Fiera Letteraria - Anno X - n. 1 - 2 gennaio 1955

Domenica 2 gennaio 1955 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 WILLIAM CARLOS WILLIAMS .....: UN CORAGGIOSO TENTATIVO DI POESIA * Idraghi di Peon Warren * Di "1flliam Carl03 Willlam.s. Il poeta dottore del New striale e Il desiderio di 1wa rede~fone attraver.so tl lin- Jersev cht quest'anno, in occa.1ionedel .1uo 11ettantune– .11mogenetliaco, ha voluto donarci un'altra primizia (The Descrt. Mui;lc and Other Poems. Random House. New York. 1951'), dirò pfti diJ!usamente in altra sede. 110ber– mandom.t fn modo particolare &u qiul suo po,ema co.rl generwo (Patel'60n. New Dfrcction.s, New York e Nor– folk 1951) che st lmpron.ta allo stile 11lmbollco fovcfano 11onc~ a quello poundfano. at1fanca11dosiper certi lati ,alla poc.ttca di un Elfot. Quf mi limito a ot!rire qualche tentativo di ver.tfone dalla. sua raccolta e The couected Later Pocms • '(New Dlrcct1on.s. New York e Nor/olk. 1950) e da Patcr60n, la storia dt un uomo e di una cittti /usi In almbol~ co.,mtco. la vicenda della degradazione umana nel mondo fndu- guaggfo. Dov~ fl .suo rcalf.smo. a volte crudo e /ra,nmen– torlo. a volte concentrato in lmogtstlco nitore. 111 e.spande , od aneliti mistici. iu un·amplezza dt vl.slone che d4 la misura dell'tmpeg110 umano di W1llfams (e ~n lo ha vi– sto il criUco H. W. 1Vells In Our Amerlcan WAy of Poctry). Scaturendo da un .ten/lO profondo di hltegritti la sruz autocritica di americano (vedi In proJ)Oll-ito le vt• t:acf prwe di e In The Amerlcan Oraln •· New Dirce• tio,1.1, N. Y.. 1925. dotte .sl disegna Il ,nito di un·Am~rlca amata ma guardata fino in fondo alle 111.scereJ si riper– cuote In un·o,1utA di enunciazione. In una nettezza d1 parola che puc) ben proponi come esempio. GLAUCO CAMBON * Ecco l'immagine tlell'uomo prediletto da Penn J,Vnrren: «In equili- brio fra il buio abisso interiore di se stesso e il buio della natura» )f. ili LUIGI BEIITI In un tempo ln cui la pacsla conquistare una sagge1.ZI\ ove ti Brother to Dragon.s è tnveoe e«-rca nuove aperture e più "a• mondo esteriore e quelle lnte• su un sempllcc plano polchè il ali Cl\lllPI ove a\'olgere la sua r!ore si bilancino. mezzo naturale dJ Robert Pcnn azione. l'ultima opera di R.obcrt. Tuttavia dobbiamo conres&Rre warren non è la parola sola. o Penn Warren 1Brot11er to Dra- C'hCnon cl è piaciuto Il modo Il verso. ma la ma.ssa sonora. go,1.1. Evre & spottlswoo:ie, L-:m- oon Il quale hanno accolto un Tutto ciò per sostenere Infine don 1953) è uno del più forLI e libro come quello di Robert che Robert Pcnn Warren è uno cornggl06.I tentativi poetici. a Pcnn Warren certi recensori scrittore d! un tema ,olo che lungo re.spiro. che alano stati americani. Forse costoro hanno non e mal del tutto oggettivato fatti dl recente. del tabù e forse Jeffel'60n è uno e dn qui Il luogo comune che I Robcrt Penn warren. uno dcJ di costoro e per loro sarà un suol libri successivi sono verrJo– plù originali e noti scrittori ~ccato avergli dato un