Fiera Letteraria - Anno X - n. 21 - 22 maggio 1955

Pag. 2 Il primo defilé volante * Rassegn.a della n-ioda a cura di VANESSA (contlnV4Z, doll4 pao. I) • brettl del Circolo del e Palm(lverde >, t tomettt AU'in– aegna del Pe3ce d'oro, 1 Dialoghi col poetci di Schwarz, le Edizioni della. Meridiana e le Edizioni dal e Can• zoniere >, gli Scrittori italiani di Ubaldini e i Quaderni di Sauvage, i Poeti dì e Orazio> diretti da Mario del- 1' Arco e quelli di Oggetto e .,imbolo diretti da Lucia– no Anceschi, nonché la lunga serle della Falena di Guancia. A queste coHezloni nessuno rimprovera d'es– sere sperimenta.11. Sorprende invece e forse nuoce d~~:, J!1 <J~e:~t~!>.to~tom~!a\~~· 3 !:of: i poetiche, tra Ungaretti e Montale. tra Saba e Qua– slmodo, tm Vigolo e De Libero, tra Betocchi e Luzi. comunque è da lodare la utilità di simJII Imprese, anche se ctt e eepertmentd > che vt si dlstln,ueranno e &ffermer8lnno domani. saranno in numero assai eeleuo. Ed è anche itusto ch'esse costituiscano al– mea, una aiperam.a, ee non una ~one dl vanto, -:ul ~= ~,:iileto~~~ i;:~. ostacolano la conoscenza e l'apprezzamento dl alcu• n1 pur meritevoli campioni della letteratura speri– mentale (la quale non è d'obbligo che sia pe1·petr.ata solamente dal giovani In quanto tali), domandiamoci ae una delle più intralcianti ragioni non sia forse quella di presumerli ricollegati all'una o all'altra ri– vista, con l'aggravante di presumere altresl che ogni rivista sia ricollegata, a sua volta, all'uno o all'altro gruppo. Quasi che fosse vero, mentr'è del tutto Inesi– stente, a causa (sia detto en passant, ma è argomer.~o sul quale metterà conto tornare e soffermarsi) del– l'incertezza o - se piace meglio - della eccessiva di• sponlbtHtà e cedevolezza critica della maggioranza del. le riviste letterarie di cui disponiamo. E quasi che, quand'anche (come sarebbe augurabile) fosse vero, e rivista> e e gruppo> fossero luoghi e conglomerati da fuggire come la peste. Mentr'è vero il contrarlo: e al lume della storia; non solo al lumicino del– la cronaca. Avremo forse paura delle parole, di certe parole (e gruJ)po >, e tivista >), fino a lasciarci allontanare dalla effittlva verità che vi è riposta o adombrata? Dovrebbe essere compito di una critica antlaccade– mlca e :inticonformlsta Il ticordare con quanta saga– cia Satnte-Beuve Ulustrò e l'Importanza del primo ambiente, del primo gruppo di amici e di contempo– ranei, nel quale un autore si trova al momento in cui il suo talento sf aprl. prese corpo e sf fece adulto>. Ancora. ugg:I. st verifica lo stesso all'esordio degli autori· Jn prevalenza e.sperimentali> ? Kemmeno per sogno. E e intendiamoci bene su questa parola grupJJ!?. LA FIERA LETTERARIA BIOGRAFIADI TIZIANO Per groppo intendo non la riunione fortuita e artifi• clale cU persone intelUgenti che si accordano In vista di uno scopo. ma l'associazione naturale e, direi, spon– tanea di spiriti giovani e di giovani lngegn1, non proprio slmlU e della stessa famiglia, ma della stessa