Fiera Letteraria - Anno X - n. 9 - 27 febbraio 1955

LA FIERA LETTERAR Anno X• N. 9 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 27 febbraio 1955 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO I.. 60 .,_ DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE ROMA, VIA D'ARACOi:.LI n. 3 • Tele!onl: Ammlnlstrazione 684097 • Redaz.1one 66'1098 - Pubblicità: Ammlnlstrazlone • La F'IER.A LE'ITERAfilA • • vla d'AraeotU, n~ 3 • Roma - Tarute: Commerela.11 L. 1&.I Edltoriall L. 80 al mm. - ABBONA.\fENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. UOO - Trimestre L. 750 - Est.ero: Annuo L. 4,000 - Copl11.arretrata L. 100 - Spedizione in conto corrente pogtale (Gruppo Il) • Conto corrente postale numero 1-31.UC * Biblioteca Gino Bianoo Convenuti qui, con animo alnceramenle commoaso, per onorare la memoria d1 Olo– va.nnl Oescalzo. mancheremmo al dovere della vtrltà a.e non mettessimo aublto l'accento &1-1lla qualità e sulla natura dell"uomo. Se llmlta.ulmo il nostro dl.soorao all'evocazione e alla valutazione critica del– l'~rt.. lasceremmo da parte la prima rag!one, la sostanza fondamentale di uno spirito che cl ha sempre colplU per :1=ibfi1[1 1 an~1~:~i! 1 t!· ~~ dere le cose con sospetto o aoi– tanto con l 'Uerva. Ora questo è un fat.to cosi rnro nel com– merc io um ano e a dirittura rar!Mlmo nellR vita dei lette– rati e degli acritton. che ml è acmbmto dover comlnclare pr opl"!odi q ui. da un'Immagi– ne morii.le dello &erlttore. E nll a nne c i accorgeremo che aver f\Ml\to le tappe e l'ordine della strada terrena sarà. sta– LOobbedire a un altro lavoro e aver lllumlnato J'lmportanta e le particolarità della sua esperienza poetica. Cominciamo col chiederci: da dove ha tratto que.sta se– greta e Immediata virtù della vita. Giovanni Descalto? E' arrlvat<>a una pronw;iela 6em– pl!ce e oneal.a delle sue \'erltà, grazie a una fortuna dell'ln– te!Ucenu o, piuttosto, la sua parola, i suol d!M:oral. le sue INCONTROROMANOCON IL POETA l'ETER VJERECK lnver11.lonlavevano un coatan– te conrront.o con la realtà? DescalZQ è Intero nell11.aua vena dl poe.slfll o c'è In JUI qu11.l– cosa di più alto, di p!0 rato ~~~ 0 ce~~ffiJ~i'ate.~:e d~~ la poeala e, nonoaLante c!O, fermo e colpito ili fronte al di.sordine e al dolore della vita? La domanda tslite la rJ– gpO:Stapiù acmpllct: Oescalto è arrh·ato alla poe,,la per virtù ~1~. r:~~a ~! ~n: !a1~:aen::: g!I Il valore e JI seruo delle cose e a suggerirgli nell'ambito dei durl limiti della realtà - un alone diverso, un accen– to d\ p!el.à e di bellCzttl.. Ho detto e p!età, e bellezza ,, la p<>e3ln in!Mtl per Descalzo, al muoveva c~tantemente !ti 3rcC:~e11~~/~ 15 ~~%~a ~ = leu,a del proptf limiti e rnnne la mod~tla delle Rmblztonl lo hanno tenuto lontano dn unn fatnle conauetudlne dell'uomo di lettere, spoolnlmente del poeta: Descalzo non si è mai sentito aut.orlu.ato n aostltulr- ~0~1h~reiii~~r~u~lras~o 11~Ì~~~i naturali del suo umlle ufficio di lettore del mondo quotidia– no e, grazie a tale misura. non mJ aembra che abbia mal pec.