Fiera Letteraria - Anno X - n. 15 - 10 aprile 1955

DonleniQ 10 aprile 1955 LA FIERA LETTERARIA P,g. 5 COMPITO DELMONDO È CONTINUARE - TUTTE LECOSE NEtTEMPO ASCOLTANO, CONCERTANO, C MPONGONO Introduzione all'Arte Poetica Sete di verità e di conoscen z 1, e sete di pane, di nudità, di patimento, di legge ::~t!:Jrt::.~,,{: · !·. •;:;:0111:: .. ... cttmm, ""' Hm111r de 1i,ll– tu.d1 •t qu, Cllwl qui 111t1Nd mi, ' 12 1:!tr, c.\ea- lui h1qwi1I 1 1 low.rd. (Cln~ultMe Ode) d'~:::: ~r~:t~:t~l~~:tt~~~ un se&nale Se il nome del mosofo che comincia a suonare tra noi non gli è Ignoto, non si lasci però dal titolo Indurre In speranza d'una moderna lettera al Pisonl, né si compiaccia di penetrazione credendo aver ~~~::~• aili~:iast:tt~!ri: so!~:~:i~ P!i mondo di se stesso>, una pietanza apolo– getica rimasticata. Divieto di entrare tn un libro come in un bar. Perché U primo Incontro con un libro dovrebbe essere meno delicato e compJes, so di un primo incontro fra noi uomini? Che è segreta-ansiosa domanda di corri– spondenza. tra le nostre tastiere emozio– nali. Invito all'accordo armonico, e non subito e non sempre, alla percussione cen• trale della nostra dominante. Se vorrà ritrarre nutrimento vitale da questopera che ha e: sapor di !orte aeru• me> a primo assaggio, gli converrà supe– rare due ardue difficoltà: quella dello stile, quella della materia. Claudel è anzitutto poeta ed è questo suo un poema metafisico che scoppia na• turalmente, come un grido a lungo re– presso, nella plooe1.?.adella sua Intensità. L'autore, In cambio del pre1.zo , non cl presta opera di cantoniere-pedagogo, né ha l'iguardl allo stomaco convalescente della omeopatia filosofica-positivista: pa– re, quasi, si compiaccia di non aver com– pagni al cantico giubilante nella rivela– zione. Tutto, dal vocabolario alla punteggia, tura, à fatto per stupire. Al suo spirito primitivo le parole e le pause non son segni di astratta conven– zione, ma sostan1.a veramente significa– tiva. Sprofondato In sensi e pa1Slonl, gra– vido di terre~trltà. procedente per giustap– posizione e accavallamento di lmmnglni, Il suo stile presta corpo e volume al pen– siero, lo traduce In valori poetici; e come ~~ùc~~em:nn~:.. e.n~~~i :s~~z~'ìr: il~~!~~~ e sbocchi portuali della montagna, cosl al lettore sono offerti I dogmi risultanti e non gli anelli fntermedl del ragionamento. Negheremo dunque, mentre è carattere del poeta far d'ogni cosa poesia, che possa mal avere valore filosofico Il vero espresso ln figure ed imaginl? O non ammetteremo piuttosto quella che al genio di Vico parve naturale con– Jiunzlone e cloà l'amalgama del pensiero e dell'Immaginazione e: l'identità del vero del poeti e del ftloaoft, queato astratto e quello rivestito d'lmaglni, questo una me– t&ft1lca raalonata e quello una metaflaJca aentlta • lmqlnata >. (Croce, La ftloeofta ,di G. Il: Vloo, Laterza, Bari, 1911). In Claudel queala unione t tanto stretta che la sua grandloaa opera poetica t lne– tpllcablle ,enza la sua dottrina. Nella sua poesia. una spiegazione de.Ji'unlverso t dappertuttp sottintesa, pre,;ente e par• lante. Alcuni del suol drammi (T6te d'or, La VIiie) son drantml filosofici nel quali apesso Il formidabile contenuto di pen– siero, sforzando la rappresentazione del caratteri, invade Il campo della creazione, Anzi: l'Ispirazione lirica non si desta In lui senza l'appoggio d'una salda base intellettuale. E' li contrarlo d'un impres– sionista. E' un'anima compatta in cui la sete di verità e di conoscenza organizza, eoverna e regge. Ma, se dobbiamo scartare ogni preelu– dlzto contro lo stUe, l'assenza del quale in guesto trattato sarebbe stata conven– zione e congelamento Insinceri, anche dob– biamo auardarcl dal farne l'apologia, che nulla è contrarlo all'Intenzione ed alla natura del filosofo quanto la pretesa di rivendicare Il