is:, ::~~fnJ~ ~b~ ~u~tb;;~ tale aumento di pr(!du21one da religioso dell'anuna. Perché Ci· nico) di cert.1 quadretti può far pe~.naggio. moderru . el1 e atti vtta imprenditoriali che ce 05 S 1 1 i apmoptr 1_e 0 bsbme ecrrce 10d dreet cvh 0 e1~~n1 1 f n0 1 vn~d'c 0 t;ud~,~~q-iua~entJt1oi:s~,- i { 0 sp0 P1 1 ':. 1 1 tal ; 1 1 rm;.. r.ovate libri oculatamente scel- f 4 r~ 1 ft~~ redh.ié~ ~;~~;/r!i~ frfd.U1 tfotrt ~~~~ ~al~~i ~e ~iiln~o~ ~ ~~~°:5~if~;e ~ sensib~;~el narrato~, dno~ operano nel campo della cul- p,;, ecenon1,·c1· a",a avuto sfa. e trtlc~lessetceo:;ed,.aledtetoUrel ceus,,gde nvzoenoe p re le ras.!egne ea- intenso raccolto sentimento scnzionl e simillt.udiru mostra~ va ~unto un ardito con ser- tura e della scuola in ogni or- ;. · 1 vv maginare; n essun'altra cosa '' (.!- tro, dt cinema., dt musica, del- , - - vatorismo e t. rad:z.ionali.smo d' dine e urado. /nfattt solo con vorevolf ripercussioni sulla ven. può aVv!ltre, accumula. re tan- ~ervire. I « centri di lettura» le artt, di r~dfotelevislone, al. del tragico. Egli non \'ed.e e nar• no la pac3:ta sensibilità d1 un essenziali var ori (oggi è e a rdl: una stretta intesa dell'edito- dita di quelli a preuo normale to sordo rancore quanto l'in- .sono invece piccole bibltoteche cune a regime pubblfcitano, ra soltanto, ma ~ente e consen- Manzon~. Si legga per questo se- to • eh· n.serYa . . ria propriamente detta, della - Da 1000 a 2500 lire - che ferlorltà spirituale, ta Inique. affidate a, maestri delta scuolr. hanno preso la mano sulla te. Possiede quel sentimenw del condo ri!erunento U primo pe- 1 sa CO re), che e stampa. quotidiana e periodica, sono merce tradizionale delle cscl?Uione dal godimento de! r,_opolare, annualmente altmen- critica letterari a; 5) perch é gli tragico ch'è cosi raro nel nostro riOdo. di pag. 136 .• e s.i osservll 1 quanto dire c!le.s!amo di !ron- del cinema e della radio-TV, librerie. Viceversa, conttnuano beni dello spirito. t'ate secondo le rlchzeste det stess, editori trascura.no l'fn- paese· dove nemmeno gh a.vve- bene U tono di quella parabola; te~ un «_classico». . sarei p!'!Sibile raggiungere un a trovare numerosi acqufrentt Peraltro, in questi ultimi an- lettori medesimi. L'una e l'a.l- vio delle loro pubblfcation. 1 a.i nime~ti più atroci e funesti ne- ovvero, per la pnrna mdicaZ'..c>- amo di fronte ad un C..a.sfil– punto fermo nella formazione i volumi della «Medusa.», del ni ·non sono state dtmentfcate tra iniziativa. hanno grande g[ornali e aUa.persona det cri- scono a turbarci moralmente e ne SI notino le_ r..roluzioru bru-1 co della narrativa un:~-ersale democratica e culturale del «:;onte »,ddl « Om.n~b~f11,t or la lettura e la biblioteca. Die- ~~if~~ap:r j;l 1lb~~~io,:;.: ~;~~ tic, titolan, convintf .1f servfr. a divenire spiritualmente ani- scarnente tragiche O soltanto I moderna; e '"con_qu~ta mchca..