Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 23 - 7 giugno 1953

Domenica 7 giugno 1953 LA FltRA LETTERARIA. ------------------------~----------------- TRE GIOITANI I\.TARRATORI ITALl1INI * MORETTI, RIMANELLI, BETTIZA GIOSE Rll\lAl\"ELLI - Ha 28 anni, Ha recentemente pubblicato • Tiro al Piccione•• libro sulla resi.sten~ vi.sto d 1.ll 'altra parte, nella • Medusa detll Uallanl • di :Uondadorl CONF~JSSIONR DI ANG~ljA I Racconto di GIOSE IUilJ,11\'ELLI plani. Lui 6'arramplcava ansi- ne, quella ~po:;e di lotta !ne- cevo: e Vieni qui, plooolo Bank. - Non er.1 l'an-;loo di Selma? mando, lenen:losl alla vecchia gu11glklblle col m.el torur.ato.. Qui, caro, fra le mie braccia - E poi agg 1 u:1 4 e, QUJ&Icon rlnghlea, come se avts.1" rl, ml la~cl:lVano, al matt:no. Da bravo vieni~-~- rabbia: _ E' caa..:ato forte, l'~ma. DI tanto In t.anto, poi. dlnlta di forze e con la t:tsta Mà Banlt m1 guardava dub- per Dio! c~rument.e rhanno .sputava dentro li Iazzoleuo di- come un tamburo di banda. 1o bl~o. e. allor~ lo Insistevo, di- but.tattt glu Ah, Wl gatto hoa lat.ancio ;:li occhi, per via di questo mo:.io Il mio odio ve.""$0 l vcnta,•o nielod:-ammatlca: esu ca~c-ada iolo. una certa tou.t secca che lo pittori di ~ot.to cresceva 1pa- carino, usoro mio, !atti co:l'8g. Era una .macchia ne-ra nel conO.!!ro tUert quella del tu- vento~amente e m\ conduceva g!o. Angela t'adora, ti dari 1: _riquadro della. flne1tra. ma bcrcolotlci. Ma lei lo so.spinge- a furiose cr.sl di pianto. La si- c:bgnac come la tua padrona.. pre3to mt Utal via. Avevo vi– va. un poco, e gli parlava con gnorln« L'.l Valle, udendomi AvantJ, vhml avanU, non farti sto accanto alh donna del p!t,• la sua voce basNl e ronian~. plani;e-:-c, s1 eccitava a sua pregare.~>, . t.:>re, sulln Sf.lada, 11 ragazzo Io guardavo d.:1su, app\att.31..a.\'Olt11., tanto che al luclava an- Bank tornava suJ tetti te:To.. del ristG:nnte vicino, il qu3.le nel buio della flnest:t"lla. Un dare a povere consldenz.1oni rizzato, ed to bront.olavo oor guardava .su soa:ghlgnando . . mc:orsclu !?l!ntlme:1to, sempre sul mio conto, e m1 prendeva rabbia: ·e carogna•· PN\a\ come una .sem,ulone di v&!'Q quell'ora che es.si l'inca- la tf"~ta f:a le sue manl vizze Finalmente Jn un giorno d1 fre:i:lo lmp.c-Yv.so. qtHlndo 1 savano, rr.l ~pin;eva fuori del e ml chiamava e figlia mia•- fine estate, Bank andò a dor- miei o:chl s'moontra.rono con iet.to e mi conduceva !n quel lo quel casi la Eignorlna La mire suila flnestrelb, del pia• quelli c:11 lui ni!l presto tuoo– P06to sulle scale. La signorina Valle poteva finalmente sfo. nerottolb. E~a di pomeriggio Il! mlnclal a rldere, e nel suono La VallE" dor!nh·a e non i.ape- gar,:i I suo! Istinti materni, I plt.toli non al 5entlvano nel- del\~ mie !"Wlte c'er-an:, 8 nc,ora· \-a nulh1. ~elle mie fu~he not,- FL"llche I plt.t.ori ml notaro- lo stud:o. U..a tre giorni I p1tto- le grld::1della aente .sulla atra– turr::c. Ed ,o n11co:nprùncvo le no. peTChè spauavo le .scale i"I non 1-I fCntlvano nello stu- da, che pulava d! quel dell.tto ma.nt ~ul ;>euo e tr.cttenPvo 11 5emprfl nell'ora In cui ~1 u!ci- d!o, e r!cevevar.o le vi.site mat.- .stupido, Hmta ragione. Poi le ~rsg~~~~!a~ 1 d:~lle;~ ~:e::~ }:~~p_ ~n 1 ~roret';id:~.~~c.!~ ~:a I~~~ dj e?l~O p~:~~ t~he ;·~~o~~~c;:~~ ;I grir~~ln~ ta dello studi.,. prima di en- p,ice di continuare. E quando sen.brav~ un dotto:-e. Il man- si ft>rmarono sul planerott.olo trare. Venivano 1i.sk.it! cial ra- ml pasuv1rno vicino rasentan- giare se lo facevano port.a:-e dov·r.o 10, e In meuo a loro ~pare futl050 di B,nk dlet,r.