Fiera Letteraria - Anno VIII - n.48 - 29 novembre 1953

B (Continua da pog. 1J ·- ' roln. come ~t>IV'ln,aggiunge che e la ragione al difetto ~·tmmflginl flCQUlsltc PIC\ \'ldc co' segni dt'IIR \'OC~ ln– nmtatl n~:' primi bl3ognl dnlrnrbltrio dell'analogia poi mls.::llonr\i doll'l"-Jwrlrnza e ,.nncill dRIII\ utilità',, ~ qui 81CUNlmt'nlC li Fo~colo non llttlngc l'ldca dCIIR Crtll· tMti\ del llmtunitglo, che è da tromre nen·unlct1 rontc della comunione degll uomini, I qul\ll nel linguaggio ~I riconoscono e si S('ntono oonso.ngulnel e unanimi ncl– l'unlcn. umanità. Anche diti\ ':I F08COI0che mediante la paroln c. te50. ro di ~uonl, di rolorl c di combinazioni>, inl<'lletto uma– no dopo l"l\'Crpcrcc1>ltc1~ tonne ~nslblll delle cose, può OOORCtlurnrc e concepire e dcnomìnnrc e soomporrc le forme 11ii1 rM'<lnd1t1\ e rlcomporlc nell'armonln che pri– ma non gli crn pnlcse: e può Intendere t11.lorncnuse e nnl. stcch~ - dice trstunlmente - 1 restn men nttonlto e più convinto clell'nrennn rAglone dell'unl\'erso: dello incomprcnsiblle universo dell'esl~ternm di cui mnnehe– rebbc per llno In 8C.mpllcc Idea. se, come l'uomo non può oomprrndcrlo, cosi non potesse nemmen nominar– lo•· E anC'hl" qui, ln.'Jclando da J),.'\rte Il motivo de11o lnoomprtn•lbllc unh-ert,o, rlterrtmo l'altro. nnche più profondo. delln pnroln ehr nomina l'universo. Origine tcmporole del llngungglo. drl!n ~la e del• le arti del pensiero, df\l primitivi tutto stupore e fcro– ch1.<'he Il Vico mltologlcmncntc vldc subllmJ !nnciulll e poeti e ne col~ l'allo In cui ie\'arono gli occhi e nvver• tlrono II cielo. allo svotgersl e moltlpllcal'SI delle Artico. !azioni verbnll. ~ di tal! 11.rtlcolulonl poche b..·utnvnno nel primo tempo all'uso r nlla memorln delle Prime M· llOCIBtionldi famiglie e di tribù, Il moltlpllcarsl delle 1;entl e del loro commerdo creò Il moltiplicarsi delle !11.,·ellenello ~J>4t.l0,al punto ch(' la progressione di Idee e pas.,lonl nel m('M:'OlaNIdi Indoli e di Idiomi, nel va– rlnrat del Joro Mpet ti e delle loro oomblnatlonl non po. leva e.ssere più orma.I SCN'.lnd:.to• dal suono !ugglth·o della parola,. E di qui. secondo Il Posoolo. poi ohe dnlle leggi dal• le rellglonl e dnlle t.radLtlonl pqredl medlame J~ pR• rola ('18lllumnno 6Ape~. 601'SCl'O n. render duratura la Immagine d('lla pa.rol11 I monumenti. che, furono cretti come- cu~tocll delle m('morlc; di qui, più In• !l"ntl. quella poetica e Rtllva g:1;plen1.n degli uomini (qun.• ie n noi piace deJ111lrla)che nssunse 11ddlrlttum li cielo e Il con,o delle costellulont come libro di memoria delle hccesaltt\ quot!dlnne e delle gesta del mortnll. • I pen•lerl del mortale, ch'ebbero de.Ilo.parola pro– pagnzlone e virtù, trovando.,l moerll nella memorln di lui. e caduchi net monumf ntl terreni, oonsegulrono per– petultt\ nel vnrlo splendore. nel giro dh·crso. negli orti e negll occn.,I degli Mlrl. e nelle tnnnlte appare!l7.e con cui le atelle tutte quante erro.no ordinate e dlsthlle nel llmu1me nto: e I n sclent a del te mpi ordinò In scienza d~' fatti. AY.al nomi cd awc.Mmentl scritti nelle roste!· b1zlonI. b:nch! tnt.Jla.s,<;AS6tro per densls<Jlma ~uritt\ di tempi. POPrnvvh'Ono forse ad lmperl meno antichi I quali per non avere lasciato Il loro nome se non su'na terna. diedero al alknzl? anche Il lnoso delle loro ro• \'lne. Saplentemc-nte dunque tu detto:: • Essere Il globO celc•te Il libro phì antico di letteratura•· E qui piace qllere quell'Intravisto rapporto trft Jn parola e tutte le Altre ani dell'uomo: la parola che le genf'r11 e cinge comf' continuo disco~ mentale. Dice Infatti II PosooJo: e e l'Innalzamento delle pi• ramldl e la dh-lnk !EJ)lradone di Pldla e Il genio delle 4nl belle ebbero prlnc1pk; da que· rudi ma.ssf, da que– gl'lafonnt simulacri, dn quel disegni lnelego.ntt de' gero– i!:llflcl.che pur non tcnde,ano se non a far permo.nentl 1 ,uonl d(•III\ 1mrola •· Monumenti e simboli MJno dunque parole ttadot.te In 1,lmulacrl o In flgumdonl Mtt'onorulehc per serbarle n più luns-!\ ,•Ila. Ecco un principio che lo COMldero ca• plln.le per l'e.atetlcn, per lu. mosona del linguaggio. M a Il Foscolo. dopo a,·er cercata l'origine temporll• le delle lettere ,che ci furono trmnnndatc per lungo or• dine di usi, d'ldloml, d'imperi, d'lgll nntiehls.~lmi po11oll J)('r<ualiil all'umnnllà degli stutl\ de' !?()Cli mosofi, 11.Hcrma nettAmcntc che I scnr.a la faoolti'\ della paroln le poten– re mentali dell'uomo glnce~bbero Inerti e morllflcD.le, cd tl;II, prl\'o di mezzi d\ comunicazione neccs.<-nrlnllfl Ell\ 1 0 progrefal\'O di guem. e di societ:\, confonderebbesl con le fiere,. lo ln~cN'Ù gli allrl t<'ml del disco rso del Foscolo: quello aulia teologln politici\ fond11.ta per mcu.o della ah'lnt1z1one f' dcll'nilegorla, ftr tl chf" esc rc:ltate dal prin• clpl, dal sAcerdotl e dAI poeti, dlc'Cl.croorglne - se• condo Il aun concetto - all'uso e all'ufficio della lette– utura: quello Intorno alle comblnai:!OnJ degli aUabctL In cui ~i trAsru~ero I ,uonl e I slizn!!iC'all degli Idiomi perfezionando la facoltà di pcn!are e di perpetuare Il pen.