- TI Convei:no di Palazzo Barberinl. indetto dall'uffi– cio culturale della Democra– zia Cristiana (bisogna dire che da quando Fanfani reg– ge il partito il settore cultu– rale non è più trasi:redito e trascurato. e va aggiunto che il merito magaiore è di Mi– nay Faldella, che alla passio– ne associa la coml'etenza ma sopratutto un < rispetto del– la cultura > rarissimo da parte di un politico). si è svolto il 14 e 16 gennaio e dopo alcuni inter\'enti, talu– ni polemici, talaltri conven– zionali, ha comunque sapu– to impostare su basi nuove Paese». ~~~ :ttt~ii~{}~J~~~!?~ri~ r::i1~ir,.i2i~fntf,t~:lip.t;:~r, ancora insufficienti. :1e:i~ss; 1 ;;}:t~~:•pou utf:::~ ;~;neo c:~~•~,i:m;:'!~ ~o=~v:~~::n~ti,.:,:n 1~: ~•~~ appunr<>SI vo.e\'a conclu- dei1-~;1;ci:a~~Pt~ra?~re~ti1~! collano a prezzo popolare. In da datori di lavoro: b!bllote- la ~~1fi1/a~•~~~b1i~~b;g~p1;;: maggiore alle cattedre critiche tacci. Dove le poche tragedie cldisslma del _reale, la perce- PIERO REBORA D . C . ti i Q,·nuoel•ltroe ,·1"stutcocreessova.otte"nguitsotr~taot1 che pop lari. parrocchiali, di so e dtJ/icile, non rlsolvitnle dei quotidiani è venuto . da possono essere esteriormente or- z1one acuta d1 ogni esse.nz: a!e il rapporto popolo-cultura. Se ne sono accorti, gli stessi comunisti: la loro stampa (,·edi ad esempio l'articolo di Umberto Barbaro su l'U• nità del 19 gennaio u. s.; ma anche sul Paese-Sera, ed è annunciato un intervento del Contemporaneo). pur con le– gittime cont~stazioni, ha se– guito i lavori e le conclusio– ni del Convegno; mentre 'a stampa cosidetta governati• va, o borghese. o indipen– dente. ha ignorato tanto l'u– no quanto l'altro dibattito. dando ancora una volta una sfacciata prova della sua e salute>. Crediamo fare cosa utile riportare qui la mozione fi. nale del Convegno e gli sche– mi di alcuni interventi, non senza ricordare che nelle due giornate di viva discussione presero tra gli altri la paro• la Goffredo Bellonci, l'edito– re Cappelli. Henry Furst, Giancarlo V!gorelli, Luciano Guaraldo, l'editore Sciascia. e seguirono i lavori Guido Piovene. Alba De Cespedes, ::lfaria Bellonci. Ercole Pat• ti Milena Milan!, Antonio Baldlni. Amerigo Bartoli. padre Marteganl, Giovanni Spadolini. G. B. Vicari, Gian– franco Merli, l'editore Enri– co Valleccht. Fortunato Bel– lonz.i, Gino Montesanto, Ugo Moretll. Antonietta Drago, Gino Tibalducci, Aldo Fer– rablno, Domenico Meccoli, Giorgio Vecchietti, Giovanni Artieri, ecc. ecc. Ecco - anzitutto - il te– sto detla mozione congres– suale approvata all'unani– mità: «Il convegno su! problemi e t mezzi per la dt!fu.s!one del lt· bro nei ceti popolari, organiz• za.to dall'Ulf1cio attività cultu• ral& della D. C., udite le rela.– zfonz Dore, Mon.dadort, Bozza, Vtgorellt • Lancia; prende atto delle dichiara• zwm dell'on. Fanfani sulla concretezza dell'impegno as• sunto dal partito della Demo– crazia Cristiana e dagli uomi– ni di Governo ad eflicacemen– te contribuire a ruolvere i gra– vi problemi conness, alla dt/· fusione del libro e particolar• mente della lettura; nleva come dall'incontro siano emersi I seguenti punii: A) l'editoria Italiana h.a già creato alcune collane a prezzo popolare destinate a mettere alla portata delle classi meno abbienti un ricco e vario ll.!S0r· tlmento della mlgl!ore produ.– zione antica. e moderna; B) rimane tuttavia de/icita.