Fiera Letteraria - Anno X - n. 15 - 10 aprile 1955

Pag. 6 LA flERA LETTERARIA Domenica 10 apt·ilc 1955 " ... NESSlJNO, CONOSCIUTO O SCONOSCIUTO, M'E' COSI' ES1RANEO CH'IO NON LO RICONOSCA ... ,, raul Clauclel alle pro,·c per « L'annonce f:lite à i\larlc • Testimonianze per il Poeta La sua eredità di Dl~O lilli. 110 Ln poctlcn di Clnudel può situarsi tra « Pnrtnge dc midi » e « L'annonce fnltc A Mnrlc »: o, perlomeno. mdlpendcntemente dnl rifertmentl cronolQJ1:lcl,queste due opc~ re rappresentano I cnposaldi di un modo di Intendere la llrlcn, di non renderla fine n se stessa, di co]Jocnrla n servizio di valori essenziali, dei quali deve rendersi Interprete 11 creatore e l'artista. Certamente nel!'« An• nonce » vi _ è il fnlto rel!gìoso, l'ortodossia che è capace, proprio In quanto tale, di as– surgere n drnmmn e di proporne In solu– zione efficiente; mentre nel « Pnrtnge » cl si tro\'a di fronte come ad un crudele !ti· nernrfo. dove 11 male, o piuttosto l'indllTc· tcn7.0 ,,crso Il male. nd ùn tratto mlnacc!a di conseguire la sua vlttorln, Mn Claudel In r=~?m,tles~'i c~ltacii~t!~gp~~i:n~~~ rlenzn, concepisce la poesln proprlo come un sussldJ.::>, un qunlcosa destinato ad aiutare. nd essere sostenitore del be-ne. o documen– t-~:nd.nsort'Jla, le più esatte misure del· sc~;e ~~Jì~fto ng~ ~~~;!~~?eln P~~~: sito le questioni di stile. gli abusi che, tnl– volta. egli mcde!lhno fece del doni di cui risultava In p0S:j,CS,SO. Importa, im•oce, que– sto su.:, servizio ed ti suo concepire la poe– sia come lllwnintl710nc della bclleu.a, della potenza, della !orui. conoolntricc di una fede. Potremmo dire una l)()CSla• anema lhcolo- ~~?:i1; esc::~~1!:U~tn~ndic~in~~~r;~a I ~~ per questo che li suo esempio non flbb a 6~~~~~ ~J1·~J~hn~rsf f~ro~~nln d~i!! dnlla Intuizione o dalla consapcvolczz.a di una detennlnata presenza, dall'e."-SCrepcrlo· meno sfiomtl dn un prodigio d'eterno. I poeti di t.utto Il mondo non possono, pertnQ,to, non OITrlre alla memoria di Paul f~n~~~ Ji for:r!~ ~n~:~~~e r~~:1~Ch~~ di quelli che non si ~mt.arono di diffondere una conseguita. verità, ma anzi si prodiga- rono a questa cosl nobile impresa. In alcuni casi persino superando ragioni di com·e– nlcnzn e moti\'! di rispetto. Nessuno potrà mal ntrennare ch'egli non fl.bbia camminato di pari passo con Il suo messaggio. che non ne abbia condiviso la passione e le lotte: ed ~~: 1 ~cF~C::~~ dcr: 1 au: 0 ~~af! 1 ~~r:10~~~ perenne e &!curo conforto. DINO DEL BO * Claudel e Strindberg? di l'ITTOIIIO GAssi,1A~ Difflclllufmo - fra i tanti interrogativi ~:Ja .: 0 '':f}~grf1~f 0 ~~~!ftodi cfi~au~~u:;3; Claudel drammaturgo. Ciò che sempre mi ha colpito. rriaogior!'1ente, in lui, è la aua « in– traducibilità». ,1 reciso disegno formale che lo protegge e lo limita. Ma anche ammessa la resa /edele di una versione, quanti mal problemi al presentano all'interprete che lo al/ronfi? Come staccare, rispettandoli entrambi. il turgore Immagini– fico della lingua dalla /orzo. e dalla verità di paufonc che sempre vi $i annida sotto? Non so se Claudel dit•errd mai parte inte~ orante del repertorio natlonale franceJe; a mio avi:iso egli non possiede