covata e della stessa stagione, sbocciati sotto lo stesso astro, e che si sentono nati, con diversità di gusti e di vocazione, per un'opera comune. Cosi sostengo che per conoscere bene un ingegno conviene fissare Il primo centro poetico o critico in cui si è formato, Il gruppo naturale letterario a cui appartiene e ripor• tarvelo esattamente. E' la sua vera data di nascita. Gll indl'lidul eccezionali fanno a meno del gruppi, fanno essi stessi centro: e cl si aggruppa a:tomo a loro. Ma è U gruppo, il circolo, l'alleanza e lo scam– bio atUvo delle Idee, un'emulazione perpetua fra uguali r.he dà all'uomo di talento la possibilità di esternarsi, il suo sviluppo e il suo valore. Cl sono in• gegnt che partecipano a diversi gruppi contempora- ~:~~}!n~I ~~~;f'~~a~er~:l~~fo1s~~~~a!l~~:~: (continuaz. dalla par,. 1) è ~tt~avf! :n ~~fii ~~~~'tt~~ :~~:an;~ezi!.a~~ ~~!: m!~ll~ ~(~~a~~l~dt~;;:~::tecet~~~ dosi e d~!ormandosl. Allora importa notare. anche in suoi più. fantasiosi contemPora• materiale da costruzione per la teatrale: l'aerea e luminosa geo- sta nell'ambiente diverso, In queste variazioni e in queste conversioni lente o bm• ~~; i~mJec~l~lotus\~~A~~t17~ :~~~~~z~lu~~~gf~ 1 ~ 0 'nt!, "chr;8i~~~onve~nif 1 61~ml.!:11na;,t1~\'.~TI!~f~~~~coJ:f,~ ~:~'ii !~~~! sche, la molla nascosta e sempre uguale, Il motiyo lunga consuetudine, come II è quello della opima Vene.tla chelangelo, Sansovlno; I lette- debba venir fuori da un momen- h[5~te~~ÌI~ i~:) Chateaubriand: Nouveaux lund1.!, Bembo, ll Vasarl, Ludovico Doli ~~'iq~ri~~t~s~aellaa~~at;i~h~~: itl1~ l~~~n~l (~l~~r1:lir:a~r:g: i~. a~1·,~~J~,f~c~~?1~:r~~:r:~ to:. J~f::r:~ \~m"t°n:~~~st~~~!~~fia~~au~~~: ~~i~~rtt~~:: iv1~~~~~l~ f/rfi~~::~rd~~e;:fm, 1 :1~~~Ì grl~on ~f:fo' 1 ~~ ~~e~u1:nzc6r~~1~\ll~g~!ft1~\t!e~:~de~s~ izone, all'lnlzlo della sua carriera, bensl anche al loro dinario personaggio, che certo della sua decadenza, quello del di belle e spensierate cortlglf" ch 1e t D~Annun~lonon abbia 1~ I l I ed ff I cd e·pa--dendosl !U rtcca ma in un ambito !ami: ~re~~~~~~. d~:1~ 11:~~ute~te, ~~! ~~·r~~n~~!!e1\t~e~~~7~~~è1p, ~: ien'!i.~ur~" ~eB~ 05 :,~ll~rq~:r: =~~s/~.fgn~~~I. ossia i~W~~JmcàrsÌ. COnquello' ~!r:~e~et~~!~ f-~~~:\~ 1 ~~~- la sua vita politica; poi quello e Je dame: le teste, le cene, I te di se stesso: della tendenza, della corrente, della scuola stessa ln to sensibile alla belleua temml• delle v11riecorti che accolsero banchetti, le corti, I viaggi, le « Ella sembrava sonnontasse cui pur sempre rientra, quando anche non abbia ma- nile, e ne fanno testimonianza, trionfante- con più lunghe o più !olle; Carlo V e Lucrezia Borgla la città Intera o la tenesse ln :~r~~l~a~S,~~~~n;tfa a~,c~~1e:,~hde1sesl~~1tf:";~~ ~e~~l~n~ 0 ::nii 1 l~~ll~so v~~i?a~~t ~!f1ì'~. ·~:~ !1a F~:~:::~ ~~ei1~r:~1~u~: n'o~i:~r:re crr~:r:~ f!~!!1~e11t:n1~J.ama~~i:nà~ 0 f;; del e gruppi> (di quelll rlc-onosclbiU e meritevoli: ~ttoo ac~~b~;~~~e n1:sc~~ur~f~ ?