•iero: quello che gll dettò per alto Knllmcnto della patri11. < e Mnta carità dellA patria,. egli scrisse J la i;r1ndc im'OCAUlne: 1 O J1allanl. k> vi CEOrto alle storie•· E qua'1 vorn!i perlina sorvolare su certa conclwklne alquanto oratoria, In cui ~Il oondem,ò rum. clo ch•Ue 1elle !elle~. coi. nito &entire. ma un poco per• dette l'alteu.a che ovt•vn raggiunto nel concetto dell:1 J>ll. robi. che n ,ua sm1. 11urf'1.1.n (' prr s~ slt'S.",8umnn\tà e ClvlltA: • Dal meni con che gll egregi letterali di tutte l e età o ttennero tnm'\ ed amore nel mondo, appare ormai l 'uffl.ek >cl.ella letter.l.~ura. nppnre che IR natura. cre11.n– do alcu n! Ingegni nnc leltere. li conlìda nll'espcrlcnzn delle pas..kml, a11·1n~tlr.gulblle desiderio del vero, nllo studio del F-Ommlescmplnri. all'amore della glorln, nlln lndlpendrnr.a dalla lori una cd nll n santa cn riti\, alla pn.tr111., Qualunque numch' di ques1e proprlet.fl ncgll uo– :nlnl lctte1'\tl, nlun'arte mnl, !lhm I stituto di u nlversltl\ o d'aecndenda, nlunn mumncf"nzn di 1irlnclpe fnrt\ che le ICllete non declinino. e ohe nnr.l non cadano nell'nb• biezione ove tutte o ln gmn parte mancassero queste doti•· A noi l'ufflolo delle !ettere nppnte come In cosclenJ.n ste..qa. di ciò che è wuano nel mondo; OO&lcchè lmpllcltfl e In quealo ufficio non .soltnnto l'wnanltA dei temi cho !n torma quasi enumemtlvn. e perciò pat'1Jalc pur se va.!ltlaslmo sia Il num~ro. Il Foscolo gll nddlce. ma l'u– nh•ergalltà ales.qi d'ogni linguaggio per Il qunlc l'uo– mo si lstltu l,ce u omo. Madri di clvllllt le lettere: ma li loro ufflck> ~ nella unh•e~nlltà medtslma della pn. rola oome veritt\, !"Ome~tanJ!fl stessa dell'umano, qun• lunque Ala Il tema che eaprime. Il ca.nunlno dal Poscolo al De Sancua. al Croce. al– no al preaente, o trlcaltndo anche noi esplic ito.mente al111. fonte r1rhlamata dal Foscolo) Il eammi.no dal Vico "' 1nodemL ~ co1\6Cntlto, pur seZUA n egare 11 m oto del• le clii ,toriche li c ui s,-o lglmento ~n si concilia con la c11.tegoriaas,oluta dcl.la parola; e l'Infanzia cronologica della poesia In quel la pe rpetua fanclullezu. che si rlnno• ,·a ad ora ad ora nell'animo umano: Il platonico fanciullo che 11 Vico e ri:h'I tardi Il Pascoli rl~prlrono nell'uomo e che ap"' I grondi occhi stupiti e musicali 11.nche nell'aduno ~:ulatore di banche e di borse: anche nel mlcidlRle Vllkm o In Ben\'etlUIO Ct!lllnJ: anche nella preghiera del J.anto chf" pnrl11,11.llecreature: anche nella paginn del ,cvf'ro rll<XOfo che ft\-Vl'rte l'armonia dl'lle sfere come l'Armonia /!ella vita morale: en0hc'nell'e51>erlmento dello sclcnz\nto, le cui formule contraggono parole. Quanto a noi, al\:dlando le ragioni delle umane let.– tere h; qutl molo d'arte e di pensiero che ne.I Rlnn.sci, mento al chiamò Umanesimo, sentimmo l'ufficio dclii\ paroll\ oo!ne l'umAnlt(\ stes.,;n dell'uomo: nè oggi sn• premino. In un circolo di Idee supreme. esprimere me– glio di quel che allora cl &vvenne. e di lt\ dnlla dubbia 1>lgritln di un·autoclla1.lon(', Il nostro pensiero. Rl.!iallre alla pureUR dena pftrola del cll\S!!lclpote• ;-:m~b;:~le~~ ~~,~~nf1te~~~:~1f~e~: ;:ro~~~ &'rnr~: logia umanl1llca pnr,•e n10,·ere dal principio che rL~t· 111,re la ,,erW\ della parola slgnlfica,,a rtspe1t11.1rc Il sof• fio che Dk> spirò nell'ucmo. Noi Interpreteremo questo prinrl1>lo In sc-n~ moderno. e traendo dalla prem(''-~ tutte le conseguente, dlN"mo che con cs._co nasce un nuo– ,·o J.Cn~ delle cose.. PttMO molti umnnistl Il valore del• l'umanità come tale ,•emva rlnffcrmflto net mondo terre• no, oon rinnegAndo 11cltlo ma dando Il stn.!lO di una po&ltlva n-altl\ alla ptrt"rinatfo dcll'UOlno sulla 1errn: 0\'C t'f:ll d('\'e n1oslnt~ 111 :.ua cAJ)llcllà ('(!_ e,;ercitnre l3 !UI\ ml~lone rendf'nd» tn:tlmonlar.r..a che Dio .!!Offlò In lui Il suo re!'i.J)lro. t ,;ulla tt'rr11. l'uomo rlportn quella ,clntllla c.rutl\'8 che 11 suo autore ,-olle oonmnlcnrgll. e qui J)f'nSa e pnrlft e OOl!itrul~ e lm·cnta. L'inno nll'uo· mo snà poi !iCrllto da Tommaso Campanl'lla. Spfei,,:hcn\ Pier Pnolo Vergerlo, che gli studi di uma– nità son dNII llherall 1><'rcht' fanno llh~ro l'uomo: e Leonardo tro\'Cr:\ la d!fff'rt::111!a trn le arti llber&li e le 11rtl mnnunll nrll'essere le prime un • discorso men• tAle >. E noi glungererno n vedere nelln parola di quel dl500no mentale In soln J>OMibllltt\lm·cn1h•11.delle ~!em,e ,;perlmentall e delle macchine. anch'esse, al pnri dtl!e :.clente morali. figlie della cMltt\ dtlle lettere. E gli studi di umanità cl fanno più umtml [)('r perenne per. fellone, non JK:'raltro ia;(' non 1)('rcht'- e «t.tj ~li $;0no umn. nl: eS8l Stili souo la ,·erltt\ come oonos cem .a dell'un h•cr• EO, ts5l tiOII sono la ,·0Jon1t\ come MJone mornlc: e s.en • z.a Ja paroln non na.~rrf'hlx- n('ppurf' In società. Non occorre e non gi(.Na f0l'7.flrcI testi degli umnnt. ,;ti: ma ben poainmo Interpretare Il moli\'O rondame:n• tale che ne nasce, :i.pprc.fondendo l'umano della parola che nella loro dottrina e nella loro proUca era adom– bralo. Che COM ! quttla atl('nzione alle lettere, riconosciute te nelrc.se.mplare del c!Ms:el come In una regglunta per• !