Fiera Letteraria - Anno X - n. 29 - 17 luglio 1955

Domcn ica I i luglio I955 LA FIERA LETTERARIA Pag. ~i GALI[JERIA DEGILI SCIR1(TTOJRIIlTAILKANI[ .I SALVATORE QUASI MODO SE 1U SEGUI TUA STELLA NON PUOI FALLIRE A GLORIOSO PORTO - --. -] . l Nel terzo girooe del gcttimo cerchio !i apre H dialogo !ra Dante e Brunetto La– tino, un aHro dc-i maestri del poeta. !-at· to ombra e calato nei ranghi solle1Tanei. Le ultime parole umane Dante le aveva udite da Capaneo, disteso supino. e dispet– toso e torto>, sul sabbione bruciante. 11 luogo non è di silenzio o solitudine: le anime nude piangono < rotte assai mise– ramente >, e si fanno. senza riposo. scher– mo con le misere manl dalle fiamme. I sodomiti sono più numerosi degli avari e dei bestemmiatori; e non è ragione tee· nioa, di rima, che decida Dante a consi– derare più folta quella masnada. ma di giudizio morale. proposto quantitativa– mente In opposizione agli altri violenti. Sappiamo già il raccapriccio che il poeta prova ,·cdc.ndo il teno fiume inEcrnale scorrere dove opera la orribile arte della g1usti7Ja, che deve essere temuta da tutti queHl che leggeranno queste sue rappre– sentazioni della ,·endetta di Dio. Il biblico castigo delle città. maledette, dà a Dante la visione dello zolfo infuocato che pre– cipita dall'alto sul popolo corrotto. ma Qul le fiamme non sono vibranti e furio– se come frecx:e che Inseguano l fuggitivi, ma cadono a falde dilatale. come di neve In alr,e ~e"ia ve,.10. La solJeclt-azlone della voce interna aHe Immagini della lcntCZ7.aè compiuta con parole bisillabe, dove la e insiste, tonica o no, In un verso che ha accen« ritmici sulla quarta, sesta, ottava. decima: un famoso e rallentato> (ricordiamo l'a-ltro: ce caddi come corpo morto cade.>), ripe– tuto per ldentHà tonale. dalla nostra tra– dizione poetica. DR Petrarca: Chiare, fre– sche e dolci acque • ove le belle mem– bra ...; da Leopardi: Dolce e chiara è la notte e 3enza ve,ito. Siamo nel minore del tre gironi del VII cerchio e. anche qui. bruciato è Il viso delle anime, il più.difeso dalla tresca delle mani. e piagate seno tutte le altre membra dalla continua nevicata di !uoco sul deserto di sabbia ardente ...c.-,m'u!'o - ,otto /odlts, a dopplor lo dolore. traversato dal ruscello ripugnante, che ribolle e manda !umo verso le sue alte rive, offuscandole. Una 1,0na è dunque Il• luminat'a dal !uoco silenzioso e l'altra è in ombra; e in questa, tra 1 vapori del ruscello rosso, che spengono }e fiamme, al riparo, lungo uno degli argini del !lu– me, camminano Dante e Vir-gillo per usci– re dal VII cerchio, A destra, e alla loro slnisl!ra, In baS60, nell'aria accesa, pian– gono monotoni 1 sodomttl. per pietà o ira o sottomissione alla volontà superiore. Es– si scorgono appena. i contorni dell'ombra g!-a"~f1\~o~h1!