campo del pensiero alla 11· bertà della tantasln. Sete di verità e di conoacenl.8 è sete di pane, di nudità, di patimento, dl legge. Raramente qui lo stlle Imbroglia Il pen. siero, la !orma soffoca 1'lsplrazlone, e, se ciò avviene, ne deriva nel tono giusto e torte uno spostamento come di un plano é un rapido ritorno ln prospettiva che non pos.son sfuggire al lettore attehto. Il suo spirito è assetato di verità e di conoscenza: nutrito del Greci e del Padri, comestlco di S. Tommaso, ha un vero cul– to per l'Intelligenza e la costruzione. Se un rimprovero muove alla filosofia mo– derna è proprio quello di mancare di con• cretezza e di rlgor logico, di aver In or• rore le definizioni e le distinzioni, di so– stituire evanescenti Idoli di parole alla con– cretezza divina delle !orme stabili e chlu- !f~ Emc:;~:1~Wi,~zl~~~d3!\!er~J~nld~l ~~6 linguaggio è 18.sua lede primitiva, Il de- ~~r~~tàd~a7e~:l~~~e8r~a.t:fr1~~1~~ 1~~1:. mo s'avvecla di inciampare ogni giorno nellè realtà dello wlrlto come nel nssl. E questo cl conduce a parlare della ma– teria dell'opera. * A!!ermlamo Intanto che vi è unità In- tima di concepimento e svolgimento in questo poema metafisico, un !uoco cen– trale che Irradia luce e calore fin ne1li ultimi membri. Il titolo stesso e la parola di Agostino che lo completa ce ne svelano Il segreto. fu~~e~!!.'~ ~a! 1 ~u~':pfl~~ ;l~~~f;to e significa che l'universo è un procei.&o di creazione continua. J.a pretesa della i 1 sli;g1 1 ~:~~l:h~h~o~~~ a~~~~fg:1~~~ damento che voler spiegare l'essenza di un poema colle sole leggi fonetiche. ' La fisica procede dalla volontà dell'uo– mo di !tender la sua mano sulla ere&• zlone come su una fiera ammansita, di dominare 11 fenomeno consustazlftndolo alla sua conoscem:a ed al suo potere di disporne. Essa ammette che constatare I !atti ed Il loro nesso causale equivale a ~~~~,:r ~l.ec: t~1~f::ra~~ 1 ~: 1 f~fo~~:~~s~~:ro~ nata delle cose In una spiegazione onto– logica e totale. Alla radice di questo errore stanno I due capisaldi su cui Insistono le sue co– struzioni: e cloà Il concetto di causa e quello di tempo. La prima parte di que– sto trattato è appunto dedicata alla cri– tica del concetto di causa e di quello di tempo come sono presupposti nelle scien– ze fisiche. Mlrablll sono state le applicazioni delle scienze; tutta l'epidermide te1Testre è di– venuta sensibile come t polpastrelli delle dita; Il tema orosplco all'Insegna di Sa– turno o del Cancro è stato sostituito dal– l'esattezza de-ll'Almanacco delle Longitu– dini e del cataloghi astrati, I meccanismi copiati dli movlmènU plll seiretl dilla Dlt: PIERO JJAHllER natura, servono agli usi umani. Ma l'uo– mo compita ancora Il suo destino . .t. Possa l'essere dotato di voce Intellegibile, escla– ma Il poeta ,Imprigionare l'esala:tlone del– la terra e Il rutto dell'abisso! >. Forse le cose stesse appellano dal giudizio mecca– nlstlco e cl fanno del segni attlnchè cl mettiamo davanti all'Insieme come Il cri- :-!i~~a~~~~"J'~n~1ufr~o~~fm~c~u~~ail ~~~: cetto di causa, dobbiamo scomporlo In materia e mcuo. Cau:Q è l'accoppiamento ~;r~o:fgttit~1: r;us~;:~~i. ~ri~t~/"cr~!~ tura lnquanto creata, son depositari, in potenza, d'una forza pronta ad esplodere In Cl'eazlone, SI possono classificare I me7.ZIseguendo Il modo del loro operare, distinguendo il - cal!O fortuito o appllca– atone d'un me-1:zo ad un Rne dal medesimo non Implicato - o - l'a1•1,llcszlone co• i;.clente o ,·olontaria ciel mezzi ad un fine, ed ecco, da questa distinzione esemplifi– cata, risultare, Intanto, che Il so ~gel.to non lmpllba Il mcuo. Il loro processo di allacciamento è quindi opera della nostra volontà che ne promulga le condizioni del sillogismo, dandogli for-.,.a cli legge. Non ne consegue affatto che questo processo formale per me1.zo del quale cl ritrovla- ::nr:1 q~l:lll~n~~IO