Fiera Letteraria - Anno X - n. 9 - 27 febbraio 1955

Domenica 27 febbra,·o 1900 _________ :..:'..:.' _____________________ _:L:__A::._ f I E R A LETTE R A R I A UNA SCENA DELL'ULTIMO. DRAMMA IDIDIEGO lFABBRi .. PIETRO, GIOVANNI E ·GIUDA Pubblichiamo un brano della rap– presentazione « Proceuo a Ge.n'.t • di Diego Fabbri che andrà In ,cena nei proulml giorni al e Piccolo Teatro• di Milano con la regia df Ora.tlo Co,ta. csi di;tacc~o dat ·gruPPQ del ·tcstl~onÌ Plc.l,ro. Giovanni e Tomma8o. Portano come distintivo quRlche emblema caratteristico: Pfet.ro una rete da pescatore buttata sulla spalla: Olo\'anni uno strumento muslcale a tracollo; Tommaso ha un oochJo bendato). ELIA - Abbiamo davanti tre dlseepolJ. tre uo– mini ·che plù degli altri hanno avuto la pos– .slbUltà ,di as.sistere ai mJracoll del loro maestro. Lo seguivano dovunque. E hanno visto tutto: quei che accadeva prima., du– rante e dopo un prodJglo. I gesti di OC&l. le reazioni della folla ... (Indicando I ttt te– stimoni) Ucmlnl. dlf!erent!Mlntl: uno (Ple– tro) è un vecchlo pescatore: lo dovremmo, veramente. chlamare Simone. ma da quan– do Gesù lo battezzò « pietra • tutti lo chia– mano Pietro; questo (Olove.nnl) è GlovannJ. Il fratello di GIA.COTno. Erano 0061 pieni di slancio, di impeto che furono chiamati: « l figli del tuono•· Famiglia dl pescatori an– ehe la sua (indica Giovanni), ma lui. quan– do Oooo lo Incontra non ha ancora. ratto J calli alle mani per la fatica di tlrat su le reti. no, perch6 lui è inclinato agll stu– dL -: quest'altro (Tommuo) invece pre– diligeva la vita m.Jllt.are.,e cl ha rime6SO un occhio... CA Davide) Sentiamo pure quel che cl sanno d1re &ul miracoli d1 Gesù di Nazareth. DAVIDE - vorrei, sta,•olta. lnte.rvenlre 11 meno possibile con domande mie. Vorrel che par– l&SSeroloro. che raccontassero ... - TU. Pie– tro. Vieni avantl. Racconta, e non tanto a me. ma al pubblico degli ascoltatori - vol– giti ... ecco, cosi: rivolto a loro - racconta un miracolo di Gesù. uno qualunque. quello che t! piace di più. quello che di più tl ha colpito, un minlcolo che hai vl&to proprio tu. con I tuoi occhi. E raccontalo con pa– role tue . .senza servirti di quelle del Vangelo che sai certamente già a memorta. No. Pa– role tue. (Un & llenz.lo) Avantll GIOVANNI (Intervenendo) _ Non vorrei che crede– ste che i mira.coli f065Cro 1& prtncip&le oc-– cupaz.lone di Oe&ùl DAVIDE (Ironico) - Ah, no? GIOVANNI - VI sbagliate! DAVIDE - Ne prendo atto di que&ta v0&tra atrer– mazlone. Gesù faceva i miracoli sen.za dar loro gran peiso. è que&toche volete dJ2'fl? PIETRO (Impetuoso) - SI. ll faceva qua.si a ma– llncuOl'C! GIOVANNI - BencM voi abbl11.tel'aria di non volerlo credere. lo v1 dico che Ge&ùdiventava triste quando la gente gli chiedeva un prodigio. Sembrava dire: non caplacono che queato linguaggio! Allora 5i nascondeva, acappava perfino! PIETRO - Una volta, che la folla si accalcava sulla spiaggia del lago di Tiberiade. e ln un mo– mento dl entu.sia.smo stava per proclamarlo re, oesù fu coot.retto a salire au una barea e a prendere 11 largo. Ma quando liun.