~a~~ ~! =~~- Ogni om• cl rigMordavo, t'Omts ,uol da ,era pttordar Mno altro ,ou., ,u1ot 1 a lu"o; e ,, 1'tl'r NOI O!)N.:.eat"O" le e/glia, comts 'I c,-c,.hlo ,artor fa Ne lo cru"a. Non dunque per fioca 1uoe, uguale a que,Jl,11 d'a rco dt prima luna. i dannati aguz:r.ano lo sguardo \''e?'SO I poeU, e per la me t'n.viglla (e, certo. c'è) di vederli avan7..are, fuori dal sabbione. '8,lvt del loro tormento, ma perchè essi g\.lardano da una. !orte sorgente di luce I viandanti ln ombra. Le similitudini dell'avaro chia– rore lunare e del vecchio sano che cerca col !ilo H lume. della cruna, Indicano solo Il socchiudere degli occhi che rende più. Intensa la vista; la. meraviglia. Invece, fa aprire, per naturale reazione Iistca. l'oc– chio dinanzi a un tatto nuovo o lnaspet– t.ato. I versi: e guardar uno altro sotto nuova luna> e e come 'l vecchio sartor fa ne la cruna>, sono ancora di bre\<i ca– denze Oe parole bisillabe tornano a !re- ~~~~ .. ~~j~{d~f~~1~ ~!t~{~~1f:t~: Inferno XV di SAl.,V,l.'.1.'flllE ftV,ISUIOIIO mente con qualche pos:,ibile conosccn7,a; l'altro, nel suo moto paus,uo, segue an– che il ~10 della mano nei suol tentativi di trovare la cruna. In quest'ultimo. se spontaneo appare il richiamo al vecchio ~;~;;~~Ì~nsg_ryzn~e~.a~~k~ ~~f 1 ~~~ pitolo delle Inversioni. sessuali, compren– de il mestiere di sarto fra quelli che più denunciano neJ.l'uomo una disposizione fl. slologK:'a alla soctomia, e ciò per la pas• siva coincidenza di aneggiamentl formali con la natura femminil e. La lo,: :lca poe– tica rivela in Dante un singola.re rappor• to freudiano. ll paesaggio élell'lncontro col sodomiti è concreto. e, nel suol limiti. continua l'ordine della vicenda spirituale. Per de– terminarlo, vi concorre una coesione to• pografica, raggiunta ormai dalla memo– ria in molte strutture metriche, e sarà rl!lessa da una conosccn7,a d!rebta, quali gli ar,gini pietrosi che Imitano. ma non nelle proporzioni, I ripari costl'\IHI dal pa– dovani lungo la Brenta per difendersi dal• ~!a ~I~ ~~~~~:~:r ~:a~~~I :~ 1 ~1;:1~!~: si a,J primo calore, o a11raverso Immagini di disegni, come le dighe fiamminghe al- zate tra Wissant e Bruges per romp('re l'Jmpeto dell'alta marea. In quello spazio definito, la schiera del violenti contro natura cammina ln eter– no; e da essa esce l'ombra di Brunetto Latino. Il maestro riconosce l'alunno. e, tenendolo per l'orlo della veste, i;::li grida la sua meraviglia nel vederlo vivo nella voragine dei morti. Virgilio, In silenzio. continua la strada: nell'aria si urtano I lamenti della masnada e che va piangen– do i suol eterni danni.> Dante non rl• conosce la voce di Brunetto o. anche se ne ricorda il suono Iamlllarc. non pehsa di doverla udire fra quei dannati. A Clac– co. nel III cerchio, non aveva fatto Il nome del proprio maestro, insieme a quel- ~u~i1~~r~1t•A~gJ.e~~f 1fl6SC~'. ~:f°~ mandare 11,s'l cf"l Il a1/1lolclu o lo 'n/t1rno li atto,rt1 ma, certo. l'aveva compreso fra e ...Il al– tri ch'a ben far puoser Il 'ngegnl. > L'ln, fif~irig~~a~~e~~tasf~L~~ 1~acnl'm~ 0 ;ft 1 ~~~ re; . dlvers~ colpe più Il grava al !ondo; . se tanto scendi, là i potrai vedere.