Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 28 - 12 luglio 1953

Domenica 12 luglio 1953 LA FIERA LETTE R A R i A Pag. 3 ----------------------------------------------------------- EUGENIO MONTALE G A 1. LE R l A DEGLI SCRITTORI l'l'ALIA~1l , 'l :* EUGENIOMONTALE Conobbi Montale nell'ormai remoto autunno del 1917 alla Scuola d'Applicai.Ione di Fan– teria di Panna, allievi en• trambl di uno di quel « corsi accelerati• che In capo a due o tre mesi di istruzione in– tensive sfamavano I nuovi e quadri• destinati a compen– sare le crescenti usure della macchina belHca. OH allievi occupavano le varie caserme clt.tadlne. e, di primo mattino. tra I nudi gi– ganteschi platani del parco ducale, si udivano echeggiare au.ravcr&c.1 la nebbia I passi caden:r.atl delle oompagnJe che si recavano alle e.sercltaz.tonl In ord,ne chiuso o alle lezioni nel Palau.o della Scuola (rt– oordo ancora il 00!01mello Epl– mede Boccacela. che cl tenne una serie di conferenze 6ul· re attacco frontale•· prlncl• pale argomento tattico. credo. nella ruerra ·1◄.18: prima, se. conda, terza ondata._). In ca. merata avevo fatto c-onoseen– za col giovane poeta France• sco Merlano. già noto per le musiche nostalgiche e crepu– scolarl. ma.scherate In tavole • parollberlst!che •· dell'Equa– tore notturno (Il sagace oon• trabbando garantiva la pub• bllcaz.lone gratuita nelle ed.I• zlonl della martnettlana Poe– &iaJ. Merlano dirige\'& a Bo• lagna. assieme oon Bino Bl– nazz.i. una rivistina d'ava11- guardla. La. Brtgat.a (col mot– to: paca brigata. vita beata) dove ml accadde di legge.re . credo per la prima volta. ver– si di Saba, e certi placevoll schenl e parod1e, tra cui una 101~ )f. di SERGIO SOLMI macchietta 1n un libro che nl. dh-e:nuto poi editore dl ~t~ 0 ~~r df~!~"o 1rionv~~ :i~~z~. ~:!Mam1d 1 g1~~~ più da tempo fra mani quel 3e poi reco. attraverso I glor– volumetto. ml.sto di prose e nall. d'una lunga vicenda glu– ,,ers.1secondo la moda « fram- dizlarla riguardante la pf-o. mentista • del vocJaneslmo. e prletà detrlnno Gfovineua, dl che •sotto la patina Ironica e cui lo ste!iso Manni aveva ap– e maledetta•· ml .sembrava prestato,le parole, e che, di– svelasse un accento gracile ma ventato canz.one degli arditi. autentico. quello proprio del ebbe poi U de.stlnO ohe sap. poeti destinati a morir giova- plamo. Come. pur vivendo a nl e un certo gusto. un po' Milano. non ebbi mal occasJo. cattivo. d'umanità decaduta e ne d'Incontrare Renato Ta.s– ml.serevole. tutt'altro che or• si.nari. futuro direttore della dlnario). Go.~tta dello Sport, ohe, a ve1ànu un gusto d'asprezze so. nore e dl scabre det\nizionJ naturalistiche cui non erava. mo avvezzl, abbia capito subi– to l'Importanza di quell'opera ln germe. Certo. accanto a Merlano. dl gran lunaa più a.ntlano di tutti noi (aveva. credo. ventltre anni), autore dl libri e direttore dl rivista. Montale, tanto più tlmldo e meno espansivo, ru presto con6!derato. per tacito oomu– ne con.senso. come·u più ma– turo e autorevole del gruppo. Certo. a dlfferenm di nolaltrt, antanantl tra I rlmastlcatlc.cl scolastici e le fonpule lette• rarie di moda. egli già sca,•a• va in una materia sua. con resistenze ed etretU concretL to notevoli vuoti nel battaglio– ni giovinetti che. ln quel duro autUMo-lnverno. avevano gfl. lato oent mattina sull'alba per le vie di Parma addormenta• ta: ma non credo. o almeno non seppi mal. che alcwio del nostro gruppetto letterario avesse Incontrato la morte sul campo. Merlano non parti: la aua costltuzlone malaticcia non aveva retto alle fatiche del corso. e. prima ancora che questo flnlMe, fu riformato e rientrò nella sua Bologna. Ap– presi. più tardi. che si era ~~~o v~~1::t J! 11 ~~ Una voce i è giunta con le folaghe ~ ~ 1 ~~i =~~ 0 :~r:r'im:è~ seguenti: Co/U Son. Carlo. Dopo due ge– loti • ritorno Il metoJbfco. il poe– to, - e ,1 truforma quuta poTOO creta - in 01'0 a diciotto carati. Quute mie mani o.ut.ire d'ar• pio • .on diventate come o.sper· ,ori; - e I 1DOter-clo1d.t di C4SO mio • Il ho con.socrotf come cfborf. Merlano \·enlva invece dalla dlfferenr.a di noi I acalclnatl •· scuola di Pinerolo. e, sull'a- faceva sfoggio d'una wtlfonne vallo dell'Incipiente gloria fuori ordlnam.a, ~ di un gran letteraria. aveva sognato di mantello che gli cadeva In usclrne col !asclnoso mantello bel partiti di pieghe fin quasi azzurro e l'ertd candido OOI• al talloni (le noetre mante!