Fiera Letteraria - Anno X - n. 21 - 22 maggio 1955

Domenica 22 maggio 1955 LA FIERA LETTERARIA Pag.' I l•OSTERI SCOl 9 llllli\NNO FORSE ·~ NOI UNA <(IIANIEIIA)) CHI~ OGGI (;I St"'UGGE Variazioni 1ul tema• quindicesimo secolo• Soffermandoci a guardare l'opera di un pittore 1Jammtngo del 1400, JI Ve.n Eyck per esempio. compre.nden:mo facilmente che cosa ala lo • stile di un secolo» e come esso pene– tri. nel suo genio e nelle sue fatture. In t.utto ramblente rappresentato .Dalle strutture e dai motivi architettonici all'arredamento di una sala, alle fogge del personaggi, alla li– nea che imperativamente un secolo ed uno stile Impongono alle figure, noi riconoscere– mo facilmente 11 discorso unitario che lega protagonisti ed ambienti. fondendo ln una comunanza ed armonl.n di disegno uomlnl e cose dello stesso periodo, e massimamente dello stesso paese. La esposa di Amolflnl • dipinta da Jan Van Eyck, preziosa creatura che cede In mano destra alla stnJstra del giovane marito, è tutta sagomata e ravvolta nella moch( che le taglla la veste In un ricco rigonfio sopra 11 ventrt;. mentre li volto altlora da un in– volucro tanto greve con maggiore astrattez– za, levità e poesia. Questa moda turglda. benefica. ridondan• te. si realizza con la massima pienezza nel circostante arredamento. La lettiera ha col– tri piene e cuscini maestosi, i tendaggi pe– sano a mezz'aria, al centro della composl– z:!one brilla uno specchio convesso. ogni par– ticolare dell'arredamento é intonato. e quasi nato per 11 trionfo di quelle due figure. Quest'esempio. come l'osservazione di mol– te altre opere d'arte, la cui complessità di raffigurazione fa documento ed è di uti– lità somma alla ricostruzione storica, potreb– be tuttavia eMer di ostacolo al nostro tema, qualora si pensi che la personalità dell'arti– sta abbia fatalmente ricreato l'ambienta– zione In funzione della sua Ispirazione rea– lizzatrice. Ma vi sono altre Immagini del secoli pas– satt - dalle cronache, dal codici, dalle ml· nlature usuali -. nelle quali non è prepon– derante la deformazione artistica. I sugge– rimenti ambientali che se ne deri\'MO pos- 60nO testimoniare quasi alla lettera. che i t.eeoll precedenti li nostro furono nella mas– sima parte del casi contra.<;Segnat! da uno stile autonomo, unitario. determinante. Prendiamo a caso una di queste Illustra• zlonl. Dana cronaca degli Empereur.s d'Au– bert. quindicesimo secolo. che si trova collo• çata nella Biblioteca dell'Arsenal a Parigi. La vignetta rappresenta un cavaliere e una dama. sedut.1 dentro una cinta di giardino. Uno stesso disegno e ritmo è ripetuto dalla collana. dalla cintura e dalle balze della veste !emmlnlle, da un vaso da fiori alle spalle della dama, dal collare di un sorri• dente cagnolino bianco. dalla superficie ro– tonda di una gala !ontann di marmo. li gio– vane signore. che si sofferma con la dama. ~n~u:t:~1:oeu:,tW1~~b~ d~~~g~~ha~ iua1: dell'epoca. ripete nell'abito tutte le rnfflna– tezze dl quell'arredamento all'aperto. E se vogliamo scendere ancora nella scala degli esempi. verso un genere di Illustra– zione che è puramente didascalica. bast..n sfogliare un libro di nomenclatura greca o romana. per avvederci che l'architettura, l'arredamento e la moda personale ebbero in quelle epoche motivi comuni Inscindibili. La. «sedia curule• - ad esempio - appa· rt all'occhio dell'osservatore odierno come un complesso Indispensabile della toga e della ~~l~f ed~ s:~r~t~ae18·1~~~~n~. l~:~rao d: Carlo Magno. sette ott.occnto anni dopo. ripeterà le borchie e le insegne della to,a e della tunica medievale. e persino Il ritmo pii.I altusolato dalle gambe Incrociate del dlgrùt.ari nel concistoro. * Il discorso, che per Il passato ha tante raccomandazioni. ed esempi senza fine. può essere trasferito al tcmp0 presente? Il nostro secolo. nella moda, nell'arredamento, In ar– chitettura. possiede oggi un suo stile deter– minante? Questo stile è autonomo. ricono– scibile quindi dalle espressioni di nitri secoli r!