Fiera Letteraria - Anno X - n. 9 - 27 febbraio 1955

Domenica 27 febbraio 1955 LA FIERA LETTERARIA • Pag. 5 R~nr:o Vesplrnanl: Sul mare t Oallcrla e L'Obellsco •> UN ROMANZO Dl LESORT * Il vento soffia dove vuole Non può eaaerci limite a queala conaacra– zione della luce. Neppure a coa!o della morie * di GIO\I A~l\11 \IISEl\lTll\1 (;.,· .<i,tGGIO DI DIJ::Z IJEL conn.4L Il ratto d'Europa Oggl l'Europa ramn,lna 11u una nuora atradn della 11peran:n. La mlsaione del nostro continente non è ei,aurlta, tutt'altro * nr. T,ORIENZO GIUSSO Alla /[ne dt:l '700, un'fmagl– ne 1tabile ,n ca impo.ue.uata dd mondo. QucUa cl~, del trionfo dell'Europa, atteggiata e ,ovrona, presidiata da lan• e&, e diplomi araldici, davan– ti alla cui crinolina gemmata Il a//ol.lano in ginocchio 10- vra,ii barbari. guerrieri indo– miti co~tf di catene. Di una EMropa.al cui 01dico bacia,na• no fanno ala dragoni, cinti di trO'lt~e corcz:e ed a cui t Por– lammu Indirizzano pompo,,c /cliclta::lonI latfnc: una Sovra– na florida e clemt'nte davanti al clii dra,cfco dt raso 1eml- ;:t:nggn";,t:r:~~:/1, !cu:/.'':~! chi di ca/lt e ca,npioriarl di canne da ::ucchcro pepe e can- ;:J::· ~~ci~a t:. 0 l'~=:~: pa cl appare nell'ermellfno della t11a •folgorante n1aettd, e oor,1- ,erlvcoo Vico - una co,nplwt.a umanltd .sembra e,– INe spana per tutte le na- !~:J;.rr1:;:of:~lJ,~"1~o':~~ ~!r::,:i:ba~.·~;,r :::cc:;,::;. ~rchi le lOr monarch't' han- 110 durato .sopra la ,a.plenzu IIOIQare di rtl 1 Qlonl Jantattl– che e ftere. DapJ)f!rt11tto l'E11- roµa crl&tlana sfolgora di tan– ta umanftd; che vi .ti abbon– da di tutti f beni c11e J)(»SO· no Jet/e/lare l'umana vlla. not1 meno per gli ar,I del corpo che per I plact:rl ddla men– te ca~ dell'animo•· E qut– .tta lmaglne so/fdolc, duro r n prolun9a, tra ,troppi e crisi talora terribili. per tutto l'Ot– tocento. 1 diplomatici viveva· no In un Pantton ideale doue , t erpeoono I bllstf di Wa– . thf11gtcm.di La/aJJcUe, df Je/– / t:rlO n, di R ouueau, di Kant. di Condorcet e di altri amici ~~i g:nro~d~i',f;f •~u dr'~i Imponeva Il concelto di una gNtlonc collettiva del mondo da parte del popoli europei più con,apcvoll e prO(lrrdltl. e di una loro tutelo provvf. dendale da. ett:rcftare ,apra fili at1t,reaatf arcaici o primi– tivi dttll'6,tremo oriente o dtl– l'A.Jrlca. Il concetto dell'Eu– ropa tutrice. t'lmaplnt prer,alente oggf t quella dell'Eurooa NI~ del continenti tfell'Europa. In cri· nocchfo, dtlfEuropa 1blgottl– ta, rldolta a trtmaro Pt:r la J)f'oprla con,crva.rlone F. la orovlttJ di quc.tta 1f114a:donc non vlent dlnlmulata dal re– cente volume del pro/. Lui~ Dltt Del Corral, F.! Ranlo rte EllròJ)ft (Ca.ta ed RrvfMn dr Ore/dente, Madrid 19S0 /4111, Dlt:: Dtl Corral t pro– ,,,_,ort di ,cfrn:;,e J)Ol'tlrl1e ndla omonima /a/rottJ di .:ua– drfd: ma I sopratutto uno scrlttor,. di lar11a e r,rofond.b– tlma culhira, un lndaO(ltorr di /enomtnl ,iilrltuolf t sociali Il cui lf!ltscoplo vedi' a11al phi lontano che ali sch('ml n,-,,n– /lclali, abitudinari dtf tfocl'ntl unlvulitarl. E. uno s-pfrfto e 110n un J)HSOnaar,toaccadt'ml– mlco, (come era a'I\ ,•hlbllt ntlla mo iia,ta onera dtd.fca la al dottr/11arl ll~ra/1 drl at– colo ,cor,o). Ed oggi, lnmr1ll– ga11do la e dec-aacn::a » euro– pea, Del Carrai 11adato /or– ma a una ttosl originale e µu- 1pfcaclufma, su CUI ,1 fmptr– nta una tematica e problema– tica omoge,aca. Quella cl~ d1 un'Europa tradita dalla pro• V,la proWlca propaganda. dal- ~:rfe~:~~4~t~r,;:,,::gnJire~":'at propria pubblleltd. Rfflan oo ghegglaoo, un'oligarchia di ,a– plrntl concentranti In loro Il monopolio del potere ed al- l'ukle Fazdnl: Flrun (Calkria e L'Obelisco») ~ iblioteca· Gino Bia GIORDANO FALZO?