~:tont? E' In modi p\0 o m•no pale~! la coscienza che r,:m:tr.c e parola. Sl,nlflc• ,·oler attln~rc l'esseru;a di LA FIERA LE1.'TERARIA L'ufficio delle lettere Dice il.Foscolo: "e l'innalzamento delle piramidi e la divina ispirazione di Fidia e il genio delle arti belle ebbero principio• da que' rudi massi, da quegl'informi simulacri, da quei dise– gni ineleganti de' geroglifici, che pur "'m tendeva110se 110n a far permanenti i suo11i della parola,, quell'uomo di cui Leonl'rdo dl86C che oomlnela dO\·e 111. natura finisce, intendtndo che le sue f11.co1til.. quelle chf> lo ranno uomo, non ,;;I danno In natura. Polche l'uomo In qunnto sia u<mo e cioè ooa:lenza non può pemsre cil~ pc: pal"Ole. Le stCS!ie!onne di \'ltal11:\ e di n11.rnmche non si MportlUlo alla parolR egli Ea di non poterle a1>Prtndere e e;~ formare se non mediante Il\ parola: e 6t pure egll vh'C gl'i.stlntl che lo apparentano agli animali, si rlconosct' ln quegh Istinti· mediante la parola. ehe li nomina. I mlii delle lettere che Ingentiliscono gli animi sono soltnnto cspreaslonl 11lmbollchedi questo umano che e lnerentr nlln rt1.glon~ stt'u;a dell'uomo: Il pensiero. la co."'Clcnw, che &1 ritro\'a solt11.ntonella parola. L'l!OfflOche pen&I e agisca come uomo. non come animalt, non C!ce mn1 c!ftlla parola. nep pure nel FOgnO. Pctb lo studio della pa1ola sljtnlf1cn lA gftranz.la dellA ,•erllt\ ~plrltuale ti 1de omnibus dubllandu m li che esclu– de si ~ dubltnre del I cogl!o li, In ,·erltà e manlfe– slt'1to In parole: l0<11,or, ergo cogito et aum. Soltnntn In. Jl:trol11 fa l'uomo: f' la parola non si sca,·n nellR terrn come un mlnerale, non cresce come plnntn. non nppnre come astro. E' Il fatto dell'uomo: humn1•ilna: ed io la quo.liti\ che lo distingue da ogni nitro cMCrt. Dnna bcstln all'uomo ;>er questa pane non v'è contlnull/1 ml\ snlto. Ln p,,roln o pc1u!cro rende umana rulone e IA d.J. stlm;uc dnl moto dCfJ\I nnlmall. La pllroln dh'rnt 8 azione nell'uomo, e l'nzionc 11m1111n e pnrlalR e cioè pc06llta. Do\'e l'uomo nghscc con 111purn coscienza sensitiva. che (1[11 h 11 comune con nnlmnll e \'C(;etnll. non è nncora uor.io : poi anrhe gli l11t1ntlcle,·ert\ n pnro111. Ln paroln è In cosclrnr.a umnna déllo spirito. delle <'06e, del tcmJ)O, dello gpazlo. dell'nr.:lonc: è la ragione 111MAA dc-ll'uomo. nll:, qunlc- ~! rl1l0rln o-:::nlcoscif"nza de-– l'umano. del naturale. del divino: nnche Dio non può ,s,.cl"'! pensato che nella parola: né l'uomo può a Lui r.3,Jlre le n on nel la ,·erHA eh-e la mente gli mostra. La rh-cln:don~ ate.ua e mtgr.ri l11novella del Vangeli è f. scrillA nell ll paro la: e M-n r.AquestA r11,:lone 11 fatto re– Ugloro rbnarrcb!>e un fatto bruto e lmmerltorlo e Irte• MIO PAESE • di Os,·aldo Guido Paguni Mio paese: l'estate torrida bruc:hwa I polverosi sentieri: le cicale un dlscorrlante concerto grosso andavano provando nlle starne acquat1Ate e sul cavallo mio pudre col gendarmi - e bandoliera. Nonna di legno, come un vecchio crocifisso un po' tarlato, le stelle ti dovevo regalare e poi la luna, ma nelle tasche ho solo per un fiore pochi denari! M adre d i pena, in qua.le CASA dom11ni spunteranno le v iole che ti porsi da bambino per farmi perdonare?, - col glnOCC"hlsbucciati dopo e guerre> perdute coi compagni! Fratelli, un po' dovunque abbiamo perso il cuore ma l'estate -· oh, solo quell'eslate! la ritroviamo sempre in mezzo al sogni, nell'eco discordante di ckale, nostro padre a cavallo, di legno un po' t11rlato nostr<1 nonnn, come, l'Addolorata nostra madre che coltivava fiori. OSVALDO oumo PAGUNl Eponsablle· r,oJtnnto nella pnrolR rtiomo può fonnRre ln 1wcghiero con la qunle si unl~e I\ Dio. E non !Ili è 1 ro,·alo modo di lndlcnr Dio e lo Spirito se non nel– fa 1lRrnla: n(, l'uomo può oonOACrrll se non nella pu– re1.m delh pl\rola. E ehi dice • Dio creò Il mondo II non tocca la \'Cr1tt\ ,ic non nelln 1>aroln: e nessun mett.0 hn per co1}()('.CefC. se non Il poulero•p:\roln,e nessun n>e1,..o per comunicare In ,eri!!\ 5'C non In pnroln: nessun nitro meuo ptr conoscere In n1<:n7'.ognR: che non ~ ,•eramen– te parola ml\ antlp'\ro\R e ,•aie Mltnnto pe.r quc!Jo che altc1mn presumendo ne1u1re.Jnconceplblle è In 0011n fuo· ri dello. JM1roln.: nòn v'l'-("()q, In <;(> di là della. pt1.roln eh~ la fonnn e ne dice nnche Il mlc;:tero: la C06fl. In sè è ef. fablle lOIL'\nto nell!I parola. Se.lo mttaforlcmnenie si l)QS· ,ono o.>ntrapporre COfC t parole. oome nel \'erro In cui Il Beml OOlllnll>POOe la poesia di Mlcheln.ngeJo al , ·e.nl del puri J)f'trnrehtsll: • E: dice cose e ,-01 dite paro le li. Ma Il fntto t che l ,·uotl I parolieri li 1)011 pnrlnno. pur se pronuruJa 'IO eo1npren1iblll suoni art.loolatl. Le parole Maccate dalle C06C SOi)() nnte pRrole. e 1c cose ECnza parole 80llO Ineffabili e perciò non ,•eramcnte pensate. Chi" IA co~lt>nz:t del pt-n~lero f> dell·unh•erso ,;;1 •M– ,•I nella parola può benc e~re negato : ma non si ~ anrora tto\•ato modo di nCRllrlo se.nm quel fallace mo <!elln p!t.roln che tacitamente corr egge I l suo erT0rc. v11.