~~ ~aW~b~n~e?1~n 1!:r!~~~1? né sopraf- Eslste dunque uno stile del nostro secolo. comune all'architettura. all'arredamento, al· la moda? Una prima risposta. empirica, immediata. g~fa~fr~~}fe 1 ~eg~~~le~l~~à.d~lru!~b~e~i1~~11! nostre case. I nostri effetti personali. Ci muoviamo ln una babele apparente di espres– sioni. e di fogge. Oscmando fra un gusto promiscuamente passatista. confus.!onarlo e patetico. ed un gusto tone ancor meno Esiste uno stile del secolo? Non è tanto lo stile dominante, che può e deve interessarci, del nostro tempo: quanto quella costante di attributi comuni che, sia nelle grandi e ambitissime opere d'arte come i11tulle le manifestazioni minori di costumi e vita, riesce ad imprimersi quale segno riconoscibile dell'epoca in cui viviamo • Questa preziosa costante potrebbe chiamarsi il ''segno del secolo,, nobile. avvenirista, livellatore. funzlonale. La resa di tut.to questo è spesso nella vita co– mune, ordinarla. segnata e dominata dalla pii.I bassa contaminazione. * Ma lo stile è altra cosa: hA. bisogno di interpreti meno banali: di menti, ragioni e sensibllltA che ne riconoscano la fisionomia. ln forme meno correnti. Cl slamo perciò rivolti ad alcune perso– nalità, nel campo della critica. della let– teratura o dell'arte, e In quello dell'architet– tura: con l'Intenzione di chiedere loro un giudizio sull'lndcntltà potenziale del nostro • stlle del secolo • e del suol problemi. Abbiamo aperto, dunque, un'Inchiesta sulle opinioni personali, Abbiamo rivolto al docen– te, al critico, al letterato, all'architetto al• cune domande. Abbiamo chiesto - più che altro - un'opinione di carattert; generale sull'argomento, ed 11 partloolare atteggia– mento assunto da ciascuno di loro tn questa materia, ALESSANDRO PARRONCHI Lo,stile.l'uomo, il nonstile Alessandro Parronchi. critico d'arte e scrit– tore fiorentino, Intervistato da noi a tale proposito, vuol premettere che alla base del problema esiste un'equazione di primo grado. - Lo stile e l'uomo. dfcc BuOon. Qual'è dunque l'uomo del secolo, volete chiedermi? Ardua domanda. .. Come quello d'ogni altro. l'uomo del no.,tro .secolo ha un volto mpcr/fciale, /aci/mcntc carattcrfuabfle. e uno intimo, comple.sso e fnquietantt. Quando, nel 2500 . .si vorrd fare un dramma ,torico ,ul .secolo centesimo, su !'frr1~1:r:~rifiop:rs~~~:itdti':m!~afn:'~it~i~ condotta nel corso del nostro secolo. anche se vuoi dallo svegliarsi di una coscienza collettiva. a un notevole livellarMnto. Ma isoliamo I caratteri che il nostro tempo met– te in luce e vediamoli riflessi. in un giovane df questo doJ)Oguerra dai diciotto ai trenta anni. Considerazione realistica della vita, spirito pratico, attivismo. Una viva curiositd lo spinge ad alimentare interessi disparati e coltivare ogni torta di relazioni. Da questo suo camaleontismo - proprio del giovane lettore delle varie Selezioni - dalla fretta, dal 1)0CO e male di conoscenu in tal modo acquisite, trcupare tuttavia un fondo di ca– rattere razionale. Il moto-,cooter, che ses– sualmente lo rende centauro, sembra Indi– care ch'egli è portato a dare delJ'unlverso una spiegazione meccanica, e insieme palesa la sua fiducia di dominarlo. Si pen.sa r.1it il tipo del giovane di oggi ben di8lcllmer1te abbia della vita un senti– mento profondo e Immanente, religioso in– so,nma. e la viva invece come un'avventura: abbia. ,vegliato al ma.nimo. il senso delle possibilità inesaurlblU che essa offre, ma. che quute po.sstbilitd glf si .scoprano prive di meraviglia, e IO la.scino se11za rimpianto. Il giovane di oggi non cerca tanto il godi– mento. non ha quel « gusto della vita» di cui cinquant'anni or sono si faceva una .scienza. cerca piuttosto e.sperienu varie e indileriminate. Il dominio sullo spatio e sul tempo lo e.salta. pii /a procare la bellezza del rischio. in un g1uoco emozionante il cui .significato ultimo umbra sfuggirgli. Egli