~ :i"~v~,I q~;~l:o~a~a~~~:~: :nt~ fn~c~~m 1 oal~or:ep~:t~nfc!; ?ri'~"ndao c~r:;~e!g:t:e~l~a~~~~~ ~~e~ete nen1~~~ ~~ttr~~ci: :Ua ~:n~~gia~:i :n~~~!!nirochl~t~r:~1s!~"~~ ~~g~~e~1 ;,~~o d~ù!~~~a!a~ :~ ::~~~ ~~c~:~ia d! ~m~ f;~~:. 0 e~~~~~ 11 Òe~~~ ~nrtf~:~ Forcade (Revue des Deux Mondes, 15 febbraio 1853) non proprio con le censure di sto.,a Incoronazione, poi ad d'Aragona e Veronica Franco, che servivano ad Imbiondirla. a citata dallo stesso Sainte-Beuve: e Tutte le volte che una naturale castità 0 , se non Aug$burg• e ancora I rapporti poetesse ed etère. Caratteri ben Indorarla. Venature dorate ln• una gellC'razlone di giovani è animata da un soffio altro, con un pudore non comu- del somrrio pittore con t suoi rilevati e segnatl nella narra- fatti le aleggiavano intorno di· generoso e si sente chiamata a grandi cose. è per ne tn una società Intellettuale committenti, come dire delle ztone nel composito quadro di segnando una nicchia rosfore- mezzo di gruppi particolari che si anima e si feconda. paganeggiante e libertina come sue opere con l'ambiente; e un mondo fin troppo rlcco e scente di •~ml Indefinibili, vi- li professore dalla cattedra non ol!re che scienza quella del cinquecento Italiano I rapporti familiari, anzitutto srerlto di persone e di Imma- ~~~!lo ~~li ~~~~zl~~~ .,,comeun morta. Lo spirito vivo, quello che, costituirà la. vita 1 10 1Jvfa::Ìl•~~~rr~ ~~l~ueJ~~e~r: :rc~~\a d;~r~n:a~:J~r1~:: 1 ~e ~~~ g ~ ·quanto al materiale per cosl Un D'Annunzio, come si vede, ~~:\~t~~:;~I ~1o°v~Jt::~s~s~~ :hn/~t~n~~~~~u~ ~~i~ ~n C{j~[!~e~~euJ!zt!ì~ :1r:~':i!~~~e <!:a~e'ne~l~. 1 Q: 1 !~ ~~~e s,t:J~ti~P~1~~~:~r~~ti;: ~~~h~h~e 1,i 0 :~~a. ~:a:~~ti~ scambiare le loro scoperte, le loro veggenze, le loro f et II ltl d'una dlfnltosa. Il con la. fedele Cecilia, modella mente fusa, e intonai.a al passo scena.dell lnce nd10 del Fo nd aco speb~f~o>.gludizloso II Forcade garantiva Il suo as- !E:~:~e~~::z!?t~LrocJ~!~: ~:tcau~14eet~ 1 n~g:~~r!eg~~Jt'~~ù: ~:~i~~ 0 u~~ ~~a v::1~1~! ~er~~ ~I le'r1~~t~%.d~tclo}~r!11 1 !ri: serto Co:l'esemplo fo'rnttogll dalle assoclaz.loni cui da ti di archivio sono venuti In sta tre figli: Pomponio, più tar- slnuante al tempo stesso, di lar• ch 1e quella dfle possl~llltà dbre- l hé f questo campo ecceS!lvamente In di prete ma discolo e scaveua- go ritmo e respiro direi moder• sp ro narrat vo del giovane ec• giovane appartenne Tommaso Moro,. a ,ore re- aluto al biografo: tutt'alplù da collo slrio alla fine cosl da dare namente bemblania.,e non giu- chi: è ri11,prlo l'abilità de~la ~e::itag~~l'~Jl~~~!~àt~;'~~!l~~~e~~~~ 1~ 0 ;hfis!a~~~: tali testimonianze, anche se at- :~~;,eJ~~~avzi~l~I. ! ~ri~ r!r:\ 1~hir?t~~r:1~:t~!nr~f~: ~~~~ 1 : 1:n~: :}!~tgos:l~a~ provando e riprovando, dagli esperimenll e dai ten• ~f~ei~:~ eJ:ac6~::;~{~a 1 ~~~6 quarta, naturale e più tardi le- zlone ambientale, oltre alle \et• da 1 immedeSlmarsl del var ap- tatlVi di oggi non scapp)no !u01i le conquiste e le l'immagine d! un saggio ammij ~~:•:t'sr:J~~~ un amore rl• ffsicad~:~~nofa~~lt:l e~:: rnr~~es;:~ts~g~f~feJ:1e~m:n: Domenica 22 maggio 1955 PETREFITTE (conUnuoz. della par,. 