• lcndo pt'r ln ,erllfl che pr,,mme ncx:\re. Egualmente non ,.. (' trovato modn di nt'gnr.'.' che 1wn~ndo si p."lrh e C'he pnrola e pensiero !lOno tutt'uno. se non ,nJend061 ap• punto rii ;,o.raie che 1wll'Rlto sn1entlseo1)0 l'ns.~rzlonc. I.a 1>:troln. fA<.'('ndMior51::tnodelln mf'morln. C'r,-.) I..> or.Une del tempo e dello spnt:lo. e ,•In.se l'oblio e creò ls ('Ontlnult:\ dell'urntmo nrlln ~torln che<' l'o1...-r3'1clruom >. Cre-h tULI" le nrtl della n:f'nte e cltlln mnno. sempre li· llc.rnll anche qunndo appaiono meccanich e: creò l'ng rl• coltura. Il p1me e li \'lno. la medicina. IR dlvlnn:r.lone. lA r1~1ronomln: deflnl Il VII<' f' i(' lenehrf", l e stelle e l'o m– bra e l'RmlOnlAdelle ~('IC: dl,u;e I nomi del corpo e del sonno e della \'etl'.lln e de.I ~ognl E con la macchine. prolunf!'ò Il corpo umnno. e con gli ,trumcnll musicali la propria ,·oce.. Modellò I nomi delle ~ su quelli del C'()f()(): dlf'<lt! l'ON'hlo Ali!' \'Ili, Il cielo a una st.anta. I piedi A Ullfl ta,'Qla. Il b1ncclo alln. sedia: e le 006e ml• i.uru tJ, p11MI.pltdl. palmi. pollici. Ln pl'rola Ctt'Ò Il COIIF-On:lo civile. rondò IA clltJ\ di Orfro nm1nans.'\ndo la ner& umAna o. mcgUo. um11.nlz• :w.ndoln; 'rondò Il' nuue, I tribunali e le are. Creò ra. more con~i)\.'V0le nell'uomo e nell11.donna e lo distinse dall'llmort' f('linu C'he <' pura nt1r11.z\onee calami; COSI ne ftc-e un proccM,Odi c11rllt\e d! belleu.a. E l'uomo por• rii un ll11guagg.o anche nel 11uo1 moti terlnL riscatlan• doli. Ln pnrol:\ ~ 80clct \ pcrch~ essa soltanto può creare un oolloqu10; e gll uomini non SO.")() tali se non In quan, 10 61 riconoscono n~ll a 1 tri mediante la parola. La EO– det:\ (' lft'I dlS.OOl".'10, un dl11logo,un coro eh~ nasce dAlla n<"Ces.c;:1tA di tmdun-c nell'esterno Il discorro mentale: e qur.c;:tosi rltmduce nell'lnterk>re di chi IO ascolta e ri– dl\mta un dlf'COrYJmeniate: lR vita dello splrilo. Sol• tanto in pl\rola. crenndo la rei:;po6ftbllht\ morale dello uomo. ha Jrencrato lfl c!ceronlan,. e petrarch-esca corf• wa t,rt1cr111 l1101111t1I. Soltanto con IR parola, che mt1;lcrlosnmente lncom• presa e pur nttlva. opere nelle creature anlmnll, l'uomo pnrlR frirnce.scnnnmen•e con gli animali domestici e ne lnt("nde 1'8.'lplrRr.loneal llngUAR&lo,di li\ dal loro !nel• !abile Istinto. Ln pRrob. In quBnto pensiero che ealanilll le lon:e 08Cure dell'untvcr!<• EO&tlene11nche la magia. La p:irola In ;iuanto pe.nsltro 806liene l'isplrazlone e le fonne di tutte le ani che dalla p11rolnp11.lonoesula– re. e ,,1,ono umavla nel ctrchlo del linguaggio che poi le dlchlar•rl\ nella cntlca non più con color1 o suoni o llntt mli con la parola che tonna anche I colori e I liuonl e le linee di ogni geometri 8 e di ogni numero. Cof1 pittura. acultura. dar::za. mU&lca si ricono.~oono in• fine ntlla parola che le defumce, come isole nel gran cerchio d•l mare eo:uL ronlamo, ehe ttmp<>n1,a una EUa mui.lea. <'O- me 11rtcumana e non ccme istlnlo canoro che lo appa. 1f'nta BJtll uccelll. p11rla u:. parola li ,uo linguaggio ro– noro. r co,tn1endo l'o;i:grlto del puro suono. a.straendolo d.!I.ogni algnthc.ulont ,•crbalt, adopera Il pensiero che circola JK'r ognL moto dell'uomo, e qui a:i('Ora per ogni nota. per Il storia e 1a grammallc11. del suoni. che eg\l hA appres<1 come 1'11.lfabe 10.Nuuno che SCri\'a ProM o ,·en,o pen~ plu Il procµ.ao nrbAle che oonduoc ad ognJ. letttra e alla .11\ nteJIe,,pr eE.11lva: cogl chi Inventa un motn'O e lo acth·c In mv!CA, rilerendOl51agli atrumenU (' al loro timbri ed 11llenote con le quali .si offre all'oc• ehlo lo stimolo ()('r formare un suooo, non pensa più alle paro!~ della tecnlctl e dell'ell)ressk>ne muslca!e: co– me oon peon che gli strumenti iJOOO l'lngcgnor,o pro• lungarucnto del eensl dell'uomo. Anche una musica. che più sembra lont11.nadAI llngu11.ggioe dal pensiero ,•er– bltle. n el pun to di formarsi e d11.rt11 un corpo Jtl pa.rla per. chi> 11 1 pent.ll · e Il mwlcl,'111 Jludlca ln parole I n.pporU tonali, gll S \'Olglmenlli. l'architettura: gli acccnU. le PAUSf',I pesi e I ~piri. I ritorni e li f\nale di un canto o di una ,1nronta. I...'\ parola M>St lene I trapassi del rllmo e l:1d.lra le allwlonl di ,·ocl maschili e femmlnJH net lor w•rl rei;:lstrl. t lf"speclf>famlR:lle degll strumen11 e gll a EOl<' e gll un~no. E se una mwlca non può tradural in certe parole. ciò e pe:- la stf'SAA. nglone che una poesia non può lrftdunil !n altre parole: ma &empre tutte le artt 111 latltuisoono e glu<!fcano nella parola. E di mu• ~!ca. di pittura, di scultura, di dRnta non lii potrt\ glu– dlcnrc çh, In parole. cioè ponendole come oggetti che la parola cinge e prof\ln. La pn.rola In :iuantr. pensiero e coscienza sostiene oosl II poeta come l'uomo camune che ha pure una sun ele'llentarc cnpacltt\ di poealR, o non 1111rebbe uomo. e cl()e un es..