· letto del Janclerl di Novara. llne erano Invece assai m.Jse. Gabriele faceva ancora stra- relle. quella di Montale in gl a quel tempo, e Insidiava. !Specie a malapena gli oltre• :~-=~· f!!mfsf...°cJin~~~o.:~: ~=.va ~Jto~ ~j :~~ re notturno oon le visioni di che a\-e&1epubblicato un libro una esistenza splendida e av- di versi, e di questi. di pret– ventul'06a. ..sullo sfondo d1 ta marca crepwoola~. alcune vorticose cariche al galoppo: quartine. oon le loro rime al– Ma fosse. come IUI 80$petta- ternate In e ante• e «enu ». va, per la mancanza del tito- cl s·erano cacclate nella me– lo noblllare. o. più pf'Obabll- morta e continuavano a oue.a• mente. per la rracllls..slma oo- slonarcl nelle lu.n&he attese a atitudone flsJ.ca. fatto ,ata che pled"ann delle interminabili ,·enne scartato alla v1Sita e riviste, negli inteniam di ao• mandato oon noi a Parma nel sta. tra le lstrudoni, e duran– calderone della «butra »: de- te le lunghe marce a Ponte I nostri incontri alla latte• ria erano. del resto, b~vl e saltuari. Delle due ore di JI. bera uscita serale una buona parte se n'andava nella rivi– sta alle scarpe e al guanti: quel guanti bianchi dl pelle. rigidi oome stoccafissi per le continue lavature con acqua e sapone. Indispensabili a con– ferire loro un candore Impec– cabile all'occh1o scrutato~ delrutnclale di picchetto. che avrebbe potuto - ed avvenJ. va spesso - intimarci Il dle• tro-front. con un semplice oen– no del dito. Spes90.. infatti. qualcuno di noi mancava per– chè consegnato. e tah-olta per plù sere. I minuti delle con– versazioni fuggivano. ed era• no poi le oon,e atrannate nella nebbia, le svolte In volata nel vicoli. Il picchiettio precipito– so delle scarpe chiodate aul selciato. ment~ la ritirata ulUlava da tutte le caserme. Venne Caporetto. e circolò un fogllo in cui gli alllevl chie– devano la S01Spenslonedel cor– so e rinvio al fronte come semplici soldati per arginare l'invasione. Naturalmente tut– ti firmarono. La domanda. fatta In forma collettiva. In– contrava dritto dritto W\ ar– ticolo del oodlce penale mili• tale. che la quallflcava formal– mente come una 90mmOM8 o ammutinamento o alcunchl dJ simile. Ml par dl rloordare che. in grazia dell'intento pa• trlottlco. ce la cavas,lmo con una .settimana di oon~a. POI nntermeria. roepedaJe. In– fluenza e tosse Lmperveraava. no tra. gli allievi. la m&gglor parte diciottenni della classe '99. malavveu.l al rigori in– vernali In quelle camera.te diacce, aperte a tutti gli spl!– reri. Anch'Io conobbi Inferme– ria e ospedale. passò circa un mese. Al ritorno. rl~rovat gli amici affa.ccendatJ Intorno a un progettato « numero uni• co •· a ricordo del corso,. che avrebbe dovuto contenere. 01. tre a una prefa,Jone di Me– rlane,, e a poesie e prose di tutti noi. le • parole In llber• tA • di Cerati. che aveva bat. tcl:::Ulto la pubbllcaz.lone col titolo futurlatlco ed e.sple&vo di Trotrl. Tutto era pronto. aolo I rondl. al sollto. fecero difetto. e Il Pl'OIJettofalli. llO· noetante l'Interessamento di uno del nostri Istruttori. poeta aannur.ziano. che aveva nrut.o COI prenderci 80UO lll sua protezione. successiva.mente entrato In dlplomazla, ed ebbi infine no– ti.da della sua morte. avvenu– ta nel 1924 o 1925. quando. dopo essere stato console ad O.essa. aveva ricevuto la no– mina di ministro a Kabul. n solo con cul la corrisponden– za non langui subito, e con cul contrassi un 'amlclt.la duratu• ra. fu Montale. Ero da pochi me.si al fronte. e. eplando tra I mascl_}eramentl. potevo seor• gere di fronte a me Il fulmi– nante ca.stello di Collalto, e. sUlla sinistra. le acque ceru• Jee del llume che s'lngol!avano su au fra le ombre dl monti verso Valdobbiadene, quando ml giunsero da lui. su una ~:~~In• tn franwileta. quest.l . . Era 11 tempo che la poleml• ca letteraria poteva ancora Poesia di EUGENIO MONTALE con una nota di GIOVANNI MACCHIA •esprimersi nelle forme scan• :!