– CAto di auperbla e abbia ce– duto al tantaa.m1, alla musica pericolosa e lna:1nnatrlce della '*' Fuori della terra desola Dall'imitazione del passato non potrà mai nascere una grande poesia • E' arrivato anche per T. S. Eliot il mo– mento di dire: « Chi mi proteggerà dai miei protetti?» Pastorale 1984 di PETER VIEHEClt Se le gemme f)Otenero gemmare UK petalo tra i petali al cui con/"rorito tutti gli aUri /oa,,ero come le foglie ai fiori, aarebbe eHo per gli altri come tu aei, mia figlia, per tutte le altre fanciullo adorate dal canto. Per che altro io qui ao,v., H non per a.moroai ca"ti d'ogni belle:::a nata al mondo di ·cui partecipiamol II Se la fragranza più pura eaprimesae un'eaaenza • coa\ aol<J.e gentUe e fragile al reapiro, aarebbe per ogt1f aura come tu aei, mia flgUa, per tutte le altre fanciulle eirrondate dal canto. Per che altro io qui aono ae non per tender lacci dl canto ai. ao!itari, f'6T condurli all'amore1 •· m Dtraf di ri aUe bnu•. Se alcuna ti acompagina Mn ricciolo di chioma, io lo aaprò, aarò mn te. Il dolce accento che vcata di piume U battito d'ali del deaid~ ~ piombo Jinch.è non mana col .1110 cantare le tue care lacrim& Per che altro dt. il canto ae non per carette alla chiome di fanciull'3 tmppo ferite dalla proaa del mondo 1 IV Quando la brcz:a cede alla tempcata mate non tr'é che guariaca. S1ùl'amore che ora ti canto a'ad(lgerà il tuo atKOt.lre. Per che altro lo qui aono ac non per intrecciare le dit(l ton fanciulle alla cu.f g:Oia di deaiderio il mot1do mai rispondei Per che altro c'è U canto ae non per aprire la braccia s gridare a chl ca<143 e Tu non ,ara.i mai aolo >, V po' del suo nome di CARl,O BO lo era letato a un Impe gno, a una ricerca, a un modo d '1st.ru – zlone piuttosto che a un a vo– caz.lone. De6cal.zo allora cede– va a una vera e propria voca– zione e Il auo essere autodi– datta ~rovava qui la sua prima con.ststenu: Deccalto seppe rl– conO&Ce~la sua vocaz.lone e per molti anni nel gluoco di un'umile e Intera collaboraz.lo – ne riuscl a ved ere 11 mondo sotto una luce nuova e attra~ verso accenti e mtonaZlonl che sono rimasti suol. Se doves&J dart un aun:erimento da st-0- rtco. vorrei che si st.udlaase at– tent.amente 11 periodo della aua forma.tJonc. gli anni della adolescenza e della rtovent0, nno al momento del coraggio =:1.T:r!~~~:°~t~tf ll~~l~~= ~=:~n~ve!v~~\~•c'o~W ~~o~~ bellez.z.a lnte.sa come arbitrio. come co mpiacim ento, come e~– mento di esaltat!one. Eppure Descatw ha Incominciato a pensare alla p,oesla in un tem– po che non ave\'a troppi acru- ~~t1 ~ Jr:~ 1 ::u~a~~ !1:i~= rizza.ti a trasfonnare tutto U mondo , tutta la vita in una esalta.t.!one peraonale: Il mon– do per un aulmo. pe.r una COiia di gioia. Se pro,•ate a ripren– dere 11 suo prlmo tentativo poeUco, Uligine, avvertirete subito nel quadro di certe in– tonnz!onl, nell'ambito di certe accezioni tlplcame.nte dannun– ziane un altro spirito. un dl– verM>palplto. un frammento d1 luce che testimoniavano un'al– tra educazione: proprio quella educazione che deriva dalla piega e dalla naturn dell'ani– ma. SI è detl.O,s! è poi ripetu– to flno aUa noia che De.scalzo fos.,e un autodidatta ma la de– flnlzlone è vera In tutt'altro aenso dR quello che al voleva dgf;rl~n:~~fo ":~\1 6 !