cuore nl dl un. altro, americani d'oggi, (e cogliamo la e del sentimenti da uomo e non A noi. mvcce. pare impossibile occasione di segnalare al lettore dc. superuomo cresciuto sotto la che I libri di Penn Warren non l'ottima versione del suo ultimo luce della storia. Hanno cssl, ad spieghino abba.stnnza per tall ~--~----------------------------------------~'-------------'I romanzo world Enough and TI• esempio. notato che certe &!tua- leU.ori con la potenza del loro me eseguita dfl. Glauco canm· zlonl sono cUchés della sen11lbl: dettato e la forza che sostiene La pausa Sciui i ,·alori, 1'c1tate, il tiero giaietto rhe un'ucia non spaccbett.bbe, e,pandt alfine dal 1uo peto un arcobaleno tul 11110della meniori11 - il duro etelo della vel~ità 8J>CUllt0.Au111nno ,·iene, frulli multiformi, che i pÌll01'i an111noper la buocia lucida do,·e 1i tel11: il molle della ragione in1idioM1, 60pito, per il mouo del vem1e o della donna. Ma li, dentro il 1en1e, t<:0&kldal timore come da un mare, li ridelta ! per &Otpingere in alto, 1ubito, da quel venire molle un ule Melo da incrinare il quan.o. Avvicinamento a una città Mentre mi apparto dal mondo - mal non mi 11:mco dd mietero di quNte .s1r:ide: i ire ccs1elli di fiori &e-cebi1ull'aha fine.Ira del b.u, i gabl,iani roteanti tulla fabbrira, la ,porca neve - l'umiltà dell11 neve che tulto inargent11 ed e ralpcu11a e coperta d'u10 - eppure ude ancora, gli uccelli taciturni ,ui fili immobili del ciclo, il guauo delle, ali rhe 'T,1iccano il volo auie~. Le handi,.re nella ,::r,.vc uria muovono t'Ontro uno &fondo di piombo - b neve ,rretiala di 1101,pia delle vecd1ie rrbac«: di que.ti tpellacoli non m:ii n1i Manco ma yj :illingo rittoro 1entpr-e pcr<:hè hen poca 111n1i1à ti cela In cote auai più corai;giote, Navigatori JI mare ,cro1cia affluendo ma gli ,c()g)i - co&tole acobNi a cavallo dell'abito Ji epun1a o p-eppo o 1u1lic piene d'oche di Scozia - tono l'uomo tenare. Egli invita la bUITHea, egli ne \ÌYe! impre,::nato di paure che non 10n paure ma punture d'enui, on liquore t.egrelo, un fuoco ehe sii accende il un;ue a freddena 1i che 1li t<'Ogli paion piullO!IO b11b.are ,·er,o il mare enziehè Il mare a-nilupp:irli. Si protendono ad afl'ernre navi o anche il c~lo ,ie110 1'.'he ,i china au di loro a lacerar1i. Sono io I lo 1ono gli 1cogli ! E allora egli dice: tenu di me nulla ride. Parole in ozio I campi riaui, le fo,:lie ìnaridenthi 1ugli areri, i becchi d'uocelli bean1i ! &e pio,·~. oh ,e pio,·es-.e! Nuvole •i a«o&111no, IYanuno dall'o,•ut e dal 1ud ma Jon por1ano piou;ia. ArNra 11,·enti ttcchi - l'erbit acrart0tti:i111 l.'l'epila aollo il piede, il 11iede la dirompe. Poherc le 1trade. lla la mt"nte è polvere ant"h'eu.:1 e ali oCMi ne br•uciano. Più bruciano per noni inquiete, per la lumi efl'uill ,u terra brulla, rhe 1icr pio,:,:ia negala. L, pionia. ie nde&:.c, allevi«ehbe la menle viù che l'erilit, e nrebbe la mente un poco. almeno. ra.p11arificata a quut'ar.ura e all'im1,licita morte, Nebbie sul fiume Lo ~t"Chio