Fiera Letteraria - Anno IX - n. 14 - 4 aprile 1954

Domenica, 4 apt ile 1951 LA FIERA LETTERARIA "TUTTO CIO' CHE SI FA E' VANO SE NON L'AMORE DI DIO,, '.* L'irripetibile Trecento · Bibliotec.aG"inoBianco Pag. 3 ! GIUSt.:PPE DE LUCA «NESSUNA SCUOLA HO SAPUTO PORTARE TANTO DA ALUNNO QUANTO DA INSEGNANTE» ;*: Pietà. comevita Non si può non rimanere abbagliati, nei momenti in cui Don Giuseppe De Luca «parte» • Si crea attorno una sorta di ma– tassa di frasi incandescend; possiede la rara qualità di saper creare lo spazio, i suoi discorsi hanno sempre tutte le dimensioni * ,li illARIO PICCHI Allo atu:llo,o che nella lunga aala ddla Bi.blwtcca Vt1tkoHO eha aeduto a UM dcl- ~~:tcic~bZ:!i° ,!~~ro cahp~o~~!c:ta~:i~/ie t;: gine d'un libro. o lo aguardo erratde fuori degli arcuati /hte,tronl a corc.:zare te archi• tetture del cortile del Belvedere e la gron– de cupola, lambiti dal iole mattutino, acca– de ad 1m tratto di eeut1re nel •ilenzio rotto aoJtanto do /nu,cil, col11l di toue e rmnor di fo9li voltati, o lento .,tra.,cicare di paul atanchl 1 o sibilo di 1111olc gommate. accade di aentare come 1m fremito, ,,,., ondeggiare dell'aria e poi trn paaso prccl11itoaoavuici• nar,i, un colpo di vento: itna figura nera avvolta in 1m mantello wola::ance lo afiora e co11tm11a la ••'°-·rapida marckr; dopo qr:al• ~!ir';,!~~~ e 0 o!':Co~i~r~"J'cl~?a~~r:'!~ 0 11 !::; fi:,ura nero col nurntello librato e mouo dietro le •pali(', le braccia cariche di libri. do1:"ol::~;!;e eg;'r}!e t,~ 1 !::en;~~~:!~~~ pleta. totale e sfavillante. Non ~ Il nero del· la vcate, del mrintello, del tbcco o del cap• peUo, nv, aono za, .tua barba più 11cm quan– do ~ m3tlta che quando IJ lunqa, i auoi ca• :!~tir;:ira:1a~':tia::d c~ 1 ,:o~~~t.,~td acccnd$Te tutto queato 11cro,corno a met• tm-e in moto una macchina •trana, lkutu una naata. La riaata di don De Luca IJ lun• ga, con un che di cavallino, e <1ualcoaadi fanciullc:sco. Mentre nde e!}li guarda fi,ao negli occhi il auo lntorlocutore, e cerca, pro• ~r~•t~i ~:::" D~mt°~::"e,"c~~a~'t'o!i":'~ una riaata schietta, umana. Ogni biblioteca ove 81«110 dei man03CrlW - o Roma no iJ rlcchi,aima - co110«:o le •ue 1:nthi::~~:~- "°r!~::-~~f!f e t:;u~ 0 l:nd~'c;: la cha corre l1mgo imo del /kmc11i dèl cor• tile del Boluedere; ul pauc1, coma un tur– bi110,a prender libri. Lo suc1 dimoro vrc/o• rita, cdlt1 Vatic«tiu, tJ nclfo sala dei mano– acriW. Qui si odo meno il mmore delle pa• glne afogllate, 11 o,Jo l'a111teroschiocco della o<1rtapecora, e i volti so110 ,iiù chini, le ma– ,ri 71lùraapcttc»e. Qucatll ,ala il piccola, le 7,nrcti t1on •ono dlpit1to o fregiate, ma ,cm• pliccmente lmbl<rncate;guardando fuori del• la /!ne.stra al vede 11n cortiletto, alcuni baui :~Wa~:,'w1~ ~g,~od%:,;!