penta e agisce automaticamente. Fino alle parole del bandito Casaro/i: Prima si spara, poi si pensa. In 9uetto a.spetto esteriore. rigidamente costnuto, del giovane di oggi ,i scoprono a volte impre~dute lacune. Un non mal spento romantici.!mo pllO af/iorare nel suo compor– tamento. Come puO na:,cere nel suo animo un bi.rogna di ,1entlmento e d'ingenuitd. Men– tre gli sport. che richiedono calcolo e rischio atrofiuano la sua immaginazione, e i deli– ri ragionati della /anta.scienza, e la pe,ca subacquea... - in que.sta età dei .sogni troppo realluaa - tagliano le ali alla sua fantasia, i suoi nervi hanno bisogno di distenderti nella lettura dei fumetti, nella vltione di /ilnu giallo-rosa. e se avrà gu.sti d'intellet– tuale egli simpatiuerd: per le manifestazioni d'arte a.stratta, quest'ar~ per cui non OC· corre sentire e pensare ma toltanto ra– gionare. • Teniamo conto però che quando avremo fissato, in una dlscutibi!e sintesi. il carattere del giovane di oggi, non avremo ancora par– lato dello stile del .secolo se non in .senso del tutto generico, per la parte che riguarda fl costume. le abitudini. le concenzioni, la su– perficie del no.stra tempo. Mentre ne rimarrà coperta la natura. U lato comples.so. invaria– bile, da cui pouono improtivi.samente scatu– rire tracce dello «stile• di tempi panati. abitudini mentali eh.e .si credevano 1uperate o affatto .scompor.se. - Sono tracce che tf possono tuttavia in• dividuare, e dare come Indizi d'una rieo.ttru– zione ben più diJTiclle, lenta e pro/onda di questo «stile»? - Un tratto - certamente - per cui fl nostro .secolo si distingue dagli altri - a meno che noi non .siamo vittime di un'erra– ta prospettiva ,torica - è riscontrabile nel fatto che oggi le generazioni non si reimprl– mono durante lo .spazio di una vita in mo– delli Impercettibilmente variati dalle prece– denti. ma si accavallano, e si cancellano via via. Ri/fettiamo che dall'inizio del .secolo a ':f'V~fte't~l;r1~1iCO:!rn;:èo1oc~m:~at~u°t!~:n~ primo dopoguerra - crf,tl - /a.scfsmo - .se– condo dopoguerra) per renderci conto della di.sparite!: e contradditorietd degli stili e del/e forme di vita a cui abbiamo assittito in soU cinquant'anni. E' ba.stato il documento cine– matografico a fa~ .sentire. in qualche de– cennio, il dramma dell'Invecchiamento e del– la morte in una forma secca e di.sadorna che altri .secoli non credo abbiano patuto cono– .scere. - Qual'é il suo punte di vfata personale sull'argomento. caro Parronchi? Qual'e tl suo umore a proposito della ricerca. anzi della caccia a questo nostro stile? - Ne.ssun punto di vitta personale, e so– prattutto nessun umore. Se lo stile e qual– co.sa che va imposto a forza nel proprio tem• po, dirò che per ora. di tentativi di uno stile definitivo e tipico, per la vita come per l'arte moderna. non ne vedo riuscito 11e.ssuno (.se non ti /accia eccezione per le sottili mummificazioni del liberty). Forse lo stile dell'uomo del nostro secolo con.sfate nel non avere uno ttile. - Que.sto I non avere mio stile•· ci allon– tana ancora di pìit, secondo lei, dalla lezione dei secoli pa.ssaa? - Se cl ,1 riferisce lllle arti figurative 1 al– l'architettura, alla moda. questo divario a cui ti accennaua tra gli attri secoli e il no– .stro non pllO che risultare piiL chiaro. Nel nostro temPo sono stati rimessi in onore gran parte degli stili dei secoli pa.s.sati. per /a durata di brevi stagioni: e que.sto 110nha ;q'inigr1; 0 ; !tenve:ir:. ~ta f:aantoe,,sese~~trt! buito a raggiungere una certa libertà da molte conven,tionl che cl opprimevano nel passato. Foue per qut.slo chi cerca di fi.s• .sare uno stite de/in;tlvo pel nostro 11ecolo mi fa l'impreufone di dar.si da /are per crear11e delle altre, * Squilibrio delle contamlna1Jon!. vuoto d'. mode perdute. Ecco lo spettro di quella con• tradlttorletà di costruzioni, di arredi e di effetti personali di cul si parlfwa. E' la babele In cui si aggira l'uomo medio dl