q<~~~:: ~a~~~l~~•raslt/~~: vato I suol termini e agglomerato le ac– cezioni. Intanto, non possiamo neanche detinire una cosa che nel tratti In cui differisce dalle altre. E quel che mRnca ad ogni cosa particolare è l'Infinito. Vedlam davanti a noi. d'un sol tratto, l'Insieme delle cause e degli effetti, e solo arbltrnrlamente concludiamo che ,la stessa lc,:ge che or– dina l'esistenza delle cose ne comanda la produzione. che nelle cose sia Infusa una virtù generatrice, lrreprenslhilmentc de– terminata. Le leggi sclcntlfkhe sono un adattamento all'esperienza, ne prendono In prestito una base, ma non ne partono, ne vi arrivano. Ln !or:mula non può pre– dire la flslonomln del composto, né I fati! confermo.no la realt:\ perché essa non ha alcuna relazione cli nA.tura col fatti. Siamo ~vinti dall'appnrcnw di unlver- f. so d'acqua. ecc.). Esso è da noi concepito spazialmente come risultato del movl• menro. Tale è Il nostro tempo terrest!re, ma, come Il poema non è un sacco di parole, slbbene un segno, un atto Immaginarlo, prod-ucen1e Il tempo lirico che occorre al– la sua risoluzione. cosi Il tempo della fi– sica non è il tempo dell'universo, Vi è In cielo una pura durata di cui Il dettagllo terrestre è innumere trascrizione. Con Pia. tone (Timeo), Claudel riporta lo stato di riposo all'unlformltà ed U movimento alla diversità. Daffe!lstenza nello spazio di due col"'J)Idiversi nasce Il movimento, ohe è ~~:o~~ 1 ~1f.~1r;~~ Tuft'!~ f~e~!t. s~~J'ot to dal movimento non è ohe una macchi· na segnatempo e colla sua tuga, coll'im– possibilità di sussistere In alcun luogo, rende testlmonlam.a della sua origine che è nel fremito ond''è colta la mat!!rla al coniauo d'una realtà diversa: lo Spirito. « A qual segno riconosciamo un essere vi– vente senza vcdeNo? e: Al movlmenro che determina. La tal– pa sotterra, Ja lepre net rovo, U cuore sot· to le dita. Ora, noi vediamo che tutto l'universo sl agita. Tutto In questo mondo è moto e tes1lmonla della sacra agita– zione della creatura Incapace di esistere di per se stessa, di .s11&8bters, in presenza del Creatore Immobile; tutto Lradlsce l'af– f,iusso>. ( Abrégé de toute la doctrine Chré– tienne). Dunque Il tempo ha una realtà obbiet– tiva, un'origine. uno sviluppo (senso) e può esser eonslderato tanto neHa sua du· rata assoluta e nel suo scolare uniforme. quanto nella sua materiale testura, nella sua continuità o nel suo ritmo. Compito del mondo è continuare. Esse– re è creare e tutte le cose nel tempo ascol– tano, concertano e compongono: le fon.e flglche non meno delle volontà umane. Que~to accordo ha un senso nel tempo, artefice di una realtà che ogni Istante ar– rlcchl!òiet?,H Pmt11ato, ciò che ha ricevuto una volta. esistenza. 'I- Quel che hn dNto per Ja causa può qui essere ripetuto. Anche la critica dell'Idea raul Claudel: Accademico di }'raneli\ salltà e necessità scientifica che, In mC?.zo all'ln!lnito caos del fatti singoli cl pre– senta la costanza del rapporti e la fissità del loro nesso causale. Ma la sclen1.a è una constatazione utilitaria, non una spie• gazlone. Non ci son leggi, ma soltanto forme distinte. Le leggi non son che stru• menti di critica, plani di semplificazione, me1,.zldi assimilazione Intellettuale. Slam noi stessi che creiamo l'accordo che è og- 2etto della nostra conoscem.a. Il mondo è ancora Intatto, vergine come Il primo giorno, fresco come il latte. Noi lo nomi– niamo e catologhiamo facendo opera di tede nella natura, ma la nostra scienza non è tanto una storia della natura quan– to una favola sulla natura. Facciamo opera di fede nella natura e, slmboll7.zandola. esprimiamo la certezza di ritrovarla sempre uguale a se stessa In quanto oggetto della nostra conoscenza. Ci diciamo sicuri elci nostro lessico: le ore e le s1agloni tengono In serbo sempre la stessa provvista d'aggettivi e di