- emocrazia ris ana, n un u. rione, di fabbrica, di circol1 n- con una formula sola e nep- quell'altro fenomeno ca.ratte- ribill, come la Can_a.ce E: l'Orbec- BSSOC1aztone d.l_ idee scat urita int,.!'rvento senza gli abitua- libn offCiti da cc Selezione» ,u c;eatfvi. Ma esse giacciono pure con du~. E' certo anche rf&ttco del no3tro dopoguerra..-che, ma. non s0no mtenonnente da un fatto. S1 pensi a quella li adescamenti propagandi• propri abbonati a 1200lire eia.. quasi sempre polt;erose e ne- che la sua soluzione richiede quello del suc~sso det ·setti- sentite e non commuovono nes- stupenda descnz1one della na- L'editore Cappelli ha me~o stici, aveva illustrato I va- scuno: 120 mila copie richieste glette in un angolo, in un vec- una comune e stretta collabo- man~li a va.ria tira.tura, che suno; ovvero come la Merope, sc1ta d1 un uomo, della levatn• In vetnna il nuovo hbro di Lui- ~~Jt~sfaet~ c~~l p~t~r~:t 0 tra ::1o~~~~~8gn::,fia. 1 ~~l "t!~~/e: ~/l 0 ;;n;~iA~· ;;:,~;·ri~ai~~:;!;~'. ~~:gneE:ri pt':.~~~t<!1:li~. s ~~~i ~ori~ ~ez:-:n~g;~~"-i1n~~l~trt f:':.J' 1~~~ ~'r.t~ ~-UI~~~~:: ~o3~~ CO~ ~~ro· :~. ~ ~ B:l~~lin~~~~~~ ::::: quest'anno sf arriva. a 200.000. Il lavoratore, hanno una loro editor!, della scuola, della stam- una dLvulgazlone curto,a, ,pet- mento del tragico da noi non ha strillava come un ossesso.. »; call •· pl:~,:•s\~r:~e1~:ed~1fdt,'t11'~'t -~---------------------------------- quasi mal s:iputo subHmarsl In ~o ~f~t~!Ji'a~,.';,t~~v~e ~ E' un libro turistico polit:co, l'anafolbet,smo, lotta necessa• 11 tt d . \! a 11 • ~~C.:ln:'~gt~~~e~~~a :~ ter?:a di pesante, quasi ripu• che interessa i pass..,giaton do- per i risultati conseguiti, uno I I I operisti romantici dell'Otto- una luce di sublune eticità e di scntto smtet1co e laconico. Pur na e meritoria, eh.ecostituisce, aro a V ,i ore sublime universalità, I !P'3-ndl gnante crudezza, sl soffonde di menlcall ltaham e stramen dei giusti vanti del Partito, • cento religiosa maestà- Fra i temi ri• essendo un libro di alta lette- che in questo senso si t! lun• . . correnti in questa opera na.rra• ratura è àlla portata di tutti. gamente e proficuamente lm• Già, ~ Clcognanl un genul• tiva, sarebbe !a.ctie notarne al· Il volume è nccamente Jllu- ::;gngi::;ePj;f//'~in:~:~f; 1~ia.; no sent unento del tragico si a!- cuni predominanti: ad esempio strato con mcis,ont riproducen- di pa.ssaggto _ necessari, ma. (Continua da pag. ll !desistere dai considerarsqzol/o. Nòn é lo. p o.rolo. che gli gio del cuore ho. dir,itto o. ri• !erm~ al. di fuC>n/ 1 ~u~ vei:;· quello della malattia. Notai aJ. ti paesaggi <ti Castelli romani tnsufficìentt _ anch.e l'istitu• ----- < i,n w,mo sbagliato>, egli si fa. debole o.ll' estro, é vice- schiare la sua < novit<l. ~. é smo ;ag,"j' super ,cm e e · tra volta, e non voglio npeter- nell' 800. zione dei centri di lettura e rivo.to a do.re cosoienzo. àjdebbo. oggi meJto improvvi-1 i;erso. l' estro che gli vielle de- psr tutte queste co,ivinzioni :t''/m 1'/: co=~~'am~t:ii: delle blblloterhe scolastiche • quel lo che in alt ri (i so!iti co-, sarsi otmiquo.li; olta si ac• bilito.to dalle pregnanti vora- che mi sono si,illto ad invi• v~ion~ reu~':..a del mond u ed :~~~~ 1~, 1';i/{i~';;'i";re~I ~~~ loristi o_ parolieri 110.poletani) cinge a S<?riuere: pe~ché io c ita dcllo._parolo.. E' t1Ltto.qui tarlo allo. decompo_si.,.ione del. una coscienza morale deu!u_.. nomict, la promozione di di- è gro.tmto g10co barocco1 SOJto coJtvmto che gli !)16(18 fo. s1ta cns1. e basto. niente '!