Fiera Letteraria - Anno IX - n. 45 - 7 novembre 1954

Pag. 6 LA FIERA LETTERA.RIA Domenica 7 novembre 1954 VENJEZlA: UN PJROB1LEMA PER OGN[ SECOILO JLA PAROJLA CHE NON PASSA * STORIA DIDUE ARTICOLI ED UHS.O.S. DIPALAZZESCHI * Torneremo alla Rondola 1 Due problemi che non ammettono solu:ioni intermedie: nuove oasi edilizie am:.ichèsopraelevazioni: nieule o pochi motori J1er i crmrr!i di PIERO NARIH In un mio articolo apparso nel e Tem. po-. del 14 novembre 1952 deprecavo le sopraelevazioni. destinate a produrre ce– dimenti e deformazioni dei fabbricati per aumento di peso, e additavo tra le minac– ce aUa sicurezza dl Venezia il moto on– doso provocato da natanti motorlZ7.atl, onde erosioni paurose alle fondamenta di edifici lambite da rii e canali. La parte !atta da tutta una parete nella sala 20 della e Mostra> di Palazzo Grassi a que• sti due aspetti, documenta Il permanere dell'uno e dell'allro motivo di pericolo: le sopraelevazioni continuano, I motoscafi non cessano di correre sul Canal Grande. Ml sembra non possa esservi dubbio sul• la preminenza da dare a provvedimenti di urgcn7,a Intesi a sopprimere le cause di un'usura la quale, raggiunto un certo limite, può crescere In progressione geo– metrica. Nei confronti delle sopraelevazioni. con– nesse al fenomeno dell'urbanesimo la so• luzione ml par in rapporto con Il Proble– ma del dove creare nuove oasi edilizie. Si ~ parlato di creazione di sacche, cioè d'interramento di vaste zone lagunari, sulle quali costruire con criteri moderni. Ma soluzioni cosi escogitate per salvare il carattere di Venezia, finirebbero coJ menomare l'aspetto lagunare, sul quale quel carattere è particolarmente basato. Non resterebbe allora altro che incorag– giare le costruzioni ln terra !erma. e pre– cisamente nella zona tra Mestre, San Giuliano e Campalto. E' una zona !acll• mente collegabile, per via acquea, con mezzi In partenza o in arrivo al cuore della città per Cannareglo {io non sono più. cosi giovane da non ricordare Il ser– vizio di vaporetti una volta esistente tra San Giuliano e Rialto) o al margini di essa sulle Fondamenta Nuove o a quel– l'altra zona complementare di Venezia che è U Lido. Più difficile la soluzione dell'altro pro– blema. SI dovrà rinunciare. a Venezia, a uno del più dll!usl portati della moder• nltà, la motorizzazione? Restaurarvi il ritmo esclusivo del vaporetto e della gon• dola? Tanto varrebbe. dicono alcuni. cin– gere la città tutt'intorno di cancelli' e farne un museo da visitare a ondate di turisti successive e dosa.te nel numero adeguatamente al ritmo tardigrado dei mezzi di locomozione. Disciplinare Ja ve• locltà del natanti motorlz7.atl contraddice al fini dei progressisti e non basta a quelli del conservatori. Meglio escludere il movimento di tali natanti dalle zone più. ricche di monumenti. DI non minore urgenza ml sembrano le misure cui aver l'ocehlo In argomen– to dl demolizioni e conseguenti rlcostru• zloni. A Venezia, ovunque cali Il plceonc, s'apre una ferita nel tessuto connettivo di una città che non è valida solo per la eccellenza del singoli monumenti, ma per– ché è essa stessa, nel suo complesso. un monumento. Non c'è da Illudersi di sa• nare ferite con la ricostruzione. R\co• struendo, bisogna, si voglia o non si vo– glia, tenere conto del regolamento edili– zio, Il quale è stato concepito In funzione dl una qualunque città, non di una città unica, com'è Venezia: quel determinato respiro Intorno al fabbricati, quelle de– terminate proporzioni volumelrlche del vani. In rapporto non tanto all'estetica ambientale, quanto alle norme Igieniche. e cosl via. Ma allora, si deve rinunciare a un rin• novamento conforme alle più. moderne esli;i:enze del vivere? SI, l'angustia delle calli e del sottoportici, ond'è reso cosl suggestivo li dilatarsi Improvviso di cam- pi e campielli. SI, la ganga delle mlser• rime dimore In cui trova suo lievito, In vista degli effetti d'insieme, l'architettu– ra maggiore e minore. Ma la gente che e vive~. In quelle miserrime dimore? $'hanno da perpetuare le zone depresse delle quali la e Mostra> di Palazzo Gras• sl offre, sempre nella sala 20, cosl im– pressionante statistica? Davvero che si dovrà rlunciare all'avvento di abita• zionl meglio servite a salvaguardia della salute e della morale? No. Un risana mento si impone. Ma dovrebbe essere rl sanamento dall'Intimo, Impegnato a la sciar intatta l'lmagine esteriore, direi la scenografia, se la parola non ml sa– pesse più d'artiJiclo che d'arte. Ho visto del miracoli di adattamenti Interni che hanno stupendamente adeguato a esi gen;,.e di vita anche lussuose tuguri e catapecchie. E negli stessi pala7.zi . quan te soffitte