Ruviale ri•pec-rhia il cielo freddo allrl\'er,u nNJbie ehe :ig,::rovigliano il tole, il ,ole del primo ma!lino, ,·r'3ndo nei h;ro H•li i bui ronlnrni delle riv~. Ma la neu!dtii, lu did, n ;ir11n,•oce r«lami. adat111111enlo - t,..n piU grande Mila ranzone lo~ di qualunque canzone Mentre la canzone, a tè affidala, il fiun1e •pecchi" fut<illo nel iole il fiume nel tuo Hebo torpo esdama and1"egli, taciturno dai tuoi ,·cli 1dombranti. Tu prelendi la mia aHolura approvazione. )folti anni, lo ,edo. n1olli anni di lettura non ti banno re10 aaggio. Venere sul deserto Se io non 11eceo, dieie, ,·oi non can1miner-e1e Jl'tT corridoi di pietra in lunghe gonne, OC>\·enon c'è t"11du1anon e'è i:;rin.i111. Nei vo!lri lelli gia<"C:iO tutta none, e da me ,·i dipartite alle ,•oi-(re giornate. La mia carne ,i fni."<"ia le o!!a, A <'he 1cn·e la 1an1ità &e non ad affernuue la 1•erfezione dei miei !-efli, le mie co~ce che voi M"hiudete trem.:indo, e le mie labbra JJorta dei miei pi:ittri? Peeca10, lo t<hiamate, ma il freddo eti~le tolo peN'bè il caldo l'ha generai(), ahrimenli come potr~e eonot«r'lo? Mi conforti l':m1ore da,·anti alle mie ,.confìue! Po,·eri monaci, ~oi vi credete buoni. ma io vi rlico che uccidete, rome l'uccello una luril11a. lJna eternità Ritorna, Mamma, ritorna, non Ja morie - non alla "'Siria >, non lii n1a qui - 1 quei10 luogo. Tu ~ei ,ec,::hi111, ~hmnia, ,·ecchia, e 11uhi frcdd11, ritornando 'da morte - do,•e rag,:ìungerti non pouo ancora. ,\,petla un poco, upclla .1ncora un po'. Come Todhunter non piace ne11ntbe • me, 1ai. AsJ)eltiamo •1ualche momento di luna più 1cun. A novani'anni la tlranen.i della morte (: iU di le. Jo i0ll() ,11110in lutti ~li an1oli della men1e. Quale dono pouo 1wt1111i M" 110n lu&SO,e 11uelfo tu m·hai ini,egnato a di;,s,renarlo. lo mi \f\ho ,•euo il muro, rilorno ai miei principi e vollo la bttia, andie, ver,o il murn. E1)J1ure,m11111m11,uc:.tonon è Yero - lii noue, IK notte clic affrontiamo è nera, ma non 11e...ipiU del giorno - del giOfllo che affrontiamo, e, ,confilli che fummo, pur ,·ivemmo •d affrontare la none in cui 11,lende la bella luna - all'occhio nudo offrendo i 1uoi continenti! Nudo e parola che 11ui torna II propo,i10 - fa la none leggen! lieve come una piun1a (nella none!) L'anima, cura, è 111i>ai im11or1:.-nte l'anima delle cOle C'he fa rioplender~ la fredda luna. Francamente. non ti ,·o&lio bene. Q~l che 110"60vedere (alla fiamma deUa luna) è che qualun11ue ahra ri1pona ci pou:i cuere, queMo lo uppiamo, è 1Lbnndom11:i. lii ricordo rome a ott:intadnque anni ,·ineeui la 1ua bauaglia, a quo.Ha rd1i tOpra,·vivendo! In1ma1ino. ani:i lo 10 1en1:'ahro, ehe non Nii ehi 1ia Shap)ey - un 111&tronomo. Quelln era un uomo! - il migliore ... Non eome Flammarion, il 1uo vect'hio prediletto, rhe ,·oleva divul,::11rel'iot-ronon1i11,Shapley non è come Flamn11rion Tu l'hai pr11eedu10. E' l'anin1a ,en-i'amore, l'anima delle row, rhe ha 1uper:110 i noMri amori. In quoto - tu ,·ivi, mamma, in me Yivi ,empre. Sezione del fuoco