~J1 1 ~~~ fatti, Rgl! incontri e alle lettu– re casu11.U. No. Descalzo era un autodldatta In questo senso ben preci.,o, che la piccola parte dl poe.,ta conquiatata non era frutto dl esper!ment.l e di appros.slmaz:!onlpiù o me- no rluaclU, ma derivava diret– tamente da. una ver!tà creata e riconosciuta da aolo, nel qua– dro df una vita abban donata. Cuo mat .ae al vuole parla.re ?i fo~~~1tdto!~~ ~ 1 : ;~~ l'aver aaputo rlconoecert da solo quel plccoll tesori che la contemplazlone del mondo con– cede. ata nell'aver saputo re– stare fedele a una concezione nat.uralmente one.sta della vita. L'accento di bontà, lo S1Uardo ~~,ft 1 e!tir tueo~ rn'i~d~ ~~ti~~ glt slamo su.ti vicini. che ala– mo creae lull n ella ateeaa aria e nello &leG&O paeae, sono an– che gli elementi centrai! della ua poesia e della 1ua lettera– tura. Bontà, gentlleu..a d'animo. o meglio ancora pletl: sono tut– te vocf che non hanno un va- l~r~r~~1ie~~~:r1~.0~eZl~~I :1~ aulle mle e.sperlenu p ersona li devo ammettere che Il ca.so di DNcalzo ha tutte le probab i– lità per re.stare unico: non che ~tin:~~~~os~tt~o~1.•1:1~11•~:~ si nott che in DNcalzo quello stato era ragrtunto tracnslbll– mcnte, aenz.a sforzo. attraver– so una grazia de lla n atura mentre In lutti 1U alt.ri il fat- te::~J~u~~!~e l~a~~ta~~O meglio di ritornare l.n t!Poti:ra– na (dove era stato garzone ap– prendiata) e di stampare Il suo Poemetto. Probabllmente gli 11.mlcl di allora. chi oggl è qui con noi a ricordarlo e a fargli i~:~ablt~!~tee ldoii~~~1.s~i quel tempo lontano hanno no– tizie, hanno ricordi che a noi mancano e che potrebbero col– man: Il vuoto, gettare un Pon– te rra l'Immagine sbiadita di quel ragau,o Infelice e solo e la flgura del poeta e dello acrit– t.ore, co.,1come orma\ la criti– ca e la cronaca letterari a han– no fl.ssalo. Per conto nost.ro mosso, che so Pucoll o Vlr,rt• llo conosciuto in traduzione e, maa:arl, cose di usai rnJnor conto da un punto d.! vtat.a cri· Uco ma estremamente vive e suaestlve per quello che riu– scivano a muovere Jn uno api• ~~~ re~e ~~- J~~a t~:af~ 0 ~ tlca da poco. non 6Crve aple– garcl tutto con la volontà. con l'Inevitabile pa rte deU'ambJ– z!one: ae pens !a.mo alla sùa adolescenza. all' adolea cen:a co– stretta al lavoro, a una vita dl stenti e di m!lleria taciuta. al dolori che hanno dlvtao quel glornl, sopratutto {per un ani– mo sensibile come 11&Ub) alle pene lette e approfondite sul volto d1 chi ali al.ava Intorno :e a a~f~J'°~g:a afci~!~ue~~o; crlrcata ln lavori dlfflclll, In– grati, noclvt alll\ aua debole salute, abbiamo Intero l'arco del suo sforzo, davvero abbia~ mo 111umlnato la natura e t sacrtnc1 del suo autodidatti• smo. La parola è brutti. ma l'ho ,celta per ritornare anco– ra una volta a una deflnlzione che. ucondo me, ha falsato e ridotto la sua posizione. In- CARLO no (Continua a J>C%D. ZJ

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