rap– porti per noi. Ma dall'insistenza disperata. come di chi è Incompreso, colla quale la natura li mantiene e ce li ripete. risulta che essi hanno per lei un apporto tipico, sacramentale, una autenticità, e che non l'oggetto predeterminato cui servon di termini. Dunque non vi è causa, ma cause al plurale. o pluttos10 una causa totale ed unica. La causa della nostra sclen1..a è unR propor--:lone, una differenza; non è affatto positiva né lnclusp. nel SOKgetto, è ciò che gli manca es-senzlalmente, è la totalità che gli s!ugge. La spiegazione mcccanlcft dell'universo è discontinua ed eterogenea: Invece di aver chiuso la spon– taneità del mondo neUe sue formule. aspetta dal mondo una conferma; è « una Ipotesi divinatoria del concerto totale>. (Bionde!). * Il tempo è da Claudel definito: 11een.- .so della vita (senso come si dlce d'un cor• di tempo cl scopre un mondo nuovo ad ogni nostro respiro. L'ora attuale dl!!eri– sce dalla passata non essendo limite della stessa quantità di passato, non lmpllcan· do lo stesso futuro. L'ora del calendario e dell'orologio torna si a seg-nare una posi– zione comune delle cose: Giugno. Mer.zo– glorno; ma non è mai lo stesso giorno, lo gtesso Mezzogiorno. La vita umana dalla nascita alla morte non è che una divisio– ne del tempo assoluto: la materia bruta che persiste e l'animale partecipano al ciclo che Istoriano nell'annata - ruomo solo non segna altr'ora che la sua; tutte le ore e le stagioni sono presenti In lui: al disopra degli accadimenti è cosciente di questa parte dell'Intenzione tota.le affida– ta al suo personaggio. Apparisce e scom· pare nel luogo e momen10 comandati dal disegno e daJ plano cui è necessario. Se dunque tutte le cose sussistono !n un rapporto Infinito ognuna con tutte le altre, si da parere. Individualmente, lndlspensa– blll al dramma complesso, alla commedia dell'arte della natura, è possibile consi– derar l'universo e valutarlo secondo una nuova logica. sostituire al simbolismo astratto e generale deHa vecchia logica, la metafora auloctona. oggettiva e con– creta delle forme particolari che è prati• cala sotto I nostri occhi dalla natura stes• sa e non casualmente, ma casualmente, secondo una cali.sa che potremmo chla• mare armonica cd aggiungere a quelle del fllosoto. On simile pensiero Whltman: Exalté, T(tpt, ecstatic - Th6 Ui.!ible but thefr 1vomb o/ birth, - O/ orbic tendem– cies to 8hape, and .!llape, and .!hapo, - The mi9hty e(lr01-ejdòlon. Esaltato, rapl– to Jn estasi - Il visibile non è che matrice di lor nascita, (delle forme J - Della ten· denza orblca a costruire, costruire, co– struire. costruire, - la colossale lmagine terrestre). Sarà questa un'Arte (e: Arte poetica>) e non una scienza, perchè non vi è scien– za che del generale. ~fa nop perciò sarà Biblioteca G'ino Bianco opera del caso. La geologia e Il clima, 1a storia naturale ed umana &tanno a pro– varci che la tonna d'una montagna non è più casuale di quella del Partenone, e che Il nostro destinO rlpooa tanto nel corpi celesti, quanto nel cuore di questi uomini sconosciuti, che, al nostro ftanco Iscrivono la loro traiettoria. E" questo Il punto d'attacco, la sutura della e: Conoscenza de.I tempo> éol e: Tra\– taro sulla co-nucenza al mondo e di se stesso>. La parentela tra I verbi che esprimono ln diverse lingue l'Idea di acquisto per mezzo deHo spirito e di nascita, cl ammo– nisce che nascita e conoscenza Cconucen• za) son simultanee e sinonime. Possl1.mo solo distinguerne una gerarchia del:Ia co– noscenza che ripartire-mo In: 1) Con0$Ce07.a di cwtna:ione, tra le cose fuori di noi secondo I rapporti che esse nutrono; 2) conoscenza della forma Ol"Janlca vivente; 3) conoscenza intelleclblle o di con.