&e alla sponda opposta. c·era anche Il la &te&sa gran turba di popolo che l'aspettava. Allora ri– prese a parla.re , a predica.re ... e continuò. contmuò flnch~ 5i (ec:e notte_. GIOVANNI - Ecco quel che Oe.sù faceva con gu&to: parlare! Que.sto al! Parlare-. parlare ... sple– gare, spiegare: 61 accaniva, si esaltava., &i commuO\-eva a spiega.re! DAVIDE - E" vero che la gente, nonoatante le sue parole. non capiva qua&! niente di quet che dlcéva? GIOVANNI - Non se ne andava. comunque! Rimane– va ad a&e0lt&rlo per giomate Intere. In pie– di. al .sole, senza mangiare, &enza r1po6&re- anche se non oaptva! DAVIDE già sazi. e li clbo era ba.stato per tutti. e ce n·era. aru.1, avanzato. - egll mormorò quasi t.ra 6é: e Beati qul!!Jll che hanno fame e sete di giustizia perché 5Al"&nnosaziati •· GIOVANNI - Beati 1 mansueti perché eredlteranno la terra. TOMMASO - Beati coloro che piangono perché p .. ranno conrolatl. (Queste e beatitudini• cadute I.Jnprovv!Ae e inupettate. hanno creato una atraordin&rla ten.sl.one di tono.> DAVIDE CSotto\•ooe. come per sfuggire a qu&koN. che 811 parla dent.ro, toccand06J la testa) - Ba.sta ... b86ta ... UNA VOCE RAUCA - Perché basta? (Forte) Beati I dl&gra– z:latJ.beati 1 pove.raocl! Il parad.1.5o &a.rà loro! DAVIDE (Sempre .sottovoce. come ,.,e suppllcaau> - SI·segga, lei... s.l segga, per piacere! - Ba– .&ta con questa lncontenlblle ... Im.provvl.u.– zlone. Lo spettacolo sta dl'\'enendo lncre&elo– ao. Chiedo ecu.sa. UN'ALTRA VOCE - Perehé ehlede scuaa? Dl che? DAVIDE - PerchL perché questo ~ cl afus– ge di mano. e •ol alete coetrettl ad uooltal't ·. un dibattito del tutto diverso da quello per cui siete &tll.tlInvitati, ecco. Se fOMlmo re– stati nel termini del dibattito, vi asacuro che avreste &enllto eose ben più serie•. seve– re... documentate. un processo cioè. Un ,·ero processo. Invece: I prodigi, i sogni, le voci. 1 miracoll ... - Non che mi manchino gU ar– gcmentl per ribattere. eh. no! Quel mira.colo collettl~o raccontato un momento fa da Pie– tro 11 peiscatore. pot.rebbe es.,ere coote&tato in cento modi e con cento argomenti. Z,a una turba. cl ha detto, una turba numerosa ... Ma che turba? Quanti potevano mal dsere? GIOVANNI (Alto> - Noi abbiamo creduto e credia– mo che Il mondonon &.a morto. ma donna! DAVIDE - Voi non a,ete creduto a Wente! Voi non avete creduto al mlracoU! Voi li a,•ete viStl. ma non ne 6iete statl persuasi! RE.BECCA - Come puoi accusarli di que&to? SARA - Sono afferma.zlonl gratuite! Bel modo di tare l'lnehJesta! DAVIDE - E' l'unico modo per nm riDlanere Un– plgllatJ nel m.l.atlclsmo e nelle favole! - O-altra parte lo dimostrerò cm prove. ve– drete. (Esce da dietro 11 tavolo e viene davanti al t.re teatimonl.