- la parola, prop:'.0 essendo sima, che sa vedere, descrivere, battiti e conferenze e di quan- Mo. a me pare giu1tto il mo- anche ~a. questo 1>1com1nc10.-risolverla. Basto. q~talche di- certo dello. de~mitw!l compo- indicare e umanamente captre. to altro possa essere utile a mento di dire a. Ma.rotta di re oa_n, ~olta da _cano tanta stra~1o_M, do~o uno strapote- stztone che egli so.pra dare ad I tipi, gli ambienti, le sltuazio– dare gli stumentt primi e ti allentare ,rn po' questo suo smania d, buttarsi allo sbaro.- re d1 1mpw1t,gllati,re. Bo.sto. un suo libro <normale>, che nl sono In maggioranza !loren• piacere del leggere e qel sa· assedio sulla parola. Forse, fl•o ~elle parole ed, buttare qualche sanguisi,ga... o.pparenteniente non.g li asso• tlnl: e qu t 11Jlcunivorrebbero pere. egli dubita a11cora di sé; /or .a. P-rola st essa_ allo •~ara- Ness1mo concludo. che vo- nugli,_ 1( 1a. che. so.ra tl suo denuncia.re Il ristrett o lim ite La cultura. popolare t! teno- se teme tuttora di a·vere qual- glto, mentre, p1n o._ tanta /Il· glia. normalizzare Ma rotta, comp111t<SS1mo _,·,tratto. del nostro Autore, e qua. si un 1:;:;:t~,:,n;tO:ac~~t~C:s!l'1~tf:;:d: che debito do. pagare con lo. r!o., MaroUo. é id~ve e•se>ei d_o1!0 che se mai _,o ho sempre Marotto. é g!u>lto ad un to.: troppo clrcosoritto ristagno di ti" t! 1 t 1 /etterafara come se non si 8 \9>tOre di imo. a t,ettanto. pa- -{1mto per sollec,tare m bloc• le magistero d, stile, che og111 esperienze. Non direi. 11 fatto ;::e~t~t~rd"~~,,1::z~1! n:,~v:,~ fosse liber~to del tutto dal zienza, d'uno. calma, d'una co tutto. la letteratura alla ulterÌ;Ore istigazione può >,li<~- d'una locallzzaz.ione unica del– dei ceti popolari. e 1~ rosldet• complesso ilei suoi esordi mIS ura. , noncon /ormità. Lo. sua ri • cergl1. A _nessim o.ltro lo d_ire,, le scene narrate non dovrebbe ta cultura «••élite"· E'. tn/i. reietti. Opp1tre, senza tante 5 ! ogo.to é, e sarà. l u?mo mq.rr< l.sempre uno. mera.vi- ma ~ l_u, si: sospenda d\ In• contare; ed ln!att,1 non conta, ne, ti mezzo fecondo per col- storie, questo acca,timento Ma,otta, slogato e sbo.glwto. gl1osa paguia sco,.i;olto.. Ma, seguirsi nello. parola. E da perchè tàle apparente ristrette,,. mare la frattura fm tntell,t- sanguigno mo. transl iu:ido sul- - ma né slogato >lé s_bagliat? 8611,a. farsene u>10.maniera, qualche anno, che Marotta "'.' (cosl comune a tante opere tuale e vtta ;1az10nale.verm,t- la -p!J.rolagli è dive, ito.to con ra,,z, t_roppo tn/aU,b,_le 71ers1• vorrei eh.e Marotta prendesse ha sorpassato le p:i.role: eh.i niente affatto « reglonàll » si t,ndo cosi I Inser imento n,1111 rti:ionale, non fosse altro ver-. 