\"I: Compo1btone (Oallcrta cL'Obt.llsco•) (Versioni 111 GIACCHIO ORl<JGLIA) ta Svezia, a cut l'opera df gagliardi Krittorl - , d– uomo. pa redar ntlle Cime, I nomf dello Strl.ndbt:rg, dello Heldenitam, della La– gr,l!J/ e. fnjlne, del IA{J,r– q11Ut - ha autc11rato un ~i~nt~ 1 r/;~";:at~~~ /,~~~ ta In ogni tempo anche un fervido focolare di paella. Dal vecchio Stjcrnhjelm che creò una Urica na.ilo– nale iuglf schemi claulcl, al olovanf di oggi, a Mar– tlnuon, al Lundqulst, at Lfndegren. f ,voi cantori hanno trattato tutti I temi, lf 10110eurcltotl in tutte le ~u~/t!':è 11 J/g;t~~gC::;'; Vb.tlltO tuite le cr,, del– l'arte. Hanno lt!flllito Bol– /eau con. Triewald. canta– to lo l'bertd Upfrandolf. con von Dal 1 n, a paradigmi britannici; ce.iellato , mi– niato olo 1o,e lmma11tnl con la grande Anne Maria Lenngren; rUrovato net Romantlcfamo I motfvf del– la loro tradltlone nordica , al ,ano poi abbondon.otl, ~i:f.'!zf:r;ft'm~! 0 c:.: rnU: naturalbmo, tlmbo– lfsmo. lmr,reufoni,-mo, oe– rlJmo, reo bmo. Ed oggi ln– uguono I nuovi Ideali, sf cl– mentano ntlle nuovluhne /ormr. Sono olclnf alla re– llant11 iEuropa pht /or.te. d i altri gtrmanl; più / or.i e de l tedeschi tra I quali u na ro– busta corrente ancora ade- rflf! ';;/:,{::O: t~:iir - po, oltrdtanto Uportagf;e !~ 0 1:::d!!1::::~"':4~=~=,: ta con palzla. non ne ,a :g_rt:,7e,gun"or:~~0Ttifi:; noi che I grandi nomi. dl– venuU ormai europei e mondiali, ,ano pure nomi di alU, talora altissimi. liri– ci: Strlndbtrg, Helden,tam e Lagtroultt, Que,t'ultlmo, premio Nobel per la lette- ERIK LlNDEGREN Arioso In qualche luo&o ln noi 1empre noi slamo ln1leme. In qualche luogo in noi il no1t.ro am•re m•t pe,td. ctu1rtre. In qualche luogo oh! In qualche luogo tutti I treni sono partiti e fermi tutti &li orolocl: In qualche luogo In noi sempre slamo qui t ora, sempre slamo te fino a mutarci e a confonderci., Improvviso miracolo d'Incertezza e metarnorfolil marosi rilrantl, fuoco di rose e neve. In qualche luogo In noi quando le oua sono lm• [bianchite dopo Il disciolto conforto della rlcen:a e del dullihlo al rinnegato slancio al sugellato abbandono. Oh nube di conforto! In qualche luogo In noi dove le loro ossa sono Imbianchite e s'Incontrano I mlran·l eora:e come 11 marenlo del mare&&! una lontana Ccertezu; slamo lontani, tu lo rispecchi come stella In un [marecclo slamo vicini, lo lo rispecchio come stella In un [maren:lo e sempre si smaschera Il sogno e tu appari che dolorosam ente da me dllerul per ritorna.re ancora · per anco ra r itornare a me sempre più In noi, sempre più. In te. ERnt L.Jlll.'DEGREN * HAl{RYMARTINSSON Dop" Dopo la battaglia dell'Helgoland e dopo la battaglla di Ut.shlma Il mare dissolveva I cadaveri spani come tronchJ talla deriva. Li preparava col suol acidi seereU. l.