que· sto secolo. Ma Il lavoro di originali creatori. sposta su di un plano di\'erso Il nostro discorso e di MASSIMO FRA~CIOSA lo fn riOorlre. Se pensiamo al Groplus. al Wrlght, al Le Corbusler. al Sant'Ella, al dieci arehltettl che hanno polemizzato a proposito della città solare di Marsiglia: al continuo evolversi dello spirito creatlvo nel· la coscienza degli Individui e delle colletti– vità. Allora vediamo che anche nel nove• cento, fra l'uomo medio e rartlsta. viene esercitato un serrato e forse pro[Jcuo dialogo. L'uno si studia di apprendere uno stile che gli sfugge. L'a.!tro, con coraggiosa Intuizione, offre Il proprio stile lndMduale. talvolta as– surdo e ard.lto all'Impreparata Umidezza del– la gente. GIUSEPPE MAZZARIOL L'unitàdellostile è poesia Uno studl0&0, Giuseppe Mau.arlol, della \'Cnezlana Biblioteca Querinl Stampnlia, si dichiara fin dal primo momento particolar– mente sensibile al motivi polemici, sollevati da.Ile opere di certi artisti. La sua cltt.à di Venezia ne é stnta. di recente. buona testi– mone. n proposito del progetto di casa del· l'a~hJ~e;;,~doWf~r.i';r6/t:1,~n;;a::;~ ~t.e.fl no- stro secolo ti pre.senta ai nostri occhi - dal punto di vl.1ta dello .stile - come un'unitd compatta? - lA ,toria - ormai è u..so inveterato - si divide a secoli: cosi ne abbiamo acquisito lo sviluppo preparando gli esami di ,cuoia. E un .secolo - anche quando sono .soli 55 anni. quindi appena varcato il mezzo - si presenta all'apparenza e dal dt fuori come un'unite!: solida e compatta. Poi a metter1i dentro al tempo, per esprimerne I termini e intenderne IO ,tplrito. ci .s'imbatte di conti– nuo nelle più comple.sse e imprevedibili ar– tico/azioni, se non fosse altro, del gusto: che muta e si tra..sforma nel volgere degli anni più a.stai che non a1,"vertala coscfenw cri– tica del pubblico, che a que.sto gu.sto pun– tualmente si adequa. E quasi per delle ragio– ni ottiche è plu agevole mettere a fuoco un'epoca da noi lontana piuttosto che un tempa prossimo o addirittura pre.senU: per cui mai, come trattando delle arti di quuto secolo. mi pare indispensabile ogni volta che sia chiarita e preci.sata la filologia dti fatti a cui ${ fa riferimento. E la filologia ci mostra cM non nel nostro meua secolo ma in nessuno mal uno .stile: autonomo. determinante, unitario ha potuto caratterizzare addirittura 50 anni come si trattasu di un'unica Ininterrotta unitaria stagione civile. Il pubblico. che del tempo In cui vive non ha per motitii di messa a Juoco una vl.sione filologica. che vuol dire prospettica del tem– po. ha l'impressione che In architettura. nel– l'arredamento lo .stile di quettf 50 anni t stato auolutamente unitario, e .sputa fuori ... subito la parole « Novecento •· Si o.s.servi che lo stesso individuo, che indlOerentemente chiama «novecento• una ca.sa di Le Cor– bu.sfer. di Wright, e di Terragni come una di Albini per Il solo fatto che non cl .sono capi– telli Ionici e archi gotici. e non è incline ad una dl.steniione effettiva fra que,ti artisti, di fronte ad un quadro o ad una statua, che comunque rifletta sul piano lingut.sttco uno dei movimenti europei. dice indlOerentemen– te ancora una volta «novecento•• ma con un tono diverso di voce. con una tfumatura di o.stentata indlOerenza, quando non sia di di,tpreuo. E chiaro che uno .stile unitario non esiste - che paua la ste.s.sa di11erenw fra Il razionalismo di Le Corbu!fier e l'archi– tettura organica di Wright cht: si pane nor– malmente fra Michtlangelo e Borrominl. E allora? Esittono invece delle condizioni obiet– tive del tempo comuni all'architettura. e al– l'arredamento, per cui le lstanu; etiche e socialL dell'uomo .sono presenti e sollecitanti l'architetto. qualunque .sia il linpuagglo, cioè lo stile, di cui questi ,t serve. 111 cui questi ....... - Qual'è. iecondo lei, la condizione obiet– tiva dominante? Quella cM, anche .senw creare un vero e proprio .stile del secolo. al– meno ne produce l'Immagine e somigllanw? an-;1,P~t: qu::~en 1 ;:rc~::~~~;:e d~rt1:oe::!o!