> Dl– monticanz.a? No. perché nel numero de~lf Innominati erano anche Guido Guin1zcllt e Ca~\la. Dante sa che troverà Brunetto Latino In qualche cerchio del basso Jn. !erno, forse dove sono Prisclano di Cesa– rea. e F'rancesco d'Accorso. e Andrea del Mout e altri ... cherci r l/ltrrtlll qr(lt11lo ,. ,11 or<'M Jt1t11a, 11'11,. pt"cratq mt"lle1mo ol ,11,0,.dn /ert'i. Dante f:I ferma stupilo: e poichè li brac– cio dl Brunetto è disteso ad afferrargli la veste. e quindi non partecipa In quel momento alla tresca per riparare Il cor– po dal fuoco, il poeta può guardare bene ~~~o s!s~tt~ d,~~o'!}~i:t~~~~~~: clature. c .... Siete voi qui, ser Brunetto? • > gli dice Dan1e. piegando la mano In segno ln1erroga1lvo verso la sur faccia (egli, certo. s·cra chinato per accostarsi all'ombra che sta In basso, al piedi del– l'argine}. La domanda non ha in sè rim– provero. non vuole risposta. perchè U poeta sapeva o dubitava de.I vizio con1ro natura del cancelliere del Comune di Fi– rcm..e. O In un girone o nell'altro: non ò la specie del peccato che sdegna, quan– do la giustizia della pena colpisce anche chi ebbe e altC7.1.a d'ingegno>, e Là su di sopra, In la vita serena.:. Clacco aveva detto che la città di F'lrem.e e seco mi tenne ln la vita serena.> e - O flgUuol mio, ... > risponde ser Bru– netto; ed è Il tenero vocativo col quale si rivolgeva un tempo all'alunno, insegnati• dogli, di quando In quando, e come l'uom s'eterna.> Al e figliuolo> corMsponderà e la cara e buona lmagine j)aterna > del maestro, evocata con commozione dal poe– ta. Padre è Virgllto, padre, Guinizelli; e qui Brunetto suscita in Dante la stessa dlspo5izlone dell'anima, auenta alle pa– role di poesia. di saggez.,.a, di verità . Il poeta non osa scendere. da,IJ' argi.ne per camminare a~anto a Brunetto (lui, o m– bra, sa e arrostarsi> quando il fuoco fe– risce) e continua la sua alta strada ,.,; ma fl copo dtiftO teftN !'om·.,om du, rtsverrnte uoda per ascoltare le parole dell'autore del e Tesoro». • U dialogo comincia con toni elegiaci su temi di confessione, di rimpianto, dl esor– tazlone ... cS11t t" ,es:,111 tua ,tena. "o" pt1oi /a/lire a s,lorio~o porto, .l!tJ bl!n m'ocronl ne lo vlto bello. F. 11·10 non roul si pl!r tempo mf')rto, vciurendo Il rlelo a te- co~I benigno, dato t'll\lrel ri. l'opera conforto>· Le due voci dense di Ioni sentimenti s'alternano fra Il maestro di rettorica e d'enciclopedia, che sa - e non per sè - indicare I rltlessl creativi deHa parola che supera il futuro, o la sapienza che tenta la divisione del corpo e dello spirito dal– l'anima, e 11 poeta, che colTis,ponde agli a!fettl e N~ /0~,e .tutto pitsnn n mio dlma•ulo >, ru,pN(MI lt11, e t101 ftQft _.are.1te Oftcora ,te l'Nmo"o ftalt1ra ,:,ottto in l>a,.do; Salvatore Quasimodo nrl 19,&I Svol~i_mento di una ·poesia di ,lll!'WALDO JIO(]El.,LI e segn,. nella mente le predizioni della sua vita poetica e politica. (L'interruzione di Virgilio: cBene ascolta chi la nota> si riferisce !orse alla parola profetica di Brunetto. che non vede mal J'lndi!fe- ren1.a