Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 28 - 12 luglio 1953

I I- Hontole conte l'lao visto '* di MARIO LUZC La poes!i di Montale trovò cosl presto U suo interno equlllbrlo, determinò sublto den~o di lui Wl ordine cosl netto, sla pure dolo.o.so , sistemò In.somma tanto bene le cose e l suol ra'pportl con loro, che da quando glHul pre– sentalo - ed era allora un uom.osulla quarantina - uon ebbi m&! l'lmpres.sione che avesse qW1Jcosaa cui tenòere o che dovesse ancora acqulstare. L'importtanza di ciò che a\·eva gtà dotto era sensibile BnChe per lui; per questo nulla tradiva mal nella sua persona o nelle sue parole queJta ten.Slone e quel moto In una dire:r.l.onetntdleutJale determinata che sono propri di chi non ha nulla. aUe spalle o, &\'endo qualcosa, lo dimentica e ripone tut.ta la posta nell'avvenire. Per quanto Il Suo k,inerario di a.rtL,ta non mancasse, com'è ,naturale, di Incognite, sapeva che ogni nuovo p:-o– blema l'occasione gli presen~ non a,vreAA,e -5e non con !erma.to la soludone già data. Se ne f.tava dunque tLl centra della sua tela. intento ma non preoccupato ad IU"J'iochirlad1 nuovi ftlan1ent1. Da questa s}ttJutone gli veni}"&una serenità quasi &Oddislatta oppure un cruccio e un di.sincanlo che sl diffondevano e scoraggiava.no un po' l'Jnterlocut.ore. In ogni modo la sua convernll.Zione ~ aT.bnava quanto p!u v~va su argommtl extravaa:~nti; diveniva molto spiritosa qua.ndo una spec:la1e anedot!Jca o una qualunque persona o clrc.:istama gU c,onsenUva di volgere ,1 dlsoorso al grottesco e al caricaturale; addirit– tura eccit.Ma quando cadeta nel proposito il melodramma oon variazioni sull'impoot.a.tl.one del. basso e su quella. del– buitono, non senza' qualche. vlvli.ce conttaffa.zkme. Cc.r– ea.va.mo la sua oompagn!a per quanto f()ISISe onnaJ. ch~ro ohe gli dlsp!aceve di spingere U di.scor'So In una. direzione troppo lmpegnat!.va e di rlmetite:re ln dL,cusslone prlnclpl e Idee che gll ap~ eva.no ormai troppo a fondo ed eran.:, per lui un modo di ~e piuttosto che di volere e pensare. Per lnclso, rar:unente r.ei lunghi A.nnl, pot.en comunque danil qualche a.ocenno di confessione, qualche st"gnOdi comprmskme che proprio per la 1.,ro dlfftcoltà valeva.no a stabUlre Wl'intesa umana MS&J. intensa. Il suo Ja,·oro. come dicevo, non e,ra fermo, s.l svolge-.ra. in un gelolo ~to. Proprio in qu~U anni la sua poesla fu capace di ~rbire nel.la sua na.tiurale cUalet.tJcae di rtdurre al tono Giusto della sua voce certi procedimenti del slmbollzmo che allora vapvlll10 sospe.,il sul cielo di tutta la nu.,va poeslà U.l\liana. Fu. nella storia. d.1 Mon– tale e dunque nella storta delle nosttt let.l.ere, una ripresa. Import.ante. Leggere sulle rMste del temi)O quelle In.sor– genze. quelle dranunatlu.ai.ionl f!lceva un c1.,,loso ef!et4.o a chi ave-.ra ~otto gli occhi la. ~,. del poot.a. o ·att.ra parte ~li non ne pari.1.va o 'se mal nel modo pjù margi– nale si posss. immagina.re; nè a.veva. piacere che gll &l desse ~ di c.verle lette. Erano più simili a lui, come a.pparlva. certi schenJ. poet!ci. certe