1) l'inverisimiglianza del linguaggio pre-sta• to dall'autore al suo Portavoce il Car– dinale Belloro. pre!etto dei Rltl, trattati cosl questi non sono argomenti da ro– manzo. Roger Peyrefltte era libero di scrivere un saggio polemico od un lungo dialogo satirico se l'argomento gll stava tanto ,a cuore. Il suo linguaggio diretto sareb• be stato più cautp e convincente di quel– lo messo e-on estrema ingenuità nella bocca di un cardinale. Presentato In que– sto modo malgrado la sua vlrulen:r.a, non ~~~o~mrni;:- a~~~1:s:e~u 0 1 ~,~~::~ d1 aver voluto rimanere rispettoso nel confronti della Chiesa cui sottolinea di appartenere, l'attacco' è poco serio. Con• trariamente a quanto Ingenuamente ha creduto Peyre!ltte il libro non dice pol nulla di nuovo, Almeno In !talla gli anti– clericali hanno scritto e ripetuto tutto ciò un'Infinità dJ volte. NuHa comunque giustlftoa la presenza di slmlU digressio– ni puramente polemiche ln un romanzo inteso come un'opera letteraria. Non è certo la prima volta che uno scrittore si accinge a scl'livere un'opera narrallva sul Papato od Il Vaticano. Ba– sti ricordare, per citare un solo esempio, < Hadrlan the Seventh > di Frederlck RoUe. un eccentrico Inglese di notevole ingegno. Per quanto insolito, str~no, ll libro di Rolfe, più noto sobto lo pseudo– nimo di Baron Corvo. è veramente un romanzo. cioè un'opera di fantasia con un impegno narrativo. Esso rimane a mezz:o sec-olo di distanza dalla sua pub– bllcazlone tuttora lntereHante. e Les Clefs de Saint-PJerre > lnveoe è tutto fuorché un romanzo. La persona e la sorte del protagonisti hanno una scarsa Importanza. Essi servono soltanto come un pretesto alquanto arbitrario per per– mettere all'autore d1 passare !aoilmente da un argomento all'altro, descrivendo una cerimonia religiosa, Illustrando la Visita ad un'Istituzione vaticana od Inta• volando discussioni nelle quali getta straU d'Ironia sarcastica non scevri di perfidia su certi lati ritenuti ridicoli o scandalosi dell'organizzazione deUa Chie– sa o su alcuni prelati partlc-olarmente Invisi a chi gli ha fornito ~e in!orma– zlonl. Volendo riunire assieme i brani sparsi ~:k~~l~~eci?1i r~a~~atat!T~~~t~t:i accorgerebbe che raggiungono -appena la lungheu.a di una novella. Vlctor Mas, un Ingenuo seminarista di Versailles in attrito col suo superiore, viene scelto dal ~~ xii:rf t':~~~e n~fo~~t;r:fe~: della Congregazione del Riti, chiede un segretario !ranc-esc. Giunto a Roma egli ritrova la fede, l'umiltà, la castità. Il Cardinale ne fa quasi subito il suo con– fidente mentre il vecchio cappellano ed il primo segretarlo gli dimostrano la lo– ro benevolenza. Don Vittorio segue I e-or– si dell'Università Gregoriana e si inizia lentamente alla vita ecclesiastica roma- na. Ma ali' Improvviso sopraggiunge la' giovane nipote del cappellano, Paola, una bella ed aTdente abruzzese, studen– tessa in legge, alquanto indipendente di carattere. Essa si innamora del giovane abate. Questi a sua volta si sente pro– fondamente turbato da lei. Paola decide di sedurlo. Don Vittorio resiste per alcune settimane, poi cede. Essa gU dà appuntamento in un appar– tamentino cedutole per qualche ora po– meridiana da un'amloa. IVi essi diven– tano amanti. Don Vittorio da quel mo– mento conduce ltna doppia vita senza ~~n~1~~~~~mgiJ° chn,~h~ collm~~~ gd~ Roma: un equilibrio fra lo spirito e la carne, fra la pietà religiosa ed una vita ~r!