di Dante alle sortl della sua patMa Salvatore Quasi.modo è ve- cantilene del cani lungo le detU, - Ancora la verità è «partita>). nuto in questi anni artlcolan- &trade - do,·e il carrubo tre- lontana. - E dimmi. uomo Dall'elegia all'Invettiva politica: nel d9 11 suo linguaggio poetico, ma nel fumo deUe stoppie, - spaccato suUa croce, - e tu corpo mobile e potente deU'eplca dante- già fortemente analogico, In ho dimenticato il passo degll dalle mani grog&e di gangue, ~~~asi~~~ta~ /a~resce la biografia ~an~~~~~~tel>\'fn~: ~~i~~re~t:i:~1- ~e;~: cl\e ~~~~~i::o~~O~~~~ ... e giri For1t,"o la '"" roto tlc.-neconto delle eslgen:r.e (e terre e 1 fiumi della Lombar• prima che altro silenzio - rom• '• p,aro, o 'I cl/la" lo ,Nti marra..'>, del nessi) della logica e del dia>. entr; negli occhi. prima che E la .poesia scopre 11 suo Impeto civiJe nel .sentimento, di là dalla mera Oppure: e Con gli occhi al- altro vento - salga e altra la fikurazlone del reale. sempre. France: sensazione originarla, Quella la pioggia e agli elll della ruggine fiorisca>. sca. Farinata, Ciacco, Capaneo, Brunetto, sua densa e dolente scnsua- notte, - è là. nel campo quin- Ma dove ~ell'aura classl- Ullssc, URollno, Manfredi, ribellioni ed !~\ 11 c~~alggjò~ 1 ~ 1~ 0 raa~~ :~m~n~u~~~e- ~~ft~nn:l~j,!~~~o"~lto ~.i:1:~ ~~: :~~~~~.C!~~~~/ ;~~~~!od:i~=t~f~~a.dli:i. è subito sera 0942) tro,•ò la nel tempo triste della gio- tamlna con certo or!lsmo nombra 1 incontra qualcuno che non può bene raffigurare e che confronta lenta• r::i~n~ ~ I~ d?~~f ;;R::::·s::.:::· ~.~]f~ i 1~~~~<~~ ~t~~t; ~~&~-~:7~] f §]~~}~il~}~ !--------------------------------------------------------..: ~~~a~~gn~~~~~a~~~e~!:1~---.---------------- Quaslmodo e Il Navlrlio della Martesana JPJR.][1"..0 INCONTRO AJL CAFFJE" SAVJLNJC ~~r;~~1!,c~1!i;c~~:~c~ da Giorno dor,o giorno (1947) &I mostra approfondita. CO· mc per lenta erosione, In una coscienza del dolore, anzi del– la doglia umana, che com• l.'J-:Sll,10 PJ-:111'1-:TVO flV.ASIHODO A MILANO Anni di miseria nera - Gli ultimi aristocratici della Scala • li cuoco e la mot·te del banchiere P. • Il segreto di Piraodello • Quasimodo dopo uoa giornata di treni ~.~t~ei;:~i pfkù. o~;ft~~.1t~~ è quanto dire che l'ermetismo. ~~me:.ser v!~~~~o a~crent~ Responsabilità di un'elezione Saluatore Qua.simodo arrivò a Milano neWe,tate del 1934 quando per noi giu,iti qua.g3ù tra. il 1925 e il 1930 °la, grande mi3eria 3tava per Ji,iire. Dico mi- 3eria per non dire fame, ma fame 3pcu>entosa, pro– lungata per 3tagioni it1termit1abUi; oggi sarebbe di/• /icil-t!! anche farsone soltanto l'idea. Sc rittori e pittori ,ion avevano ,iie,1te a cui attac– car.si; non es'3teva il gior,iali.smo aettimonale e le terze pagine dei qrosai giornali, ine&pi~n.abili, as3ol– wvan6 alla funzione di dar da ,vivere agli .writtori arriVCUi. E3i3tcuano ,ma dozzina di gallerie d'arte in ' tutta Italia, co,itro le conti11-0ia attlutii, c'era 1in solo preniio letterari-O e i collc.:io11i3ti à'orte metafisica