btwuTle e su queste Cll servo gallonato, rli sciacaUl al gu!.nr,qllo. eoc.) non gli rincresceva di p untiuallz:z.are , di r~e, oolOl"Mdo, la clrcosta.nza. Dirett&mMte la sua {N!lQuentozlone 00& era punto pro– :ftcua e t.ant.:> meno eccitante. sebbene sapesse ISJ)t!SSO indt– ~e certe letture. dJ stranlerl specl:llmente. assai curl06e che in ogni modo avevano a che vedett più con il 5uo comico che con Il 3llO tragico. Ma in seneo mdlre«o po– teva Insegnare mol~ cose; per non dlre altro, quella. dl- 6perata e muta fiducia nelle proprie r&4rion1 di cui c'è 6tato tanto blsOgnO nt'I. tanpl burrascosi e pieni d'inSldle che abbi.amo tcavenato e perdurano. E quanto alla sua ~. non starò a ripe.bere ciò che tutti sanno e non 003tltuisce pjù un problema. per nessun~. essendosi la crltJca lmpW.onita subito e con una precl.slone Insolita per le optte contempormtee dei motivi, dei temi. c:tei gjgni.. flcatl che e$a p,.,rt.a. MARIO LUZI Il LELLO SCORZELLI - c. Bu1to di Eurenlo. Montale» RICERCA. DI UN'IMMAGINE '* Una .dizione di poesia ·-,1r. DC GAETANO ARCANGELI o e ,.. Gino Bianco INCONTRO E A~ICIZIA *· Unoscompigliato tempo .1f... « Forse voi ancora non, sapete che, per gli intimi, Montale si chiama Eusebio; vi dirò dunque che, iu quell'autunno del 19-17,se da lunghi anni conoscevo Montale, non conoscevo invece Eusebio.» EUGENIO ì\lONTi\I.E - e 811;;-n:rntl • {1951) * L'uomo è la sua poesia, un'imma• gioe di solitudme e di 8ollerenza • di ELIO CHINOL Aprile. 1946 A Firenu per la prima uolta con A B. e A P No11 <U.rlderaoo che una oo..ta· cono.,cere Montale Ml rltornat ano di con:inuo alla ~te le pagine di Hon-1 Carwsa "" Rilke, quelle che cominciano, e Poco prima cf.1 partire per fa guerra ml toccò una benedtzione connbbf Ralner Mana Rilke • Letteratura' Può dorsi Tuttavia. davvero quella parola benedizione non ml sembrava af– fatto rettorico. mi .tembravo I unico parOlo giuda. Comunque C andata male. Montai~ non era a Flrenu. Per oonvuicermene, dopo tante prove di A. B., ho voluto ascoltare lo ste.sw la ooce uwta, lontana del telefono <':1e li perdeva all'altro r.apo del filo, senza ri$J)O$ta. A. 8. ml prendcLa in giro, Ma lo non avevo voplfa di &<'h.erzare. MIiano. novembre 19-17. Concm:futo Montale. L'uomo t la ,ua poc&ia,un'immagine di .tOlltudlne e di so!/erentti. Sembra :i mpoua, gutUca e parli (pu quel poco che par– la) con un solo d~fderio: na.,ocmder:i. Durante la rola– done no11ha qua.rl mai alzato la tes,a dal piatto. E M– vt: la tene1·a ben dentro/ I n,oi .rllenz! ann:chlli..tcono. Ma co.,a può fermare A. B.? Parlerebbe anche con una pietra sulla Jinauc Però ,tavolta .JOno,rato ben contento dei ,uol monologhi. Per conto miq non rhuclvo a dire una parol,;Ùa~o.~~~:,0,:;4;~iAp;:!