potrebbero essere trasformate In belle e grate dimore. su esempi che già esistono, a Venezia, evllando cosi an che quell'altra minaccia, all'estetica oltre che alla statica. che sono le sopraeleva zlonl! Contro i pericoli delle rlcostru zioni radicali parlano, dalle stesse !o tografle esposte (nella sala 19) alla e Mo• stra> di Palazzo Grassi. momenti di una Venezia che non è più Venezia, alla Ce lcstla o dalle parti di Sant' Alvise. La Celestia è un quartiere popolare dietro San Francesco della Vigna, ed è propri,, una fortuna che la mole Imponente del tempio (corpo di fabbrica del Sansovl110 cui ha dato una colossale facciata Il Pa'. Jadlol riesca a mascherare tutto quel reg:• gimento di case da periferia di Milano, senza che il visitatore dell'oasi monumrn tale sospetti la loro presenza. A Sant' Al vise Invece. la chiesetta cosl suggcstlv, per accento d'arte deliziosamente in sor dina, ha perduto tutto Il carattere rom! to, che la rendeva cosi cara a quanti, .3Pt! cle s1ranlcri. si spingevano fino ad ei!'.•1 da quell'altro luogo romito In cui s'ac campa, con più. appariscente risalto d'ar. te. l'Incantevole chiesa della Madonna dc! l'Orto. Giusto subito dopo la Madonna dell'Orto s'Incontra un primo Isolato rii case standardl.7.zate; un secondo invc<'e a ridosso e al di là di Sant'AMse af faccia alla laguna morta. alla laguna JI Maurlce Barrès. la sordida monotonia della 'sua scacchiera di fabbricati senza carattere e senza storia. Qu,esto che vado scrivendo formava og getto d'altro articolo mio apparso nel e Tempo> di due anni fa. E l'uno e l'al tro articolo cadevano sotto gli occhi di quPll'lnnamorato di Venezia ch'è Aldo Pala7.7.eschl: con le conseguenze che ora udirete. Palazzeschl aveva acquistato o stava per acqulMare (non ricordo bene) un appartamento In un pittoresco e qule to angolo di Venezia. L'appartamento, a uno dei piani superiori. guarda\'a un giardino. Ed eccoti Il proprietario dell'ap– partamento al piano terreno del caSf'i' glato mettersi In testa di costruire •.J tutto il lato del giardino, acC'?Ca~ ~uo na parte di quell'occhio verde. M'arriva una lettera. specie di S.0.$ .. di Palazze schl. e lo ml precipito alla Sovrintendenza al Monumenti per sincerarmi se la nuova costruzione fosse stata autoriz7.ata. E che cosa scappa fuori? Che me,ntre tutte le zone verdi di Venezia erano state vin còlatc, proprio su quella in questione non era stato posto, per pura dimenticanza, Il vincolo. Al quale subito si provvide. E questo. della difesa del verde, a Venezia. un altro del problemi che ml par coman dlno interessamento urgente. PIERO NARDI (Continuo da pag. S) settore p1LMCgger1. dalle linee aeru. una distensione lnter– naztooale - cominciando da quella adriatica - non potrà che glO\'are a Venez.la. Anche qui però tmttasl di az.lone lent.a, perseverante. tenace per-ché spesso per rifa. re quello che la guerra vlo• lentemente ha distrutto In un glomo occorrono poi decenni. InlZlfttJve culturftll. ftnChf' grandiose, non mancano a Venezia, come !a testimonian– za. fra l'altro. la Fondazione Giorgio C!nl. neU-lsola di San Giorgio. SI è pure ottenuto, recentemente. la erezlone a !aroltà del Magistero !n ;!n– gue e letterature straniere annesso all'Istituto unh•ersl• tarlo di economia e commer• cio (Ca' Foscar1). per cui Ve– nezia possiede. con nstltuto di Architettura. due scuole d! gr11do unlvers!tarlo. Possiede poi Istituti culturali come lo lstltuto veneto di sclen7.e, Jet• tcre ed arti. l'Ateneo Veneto l'Istituto di studi adriatici. la DcpuU\zlone di storia Patria. l"Accademia di Belle ArU. il conservatorio musicale. d~ larga !ama, un Archivio fra I maggiori del mondo. bibllote• che. generali o speclaliu.ate. ricche di stampati e mano– scritti, come la Naz.ionale di San Marco, R tipo umanistico. quella per la st.orla delrarte del Museo Correr: della Fon– dazione Querlnl StRmpaUa, co– piosa dl riviste e di opere di \·aria letteratura: le Altre degli rstitutl culturali r !cord.11.tl . fra cuJ quelle d.J ca· Fo.scarl. ag- glomaUs.slme nelle singole materie di ln.scgn11.mcnto. I– noltre. Gallerfe e Musei e J"Rc. colte varie di tRma mond!Rle. Senza. parlare delle manlfe• stazioni Rrtlstlche connesse alla Biennale d'art.e (cinema, musica, ~atro di pro.sa . ballo. ccc.): le grandi mostre retro• spettJ\'e negli anni In cui la Biennale non si apre: quelle oecaslonRI! (come nella rlcor. renza del centenario di Mar– co Polo): le mostre cicliche di arte moderna dell'Opera Be– v!laoqua - La Masa: quella di lnlzlatl\·a prl\•ata, ecc. In que– sto settore non ;i è certo da lamentare lnsufflc!en1.a: ~ mal. Il contrario, cioè unR certa Inflazione che. allR hm• ga, può Indurre all'lndlfteren. ta ed alla saz!età come sopra accennato - esl· stono tutti gll elementi att! 11 tarla funzionare. Nè certo può orfrlre ostacolo il clima vene. z!,mo meno rigido nella sta– gione Invernale di quello del la rlgidlSSlma e l'Cnt.osa PC· rugia. Questo - concludendo - Il panaroma rapidissimo di al cunl de! problemi maggior! e p!u urgenti dl Venezia: altri numerosi e, sotto dati aspetti. utualmentc lntere.