~rc che parla: S>Stlene chi adopen una PII• rola poetlea dl,·entatl\ di u.90: e l!QStlene lo scienziato che !a I s•JOIschemi utlll e fi&sAcon una sua Jnevltabllc 11rcpotenzA Il slgnlllcftto tll nlcunl vocaboli e mutan– doli In e termini• a$.~ume ehe quello sia Il l•ro unico ~lllm.lf\ cato: f'JO!Jtltneoolut che f11,IA !Clcnza geometrica. con lin ce. triangoli, circoli, rombi. trapezl. e Il mntema. tfco che numera e calcola· e 111. rormulA del f\sloo e dtl chimico, anche quaado egh acmbn averla ridotta a un ugna e.a.balistico. a un gruppo di numeri e di lettere che pare abbiano 'dlmcnllrato la Joro fa,'O!ctta alfabe• Ile,-. E I numeri Hte:bbf'ro Impensabili come lmpronun• :tlablll. unia Il nCMOlln5rul.rtlco.e cioè 11ent.auna gram. matlca t una aintusl !Qi:idflmentall. Cosi quanti ad.>oersnc., la parola e acri\'OOO per af– fermare la fede r1,·t"ln1a dalln religione o da una dot.– lrir.a di mate?tallsmo atcrlco. non sembrano r1conoacere come noi 11 fatto che l'e&>rualone è per se atcssa la più lnthn11.umanitl\ che l'uomo conosca. ed è ,,erltA In 11.tto. non prede:emunata per sempre dn unR particolare cre– den,:a. L'uonlO lii dl.stunana non appena r1nur.:r.lan.quel· la crlpinftria paroln di vcritt\ per nngere la falsa parola che lA n"gR, falsn nel ,·erbo e nell'az.lone, poiché nel primo ne;R Il pe1ulero che cl fa uomini e nell'a:zlonc nega, la \'erltt\ etica. V'i! lnfntLI l'nzlone come. veritt\ ed ~ com:npe,olmcnte re.sponsablle e nlOrRle: e \''è l'azione come mem.ogna cioè dec11dtn1.a da\\'unmno. Noi con11ldcrlRmfl111pRroln come la perenne ,·erlt:\ In cui l'uomo SI lstlrnlli<'C' Il pensiero nesso dell'uomo e l\•rg:nno della sua COll('IECCm:a ed arJone. Alla base del no5lro umanesimo. sorretto dan·umnneslmo storico, COI'\· ikle1Jl\1no IA paroln C$.~nza dell'uomo. fatt11.oggetto ctl ,:,è mcdealmo, come attlvltA rltlessa, logica e storica: il perulero C'he i' 1ft ,·trlu\ steata nella sua ricerca. come fom1'I delle coee•. le qual! tulte wm J)06l!Onoessere e• ,:,prui:;e se. non come ldet dell'uomo, dlS001'8J mentale. L'oonX' rlcoho~cendo61,nclln sua e5.."eru:adi uomo .rn che la parola creatrice delle fom>e llbcrt1II e delle mAcchl• nt. p~.sente nell'nlone con~aJ)C\·ole, è la sua umanitA. La parola è la cosclenZA dell'una,·erso In noi: ecco l'e• terno valore dell'umanesimo come filologia creativa della mente e dc-lii\ volontà mora!('. Perciò l'umnnc,;;lmn 11rofe~~to quale culto non esor– nnt!To m:\ '°8tand,le della parola. e cioè del pcns.lero che ~lltulu-e l'uomo com, uomo. è per l'uomo Il punto di parte1\VI e di arrh'O: e lmpru1a la !IJOln Idea che egli JlOml !Rr,I della \'eritil e percID dell'unlve~. di Dio. della l'OClett\.L'umaneslnllJ t li metodo della ,-erllà. e perciò Il\ liberti\ Slffl.MIdf'llo spirito che non 51 manllc- 111!1 tt non come parola, Profes...q,re l'umanesimo. quale qui è lnte.90. glgnlllcn proft-unre li principio della \'erltt\ 11.ll11 sua ~rgenlt. dcllR ,·erltA che non e prestflblHt.R ma è un perenne procCSM>:s!gnlnca oonoscere l'umano co– me &torli\ e come llbertt\ di spirito. Prima del pcnslez:o• pRroln non c'è altra \'erltl\ e liberti\ per l'UOIIlO, a qua– lunque fede o destino egll slR volto. Né Alr:uno potrA lcgltllmamente 0pJJOn"Cche quest.n conOC'l.loncdcll'umnnCJ!lmo nella llbcrtA e nella atorla è unn opinione o fede pari nlle altre di una prestabllltR verltll: p'!rchC nl contnulo essn ln\'e11tc all'origine la l'l~a mente umnnn dnll11qunle mnl l'tt0n'l0 può uscire, ~e non per rlnnCKArll come uomo e farsi bruto. che non llt\ dir(' nl' In 1.nT1."llA cOlo, né In paroln csocleUb. An~ che l'estn11Ie Il mlnoolo non glungeronno a noi se non mediante la paroln. E In natura lneffRblle. che a un punto coincide oon le sc:rnr.e che In studltno e ml.su • r,u'lO per l'ntlone deftll uomini. potrt\ giungere al la. tra• iip!\ren,;a della cosc\c:111.a i:mann fncendosl piena parola: mcnt~ Il più delle ,-olte è un balbettio o and ciò che chhunlllmo llnaunaglO degli animali, slcche ne coglia– mo fpe.880 l'iO\lanto l'f'Pldt.nnkle e le diamo vago nome. ,entendo dunque In nah,rft come Il perpetuo mistero della rcaltl'l che Il pensiero pcrpetuAmen1e av,·ertc co– mc> n('('(",<ttrlu I ragC'dln, e perpetuamente lavora per mu– tarlo. In parola. Il nost10 umanc,.lmo coincide 001 s.btem1111tes.,odcl– :A me.nte umana oome liberti\, e ,•uol custodire per tutti. le p.