Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 38 - 20 settembre 1953

Domenica 20 settembre 1953 ARTE O SCIENZA? SIMBOLO-O DIMOSTRAZIONE? Metodo di Leounr<lo Anche In Leonardo l'uomo è una aedu1.lone mitica - cosl quando dipinge come quando scriveva. Consigli, fa– \'Ole. simboli, profezie sono dedotti dalla realtà regale dell'immagine che. In lui è viva, e nella esperienze. ~I realizza. · La frammentarietà del pensiero e dell'opera di Leo- f::~0c~~fi~~ie;i:ss-;-ssro'"rif~~~ ~:s~ft'ge~t~n-; ie~~!~~o~ 1 ; Interiore da cui attingcrè Il pro1>rlocer\'ello: folchè ogni epoca comincia da un mito e ogni mente primltl,•a ha bisogno di un mito al quale rifarsi e dal quale, gremita, sciogliersi per Il suo Impero. Un mllo li 11 seme da cui na.<;cC la fantasia del Medio Evo, e questo mito è quanto \'h.'ne definito "'Il mistero>. Un mito l' la condlzlone del Rinascimento, e ogni anima che vi si forma de,·e evocarlo ln sè per es.<;erequalche cosa: o questo mito li l'Uomo. ShnkesJ)cnrc o Leonardo ._ Ariosto o Leonardo: ani– .mc che si dibattono Ylclno a un fantasma. Lo spirito rinascimentale ha. un"educuione mitica, non logica. Il grado della sua libertà sin nella caP.acltà di discernere quel fantasma nel quale è già tulto 11 tem1>0 e dal quale l'intelligenw 1mù iniziare Il suo strazio. Perciò il Rina• sclmento è Insieme un·epoca opulenta e hnrharicn, e In es.qi . come In tutte le epoche Iniziali dell"uomo, tutti possono J>Ortarsl,rapidamente e senza t.('rrorì, allo ste~~ grado e alla stes.c:aabilità: E' questa unlh'l. della fantasia che spiega e non spiega 11 carattere della sua proJ.n - prosa estremamente"' me– taforica•· Arte o sclem-.a? Simbolo o dimostrazione? NO l'uno né l'altra, ma l'uomo m~lla sua lntaUa e \'ergine ~:~rc~~~~~Jt:::;1J>r~!~~~~:!ro~•~c1;~77,ra a~od~~~ ~-~ profondamente e to1almente nella lettura di Leonardo. La sun unità era precedente a lui stes.,;o un'unità fan– tastica che avern Il suo centro nel cuorf? del popolo - cosi Il popolo pote\'n Intendere perfct.tamente In sua opera, facendo appello alle radiose e Incoercibili forze della sua percezione. Questo pof)Olo siamo noi stc§Sl e non abbiamo bisogno di ,·aste distrazioni per dis.,;eppel– llre In noi quest'immagine altera, In cui è una cosa o l'altra. e la "!venie prosa dell'uomo. Lo sclen1.ia10attuale crea l'uomo scn7.a saperlo e sen7.11 poterlo sapere. Leonardo procedeva con ,:_e:uardocom• plessl,·o, piccolo e grande, Yedendo e non \'edendo, crean– do l'uomo. La sua prosa non è questo o quello - è spa– zio d'uomo, taglio d'uomo. ti suo sguardo era lo sguardo del mito. Uomo è esperienza, egli dice: Il che significa semplicemente - J)resenza d'uomo. Quell'esperienza ò li presentarsi e quasi aggredire dell'uomo. è l'unità as– soluta del mondo - ciò che le sfugge non è. Cosi il concetto di esperiem.a dowebbe più esatta– mente mu1ars! In quello di esprc&.'ìlone.Questo è Il vero strumento di Leonardo. ciò che lo rapJ)Orta continua• mente e instancabllmente al paradigma mitico, ciò che gli aJ)re I scgre!l della vita perchè li •crea•· L'espc• rienza stessa, cosl come Il disegno, l' strumento di ';Spressione. quindi strumento di umanità. 