– a(atatione; 4) coscienza delfuomo; 5) conoscen1.a che darà dell'anima do– po morte. Ma non nasciamo goll; nascere è per tutto Il creato co-nascere. Conoscono e con– statano I loro rapporti anche .Je cose, co– noscendosi .dmili nel movimento che per– mette loro d'esistere (ogni vlven1e essen· do un tocolare In travaglio per eo&tltulre o mantener la !orma), o diverse, Il mo– bile deducendo la sua massa dalla soli• darletà e dall'appog.glo che lncontra nel suo lavoro, la dimensione. la distanza, la proporzione. dalla sua dlfferen1,a degli al• trl mobili. La matemallca è spana nel– l'universo non meno che nelle nostre ci!re Incasellate a colonna: anche le cose fanno la mollipllcazlone paragonandosi con se stesse. Quale sarà allora la sostanza del• la materia e dello spirito? Se sono etero– genee come potrebbero co-nascere, cono– scere l'un l'altra? Un Isolamento di natura tra queste due sostanze è Inconcepibile. Sono entTambe creature e derivano entrambe dallo stato di movimento, se lo si Intenda rettamente e cioè come variazione neU'e1lsten1.a. An– che sen;,.a spazio, lnlattl, suaslstono le Idee cli esterno ed Interno: I segni della a:~~e~~e~ra~I s~~gp~~:7: :il~~e s~~e,.&J:s~: gnlno stelle o cavoli. L"aritmetlca e la geometria partono entrambe dall'esisten– za unitaria che quest'ultima deslrna con un punto che è segno puro, Indipendente da_ 0 t1 1 {Tu~~~n:~oe~~~~°n':~ e mutua ob- bligazione tra le cose, legame tra le di• verse parti del mondo come tra queille del discorso per formare una !-rase lntelll· glbllc. · - Ogni movimento ha per rlau-ltato la creazione o H mantenimento d'uno stato d'equilibrio ohe si trova nello stabilimen– to d'una torma o figura di comp(NÀzlone. L'universo è una gerarehla di torme, nes– suna delle quali è In stato d'Inerzia: il minerale è forma chiusa, stato violento e complesso della materia. Cl 21ono!or– me. come I corpi chimici, composte una volta per sempre e ce ne sono In via di svoluppo, che non esistono quindi pel solo fatto d'una limitazione esteriore, ma si producono In atto per forza propria: In precedenza l'albero nella terra e l'uomo nel seno materno han piena conoscenza di sè, polchè lo sviluppo non è che rtscrl• zione della forma nella durata. >/- Riassumendo: conoscere (co-nascere) t costituir ciò senza di che 1:1 re•to non ~ trebbe eesere. Definire è Isolare, e1elude– re, è dire perchè una cosa non ~ tutte le altre: essere è non essere una cosa, non essere alcun'altra. sia per opposizione ma- =~1~a~~~ t~J~1 1 r1!1f•.4.'t~~~s: J , t d i to: e: Dio è l'essere perfetto In oul ogni potenza è atto lnacresslblle al nostri aen· si e del quale possiamo a!!ermare solo che è e ciò che non è>. Deftnlzlone aristo– telica e gnostica). La conoscenza, realisticamente Intesa, :~;:~~f~~:!: ~è ~:t 1 1\~ 1 ~a~!::11~~e ~~i1! sue azioni, finita In faLto, lnllnlta In po- ~~:~ c:=~l~ ~~~~faj~~\ ~~:t~hi scenza e rl-conoscenza a seconda la si con· slderi come causante e avente causa. Anche per l'uomo, come per Il creato, vivere è conoscere, e U suo atto di vita essenziale che esprime Il suo modo di co– noscenza è l'elaborazione della vibrazione nervosa. Ma 11 cervello. che Insieme al– l'apparato n.ervoso ne è !"organo, va ret– tamente concepito come omogeneo nel suo focolare e nelle sue ramlncazlonl. Nulla giustifica la speciale ripartizione di com– piti, sensitivi e motori!, che si attribuisce alla prevalenza della materia bianca e grigia. La !unzione del sistema nervoso è la produzione della sensazione e del mo– vimento mediante l'espansione in tutto Il corpo dell'onda cerebrale costante come il polso. La sensazione non è un fenome– no passivo: è uno stato speciale di attivi– tà. La vibrazione è costante: è H ribolli– mento della sorgente della vita, J'emo1Jone della materia al contatto dell'unità divina la cui Impresa costituisce la nostra tipica personalità. La vita della pianta è essenzialmente acquisizione: la sua torma o qualità i ade– g-uata alla quantità