>MlbllltA dell'mnano progredltt, chiedendo. ad e– M'mplo. che nrMun ~Ime con IA violenta di una tra• dlrJone prh•llegla1a o con quella di unA dommAtlca ri· • ,·oluzion(' credo uwnllcnhlll I cnnllnl di una ~un fc'Cl.e, J)f'r sita. che ala. e a,;scg nl Rgll uom ini Il compilo di muo,•enil M>IIRnto In quelli. lllllluer.do Il ood!ce del pen• sieri prolbill, e tO((llendo c osi nl conso rzio umano la fa. C'Olllt ste~R dell'um:1,noe l'lm·em.tone dl un futuro ,:,cm– pe pili libero ;>erC'hf\semi;re più ,·ero. L'umanesimo 11a che una ,·erlt/t anche oolltnrlamcnte cercata n.ecresoe Il pro(U'f'MOumAno e itiova anche a coloro che ,·ole\'ano vle!Arln. perche è unn luoe che lllumlnn tutti: non e lecito mrrcnnre Il corso dclln mente umnna. F~co a ~unii npprodl s·nv\'la que-;ta r.ttc111Jonealln. pnroll\. All'organo steMO di cui cl vAllnmo per conoscere e comunlc:tre. Ed f Ingenuo ehi nnco rA op pone: • non la p'\rola oontn mn In cosa. Il fAtto li: qua.si che la OO&R e Il fatto potf"Meroa k)r \'Olla e~cre e ol'IOtl Ciutl fuori della i:11rolaeh, ne è In ~clenr.a. Volgere l'n.ttenzlone a que– ,:,10,·Alore della pn1oln creAtrice nel verbo e ncu·a:r..'one. Rccentuar" qut:8tO momento consnpe,•ole della vita uni• ,·eW1.le. è un modo di purificare la verità dAlla piccola e dftlla i:r:1n1lf' mC"nzogna, K'<'VerAre Il \'Cro dal fai~ e la nrlti\ dall'arbitrio con l'unll"Oorgano che a ciò sia vfllldo e t!he l'uomo po,,,.cleda. Co.cl l'umane..slmo della lettera lri\'e.!it~ la totalltt\ dello spirito: e 6-lgnlfic& re• 1ponsAblllt!\ e libertt\ della mente per la llbent\ della ar.lonc. 006Clcnt.a dellA vtrJtt\ thc i' in noi come pcn– i:;leroe p::1.rola.ala ntll'•l'lennulOre che nel fertile dub• bk>. 11 \'ero fi!ol<,tlN'.le s1orlco rice.rcato nella lettera 51. dlct humanlto.., pe.rcht Impegna tutto ruomo: e l'hu– mcnlta, t' e1Seru:lalmente parola La. parola. primo nuc'.to d'OflTIIpoesia, è ,·erltA. La. mei u,gna cht simula In pArven,.a della ,•eritl\ non e pRtOl:t., ma 111aua neg,,-lone: l'ant!parola. Perciò vale l'Oltl\nto per la verltA che contraddice. per 111. p11.rola che "'ombra e non vuole e non rlesoe a pronuncia~ QuE"sloconcetto della parola. In <'Ui è Arfennato l'ut. flelo delle lNtrr(', ha Il' ,ue degnltà per la parola poc. llca e per IR Pf\rola erlt!ca. E le abbiamo In parte accennlLle. e megllo le ,·er– ren'<>e,·ocando O~nl !lf',1tno lli:urnHw,. n1u~lcale, mimico si riporta al dl.soo~ nien1ale lirico. In cui nnche l1 segno e la nota e Il lQro rapporto si nominano. Allude Ad una pfl.rola, ad 1mA 11lntftMI, 11 quel co1iflnuo discorso interiore di cui parlò l'Rnllc-hL~!mAn!C60nt grec11. li ~gno più astratto rii cubo. ,·olumc. pro;;pt-ttl,•n. allude alla geometria pura e clot alle pArolt dellft Jtgge iJtometrlca. Anche Euclide DBrll\ le SUf' flgur('. Anch(' Pitagora I suol numeri. L'ldtA fi51:urath•fte l'ldta musicale vh'ono nella parola che le AV\'Olge:l 'ld,11.ve1bale Implica tutti I segni figu• rath'I e musica.li gtaccht li nomina Perciò la parola è la C05Clet\Ze In c ui 111 fa per sintesi qualsla5l immagine o :specie delle sinl:'o!e arti. La parola dlatl ngue itgn<> t'a ctgno e nota da nota ,ui rapporti , •1.sh ·I e audltivL e da ~Mnz.!onl <nel s.tgnU'leato unpressl onl.s tlco che si o t31anco Domenica 29 novembre I953 riferisce anche agli animali) le ra tmmaglnl e le !.stllui– sce nella slnt("II eh(' l- sttmpt-e coscienza verbale, pur se gj esprima nel più tr.eltl rlftrimentl La ~ltnza di un OC'k>re. di un suono, di un valore tattile. e !a p11rolBIn cui Nal si n,.,.·tnono: perciò colori. cote. odori e ogni sen.sazlone ~ono la materia della pn• 10111, li\ matula cht- lA parola ordina E chi fa un qua– dro e nnnonleftmenle G'fA.dun. I colori. ordln11 di !atto, che E<mbra i>Rl'fld~. nell'Intimo pensiero o,·e. 11 quadro prima che n('lln 1elA o 1iare1c si esegue, ordina le po.• role, Il \'Clbum dtl colori Parrcbbt che i n tal modo s i rt.stnbll!.sca la cosn ln F-è, fil.Imenocome 1 1crua:r.loneche precede la parole.: ma li fatlo e che rol tnnto nella p arol11 al delermina Il prima e Il poi, che ~no ,empre tdcall: e la cosa In sé non è che l'lnilnitl\ stessa lncflablle dell'unlven;o prl• ma che In parola IO formi e lo dichiari quell'Uno al quale l'uomo uppartlene e che perolb lo trasoende tut• ta,•la com" dl\'emo. In quel continuo dlA00160Interiore che ho e,·ocato na-. see Cll\5CUll8delle 1)06Slblllllrtl. nella C'OSClenr.a eEaltata di una proprln crurJonr. Co$1 li\ poeala, OOd!clcnza sem• prc più pura della pnrola, si ele\'a a c anlo. Il diwon;o e glil. l'ln,·enztone umsna delle OO !e.ma l'arte ~trulsce un ne-getto Ideale che esrn el11b0r a~do un principio di belleu.a untveraale· un oggetto di parole, dJ segni. di ookJr1,ove ogni cosa \'Aie per Il significato che essi a.ssu• ;nono ncll'unlco ien5') ,·!tale che Il accoglie e in se ns...eor– be e cltrcpa.ssa la f\slcR schematica del cloque sensL Perciò fl 1ue.sto punto lnten•lene In. fllOl50fladella na– tura: mA In neasun ca..,o,gla che 111 natura .,tnga mtesa. mattrlallstlcamcnt e e dl111llstlcamcnte. sia che lm·ece ,·e~a co1Wdcrl 'l.ta ldeall.!.tleamentc lrrc11le. può mutare la ca ratteristica de ll'arte che è ordine e lnven&!one ai qua.li oollabOrfL l'intera umanità dell'art-1111&. (E anche 13 fl~ lca della nn1ur11. l'- <;Clen1,11, menlale. come la mate• :naL!ca. che :,uO dlr,J la musica delle scltnr..e. ~ 1·erbum crl3111lhus10 In formu:e}. PUre al tornerà ad obblett11.rcche B un punto n.nche la parola dell'uomo de\'e uadursl In natura. e che oosl ,11.rliappre6R da dh-en;o t:omo nella comunleazkme, co– me dlscon:o, o nella vlbrndone dellA ,·ooe nel libro o ln qualsiasi altro meno che rimandi alla pArola, e sia pure un gesto, un moto degli occhi. un Increspare del volto: rto. vrà l'llrte f11r,;;\ nAtura rispondendo agll ,1;111.d! che la !ls!ca concepisce nel rapporto di sp11:&10 e tempo: più rapida. ad esempio. come ab!liam detto, Il\ luce, più lento Il suono. Ma qui al ~rfttta di umi nnt'ur& consape,'Olmente formata clkll'uomo vnlendo..,I della natura, da quella del suo cor1>0" quelli\ pili esterna della luce . dcll'Rrta. del prodolt.l della terra: una natur& formn.ta dal penslero– paroll\, più rapido d'ogni 11enro.. E per ,·er ità non e che metafora quellòtachf' pula della vclocllil. di pensiero: ad esao e al S\IO {lat creativo oonvlene. se mal. Il termine di L,tAntanclu\. E ~ul Il ,·ucabo!o 1 ~ctura 11, contrapposto alla men. te non si lmplf'ga per crc11re un dualismo. ma per porre I te.nninl di uni,. &intesi: dlcl11.mopure di una sintesi a priori. Che cos•~ In natura J)('r l'uomo? E la realtà vi– tale che f'Sl:11 si trovn lnnantl Cflme storia lndlscrlml• nata._ memoria ,•ag:no \Ggo futuro. fino al punto in cui FHANCl-:SCO FLOIU egli non 1rt farà mnterln di un effettivo e creativo CO· noscer e a doperandola In una sun for ma: è In volontà unhen; :i.tc In cui egli de\'C porre Il suo fa.re. Il \'0l q:o si 111,a\'enta del principio fllo& 1ficodcll'lr• rcallà della naturA. e contrnppone. RI pre~unto orgogl!o drll'uomo che ciò nffcrmo. JR bufera. Il terremoto, le inondnzlonl. le malaWc. certerxe ben reali. capaci di c:rncf'llare In un mattino la \'lt:1 ste,~ del morttlle che oltenn! 1'1n-c11.1tò dellll nnturR: oonlrRppone IA morte. Ma Il filo.solo Intende negare che la realtà sia quel– la di unn prowlsorla rldullone della nal.Ura a seh('ml, nel rnpporto de.I cinque ~ensl e nella rlgldlti\ matematlcn di ~pa,Jo e tempo: e dei ruto In SC1lcnu moderna parlan• do di encl"Glee di ;iHre a,·,·enture. più o meno ntorolche, aff..:nna l'lricalt:\ del ,·ecehio ooncetto di natura e J)C!r Altrn esptrielU.'.l, cunchludt" all'unica splritualltt\ dell'u• nh-et fO. qualunq ue sia Il nome terminale che a que&t.A unili\ ronferlt.ea : NatUJ'fl o Dlo, Per noi l'lrrcnllt\ della nntur n. fino al punto In <'Ul ~ ne ,·aliamo all'opera u. mru1A. 11lgnlflc•1 che non nramentc l'og:getto Ineffabile. ~,,. pianta o '.lOIDO o animale o nrl11o ,en10 o acqua o fu0t'O uaturnlc. e la materia dell'arte, ma In forma che l'uomo dà nll'mrftato oggC'lto, trai;formandòlo In parola. L'nrt!.stn non riproduce mal la natura. ma l'nnlmo col q11nle egll ~unrda e t:entc In natura che fa ()(;getto di tè. La m11,terladell'arte è sempre e soltanto l'animo del• l'uon'lO. e pcrel6 i' aemprc lnterlore. pur quando si tra– duce nelln nntura di parole e suor,! e segni duraturi: sempre interiore, sia cht- CEprlmR li sentimento delln e:stern,\ \ 1 lskme. sia che esprima la sun lirica interiore nelln mu"llcn di una !<lnfonln, traendo da sé e ordlnan• do e lmp'rlmcndo negli iitrumcntl e quindi nell'esteriore naturn. ciò che In natura non esiste ntppure oome: og• gt"tto d'ln1!tatlone. s:coondo che 111 crede, R torto. per la pittura e In sculturn. E re~mplo della mu.c;:Jca vien por. tato l)("r la aun efficacia, glncch(' i- facile mostnare che la mu.,lcfl. non ha un Ofl[l:Cltoeateroo. un modello da riprodurre. :na t chln10 <'he ln ogni opera d'arte. a qun• lunque divisione IA si rloorduca, Il caso ~ pur sempre lo Et~: Ja mnterla d'ogni vlrtualllA arttstlcn, qualunque 11.la i l eo11,ddetto meuo ui,1CMh·o (colore. suono. plastl• ra. t lnematlca. ritmo O C'rpo m>J è tempre una. sempre mentale: l'animo del\'art !J.ta . l:: polcM l'uomo si l!t ltuls ce uomo nel pen~lero•paro. la. i.I arrh•f'rA nll'appnren1e pnrAdoc.so che la materia unlcR di tutte le arti. nelle pl\l dUferentl tecniche e nel loro lntvl'ablll e ooMangulnel ml.scugll( che fan parla• re della gnmmA e del tono J)f'r 111plllura e per la musi– ca - a non ,·oler citare 111\roucmp!O -. c. per qualsia• &I opera nrt-18tlcn.del r~tmo o dell'uniti\ della composi• t.lone), nella fialcfl della luce e In quella del suono. nel• la necessiti\ 11 rloorrere al plò dh•crs1 elementi n11.turall J)('r lcmpe11're e rendere duraturi 1 ,'OC&boll. I suoni. le llnef", I volumi. I colori. I moli di danza (dall'11.cqua agli olll dalle oorde al :nc111.III e nl legni): la materia unica di tutte le nrtl e Il d~cor~ mentale. e la parola. oosl oome prima abbiamo dette che Il colore o suono è ma• telia dCIJ3 paroll\ O$...~n·erò Infine: polchè ogni sistcinn di pensiero nft~e inrvllnbllmentc oome parola. 111.rl \ lecito afferma. re t'he una fi!0$0r1Rdelln. pnrola dc,· e ess ere. In uno sta. to di neccultil, Il fondamento d'og:nl concezione filoso• Jiea: non roltanto del co11ceuo del\'nrte. mn d'ogni con• cetto dl'lln rcr.lln. E un11 fll()i(')fla che d\mc-ntlchi o d1a l)f'r o,·vJo e <10tt1ntc"<I l ooncetto della parola, diciamo pure della pRroln di cui dcnt\ vnleral. presto o tnrdl ren• tiri\ Il dlsnstlo di una manoanta. tl\'endo corso li rischio di fondan.l sulle lnrve dl \'OCRboll.Rru.l di echi defunti. ,•Jbra,:l<ml ,·ocall mn non ,erb11IL Perciò in fine, soltan– to t.U unA fllo't<liladel linguaggio può sorgere li concetto dc-Ila poe.s,a e quello della filofofia E Il c11.rtcslnno I lo pe.n.