~Q.fl.ntl ne e slsLono. come teatro di pro.sa. attreuftturft ~portlv11.e ~nm– un, aeroporto. conservazione del patrimon!o lmmob!l!are <comlnc!nndo da quello d~ \'lllore arUsUco. \'Rriamente minacciato dall'lncurla e dl'll moto ondoso specie sul Canal Grande). sah•njl:11Rrdla della lntegr!tA lagunftre. prote7Jone del litorale contro l'ero~lone marina. Igiene deU-abltnto ecc.. ognuno del qu11.llrichle dcrcbbe una lunga trattaz.lo ne; mA e non est hlc loew; 11 Occorrerebbe perciò unn maggiore coordlnaz.ione lrft le manltest.az.lonl ln parola per• chè non si sovrappongano f' non contrastino 11. vicenda sacrlrlcando Il numero 11110 qualltA necessaria per tenerle a queffslto Jlvello che solo può servire d! richiamo al pubblico e giustificare anche certi costi che plù d! una \·Ol· ta sono ~mbratl del tutto I· nadeguat! alle reallu.azlonl offerte. Sarebbe forse ll caso di stu. dlare la convenienza di rare di Venezia la sede dl una u– nlversltA per gli st.ranleri. su! tipo di quella di Perull'ia ora che, n~n·tsola di Snn Giorgio, si orrrono posslb!HtA di ac. cogl!ent.a e di ospitalità pri– ma non lmmaginabUI e dato che, oell'arublto veneziano - Venezia non dc,•e es.'-tre la deprecata e !t.tà• muFeo con gll Ab!t,antl ridotti a semplici cu. stodl della sua bellezza: deve essere vl\·a e vitale. ma d'un11. ,•lta consona alla sua configu. razione, alla Mia !unzione rappresent.atl\'R. Qu81lto più le città moder ne .oltre Il\ cerchia antica vanno standardlu.ando5l tan to più eccelle ia singolarità d1 Venezia ed è questo. nella U· nh·ersale un!form!tA, il suo plu alto grido di richiamo FAcdamo in modo che non abbla a spegnersi. ~URIO BRUNETTI Biblioteca Gino Bianco UNA SCRl1TRICE * " " • t.. "rii. J :W.ll !Ue a, 1ue..-a, 1 1~ 1a, ris1aetto di GIANNA MANZINI Ogni volta che, tornando in un luogo amato, &ono Mata &orprcsa, da qualche nouità - la costruzione di una ca&a, d'una scuola, di una chiesa, l'apparizione di trn monumento - mi t accaduto di de&iderare: e speriamo che invecclli alla svelta>; e anche nel– l'ambito moderni8Rimo di una ca&a, di fronte a ,m mobile o 11n tappeto, ultimi arrivati, mi capita di a11911rareche perda prc8to q11cfl'aria e&tranea, quello siliceo, quel che di vanitoso che impoveri&ce anzichd arrirchire. Figuriamoci q11011dosi I.ratta di 11na città come l'cnezia. Trema il cuore all'idea che &e ne possa alterare la fisionomia .. In IOt tale miracolo di equi– libri e di magie, come si può intervenire in 1m sen80 creotivot Il suo significato è quello del no&tro tem– po: inacco&ta1Jili. Per ogni 8ecolo si aarà pre&e11tato pres&'a poco lo ste,;so problema, senza che, pertanto, -,ia mancato via via rrn ,111000 apporto. Ma, anche in ima o-pera d'arte avviene che, ad 11ncerto punto, eua 110ncomporti 11n'1tlleriore pennellata, l'aggiunta di 11nverso o d'una parola, lo svilllJ)T)O d'una linea: in vira, d'1rn<1 forza misterioso che trnscende 1>er/ino il, genio dell'arli.!ta, è veruen11ta a 1111a compitezza che fa porte dello s1w /atolitcì. Co8l oggi è accaduto per Venezia. E non 8i dica elle que3t'idea di compiu– tezza la co&tringe e lri fos8ilizw in un concetto di nmseo. F'ra le Sll6 colli e i &1,oi canali, 11ei 3ttoi pa– lazzi, ttefle &Ile chiese, 11elle s11cpiaz.ee 8corre 11no 8Ilirito vitale pili. fervido, più ricco, virl- duraturo tli quello che rende febbrile il ritmo di tante città mo– derne aperte a 1m brillante divenire edilizio. Per cui og,ti no&tro t1/orzo mi sembro che do· vrebbe tendere a saloorla e a con.!ervarla, scn.ecr sacrificarne ttE:a8rm lineamento. Ad utta concezione moderna dell'architettura, ad una piti inten8a vitalità turi8tica e alberglliera, ctd ogni esigen~a di una moderna vita intcrno.eionulc, 110n potrebbe bastare il Lidot Mnnco di q1wlsia8i competenza 11rbat1isticu, e pec– cherei davvero d1 pre81rn.e·ionese mi avventurassi o su9gerire, a ittdicare, o a vrendere di petto tmo dei tanti cocenti problemi che ci a.!