Cosa bell:i - la ellli intera coadana.ila! E le fiamme torre,;1iand. come un ,orcio, con1e un" bRblJuccia roua, come una ~,ella, un ;eranio, una lingua di gallo oppure - Il penueru, il 11en&iero che ~ una foglia, un ciottolo. un ,·ccchio d'un raccon10 di Puahkin. Ah! travi marce che Cl'Ol– lano, una ,·ecchia bottiglia ))ercoua La uotle ti fè giorno per le fi11mme,fiamme che a lui eran cibo - rodeva 111pa1ina (la pagina in fiamme) come un ,·erme - avido d'illuminuione l>i cui be,iamo e c"inebriamo e infine ci di&1ruggi1n10(nel m:1ngiame). Ma 111fiamme ton fiamme dal ,entre imperio&O che did1111ne - come ci 10n fuoohi che l.OVano covano per una Yila e non mai Kop11iano in fiamma Carte (conaunte) di&JJCrseai venti. Nere. L'inchioitro ari.o a bi1mcbena, a bianeheua il 01e1allo. (Co1i ,ia. \'ieni &Utulio bellezu, Vieni 1>re,to. Coti 1ia. Un:i.J)O)Yeretra le dita. Co.,i,!ia. Vieni lutìlità ~r•cciona. Sfonda. Co,i ,iu. Co1i ,ia. Un .:ime Ji ferT0, sii ocehi in fiamme in un corridoio in fiamrue, Un'ubriacheua di fiamme. Cosi ,ia. Una boniilia, malmenata dalle Jiamme, 11iegata in due dal ri10: ~folla, ,erde. Coti aiM- Jell'uhriachena w1,cr 9 1i1e.in $1hip:na:r.:ti di lii,mmc. Tutto il' fuoco in fuoco! Co,., ,.ia. lnghiouire il fuOt"o. C,ui 1i11, ,\ttorta in ri;i11dal fuoco, pro11rio dnl fuoco. CoiiÌ sin. Ghignando alle fiamme auorbite, multifomaitii di ri.o, gra,·ilà founmeggi:mtc a ,incere l1 1obrieti delle fiamme. casliti d'annient11mcnto. Reproba, thinmamlolo buono. Chiama buono il fuoro. Cosi ~ia, l,11belli della ,abhia im·C'ltita dal fuoro ed er11,-etro, era bottiglia: e-bettiglia1n. Imperterrita, Co1i 1ia. Una ,·ecd1ia boUiglia, malwnt11ta dal fuoco 1i palina di nuo,·o, 11ic,:ando1i il ,etro a nuova diltinzione. re1limendo ~no;a~~~v~r~ 1~~a!~ %~:;'; ~~ltc: ~~ ;f~~ 0 ~!r~~:I~ le narrailonl e che si 51aoo, o.mplamcnte SOt!lenuto Il peso suol romanzi sono di altro or- trascurati fin quel problemi che d~lla distanza ed ha raggiunto dine e In css.l l'uso del plant. pur sortl da un tatto di crona– tall effetti come non si vedeva- tre. addirittura In World Eno- ca. e anche di cronaca dera M no da anni nella poesia amerl• ugh and Time: diario di Ocre· sollevano ad 1nve.stlre tutti i cana. Costretto dal tema e dal mll\h Beaumont. rfl.cconto di tatti dell'uomo. l'indcfini10. Un 111,;10 ardente. còi10 dalla maru, cre11i1:110 do &O'Jttili righe, la 11a1inalucenle in1au1t. AnnientMmenlo miglior-JIO: Labbra di fuoco alzate fìnchè 11iùne1-um1 forma ne fluiace 1r11nneuna YIUlamutla delle noti:cie, BeYi tielle noti:cie, cuide •I Grida il 1uo rho, e;;cl1m111ndo - in foua fiato. dJalogat.o - U racconto del poe. co~passione e commento come In ogni libro dJ Robcrt Penn ma è In ver.se e In'. voice - ad un ln\'ezlone genuina e necessB• warren appunto Il tema ha d& ~Jnsc!