di materia che può tollerare e ammassare. li corpo Invece, pervenuto allo stato adulto, non si man• tiene che a condizione di distruggersi e di tornire a se stesso alimento. Trattando della conoscenza lntelllglblle sarà sp!e– ~f,~ ~~~:~fi~ale dlvenltà tra l'uomo e cli Qui Intanto è aff'ermato che. come la fuga dell'universo travolto dal moto e la nascita del tempo sono nel fremito prlmordlAle della materia di fronte a Dio, anche l'origine dell11.nostra vibra– zione umana deve essere riportat11. alla ripulsa essenziale. alla n.sce8.!itt\ di no" e.!.!oreciò che cl dà la vita. E nondimeno non perdiamo contatto colla sorgente che cl fa fremere: slam fatti per 11.ttlngere energia a quella steS&a forza che scrolli\ I mondi. La conoscen;,,.adell'uomo può ·quindi de– finirsi: una nascita coscie"te. quali/1cata dall'og9etto che 11elimita la e.1pan8ione. E si noli bene: ogni emissione vitale di un'onda, riproduce la prlm&: ricupera t\ltto Il dominio acquistato dal progresso del tempo e della crescita. non solo, ma nella sensa1Jone, di cui son lo l'autore, produce tutta ques1a esistenza !n quanto modlncata clUII 02gettl esteriori che cl circondano. Odorare una rosa. è produr– ml odorante la rosa. I sensi vanno quindi considerati come semplici apparecchi di trasformazione clella corrente inlzl&le e, per cosi dire, d'ae<:ensione, costruiti per Interruttori diversi. La stessa pulsaziòne nervosi. ché Una delle ulllme immagfol di Paul Cfaudcl alimenta la nostra visione cl permette l'udire e l'odorare. Ciò sebbene i sensi dif– feriscano tra loro, gli uni fornendoci pura e 21ernpllceInformazione locale, gli altri lmaglne completa. Passandoli in ri– vista In rapporto alla loro funzione ve– diamo che li !atto non cl dà che Informa• zionl parziali. Il gusto non è che una gra– dazione più completa. I due sensi supe– riori cl dànno, oltre le impressioni, le lmaglnl: l'occhio che, come nel Timeo Cocchi portatorl di luce, dice li filo– sofo Platone ammettendo nell'Interno dell'occhio un fuoco le cui parti più sotti• li filtrerebbero attraverso H tessuto di quest'organo. C!r. l'espresslone e: !uoco dello uuardo >), è considerato Quale un apparecchio di elaborazione vibratoria Intensa, omolo2a e contestualizza lm• J>r6slonl altrimenti contrutantl e suc– cessive; l'udito è organo attivO di distil– lazione dell'onda sonora. 'I- / Toccando della conoscenza Intelligibile che è delle Idee generali (articolo terzo) blsoina ferniare la nozione. di costanza. La senuzlone costa.nte d'un 02getto costante. ecco la base delle nostre idee eenerall. Generale è poi quella qualità In cui coae diverse son comuni, qualità que– sta che non pouono avere da se stesse, ma da una ter--:a cosa che sarà 2encrale e 2eneratrlce di Quella qualità 1ispetto ::m~~~in~: 1 ltirere~!t~~:rrC::ie~en;:n: nostre sensazioni perchè 02nl sensazione è nascita: oa:nl nascita co-nascenza. e l'es– aere animano conosce Il simile co-nascen– do simile. Qual'è dunque la differenza tra l'uomo e gli animali? Questa: che la be· stia conosce secondo certe condizioni stl· pulate: Il bove secondo l'erba che pasce, lo scarabeo secondo Il nocciolo di cllle.1?!a o d'albicocca che la sua larva perfora. - mentre l'uomo è !atto per ritrovarsi dovunque-: che l'animale ha una rag'lone d'essere particolare, mentre l'uomo a causa dell'Infinita complessità delle com– binazioni cui partecipa è padrone della sua conoscen1.