&illano a proposito di Vene.eia. Quello che po,.so dire ~ che sento il polso di q11e&tacittd: iin battito pieno, tutto vivo, /crme,1~ ta,1te; non tm retag9io di memorie, nott la cri8tolliz– .:azi0ne d'un sub1ime fatto storico; e ritengo che qual- 8iasi intervento debba ri-8pcttare que&ta vita. Un mi– racolo unico. Il fatto di non poterci oggi - e invece magari domani - inserire con. un /ra11co apporto moderno, 11o&tro nella 31ta strntt11ra, non ce la re11de pifo lontana: ci colma 86 mai di ansietà, di merat:iglia e cli ri-8petto. GIANNA ì\lANZINI UNO SCRITTORE li \T enezia 11011 è 1111a eonvenzione di GUGLIELMO PETRONI l'cnczia IJ 11110 suggestione sentin,entale e, 8enli– mentalmente, i 8uoi problemi per i q1101i si fa pole– mica oggi, 80110 in~olubili. Nella mente di tutti, di riti ne ò alfauinato e di chi reagisce alla prepo– tenza della s1tu. 1tnicità, se ci si 1'6Ma un poco IJ rome ,m quadro, 11t1'opera d'arte p1«8tica, una 81l9- !'Jestione che si 8Vit1C'oladalla. renltcì q11otidiana. Per– ciò, come ~ ccrtumento a8sllrdo pensare che si po8sa mettere le moni 81l un capolavoro pittorico per ag– giungervi ,in 1;ersonaggio od un q1wl3iosi auro ele– me11to,come è a88urdo interpolClre in un capolavoro letterario ,m aW·o epi8odio, in uno poesia 1m verso, ,,.embr<t 08&1trdo p<msare elle si po8sa introdurre in essa altri eleme11ti da quelli elle lo sua storia ha fermato 81dle s11c acque. Eppure, malgrado ttltto que&to, malgrado il persistere q11asi inronscio di que• &ta immagi,ie in tittti noi. Venezia non é 11ndipinto, non é un'operu nel 881180normale della parola, e nemmeno ò 1m rudere o, comunque un'opera ormai abbondonatC1 e fermata nel tempo, ma è una città funzionante, viva come ogni altra cittd che accoglie q1W8i mezzo mi/ione di abitanti; vìvi.!simn, a11che &e la &IW vita, comf' centro 11rbono, si svolge in rrn modo diver-,o da quello di tutte le altre città del mondo. Occorre tener presente q11e.!to vercl1é Ve– nezia non -,io una convenzione e, come ,ma co,Lt:en– .:ione, venga trattata nei suoi problemi i quali, v11r tanto delicati per la loro particolarità, 80no gli 8tessi di ogni altro centro 11rba110. Spostandosi ht q11esto ordine di idee 7mò dar3i che sia più facile qndare incontro alle sue esigenze senza. i11correre in 11nerrore allettante intellettual- 1ncnte, ma as8ol11tamente vi&ionario anclie sa soste- 111ttodal massimo gusto, dalla pilì fine compete11::a e dal pitì caldo amore delle 8116bellezze. Salvare Ve– 'le.tia vuol dire salvare la sua /unifonalità, fa 811g– gestione e la bellezza io credo che viene di volta in volta 8alvata dal tempo più che dagli uomini. Se gli uomini 8i mettono in te8ta di 8alvare bellezze e s1igge8tioni ma11ipolondole, generalmente pen80 che le uccidano anche q11a11do sono armttti della più a3- 3ol11ta buona fede,· 36 i11ueceessi. cerccrno di aggior- 11ore e coMolidare le 8tr11tture 8H c11i la belle.e::a riposcr, lo8cfonclo che e8sa uioo nel temJ)O e &i lasd solo tra8/ormore dal tempo, es8i hanno adempiuto al proprio compito. Che C080 dire di pi,ìf Vi sono uomini, tecnici, competenti t1peci/ici che sanno q1tello che 8i deve dire e fare, occorre cercarli, sceglier/i comma c11ra ce11- tllplicata, nei confronti di quella steua dot:erosa per serva.:i011e di quonto ~ conservabile a te&timonianza og11iscelta che comporta la re8pon8abilità della con– ed insegnamento di t11tti. La pcmra di mcd/are è cat– tiva co118igliera almeno attraver8o q,wnto la sicu– rezza e preMmzion,;· di saper del tutto che cosa si deve fare e, a questo p,mto, 110n vi so110i11segnamcnti che l"Ontino, conta 11nct 011e3ta umiltà nell'affronto re i pro– blemi, anche quelli di enorme re8ponsabilitit, conto addirittura una buona dose di fiducia nella &orte cho p11ò essere suffragata da un <1&sol1ttodi-sinteresse, lo ,,.t,~&RO di&i11tcresse che anima e salva le opere Sll!J· gerite dall'amore. tiecise dà 1111abuona co11oscc,1..:n ed un -,ano impulso che abbin respi11to og11i elemc11to inq11inotorc, primo tra tutti quello di 1m interesse venale, di quefl'il•tercsse che &i applicC1&olo alfe avere che cdifica110 e prod11co110 e ~,on a quelle che prcser– L'm10 e s<tlva,to. GUGLIELMO rETRONI UN HEGISTA TEATRALE * I «lelitti «lei eafo11i cli ANTONIO GIULIO BRAGAGLIA lo ho ammirato la ,tupenda mrutra dtl Centro dellt. Arti e de! Costume apprendendovi la ei:o!uzione sWi,tica di Vene:ia e proJondttmente apprezzando ciò che Paolo Morinotti di in anno in anno realiua per nostra utilità. Questa mot.tra della Citta•Museo, miraco/o.,amente con– strvata nella .!ua integrità storica. ml ha /atto ricordare i delitti ca/oni de/l'albergo Bautr e dtl nuoro Danleli. fnt.eriti Jra edi/iei storici con brutale inscnsibilitd. lo. Futurista del 1910. sono entu.!fasta Jonatfco dtll'archi• tettura moderna. Adoro Roma recchfa ma pent.o che la più bella ,trada di Roma moderna sia quella delle Me– daglie d Oro Se a Venezia ,1 cootrulue .!ulla Laguna un st-Stfere tutto nello .!ti/e e ra.eionalc 11 piu spcrfcolato, 11e t.arei /dice Quando U geniale