<o • dh·errl\. 11 Jo parlo»: loquor, ugo .ru11L Jo'f!,\.'\"CESCO FLORA (dal colunut e L'or/11mo dtlla p(Jrola », in corso d1 pubbllca.:lontJ l'ultima stanza (Continua da pan. 1) civilmente dopo Il divorzio, non la coglie Impreparata: nel momento In cui Rosa sta per partire. visto inutile ogni nitro mezzo, tra cui un lun– go colloquio del fratello Gia– como con Michele, Elena proRtta della debole Teresa ~\!~fife:,;~,~a~labu 1 t~~~t~f; poi perchè l'assista In brac- , clo alla ragaua. Non basta. Polch~ la ra:;ar.,.a, pur accon– ciandosi a vedere l'amante !urtl\'amente, non desiste dnl proposito. che sempre più malUra In lei. di sistemare la cosa una volla per sempre. Elena avverte la signora Dennis e la la Incontrare con Rosa. E' quest'Incontro a pre– cipitare la sltuaz.lone. La donna, dall'Isterica che è, ri– corre a tutte le rlaorsc che la sua stessa sotrerena le lndiea; glun~e a schiaffeg– giare la glovlnetla e a but– tarsi per terra. a piangere disperatamente, e - quando Rosa è ormai sconvolta dal– lo spettacolo miserando del– la tradita - a Inscenare In commedia del suicidio, che la ragazza sventa In tempo, ro– vesciando In terra le pastic– che del veleno. L'Intervento di Michele e la sua malcela– tn pena per In moglie scate– nano una nuovn temp esta nell'anima della ra, :ar.ta . Via la coppia, è la volt i\ di Gla- ~ir~u~1 2~1g~1u~gsal:v"a~~ ~~:~ 0 n~? ~1s~~~~1 1 !ns~~~r~i un Dio persona che sotrre con noi. Invano le consiglia di pregare. Tutto questo non la che turbarla. esasperarlo sempre phì. Rosa grida la sua miscredenza, la proten·a dlsper37Jone. la sua presun– zione abbandonata. E non 1~d~t; 1 i1:;;~:~ifi~~~à stanza, Rosa, rimasta sola, rr~f 1 ~~id~~Sl!~n~:~~ dro cl mostra I tre fratelll riuniti nella 11tan1.adove Ro– sa è morta, Intenti a rtcvo. k~a~~~acf1 1 g~\1~t'~fe ;~~:~?! pn a questo tardl\'o esame di co sclen1.a. per concludere che la rnga1.za ern tt-oppo sempli– c e per res istere a uno scon– tro cosl violento con In real– tà. No, gli risponde Clacomo, ~~l~~o 1 : 10 i~t~~~e~'lmreil~(),ti~: dc tllssonnn1.c clelln vita mn non riusciva a superarle. Col– pa della ra,:a12.a, dell'educa– zione ricevuta o degli altri? Forse, osserva Clacomo. bl- ~?§~~~3i-e;;~ b1~~l~hnevn~!~ ramentc slarle vlcfno, blso- fin1;~of~f1~~g~a~efr!'t~1;rc,1;!~ dall'Interrompere di Teresa, ~~fi~lt~dt'ift'i.s~e~~a ~~i dormire S'ove Rosa è morta, 111 fine di Rosa le ha rcst.itul– to Il coraggio che la nevroti– ca sorella aveva contribuito a sottrarle: Teresa dormirà li. non ha paura, non può aver paura del Juo,;o dove una fanciulla sm11.rrlta è morta, quel pensiero, al con– trarlo, le darà tanta pace. Il dramma segue due diret– tive: la mania delle vecchie 1..ltelle nevrotiche e la vlcen- ::. ~1 1 ~~~:atfl~\~~~: re~: lo scrittore non riesce a far– le coincidere pienamente. Con una cer1a dltncoltà si Individua In conncs~lone tra I due mollvl. E si resta pe.r- r~et~~r,~udlq~~; v~~ll~~o m~hge~ glormente, Induce alla fidu– cia In dolce e candida Teresa, ~~~ "i~~r~~~ir a 1 ~c:~~m~ flcantl non erano riuscite a ~11 ~~';jgffo':'E• n:;:A v~~v~~~ Il venerando Giacomo ammo– nisce cattollcamen1e di non giudicare lroppo In fretta, che Il Creatore non può non essere slato sino In fondo ac– canto nlla Sua creatura, nè sappiamo quali slnno stati 511 ultimi, supremi pensieri P~~~~~f~n~~~ fhzili~~~ pressione della suicida, che aggiunge errore ad errore e peccato a peccato, per quan– te attenuanti e Indulgenze ~ereslq~~/f~a;i° u~~eia~c:~i'f:,~ abbas1ania. padrona di sè e tutt'altro che sciocca, che tenta la sua grande avven– tura alle spese di un'altra ~o~~g ~fud 1 ~~~l>O q~sl\~~lga~ perchè la conosce personal– mente e solo decide di ucci– dersi. quando si avvede del~ l'lndlssolubllltll dell'allro le– game. lndls!lolubllltà (ed è qui una delle note più alte e commoventi del dramma) creata da una antica ama– rezza diventata necessità. Nello sfol"1.o di oggettività ~!S1/~~fo~.~ùl8v~~:l~I t~~= corgiamo di lrovarel d'accor– do con Elena, e cioè col per– sonR,:glo che l'autore stesso scredita con l'etichetta ~ato– loglca. E ciò malgrado, e malgrado nitri dettAgll che si potrebbero ancora citare. pochi drammi prendono cosl profondamente e lntlmamen- l~ ~::!~~ej~o,~n 1 1~e~: 1~~ sceneggiatore dà la mano al poeta e tocca una delle cor– de più sensibili nell'animo umano. L'interpretallonc del Pic– colo Teatro. al Valle, diretta dal Costa. ha bene espresso I tempi del dramma. Nella replica diurna, alla quale ho assistito, tutti gli attori mi sono aprarsl fermamente WrnN~3ta~~~11~ 0 ~ ti:~~: Teresa Franchlnl In Terel!a, hanno dato rilievo nl diverso carn1tere delle r\11pettlve ne– vrosi, Cnmlllo Pllotto è sta– to un persuasivo Giacomo, talora un po' stento nel fra– seg,;lo. mn eloquente nel si– lenzio: Roldnno Lupi ha di– segnato un suo composto Mi– chele. Mila Vnnnuccl. al suo esordio n('lln sct-nn romana. ha orrerto In Rosa una bella cm:à~ ~~~i8un"1tf:i:~: ·~~~ di Valerla Costa. ACHILLE FIOCCO

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