110) é 1I Ma.rotta scrittore. Il a.tto di qua,ito oramai lo. sua glielo avrebbe detto'. quando articola poi e si effonde e spa– realta del ; ne.se _dt t~tte l• ché se n.e servi per o.rgillQre' qu o.le Ma rotta scrittore sem- sie o. anormalità in liii é di- ne stavo. tanto at d, quo.r •ia 1n tipi e ambienti psicolo– tr;ze sa~et' di° u1 ,incon ~o tr,~ i SllOi t raviame1 1ti d'un cuoreJbra i; olere talvolta occultare venuto. co11sa11g11inea, conse11- Oro. eh.e questo sorpMSO.· glcamente diversi; se pure an– f,.,,,;:?a~I ~Mcerriuu~r~,,~ 1, 0 ~7n. r eccoci tonia.ti. a/ <cuore> di' sbo.glt e slog_at1tred~ntro imo. taneo., normale, e forse non mento dello.. parola. é o.vve1111- ch'essi quasi tutti riferiti a cer- 11uag11to, una nuo"• dlal,tttca Marotto.i oh e egli stesso ri- o.ppar~nte siste,~a2. 10ne d_ella deve pii, O.t'ere bi.sogno di /rn- to, arr!vere, o. dire che Mo.- te unùll cl~! artigiane e picco interna cavace dt acr,Iernre te1111e <facile>, quanto ora si !"ater_ia ,,del suo, llbn (vedi, go.rsela addosso, di eccitarla, rotto. ·può addirittura. toT'1iar- lo borghesi della vecchia Piren– i! ricambio dell-i .,ocietà lto- è accorto _ e 110; con /1ti _ •~fatti, l ,mpalco.turo. schema- di parossi.stizzarla. Dal pa- sene q11che là dove ero. par- re, _ammassate In caslpole ed liana, trovvo s,,e,•o l•11ata a che è invece "'' cuore ittesau- t<ea.deglt Al_unn1 e di Salute rossismo al po.rodismo, il tito: voglio dire ctoè che può anditi umidi. e bui, In « appar• concezioni superate. . sto 6 inesorabile, un ciw re a noi/, quasi ad assecondar'! passo é breve. prendersi t1ttte le . llb_ertà. tam~ntinl" pieni d1 tan!o e <ti Da parte del Parllto esiste < di/ficile >. e per quo.le ra• mo.gg1orme11te lo. sua consp1- Non é che debbo. m1ttarsi:I No11 che debbo. riscrivere mucido e di decol'0.58 mLseria; un impegnc ,n qu•sto se~so: lo qio, u c~itico d" pimto in ra11te volo,:tà di /o.r<; un li· anzi deve darsi lo. fiducia. di Tutte per me 0 La scure camere misetande <ti po~eri dia– h.alditto/hlarai7;ente I onorr bia~~o ;uò dir/ai Imo scrit• bro non 7l1ù ro.psod<eo: ma essere queUo che i Scrivere d'argento, per carit!l.; mo. - voli, letti sfatti, comodini ta.r· 'é~~ve~~o"a~di~at':f'r!~e::o'b1:. tore di rf111mcio.re () quello quell'1_mità '? 1mitarielà di tra- è scoprirsi, ma é soprat1ttto mi co.pi.sco.l_ui, mi capisco110 lati, l~inl ,malodora.ntl,_ U.'1 mt della. diffusione del libro che é dive11uto il suo stru- ma, anterv1S11e o. /arnlielo accettarsi. Ma l'accettazione , BU!)i_ l.èttort, e u>1 po anche :nsoad1 in_tlm.tà penoso, d1 de- net celi popolan, nel corso del mento di coscienza r salt~re quella _suo.parola ac- di uno scrittore, più che f•Ll• • n11e1- do. que, vecc_h1 !lbn . ros ind~ e .d, tnsonoo- quale , diversi relatori ed ora.