~ llngui.ftiche. preunta un a.spetto unitario re– lativamente e determinanti requisiti di or– dine preestetlco quali il funzfonalinno per eumpio: e con que.sto potremmo noi dire che l'architettura., di questi 50 anni e carat– terizzata da urlo stile unitario? SI tratta quindi d'intendersi sulla parola «stile• che è parola maledettamenU equivoca. Ma certo che di unitario, deUrmlnante. autonomo non esistono che le singole opere di poetia: la casa tulla cascata, per esempio. di Wright. - Il suo punto di riferimento, caro Maz– wriot. è l'archiUttura. Non c'è nessun altro e.sempio calzante? - E vuole che pari{ di moda? Della moda non ml .sento ti coraggio di dir parola da quando mi è venuta .sottomano una foto– graJfa di per.sono cara e bellissima e nel ri– cordo aem.pre composta cM a distanw di ~rer~n~~.s:fut!,::::ra~1~!~ 1 ~1°:!,!~ : mia .scn.slbllltd dl ttorlco - uno scherzo di pessimo gusto. E quindi la.sciamo -andare: di unitario, determinante. autonomo t1on vt è, parlando di moda. che l'avvenenw delle per– sone. vestite o TMno. Il re,to è destinato a pa.ssare. * L'unità - secondo Mazurlol - non é dipinta sulla faccia del secolo: e lo stile unitario (ma non dobbiamo crederci troppo alla parole «stile•>. è quello Che appartiene, In maniera Indefinibile, alle opere di poesia. Esempi di e vertlcallsmo • gotico GIORGIO CASTELFRANCO Accetto "L'antiquePicasso,, Il critico d'arte Giorgio Castelfranco - da noi successivamente intervistato - suole cer– care anche lui gli attribuiti del secolo non nella fiacca fls.lonomla dl tuttl i giorni e di tutti I paesi. ma Incerti nomi di artisti: anzi in certe epoche e av\'enture Intellet– tuali felici di questi artisti. - Lei crede, professor CasteJ!ranco, nella possibilità di definire, cU attribuire uno stl• le al nostro secolo? - Di certo non è facile e non é prudente defnlre lo sUle del nostro secolo per noi che cl vlvJamo dentro; non abbiamo pQM!bllità di visione prospettica: ma d'aJtra parte non abbiamo nessuna probabllltà di tomare al mondo nel 2050 per risponder megllo a que– sta domanda. E poi oggi sappiamo de vlsu tante cose dl cui fra cento anni non sarà tanto facile essere informati. Ma insomma In questi cinquant'anni Il complesso delle apparenze visive della nostra civiltà (perchè di queste et si Interessa qui, non é vero?) tale complesso di apparenze visive è mutato enormemente. Così, penso all'arredamento delle case dJ una certa classe di quando ero bambino <e cioè prima della dllfu.slone del Liberty) non carte damascate e scure alle pareti, stra.ca ,. riehe di grandi moblll, tende pesanti come coltroni, stanze affollate dJ poltrone, sopram– mobili, roba al muri ... Insomma uno stile che conoscete perché ne vedete I residui nel negozi di mobili vecchi, in qualche vecchis– sima casa e che non ha nulla a che fare con !r ~ì~r: 1 cll~~~~:::ia"m°'!~7o ~FJ!a .ce~ demialment.e onzzontale, Il movimento di luci, s.1 cerca che Il cielo e la natura entrino dalle flne.stre della nostra stanz.a, che le cose abbiano spazio e non sJ accumulino, che si conchludano in poche linee evidenti, Insom– ma. si è dlsaddobbato Il laborioso Ottocento. CNI è nel vestiario, soprattutto !emmlnl• le; In breve, dlrel, che la donna non sta più dentro li vestito, ma è li vestito che sta in• tomo alla donna. Ma paSM,ndo alle arti maggiori, e per pri• ma all'architettura, Cl accorgiamo che le di!• flcoltll. sono di un altro livello. Qui occorre un impegno creativo maggiore, la capacità di plasmare grandi ma.sse, non soccorrono rl~ ~ s:~:~b~l~e~ ~~1:e:~~ i~~~ _ di tanto aiuto nell'arredamento ... e pot c'è la necessità dell'ambientamento, non so– lo con architetture di altre epoche, ma con le nostre stesse, l'Una accanto all'altra; per– ché noi non possiamo pensare la reallu.ailo– ne del ritmo architeUonlco In uno spulo vuoto ed astratto, come dà 11 troppo comodo foglio dl carta, ma in un luogo reale dove so- : ~lt~ro~~~e e~! ~::~~I ~ ~e~!