le $'Peciflche caratterl.stiche di un cla.ssfco (credo che cl siano clauicl •alti» e classici • baui », di vrande e piccola forza. ma sempre con certi indici di elementarità pu cui un'epoca $1 riconosce In euiJ. Ma non è negabile a Clau- 1!10 d~vc;:a.,~e i;i;ui~r,~~:toVi:1~::a art:: scfenza della crisi ,la t·asta frattura artt.stfca e morale che /orma almeno il quadro nega– tivo del suo e del no.stro tempo. In questo senso mi .sembra errato Il con– sueto acco.stamento della sua opera a qudla di D'Annunzio; p'ù che ad altri mi ri/arei - in chiave dil 1 ersa. ii intende, più carica e colorata - a Strlndberg. E' un paragone auardato? Scu .sateml.in tal caso: non aono un critico letterario. VITTORIO GASS!UAN GAÉ'l 1 ,1,v I•rco.v Etwe1.•ba ALLE «LEl'l'VRE CIU'l'ICIIE» lioteca G·ino Bianco ·La visione d lla Candelora ,,. lPAUlf, CLAUDElr, E' mc..;;.::(lnoUe ed ho spento la lampada. j\fa l'Officio di questa notte comporta ttna processione ond'io la vcd<1. E' provrio im'tmica proce,,sione, bcnchè no,, mi sia dato vcdula tu~ta in.,icme! Ma soltClnto 11n. frammento, e poi un altro, 110/ennemcnte, appena il tempo di COMidcrarlo. • A !Jitis<, di quelle con.,idera.:io11i morali che si presentano olla mente, Ma t"ttavia, io Io 80 bene, qualc:ooci di d1sconthiuo neUa notte, che ei prolunga come il Simbolo degli A1>ostofi, Provrio come quelle verità in cam mrno che procedono l'ima dall'altra~ Ognuna prende possesso, o sua volta, della J)O!i.:ione premi11cnte, . Ed ora si dis1,ic9a bruscnmcnte e si estingue, e poi di nuovo ecco appunre a lungo la notte, ed ora, Se levo gli occhi, ooggo un.a ccsllra della colonna in marcia, di profilo, immobile come 1111, quadro, fVcggo\, ad C8empio, come un(I galleria con aperture separate da pila.stri, b' d'1m tratto, q1«1si detonazione 7Jie11ad'un mondo folgora,nte, la di.$cesa vcr– tìçalc verso dr me d'ima scalcw! b' ,1ovamet1te, novam<:nte a,icora, quella galleria conduttrice di per,011aggi illu– minati, T1«H vairno nella stessa dire.::ione ria sini!ltra a cf.cstra e non uno c~ non regga in s11<,mano mt cero (1cce10. Dico che vanno, e, tuttavia, immobili, io non li ocggo 11111011ere, Corto essi devono aver profittato dell'oscuramento, JX>icht, quando di nuovo, [lo proccs.sionc] riappare, medesìnw é la scena, ma i personaggi aon mutati. Affermo questo e 11e 30110 sicuro, giaccht come rin isti,tto in me, nell'intervailo di tali qu(ldri subitanei ai miei occhi, Mi fa cons(IJ>Cvolc t1cllc1 notte elementare d'un enorme calpestio tencbroao. Seni-a. dubbio, conosciuti e 1conosci11ti che siano, di tutti codesti amici che iono invocati durante la Mes1w, Ncss1mo, conosc;iuto o sconosci1llo, m'è cosl estraneo ch'io non lo riconosca. Poich~ la llu:e che splende nella lor 111a110 t q11ella J)6rfetta della Fede. n volto, con l'anima ch'ess(1 Ulumina, non ò tale che possn celaro alc11ncM. La ccrndelci di cerci bianca che crus,ce in ciascuna mano come un àlbero, So bene cho non ltci attinto la sua luce se non al settuplo candelabro, A q11cl scttentplice osannci che briu:ia dinan.::i al trono dell'Agnello immolato, Dinanzi l'ardente abisso di quel Citore da c11i ogni dolore è