erano aporadici casi di pa:zia in 1m'epoca i.n ciii ~ gr033i investimenti del merco.t<? venitx:mo /atti am Dall'Oca Bianca e gli Ettore Tito. . In compenso prolificavano i col/è letterari, diurn, e notturni. QuMim-Odo com.7JOrveiino 3era al ,io3tro taoolo crl Savini con il su.o 1Xl330 lento e lo sguardo acrutante dalle cigli-O 3occhiu-,e. Soltanto pìii tardi capimmo che il 3140camminare impettUo e la gelida pa.r3im()tt,t(I di gc3ti e di parole 1Wtl. erano ta,ito il prodotto di una .flCiUa.na 31Lperbia, quanto rtn proprio dil/icil.e ,nodo di essere, la cui gentilezza e umanità avremmo apr,rczzala giortt0 7:,er giorno. Allora il Savini oro q1wlcosa di apettacol0-80. Do– po me:za.11ottc quella luminosa bomboniera d'argenti tu 3pecchi e di vell1ùi ro-,si, rimtiva la aocietci 10,11-, barda più. di«parata. Ogni_ gn,ppo aveva il suo taool? 0 U &ltO quartiere e diflictlmente i po3ti erano rnoh. Un oo.,to angolo era 3empre occupato dagli ultimi e.ssmpla-ri mondoni dcll'ari.stocra. ria m ilo.,iese. Arri• vavono alla l!picciolota, tra. il 3e, oon.do e il terzo atto, gelidi nei loro togH 8Cttri un p o ' lo gori ma impec– cabili, per ,wn con/onderAi ~on i gro.,.,i borghe&i che .aarebbero aciamati pii, tardt dalla Scola o dal Man• :oni con. le mogli 3trc1caricho di ori, di veli e di 1,el– licce. Gli &lava seduto davanti Marco Praga, sprez• zanto e gri/agt10, uscito anche liti prinu, dell'ultimo atto che scambiava con loro un 3egno di saluto. Era evitlcnte la corrcn-te cli simvatia, l'affinità di gu.sti .e di stile trci scQpo/i ooori, QVviati al tramonto nella inaorge,ite nrossolc,nità ciel tmovo aecolo. Du.e grandi tavoli, i,i. fondo alla soia, che per 1ma 3corcfotoic, immetteva qua8i nell'atrio del Teatro Manzoni, /1trot10 ri.scn;ati 1>er un )ungo_ 11eriodo a_l bancllicrc P. Ogni 3cra vcr30 il tocco arnooua segu1- to da una a11tc11ticarorto, tra cui 3piccaoono tre o quattro dO'lfllC bclli"8imc e fameliche. Alto, pa~lido, scheletrico il bancltiC're P. si scdc,Ja se,iza !orndcre in mezzo Od ,ma compc,gnia che i,iuccc "1 divertiva molto ma,igiando e beVt",ido. Per lui veniva,io servite pietanze speciali preparate dal 3UO cuoco per.w,urle cM lo aveva preccd11,fo in. cucina. Si 3oateneva che foue o.fletto da una grave malattia e: che quelli /o:;- ,U All'.l.'VIUI '.1.'0FA!\ 1 El.,l.,l scro gli ultimi Je3ti11i; qualcuno cominciava a metter– lo in dubbio avoolorando l'idea della mi8tificazione, qu.(rndo 101a mattina l11nglti necrologi 31/l « Corriere della Sera> annunciarono la fiM prematura del ver- :~:o~{e~:: ~;n~~::;_a 3tato 1 l'inimagi11e inaudita Il no~tro tavolo era i,i cima olla grande salo, in 1,n angolo c,pJXtrtato, m<t ci 3i stava a nostro ngio, da conA1wwtori di nt'.l33tm C"Ontoqmlli siamo 3empre stati. Dc, Cari-ieri et Canto,torc, dJ.i Per3ico a Gatto, d.a Sini3gatfl " Marini, da Atana8io Sold-0-ti a Me8si• n(I, da ZOooltlni a Braagini. d<i Orazio Napoli a Lit· cio Fo,ttaiw, da Qua,.1imcdo a Ferrata e pii~ tardi Gi(tncorlo Viqorctli, Dal