~.d~a.:::f~n~. ~;!li Poichè la via percorsa, se mi volgo, è pfù lunga del sentiero da capre che mi porta , dove ci scioglieremo come cera, ed i giunchi Jtoriti non leniscono ll cuore ma le vermene, il sangue dei cimiteri, eccoti fuor del buio che ti teneva, padre. erto ai barbagli. sen:a scialle e berretto, al sordo fremito che annunciava nell'alba chiatte dt minatori dal gran ca.rfco semlsommerse, nere sull'oFUU alte. L'ombra che ml accompagna alla. tua tomba, vigile, e posa sopra un'erma ed ha uno scarto altero della Jronte che le .!chiara gli occhi ardenti ed i duri sopraccigli da un suo blocco infantile, l'ombra non ha piit pc.so della tua da ta,ito seppellita, i primi raggi del giorno la tra/iggono, farfaUe vivaci l'attraversano, la sfiora la .sensitiva e non si rattrappi.sce. L 1 ombra Jtdata e U muto che risorge, quella che scorporò I'i11terno fuoco e colui che lunghi anni d'oltretempo famu per mc pe3anW disincarnano, si scambiano parole che intcrito sul margine io 1.on odo; l'una forse ~i::;g:e~f b~/ ;m::,0 1 :..t: 1 !';~c!ft:~. ma l'altro sbigotti.!ce e teme che la larva di memoria in cui .!i .!calda aì suoi Jlgll si spenga al nuc;vo balzo. - Ilo pensato per te, ho ricordato per tutti." Ora ritorni al cielo libero che ti tramuta. Ancora questa rupe ti tenta? SI, la battima è la stessa di .!cmpre. il mare che ti univa af miet l~i da prima che io aveu( l'ali. non si dissolvi'. lo le rammento quelle mie prode e pur so11 giunta con le folaghe a dfstacoortf do.ile tue. Memoria ' 11011 è peccato /171 c11egiova. Dopo è letargo ili talpe, abiezione che funghisce su .se ... - - Il ve,ito del giorno confonde l'ombra vfva e l'altra ancora riluttante in un meuo che respi11ge le mie ma11f e il respiro m1 .1f rompe 11elpunto dilatato. nella Jo,sa che circo11da lo $Catto del ricordo. Cosi .11 .1vela prima di legar.11 a immagini. a parole, o.1cu,o .1e1uo reminlsccnte. il vuoto inabitato che occupammo e che attende Jtn ch'è ,tempo di colmar.!I di noi, di ritrovarci ... . EUGENIO MONTALE ca:e°r:~ ~:~;ibrtl~•/:r:J;ì~r1 r~~ ~ta~ 1 :"!!1 C:,~~: lar~.d:::r::~t.ree:!ravvertJrcJ - In una e intuvi.st.a Immaginarla,. concessa ad un per$0na,aio-f1mtoctlo che r:ndri~an! 1~~a~~~~~r~~~) ~l~~~t:e!lac~rJs~~j (La Ra.1.segna d'Italia, I. 1), - au quale nuova via corrono. da qualche anno ormai. t suol \'Cl'$1. Ma Mont..ale, anche In questo cuo, non delude.. e Le Occa.sioni erano un·aran– cla. o me(l:lloun limone - rlfer11sce egli al 4llenz.10$Q In– terlocutore - a cul mancava uno !iPlechio: non proprio quello della. poesia pura nel senso che ho Indicato prima. ma In quello del pedale, della muslce profonda e do;.ìla contemplazione. Ho oom,pletato Il mio lavoro con le ~– sie di Finisterre, che rappresentano la mia esperienza, di– ciamo cosi, petrarchesca. Ho proiettato la Selvaggia o la Mandetts o lA Della Oa chtaml come vuole) del "Mot• tetti" sullo sfondo di una gue1Ta cosmica e terrestre. senza scopo e senza ragione. e ml sono affidato 3. lei, donna o nube. angelo o procellarh1....•· eIn chiave. terrlb!Jment.e In chiave~. "Iride". nella quale la sfinge delle ..Nuove Stanze ... che aveva la.sciato l'oriente per lllumlnare 1ghlaocl e le brume del nord, tor– na a noi come continuatrice e simbolo dell'eterno .sacrl– nclo cristiano. Paga lel.,per tutti, 6COnta per tutti. E chi la riconosce è li Nestoriano, l'uomo che meglio conosce le Rfflnltà che legano Dio alle crea.turf' Incarnate, non gli\ lo sciocco spiritualista o Il rigido e astratto monoftslta •· - L'lmpa,slblle Intervistatore non dà 11minimo aegno dJ a.ppro,•at.fone. Ma U lettore appassionato - quello oer cui l'amon! è conoscenza. - trova utili Indicazioni per unk l'llettura In senso unico di quelle poesie. e Non s'esce dagll alberi per mezzo degli alberi,., leg– gevamo ~mpo fa ln Ponge. Montale non ha certamente rt.schlato una slmlle f Impossibilità"· se non ha mal chie– sto all'albtro di salvarlo; né vi accumulò, In una !orma di adorat.fone dell'oggetto. disperati tentati,•! di trascen– denza. Ma è Innegabile che quel 1:iuodrammatico chlu– dersl entro puri valori di paesaggio. tesi a flMars1 in ùna e eternltà d1 istante•· ad alimentare una vicenda, quasi metat\.slca, d'acqua, di vent.o e di ruggine ffetttno moto universale e la lmmoblle COTToslonedel tempo). ove la fuggevole evocazione di un volto veniva presto can«llata, si è aperto ln una realtà più e.sposta alla storia. plù co– cente, In una esperienza umana più vicina e diretta. Chi oserà rimproverare