> - Voi duOQue assente di a,~r creduto fer– mamente al miracoli. Lo confermate? - Sicuro! - Senz'altro. PIETRO GIOVANNI TOMMA69 DAVIDE CA Plet.tro) - Oome mai allora tu l'hai rin– negato - e più •olte - queato Ge6ù porten- • toso, che aveva fatto tanti miracoli .sott.9 I tuoi ooch.1? (Sllem.lo. Bru&co) R14J)ondi! L.haJ rinnegato 6l. o no? PIETRO - SI. L'ho rinnegato. DAVIDE <VefflOTommuo> - E tu? Tu. Tc:mmaso. hai creduto COSI poco a quel miracoli che t.l ,el rifiutato reelaamente di prestar fede alla noti.zia che CkMù era risorto. Hai detio: « Non lo credo: Se non vedo non lb credo •· E difatti hai voluto toccare con le tue ,mani _ Era per I discorsi o In attesa del mlra– coll che la gente aspettava con tanta pa– zienza? GIACÒJ\10 MANZO': Depoa.lslone GIOVANNI - A&:oltateml bene. tutti: l t'CJ"I miracoli di Gesù furono le parole. gU annunci, I mes– oagg! I DAVIDE <Rh•olgcnd06J al colleghi) - Prendlamooe atto. E' Jmportante. E fof6e è vero. - Pc10, ades&0. .siamo stati e&OJ"tatldal Presidente a parlare del miracoli. (A Plet.ro) - Tu dovevi raocoo.t.a.rci qual– cosa. PIETRO _ Io... raccontare ... - ma avevo già co– minciato a raccont.are di quella volta che era !ugglto su una bare11 ... e poi era disceso al– raltra riva del lago. Erano tre gtoml che parlava e parlava. Alla sera noi gli andia– mo accanto. e gli diciamo: e Mlle6tro. smetti per un po' di predicare. La gente cosi pot.rà andare nel villaggi vicini a mangiare un boccone. ~ù sembrò accorgersi solo In quel momento che tutta quella folla aveva digiu– nato per ascoltarlo. e .subitamente si com– moose. «Fateli sedere. cl disse. non man– datell via: fateU riposare, e dl.sttibulte quel che a,-ete •· Ma noi non avevamo nlente. Un Po di pane e qualche pesce era proprio nien– te per tutta quella gente. E glielo dicemmo. Ma lui rispose: « Date. date tutto quello che a,·ete ... date•· E noi cominciammo a dl.&!Ji– buire quel pani e quel pochi pe6CI; e I pani e I pese.I non diminuivano. ma b&St.avano ... E noi a dare. a dare ... a dare sempre .• E questo vedere sempre colmi I canestri cl riempiva. si. di stuJ)Ore. ma anche. devo di– re, di allegria. &l, proprio di allegria come se &1 trattasse di un meraviglioso gioco... E sorridevamo 1nratt! tra noi dlscepoll, pas– sandoci accanto. perché sol&tnente noi sa– pevamo del miracolo. solo noi... La turba non s'era accorta di niente: mangiava e ri– posa.va In riva a1 mare. Quando ritornammo da Gesù. ed egli cl chJeu: « Non hanno più fame? •· e noi gli dicemmo dJ no. ch'erano !: ehi cl dice che ognuno non a"ç"t68e la sua brava provvista com·~ solita fa.re 111. povera gente qunado parte per un ,1argtetto? L'ln– -rolto, n cartoccio, Ja sporta ... E quel po' di provvista che ognuno aveva fu me+50 in comune. e bastò a tutti! I pochi pani e I po– chl pe.sc1 era quel che avevano I dl.scepoll. In fondo ognuno dovette mangiare col pro– prio! Dov'è U mfraooJo? OIOVANNI - Voi 1n,entate! DAVIDE - Non lnvento. Interpreto. Dò ,n,leguionJ logiche. razionali. GIOVANNI (Irupetu060. aggressl\·o> - E ll figlio del– la ,edova di Nalm? Era già morto quando O~ù l'incontrò. Il funerale a·era già Incam– minato. La madre plangevR. E 11dolore d.l quella madre lmpJeto.sl Gesù. D!Me: « Non piangere•· I portatoti s'erano fermati e gll a,·evano deposto al piedi la bara. Io ero pro– prio accanto. La toccò: «Fanciullo.lo ti dico. Je,·atl su!