~f~~J'~~v;:~I::=~~~ :~~a~~~n~:!:o~: ~le.dr; :;~ trattare' qualche• inerente cor- di unu grazia che l'inveetc ndla 1abliia - o pietra: 11cqu11 d'o:ui. Il ,•e1ro C'hiauato di conrentriri arcobaleni di fuoto freddo che il fuoco ,•i ha Juciato in retagp:io r11ffreddandoai, fa fiamma ~fidata - la fiammK che a,volac il Hlro defloralavi, rifiorila dall:i ~rato. E' Indubbio che l'evo- warren e che può essere scon· ruzlone che metta in movlmcn• cttzlone delle terre vergini di giurato con un palo di frasi. lO qualslR61 fatto per dare poi America, Ie descrizJonl di quel Due plani in A.il Kng·s Man: le n06tre ,•ersloni dell'tncorrut– paesaggl tnvol061 sono dell'alta gli avvenimenti e Jack Burden t.lblle. poesia e tanno dJ Brother to che Il rnccontava. LUIGI BERTI fiamma: una ieronda fiamn1a, che aorpaua il calore. Dr-agoni un grande libro. I Jet.– tori d'Inventario ricorderanno di Peno Warrcn La ballata di Billv Potts pubblicato nel nu– mero 3 • 4 del 1952 e che per Il t d ll • • t un certo senso. e più del ro· mo o e o sptrl o manzi di Pcnn Wmen ,alula a c..plre le modulailonl del to- L:i di1eeaa accenna no di quest'ultimo poema, tal• come a~enn0 l'ascen volta altissimo nel suo strazio di compiutena la memoria è una tpecie gridato. talvolta pili b8..'i00e cal•. un rinnovani anzi ini-iiuione, poid1è gli spui rhe apre Hn nuovi luoghi abitati da orde , finora impt'rccpile, di nuove Mlrtc - poirhè i loro moli mir.ino a nuo,'e mè111 ( quand'anche per l'nddictro abbandonue) Neuuna 1eonfi11aC tolo tconfiuu - 1ircome il mondo che 1111re .empre un luogo per l'addieuo mondo perduto, imotpellalo, Un do sul piano commosso soprat- 1utto o,·e Il poeta parla del pa– dre anziano, del cambio della stagione che apre e chiude U poema. Quest'ultimo cl racconta come la notte del 15 dicembre 1811, nel Kentucky Occldentnle. I tra. tel11 Lewts, fJgll d'una sorellla di Jefferson. uno del padri spi– rituali fltnericanl, fece a pezz.l IO schiavo negro Qeorge su un ceppo d legno da cucina per aver rotto un vaso di porcella– na che possedeva un valore sen– tlmcnt.ale. Lilburn Lewls è Il un mondo i11.,olpe1111to genio del male: Isham. Il suo 11cc-ennaa luoghi nuovi complice spaventnto. Lllburn. e nchun c11ndor-e(perduto) hianche,:gia come la memoria addolorato dalla morte della del candore. mRdre, medita I sudi. furti di Con la 1era, l'amore 1i ri,,·eglill cucchiai da parte degli schlavl. benchfl le •l\-11 on1hre che egli considera come uua che ,·iv('lno in grni• vloll1zl011edella tomba di lei. Ne del ,ole d.-plenrlen1e - ~gue l'omicidio. Quando que· ti intonnolhcano 1!.1ccando - sto è scoperto I fratelli si ac• ,i rlal de1iderio. cordano di spararsi a ,•lcenda. Amore ,en11 on1hre ora 1i muo,~ . Lllbum è ucciso come deslde- con1inciando a nesllaui rava: Isham sopravvive, ma pol come la none combatte e muore nella batta· a,•anu. glia di New Orleans. La dit<-eu I In mezzo a tanta crudeltà è laua di ditper.1-iioni stata post.a la voce di Jct!er- e aenu adempimento son. Pruldente degli Stati Unl- :inua un nuovo riu·eglio: tl e &utore della dlchlar&ziOnc ch'è un'invenione (!'lndlpcndcnza &merlca.nAe del- dell111 di51,eruione. lo statuto della Virginia per la Per qu11n10non aaJ•pi:imo