ad un poeta di C$.Se.emeno unlver• sale, se si acc01Stla toccare un uomo ferito. un uomo. cioè, che sorrre per un male reale e visibile? Se egli entri nel– la corsia di una clinica, Invece che declamare alle stelle n dolore cosmk:o? Se egli atttaversi un mondo dolorante animato da una trepida speranza? e L"ora della tortura e del lamenti. che s'abbatté sul mondo"· e la lotta del vlven. ti,. che Infuria. sono I fatti, il tcmpa entro cui p:-ende !or– ma la sua ultima poesia: con Immagini nate da quel cli– ma o riportate In quel clima, e un'Cl5i.stenzadi morte e fla– gelli. e una resurredone, non si s« se per dolore o con– forto. di caf1!ombre di t.rapassatl. E tanti desolanti o lu– minosissimi squarci. non re6Umo. anche In senso ogget– tivo. frammenti o teml unici. Vell8ono le@:atl.agganciai\ ad oo'lmmagine~chlave, un personaq'io misterioso. cen trale. dominante, che prende posto, per cost dire. tra gli avvenimenti ed esprime ln modo surriclentemente oscuro Il bisogno dl un e sublime mor1ale "· che si fa strada nel cuore del patta. IAft!de ne.Isacrlflclo come speranza di ri– scatto forse anche 1'11.ttesadi un bene futuro. E non è dlf– ftclle &nora lnterpretare quelle parole: e l'esperienza, di– ciamo c~I. petrarchesca •· Ma la tlgura petrarchesca può dlrsl animata da una contemplazione per tutti gli elementi sensibili che la for– m:1iio'. (Chi non ricorda, per e&., In Seranno dell'Aquila, per citare non Petrarca ma •Jr. i:,èrtrarchlsta d;I più Jlam• blovants, quel cielo tndistint-o. quella nuvola che avvotae la aua donna: I guanti. la cintura. Il braccialetto, Il ven– tag:lio,•la camicia, 11,cane, il falcone, un anello, lo spec– chio?). Le ftgura montallana e speu.11.taIn alcuni oggetti, rldott.a ad un particola~ es.senzlale con cui Il poeta offre - per usare una famosa espressione dl Ellot - un e corre– lativo oggettivo,. della poprla emozione: gli oreoc.hln! e ~~efi':~~A~~=~~!a~v=:la ~~ ~!!s1~~e'1!~1V:~ 1 u~Pri!~~· ma di dolce vampirismo spirituale: La frangia dei ca~llt che U vela • la fronte puerile, tu dUtrarla con la mano non d.evl.., ....Come quando ti rioolge.stl con. la mano, .sgombra la fronte dalla nube dei ca~lll. ml taluta.1ti - per entrar nel buto. Una voce è giunta. con le folaghe, che qui sJ. stampa per la prima volta. ricorda altre poesie che abbiamo let• to via via che si pubblicavario, dalle più antiche L'Elegia dt Pico Farne.se o Nuove Stante, alle recenti come La Pri– mavera Hitleriana, attraverso Iride, Il tuo volo, ecc., e L'ombra> che accompagna Il poeta (lini attento lettore di Montale non stenterà a riconoscerla: ecco ancora la sua fronte, Il e blocco ln!antlle,. e quella vita ardente che l'lnt_erno fuoco scorporò (e che e torse ritroverà la forma ln cui bruciava Amor di Chi la mosse e non di~•: la Cll– tJa della Primavera Hitleriana, Iride}. - E quell'ombri\ è messa accanto ad un'altra. Il fantasma di un defunto, Il e padre•· li grave depositarlo delle me– morie, per cui I morti si legano al vivi. Il custode geloso del luoghi che non mutar\6 (le prode, e la bàttlma è la stes.,a di sempre »l. La resurrezione Improvvisa del !ftn– tasma, sorto di un balzo, con !on.a prepotente (e senza scialle e berretto•>. da un mezzo dove non si respira che la decomJ>O$lzlonee la morte Ua cera. le verhlene) e non si soffre che la stanchezza e la vile rauca del vivere Ul e sentiero da capre,.; la via del cimitero o l~lstenz& che cl avanza?), è uno del momenti llrlcl più Intensi e i':;:S 1 ~~:.ld~. r~~~~~• ::~~cr:f!~~=~:fi: ~~p~~1Ja~j i!n1~~~aWi~1r~~~~~~~~\i;i"ftarur:~eti~1~~: ghl. Situata In un paesaggio, quell'ombra trova la sua evidenza poetica nel contrasto tra clò che le cose ,ono cd essa che non t: ~. att.raversata dalle farfalle Ignare. sfiorata al suo passaggio dalla seNltlVi\ che non si rat– tra.pplsce. L'andamento narrativo è In !unzione di un dia– logo, che diventa inonologo· Il centro e morale,. della poes.!11.. E poiché "bblamo U5ato questa espressione, non .sarà esente dalla lirica una fon11.assertiva. una Intenzione necessariamente didascalica, che nel no.,tro caso, .11spera. non farà Inorridire nessuno. (Cosi d'altra parte a neMuno salterà In mente di suggulre li nome di qualche ot.to – cenìista o di Pascoli). Che quella donna debba dare la ~1:~daall :~g ::I~ut~~fo 1:.