barbaro Wright pensa di violare il Canal Grande con lo ,ua stonatura arch•'tctto– nico. è un cretino e un delinquante. Venezia è Quello che i e bi.topina8penderC'tutto !I danaro nece,uorio per man• tenerla e di contfnuo restaurar/a, oumtintondo /a ta11a di soggiorno E' urgente obbligare il Bauer e il Danieli a ri/are la Jaccfata dei loro o//cn.sit•I edi/lcf. ricordando per roccasfon~ a/ pubblico di,n,reuo le per,011c che fclu 1,a per quali intereui) in momenti di di,ordine permlt.cro lo sconcio abuso. ANTON GIULIO BHAGAGUA Un moralista senza letteratur Ln 1mglun di ~\ln7,zolnrJ hn sempre la sun sorgrnfe dlrcU.a nrlln ,·ifn: con una e111po• slzioue 1uua pnrticolure Piu,·lto d·11u11 1111 roJn finisce per Hnggcri_re e tlot'11111enfurc m;°ilar:of:li\~ 1 t~~~::~ ; ,li, v,,lc,•io ITolpi,ai t:t~~:,i1;:au;,:~:: ::i~e::ui1,p~ cronaca viva della sua. cspe- quali prega e tiene pulpito ... lo rlenza di e uomo di Dio>: e La vosl che si dl.st.accano dal qulc- capacità di convincere SI legga con/e.,scro umllmentti le mie pieve sull'argine• lnfattl, an- to Interpretare la parola dlvi- ad esempio, la pA.g!n&rlferitfl tentazioni perché troppi hanno ehe .se formalmente legata al na; qui non c'è una Jntcrprc- al versetto di MAtteo isulla ten• paura di svalutare la propria romanzo. può considerarsi AU- tazlone del Vangelo, c'è come t.azlone di Gesù; si noterà su• /ed.ti , C0!1/cuondosi. Lo ttnta– tentlca b!ogrdla In cui ~ltua- l'lnterroga.z.lone di un crlsthtno blo la tensione che scopre l'au- zfone d1 un eredente e /ort.e zlonl e motivi Intimi non ven- stupito e sbigottito dA.un tur- tore nell'episodio ed Il suo va- me!lo tragica, mo non menopa- gons~tu~u{t°i;;;;,;1r:J~e,~~~a 5 ~~i;;! ~~~~= !~~~~ 1 ~ 1 ~t chC:Cr1~~ ~ 0 ,f c~~}:>~~cot ~n ~!igoogf~: ~~'t.'f:oe ~""f.'i~::~:tu~inc;ùt~~ ~~n~'«itl~fs::C!~r~1~ 1 ~~~~= ~- ~l~t~: :~ch~r1~ 0 :j 1C:r:~: !f;~é li p~~l~d~ 0 ":i~i~ l~t~~~1l :~1:,:e, ,~ ,e~~~:~en:a~ 0 ~~i za però e calore umano. Pe.r- tesslonc o Il rimpianto si spec- Quelli di Juori immaginano la ~uo Jondament~. D~ Mve na– Jando di quel libro - proprio chlano con tmmedlatA sempJI. ,untra vita tranquilla e 1,icura t.ccre un cri$t1ono. vi tkv'es- ~r~~ef~c~:1~~~n!u! :::~~~~o:~ cltA, ma con forte coscienza e come di gente arrivata, che'. :r;:n~,u~~~~~;,:: :;.rz~,n~:lc~~~ rappresentativo. sul sintomi e dine... L'avventura cristiana I dati che poteva offrire pi continua In chi crede. Non c·t nllo storico e al politico che OPINIONI DI UN TRADUTTORE hùogno di rinunciare od entra- non al letterat.o, e sopratutto re in porto perché la ricerca ~I/e l~e~:n~~~n~f:;~vra ~l~r~~~ * ~~~:u~;Q u~ed:,c~~~ t~~n~~= di uomo d'azione e di cristiano meulo di Gratta verso l'ap- e di sinistra > che faceva par- I I b I proda,. si sarebbe dovuto. Preferivo IL tuto di Prop!l.itanda. Ubrarla) lare più di quanto e non come p·•o en1a cll segno dtil eh.lodi> (Isti• tacere sulla COml)O(Stezza del è ancora riferito alle pagine ~~;~z:dl e r:~gt~ri~1~uìpo~:~ della ~ed elta' ~tC:~c~eil~~i~r1a d\~i!le~~~ii~ri; no squlsltamente !ctterarlo per .I. 1 • sono co!U In tuut I momenti 1ottollnenre I toni e la docu- che l'a.vvcnlmento offre· dalla. mentazlonc su stati d'animo ed domenica dcg:11ulivi slllo alla Inquietudini che sove.nte altre Fedeltà eia serbar.ri non tau.lo alla f,arola Pasqua. La senstblllt.A di Mu- ~~~f~~~~ :! O ~1C:[~~!~Ìleer;s1~: e all'immagine quanto al touo del lesto :!i;;~ jf 11 ~cil~~uf"3: 1 tvv"eeA1:. logica che Interessava chi VO· crlsUl\na cd Il rinnovato vlllore ~~r:u~~,~~g~a~p~l~a~J~~ di E119e11lt1 Delle, Volle ~~:z:r~~e :~~I :~lbl\1~nd1s~: nlmcntl fra la prima grande ta: u drammA che ha mut.l\to ~:~i c~l~ 1 ~:f~~~~·no~v~ee~{; bn?tie di 0 :ft1~~e~!e~lent\~e n:~ t~~II bs~o~nllter~d~~1!n°:,S 1 ; ~~ ~r~~f 1 Wi;;;:tuèrf.A~eec!,P~; :~~:~1Nià ~t~r!~~!~~~~e re- ~~~f~~~~n?n n~la1·~~~11~:rf!P:~~t~ d:' dra~~~toJ~1~1gri:~: ~ew~~g;~o ~~o ~~n~:I'~ se~[~~ 1 ~~nt~g ~~ia~1:~ ~~J~~Pfie nèel~!niac~~l~;I~à a~:\ ~~o;:,1p~e;;c~:ncc:;r\*J ~~llcC:~fl~~n~~e 1~1~cit~'~':n~ri: ~'a;ln:e~~= :~oml~n~hi~v~u~~ ::r~~~~:n1 1 1te~onae~il~i:~i~otrd1 q~~! ctl~t~ 1 fx>~~i~t~~ ~i6t1~l~ur:c:b~za ra~~lelnt:~ compre nd ere da quale coselen- alto, e quel che Viè di necessariamente subordinato nel- rlore, la. carrn71l di 1.nSOmma ~,:rtt;e~!n!/~el~~rr~~~ u~~~; l'esplicarsi di questa virtù poetica m riflesso di uno. della vera cPrlt.A. orevenutl sulle conclusioni _ poetica isptrazlone, che non è orlj::lnariamente la propria. VALERIO \'OLPINI ~r:dl ~t:~:1c~·e 5 ~r~~d:1~ 0 ~ un!' :,~:.~~t11i: :~~i1!a·d~h?a~1gfi~à/r!:t~iar~~~t~ef~i 1 ~~ ----- mll proprio per mlimrarne lR volgente chi crea e chi ricrea, Il primo !nderogab!le Joclcltà. Qunlche ,•olta. ho pen- presupposto o.d una felice opera di traduzione: I suoni. 