Fabbro e tanti altri, quel tavolo IJ stato 1,cr anni 11,i. infallibile p1mto di rifc• rimonto, U,ia sera net 1933 a3sai 1>1"C3to entrò Litigi Piran• dello, l'OPI quclln s1111 c,ria as3ente, come di cieco. Il Savi,ii ero qua-,i deaerto: c'eravamo Jorae noi due .wli. Atlt"VO 11na copia del mio libro uscito in q11 ei giorni Jmposslbllllà di vivere e gliela portai. Si m.fl! lc a 3/ogliorlo e 03SC'rvò: e Pcrch6 impossibilità di u i– t,eref Spero che non .,ia 1)C'r ragioni eco,iomichc >. Dopo ttn po' oggi,mse: e Soltonto le donne possono rendere impo&sibilc la vita>, Lo leggi1<cchiò qua ~ l<i, lui svolgendosi nel senso di un chiarimento spfrltualc e formale. Sem.a dubbio a questo in- ~i di33~: ! Qu~ntc oolle ha r~o~t~ i_ 3UOi racc<»t- R~oc:;~u~o d~aQ~~! 1 ~~~ tt1 >, Gh napos1 e~ erano ~tah _nsc:tth alme,io due dua opera di traduttot·e da ~~~t!._ci~~: ~!u ~":~~~;!.: ;~7 ;~/:Cve~ :'~: ~~is~~~;d~a~ln~~ lf.ai~ ~ mcrQ, 1 ta 0 !~~Q~:i;r»!~:~ entro ve, c,l S~vini, 3apeoomo ~o~t{~ft~ t~ 1 1u~~8:~cv~eni~: clt.6 vc,11va d,rettam,e,ite dalla ata.:1one, dopo una te da studi tecnici, era oltre giornata tro&corac, mcM ttello terza cla&se di iin tre• tutto necessità filologica. di no operaio e l'altra mctd negli 11//ici 3con3ol.onti del accertamento e Inserimento Ge1tio Civile di Sondrio, dovo si recava ogni giorno in una tradl:rJonc), ha dato ~fve~~1%~;/;;: ',',~gu~i':fs"i~,;:t~. gli COP13entiva di '-i'ai~oUl~~gr::t~~~.7~n~e~j~: Ma del ~110 lavoro, dello &uo mus3<1c1-ontifattehe, sa, come di cosa nuova in cui 110n lo abbiamo Qrt(l..8i mai sentito parlare; né tan-l'o t.raluca l'antico. Quella nota ~~:~c7,'J~'~C::s1~~r~?~1~;~:1~!3~r! 0 ~:i°afe~1:o d;;r~ ~ t~~~;bl:~~~n~e:~J~5~ vita importasse t<info 7xx;o come a Qlla,.,imodo O lo CO cleg1smo hanno cosl ap– la&eiaHe 3onza rancori. • preso a modularsi In form~. lfi Sita~e o~pro e. 3<1rdonica è 3Ì capace di in• !~ì~~:e. ;~tr~~r~~I~ ~~ Accom.pagnata. ctalle dolonnitli dcU'e3ilio perpe– t110 e ctau., tenta.tioni della &C1'1,4ualitt\. mediterranea, I.a poesia di Salva-tore Qua3imodo acaua i 3uoi cam– minamenti paralleli nella macignosa corteccia della realtà terrestre e ncll'argiUa edenica del-la memoria umana. Q1w3imodo accetta qlla&i t11tte le rc3po11sa, bUità della sua elezio,ie poetica e sa. che tra i co,11-- 1)iti della. poe3ia v 'è q1tello di offrire una 1JOC6 arti• colata ai g6miti indi.stin.ti del martirio quotidiano e q11elto di ri.atabilire un le game sopportabile tra le 3peram-e della aorgcnte 6 le dispcra.:ion.i della foce. La teoria deUe corri3pon.denzc tra il mondo /i.sica o quello 3pirit1tale, q1tale fii dimostrata dal g1mio di Swedcnborg, trova le più impcn3'ate confermo nlllla l>Oe3ia di ·Quosimodo. Il poeta d.i Sirac1t3a è 101- greco antico che porta sotto l'abito modor110 pi,ì di un. /ram-mento del cili.tio medievale. Ed b forse per q1testo che le 3U6 /Uogra,. t1ato 1,-er3ioni dai lirici e dai tr agici ant ichi 30,w rit,3Ctte a far ri-,coprire il aegrcto accen.to della poe– sir, groca. GIOVANNI PAPINl vcttivo e d1 .n.,cn.t1ment1, ed essere. a.nch.6 feroce, ma Inclini, ora a un tutti;>altro &oltanto 36 1~ ~•.scor30 t sullo poe31a. 11-resto, donne pericolo che !'e oscurità> dll'---------------------1 o~n~e:,~:i u;:o•~~~ri~:ou~tr;:~:":t~~;;i:gn:;.