~ 0 nv~~~~',:'; J.uJ~'t~':: tale stavolta ha parlato. Per un poto d'ore è .rtato and di ottimo umore e addirittura brU/ante. Gustosa parodia df... Aneddoti divertenti su nylon Thmna.J e altrL Ouer– uarloni ,emi.ferie 1ull'imporfanza di cominciare tutti i ver.ri con una maiu..Jcola(ciò ohe lui non fa). « Una Pot· .ria 1tampata tutta a maiu.roole avrà almeno una motu– scola importanza tipografica/•· Ouervazlont .rulla .rtcsu linea a proposito dell'lmportanto degli apazi btianc.Jif.Mon– tale si con.ridere un poeta « Mpo"rajìca~nte • poco rc/– finato. Pa.,,o a parlare ttrlomente sulla grande diberenza che c·è. ~r un poeta. fra lo ,crtcere in una lingua a fon– do poU..ri/Jablco. come l'fta/lano. o monoslllabiro. come ~~jfj~;i,,f: l ~:;:e~ ~~tu"~t~~ ~~~~r~!~~i%,~fntta~ Neceuft.à per un poeta contemporaneo fdi lingua italia,i~J di lottare contfnuament.e contro /a ~,antezza di pan:Ze f~,:,0~~ : i~a~~:i,J~ ~~~U ,::;,=:o:oq,':}.:;':~:~ .1fcale,e minacciano d( dbtruggerlo. Una poe&ianon nasce 10lo come unlK) - I sentimenti da e..tprl.mere- ma an<'he e )Oprattutto come ritmo. E il ritmo deo'e.t.ter mantenuto a qualunque oo..tto.non pu6 renire sacrtfìcato al .senfO. _ Come del resto neanche il .ren.t0 dOtirtbbe l'enire .racrifl• cato al ritmo. Il grande problema è proprio quello di man– tenere requfllbrfo fra ritmo e .senso, di trovare la parola che .ria ln.t!tme la parola logico (le rnot Juste: the rlght word) e quella mu.ricale. Montale non crede olla e ~.ria pura• come trama verbale; miufcale. raggiunta a rpc3e del &lgniflcato. Quuto, ha detto. è un gfoeO.magari tal- ::1~j'~P:n';,c;ri; i'~1~i'?~~;;~-i ~r~:e a'r\::r11~ st d, quelli mu3fcall. Crede alla 3intesi, aU'unfrd di e &dono,. e e sen10 ». , Finito la .te.rata aila birreda Ca11our.Qui Montate non· ha pfù aperto bocca. Guardat·a wtinarame'nte f/ bic– chiere dat antl a .tè o il mczrciopfede. M9,~!! 1 a,~o, .,f~~! 1 i:~~c,~ a lo ~~ . . \f:::t~· k'!n!~::t:r. Gian.tiro Ferrata. Antonio Barollnl. Conversazione a tu•;. chi incrocfati. Naturalmente non ne esce nulla. Sono .rtato prc.rcntato a Ferrata per la terza rotta. A quando la quarti:? A. ;n;~~faf!UITn l:~a.~1"a~n~n~r~r~lc:~ ~:~~i~n~ ftaliane di Eliot. Natura.le ilarità. Montale t un po· .rtc– cato con i critici che co,1tfnuano a .rcrfuere del e rltf'l,O ferrigno• del .suoi cer&i. Cioè. chiaramente. con chi non rlt'I°' a capire gli .tt 1 i/uppl della sua poesia daQII e oss: » fa\~~~~ 1 t 1 ~ae a~;~n~~~~"; th/~~g !~:f~~~r:Lt1::~r~ del .1en.t0 •· Non crede . alla JlO'lsiO come « puro .ruono it. Ma crede alla necu.tita di allontanarsi sempre più dal toni oolloquialf e pro1a.ttici per raggiungere il ma.utm.o Qrado di inten:ità 1:d elaborazione mu,ricale. Questo ,t stato Il suo problema dopo oli e Ossi di seppia•· Concen– tratione. Jnren.Tttd. Racconto fXXtfCO. per co.ti dire, di ,corcio. Giochi allusivi. Rapide erocatfonf. Tutto eiò fn /unzione di una musica_ meno dispersa e che operi t:trtl– calmente. in pro/ondita. Milano, giugno 1951. Vl.tto Montale, che giudica plut- h~:ou~';;.a:'~~r:ro T:;:_,1~k~~ ~f;tt~tlfl';' :,:e J!n: a Eliot il merito di aver /atto e un gran tentatioo • Milano. ottobre 1!151. Incontro per ca..to M011ta 0 le .ru u11tram. Gli clriedo quando u,roirà Fh1lslerre nelredftlone completa. Non lo ,a. Quc,to é un libro che davt.-ero aspetto. ELIO CHINOL •

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