& sensitiva e motrice, pos– siede una ragion d'essere assoluta. Es– sendo costruito per adattarsi alla tota– lità, deve possedere Il mezzo d'esser mo– dificato nella sua !orma dalla totalità, d'esser inform(1to dalla totalità. Ma que– st'elemento comune che deve ritrovare In tutto suscettibile di fornlrg-11 Informazio– ni. non può essere che Il più geuerale e cloà Quel movimento stesso per cui ogni cosa esiste. L'uomo è allo s1ato di biso– gno, di sensibilità In rapporto a tutti it:11 ora:ettl che lo circondano, nessuno del quali gli è Indifferente. La sua conoscem..a deve dunque essere una astrazione, il che vuol dire ch'eg-11 dlstlng-ue nell'oggetto delle qualità differenti, alle quali dl volta In volta applica la sua attenzione servita da uno o da più del suol apparecchi sen- 211tlvl.Questa astrazione è concreta nel linguaggio, che per Clnudel non è soltanto opera di lmaglnazione poetica e descrlt• tlva o mero strumento di comunicazione, ma ha un valore rappresentativo dell'es– senza delle cose per me1.zodelle parole, è un prendere con noi (con-prendere) per me7.ZOdel segno la sostan1.a di ciò che non possiamo aver sempre sotto di occhi. Chiamlomo eff'ettlvamente le cose, costi• tuendo In noi lo stato di conoscenza. che risponde alla loro presen7,a sensibile. La parola è insieme formula dell'oggetto e lmag-lne di mc s1esso lnquanro 1 nformato da esso. Comprendere è l'atto pel quale cl sostituiamo alla cosa che comprendia– mo e Il nome è una formula di scongiuro onde cl serviamo per provocare un certo s1ato della nostra tensione personale, cor• rispondente al tal oggetto esteriore. Le conclusioni sull'orl,a:ine del linguag– gio sono quindi, all'incirca, quelle del Cra– tllo: l'origine del linguaggio è anzitutto emo1Jonale. Ogni parola è espressione d'uno stato psicologico procurato dall'at– tenzione a un oggetto esterno. La lettera. o meglio la consonante, è 1.1n'attltudlne sonora provocata dall'Idea generatrice ch'essa Imita. la parola è emozione. L'etimologia, che due volte (nascere: c.-o-nasceree nello stabilire l'idea di scls• slone: st, a fondamento della coscienza nell'uomo) appare In questo trattato è 2lustlflcata come rlsallmento alle radici e alla semantica delle letlerc (S: soffio, scissione; R: rapida vibrazione. ecc.). E tuttavia Il llnguaga:lo non ha qui valore puramente obbiettivo e significativo, chè altrimenti la fonetica sarebbe una scienza n&turale e Il rotto sin2u1to onomatopeico, ~l~~~~o~:tt,~;ifs~\~~e~ d[Mt!~n':to~l!~ delle llng-ue letterarie moderne. Il princi– pio dell"ldealltà dell'universo al Quale tutta l'opera è Indirizzata vuolP ch'esso sia al nostro !!plrlto strumento di compa– razione e di scoperta, patrimonio -di cui possiamo collocare I valori come vo.1?lla– mo. ravvicinandoli o disperdendoli. recen– slonando e classificando secondo le ragioni del nostro spirito che son generali. Non la cosa soltanto è espressa nel se(?no: vi è, celata, anche la nostra Individualità. 'I- I principi posti cl rendono ormai ma· turi a risollevare Il problema della co– scienza. o conoscenza che l'uomo ha di sè. In fatto d'anàllsl dèllt materia l'uomo non può constatare che Il puro fatto ma– tematico, il movimento. Tutto perisce. Dio solo è colui che è. Colla conoscenza cl sentiamo differenti es1erlorl al mt>ndo, esteriori a Dio. Dio, essendo tutta l'esi– stenza, non può permettere a nulla di esi– stere se non a condizione di escludersi a suo modo da lui e fuor di lui. tutto esiste allo stato di contradlzlone e scompiglio. Il puro movimento matelnartco è un'astra– zione dello spirito. Ogni movimento è di• retto alla produzione di una forma chiu– sa, capace di /hrire. L'universo Intero In– carcerato nel suol fini, costruisce la 'sua !orma, la sua formula e la sua cinta L'Individuo umano responsabile e spon: taneo è chlamaip ad esercitar conoscenza. Slamo fatti anzitutto per pensare. Primo stadio di conoscenza abblam visto esser quello del vegetale, il cui compito è prov– vedere alla costruzione della sua forma L'animale rappresenta un secondo sta: dio: non ha solo spazio. ma Intenzione E' un attore che Interpella e risponde: Quantunque le sue risposte sian stipulate Ma l'uomo è veramente lmagL,e lntelll: ,l?"iblle dell'attività creatrice e Il suo modo di conoscersi