Fiera Letteraria - Anno IX - n. 8 - 21 febbraio 1954

Domen~ca 21 febbraio 1954 Poesie per Firenze :...: di FRANCESCO TENTORI a Dora Dedica ChtttS d4 un }lume, a}'«ckiata. da.ll 'ontù&, co,i corona. di lumi tr1i U mo nte e la. 1totta, citt& di ponti, con ma.,chera. di torri, co" volto profondo di pietra dou'erTG U paa.,o del tempo, accogli le animo proteso aul tuo corpo intento ad amarti, a. /are di te U pane del loro ricordo, o ,trapporti l'immagine, e.,trema che blandlaca l'eailio, cUtd. memorabile, .,ospe,a. tra ualli, .,condita dalle meridiane, che ti contempli ai tuoi ateui piedi mentre t'im,ncrgi nel cielo con grande c11-ioma di alberi. Poesia d'esilio Notte col tiolto di Dora, cho ftngi il caro viao tra. /o.nta.smi d'alberi nello corsa con/1,•a. del tram, tu conosci quell'amore errabondo, abbandonato allG città melanconica. Luci 14 e ombre fuggivano alterne do!HI noi pa,gsaoomo, alla. ventura di un ca,o amato. Dolci strade, circoli oolgenU •empro al tuo cuore, Firenze, città pieto.,a, che ci hai accolti ,oli. Viali 1po9li, inverno dei Lungarni, Jhone povero o caro, confrontato tanto volta con l'altro, il familiare fiume d'Imola, ai piedi della ca.8a. Calora di quel tempo, inverno lungo a folto di s1JCronzo, intima aera an3fo1a, fortunata. lo q1ti raccolgo le sua immagini, conto quello ore di&por3o, ricongiungo in una trama i /ili, come il bimbo chino s11lgioco dì pazienza c!ove cerca amoroao una figura. Guardando uua fotografia dell'Arno C1ti curvo ancora sul tuo jirLme, .,, éontcmpla nell'onda troppo ra),ida.1 Di qui, tra il fumo o il vento, le &trade mi appaiono vuote, ~c;h';i s~, 17:,r~:':! 1,1~.!,~/' 0 Ji~ a concedi, Fircn.:c, a chi ti amo.! Ecco, io ti g1,ardo da que&t'~ltro inverno mimando i gcati antichi e d1aegnando il mio tempo felice nel tuo cielo. A Firenze Un fuoco consolo.va. la. notte alle colline, ,morendo quando la. luna. s'al. !a.va tenera au11a tua pietra; nel ccapugllo la lucciola moveva. il suo ·docile lume, spento e acce,o da un rci,piro, dal vento ... Dov'è quell'aria dolce, quella mu1lc11 della &Bra e dell'orba, e lo &tormi,e dei .sogni1 La mano sì te,tde e stringe apottri, un fumo acceca il cuore intento alla sua favola. Ma forH nulla in te ha mutato, &olo il cuore delira. Vaga ancora &u te lenta una nuvola, rnuona. l'acqua dello .zampillo, &vetta.ancora il cìJ)rca&oa San Miniato, Sl certo U iole aplende aulle torri, tr~mG la foglia come nt'l ricordo. Alle piazze di Firenze Porgetemi la 1J0&tra ombra felice, pioizo che il tempo impietoso scalfisce nella memoria, come que.sta 1)6M /a con un dolce pa&aato. Amore fatto &trode, /atto cielo, tu voghi ora col noma di Firenze nel d(l3erto del cuore, o og~i rlcordp ti ferisce, ogni immagino dell'antica clolcezza fii dispera. Alberi foglie. sicpo, dolce. pietra, &era s~1llacollina, notte, hma, figuro amate, simboli pietosi, restate i11torno al cuore, difendetelo dalla rovina che lo h1&idìa. I fiori appo&&irono, il sogno . umiliato declina. !tfa 001, torri del ciclo, alte cu&pidi, pinnacoli dooo il .soono &vcttava, che bandiere pendono smorte al 003tro fianco, cM 3egr.oli di lutto oatentate, La ragione oocma, il dolore co~ dente aca,to morde nella carne di una stagiono tenera, che vive 1)8r lo &trazio dell'anima. . . Che aiuto porgerete, strade, portsc, d'ombr a. e d 'a.,sen:a, taciti giardini, e voi pia.tu : che oblio, eh.e con/orto alla. n otte , tel cuore, a qUe"sto pianto dellts memoria, a que3to addio, G que&ta. pena• che delira, a que3ta. ferita aperta1 * Addio a Firenze Torri ormai del .silenzio, un alto gelo ha invaso le campane: it giorno oscilla aullo stelo ,pcz:ato, e con un debole Tllmore tenta Il cuore. Ma è dt pietra queato nel petto: una. memoria amara, che fu dolce, lo colma. Le figure tenero del paeae &i conf(!ndono: . laggiù giace, ormai spoglia, la collina. FRA..'\CESCO T&."-TOJU LA FIERA LETTERARIA Pag. ~ UN PANORAMA DEL SIMBOLISMOFRANCESE )(,., Essere assolutamente se stessi AUGUSTO RENOut - e e I;ltralto di M&llarm~ • * Rassego! di poeti DI RENA'l.'O ~UCCI * di ENZIO CETRANGOLO Oh tristi favole deell uccelli marini che l'autunno rlma.nda contro Il molo. Esce U tuo volo dalle nuvole, Sdlla, e Interrompe la pioggia. E se tu passi radendo la chlala ]ride tlnie la tua pena antica, brinata dal cicloni. Clrls. memoria di corse nel tardo chiarore. Ma forse Il tuo strepito !estegrta l'Incontro degli amanti su le rive terrestri: o tu sei fon.e un volo del pensiero che precorre le stelle. palpito di creatura mortale che all'ale tue si affida e U conduce messaggera d'amore. E brllla la tua perpetua tuga nel tramonto che rlporra I fanciulla alla rotal11, 11Iguado del rigagnoli dove approda la sera: allegre tracce della tempesta. ENZIO Ct.'TRANGOLO NOTA. - Clris t un\ uccella.di mare non bene fden– ti/icato, che annunzia il bel tem po,· nel q1wl e s'im.– ma9inò traajormata Scilla figlia. di Niso, detta anr.he Nlsels fOoid., Rem. am .. 737) e Nlsela vlrgo (App. Viry., Clris, 3S0), por punizione del &uo amore /or- 3ennato che la rc30 parricida. La leggenda, narrata nel poemetto p,seudo-virgìliano, produ,se contamina– zioni col mUo di Scilla figlia di Forco, traaformatts da CiTC'enel pui noto ,no&tro manno. fC/r. inoltre Viro .• Gcorg., /, 404 Sfl!}.j Ovid., Mct., VII/, 1 agg.; Prop., IV, 4, 39). Acqua alla gola )(,. Biblioteca Gino Bianco

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