~i~ 1 ·~~!io:f 1 ::.:i diti delU'umver,o a •tudiarvl manoacrith che vm,no da'1li mdofirraJ'idi Tomma.a di :,~":::Ji: 3!'1i:J's~g~:c~7ii'°vlr/t:foP 1 :oa:!~i autografi dei più gra,1d1 1,nna,u1tl. t:;, Vah• ~ma, fra le chlc•o del «!Pere. tJ forse la ba– a,lu,a maaviore e non u1 "' l"fttra ac non In punta di p1cd1e con ,omma rlveren.:a. Don De L11C(1 ~ atdtdo in fondo, curi·o 114 un codice, M ut1 altro _tte ha accanto, inalc• me a una montagna di libri. OppMrc 110n c'f:, :,:;:i~f':~~ Jn:n!' ;:~c:7c~o c'Ji t~~: c;i~: E' una 1ta11.:<1 nella quale 1.'i aono alcime macchine pttr l'oqen..ruione dei mano.,cnttl; cqli i> llì; ed aN1cme lld c,l~rl eta arn1e9• g1ondo intorno a un quadratino opoco e lu• minoeo. Si volta lentamente; Il ,uo a91wrdo, .,e~a oli occhi«li. t d~nao e mlo11e;a g1u1r• darlo di 1>ro/flo,le aopracci9l1a ,condono a co11torna-·ghl'orbita, a tcnnina110 in alcutu 11eli hm17hiuuni. In a,po vorta il Ux;co. Quel i1mpo, ,,uei tcati. qi,ci eilcri:ioai vici- dÌct!o't~:~• a':iia e!'~ f,!~/!~i1/:°~i:r·e:.!~ e,pigliar~ 1111 acrio, e, ahlm~, a pi9liarc .. ui soru> oli altri. Eulde1ltemcntr /H'143a pa• rccchio del .-.,o tempo fllori dcll'/Wlia. /twri delle att1rollt(I c delle cattc,lre letteraria. AUll Biblioteca Vaticana do11Glu.,cppo De Luca. troacorre t11tte le motti ne ,on.:a quaai eccezione; m('Coql/e o coordnta il m,ateriale per fJUttlauo • Arc;hwio ltalia11011erla Sto• ria della PieM », rl fJllOl(', compiuto. a<1rd. "" vero monumento di fede e di dottrina, la prhnn raccolta omuKica di tal gcnffe nel 111ondo, paragonabile ai • Rerum Jtalfc(Jru,n Scr1ptore.1 » del .\furacon. / 1uoi pomer19gi don De Luca lt tmfCOrre a.l'ultimo p10no di un palauo nel cuore di Roma. dot:ç, 111 una ,erie di ata,1.::e tappez• :utc di lrbn. lzmrno 1edc le • Edmmu d1 Sto– ria e Lcttcmwru •• che ..ono. probobllmen• te. tJOtto la m1&aehf'ramolto tNL!IJICZr«mte di una ooaa cditncf!, uJJaca.,.-,dcll'intclli9cn:a 11011 eoltanto itnliriria n1t1 europeo ed amcri• cana, e dcU11 tu alt,1 lntclU9cn:a, quella cho d~~a,;~:~tc:.::e~~~:.4:t~i~~"J5,c';"~3,~iio~ nl di Storia e Letteratura• hmrno t~uto come u11'arn1oniON1 rete in tutto d mondo: non pochi tra i maggiori atudic»I, 111 un mc:,– do o nell'altro, vi aono Ci>lle9ael. A chnmque 11 occupi di letteratura, o di atudi er1vl1h e ac1e11t1fici. C(1pitt1 per for:a, un giorno o l'altro. l1rngoIl oommuco. di do• vcr•i imbott('rc 11ellafiauro di do11Dc Luea. e n11turalmc11tcdi dover faro i co11tt con llli: iiti s~t::.~i:r~,::l:~~~11~ 0 :i:,1i~;1/d:1e~i! 1~ cattcdrcNe, • NcMUII« ,cuoia ho aaputo por- ~::~• f:i 11 ~rftc;/~~l/'. 