consolato! E tuttavia sulla cateratta ardente vassa di tanto in tanto 141n vento, qua.si una rllf/ica, T1dto si oscura e poi, nuovamente 11ro1,agata, toma a sfilare la processione trionfaJe. Non. 1m sol tratto dei vòW si muove, e nondimtno fra l'imo e l'altro talvolta v'è come t1n(t comitnicazionc di riconoscenza e sorri.so. Tutta questa fraterna 7,ietd nella notte è cosi bella, ch'io non ve la aaprei descrivere. Tutti reggono un cero in mano ma, &nclW io non oda, 'Vi son pure di tanto in tanto i cantori, Come enormi bestie dorate, rivestite di cappe sfolgoranti, b'à allorch'essi, benché io non oda, tucciono, in risposta si produce -nella notte q11ell'e11,losione come di t1ttte le stelle del ciclo, Quel canto che sulla terra non è consentito ascoltaru con l'udito intellcttttal.el Benchè camminino, essi non si m11011ono, e hfmchè cantino, io lo so, Nulla v'è - e questo singhiozzo di don11a, ad esempio! •- (nulla v'è] c~ intor, ro11ipa il sacro silen.:io. E' bello, da 11n capo all'altro dei secoli, tlttto questo inc(lten.amento della cariU,! E' bello, da un capo all'altro dei secoli, tutto questo succedersi ienza diacontinuità! Ogni candela in ogni mano vive dell'anima che la rende vivente, E' bello, quelt'az:mrro estatico qua e là, e quel roaso che prodiu:e il bianco. E fii cosl che ,in tempo, il primo giorno dell'Avvento, Notre Da.mlf!, anch'io imp"gnai il mio cero di novizio, Sudici e 1aidi, sotto il dispregio di tutti, o gran Dio, come eravamo conte1ttf! V'è al principio del. vrimo di tutti, come un grande Angelo tutto diritto, V'è al principio del primo di t1llti, come un prete che regge la Croce. E poi ancora U mtlla e la notte e questo 1>enosovelivolo che tr(lina nell'oacuritèl! E poi ancora, sette angeli s1, di 1rna. [sola\ /ila, dei quali ognuna tiene in mano un incensiere. Nulla v'ha di pilì certo che la Chiesa Cattolica, nulla v'ha di più vero che la veritfÌ. E ancora il nulla e la notte, e qitcl debole grido di carro laggiù nello spazio illimitato. La terra formidabilmente scossa ha vibrato nel suo patto costitutivo. La terra .sotto l'avanzare trema e piega a quel suo passo affermativo. E ad itn tratto io oodo la Chiesa Cattolica stessa che s'avanza ed ha fatto un passo. Dico la Chiesa Cattolica ,tessa col s110bimbo fra le braccia, La Chie11aCattolica stessa dallr. mani di Dio, io dico la Chieaa CattoUca atca,a dalle mani di Dio, tal quale C nata, eterna e primlpara. Coli q11clla spada che trapassa cùt parte a varte! Maria! e in 1tn sol tutto con lei, l'i•1ticro gmppo della Presentai-ione; San Gfoseppe carico di colombe, ed Anna, e il vegliardo Simeone, L'o,H t", q11esto avanzare t:crso di te, in. fiuc, della Salvezza e del Salvatore1 L'odi tu, aenza nulla sotto i piedi, laggiù, anima che credi nella notto clementaNJ1 Anima dc1llo piivillc c11cite, invano tu hai detto: Maria! L'odi tu, questo movimento verso di te, o gr,rnde a nini(, che credo e prega, L'odi tu, sull'orlo dell'abisso, t1,a. madre, q1lcsta don11c1 che ti chiama e di aUende1 Sono trentatré giorni oggi cli'è morto il mio vecchio compagno Romain Rolla11d. (Trad. dl Renato MU<:.