compiere, per quanlo Ubertà religiosa. per trarre, tor- li nega all'amore. se. un& speranza d'Innocenza per quanto abbiamo peno Mll'upe1111h•a - umana. Le voci del p()Cll'la.che una ditte~ tcgue, si deve tener conto, é un dia• intern1in:ila e indi~truttibile. Redenzione del tempo ROBERT PENN WARREN In allo il 1~1a10. in baMO l'av,·enire_ e i'J 11re1en1eche 1i rh ersa: il rombo, Il rombo del pr~nle, un di&rorio - è di nec~si1à il mio 1010amore. Eui piombarono, l'llddero !venuti logo parlato da personaggi. ma non ~ un'opera. di teatro: sono legat.e &Ila storta pur 5C non tutti I ratti, come nel oaso di Jelferson o a.Imeno In due del I J)f'rsonaggl minori. Aunt C&t e Il frfttello di Laetltla che sono ~~~e J~i"~~.e n~~~b1:0:~,r-------------------, o 11 bella p~a. per farla fìnila - e il roml,o tenta po,a, 1e11in1one Non il p11~~atonè" il ruturo Non l'orchio fisso, d'amnc1ia - d'oblio, li linguag,:io precipita in caacata nell'invi~ihile, più ohre e in alto: la cHrala di cui e 1111Nirteritibile - Solo quando ne aYro fotto una re11liea mi t»run rerdon111i i petcali e ,:uarito il mio male - di cer:i: lo cop11ella di San Roeco ~111~in~/11 d'arenariu !Opra 111 ,·ecrhìe miniere di r:une - do,·e unu voha 1e;:,rge,·o le imma,ìni di hr.1ccia e di ginO<'ehi ;•p~ al chindi (de Montricllier). Ì\on 1111 &enJ0. f.11pur-e, &e non tro,•o un potto 1 he se n~ sco~ti. io à0no il suo ~hi:ivo, Il tuo wnnarnhulo. !11M"di10 - abhagliato òalla di1111n:r.a.Non po~o ~"re qui a 11,endere la ,·ila ~cntl:indo il pa.... alo: Il futuro non e un11ri~1,0Jta, lo de~bo 1rov1re il mio tt"n!o e deporlo, candido, aCC11nlo all'aoc1u11 ,correvo le: me ilCUo - - qua-I che ne 1iu la c-ame. Libe– raton1i! (Suvvia!) que~la re1orica è re;le! WJLLIAì\l CARLOS WILLlAMS (Versioni d.i Glauco CambonJ. ~~s~~~nnessione con la sto-1 A dlchlarazlone di R.obert Penn Warren. l'oggettività non consiste nel .ricostruire la sto· 1 ria Jna nello scrivere un poc• ma. « Io non ottengo nessuna. costruzione nel cercare di alte– rare i tatti. Ma la poesia è più' che lfmtasla ed è a!!ldata allo obbligo di cercare dt dire qual– cosa sulla condizione umana•· L'Immagine dell'uomo predi· letta da Pcnn warrcn è: « In cquUlbrlo fr& Il buio abisso In– teriore di se stC650 e Il buio esterno della natura•· E anco• ra: « Se cl deve essere una ra· glone .no! dobbiamo creare la pooslbllllA di ragione, e non la, possiamo creare soltanto dallo circo.stanze dfl.lla nostra più fu– nesta disperazione•· le parole messe ln bocca a Jcfferson nel poema cpag. 19:>). Dunque. una severa. limitazio– ne di temi e di effetti è Insita 1 nella poesia di Pcnn W&rren e 1 )I\ lirica spinta di cs.53 l88C1Rj libero credilo alla. scns!bllllA del I lettore per rlconeiUnrc tutti nella giustizia, glacchè anche lej più bR6SCe vili creature hanno la necessità di Idealizzare In proprio esistenza allo scopo di vivere .di essere umane. Anche In Br-other to Drag0ns l'uccl.Sorc e l'ucciso prepa:-ano Il proprio dramma e l'R6SBSSlno d~venta sempre più appas3lona• to