è tradursi nella sua corre– lazione con Dio. Come nelle cose conosce 11g-enerale, cioè il movimento generatore che le forma, cosl conosce se stesso come autore e padrone delle cose. accordato com'è coll'atto creatore di cui porta In sè la scala e la riduzione. Le cose, non na– scendo sole, son collegate da una mutua obbligazione. Questa obbUgazlone pura– mente !!sica e formale nel bruti é morale nell'uomo provvisto di libertà. La sua coscienza gli Insegna se ha agito bene o male, conformemente al suol fini prossi– mi o remoti. lmaglnarl o reali. alla sua fantasia o al suo dovere. Ho cercato nn qui di rlassumere fedel– mente Il pensiero di Claudel per ossen.– tialia, ma come potrò congelare 1n uno schema 11cantico trionfante e commosso sulla conoscenza oltre la morte? Ecco: un uomo ha cessato di esistere rispetto a noi; pronunziamo che è morto. Come può continuare a nascere essendo morto? Cosa e come conoscere spogliato dal suol sensi? Lontanata è la rotazione del nostro solido mondo entro le maglie d'oro del sole. Ma Il pensiero dell'uomo rimane oltre l'anelito. Non è la materia causa del movimento: essa anzi è che trova soltanto nel moto unità. Ora, se anche cessa li suo e: tem– po> momentaneo, Il nostro tempo terre– stre, supponendo un rapporto permanen– te tra li soggetto e l'oggetto, Il movimento che vi corrisponde sarà n.nch'esso perma– nente. Ora se l'esistenza dell'animale porta scritto Il proprio destino nel corpo fisico. costruito come un g-locattolo per quel salto determinato, e manllesta la più stretta dipendenza degli esseri circostan– ti, la presenza dell'uomo che conosce il Renerale non dipende nè da figure clrco– st.antJ nè da una determinata collocazlone nel tempo. Come potrebb'egli conoscere le cose lnquanto T'l(!rmanenti,se non lo fosse egli stesso nella sua respirazione Iniziale? Col linguaggio egli attesta la permanen– za delle cose fuori del tempo, formulando l'Insieme delle condizioni oermanentl la cui riunione dà ad ogni cosa Il suo diritto di divenir presente allo spirito. li linguag– gio è una nomlnazlone eterna. Per con– solidare le cose nella loro qualità di ter– mini, per renderle, nominandole, inster– minabili, debbo essere lnstermlnablle lo stesso. La morte à oer l'uomo un ac.-cldente violento: essendosi compiaciuto nel suol flnl come se g-llfossero propri e non deri– vali dalla volontà di Dio, una fine gli è In– fatti stata da1a e la morte dl auesto corpo che gli serviva a raggtuna:erla. L'uomo. In preda al movimento come tutto il creato, acquista da questo tatto una direzione. un sensc,, una fine. Sepa• rato da Dio !n questa vita non è Informa– to che dal di fuori, dal termine che lo arresta, dalle diverse parti del mondo esterno con cui viene In contatto. Sepa– rato dal corpo, ormai soltanto ln Dio possiede Il termine fisso che determina Il suo senso e. veden1o Dio pienamente, realizza nel !atto stesso della !'Ua nalura. la sua differenza o Intenzione costitutiva. Non più lmaglne formata di sensi o cieco afflusso, ma diretto ricambio e attingi• mento della sua sostanza In Dio. Videmus nimc 1)6rsµectthim in aeniqmi– tate: tunc autem facie ad /acimn. Nunc cognosro ex wrte: tunc autem cogno.!cam !icltt et cog11it11ssiim. Tutto ciò che nasce. dunque, spirito o corpo. conosce secondo Il suo modo. VI è armonia In ogni tempo della durata, tra tutte le parli della creazione, dal se• raflno al verme. Questo poema metafisico respira In una atmos!era lns!<'me antica e moderna. e sarà facile al filosofi collegarne le molte voci a lontani e vicini. E' uno slancio rettilineo verso Dio e più che analizzarlo cl conviene raccoglie– re li grido dell'araldo che con •.~on! e !oll,!ori e spada d'arcangelo nella destra cl richiama al problema centrale della vita. (1913) PIERO JAHIER

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