~~rle:l d~~~P~a d~o~~': 0 1i dono dell'avvenir-e: questa ansJ.a. questa speranza per cui ~•al~~~~ ru scritta supera os:nl lento e alcuro procedere di- La !.esca Immersione nelle onde del vl.sltatore meno silenzioso di un altro clmJtero, 11 Cfmetftre Martn. risol– veva energicamente, retto sull'l.atante, un dlbat.tlto asso– luto. Da quella voce Invernale. giunta con le folaghe dal nord, non cl sl attenda un e.sito co.1Itagliente. Sorretto nel momento d'abbandono alla memoria che lo potrebbe lrre-• tlre. persuaso ad accettare l'eterna trasmutazione delle forme nel ritmo del divenire (e Il cielo libero che ti tra– muta•>. Il poeta resta Immobile. Investito anch'egli dal movimento perenne, dal vento del giorno che confonde le due ombre. Ed è l'attimo In cui la cosclenza &eava In se stes.sa - oscuro senso remlnl.scente - Il nulla. L'attimo che precede Il rlcordo, il punto che pn!cede l'Immagine. prima della parola, prima della creaz.lone: In quel e punto dilatato> si svela 11vuot-o da cui uscimmo. GIOVANNI JUACCHJA tutto In quella. Bologna car– duccJana, già Illustre per le memorablU burl,e e I pa.refche.r dello Stec.chettl e dei suol ami• !~1u: :o~o s::: f~~~~~ le dl certi valori di sempllct. t.A e .di schiettezza che oggi s·è purtroppo perduto Ce Il riso ha. finito col morirci aulle labbra). Ricordo che altre pa– rodie di poeti combinavamo. assieme a Merlano. nelle ore di riposo In quella vlvanderia della caserma Cavalll fre– quentata da ombn! di tren. tenni in angoscia, snidati dal– rlmbo6camento helle furerie del depositi e Ingaggiati. In virtù del titolo di studio • ob– bllgatorlo •· nella gran fab– bllca degli • aspiranti cadave• ri •· DI questl anziani, che. bi– sogno.,! di sfogo e di conforto, ,•enlvano a interrompere I no. atri svaghi lettefari con lnter. mlnablll querimonie e narra– z.lonl dl fatti persona!L Me– rlano hR lasciato quRlche stlno di cui .sembrava incon- Taro: • solablle. Fu Meriano che una sera, all"ora della libera uscita, of. lrl di condurmi da alcuni al– lievi suol amici. amanti delle buone lettere. che aolevano riunJrsl In una piccola. latte– ria sperduta In una tortu06a viuzza del centro. LI. nella sua uniforme d'ordinanza, col fa– mosi «salamini• sulle spalle, ml fu pre...~ntato Il futuro au– tore di ()&tf di ,1eppia. il QUA• le. lnU~nto ad atrondare 11 CUC· chlalno In una morbida massa di panna mont-ata, sollevò In allenzlo su di me un lungo sguardo azzurro Interrogativo. DI alcuni degli altri frequen• tatori della latteria conservv appena Il ricordo d'un• nome. e un'lmmag1ne quasi -scancel• lata. Del tacltumo MomL ad esempio. non eeppl più nulla. Nè più rividi Marcello Man• Gioco 'del poker, gioco lnteru• ,onte • in cuo df ,Ignori eono– lC'entf •.. Frequentai Invece per breve tempo a Torloo. dopo la guer• ra, Il gentile Crovella, un pal• ~~Wes! :!~~~C: if~v~~ d~:!: va entra~ ln sacerdozio rtn· negando con orrore Il breve truoorao bellloo-lett.erarlo. E ritrovai annt dopo. a Milano. occupato In un suo lavoro dl cronista d.l giornale. Il futu– rlata. ardito e bombardiere Cesare Cerati, Il più Irrequie– to del gruppo, la nogtra e ala sinistra. • letteraria. Montale. d'ordinarlo s1Jen. zl050. a'apriva talvolta per parlarmi. con quel suo umori• smo mallnoo.nlco e Lmpert.ur• bato. non privo di una solUle punta di fumisteria, della sua boht!me genoveK, di Sbarba• ro .soprattutto (Il 'cui Pianl•- 1lmo conalderavamo tra I po~ chi esemplari noetrant che po. tessero rqgere Il confronto con quelli del prestigioso de• cadentlsmo francese), e di a). trl che poi cooobbl. come Grande e Barile. nonchè di un misterioso Bonzi (rimasto poi. credo. Inedito o qua.si ). che riempiva le aue o.e libere di impiegato al Comune com– ponendo fa.,;tose tappeu.erlf'I verbali da dlsgr11.darne ti phl consumato degli esteti wlldla• nl o hu)'lmanslanl. Mi diceva po1 del suo apprentU,ag., dl allievo baritono. evocando cu. riosl mondi di cantanti e di prime donne d'opera e d'ope. retta. di cui affettava. con nn certo compiacimento per \'ef. fetto che poteva avere ,u di un giovinetto plccolo-borghese quale lo ero, confinato al mon– do dcUa IC\lola e al vagabon– daggi sulla collina torinese. una con06Cellt.8 approfondita. Riandando più tardi a quelle confidenie. ml accadde di pengare al modo naturale con cui Montale seppe sviluppare, dau·amblente di una boheme tutto sommato provinciale. da un'esperienza di germi e di c-ok>ri ec:,el particolare da oon• finarc col caratterisUoo. una ispirazione che avrebbe dovu– to distendersi su di un regi• stro tanto pJù europeo e uni• , •ers11.le :che è poi. a ben ve– dere. Il naturale sviluppo di ogni poss.lbile poesia, che non nasce mal dal generico del modelli solenni o dallo svaga. to clima delle !et.ture a pro. gramma. ma. sempre. dal par– tJcolare e dal!' lndMduato di una data es!