- . can,t_a, t,:enetic,-,, lacera,,te. mineo., é pazieJtte. L'impa- ta~to se ne deve sentir~ pro- bile !n!eUci à, Infelicità di es1- torl, dopo avu d,scusw t tem• Se ho aperto questo discor Il disordme es,,!oswo de_lla zienzu. Marotta l'ho. già nei sciolto, do. 7J?tere quasi to~- ste re, ma senza l~omlllia. La pi e i m9d1 dt attuazione di ~o f" Marott~'. s1tper_a1tdone parola. gli dt:/lu.?ra _ l'o_,·du:€precordi: ma per rimandarla nare a. < scrivere male>, st: po vera _ gente dt Cicognam non alcune 1n1Z1atweconcr,te, do- 1l d,sag10 e gli 1mp~cc1, é per- e n~orole > de, SI<nilibri;_ ma nella scritl1tra _ e cioè neUa curo come dst:e esMnl ora di è qua.si mal 1~nob1Ie e bassa. po aver fornito indtcazwni pre- ché posso essere "' errore, se 111 altre turgid~ occas,on,. d" t . t d" l"b saper < scrivere bene>. P1tò Un immensa pietà SOVTilStale else, frut_to d1 lungh.e e_pazien• ma non in malafede. fnoltre, nell'Oro. in Milano. ili Corag- ,s es_a scnt uro. ' "" 1 ,ro fare marcio. indi,stro. to.nto é figurine stenie delle sue prosti– li espenenlze,I sono gwnll ,a a lui che forse teme ancora gio. questo 1trto ordi11e-disor- compu,to d- ,nonlocc_orr/.ett'c ,e, andato at:o.nti· e ualche pas- tute, della povera gente travia– delle eone us on, comuni, c«e d'essere < in difetto> potrà d" . 1 . 1 d l' esasperan o a, o. m 1 <Sca, . . , qal I ta e ammalata, del suoi lmple– e possibile Individuare altra• ,• h d" • , me, pie ra-1utvo a, era a t '; la moltiplichi ne! corvo di so ,nd1etro_.dopo S ute a no. gati affamati. Furfanti veri non vuso la lettura della moz,o- mag?" anc e '.'on ,_spiacer- ntturo. lo. ragione segreta de,_ og11i parola singolo.. Ri.suc• mi pare gwsto clt~ lo faccia_. ne cam e . o· (tutti sono vi– ne conclusiva votata alla fine ;~•/~~:;~~v~;~,~/~•a~~~!: successo_. rnmoroso d, que! chia nello. parola, quell'unità Noli de_ve per/ez,onars, P•~ stl conp v~~ ~ amore e con del lavori. · . , . . s1<01/1b11,_ qi,1_ m Salute a no, clte deve depositarsi lungo nello. b10.v1tro. esasperata di pensosa pietà). E chi potrà di• St tratta dt un documento to per resta>e < m eccesso>. è 111l'ece 1! gioco forzato, m- tutto il libro 111 questo li• "" pezzo come Il melone: ment,care Gigetta che passa eh.• ch.1art1ceIn breve l• line: ma '"?11 é sempre detto che son,ma si avverte uno. sqra- bro la fre,iesia della scrittu- pezzo perfetto, troppo. le notti In ca•• d'appuntamenti I fondamentali, de_lproblema: •• In -~cnttura, che pure (16 _con- ,wtura. ro. 'pure a me che combat• Tm ima lolltano. facilità e mentre i su; genitori piango'. I da un lato l editoria ttal1ana, r!1v1dele leggi, debba un1tare Nie,ite di male q11alcu110t . 1 , . d" . . questo. c1tlmi11ante per/ezio- no, e F'anny appassita dop0 un attraverso la pubbllcazfon• la atura L'eccessività ~sico d' . S d ' I . . o. con wia vo o11oa ' uni- l' li al d' ' • d•lle cos, dette collane • uni· n . · r n · h b/ ",<!· llC'?e 6 . a qu~ sias_i lcì (questo re11derci 1mich.e, 116 • a 0 te,'.ipo "~"" . 6 . 1 fugace_ tentativo d'amore, ridot• versali-economiche,., h.a forni- log<ea d_iMa otto._ on ~ . scnrtore _difa>e 1" 1 li/J>o 11"' 11.11uagliandoci,fa di og111mo l'd.arot_to.potià ave, e 0 :•gm~ ta « piu magra, p!ù vecchia, col to un.valido strumento di pe- sogno di paleaarsi attrave,su O "' 8110 1( 1 '7ranato._ Salute a di noi /a morte!. che è sco- 1iropr,o da queste po.gme di solito ve,,l.lto di velluto alluma– netrazion• n•t ceti popolari, ,,na eccede,tza della 11arola. 1:nt é 1m libro di minor estro. p 3 rta ili Salute a noi forse Salu•e a noi. Forse perché la calo, e il vecchio floceo di tri• dall'altro.