~~ ~nlr colto e proseguito nella nuova opera. Credo pot Che ali architettura modema ab– bia nociuto la mania del geometrumo, cioè l'Illusione che una certa evidenza dl forme f:h:t~c:~n~r:~~~ie d~f,:e è~::1~ ~r:i~~ t!!v=ll~ ~~-~~u=~a &lm:i~~ secondo quella geometria innata che ha in sé e seeondando Il comportamento del mate– riall che hanno anch'essi un tantum dl esi– genze geometriche. Ma ml sembra che s1 sia voluto fare una melodia della geometria. Il che è ln contr06CllSO. Sicché direi che gli architetti modem! siano riusciti meglio quando han gluocato meno con la geometria.. Quando sono .stati pii.I semplici, più sciolti. soprattutto In ~t– flcl piccoli e soprattutto distanziali, o dal– tro lato quando le indicazioni della mecca– nica. dell'cdiflclo sono state più evidenti cd Impressionanti, non provocate arttfìch:>5a– mente come spesso succede. Nelle arti figura.tlve si é avuto. sulla fine del secolo scorso l'Impulso della abbreviatu– ra Impressionista, ~prattutto della seconda ondata dell'lmpresslon1smo. Cézanne•Van ~~h-g~~run· passo decisivo, su direzioni varie, ma, se si guBrda bene non troppo lon· tane li passo decisivo. dicevo. è stato fatto allora - ma ,appoggiato, meglio, In funzione lirica di un sentimento vivissimo delle cose Che questi uomini poa.sedevnno solo in quel modo. Poi I fauves poi li cubismo. che hB voluto espandert Il congegno decorativo a Immagine poetica. su~~1r:'u:;. 1 ~s:!. 0 ~1t ~p%~~ èfe~~hé 11 } non cl poteva vivere; l'astrattismo, pervi– cace e programmatico, l'ha lasciato fare agli altri. Insomma buttar via la terz.a dl– men.slone, cioè la profondità, la plasticità, la afferrabllltà delle cose, Il corpo delle cose, rendersi avulsi dalla natura, cioè dalla nootra stessa vita che è rapporto dinamico :~ itb~:Ò ~~~~~n~re:r diderJ~riog::r1~ no.stra stessa vita non può essere la via dell'art.e. - QuJndl lei non sarebbe un fautore del– l'astrattismo? - No. non sono mal stato !lloastrattlsta, che proprio non cl credo: l'ho scritto ripetu– tamente e non ml stancherò di ripeterlo. - E:1 allora quale é la prospettiva plù fe– lice che lei vede neu·arte moderna? - Il ruturo è nelle mani degli del cioè degli uomini di capacità crentlva. A un rlad– dobbnrsl delle arti della rappresentazione visiva non credo e nemmeno molto a un'arte che punti troppo su squisitezze decorative. Soprattutto diffido dell'arte ratta ln ordine chiuso. In quello che io chiamerei ordine !~,:. Mt:i:1c~~ln~1~:ig,~~~~~ò s~~~ trarre dal nostro cassato più prossimo. Se guardo all'arte dell'ultimo cinquanten– nio I momenti più che ml commuovono. 11 Plca5.'IOgto,•anlle e poi dell'époquc antique e poi delle ceramiche, In pittura metallslca di De Chirico dal '12 al '19 e dal '24 al '29, l'opera giovanile di Rouault. alcuni periodi di Kokoschka, e cosi in scultura ad Arturo Martin!, vedo che si tratta. sia pure In toni stilistici ben diversi, di moti d'animo che hanno ciò di analogo fra di loro: l'aver voluto cogliere un aspetto, una corda della rt;nlt.à, quella che pii.I premeva. su cui più si appoggiava l'emozione dell'artlsta e di averla amplificata !n Immagine. Insomma. la natura non è cerrat.n nella sua ragione crenth•a o ancor meno nella sun Idea ror– matl\'a o auscultata nel suo più sottile respi– ro. come erano le posizioni artistiche del Rinascimento o del naturalismo che è se– guito ad esso- si tratta ora di un contatto stagliante con la realtA, di una bre\'e sin– drome di impressioni che l'artista amplifica In Immagine nella sun elaborazione fnnta· stica. L'artista non è astratto dalla natura . sa di non essere detem,lnnto da essa, né di es.sere unn semplice macchina recettiva. ma di essere con essa In un perenne rapporto dinamico e creativo. Cosi nella période antique di Picasso, nelle ;i~Tm~~~~j~· ! 1 o ~n ~~~li d~du~I~: ~~r''c:::ta~t aW~tJ 1 ~e~~a~:ie~~ ~\'°: De Chlrico metafisico Que.