&tenza e diretta. esperieJUa umana e Jette.ra.rla. A quel tempo. egli ave\'P. già .scritto Meriggiare palltdo e auorto ..., e. forse, qualche al• tra llrlea degli Ossi df ,epplo.. Lontani, troppo scheletrici rloordl, al quali non saprei mettere alcun preciso sfondo, ma solo l'lntra.duclblle colore della e durata• personale. una es&enza segreta. un « condeo• aato • dove entrerebbero l'odo– re e lo sbrlclollr, della terra sl1\09S8. sotto le mani nell'ordi– ne s.p3rso tra le vigne brulle della campagna preMO Parma, li bianco e rosso del bersa.1li nelle esercitazioni a fuoco aul greto del Taro. e Il rosa e li bianco OOM'080 del Battiatero e la nebbia e l'odore di caldar– roate e I sobbalzi mattutini al vicino e lontano stridio delle trombe. LA fine del cor80 cl separò. Si tratta. come .!i vede, di una poesia e di una nota critico. giil edite in rlvitta. U riportiamo in quanto con– tributi all'attsnzlone rivolta a quel terzo temw di Monto.le chr ti aspetta di veder concretato - non volendo con.3fru– rar tale l'ormai Introvabile Flnisterre - in un ter::o lfbro. EUGENIO MONTALE ~~•:g~I~ ~~dac!o:~:., Il nostro destino militare fu dlverao. Per Montale fu la Vallarsa. e Il lettore degli Oui e delle Occasioni avrà rltro• vato. In accell!ilonl di memo– ria circondate da un'ombra di confidenziale mistero, le trac– ce di quell'e!iperlenu lontana. Molli degli all!evt non torna– rooo. e soprat:utt.o l' a.z:lone del giugno '18 deve aver aper- A Firenze con Arsenio (edue passi con ~usebio) * Ho oonoscluto Moctale nel ·21 a un ta• ,·010 di cucina. mentre !iCri\'eva lndlriuJ per un numero di Salaria. Debuttava in quel numero li dueAMI Olanslro. quasi i&"naro di letteratura Italiana contemporanea: in! t~r~~iroa ~~a~r:.~~t ~ 01 :la d~turb1tr 1 :} settentrlonP.le capitato rra dlsc<>rsJinolto In lingua. Le «gentlll • copertlne e \·elette c!'al• ~o1?'Aitofr~ 1 ~enr~~~~!~J 11 c~~ri p~~Ìii!: llnR·ano poi col dare alla rivista Wl a.spetto d'effimera ragazza alla moda. L'ave\'O sPgul– ta però in cuclnR e ran·ablle Caroccl ml presentava Montale. I rasclcoll In partenza contene,•ano Arsenio. « ...\·Ila strozzata per te sorta, e li vento - la port'a con la cene.e degli astri•· Prima che ml mettessi a soor– re.re quel l"ersl. do,•e Interamente alla .spov– ,·lsta sentivo venirmi incontro una verità. straordinnrht. non so come a Monta!e ave,-o parlato di $\·e\'O. gli lndlriz:zl su Solarla furono rlm•latl. Nasceva la strana bestls dellnlta poJ da uomini di spirito e un sola– rlano . .- wio del clan ». ccoetera. Montale stlracchla\'a allora da Bemporad un impiego di poco stipendio. che rende,•I\ completa la sua amarezza d'esiliato. Non amava ancora Firenze, trovava fredda. astratta la TOM:ana. e come un quaresima• lista scatèna Dio sul Dla\'olo le contrap– poneva Genova. Recco, Monterosso. Vh·ev:i nelras.<".OlutfiIndigenza sentimentale di chi ha perduto la glustlficaz.lonc nati\'& a un·an– tìca. lrreauclblle pena. Era solo, e radica~ In una Jioeslt1.che rltrova,•a la dlsperat.tone come. da una campana. batte rora Esile In quegli anni qu11nto le sue poche oss&, ra.p- ~~=t~~a s:aer:;!~Ti'!1es~altaeziAraa1~\~u~~: no spagnolo a cui manchi ogni risorsa dina– mica; per h1.strada . .si era portati a proteg– gere in lul l'uomo dt fumo. - pa~a che soltanto I suol pensieri consistessero, finch! di GIANSIRO FERRATA tornava l'autonomia nell'estro nef"\-USO. Do– vevo aocorgerml. d'alt.e parte. che le esits zionl o le Inquietudini comunicate anche alla sua lntelllgenza da una natura tanto nevrlle. gli riuscivano tn1lne di rin!ono come la neve :::1~~~e;~~ei::~~~~!a~r,: 1 s~1~cid~Lm8~ le ritrovava la sua struttura. ror<Lne poel– tlvo che ~pevk va!ersepe. e 1·cccitab!l\tà alklra.. liberata. dhenta\·a umorluno. glt\ lm·enta\'a la soffice frenesia da cui gorJthca• glavano 1rreslstìblll recltatJonl. satire. ricor- ~o:;~pe;~t~II« !':i 1 {1~~I i~idì 1 eJ}u~l~o~n ~~ un metod-o analogo credo che certi elemt-ntl indecisi. o dispersivi senz'altro, nel suo sp!