0 Jc'::!!z~ da,~itlg:•a;~j compete: profe"3arc,.maeatro o Joc_c11te: t!f!.h t • a 1enn.::10 >, tl mrni..tro. o mrgho suddito fla corrc:io11e t: e-ua), d1 1rn regno il cui re lJ atato fed C?ll 017~i11nr,e sottovoce: Paro che aia tuttomJ crOCt/luo. e Il mlO ao9no da giotvrno ora di cuore ..anto, dotto e acrtttorc; non potc11do dit·en– Mre ne.!.~uno _dei tre, pn ,,.,ltlf'.Jre l(I fnccillt d(I t·teclHo m, ro.nofat:o ro'i1tore f'I 11mldo d1 rnc~te tre catc90:-1e •• dice mod:1tam::1t:1 don, De Luca, per_ spiegare J'oriDine dell• eue e Edizioni•· Gli pUJceanche de/fn1r11 co– me uno che eta • o 1erucz10 •• ffOII ia11to di Dio, che ò il più nobile dei padroni, e a l$T• uire il quale i torti aono eempre del ,crul– iore, ma a 1eriJi..:10 dcDli eruditi, che in fat• to di blabeticitd. ed irrdabllitd sembra eh• 110"- la cedano 01 poeti, Ma la sua 1ndag1nepiù ouidua, la aua cu• ra, il allo lavoro più 9rande, 10110 nella ricer. ca d1 Dio: di qui provic,10 la straordinaria un1M della s11a vita di ,acerdote, di etudioao, di ecrittore, di creatore di colle:1onl (quante 110 ha creato e dirette alnora,J. La .ma orera di maggiore impegno, l'• Ar– chivio Jtal1ano per la Storia della Pietd. », che altro lJ ae ,1011 lo raooolta di teeti •u quella • nobile diaposi.1io11e dttU'a11lmo •• CO· ,ne dice Dante, che ha nome piaM:, • Riceve d "-Omedi pietd non la teoria .a– la o il aolo aenlimento dell'una e dell'altra religione 111 genere, non la aola reli9i0.t1M dcfz~~ni!:/' n':'~1i~~rlf!~,f1:;':e"i?o 6:t 11e:g_tt~ ~;~C3":!~;, ~ 11~, 0 ;!:r ~::::~1:i':'t 0 a::! re, Jddio >. • Non tl.p,etd una fiammata momenta,cco, r.rtl c;:r::,J::~1 t tT..e:e s~:~~"::Je tn!:; rolte dall'Introduzione. Parole. che,. i11aftra forma ma con lo •teaao •p1T1to, nauoJM110 f:rv!b~i~an:':fe~ra~~li;n:.:1~~11e ,, ,ono at~ f~"~;.:'~jaa;!~~:;•d~~•~!i:•n?::: di aacerdote, di dotto e di ,cnttore, '!'occ~m– do questa corda li rocca la ,ua arilma 1te,- 1a. e nel trattare dell'argomento prediletto, ,oflereri:a e oioia aublime di tutta la aua vita, anche la aua proaa, solenne ma ptrrSO~ tiali_Wma . piena d i vibra.:loni, compoeta ln vor10(ii & chictt1.lo eua 1iroea,atmmenio do- ~~~nt t~;::p!r!~o a~~a;j:cJ,~:nf ~ {:r~f/ol• U11dotto, •1. ma un'anima di 110cta; la pocaia iJ il aiw pr1nto dcbotc; la 110c1kzcer– tamente IJ in lui cd ha trovato un'altra via vcr mani/eatorai, clu, t1011 quella dei vcr•I o del raooonto; datxmtì a u1l bel vorao, e la e1w memoria prodi9i0llt1 11e COn.fCrvatanti, cgh ai comm1«>vd, ai entluiaama, .. 