• E Il !anclullo sl muove. &i alz.a a sedere e comincia a parlare. - « Ec.eo, o madre, ti rendo Il tuo figliuolo». REBECCA A Davide} - Che c•e qul da Interpretare? Che splegaz.ione logica c·e da trovare? DAVIDE - Che Il bimbo non era morto. ma &0!0 .iddonnentato. GIOVANNI - Queste. proprio queste soo le pa..--ole cli oe.sù disse un·a1tra volta: « La fanciulla non e morta. ma donne». Le d!Me in ca.sa del capo della sinagoga'. Glalro. a cui era moru. Ja figlia. ELIA (Ripe~) - _,non è morta ... ma dorme.. lioteca Gino Biar 11 suo corpo. le sue ferite. I miracoli che a,evt vl.&tonon U erano &ervltl a niente! TOMMASO - E' ,-ero che dubitai. Ma quando \'Idi e... toccai, ml pentii d,'aver dubitato. e tornai a credere.. DAVIDE - Ricordati che vedesti e toccaste le fe– rite di un vivo, non di un morto. TOMM:ASO - Di un. rt&U6Cit&to da morte! DAVIDE - Eoeo: qut.\to del resusclt.ato r1!6tada >e– dere.. da pro\'are. E 10 ved.remo. (Ver50 U gruppo del te6tlmonl} Ehi, tu ... tu, Giuda! Vieni avanti. che è Il tuo turno. GIUDA (Viene a,·antl con il sacchetto delle mo– nete alla cintola e con la corda per lmplc– car&I. E' davanti a Davide.) DAVIDE (Come se '&e lo \'ole&&e ingraziare) - Tu. Giuda. che pure li a,·evl ,111t1 quel miracoli - e non uno soltanto. m,- molti. ma tantl - tu non hai esitato a t.radlrlo. a perderlo, a \"enderlo, !'µomo del miracoli! E. \·ero che I miracoll non t'hanno dato una esitazione di plu? Non t'hanno t.ratte.nuto un'ora di più? E' ,·ero? GIUDA - E' ,,ero. DAVIDE - E' vèro. E che VUOIdire? ~Mlamocl Insieme. egregi ascoltatori. Ragioniamo. Co– me si poteva tradire. come al poteva rinne– gare. come &.I pot.e\'a ,·endere un uomo che crediamo veramente dotato del potere di fa- re degli autentici miracoli! Impoulblle! Per– ch?• Per gratitudine. per amore? No. Lascia– mo stare questi sentJmentl che pure avreb– bero dovuto esistere e pesare nelle loro deci– sioni. nel loro atti. Ma Jasclamou &tare. se davvero avessero creduto al mlracolL non avrebbero osato. Ecco Il punto. (Vlcln!Mlmo al tre) Avreste avuto paura! Paura! Paura del suo castigo. paura della sua vendetta, se dawero foste statl persuasi che Il suo Potere miracoloso era reale! Non uvreste ooato mal! Mal! Perché invece l'avete ratto? Perrh6 sa– pevate che non vi avrebbe dlstrutto. incene– rito con il suo castigo! P6rch6 sapevate che egli non aveva quei prodlgi050 potere di rare I miracoli. Quelli che accadevano non era– ,•eri miracoli - voli lo Sflpevate bene. vol &O!l lo sapevate - ma soltanto kuggestlonl. simu– lazioni. invenzioni... per cui quando \'enne Il momento dJ doverlo rinnegare e dl tradirlo lo faceste certi della vootra Impunità. Voi, VOI, I discepoli. siete la prova più .sechlac– clante contro i presunti miracoli di Gesù d Nazareth. CAIFA - Non siate ~ perentorio. ml permetto di consigliare. lo non sono affatto qui per testlmon.!are se quelll fOiSSero no ,,eri mi• racoll. pero debbo dire che l'uomo cieco fin dalla nasclt.a che. riaoqulstò la V1Sta. e Il lebbl"060che rltomò Intatto 60llO stati epi– sodi per lo meno Inconsueti controllati da noi sacerdoti. 