• rito. lo aluta,·ano a Isolare per as.sl: rdo unR misura vlt.aie e ne resta\'ano poi trasformati in gnomi diligenti e soullmente !ebbri!! !!I un linguaggio creatwo. di un raglonamentu critico. Due \'Olte al giorno c·erano le Giubbe Ros– se. Formavano allora quell'abitudine Moo• tale. Loria. Tecchl Pranchl Caroccl. e Son– santi che ml somlglla\'a nell'arrivare con a– ria di vacanza: Timpanaro: l pittori: gli stranieri: qualche amlco borghese e. alla sc- ~~e u~t;•a~~: 11 :CJ~f~:~ii~':;!"'~~~rizrnì: Da fuori. ospiti rrequentl I Oa.dda. Comi~ e Ralmondl. Un catalogo senza importanti modiflch~. pressapJ>«?CO. fino al '30. quando passò Vltlorinl lasciando SlrRcusa per (",o. riz.la: presto - smllzo incredlbllme!'ltc nt-1· nmp.:.-:neablle accorciato come wi clmello U~ale - rimbalzò da Gorizia per :'t'!Stare , f .renze. cominciava cos.l una nuo\•a staglo• ne. Ma si stava già rinnovando da tcmPo quella di Montale Arsenio dh·entava Euse• blo. llscia\'a una .90veu.se m oustache fra ~o– ri di libri. di the. di secche i.tgnore lngle~I al Vleusseux che dirlj:eva: e poten fare le 1usa da gatto abituato. In breve, allt carez- ~ll~~~0:,1i. ~~~ 11~ ~u"~ti~i~c:1~ si era proòotto. a poco a poco. Ugualmente So/aria era cresciuta sen.1.1\ ~~it~·o 1 1~::n~~l cf1~~~~'; ftaa~a fll~r~ destino. Pubblicare tre volte ranno scrittori sconosciuti che subito « si affermavano•· :litri distinguere e chiarire nel loro vaio~: ~~!i~Z:ni~:,/ Jr.1~:i81~e~:!ti~~rl6 ~re::!: su esperienze concrete. nuove 1"8glon1di CO· nosoema. La maturità di quelle «prove• va. riava grandemente ma un ordlne spontaneo, a IOl"Zlldi applica1e sulle llbertà p()Mlblll l'istinto d'una lettera.tura In movimento. fot• ma,•a continuazione. c·era. chi avr:bbe ,·o• luto de1inlrne In fretta Il senso spirituale. :! ~~t:I d=~lbrn~i~ni''a~~~~z!m:;it eventi d'un palo di generazioni veramente oongiunte. sul plano .storico. ma lmpreclsa– blU nel loro legame. Come formulare o ro– munque dare un Jogos alrlnoontro fra·quan. to !lrosegulva dalla Ronda e Il nuovo intrec· c1o·11rJcoUll8aretti-Saba-Mont:1le, reuroJ)f'l• ~;u!r~~u;ì': ~~dZ:ji~ ::ut..~r~~:'.s~ oCII. cinema. ad americanizzare. e I moth•l neocroclanl neogentillanl e neatorino!sl ffeoo 1 1 r::\· :u:~~~~~ti~:::J}a 0 =t':;~ Sema regime fasci.sta. Solarla (amme.soo che alle sue prime galanterie si fosse data !ldu– cla) avrebbe costituito da\'\•ero un dialogo a molte \'OClo rip11rtlto se .stessa In altre. rlvl !i.te. un fenomeno assal fiorentino. Nel!P. strf'tta realtà d'allora. re.stava ancorata a! ta\'OII delle Giubbe, a quel tanto dl privato che collegava le sue lievi rabdomaru.le; e se a Ca.rooel plu che al povero P'ranc!ll o a1 successivi condlrett-ori gj deve questo cnrat• te.re . Montale lo alimento soprattutto coJ sllem.l la Mlducla idcolo,lca anche verso tiC stesso. le spiritose obiezioni a qup.J,unque «J)Oetlca .11gruppo•· In quelle ore di caffc non regnsva affatto li mutismo che doveva seguire. OOQduri sottintesl, all'arrivo del giovani erm.?tlcL Anche Montale allora po– i,e,,a dlsoor.ere .molto e persino Jlscutere ma comportandosi da Kut~f nel momenti planUlcat.orU. carichi dJ «Idee•· Le gote si gonfiavano fino aa-11 occhi socchlur! In cer– ea di trincee interiori: Spes!IOIl tremito del• le dita chiariva ai plu esperti un'lru;ol'l'eren. ta. assoluta, e In genere l'argomento deviava verw luoghi ripara.tl Nel suo empirismo bi– sogna aggiungere Che Montale era Il più pronto a Intendere Il gr11dodal quale le poe. tlche o le tendem..e comincia.no a farsi con– crete. Certe mlmlehe diventavano cosi un promenv.>rla, rioordavano en o.rti.rte !a cau• tela Intellettuale che. in lui. restava ombro- sa relig1.o. , I fiorentini poi tornavano a casa Rtm&• neva con Montale ramloo meno adulto. a pranzare In trattoria. E fu spe,cl11.lmf'n:e dal Lapl. quasi soli sottoterra rra I carte!• lonl turistici e la languida raucedine del cantori di stornelli. nella scia Immaginaria di wia nuova Oaisy Miller. che vidi Eusebio S03tltulrs1 plano plano alla crudele l,,'1ovlnet– zR di Arsenio. AnC(lra ad lnferos. o dove mal? Ma un nuo..