1 alca d1 acatto, aflerra un libro da u110 ,catlale, lo apre e le9ge, e la aua voce freme ... Do11Giuaeppe De Luca, che .cmpre al duo. le di essere, por colpa dei auoi "crui, un IC• fg;t::;r•i!c~i 0d:tkJ p;t~:la'°1:~1;;:;~ v~atzu; fant<Uia poetico; non uiato"o con/lKI e do• gane per la eua cultum, come invece ne 63Ì· atoltO per la a-ua biblioteca di ,11olte diecf,ie di migliaia di volumi. percM la cultura 111 l1d non divic,ce utia competenza accoMmica f,. ~':i°f1~~:'!;1n~~1~~ic~~o 6 p~;n: ,f1~ co > deUa 1:ita criatiano. e più legM trOtJO, più ca ne 9etta, perch/J Il fuoco ala più bello. Non d/J toato al quale c9li non riaponda: la atoria del 11en.t1ero umano 6 per lui come e u,ia forcata piena d'ombre e di htei, di mille morti e di mille vite. mormorante, aterminata •• ai comi,ccia dall'anno .!Cro,o 11 arriva fi110 al 1954,e c'iJ llllo slancio di or· nooro oltre, c'ò un aenao cori moderno nd• la m.entalita di q1,eata aohtano, che tutti co– loro che lo avvlcina110ne reatauo ,tupill. Ma tutta lei cultura. t"tta la prodigioao pon,pa di pen.aiero che para la •ua monte, no11ci t per 11ulla:tutto IJ vlJto in Jun..:io11e della. ricorca di Dfo o del acn.so della pre-– ec,i..:a di Dio, che prende le (orme alterne n •imili della pictd. e doll'ttmp,cM, Agostino o Niet.::.!el,o. No,, ei può non rima11oro abbagliati, ttci momoriti m cui don De Luoa. e parte». s, r::n~~~1/::U1~~ 0 1a'\;:,:t;!:iut di':!. per ercaro lo 8pa.!io, i euoi dtacorsi hanrio acmpre tutto le dimena-ioni. Come quella ma– tita fluoreaccnto con la q1uile ai tracciano parole a diac911i nell'ano, e vi rinwn9ono ao.spcai. coal 6 lo converM1:1011e di don Do Lu. co, panoramica, aercota, ,olida, ticloce COm(I il lampo. No"' ,o •e egli abbia un'raMticc, nel •cnao che l'intende comu,1eni.ente: 6 u,, raro intenditore di pocatn, per ufrh'..1 natura. le, O&!ia per amore, o per acudio. l,,a 11'°- rcçente ed•.:wne de9ll scrittori r~ gr=;l 0 ktZ:=:di~ 0~: ::~1% C:!~1:" ~! E'?'!r:';t:!!~,n~r!'° &::p:~ I/De" Z~ 1 ~ g~ :f~!,°;~• =~~ i::oc~;i~~: ~b~~• ni~ cima alle aue dah, no,a poche H.½ fac,u, ha porro quella pletas che IJ la Jt9ha. molto ra&1om1glio11re alla madre, deUa coritt\ 1140- llna. Chi letna la parte della .ttLO ~refaz•Olfle ~ul,t;~!~d":ra::: c::r:~!i~clli~~I a«anto, Una cena 11c»talgi<, ttiJ anche. la quai. lo apinge allo atudio e alla .coperta di qulll• la qrandiMirllO achicra di ,critton e tradut• ton che popolo d ,co,tro Trcce:11to. e Nati un11. volta, e nel Trece11to si nacque, 110n 3i n«lco piil, non ai rirta.ace più, Queato la mc• nwlglla delle noetre pagine, e la 11c»tm tri• .ste.::a alla loro prcac11:a o in confronto•· Quella era come una grande corrente di acq11.a che scende tlltta unitri. e ciaacuna f~! ~~f~1g ~~,~~. 6 e~u~~~~~a~eq{i: mano un grande fiume: ogni gO('cia,ogni ,i. volclto di q1urll'acqu<i aono belli 111 ee 3tc.sal, ma aono parte del /fume. Tutra quc.sta vh:a e feroida corre,ite •i è diaciolta in ta,ctl ri- MARlO PICCHI (continua a pag. 4)

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