la Fiera Letteraria - XI - n. 3 - 15 gennaio 1956

LAFIER Anno XI• . 3 SETTIMA ADE DELLE LETTERE DELLE AR1 l E DET.,l,E ZE Domenica 15 gennaio 1956 SI PUBBLICA LA DOME ICA Direttore VI 'CENZO CARDARELLI QUESTO UMERO L. 60 DlREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA· Via di Porta (;&stello, 13. Telelonl: Redazione 555.487. Amministrazione SM-1:il!- PUBBLICITA': Ammlntstr, « LA l'lERA LETTERARIA t. Vta dt Porta Castello, 13 ·Roma· TARIFFE; Commerctalt L. 150 Editoriali L. 80 al mm, - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 • Semestre L. 1.400 • Tnmestre L, 750 . Estero: Annuo L. 4.000 • Copia arretrata L, 100 . Spedizione In conto corrente postale (Orupp0 lll • Conto corrente p05 aie n. 1-31426 * IN TEMA di poesia dialettale * dl G• .ti. CIIJO'.l.".l. 1 0 Sul_ gi~rna][ e le riviste specializza te continua la polemica mtonio slle ragioni della poesia dialetta,!e a_!suo- !mprevi to rifiorire nel dopoguerra, alla !un'. z1one d1 eco, ~- meglio, di variazione nei riguardi del– la poesia 1n lmg111. Per cui ne:,Ja maggicr pane del casi s, arriverebbe olamente ad una traduzione dalla ll_ngua_al diaùetto, con in più la doratura di qualche d1la_taz1one c3:ricaturale, cli taluni apporti folklori, suc,. che Jasc,erebbero però intatta la costante for– ~alistic'.', il • vizio libresco , . Come del resto garan– tirebbe ti fatto che tutte le letterature clialettalli no· strane trovano Ja loro origine ne,1Barocco. Il_problema. s'int€'?1de. è complesso, difficile, e non sl risolve certo nel giro di un articolo o cle1 solito rii:npiattlno a ba e di stilemi e di canoni monolingui– st1c1. con i quali critici e !i:lologi tentano archiviare un riflusso mai domo di fre,;chezza Inventiva e di fantasia, cli pienezza realistica e di sapienza popo– lare. Va piuttosto inquadrato ne,ll'orizzonte d'una società nazionale non ancora fotmata e stabilizzata, che si regge tuttora su varie e diverse società .regio– nali. tutte con miti, tradizioni e lingue diverse. in atr~a d'un processo di assimilazione e di fusione p2-:- il momento ancora Jontano. E per trOvare con• !erma aJ.!a mia tesi, senza ricorrere alla mancanza di un teatro nazionale (mentre invece e istono e si impongono un teatro veneto che da Giustinian a Calmo a Ruzzante a Goldoni a Gozzi a GaUina a Simoni a PaJmieri non conosce pause, un teatro na– poletano che perso \'i\•iani ha trovato un De Filippo, e via di eguitol. aggiungerò che pel"fino in sede di poesia sapendo leggere i nostri eia ici si potrebbero fa:-e cte;Je sccperte curiose, impen~ate. Tanto è vero 'Che un noto cr1tico letterario, sen1..a minimamente ,·iole:itare i te ri, analizzando la produzione dei no– stri i-crittori più quaJificati, operanti sul finire de'l– l'ottocento. ha potuto insinuare come valida Ja parte meno italiana. Quella cioè più immediata e ripresa da un s:.ibsrrato popolare-regionale. E, se per il Ver• ga di dimostrazioni del genere non c'era forse bi· sogno, la orprcsa maggiore è venuta da!I Carducci e dal D'Annunzio (anche e < Le novelle della Pe– scara>- avevano <ieterminato più di un sospetto) e da,J tenerissimo Fa.scoli (per il quale in occasione del– le recenti celebrazioni. una occhiata più approfon– dita e regi trata in questa direzione, avrebbe forse rapp:-esen.,ato un omaggio meno retorico e conven– zionale dei troppi contributi scritti e ,pubblicati a•lla bravai. Ma tralasciando una discussione sul carattere reazionario de'.le autonomie regionali e sul loro aspet. to romantico - come è stato definito - che qui si imporrebbe logica, trascinandoci per le lunghe. men– tre la o;uzione semmai resta affidata ad una osmosi storica iniziata di recente, lenniamoci p:ut.tosto ad alcuni ri ultati. Paghi di segnalare e proporre la forza nativa, il respiro e la consapevolezza culnura•le, in una parola la qualità lirica, di due poeti come Eugenio Cirese e Livio Rizzi. Di Eugenio Cirese, scomparso pochi mesi or sono. esce giu to ades o in edizione de,!;nitiva a cura di Feruccio Ulivi gran parte dell'opera inedita del poe– ta. L'interesse de-'.la raccolta intito!ata e Poesie mo– lisane>, consiste pertanto ne!l'o!!rire alla lettura - accanto all'ormai esaurito LucecabeTie - a.Jtri due , gruppi di poesie: il primo già approvato dall'autore e da lui stesso licenziato a,'.,!estampe, e un secondo desunto da un'attenta revisione dei versi rimasti tra le sue carte. < In ciascun gruppo - come bene è stato detto - si trovano elementi di particolare interesse: sra per 1'originalità dei temi, sia per la possibilità di controllare il lavorc> dello scrittore verso una. for– ma rispondente a quel sentimento essenzia,le e lim• p;dis imo della poesia che si accenLuò in lui di con– tinuo -. Ma più ancora per la chiara e sioora imma– gine di una purezza lirica, d! u_na compiutezza ohe colloca la sua poesia fra le pm nlevant, apparse non so!o in questi ultimi anni. ma a<ld•;rittura in tutto il novecento. Su Livio Rizzi, poeta !loricultore, corre già l'anedottica della sua bicicletta scalcagnata. delle maniche rimboccate alla villana. del cappel1one a larga tesa bruciato dal sole, e delle sue mani_ e_normi di pe;o e di gentilezza. Anche se la vecchia b1c1oletta corrosa dalla ruggine ha ceduto i-Ipasso a•lla 1100 TV, e il suo m,gozio rifugio. dove si poteva sognare ad occhi a.p~rti, è stato spazza_to via da Ile _luci zii neon e dai metalli cromali. Mag1cam€'?1te s1 e salvato in· vece 'I suo amore a!le cose ed alla gente. la capa– cità di stu;,irsi con occhi sempre nuovi, e di racc,on– tare a se stesso e agli a,!tri la favola de! 1 la sua vita. Con un vigore e:i2rgico. una dokezza trepidante ,e una puntigliosità linguisti<;a (risoluta_ ad estrarre 11 vocabolo genuino. il t1:rm_in2 p_uro. libero da '!'cro– strazioni e sovrapposlz,on1) uniche. Non per niente G. A. CIBOTTO (Continua a pa,g, 2) · .. TACCU.INO .V.I ARTURO TOSI: La Via Appia con pini BUI<; LIBHI ~uo,,1 DI u~ H01Hc\~ZIEH1<; c\U'l'l<;~l'l'l(;O * SIMENON E H1 PROBLEMA DELLA GIUSTIZIA GU;EHRA •• · DI CESARE )(,. .J.>E LOI ..L'JS Il lilolo90 • lii (Continua a pa,g, 2) (Continua a pag, 2) t QUARTA GENERAZIO 'E )I,. Posizioni nattesa Senza ottimismo e senza pessimismo si aspetta di poter ricono cere e salu– tare voci poetiche veramente nuove ~ di E 'RICO FALQ I -9- Valori poetici e valori culturali si corrispondono. Allo svolgimento e al rinnovamento degli uni corri· sponde quello degli altri. Ma non dentro l soliti sche– mi ideologici e formalistici. Perché, una volta mu– tat.a la situazione storica, muta anche la situazione poetica che vuol corrisponderle. Le antologie dei ooc,vi poeti a nostra disposizione rispecchiano tale mutamen o? In effetti. a mano a mano che. ci si avvicina e ci si accompagna agli autori più giovani e in formazione, le incertezze nel giudicarli aument.ano fino a determinare autentiche difficoltà, per superare le quali può servire cosi ti coraggio nell'a[[rontarle come la cautela nell'evi• tarle. E le difficoltà aumentano e si tramutano in incitamento alla temerarietà allorché c'é da presce– gllere e da allineare in antologia quelli ancor giovani e giovanissimi autori. Quanto più è limitato ii tratto d'anni nei quale il critico deve operare la scelta e quanto più quel tratto si spinge fino al giorno d'oggi. tan o più la azione del critico si rivela documentaria e risalta legittima. Ma per poco che oltrepassi il limite pre– scritto, provoca sqi.ilibrio. Autori insomma che tro– vano giustamente posto in un'antologia documenta• ria di giovani, non sempre ritrovano posto altrettanto giustamente in un'antologia storica delJ'in ero ~ ove– cento. E al riguardo si potrebbe citare l'esempio di Alda Merinl o di Antonia Pozzi. Ma non vorremmo che dalla citazione di àue poetesse si derivasse la persuasione che alle donne - se è lecito aZT.ardare distinzioni di questo genere - é riserbata l'ottima delle accoglienze nelle antologie poetiche contemporanee. Non una ce n'è fra i 20 autori della prima antologia di Anceschi e appena due fra i 53 della sec.'Onda; una fra i 44 deUa prima antologia di Spagnoletti e due fra i 40 della seconda; una fra i 41 dell'antologia di Fiorentino (con la giunta di un'altra in appendice); tre fra i 19 della antologia religiosa di Volpini Esse sono la =-~ dei '70, la Giaconi del '70, l'Aleramo del '75. la To– satti del '91, la Pozzi del '12. la Gui<laocl del '21. la Merini del '31. Sette in tutto. di cui soltanto àue appartengono aUa Quarta generazione. :--.on saranno un po' pochine? Ma coo;I siamo andati a cacciare\ nel giro delle poetesse. Ad ogni modo. di tutte i può in genere ripetere l'avvertenza premessa da :1-fontale a Parole deU'in!elice Pozzi: ci sono due maniere di capine: leggendole < come il diario di un'anima• oppure leg– gendole e come un libro di poesia >. Il più delle volte son le raocol