61\t.o a quello chi' di simile I ritmi, le tmm11ginl del poetn che noi sentiamo a volta turgida materlR AUtoblograncn a \'Olla vicino, noi Il a\'vertismo In tal caso già nostri, avrebbero potuto tare grnndl e perciò esil, pur se da no\ con\'ertlti in suoni. ritm 1 ed rom1mzlerl come Bernnnos O immagini dlveri.i, serbano In sè vh·o Il ricordo e tenace Maurlnc o Greene: quanto con l'lnoonto dell'opera orlglnorlR. E solo a que!'to patto può la suitg:cstlone letter:irla che chi traduce sfug~lre alla sorte In cui abblan ,•isto in- compone I paesnR"gl sph1tuall. correre anche spiri!\ poelicnmente dotati, di estraniarsi traccia In via delle crc:iture. si 'del tullo dal tono poetico dall'opera originaria e di sarebbe potuto ainclunr,ere (o non riuscire ln1an10 nemmeno a dlspie'J:arsl In alt.rl \·eri ' oerdere ln qunntltt\) oer un:i accenti d! µoe~in: tot1tle lnsU<!'Cesso. questo, che trova conquista. nrtl..,Jlc.n. Mn?-1,0lari appunto ln sua splcgRzlone nello mancanza di una sµon- non ml p11rcabbia neppure con- !1tnea comunione di spiriti, In qusle fa sl che Il testo slderAIO le lnr11catlonl e gli av- poetico da tradurre sin in pnrl temp0 troppo estrllneo vertlmenll del nnrrat.ore o co- al traduttore perchl- egli possa farlo proprio, e troppo munque hn Cf'rcntodi sottooorll a lui di ostacolo 11erchè cgl: poR.<:.a dlsmemorArsene Jn ad unn dlvel'SII ef'llll:enui forse un 11uoproprio nu1onomo 1>0etare, ph) modest.t\ ma n!l.'lalpiù ra- In effetti lo 1,enso che su questo punto, come su ogni dlcole ne! confronti di una te- punto che at1enga Rlla 1>0ei::ia, Il prohlema non può stlmonlanzn at 1 trntlCA da dnre trattarsi In astratto. CMI. ad esempio. sovente si ripete su quella rcnltà ~offerta. In- C"hele t1aduzion1 romagnollane o hlgnoniane di Eschilo, somnm I' volerlo dire In ter- sorocle cd Eurijlide non poRSOnosoddls(are un lettore mini C'spllclll. Il s:tcerclote co- 0 uno speuntore moderno. per gll Arcaismi di tipo otto- h:I rhe è stnt.o evan(l'cl!cRmrntl' centino che \e Infiorano: ma \nlanto di tono e l\ngu1tg- !nvlato a portare Il\ SAIVC?.?'.a g\o arcoizi..1nte, per citare nitri trsduttori non ds noi RR'IIuomini afnd!lto nrJln co- mollo lontonl, ci appaiono anche. qua e là. le deliziose m11nltà di una p...1rrocchla ha versioni rii Me:(''l.l{r.l di Guido Mauonl, e e('rt-? \·ers1ont rrmp1"('vinto \r, scrittore, o me- di Goe1he.e dal Plnten che anror oggi noi contempliamo gllo. 11 l'Omanzlerr. e ammiriamo, di Giosuè Carducci. Chi lo ha nvvlclnnto conosce Ed nllora bisogna concludere che la no~tra leitlllima quale CRrlcRdi 11nlrltodi frd" 1nsoddisfR1.lone per quelle tr11duzlon1 eschllee. sofoclee e 11111oreSIAnella sua convln- ed euripldec dfrh·s non tonto dallo arcaizzare !n sè del 7 lone. e come lR schlette?.ZRsia Romal{nol\ e del Bignone, quunto dal non aver essi fuso dl!::armnta e quasi Ingenua e disciolto ìl loro Arcaizzare In vecslonl veremente poe- ncl rl 5chl liberamente nccett.a- tlche: ll'lddo\·e anche la parola e l'e!spresslone arcaica ti. Dietro ogni pnrola non re- non e1 dispiace nell'uc:o che ne fa Il Mau.onl o !I Car- ~1~1~ ~ri~~:s:.u~:ss~rin v:;~ dllt'ei. d!St'IOl16, com'"SSa è. nel lirico effonder.si del !nutlle e questo nel modo di poetico lns.lerne. Chè se le parole di una lingua parlRta parlare odierno, 111 cul c'è sem- e scritta. consid<'rate In sè, coi tempo lnvecchl11no. po- pre O troppa csasJ>ernzlone e t.ranno esse sempre In un vero poetico accento rtl\t- un !nelle scambio fra opportu- linl(ert a quE>lls glovtne,:z.a onde, per dirle col buon nltà e verlt:\, è molto; perchè OrAzlo. e multa re.nngccntur ,. e qua.e IRm cecldere >: e nlle sottlgllcu.c cd alle sofisti- se quindi nell'u~ di una espressione arcaica un ,,er- cherle O semplicemente al luo• ugg1atore moderno. non riesce persuasivo, elci ~arà i:thlcomuni sostituire la dlrlttu- dovuto solo cd unicamente al fatto che egli non a,•rà ra evangelica del , si si O 110 saputo tnronderle uns nuova poetica \ 1 lta, e l'avrà In- no> è grande merito. ceve rla.!mmta come una spoglia morta, e come tale Nel due libri editi quest'an- !asciata, m:lle- srtlfizlose volute del suo verseggiare ne è raccolto II lavoro è la Coslcchè, In def!n1ti\,a, noJ pro,•eremo lo stesso senso ~~ 1 ~j 10 ~~e~ft 1 a~it rs:t~t~ 3t !,~~~dl:r~6~i~1r ~:~f:~:~~ :~~~t":~r~~~:::go1ti: 0: frutto del proprio diretto ml- far menzione di e calzari cr0cet, e di e ondosi tramlU >, nlstero: commento del vangelo o udremo dire di e gtnlall taliunl > e di e cervici, usate • scritto durante l'ultima gucr- e reiterate al solo fine di r:mA.re con M>vrastllntl e ne- l'll ,. L'opera quotidiana di chi miei, come