'DAVIDE - In che modo controllati? CAIP'A - Voi saprete che noi sacerdoti a,-ev&ln(. l'autorità cU negare o meno l'acce680 In clt.– tà a chlunque. affetto da lebbra. al dichia– rava guarito. Do,-eva es.sere visto da noi. Ebbene. quella volta. constatammo che l'uo– mo poteva dirsi mondato. Fu proprio In se– guito a questi fatti che fermammo la no– stra attenzione su que.sto Gesù, e. come ho già detto, lo racemmo seguire. DAVIDE - E a che conclusione arrlva.st.e? CAIP'A - Ohe del fatti straordlne.rt acc.ompa– gnavano la &ua predlcazlo::ie. DAVIDE - Ma voi pel"80nalmente ne fcw;tequtlche YO!ta ttt.Umone? CAIPA - No. Personalmente mal. DAVIDE - Allora! CA:IFA - Ma Glalro della slnasoga - quello che ebbe la ftglla resu.&Citata - me rie. re&e te– itlmonlam.a. DAVIDE - Parte lntereM&ta, Olalro. Te6t.llnoll1an– z.a. non valida. CAfFA _ Era uomo degno della massitna fede. E non c'è dubblo che !056e d&lla aostra parte. DAVIDE -, 'EVldentemente lo vlnse l'amore per la figlia. e !u accecato Accade. SARA - Accecato! sentitelo! Ma una ftglla vale ben più di un p&rtlto! DAVIDE - Che c'entra qui Il partito? SARA - r s.acerdotl non erano Il partJto di Glal– ro? Se non vuol dir partito. di' quello che vuol! DAVIDE - So&tengo che fu acoecatol SARA _ c·è una tale. luce. vedi. In quelli che tu ·omlderl accecamentJ. che non l'Umnagin.1 lemmeno! una luce! DAVIDE (En!gmat'.!co. allush•o) - L·1mmaglno bene. m·ece. Anzi. IO so Proprio per qu~to ln– :fsto. Proprio per questo sostengo che tutti iurono tratti In Inganno. Anche voi ~cer– dotl. - Quel che ml preme dlm0&trare. quel che credo d·aver già dlmootrato. è che per I di– scepoli non cl furono mal miracoli, n6 pr1-· ma né dopo. Essi sa.pevano. PIETRO _ Non è vero! Non fateci di~ 11ur.lche. non abbiamo mal detto! Noi credemmo in Lui! Noi credemmo nei miracoli che faceva! DAVIDE _ voi credeste? Perché allora non mori– ste tutti con lui. per lui? PIETRO (Dolorosamente) - E' vero: non morim– mo... anz.i lo rinnegammo. chi apertament.e, come me. chi con la fuga o rlnchludendool ln casa_, Io di$!: e Non lo conosco... non l'ho visto mal... Non sono del suol!• 01- &prezzatemt pure Ma quel che non volete caplre e che purtroppo lo. rorse. non riu– scirò a ran1 lntende:c. è che si può nello st.eMo tempo credere e tradire. amare e rtn– n~gare ... s!! Sl! Ve 10 dico lo che &l può! L·amavo. lo. mentre dicevo nei cortile del paJa.u.o di Anna: e Non rho mal visto... non lo cO!lOSCO •··· rama\'O .sempre! DAVIDE (Un Po' sconvolto) - Ma perché allora ..,? PrETRO - Perthé? E' cosi... Senza alcun per– ch6. Eravamo deboli: perché non l'olete te– ner conto dl questo. che fummo deboli.. t.re – mantl ... che avemmo paurR. VIII! Del dl!oce– poll ,•m. d'accordo. Che volete !arei se sla– mo ratti cosi. Non eravamo mlcR degli eroi! Lui lo .sapeva. Cl scelse tra 111. gente comune. D !F.se: tu. tu e tu - venlt.tml dietro. segul– temJ._ cool come siete. sl .. Ed ersvamo alente. - Poi ,·ertendo quel che faceva ci gonfilmuno un Po. Cl pareva di eMere a.n– che noi un po gli autori di quet prodigi. o per lo meno del collaboratori: c) sentl\'a.tnO appartent'Jlti 11.1 • gn1ppo de! fedeli• - ml capite? E quando lo vedemmo preso. pic– chiato. sanguinante. sconfitto .. aspettammo da Ju! 11g~to ... una luce. una voce che ve– nit,se dal cielo e umiliasse I suol nemJcL. - ma Il miracolo non ,·enne. FU allora che cl Pag. 3 ' l prf~ ,\ ~~ ;11>) --({//.:, I - ::; ' r~ ,. ~-~__) , ,, . ~ !l ,, . . ~ PERICLE P'AZZINl: Rnurredone PreM la paura. Sl. a\-emmo tutti paura. L'ab- non &lst.evano ancora ftno al glo.rno In cuJ bandonal. Eppure - dO'\"etecredermi - gli arrivai lo. E' vero? volevo ancora bene; credevo che era Il MC65ia. PIETRO OIUDA - Io lm·eoe non lo credevo più. Quando lo con.segnai in mano al Sinedrio, non avevo ptù alcun dubbio: Gesù di Nazareth non era 11 meM.la che UJ'.>1'tt&vamo. non era lui che avrebbe liberato ll n06tro popolo. - TuttJ ml considerano Il più moot:uo..~ del tradi– tori. lo. 60 beo.e. Ma cl al sbaglia sui mio conto. Non sono stato un volRa.re traditore: sono stato so1t.anto un uomo ooettnte. SARA -C<c.e? R,tpetet.e! GIUDA - Coeztnte. ho detto. DAVIDE - Sp!eptevl. GIUDA ~ QU&lldo· non ebbi più fede In lui. a,en.. ttl che e.ra mJo do,-ere darlo ln mano alla ll1U6tl..i1a. E io fec:.1. ELIA - Parlate di dovere? GIUDA - 81. di d~'6l"C, Perché? . ELIA - Vorrei' proprio aapere dJ quale doTere pulate! GIUDA - Se Cki&ùnon era. colui che avrebbe li– berato II n0&t.ropopolo dalla servitù. diven– tava ail'improvvi6o. al miei occhi. li più te- , nace op1)061toredi questa rt&cossa. Ml ap– pariva c~ un rtnunolatarlo! E pericol060 per l'ascendente e.nonne che a-veva sul po– polo. Quando me ne oonvlnAf lo diedi alle autorltì: per Il ·bene del mio paeae. Del re– sto mo!~ prima che 10 lo trad!MI, lui aveva t.radlto noi; amJ: aveva tradito me. PIETRO - Te? GIUDA - SI. COl!, delle pn :meis.se non mantenut.e.. REBECCA - Fatto penonale? GIUDA - AmmetUamolo. Tutto è fatto personale. SARA - Appzv.·o. REBECCA - Approvi? SARA - SI. quello che ha detto i\deMO:che ~utto. ln fondo. &J. riduce sempre a del ratti per– sonaU. DAVIDE <Troncando) - Come e quando ent;&Ste in contatto con Gesù di Naza.reth? GIUDA - P'ul uno degli ultlml a far parte del grupp0 del di.scepoll. Qe.sù attlrava il,à le turbe dletro di sé quando lo m:ln5erll. A quel temJX> Il sruppo del seguaci era quanto mal d!..sordlnato e dlspefflO: lo entrai e lo organizza.i. PIETRO - ChJ vuol toglierti que&to merito! SARA - Lo gapplamo bene che foote l'ammlnl– atr&tore. Il te&Orleredella piccola comunità. Il denaro era In mano v0 &t.ra . GIUDA - Giusto. Ma non s,apete una 0068: lo