e più umlllato mentre la ,•lt– uma è più esaltata: l'Ingegno e la sincerità d1 Rober Penn Wnrren superano le difficoltà I del ritmi e di tale filosofia. SI può permettere degli spie• gomentl di poesia evocativa nel ~~~~f l~~es~~allll 1 ~:i~C:gc~~ f uno splendore che rientra nel I personaggi e nell'azione Il tut• 1 to rende una caratteristica voce d'una concreta pronunzia uma– na e validità del problema di adeguarsi al temi di un poema lungo e lo scoprire la condizione I - r~~~~~~~I di~! ~:t:d:~~~oq~~;~ I J , prr!ezione con questo atto di I adattamento. In Robert Penn Warren è appunto vivo, questo bisogno di soluzione. di conti• nuata ricerca delle ragioni uni• ..... - ,_ ;~~~1~~!;1:~a.:!~n:i~co~~~1 per una stazione ferroviaria * ,li ClllflSTOPIIElt :tlfJRI.EI' Sem11ro ho amato lo sta.::ioni ferroviarie: Non le mi1time tra le aiiporbe crea.::ioni dell'uomo. fa particolare molto consirloro · lo ooccltio centrali di Londra, di Liverpool strcet (cnttcdrale del catarro) dove antiche bagnorllole so110 in deposito e potete distinguere altari dei yrm1di Dei mianh e indietro .- a Paddin!]ton E,iston, King 's Crou, Gare du 11ord, la Salle Streét a Chicago, Windsor a Montreal + la Lackawanna a Hobokcn lido, L'amata B.O. Mo1mt Royat di Baltimora. A11che la viccola Ro8LYti, Bltll'itti/ormo Pa1m1onok, dove trema la Long IBland, tuttora iti gamba. TroJ)l)e ne amo, da reyuttraro, ma di t_uttc qllc&te ne.ssi,na mi detto tale assoluta esaltazione come Broad Street Station. Forse lri. metto in teBta a tutte 1>Crclw /11.Ui che, fra tanti in jeep Watt mont6 snlla carrozza letto del Pullman Palace e adagiò la Sila nobile barba fuori della coperta.. Canto la t1m gloria, Broad Street Station! Sede pi,ì adatta, la vera linea maestra, s119gestione de/l'inw1ort<1l1tù; tclle soffiare cli va1>0re sfuggc11te, tali campane e andirivieni d'inferno, ergili 1m1si di cacciapietre sriburbatli, grandiosi gridi bc1ritonali - in carrozza - r1(ote motrici e focolari rosseggianti. Nic,Ue fii cosl perfetto come il locale per Paoli r 15 e 45) q11a1id-O eravamo gioventù viva por Witrnewood, Ardmore, Haverford, Bryn Mator e dovunque lungo le, P.R.R. Allorn, du /crnci11lli, ra9az;;i, st1identi, figli di Jamigliq., cra.uamo troppo concentrati a mis1trare qllel gigante.sco arco di gioie e pene q1fando i treni erano 1.'6ramente treni. Ut sotto alte mole, im1>etu0Bi getti di vavora, congetturavamo la grandezza ed il potere di ttn (sogno; 1>er abbreviare lo spazio e mitigare l'angoscia la locomotiva si ferma accovacciata e fa le fusa [tranquilla-. L<, gc,ite {Irida Dio ti benedice, e arrivederci, si chiudono i cancelli e tii aprono come pigre tenaglie ... Addio, addio! Non meraviglia che io co11servi nella vrira immaginazione memoria di Broad Street Station. CHRISTOPHER MORLEY (Trad. Maria Plzzuto) • rinunriamo alla rima. Que~ta luna d'i1n·erno è eou amara, BEN SHAIIN: Italian LandSt'ape lun·a.sscru;iale cont.lnultà, per I ino Bia CO ..

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