-cl) Paul Claudel alle pro,·e per « L'annonce falle à Marie • Testimonianze per il Poeta Immenso attodigrazia di MARIO STEFA,°"ILE Se Pa..scal suggeri per tutti un modo vio– lento di entrare a colloquio con Dio. se li suo ccombat » resta esemplare e si perpetua come ricerca di Dio nel labirinto degli errori e del peecato (si veda poi Kfl.fka, la i,ua an• goscla poetica di figlio condannato a torto; si veda l'esistenzialismo turbfl.tls..,-lmo di Klerkegaard; al l'eda la strada tortu06& e straziante di Barth: e sl rlcordl alflne IA crisi di Paplni...). Claudcl Indicò un altro modo, meno sott.lle e certamente più !acile e anche, si. più Intenerito. Il 1\10 teatro nllC(lue di volta in volta dalla più spirltuale comunione di tutte le creature In Dio e la parola J)OCtloe., pur gonfiandosi tah·olta fin.::> all'en!MI, procedette verso una conquista di ritmo universale, che 11ecnlcamente tna:ene– rava stfl.ncheu.a e fastidio e &01lanto come Illuminazione gplrltuale poteva resistere. O>sl durante tutta I& sua vita. d&i dl– clot.to anni In cui per I& prima volta al acco– stò al cattolicesimo fino agll ottantueu.e anni. Claudel ha sem~re piegato ti suo ala.o~ clo Urico alle ra,lonJ pretonde della SU& fede e 11 su.:, è atato un continuo, 110lenne useruo a Dio e al creato, un modo di In• ventare un rapporto unanime tra se stesso e l'&MOluto.Anche quando ti rapporto non era diretto. anche quando la retorlc& del conformismo 11 Insinuava al posto della ve· riti\ rellgl06&, Claude.l trasse di qui una ne• cesalti\ -poetica. Non è 1tato cioè l 'tsercl:r.lo della poesia a !argU trovare Dio è stat.:, l'amore cUDio a fargli trovare un Unguanto poetico, una poesia IOlennemcnte - fin trop– po, talvolta - rell1l01&. dentro la qualè l'ob-- bedlenz.a si fa gioia e ogni &Coperta conta 0001e un vero « lmmeMO n.tto di grazia ... ». I\IARIO STEFANILE ~ Violainepas sucrée di EI.El\'A ZAIIES(:111 Ml &ono trouota anch'io a .scambiare, a prima vi.sto,Claudel con D'Annunzio. Ma ml t bastato leggere qualche altra sua pagina non di teatro, ptr avere dt lui una dlver.tl &· sima rivelazione. Ntl 1941 ebbi la fortuna di conoscere Clau– del; pareva a.uoplto e chlu&o, mo appena oU parlai dello sua Violalne dell'Annonce e della .sua lsé del Partage, fu scossoda una antica forza gioiosa. Quando poi, alla sua preunza, durante un recital in suo omaggio, recital alcune scene dell'Annonce, ml sentii continuamente rovi• .stata. dai suol occhi atonchl ma ancoro flam• manu. Temevo di avere data della jeune tille Vlolalne una lnterpretoztone che non lo •od· dtsfa«s,e, perch, non oVftlO uol1i1to farne ua creatura LdlUJca, flabflca., contabile, ma drammaticamente mr,tnole, e 14 mia gfOCO fu lmmen.sa quando lo oidl /ucior• la poi– trona, venirmi Incontro e dirmi pieno d'trt• tuilumo: • Enfln ma Vlotalne: une Vlolatne pas sucrée ! » Non so ,e, un giorno, Claudel entrer4 In un mio repertorio: ma di una cosasono certa, che, al di Id del gran volume delle parole, c'è In lui la linea netta e semplice del dram– m4 pfil lne.torabile e profondo, Il drnmma crl.ttlano, che è un dramma pa.s sucrée. ELENA ZAHESCHI L'Osserva I ore

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