~ione an- ~~~~ti:.= Jée:~o l~~n~7i 1: 1 p;;i:n~a~1eiot~f;ri~e;: ~n;;~~e~ta, una più lirica tv-a che l> alla base dcli uomo o dell'opera. Scorni/i- un Pascoli, specie del Pascoli ~n \•'è dubbio che la e ... Ora grido anch'io - candoli 3ì scopre il segreto della loro purez.:a e della traduttore e grande arte!I- e carica> lirica di queste poe- Il tuo nome In quegt'ora me– foro for:a straordinaria. ce, anzi alchimista di metri sie sia rilevante; eppure si ridlana - pigra d'ali, di cor– ARTURO TOPANELLI e di versi, è certo es1raneo a ha l'Impressione che 11 poe- de di à:çale - tese dentro le ~~e~~ 1 t~!'~1~1? 1a~:~~<1n~ i~ad~tf~~ f~l 10 a m~~I~~:· ~~~!~ 1 ~~,~ ~u1;~~~ tegrazlone o e\'oluzlone della che un'ispirarione nativa- da; - c'era un varco segnato sua poetica. mente concentrata. balc.nan• dal 'J)Oetl. presso fonti che Quello che, per ora .è Il suo te, epigrammatica e allusi• fumano (la !rane - 6U.11'altl• ultimo libro, Lo tiito non t va egli abbia finito con tra- plano. Ma In quel luogo lo &ogno (1949), contiene una scrl\'crla In modi ariegglan· vidi - d aragazzo arbusti di chiara 1estlmonlanz.a di tu1- ti quelli degli elegiaci greco- bacche \'loia. - cani da greg– to ciò. Quei miti della memo- latini. D'altra parte cotesta ge e uccelli d'aria cupa - e ria ora amano, per cosi dire, trascrizione, se non manca cavalli, misteriosi animali - ambientarsi In determinate di compiacimenti letterari, di che vanno dietro l'uomo a situazioni psicologiche e ero, un iu.sto sensuale del rlcal• tC6ta alta ... >. ~~~~gl~:;tl~~n;fo s~~?c~~:Or~ 1~mttf.u~I 1i~t?: 1 ~tt~~~ P4}} :~~~1n ~~~:~?mi riassumersi o escmplarsl nel la. anche più. levigata o del\- ecelta10 di metamorfDsl. In dramma che ne~II anni del• baia, acquista allora fra- questo senso di freschezza l\t:ncr~~I h~~n1~ 0 ~~a cg; &~a;~~s: cft~:g;:; 1 3ov~u~~~i f~~es~u~~illa~1~fg:ta~r~re~ i:rli uomini e del mondo. E I :1.p1>nghln1eramente, ha tut• I valori fonici, che hanno un titoli dei var,i componimenti lavia un suo fascino sottile. ruolo cosi Importante in lui, (e lamento>, e epitaffio>, e Dicevi: morte, silenzio, ma sono spesso troppo sot- ;r~a~~!~;· ae/~~'i~~ar:, Il~~)- ~~1tic11~:1~ - ~d:1fem 0 ~!s~ !f.~ir~ 11 ~1S°3~1\~ i of i : feh~:~!t~~!13e:1e.f~~Terl~~~ ~~~•:l~ril~,!~;f;~~~~ ~~l n°~~= d~Wc 1 i ~~:1 ~~~ , r;,.llentato. mattina e Il tempo colore mirabilmente evocatore d'un • I :..;____ ._._.,t.;.;a_.,. .J': la \~~~v:im~~l~~:oll~ sl~f~~='. :t~to;~\! ep?~J:~~ -;.!I t>;!: ARNALDO BOCE'-tLl '"'a ~lnlslra :i dtstra. !'iah"aLorc Qua.5imodo,, ,llcntino Bomplanl, Cesare Zn:allinl e ArtuN> Tofandll In una rctrnte fotop-afla ta dal pastori stcfilanl, - le stro chiuso ronzio di male• (Continua a pa.g. 6) ~ 1b1otecaGino Bianoò •

RkJQdWJsaXNoZXIy