0Stnl vena che Leonardo scopre è da lui !Inta e creata. In lui la ,•ita non esiste se non nell'alto di esprimerla, di can• tarla. Questo rende li fascino della scriltura leonardesca e la sua perfetta veridicità. Cosi il criterio della verità dh 1 lene per lui, primo fra I moricrnl, Il criterio dell'esattezza. In tulli i suoi fram– m~ntl. in quelli stessi O\'C è espressa una realtà lnfanda e strana, scopriamo la permanenza della cspres.,;\one ;~:~l~~~:~~àe eoC~~~z~;l~;~~s..ru:~ 1r~e~~n~.l~O~~ struzionc di una dottrina, di una .scienza, di una filoso• fra - è contenuto In questo atto primo, In cui è la fino e ~efR\c:;:;~r~~n1~ ~~~ ~~gi~1~:1~·~f6neancora rra na- tura e uomo. an1.! tutto quello che si allrlbulsce alla na• tura si attribuisce contemJ)Oraneamente anche all'uomo, e mal la natura si esprime se non come esprcsslono del– J"uomo. Perciò l'atto dell'uomo che sl curva nella ca• \'erna è lo stes.<;O attq dell'uomo che si curva In se stes.,o e scorge la sua dolce catastrofe. Qnni frammento di Leonardo è una dimostrazione del suo O metodo che è Il metodo dcll'espre~lone come CO· gnlzlonc e della cognizione come espressione. La ,·erità di Leonardo non è data quindi dalla appros– simazione a una esattezi.a scle.ntiUca, cioè dal paragone a qualche realtà che è fuori di lei. ma dalla quantità umana che \'I è compresa. Questo è l'equl\•oco più co– mune nella lettura di Leonardo, ragione di false lodi e di fal,::econdanne: ma se cl sono profezie sclcntirlchc in Ju\ ciò non a\'"\enc perchè cgll si distacchi dal mito, ma' perchè nel mito è contenuto l'uomo e già l'intero ca– r\co del suo tempo, Egli anticipa un mondo; perciò la sun voce è profetica • La prova più ardua di Leonardo sta nell'aver conce– pito miticamente la scleni.a, cioè la posslbllità di un mondo. I cui eventi si presentavano a lui In termini di espres.<;!oneanzi di 1>ercezione: un mondo che era una Immensa metafora di sè. Cosi In lui possiamo scorgere nel suo germe la na• sella del concetto di natura come momento dialettico dell"uomo, come ostacolo che ruomo pone da\'antl a sè per poter es,;ere se stesso. per riconquistarsi e riudirsi. Perch~ la natura sorge quando l'uomo sors.::e.e permane quando l'uomo permane e si sclo'l'.lle nel suo s.::rido- e cosclem.a (1\ e~AAvuol dire co!lclenza di sè. La natura non è null'altro se non metodo umano, e questo l' in Leonardo pre<;cnte nel suo germe primo. Una e!ltenslone dell'umano. Questo è Leonardo. F," lo stesso atto dell'Ariosto, è l'atto rinascimentale: l'estensione di un'immagine. Ma. contrariamente all'Ariosto. U>onardo è un carat– tere es.,rn1.lalment1t dialettico. Egli hn In !lè Il demone di un ,·aslo mondo e Il presentimento di uno S\•lluppo ~~~~n~~ne,.r:;~lp:~;~~~ra1~·unn~~nc:r11/:! ~u~!~a~~!~~ più genuinamente rma<;Cimentnle consiste nella <'hiusurn ~~r~~e~in n:.<;~~ :11 \~ 1 ~:· t~~~~a Ut 1 c~h1~i::: ~r~u~~f~ pl'ocesso è certa e incrollablle, e sta nella sua presenza d'uomo gettata oltre o,e:nlS<.'hlanto: E" Il sug2ello eroico, rlnascimcntale, ristabilito per sempre. E' la sostanza stes.sa . l'immagine. la voce, è lo .stile che si ricompone dietro O'!'.nifrattura - un dolce incanto di lntramonla• blle carne - polchè nessuno schianto è ,;uffici.ente a rompere !"uomo che si rlcomJ)One al di là come intorno a chi viags.::la Il riso e le mura d'oro del mondo. Con Leonardo Il tnlto del Rlnasrlmento dl\'lenc un mito eternamente valido, cterna"!"~nte/,ossibil! - Il mito ancora valido e ancora ~•bile In noi. E. questa è la i:ua moralità. La moralità che J'esistcn7.n poteva trarre da sè per regolare Il tempo degli uomini. Perchè la spe– r!enza è Innocente, Il pMcedere sles.'iOdi Leonar_do è In• noccnle. Non \'I ~ sos1)etto in lul. come In ogm splrl~o del Rinascimento tranne Shakespeare, che la specie umana J)O$Saessere considerata come non necessaria e disfarsi al sofllo bruciante della _condnnnn morale. La parola dl Leonardo ha gli st~I limiti del mondo e noi ~~~Ì~a;g ~:r!