> do Il muro, vedevo un lembo da T111nmuo, Il raa:at:zo della c·era la donna del p!Ltore coi 1\lfCIO, 11 qual~ attravf:rlS: >la.la dell'tmpermeablle che lei por- trattoria au·angolo della stra- gat~ mo:to fra le braocla, ll riconosceva I odo1-e del .suol tav& :ibbottonat.o flno al collo, da. In quel pomeriggio to sede- qu11le aveva 11! occhi aperti, paaronl. Ed css½, allora, Ee lo e I piedi larghi di lui, fl qua- ,•o al $<>lesulle m:ale e guar• 1•elat.1 e m11Unconlcl, mentre pre:,cfevano In hracdo e se lo le sctndev11 adagio come se te• dl\vo Bank, che era stupendo e due ret.tucce rosse seguitavano accarcuavan? c:-1me f06.:t<' un,\ mes~e di frant.umarll col suo ronfante, arrot.olato oome un :i usch'glj dagli angoli della rreatura. umana. Quando Bank pe.:o_ clambellone._ Una gioia lmpre- bocca e dal naro. Allora Tom– avcva le .,.µe tristezze, perchà Un giorno brontolarono qual- cl.sa e bianca, bianca come una ma.'<Osi fece avanti a t,uttl e voleva 00{.:tre da Selma la gat- co1-a femundoal a oeservarml, vertlglne, mi ballava da.vanti cii.sse i'rnt.ato: t.a..del cavapietre. del ..secondo e poi Il pltt.ore parlò forte: agli occh!, e t.utto dentro ml - VI giuro che l'ho vl&ta ·10, plano, la 1onna ael plttore si - Tl p!acerebb-.?farti fare li ,entivo p'.gramente lnQulet.a.. col miei occhi preoccupava seriamente_ Ma 1] ritratto? ~ dl.sse. Venne Tommuo rol solito In- E senza. asptt.tll.re che g:11 .a.1· plttorei uomo plu pratico, gli Io non mi mossi. avevo gli volto delle pietanze. e m'inviò tri approvauero m1 venne ad– versnva nel piatto una doppia occhi abarraU sullo &traccio Il i;uo normale saluto ,-t,upldo. do.sso, e prest.:, ml parve dJ e&· porzione di cognac, e Bank, al- sudlcio del paviment.l Ma lui Ma c;uando usci si appreaò a sere una barca .sul fiume 1;bal- lorn, to:-nava ad e&S(!re, allegro. dW:e a'"lcara: me, le man.I tozze lungo i flan- Jotta.ta fra le sue lr.aocl~ Una I gatti si accontente.no di J>QCO. - senti, vorrei fa.rtl Il rl- chi, ed. lo credetti che ml ba· fellclt,ft senza senso molliccia A piedi nudi, per non far .ru- tratto. H'I.I sentito che vorrei stonuse, Inveoe dl&secon un,1, e tr.!plt1a, ml allari~va 11 ven- ~~\:1~:a~~r!t~~~!f: ~:: !a~\ i3\"~!~a~~eòere come le ~ci~~:a v~n;~:s artittezu? ~~~:~n:e i~~:° d:"~rn"~~ dio, e vedevo come attraverso pnrole g:11 uscivano dalle lnte- Co:ne va, misl. Bruttezza? per la prima volta la brutalità la lente di un canr::oochlale ro- nt1.ture del denti grossi, semi Dimenò le .me eros.se mam d'un uomo, e non 'tn'accorgevo \'esclato. ne1"1di t.lbacco, e come gli si davanti alla mJa faccia, e poi dt p1anget"e per Quell'amore. Tormwo nel beeno di servi- contorcevano i peli rossi del &e ne .!(!appò per:: le scale rt· - E' una po\•era sa.dlèa _ :tlo dov'era il mio lett.o, e pas- suo! baffi a spa.r.zola, Ma le: dendo brevemente, come se disse alflpe un uomo g-r8.550, &anòo da.vanti alb cament si spazienti e I<' tirò per la ma• .a.,·esse provato piacere per ciò col pitu:tto e la borse. In ma– ape'rta della signortna, sent.1- nlca. che aveva fatt.o. Io, allora, sen- no, e poi capii che era Io st.es. .so vo che stava ;,arlanrlo a crea- - Dev'essere &Orda - la tlJ dent.ro di me una più rorte ùOmo che faceva visita ai plt,. tm·e imma.&lnarle del suo so- donna disse con la sua vqce trbtezza e un vuoto enorme, tori e ~embrava un dottore. ano. usando una voce istrana- ror.zant.e, e seguitarono a scen- PCTlc:oloso. Perciò ml alìal len- Poi tutto cessò, come per Jn- La signorina L1. Valle era :i.llo specchlett.o a. muro, e 11 della vlcln:i.cnerma , e poi tor- mente calda e b.:..iognosa. E rl- due. tamente.. Stri.sciai lungo Il mu- canto, e la gent.e fe« ressa d"1- una dcnna acida, tutta\'la ml davanti contorceva I mu.scoll nsvo a casa. ml cb!udevo den- deve ~nche a volte, e fac:e\'a Adesso però sapevo con pre- to C'Onla ma.ssimAprecauz.!one, ,·antl allo studio. Sentii anéou sent!