-o itinerario alleggeri,•a la meta di sempre. Con quel suo modo di rlple- f~re d 1 ~1 ~~1~1!\1'. 1 •Jo>~~af!'e =~~~a,f 1 ifi6: chlere di Chianti, aveva già rievocato abba– ata..,ta la nuda fa,·ola. in lui. de11·1mposs1. ~~~~~;,~:"!t1:v~"i1 ~~~ Je1J: occulon1 1\orentlne. GL\NSIRO FERRATA b. t ca o Bianco • Dulderlo di 1trlft9er 11eceltl• mani, • di rl1pecc1tlor1I in t/WI ::,eted";rge7:t~• ~-:::: ! 1 ~,; ~mpo"o del/o .tll.ropntll ,clUlte. Non so se Montale ml man• derà buona la citar.Ione. ma. a mia scusa. potrò sempre addurre nnevltabUe. dopo tanto tempo, fallacia della memoria. Comecheuia. nel due ultimi versi del e qua– train • di circostanza pare a mc f06Se già tutto Montale (c'è forse dietro, ln traspa– renza, Sbarbaro, Oovonl. la e!iJ)erienza ligure e quella la– cerblana. ma Il ae&"nonuovo è Inconfondibile). Rividi Eu. genio dopo l'armistizio, stavol– ta elegante ufficiale. oon un palo dl meravigliosi guanti giallo canarino. che non ml son più uscili di mente. E' rltnmag1.ne con cui pouo chlu• dere quegli anni Incredibili di adole.soenu. quando la vacan• r.a della guerra si altò lm• proYVlsamente dal libro dl la– tino squadernato sul banco liceale, e eonfonde ora l'un ri– oordo e l'altro nella stessa dissolvenza. SERGIO SOLMI TESTIMONIANZE Ellot in qusl tempo 3tava volgendo.ti verso un credo più J>O$Uh,o, .!COP,lva in Dante il ::'e'f1~ 1!~1 ~~r!'f''fr~~=tade~ auo e corrtlatfvo oggettivo"· E' degno di nota che Montale. pur cono,ccndo Do.nte /in dal• lo. .rua prima adOleacenza. o.f>.. ':n~uiv 1 t:to al u~°co,;.~'i:'ii!: oggettivo• attraver.so alla sua lettura. delta poedo. di Eliot. Polchè negli anni dopo Il 1930 Montale, compreso della po, tenza della poesia dell'Jngle.sc, arricchi la ,ua tecnica di pro– cedimenti che ricordano dav• vicino quelli di Ellfot. .ssnui tuttavia per~erc la sua origi– nalità. M.AJUO PRA.Z (cT. S. d.JOT • EUOl:NlO MONTALE• In crona.cll.e lellerarle an• "l0104iuml ('f'OI. Il. ~1- zlont di 1tor:la e lettuatu. ra • Roma, 1930) •.• Ed ceco una serietà. dt vita e d'intenti arti.ttfcl. un porgere l'anima .senzd chfa.uo e falsi compiacimenti, a df rf• Jltuo il rinnovato senso della parola, l'a.ssorta. .1eelta d.ella parola, contro ogni hn,precf• 1tone e .rugge.ttlonc di musi· cali.tmo vago. Da Qui ancora. deriva, anche nel ca.10 di cer– to recitativo degli O.rii, quel tipico verso più ricco, più ri– percos.so in profondità, ,enza amblilonl di ,onorl11nl 1uper• /iclall, rl.tJMtto alla lirica lta.· liana po1tdannunzlana. e non 10l0: anche nel riguardi del– l'ultimo. egiorfo.so . triade "· l: frutto di una corrllpondenw fra lntentloni e rflultatl •ulla. pagina, di vtgllante e aderen– te critica al proprio operare, di 1tretto accompognam.ento della poelia In fltrl con /'ap– propriala CO.scienza teorica di ciò che si vuol fare; /o.tto importo.nte ,e ,i pen,a a quo.n• ~: ra:~, :1s;;•,::;, ;~j,=~~: tenzlonl, !oso Invito qutl4i, a anche fn D'Annunzio. e anche ~~~!1,f~ql~~fo ~:.s:n:~~Z: .tlone e scendevano 1101 ad un'altra. Sl!ROIO ANTOSULLI ft,S\i. aento Montlle• tn Btl/a– por, v. 1"° tue. Il) ... Talvolta F'inl.sterre suona come un commento non .sem.· pre Urie-o ma anche critico delle Occasioni: v( è una: mente onesta e coraggiosa, che indaga e .sente la dll/kolt4 e la crf.rf della per.sonalltd. mo– derna. Plnisterre. in quuto sen.!o. non ha niente di reto• rico, ma un pcntlero cM non sempre .si chiarisce nel co1nto, La ce,uro. lìrka. dei contenu– ti. ciOè quel riempire ritmi• C4mcnte lo 1pazio del pc.so e del rapporto delle cose, U CO.· /ore umano che cl /o. sentire /ride sorella di Dor-a Marku,, indicano le 110.ssfbillta poeti– che che pouono ,vilupp,1rsf da Flnlsterre. Que.sta raccolta rnllÒ une.s~~:io O s::soc 0 c~1:}!;'tn:j 1111 proceuo poetico o la pre– fazione. il punto di partenza per una lirica che sciolga e c-ontrlbul.tca nella chiarezza del ritmo, que,ta dolente, se• ria, ,Incera pen,osftd monta• /lana, O'Utsto .senso dtl dram– ma moduno, che fo. la ,ua originalitd e il .tuo emblema df poeta. CLAUDIO VARESE (• Eui;e• nlo Montale• In Cultitr4 letrerorlo contcmporanu, Nt. t.rl Uachl, P'tA 0 111)1)

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