<itnangoscia. que– sto stupore dell'apparire delle cose In una luce In una gravitazione In uno spazio nuo– \'O, questi fantasmi nitidi e avventurosi delle cose. Insomma In queste fomle d'arte e nelle altre cui R.Ccennnvo In coscienza ed Il pl\trlmonlo vlsh•o dell'artista si scaricano. IRsciRtcml usare la brutta parola. In una espressione rapida ed Impressionante, ma con lma coscienza acuta ed una visione lndi– ,,1duatmenle bloccata. Momenti simili si po- 11otecaGino 1anco trebbero chlamare « lmpresslorùmio fanta– smico • o qualcoga di analogo. Naturalmente tali momenti artistici na· scono in uomini che hanno una !orte perso– nalità ed hanno una profonda fede nella propria Individualità ed un profondo rispet– to di essa. So bene che non é una cosa fa– cile ma non v'è nessuna ragione perché l'arie sia una 0058 facile. Se s.1 ta dell'arte una moda. un linguaggio decorativo, una marcia In ordine ch!ll.60 - o ligio - sotto certi moduli invalsi, nasceranno delle cose che faranno, a me almeno sbadigliare. - Ma que.<itimomenti che lei chiama di Impressionismo rantasmlco. sarebbero !atti A.lluclnatorl, rigurgiti dall'lncoructo. o. se• condo lei. fatti cOl'IClcntl? - Coscienti. naturalmente. non la coscten- 1.a espllcltil.mente verbale. messa per Iscritto stampata. con punti e virgole e capoven1t dell'autostoria, ma la coscienza che è, qua..sl direi. colata in ogni atto umano degno di essere tale. L'arte è anzi Il momento dina– mico per eccellenza della coscienza umana, che si crea C06C vlslblll di se stessa. - Qulndl lei non crede all'automatismo psichico surrealistico; e nemmeno sarà molto tepido per la pittura surrealista? - Sul surrealismo .saubbe da rare un lun– go discorso ed In buona parte negaUvo. Ed allora ml sembra che sia meglio. per questa volta. rinunciarci. * L'a.ccettaz1one del pèriode anUque di Pi- casso, s.lgnJfica la condanna in sede pregiu– diziale di tutte le derivazioni astratte, e pro– prio nell'architettura. nell'arredamento, e ~f=. ~el:~i'~!ffl~~~~~~o~~I d~~~ cubista - può stgnHlcare l'adesione tuQIUl ad e1fuslonem sanguini., a tutti I movimenti e gli stili che ne conseti:uono. Ma c'è chi con– danna ogni co.sa alla radice. ritenendo che la coot.ante stilistica apparttite nel nostro secolo è sintomo grave di un generale senso di decadenza. PAOLO TOSCHI Astrattismo - BombaH E' la volta di Paolo Toschi. titolare alla Cattedra d1 Tradizioni Popolari presso l'Urù– versltà di Roma. Secondo 11 Toschi. sono proprio Picasso e 1 .suol epigoni a firmare la fase sperimentale, e quindi decadente. del nostro secolo. - La sua esperient.a, caro Toschi. in ma· terla di tradizioni popolari, t:i può usere d.l valido aiuto, nel tentativo di fare un ritratto, anche lndlzz:larlo. anche appro&Sl– matlvo, dello stile del nostro secolo... - L'accontento volentieri. Io non credo che Il nostro secolo non abbia un «suo• stlle. Solo. è difficile intravederne e Identi– ficarne 1 caratteri: e ciò per due ragioni: Ja pr1lna è che la fisionomia di un secolo si vede solt-anto a una certa distanza: troppo da vicino, dà un'immagine sfocata di cui è ~~c!~~~I~~ 1f~n=~re~1e 1 ~~!i~enJ~ dovevano formare lo stile del novecento, é stato due volte spezzato dalle due guerre mondiali. E' mancata perciò una linea con– tinua che certamente avrebbe servito a dise– gnare meglio 1 contorni. E' proprio 1n questa linea spezzata li se– greto della situazione in cui si trova Il cllma stilistico della nostra epoca. Noi vivia– mo sotto li segno della disintegrazione. L'Im– magine più significativa può essere oft'ert.a da un ritratto di donna di Picasso: un oc· chlo al centro e l'altro all'angolo sinistro del quadro: piedi enormi e fronte bassa come quella del deficienti. Sotto questo a.spetto dlslntegratlvo. la pi~ tura astratta (e l'architettura che la segue) presenta una perfetta analogia con la bom– ba H: e anche buona parte della Urica e della narrativa può essere ricondotta 60tto questo segno. Situazione. quindi. terribile, a