el è ancorll accaduto pochi anni or sono condivide fedelmente tutti I a una. rnppresentazlone del e Persiani • e dc:::lle e Bac- scntimentl e le ansie degli uo Mnll ,. e quando d'altra parte, come aura volt1t ci è mini è ancora la radice di una o.:corso, !'Cntlrcmo con p!U moderna, ma non cerio per- comunicazione espressa nelle sul'ls:l\ 1 11. disim·ollurs, una Clitennestra della e Elettra• diverse maniere dl'lla fedeltà soroc1e11. altll1'Wnlre la !!glia. disperata al raL'IOa mm- alla verità. Considerare gli cio dellll morte dell'amato suo fratelJ!no: e Tu pensa nt;pettl della realtà manifestata al fatti tuoi»: documen11 ambedue della hrut!a Jelle- nellc grande7.1.ee nelle meschl- ratura In cui Si può risolvere sia un,t traduzione lette- nit.A degli uomini piccoli ed rarleggiante. sia una traduzione lntcnzlona!lne.ntl" antl• oscuri è J)t'r lui un costante atto lettere.rin', ovl' ma.nehl. od R.bbiacomunque a venire me- d'amore tutt'uno t'On la sua no, nell'uno e nell'altro esso, un sincero poetico p1tl111to moralità. LA conoscenza dell11. che dia vite alle espre:.slonl di chi traduce. Nel quale e vovera gente> lontnna dalla poetico palpito, rlunquc, appare ancora una volta evl- Chle.sa o degli •altri, - quelli dente chp solo può consiste1·e Il secreto primo di una che 11.llaChlf'SI\ chiedono unn bella tradw.lone. abbia essa ad esprimersi In tono ar- copertura Illegittima - è uno Clllzz.ant.e.abbia e.&~aa far proprte più usuflll tonne di stimolo che lo spinge continua- lingua I)ftrlat11. ~~te dr~e!~:~c~ld1 ~nvv~~T~ Ma, come p!U Innanzi dicevamo. CIOnon basta, perchè menti pe1 cui gh Individui si ii~rl i;;:u::iea:~~nfa m 0 fle:ofo~:n:u~l!ind~ ~i~\;?il~ ~~s:.~ 8 ~~ 0 fatit~Wt1èo~;\r;d~ r1~~ ~~~=n:i\ 1 :~1~sfon c~; 0 eis~hl~~ 10 1nsuu~an~~~o d~~= ~~~~~i,~ J::~[~~r~,:~n~~~ VOita ma sempre poeticamente viva modernità d1 espres- no e sono tenuti present! net !~ 0 p"~~~ 1 ~~~~~~~~-lnn:iJ.~i~oei~ 1 ~ill~ 1 ~rrt;.8t~ttJl~~i!:: momenti plù alti e liberi della glo preesistente, che è quello del poeta del quale egli mcdlt11.tlone. Nella riflessione ha accolto In i..'è II canto: è da questo In ogni t'fl"'() si spontanea, In questo p11rlere s,•olge lllla nuo,,a sua 1>Clellca \'ila. E perciò, fl quel suo con Dio, o nel monolog:trc, è esllr!mersl, sia pure In Ambedue t ensl necessariamente ~tP;~/u;:,a ~:po~~lc~c?c~;;_ vh'o e vibrante di una sorta di tutta sua propri,t \n~e• i:rAvlda di tutte li' i1ltuulonl e nuitA, rimane ancor $'l'mpre condizione l'espre:.slone del di tutte le possibilità che d11.- teslo originarlo: espressione della quale esso deve In vanti a lrl si Rprono. Il rlferl- ~~~~~eri'!!:ohdc°ggf!~/rr:cllcrit"o. una fedeltà e lo.lo 5ensu, ~~~ ~~~~~f 1 ~,,,rit11·,n~m~~: Cosi. cnmc si potrà lgnoure - per dir di cose tt ce riferimento di cronaca, dal me note per reecr.tl e.spertcrze che ne ho f11t1e Il più dimesso esempio dlmcntl- mirai:llle cqulHbrio In cui co.stantemente si comPonc la cato da~ll uomini. riipresslone poetica di un Sofocle. sia che e~a ad e!'lern- LA p11.ghi11. di M:izrolsrl, an~ pio coroni una contra1lposlzlone di Immagini con una che ln questi due volumetti, ha consonnnza che la rafforzi e concluda, come nelle pR.- lnsomma lll sua sorgente dlret- role che ad h:mene rh·oli::-e Antigone nella scena di ta nella vita: con unA esposi- ce11tro d('IJRomonin1n tragedia: · zlone tuttn particolare l'invito ... S11 men 7C$. e d'emè Pt~cht pà.lai d'una parola finisce per sugge- tCtlLneken. Oste tot, thanusin o/elèfn rlre documentare ammonire. !'fa che essa si alleggi a m.,,,enze chlasmatlche che In Cosi è quasi prolungata IAstes- altre commosse, dls~one consona.nze di parole, com'è del sa azione apost.ollca, lo 6tesso c;ir.o del cemlto col qunle Creonte, ne)l'ullimll scena Impegno di amrire che egli vive della stessa tragedia, piega sul corpo del figlio suo nella comunità tanto da allar- morto: R"ame' l confini e la pos...,lbilltà ... fò J)(ii, 11èo3 uèo 8YllO moror di parlare e d'Incontrarsi. E' Vi è, qui, per limitarci al due c1t1tll esenwl, In quel ~~t 1 !~d:r/~~i~~~~\~ 1 ~is;c 0 t~ ~3t"tt\~:~r~~I atl~~";:r :~~ it~~"g~:l~o ecoco;~~::r~i ~~l tata In ogni lstimtc e che non nèo., col nto moro un pitrtlcolare modo di C'Oml)C'lrtars.1 dlstlnii:ue fra. azione cd azione di poetici accenti che non Vft neg!t'tto - come i più lo o nelle varie ore della propria negui::-ono - nel suo pur diverso poetico JlnguritR'o di 1:;lomata; fedeltà come ho una tradu,:lone; e In un analogo o in una sifl pur tutto :r:el~ca-l~t~~a~i~r\~~~s:n~tciJ~~ nuovo ..~i~ 1 .:•1:r~~-in 11,11~~!1: mia do Il senso comune ed In cui mortrr è da tempo. ,ì ch'ai morti giot;a, non mancnno I rischi ed I pe. Ahi, /,ore ricoll o gli errori. sempre co- cui /iorl morte! ~~~~ie se~!rr~l.att nell'entuslA- ; 111r:;!1~~~'!s,:~e ~~~- :o:i° "~~I ~!