• rlman~ def!cltarlo ~el _resto, nella sua l1u:1da /IL: Mo. é P:oprio da questa_ ca- pii•. chE" 111 altri suoi libri. sua. No.poli 11_lielaoff_re spri• na sul pe,to »; e Il ragazzo cec– la produzione originale rivolta ri:t mcalza11te__ la scr:ttura d1 rP;nza <11 estro. clie ~·orre, ,n- Potrà p1rere assurdo, e le- q!onata. brulico.,ife. d'S))el'SlS· chino che !'Ugge dalla casa del– fn m'ldo spec1/1co al cet, r&· Ma rotta ha g,a sap1tto nnve- d:cnrne - malgrado - la po- .,iuo. a llfnrotta un invito qu.a.-1 snna, Ma rotto. ha lavorato la matrigna, e 11soldato Pendi• I masti un,eament, alla cutlura nire certi ca sti abban do11i. w1 sitività. del/a crisi di No.rolt<l. si alla decomposizione dgna .,inora n compe,idiare lo. bel- no, Il pastore siciliano che muo– elemer.tare e r st -elementr silenzio im,, rouui.so. Né q1tij Qui, in Se't:te. l'estro t' piit paro/ii o q:1i111to mc110 ad lezza. Ripeto, no" che debba re d1 màlmcoma; e poi Baruc– ;,';,~ie ~ii: ;:;;;;ie ~~~'::;er~ gli ii,nprovcro - gli esalt~ fioco, mentre spe~so P. più ac- u110.s~a scarica (o cioé, ac- soi;uertire natw·o. e scrittura_: ca, e Besoh&ce, e Cati, e Ade:. ta un rilievo del tutto parti• an~i - la carico. s1i/lu~~a d1 caso. _la parola. PI!' tnveflata. canto a parole sovraccariche, ma, ~mr _co,i qualche /ulm1- mo. Ma non vale nommarli tut• colare é quella diretta a lm• una parola che 111 l!u ptu e/te Ora io nolt posso tmmaa,narc ,. bene collocarne altre s,:,er- I neo 1·1Scl110, 110,1 resisto o. 11011 ti: s1 vuoi solo osservare che porr• alla attenzione dell'opt- suolto é senz'altro immagine che. da s~ e se,1zo. gli n.vuistn- s011a/izzate, senza. scavo, ti• dirgli che enli oramai può ri• queste cinquanta novelle con– nlone pubblica la nece.<Sttà rii fe1. il suo trape.zismo estremo menti di un critico. Marottr, rate dal; mo. é perché io ere- conoscersi IL diritto - e forse saorano l'art<! d1 un narratore w,tulre blbllotech.e sper•nl'z· s1'1!a.mrolo è in/a'li 1tn 11er- non sia già cosciPnte d! si/• <lo interamente e/te é e scrit•l,;1 dovere -. non /Jitì <li com- di gran razza, da mett<C'recon zate per . 1 celi rurali e 1nd•1· 1>~t1to~~Ilo morta•e di im• /rito cnntr/Jsto. E, ripeto, é tore > e non <elzevirista.>, pendiarlo. o di cf_lrirla in i maggiori. Arte sempre penso– strlall: SI tr~tta /' ,rn ;b~fr~o m<::gi1•ii: ritengo solo CM. •m contras•o < P3r ecc-1Jsso >, c'1e ~ s•rit•ore >t0lt o. ris~rse nclle_qge, bens\ di dischi11der- sa, talora quasi meditativa, rlc– ~~:n~•;i;ne;t:to e;em~rrat7c~ c'?nscio di 11110. _8114Y.(~turi 1 à ·10,~ < pe_r difetto_•. C'é satl!- 1 /imi/~•• n~ !imltatn nei_ t61:ii1la, _di campeggiarla, di farla ca d1 ll•R;lcne morale e di al– deve avere ver•o quelle cate- di str1<tti,ra e a, me~z1. one1tt11rae:o"e 111!1!1, p11,e/te Caren- 1o nei luoghi, che é scnttore du1nre. !etti, ma non mal moralistica o gort• sociali ;he per lungo se Mo.rotta non potrà 111,ai za. Troppo sangue, troppo che s11 un co11seguito corag- GIANCARLO VIGORELLI predic.-torla: proprio l"opposto. RO~IMiO: Figure . ~ ( ..

RkJQdWJsaXNoZXIy