«1sclava gli albatros divorare I loro occhi. E con satt dl1.1olvent1 Il riconduceva lentamente verso Il mare - verso le acque cambriche verso un nuovo tentativo. HARRY >lilTl>l~SON * RAGNARTHOURSIE Edod quieta Luclacl tendere le mani come tetto sulJa luna. Pesanti 1ono le splght del cran•. Dalle mie labbra mordi II sorriso troppo maturo. E verso nascita volgi la sorgente. Ora slamo liberi su campi, su l&o!e alla deriva . e stanchi d'Intrecciare corone abbandoniamo il cerchio dell'orltzonte cosl che sorra lentamente, simile a 1u1u. RAONAR. TBC,UB51.t ~'t:t:;1ti''f~:O"!Z:~:a;.: ~hJ:"C:·rc~~d:f.~~~:~~~ le coH. c~ huegue lO Ur– schref dtll'umanltt \ e della natura, pur con 11na ve.na– tura di 1en.tlbflltt\ compiu– ta e decadente. E, accanto lui, tiene Il comando Hlal– mar Ou/lbtrg, ~ta al cen– to per cento, anima e men– te pro onda, aUento alle ,. ofolentf, tragici tmpub1 d.cl mondo che pare. talora, dl– &lnte9rar1I per ritrovare un auetto le cut linee ancora non al cono,cono Dlstllla- ::J:i~•led ~,~~~~~~nt!e~J=~ ansfo.tt Il ritmo /olle della iilto p re,ente. A.mano talo- ~,{~';:~ ~ 1 w!!f.'~':!~"t!~: r11 Martlnuon, mente e anima. co,mlco. malato e spontaneo, qMa,u sempre tr4Dlco. fl phl 1j gflf/lcatliio tra lMttl; Artur t.11ndqul.st, ptfl ctaborato, p ltl ghio tto d'tmmoglnl traiiagllose. tor– mentato da una tua J)dt- j!;~; e!~!~1jtfr1,.'jissf•,~: dcgrcn, cultore delle f1pl– rc.ifonl e delle fmmaglnt tn,ollte, crude, non di rado lambiccate, ma qua,1 ,em– pre oe11fnll. Ed altri anco– ra: Malmbtrg. anziano, ma fndf1c11tfbflmente nuooo, e I ~:our]r:_.an~flitf'n::'"un: J)0(!1fa afntetfea, esatta, r,,::jo;a 1;h 1 ~,~~t~ g!~t glnosc ponfonl dtll'ora. DI Qwtdl Cf oDre un piccolo. ma 1'9111/lcaUvo ,aggio la oer,fone J)Ot'tfcadel no,tro Ort:i,lla, ehe ,egue do pre1- ,o. vigile tempre. I palput dtlla conte mporan.,a ani– mci poetica , vede.se. C. PIO li templo 6 Immerso nella sabbia, le colonne a~ (battute. Scolpiti sulle pietre siedono Immoti I re millenari, cltchl al sole del nuovo mondo: siedono colle mani tese sulle &Inocchia e come al vecchi tempi ancora 1ulle loro terre tau. teano cli uomlr.L Avare anfore d'acqua, cesu di parila, tapf:'~f..~~ Qui, nel meM2a:lo, non sbocclano voluttà r ,r:.:~:là d~~r11:~~ ~~n~ 0 !~~rl come le2na e torride [le loro labbra. ~ul. nulla da d~lderare - 10l0 acqu a • un lun&o 1onno senui sabbia t.ra le pa(pebre. ARTUR. LUNDQmBT .* KARL VENNBERG ltla non plù In steHo solitudine Tutto ma non più. nuovamente la stessa solitudine solitudine più profonda dell'oceano più. amara della sete del deserto, ~t~a~':n~~n d;llil ~~d!~m~~:f occhio aperto. la stessa solitudine. Ecco 11 mio sangue, le mie mani. la chiave del mio carcere In mille desideri. Prendili. prendili, ~:~~~:~~::: ~!l ~~!!~ ~~= ~I t~~~I acp~!~~~~- Ecco la mia Ira. la mia solitudine, malata come del tuffolo il suo irido. Abbaitllala con la quiete della luna, con Il tuo o'~Jlo toffoca la sua eola. Tutto ma non più. nuovamente la stessa solitudine. SI, lo so: l'amore che accarezzo ~ soltanto delle labbra l'amore per se 1tuse pace senza vento e placide rive. Che affondino le rive, sian lacerate le labbra! ~ 1 ~g St~~~~ 01~ae san&ue sulle mie mani, coltello contro occhio aperto, tutto lna non più nuovamente la stessa 1olttudlnc. '* KARL VEJ\1'11,"BERG BERTIL MALMBERG Porte. dl ct•ldollo Porte di cristallo che si schiudono lentamente: ;~rrinetrlamo sentendo a un tratto tra le argentate braccia della darsena nel paesaggio del suono campi di melodia e Il tuono celato nelle rose. BER.TJL ?llALMBEllG * JOHANNES EDFELT

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