Fiera Letteraria - Anno X - n. 21 - 22 maggio 1955

l manoscrlt.U, anche &e non pubbllcN.I, non al resUtuls-:onn. Data la sovrabbondtrnza di scritti che cl perven11:onocon la esplicita richiesta di g:ludlzl particolari, comunichiamo agh Interessali che direttore e redazione della e F'1cra• sono uro• lutamcnt.e tmposslbllltaU a dar rtscontro a queste rtchlcatc. UNPITTORE DI PAESAGGI MERIOIOULI Dagli oliveti salentini ai Campi Flegrei ·* di CABLO BARBIERI ial~t~ 0 ~a V~~: ':= ~~~:dtia a;,:~: :!7•s~:e e è q!/:,i: na.z:wnalo moderna; co.rl, fino ad ieri, diataccote - o addirittura divergenti - che pareva foaae rinato, ap– pena varcati Garigliano e Trento, un. Regno artittico con una cronaca aua propria • . ~'apportf) a NapoU delle lillfe artiatiche provin.: ciali f P1tgha ed Abmzzo furono le terre piU fertili d'ingegni fl6l secondo ottocento) flOn è pi1i coa\ note• vole e continuo come un tempo; Roma e Milano aono oggi ÙI mete pii, ambite. Ed t restato impoverito l'am• biente 7)0rtenopeo, senza che Jorae quelle metropoli (aalvo the per l'eaernpio dì Guttuao) abbia,ao dimo– atrato di avvantaggiarsi di tale immigrazione. Tm i 'J)()Chi, fatti-ai e restati napoletani, t il lecceae Ciardo, rlu, "on ha mai traacurat-o però di /arai vivo "eU'occaaion.e dei molteplici itteontri di raaaegne e di e pcraon.ali > nelle altre regioni d'Italia. Ed è forae venuto anche il mom•nto di fare il bila,ccio thl e ciardiamo >, ogni dl più riconoacìbile tt.ell'in.Jluenza ea6Tcitata, o piU o meno dìaaimulata, "' più o meno giovani pittori pugliesi e napoletani; e ciò indiJ)tffldentemente dall'in/luno diretto a11i .suoiallievi dell'Accademia di belle arti. L'origine dell'aapirazìone mediata e c11lt11rale di Ciarda (quella fantastica emana, a'inte11de, dalla a11a energia spirituale) t da cercarsi nel luminiamo di Gigante, stemperato in vag11e variazioni atmoaferi• che, e, insieme, nel e controcanto> di De Nittia giova· ne, appoggiato al guato d'individuare, di fronte al 7)0eaaggio, una reaa più puntuale del vero, pur nei termini d'tma aaaidua aniliai dei valori. E questo filo– ne autoctono egli t andato man mano cC1rroborando con gli upporti d'una etllti,ra figurativa viva e con• aeguento ai auoi fini. (Ciardo I critico e acrittore di sagace penetrazione. nonché di satirici estri). La li• bera e .,frangiata pennellata di Gigante, diradata a macchie aen.s11oae,entro cui talvolta farlJ. penetrare il ri/leuo dei patetici grigi di Torna, egli l't andata poi caricando di un fuoco vangoghiano, p11r ae atte• nuato CÙllla diacipìlna lombarda di 11,s To•i. Ma q1«1ndoverao il '20 egli ai ,tabin de/i,,itioomen• te a Napoli queati eaempi della tradizione locale anda– wno cedendo il campo alle manuali eaerc,ta:ion.i d'un vedlltifmo tanto a/arzoso quanto ine//iciente, tlltte cl• uetterie, elfetti vistoai e sentimentali, dirottate> dal /11l• gore chiaroacurale di un Mancini e approdante al. ca– leodiscopio cromatico di lro11i (hli conhaatava, per s110 conto, 11n'altra personaliM di singolare potenza, Criaconio; ed opponeva una aquisita lezione di guato e dì aentibUitlJ. eapreuiva Giovanni Brancaccio). Dopo la guerra Ciarda Ju U primo, dei pittori della au.a generazione, a rompere con q11el decrepito chia• roscuro, qua e là contraddetto da ueneriche vell.e'ità di mare,, impreasioniatica. E nell'intimitcl d'mi trava• glio apirit1wle, mai elllao od int.rmeaao, reataffdo /e• dele ai dati e alle ri.,orae del proprio temperamento, egli con,,i1iatb a paaso a paaao la a,ia libertt'I. I teml delle predUezioni pacaiatiche vanno per lui dagli oliveti del Capo salentino alle leggendarie rive dei Camm Flegrei: li aono attorcigliate chiome d't"' argen.te.J pallore au, tronchi .scabri e /in ,nostruoai, e la terra a'in.:mppa. di aontuoai rosai e marroni; qua traaaliacono ancora le ombre degli eroi e dei miti dell'Odiaae-O. E qua e là le e cMelle > pllglicsi tinteggiate d'oz• zurro, di giallo, di roaa; o i casolari ca•np<mi biaK· cheggiaflti tra le vione; prestano un umano auenah all'agreJte elegia. Dal paesaggio campano egli ha tratto claaaicitd di nllmeri, orche&trazione atmosferiche, aerea apozia– lità proapettica; au quello p11gliese, tanto più ord110 ed au.atero nell'apparente moffotonia, ha intonato la pastorale dei ceppi, dei macigni, dei aaasi - t1llti pani• camcnte e pittoricamente solidali - instradati, a ca• rooone, verao il chiaro miraggio della marina. Un velo di traacoloranti grigi e di chiari verdi par che ai .sciai• ga CWll'intrico drammatico CWgH scheletri agl1embi e traviali. Ciarda, i a11oiolivi li at11diò CUI ritrattista e da rop– aod-0; incidendone i singoli profili (pur negli incllio• atri e nei monotipi/, riaaaorbcndone oli aipetti nei mareggianti aaaembramenti. Ed in tutte. le foci, od ogni ora, in ogni stagione, aempre meno concedenclo all'epi11odio e pili alla traa/igura::ione. • Coal come sempre 71ii, intimamente a'integrono aUe wriazioni dei grigi i tocchi di gentìli e puri colo• 1i della yamma ridente. Ad un certo p1mto della a11acarriera, pur in.siate.n• do nella rievocazione dei pacaaugi, la Jiuu.ra umane, - i gran.di a11toritratti legati allo spettacolo natttrale -: iJ andato, e più andrd, dominando ed adcrgendo~• come, essa ateasa, un elemento della visione coloristi• ca, invc.stit.o dolili, medesima sollecitudine tonale. Ogoi la aua /orma è 1>0rtata a raggiungere un più estremo limite sintetico, 1tna pi,i concentrata eaprea– aivitd, aenza ver questo ape::::::are i legami col vero e con gli umani ritentimenti della se,i,.sibilUlL E l'inten,.sità lirica di que11tapitt1,ra, ora elegia ca e4 ora coamk:amente drammatica, po.r a11blimar.si in taluni uJtimi aaimi e pleniluni aalcntini >, dove non ao quale cata.ai accorata e trepida:::ione del sentimento trovan o una magica vocazione di canto. CARLO BARBIEltl iblioteca Gino Bianco tA FIEllA tETTEIIAlllA •.I '-" .... , ~ -.-- ,,.:... ,..,..,. l ~~~. ~" - 'l --·--~ ORAlllO DELLA H.EDAZIONE 11·13 16•IIS l\lanoscrlttl, fo«> e dl.u:1"11non pubbllcaU non al reaUtulscono ,., -·-----:Jll . . ~~-- ·--·• ' _; ·-· . - I

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