~h~~;r:lia d;~~re~~ e Lo parola chti non passa-. stone tulio ti poetico e drAmmatlco ,,lj:Ore orlR"lnarlo. stAmpatn dall'~<Utrlcr .cl.I\ ~é è n11turalmente ds obicttftre che lo e~tenders\ e Il ~~~~iiA.1:~~gp~rare!~~~gl~a~r~~= f:;l~~:!!z:~;s~lr~ ~;:n,:~:~: :e~e~~~:1~à ~~i:~~~~llp~~ m11.attività editoriale - nel un11 traduzione. po\chi\ _ come si è vl~to das:111tddott\ br11.nldi commento evangelico esempi _ 11 pdnciPto che qu\ si pone è quell" di una mostra ch!A.ramcnte i • srgni fedeltà da serbftrsl non \finto all1t pfl1ol1te lllll'I !mml\- dell'ora inc 11 ndrscentc:; parole ~ine. ~pmJ>re eonvertibllt in altre diverse. quanto al ~:~ Pc~:;a~~,i"::;:.:(~~ "~~ ~f~ tono e alle mov.enzc del testo. dll cu1 si traduce. HEMINGWAY (Continua da por,. I) non erano nemmeno loro. ml. ster papa, Afdera. l suol occhi, a lncuplre la serata. Forse lo. da solo. avevo voluto starcl per Istinto. quella sera. anche se adCSAOavevo trovate compa– gnia. Invece Afdera se ne andò. Scappò via sublto. con le sue gambe snelle. con la sus per. soncln11.au.urra tra la.neve. CO• mc se I pantaloni attillati la portassèro via su trampoli di velluto. Rincorsi le sue ped&~ sulla neve soffice, la sua ombra che. olt~ la luce spiovente sul– la str11.da. si svJtò nel buio. scomparve. Allora sorr!t1I anch'Io. sptlln• do mister papa. Lui ml guardò, sorridendo A. sua volta. e mJ battè un altrs mano sulla spai• la. pol mi tra.sclnò In ta,•cma. Cl stabilimmo In piedi, sul fondo del bancone. ordlDA.mmo da bere. due wisktl11. Ma lul ne aveva già rovesclaù nello &to– maco una quindicina. Sua mo. glie, le contes..,;e.Sqult!erl. gli ammlrat.ort se ne stavano lon– tani, giravano a1 largo. e se si avv!clnRvano a noi er11solo per fracl\.SS8rc1le spalle con m,ma. te cariche di vino e 11lcool.pc . santi come Il piombo. m~:t: 1 ::~rari.°~~~~ ~:.:~ si aspettato tutta la vit.a come se anch'Io· R\'CSSIdli llbcr11.rm1 di qualche CCWI\SCOitAndoPR• role e parole. anche bult.Rte là. alla rin(usa. dette e ripetute. assonn11.te.che poi Anda, •11.no a st11.bll\rslnel punti più perife– rici del eer\'cllo. Comlnclò a parlare. mcscol,mdn Il fr11ncese all'Italiano. Ml raccontò tutta quellA storia quella che lo Mpcvo - QUCIsuo Incubo Ma. con la sua solltA cAlml\. col l'IUO ent11sl11.smolntai::ottllto nelle roR"he del suol occhi Quella -,orte ml g!rftvA Intorno alla testa. come una nottol11.lmpaz. zltR. M! \'Cnlv:i davantJ. m'ln• vestJ\•a. òCAppava d! continuo dalle parole. ritornava e m1 si vcnh•a A lncA!l.ture d11pcrtut• to. dentro !I blrchlere. dentro la OOCca. Il nRSO. Il cervello Mister papo non 11.vevapace. Partava C parlA.va DIC'CVll del suo mRle. cercAvA di smorz,11re le gridA.più llCUlf'.le unRhlAte oh1 c11.ttlvedi quel111. sua morte. SembravR che ave..o;s.e dlmcntl– CfttoAfdera Invece era. lei or– mili. lll Mia morte. li suo lncu• bo. Perchè mister papa s'erA creso senza saperlo gli occhi della MIR prot.agon!stll.. e fot5e :el non glieli ll\'CVAp()llllO la– sc.111.re Cosi ne fui testimone Men– tre wWcey e (umo. grida e col– pi sulle spalle ml suwano sca– r11ventAndoda una parte. ncl– l'nnJroloplu dlSH.bltlltodelll\ mia nuova solitudine A\·evo Cftplto, allorA. perché ml ,t.er papa ave• va consumato tutto. nelht sua vita. net suol personftggi Per– chè aveva consumato mogi!, territori. pae..~gR1.amori. crea. ture di questo mondo. E forse Afdcra sarebbe riuscita a ucci– dere la sua mor~. A\•rcbbe R\'U• to rlncRrlco dal dc.stino e dallfl storia di demolire gli incubi di uno del p!u grandi contempo– ranei ln\•ece mlt.tèr papo a.ve – ,·a disorientato e frantumato anche lei Nessuno gli aveva re. slsllto Tri.stcmentc se nera andata Afdera. forse disperata per l'imJ)O,Mlbll!tAdi non a\'cr saputo resistere. e cupamente, os.scsslonato. me ne dovevo fug– gire anch'Io. adesso. pur non nendolo dc..sldcrato. pur a,·cn– dolo cercftto per tAnto tempo. pur avendqgll mezzo rubato perfino un pcu.o dclii\ sua mor• te e della sua ,s0!ltudlne. Tentai allora di resistere: cercai di aggrapparmi almeno al wiske11. alla notte. a quella de.solazione. E mtorno ridevano e berciavano tutti Insieme ai p11.llonlrossi e colorati. lmpAZ· zii.!.dells sala E anche noi ~or– rldev11.mo.Che potevamo (are? Eppure - era chiaro - c'erfl là qualche cosa di crudele a brin– dare con noi Nemmeno il u-i– ske11 l'ave\'a uccls11.,per quella notte. nemmeno rattlmo della mczzRnotte Restammo là. a p11.rlare.Non si sa di che co.sa . ''-------------------· ~;u;:an%~n:,t~c:~trabr~:1 :z~~~I EUGENIO DELLA \'ALLE SERGIO SA\'IANE

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