ben riflet– tere. Ma no~ siamo solo a metà del aecolo. E come la vita di un uomo acQui.sta 11 suo pieno signJtlcato solo daJla sua rtne, e il più ~=.:=~:E: =n~u:-:1:.: fC:: dlalrePtrtcl che sembrano dombwe U mon– do di oat, a1 bnporrà Ylttortou. la pand.e lnvinclblle !orza unltlcatrlce: VOl'UO dire la religione di Crlst.o. La fede che plil pura rtsfavllla dop0 la più dura prova. può ben dare una nuova impronta anche al nostro stile. - vuole dirci Il suo particolare punto di vi.sta, Il suo umore privato, sull'argomento? - Come folklorlsta. lo osservo che la tra– dizione popolare presenta certe t: costanti•· pur nel lento e continuo evolvere delle sue manifestazioni, appunto perché PQMl.edequel– lo Che è stato definito « Il senso rt;llglooo della vlt.a quotidiana•· Perché anche la clvii~ tA cosi detta superiore non potrebbe valersi della stessa forza unitaria? Lasciate che lo. nato esattamente un se<:o– lo dopo Leopardi, possa \'!vere e morire con questa speranza. LIONELLO VENTURI Rivoluzione cubista Al no a Pica,,tso di Toschi. replica Il Il a Pica.sto di un altro insigne docente. E' Lio– nello Venturi. critico e storico d'arte di fama internazionale, professore di storia dell'Arte Moderna allo Studium Urbi!f. datll c~f.a~~i~tt~~!~ 1! 1 ::U°!i:° h.S:COJin:~ df'~1c: ~~~~ii ~~~iu:~!l~ ~ie 1 ~: la nuova concezione della tonna e dello spazio, del colori puri. e del distacco dall'in– teresse per la natura empirica. siano elemen– ti sufficienti per costituire un modo di sen· tJre e di lmmaglnarc, tipico del nostro tempo e abbastanza dist{nto dal Simbolismo che !u lo stile del secolo scorso. * Pinna fondamentale allo stile del secolo sarebbe dunque tale architettura. Malleve– rlB fondamentale sarebbe tale corrente. o gruppo di correnti, Lll lezione dl Picasso avrebbe Influito In maniera lnclsh'a, assog– gettando potentemente la natura a conce– r.loni astratta o intellettuali. « La po,o;s.lbllltà - scrive li pittore Wasslll Kandl.mkl - di una completa soluzione In ogni organizza– zione creativa dipende dallo sviluppo conse– guente del problema artistico: concepito con l'Intuito. e ordinato cosmlcRmente con in• t.elllgenza e libertà•· Non sarebbe tanto l'abi– lità tecnica, o Il sentimento. o l'Ispirazione a ~tgt:rlea ~u~~:~:~~~erii!~to l'organi- Su questa strada. che é pur luminosa di nomi insigni e fertile di mol'lmentl, di pole– miche e di maniere, è po&sib!le percorrere gran parte della fisionomia più avanzata del socolo, Ignorando nondimeno se questa flslo• nomla non si disperderà. non sarà battuta prima che I nostri anni si chiudano. Tale flstonomln fu plasmata dalla diffusa rivo– luzione, che con molta precisione ci ha ri– cordato Il Venturi: nuova concezione della forma e dello spazio, del colori puri e di– stacco dall'Jnteres.se per la natura Cttlp!rlca L'Imitazione delle lmmagirù naturali. aspi– razione tormentosa e malint-esa di molti in– gegni - Ispirazione che aven toccato pe– riodi di pii.I o meno fellce supremazia - é preoccupazione del lutto accantonata dal nostri contemporanei. IRENEBRIN Dopodi loroil nulla Tocca a Irene Brln, interprete abituale, garbatissima del gusto del nostro tempo. di intervenire sull'argomento. - Lei pensa, signora Br!n. che esiste una ri,·oluz!one del gusto alle origini del nostro problema? - Certo. Questa rh•oluz.lone è esistita, ed é stata determinante. E lo stile del secolo é serrato. come un libro chiuso - In questa rivoluzione, e nelle correnti letterarie ed ar-. tlstlche contemporanee ad essa. E Il libro ~~to sa~l.posslblle disserrarlo neppure fra l'a-;;o;!!n~? un punto di vista personale sul- - Lasciate che prenda a prestito Il mio stesso punto tra persona. Questa persona ha avuto la ventura di a\•er vh•a parte, più ntth•amente di me. al processo espressivo d! Questi ultimi anni. SI trBtta del pensiero di Margaret Anderson. Manzuet Anderson pub– blicò nel 1929, a Parigi, l'ultimo numero della

RkJQdWJsaXNoZXIy