te stesse a suggerire o a imporre l'una o l'altra delle due maniere; ma è certo che. ad esser lette come diario di un'anima. dette raocolte guada– gnano in comprensione e in adesione. per la maggior garanzia che cosi si ha, in rispondenza con la loro indole (di solito effusiva l. nella graduazione dalla confidenza allo sfogo, dal sentimentale al passionale. Tutta.;a c'è da osservare che nelle più qualilicate poetesse delle ultime generazioni. e in particolare della quarta. proprio il dato femminilmente più ef. fusivo risulta assa; ridotto. a vantagl!io di un'acu– tezza espressiva pari alla crudezza analitica. Ai cam– biamenti della tematica corrispondono quelli della tecnica. Forse perciò Crooe prediligeva poe esse dl tutt'altro sospiroso accento e dichiara,·a che e negli ultimi anni> non gli era accaduto per gli uomini quel che gli era invece accaduto per le donne: di cercare < i11vano l'umanità> e di trovare e in suo luogo un impressionismo di sensazioni intellettua.lizzate. al qua– le si procura di dare artificiosamen e l'aspetto di un ineffabile rapimento cosmico . Salvo en-ore, col passar degli anni Croce avrebbe finito col rimaner deluso anche delle poetesse: non di quelle, beninteso. registrabili nel :--.o,·ecento di Pastonchi e di Cena. Senza dover troppo largare il raggio d'esame. i mutamenti inte-rvenuti tra le poetesse nel Xove– oento sono. per quanto all'ingrosso. accertabili in una succinta, ma non rigorosa. recente antologia di Poetesse del Novecento, do,·e dalla ottocentesca Aga– noor Pompili i passa, attraverso la Giaconi. la Xe– gri e la Guglielmetti. ali' Ain Zara :I-lagno e si per– viene alla Pozzi. Guidacci, Spaziani e :1-lerini: dove cioè alla esperienza Urica delle prime quattro. che e nasce dalla tessa esigenza di biografia interiore da cui ,1ene ollecitata tutta la poesia posteriore> e che e si articoda tutta in una direzione di logica sentimentale e umana>, fa seguito l'esperienza delle ultime cinque in una direzione che pur subisce ,;a via una cri i di tormentata ricerca in profondità> e e solo in apparenza si risoh·e nelracqui to di un nuovo mezzo esp~ivo >. c. :Non una dh:ersità di tono e di stile. ma un profondo di. idio .epara la poesia contemporanea da quella che immediatamen– te la precede. , Quasi senza più attesa. senza più speranza. le poe,tesse di oggi, o quelle almeno tra esse che mag– giorme-nte amara. sentono la solitudine. si agl:'irano tra i ricordi come tra le macerie di un diseredato mondo lunare. E. fra tanto squallore e disamore, distacco ed abbandono, tocca sempre a Sibilla. alla Aleramo. di tene,r alto il ,-essillo e dir l alla vita, i alla terra. Più fortunata? Più pen ierata? Più innamorata? Certo è che i versi d'una o d'altra deile poetes e d'oggi. che potrebbero far da epigrafe alle raccolte di quasi tutte le coetanee. mai più 'accor• derebbero coi sentimenti delle poetesse di ieri * Ed ora. SUI chiudere la n tra ricognizione, ci si può - a di tanza di dieci anni da quando fu eme. a - domandare che cosa c'è di realizzato nella profezia e-condo la quale la poesia avrebbe dovuto < proba– bilmente. anziché accentrare la ,;ta, di sipar i in– vece nella vita. aprirsi alla grande ingenuità che ancora rimane alle basi della vita ... >. (Cfr. A. Russi in Aretusa dell'aprile 19-14. l iamo ancora in un periodo di transizione. in una fa e di rotazione: e ogni maggiore impegno è rivolto alla ricerca etico.sociale, politico-economica; e se quatlcosa di buono c'è da rinvenire nelle pro,·e e nelle esperienze che si susseguono di continuo. è più ne,l camp0 della rifles ione (de-Ila cultura! che non in quello della creazione (della poe, ia l. Campo in rol. del resto - come ha notato il Romanò, nella Chimera del luglio 1954 - quelle prove e quelle esperienre tendono a< un sistema poetico fonàamentalmente non lirico> e dunque tutt'altro che favorito dalla e natura generale de-Ila nostra tradizione>. E qui. per quanto rincrescevole, torna giusta una ervazione anche ul minaccioso persi tere dello < tile da traduzione>, in cui risulta schiaccia'Tlte e mortificante l'inllu o ese-rdtato dall'uno o dall'altro poe,ta l'raniero preferito. Fra i moderni. oggi, With– rnann, Essenin, Aragon, Majakowskj, Lorca. Neru– da, Lee Master, la famno troppo da padroni. E troppi ono i ,·ersi che embrano ricalcati sui loro modello. E 'RICO FALQ I -------- (Con t t nua a pa.g, 2)

RkJQdWJsaXNoZXIy