~~ ~~~ioè ~ui~a~~~f1cleJ!jr~odneJ/u~~g~a~~~ ha bisogno della morali ti\ pe1·chè hn so:1>reso. 11 cuore delle co!le e l'ha \dentlricato con la sua 1mma~ma1.!one. i,:· 11 metodo eroico. Il metodo • gra1.ioso > di Lco~ardo. Qualche coAAche, rome l'opera dello 1,izuardoe dell amo• re, non è problematico e non ha limiti se n~l_lnet suo stesso dl\•cnlre e nel rarzi s1 >a1.lo e disegno 1nu J.:rAnde, ma è ritmico e ritorna ln sè con armoniose conclusioni. F.:' 11 m"torlo rlnMc!men1ale di Leonar~fAmo CIALf'I Pag. 7 TR~·•;v;i~Rr i 'ii'· ~GO I , I ~ l" • \!;,_ quaranta ritratti dell'800 1 l •' ~ Jl l~it•cio e Il llt111:o,al """~ l «lue più t1Ut1'11ticl t11•tlstl dntlel 1lt1lta l,oml>r11•11lu nello •eoi•Ni> 111>c11fo ..... n:.Xtt;LE IU.N'l'.,QNI: Giovine-Ha In bianco .. , Attana.slo Soldati Ricordo diSoidati di ACHILLE PEfULLI Artisti italiani: R11,ff,1.ele C11111tello )f. 1n HAY1'1'1 ..0NU 6UERI.N \"1\'inmo In un mondo che non è puro. In cui niente è puro. La pure1.ut .!>embramorta. E tuùavia sussiste: sus.,isle In certi rari Individui. fra I quali si vuole pone Il e~~~do ~f 5 ~~1, 1 irte a Ca!!tcllo In quale età ha comin– ciato n dipln,i::rre. risponde che non se lo 1·a,nmen:.11.. Ancor fnnclul\o, egli doveva disegnare, !stlntl\'amente, solo 11er lui, come del reslo fara più tardi. Una voca– zione precoce. fiera, ostinata e che ne::.suno Incoraggia. le '}~:i~i~,t ~~~~~:.rtl;~~~l~ti ~c~~?t~1:Jy~e~~:· p"':i·~~~ chi nit-si all'Acctldemla -. , Germania. Boemia, Paesi Dti.l'<II.. d,s~~O: ~:r;n~!g~,~~~slPe~o~lu~~!l! ~t:r~~::1 ,: sl~~r~~~ c11nze.C11.s1~1lo a\•e,'a allora 25 anni. Entra In contatto còn I maggiori a!'tisli del suo tempo; diventa l'amico di Mondri1m, di Oclaunay... E' attirato, i.oprallullo, dftl r,tuori astratti. Espone un pò da per tutto; ma sempre fede!<' alla sua linea, al suo stile. '.'i"t'l 1035 fa rllòrno a Ca1,ri. Non si muoverà più fino al 1%2: un lcn1;0 studio!,,() ritiro _di .17 anni! Dlclas• !:~1\\~e"~1:~r~~l~~li~~~tl~ ';~~t~ od t~1~°ndt 1 .s~inea\,~~?C as..,o\utamcnte lgnoraré l'evolu7.lone delh, pittura, delle ~cuolc. delle tendenze e delle mode; soltanto 1m~i0dalla such~i-~~': i ~: 1 taEs1)rimol'e p!ttoriranwnte le forme orgnniche della natura. sia l'lndh•lduo o l'anlmale: ren– derli! magican1enle con le rol'lne e I colori. Ci conosciamo da 1>nrecchlo tempo. Castello cd lo; ~:t~:~od~·r qc~~elirànco'!l'èdl~~~:1:ti dr°C~1 :u:-~c~~~r: Alltllclldnua, diHiclle con se stesso, libero da lnflµssl. e.vv \:l'SC\ n qualsiasi concessione. pngo di ,,J\'Cl"C al mar– ~llic della vita. Castello si rinchiude nel proprio unt– VJ=r~o e lo feconda. J'N•h(• vocazlOnl furono tanlo ferme; la fiducia nella µ1oprla ,·crità non escludendo tuttnvia il d1:bblo. Quante volte non ho c ascoltato> Castello guardare le coc;e ! (;•m1 ~are l' parola dcbol!'. CA;tcllo non <iCmbrn. e iuar– .;n,·e i.. I::;li "'vede b. E~li viola rav1n(rcn1.a; da poeta; quale, In cHettl. è; con llrl,mo. E questo modo di attln• gol'e In realtà ! in lui cosi on~sto e sincero. cosi pate• ~~: ~~~~~:~ ~~;~J;~: repa1!t~~ta 1 ,!e ~t~~ d~~fanl rf~i\~~= C6hcnv., della propria lnterlorlH1.. llnn va.rota ancora. Castello oggi, tornato a Parl1i. e:,1,p11ne un complesso di tele <'l'una Insolita bellezza. ~~ttt{,'~~-~/~e x:? Q~l1ti:n~r~~t~ro~a q.uri1~it~h~~ac~~ stello qui si è hnpot:to? SI peni,a alla \'arleU, della sua cre1u.lone. alla rlcchezui del suoi lemi, alle sue compo– sizioni plastiche. 8.I 1eiUOI mirabili disegni... A tuUo eh\ chr, nasconde dèlla sua oper8., Cai.:tello uomo, fra tutti, puro: pittore puro. RA\'MOND GUERlN Biblioteca Gino Biané.o '.I

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