non &0nostato &0ltanto l'ammlnJ&tratore. ma Il finanziatore! ELIA - Come? Spiegatevi. GIUDA - Volentieri. <Pausa) Io Unplegai tutto Il mio per organiu.a.re e mantenere Ja vita degli apostoli. ELIA - C?'D.e...mantenere? GIUDA - Mantenere - semplkernente. DApprln– clplo la vtt.a era dura. Predica.vano: la ~nte aACOlt.av11.. mA poi se n'andava. Pa..s.sarono del me& e del mC61prima che cl prendeg– sero sul aerlo. Come movimento orgmlu.ato (Annuisce) GIUDA - Nonostante que&to lo crede,t.tJ. ftn dal primo momento che quel plCcolo cruppett.o capeggiato da Gesù dl Nuareth avrebbe po– tuto appiccare li fuoco della rivolta al no– stro paese. Lo credetti con tutte Je. mie forze. Per questo di&! a loro: Voi badate a par– lare. ,. predicare. a far Pf'OISClltl: VOl vtaa– giatc per tutto Jl paese. noo pensate ad altro. smettete di lavorare e di occuparvi dei vo– strt affari! D'ora Jn poi lo ml occuperò dJ farvi vivere. n mio dena.ro 6 vcw;tro. CO&! di– ventammo un a:ruppo.e Jn poco tempo ..i parlò di noi. ELIA (Rivolto agll apo&toli) - E' vero? · - z· vero. PIETRO OIOVANNJ TOMMASO - Ml6e In canune tutto n suo. GIUDA I - Per la Ube.razloned·Iaraele! Era Il patto! SARA <Ironica a Davide) - Tu oome rJoo15ta DOD puoi che COMlder&rlo un precuraorel ELIA - Questo do,eette darvi una poslz.lone dJ preminenza lo seno al gruppo. GIUDA - Da principio, &l. Ma pot. quando «.mln– clarono a giungere le offerte del .eauad e non ebbero più bisogno di me. pmr.ero a guardarmi meno benevolmente. ELIA - E Il motivo di questo atteggiamento mut.ato? GIUDA - li risentimento forse l.ncool&pe"\'ole..\"'Cr- 60 chJ Il a,·eva « ammln' 1t.rat1•· vel'I() chJ aveva organJ"tZato la loro vlta. Quando U gruppo pens6 di poter es&ere Indipendente. cominciò a conalderarml COll alt.ro animo. Ml rimproverarono di non intendere U messag– gio di Gesù. GIOVANNI· - Non era un pretesto. TI &pl!pmmo n pereh,. ELIA - Perch6? GIUDA (Precedendo Olovannl) - Pe.rebé ero stato Il banchiere. Il mercante: per qUe6to non potevo Intendere. In.somma; mJ fecero capire che avevo fatto Il mio tempo, che non ae.r– vlvo più. ELIA - Loro. 011 apostoli. Ammettiamolo, per un momento. Ma Gesù? GIUDA (Dopo una retlcenz.a) - Gesù no. C-< m.ti ~ nuava a dannJ nducla, a l86Cl&nni fa.re . ELIA - Allora! GIUDA - Cercate di eapinnt Come ammJnlt,tn.– tore non r.ervlvo più. come dlacepolo uo fuori strada Jn quanto li Regno predicato da Oesù non era quello ch'lo m'efQ. .sognato - clle dovevo !a.re ormai? Ml avevano i.solato - ml sentii Inutile. ELIA - E ve ne dl&placque? GIUDA - l"orse ELIA ~ VI c'lit,piacque senttm all'lmp.roni60 .senza amici? GIUDA - 51. E ml aocorsl che ero att&ec.ato a 101'0 col cuore proprio nel giorni ln cui più palesemente cercarono di allonta.nannl. Non credevo di provare questo &entlmento per loro - o almeno ,·erso qualcuno d.1loro! ELIA - Verso chl. per esempio, vi aent.l.ste pt(l legato? GIUDA - Ml sarebbe piaciuto restare amico CUI

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