~a~ 1 ;:!~n! ~~~~a1':n:r di!~Y~i avvera la più forte sen?Ja. turtavla indur– lo a rinunciare ad una non meno sfn• cera vocazione. Quando Il Cardinale Ignaro della tresca lo lascia morendo erede di gran parte del suol beni don Vittorio sotto l'Influenza di Paola pensa un momento a gettare la tonaca per sposarla. Ma allora la vocazione, 11sen– so del dovere, la devoz.lone alla memoria del Cardinale cui tutto deve si avverano più. forti. Egli rinuncia all'eredità e ~n- 7.a avverUre Paola, che potrebbe nuova– mente farlo soccombere. 5parisce parten• do da Roma per rientrare non più in• genuo nel seminario di Versailles. Su questa trama Roger Peyre!ltte col ~~io !:r%~;.1l~gnn~~;~~vi1:vn~~t ~ fatto. Ed é In sede letteraria H maggior rimprovero che possiamo rivolgergli. In– vece si é lasciato Indurre a redigere, sia pure In uno stile brillante e volterriano, un diffuso libello contro Il Vaticano cbe a ben altri attacchi e tempeste ha resi– stito senza rimanerne minimamente scalfito. Si può deplorarlo. Non soltanto per Il carattere ed Il tono poco oppor– tuni del volume ma perché uno scrittore fra I più prepara ti ed I plù seri che la Francia conti oggi ha mancato un'otti– ma occasione di rlprend<:.,rsl lasciandosi Invece trascinare su una pericolosa chi– na, mostrandosi sempre plù Indulgente verso le proprie debolezze. Si può teme– re che U chiasso !orse lnevitabl-!e che verrà fatto attorno ad un libro del ge– nere non lo Induca a perseverare su' una strada che in fondo non é la sua. Se In questa occasione lo g1udlchlamo con severità è proprio per la stima che come scrittore egli finora cl ha sempre Ispirato. L'autore de e Les Amlt1és Par– tlcullères > e e La Mort d'une Mère >, uno del più dotati della sua generazione, dà ne e Les Clcfs de Soim-Plerre > l'lm• pressione di cedere sotto la falsa lusln• ga di Voltaire a troppo facili alletta.men– ti e di sciupare quindi il suo Ingegno ge– nuino ed il suo buon nomf' di narratore. Ci dls.place che proprio Roma lo abbia Indotto in questo errore. Vogliamo spe– rare che anche lui come il suo Vlctor Mas in extremis trovi in un prossimo libro la forza di riprendersi. GIACOMO ANTONINI vittorie di domani. E' già succes~:J~o v~riQur ~~t!!~~~t~e~rg:~e g~~lar'adt Pittore e scenografo, Il Cecchl \io: Il Bande!~ lo Straparola, tt!mpo assai felice biografia. L------------------ cato nel suo «partlculare». ha saputo comporre una tale l'Erluo, Il Bargagli. E specie FERDINANDO VIRDIA ''-------------------------------' 1olioteca~ino t:31ar

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