Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 38 - 20 settembre 1953

Domenica 20 settembre 1953 LA FIERA LETTERARIA l'ag. 3 "HA PIU' FATTOANTIGONE NELLASERADELtASUAMORTE CHENON IO NELLE INN.UMEREVOLI SERE,, .. P.L. Il 5 8COrso t caduto il trcntanot:esimo anniL-ersario della morte gloriosa di Charles Péguy M1l fronte del• la ;l!arna. Una palla nemica l'inchiodò a1 a110 posto di comba'timento, mcntro ordin(lva il fuoco ollu sua compagnia. In 7)icdi, Pég11y tra i soldati stessi pçr la battaglia. In piedi, coma som7,ro aveva volllto 11taroin t'ita, soprattutto moralmente. < Niente valé un bel• l'lnglnocchlamento diritto d'uomo libero> è una /rOIJe s11a. Infatti, poche vite hanno (1v11to una rispondenza cosl rigorosa tra pensiero e azione, tra fatti e aenti• menti, come la .,,,a. Proao, pocala, affetti, tutto i' 11ni• tario in. Pé9uy, tutto reca il segno della fedcltrì. A ,11iasi otto ll4stri dalla aua acomparsa. la fig11ra e l'opera di Pég11y rappresentano un palladio nella cor• ru:io110 del mondo moderno. Aveva acritto: < Ce se– ra.Il beau de mourlr sur une route et d'aller au ciel tout d'un coup >. E ancora: < Perir en sa !leur. lna– chcv6 dans un combat mllltalre, voilà ce qui manque aux dlcux >. Siamotutti Quando si parla di età di tede, se si \'Uoleaf!ei;mare che per secoll, che erano poi secoll crtsUanl. che erano secoli della leRgc di amore. secoli del regno della gra– zia. anni Domini, an,1i gratiac Domini, la redc, Il credo, era comune, era per cos\ dire letteralmente pubblico, era nel san– i::iuee nelle vene comuni, crn net popolo, andava da sè. era - diciamo - 11 diritto comune. solenne. uf!lclale. e che oggi non l' plìl che lo stesso, se si \'uol dir questo, è giusto. è storicamente giusto: non si fa che constatare e registrare un fatto sto· r!co. Ma anche qui blso,;:na reslstrarlo con c,trema attenzione. bisogna manei:glarlo con la circospezione più estrema. Possiamo chiederci prima di tutto se la nostra moderna fedeltà divenuta. a 1orza 11rlvata.voillo dire non pubblica. nel senso che non riceve pltì geoeralmente la c ele– brulone pubblica. la ceJebrn:l.loncdel po– polo e dello Statp, n on solenne. non u m– c!alc, si tratta di sapere se la nostra mo– derna fedeltà, voglio dire la nostrn fedeltà cristiana Immersa nel bagno del mondo moderno. a.salita. battuta da lutt.l I venti, bnttuln da tante prove e che è passata lntntta attraverso I due secoli dl prove Intellettuali, che ha traversato lndenn~. Intatta, Inalterata l due, tre secoli di pro• ,·e lntelletluallsttche; si traua proprio di sapere se la nostr a fede ltà, 11 nostro ere• do moderno cioè crl.st !nno al bagno del moodo moderno, se la n ostra fedeltà che 11 mondo moderno non ha tocca. che non ha tocca l'età moderna, e non hrm tocca I secoli moderni. i due e ulù secoli lntel– lcttu111\stl,non ne rlce\'a una be!IC7.7.a sln– go'ttre, una bellezza non ancora perfetta, e una grandezza singolare agll occhi di Dio. SI tratta da sempre di sapere Ml la nostra moderna santità, cioè la nostra santità cristiana Immersa nel mondo mo. demo, In questa va1tat10, In quest'abisso d'Incredulità, di mlsereden:m, di Infedeltà del mo ndo m oderno. isolata come un foro che lm •a.no asalga un mare da ormai tre ~ecoll Mtont ato. non ~. non sia 1ft più gra– dita agli occhi di Dio. St traltl, si tratta da sempre di sapere se l'Ignoranza è più vicina n Dio o l'espe• rlenza. se l'Ignoranza è pi bella nllo sguar.– do di Dio o se lo è l'esperienza, se plu arata a Dio è l'ignoranza o l'esperienza. Mite& Chri&ti, ogni crlstlnno è oggi un soldato, li soldat-o dl Crlsto. Non c'è più un cristiano tranquillo. Quelle croclnte che ( nostri padri andavano a cercare fin sulle t.erre deill Infedeli, non solum In terra1 Jn. fld.,Ifum. ,ed, ut Ua dlcam, in terrai ìpsa,1 l11fid'cfe3, \'Cngono loro a noi oggi &Icon– trnrio, ,,engono loro a noi ora. e noi le abbiamo a domicilio. Ogni fedeltà nostra è una cittadella. Quelle crociate che traspor. tn,·ano popoli Interi che trasportnvano con. Unente su continente. che gettavano I con• Unenti gll uni sugli altri, si sono relmbar. ente verso di noi. han rifluito qui da noi, sono tornate fino n casa nostra: come un flutto, sotto forma d'un flutto d'lncredul\. t-' han rifluito nno n noi. Noi non rechiamo più la guerrn tra gll lnredell: al contrario p:11soarsl Infedeli, gll lnredell comuni. diffusi e puntuali. in– rormt e formali, tnrorml o formali, gene– rilmente diffusi. gl'lnCedell di diritto co– mune e più ancora le Infedeltà cl han ri– portata la guerra tn casa nostrn. L'ln(lmo di noi è un soldato; l'Infimo di nOJ è letteralmente un crociato. Come un !lutto dl popolo. come un flutto d'armata, I nostri padri Invadevano continenti In– fedeli. Al contrarlo ora, è Il nutto d'lnfe. delt:\ al contrarlo che tiene Il mare, che tiene l'alto mare e Incessantemente cl at.. taccn d'ogni banda. Tutte le nostre case SQnofortezze In periculo mori&, !n perlgllo di mare. La guerra 1a11ta è dappertutto. sempre: nessun bisogno ha quindi più di c'"s•r bandita da ne"...3unaonrtc. voglio di· re ln un punto determinato: non ha biso– gno d'esser bandita più mal. vo$1:Uo dire In un determinato momento. Ora è Jet eh'! "" da sè, che è di diritto comune: ed è perciò che non ha più bisogno di essere decretata. dichiarata. E' sempre e dapper. tutto. Non è più la guerra del Cento Anni: r- nttualmente una guerra di duecento o dt cent.oclpquanta anni. Qi.:ellnguerra san. t:t che un tempo avanznvn come un gr,tn fi"''o di cui sapevi li nome. quella auern cc,nttnentale. transcontinentale, che popcll Interi. Rrmate transcontinentali trasporta– ,,ano da un continente nll'nltro, ogqt 5pei· :-ata. sbriciolata In mllle flutti, batte oggi •· :i r--~J•ndella nostra porta. Cosi t.uttl * Charles · Péguy ib ioteca Gino Bia *' Morire giova~e * "L'uomo che dice la 8ua preghiera è pieno l'uomo che rice_ve un SAcrameoto è pieno l'uomo che muore è pieno, è. pieno d'Una vile ed ancbe di una eternilù. Ma l'uomo che ricorda non è mai pieno, e 8000 io quello appunto che non fa nitro che ricordare,, *

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