\"O dt sop;:>ortarla pe.c cer- facciali, Urava fuori la lingua. !l'O, tutta otcupa:.a nel aolilo- grò.-gr6. con la gola, ed lo te: cls.lone che dovevo vendicarmi. àonnlva Bank. Non rJnet.te1, la d•:mna del pltto':"cche il'ida– te sue qualità. Una di que:5te .strabuu.ava gll occhi e flette- qui col mio an~elo s1:col: :ire.me ,·o che si :,0rfocasse con que, ES& rlctvevAno anche perso- e andai alla finestrella dove va, e la tromba dell"autoambu– era la :iUll b'ruttczza raocapric- va le braccia come le ballerl- Ma tutto cambiò dal gk>mo J:1 suo gorgoglio. T 1 1~t.&vla non cn- ne che portavano le chitarre, e come 5<' fossi smemorat.a.. e J.a.nu dtll"ospedale, giù d&bba.s– cia:,,t.e: i;embrava una rruc:cla ne, per un eccesso di sorda cui nel nostro vec~hlo pal:iuo 1'ravo a ~;orrerla, perchè la suonavano e si ubrlacavano. Il diedi la splnt.a, Ba.nit balzò nel ao. Due lnfermlerl veslltl di pe.r H:Stitl, meu.a svanita e con mnllnconla. vicino alla carbomala, venne slgnorin3 L8. Valle, ~,endo qula-rtlere restava dut.o alle vuota e a luna:o piagnucolò. bianco venne,- 0 su e carJcarçno un ciuffo di capelli giallastri A torto ml sgridava, ml fa- ad ablts,e uns coppia di plt.· senta parenti e priva di affetti, loro fette, e le case nere del Scese giù con un rumoie pc- sul!a bar~Ua Il pittore che apu- ln tcot.t, Non era mal stata c:eva pesa.re tn ogni modo Il tori mi. aveva nomlna_ta su& crede. dintorni e la cupa massa della sante, come ui~ corpo d'uomo tavs .$!lflgue,come Be avesse 11 ~posa. nC fldalW\.ta; la sua ver- mio ufficio di serva In casa sua, Ornte rumorN,a " Immorale Ma presto. :,cl bna:tnoe tutta carbonala ml apparivano plu che prt'ciplta, e aott.o poi al vomito, e la gente si rltrusr glnhà. s·era nv!z.zlta negli an- ma lo non m'adiravo per que- ! pittori! Non dovevano f'..\Sel"C He..a sulle coperte,_ I~ torture tolltarle e sinistre dentro quel- aentl Il tonfo lugo, pauro.,o, lmpa1.r:-lta,Qu&lcuno dh.se che nl ed or:i non rlceve\•a nè rl- sto. E come .1vrel potuto .se lo mOj[llee mt.r 1 t,.., .sembr!lva che della mla padron!!. d1venn11role le baldorie notturne, le qual! che 1.9rnò.su lungo I muri ne.I et-a pericoloso ricevere addosao c:a ~bh.VA . visite. Dopo Il suo $\ es.sa, nelle c:ondlz.tonldi prlo- lo pcrtas.se' !o scritto sulla rron- ml,. to.-t.ure, c·era il ricordo del morivano so1o verso l'alba !un- del pal.'lu.o come preso dal rl- quel sanaue. Poi J'aut.oambu– servltlo aUe Poste del quartiere rltà della a11nor~na lAI Valle, te, e al amavano a.pudorat<J,. plt~rl di .sotto. A volte, pur 10 I vlaH di platani al di quà suc:thkl. La gente gridò lnor- lsnza riparti strombazzando, e (lmplei;o che oc:t.:upava dalla avrei agito e.uttamente ano me:ite come giovinastri eh·~ dormencio, la flq;ura glgant~a del fiume. Ma adeseo sapevo rld!ta e nello stu410 del pitto- anche !Il gente del piane.rotto· sua prlm& glovlne:ua), si bar- ~tesso ml"do? Me la prendevo non hanno null'altro di megll.> del plt.to: -e veniva a sederm!'1 con predaione che dovevo ven- te unll \.'OCe !I alrò di schianto, lo se ne andò. ricava .m ca5a Intorno a pie- col dutlno che avt\'a voluto da fa.re . Nel loro amore. natu· sul plNII <'On le spalle enormi dlcarml, e perciò tace,·o la po. lancl11.taJ1tm1.wrso la lineat.ra. Io re:sLal$Ola.sulle scale del tanu speciali che lei stessa avvicinare due esteri cos\ soli ralmente, adoravano Il g-:W'>O cht' l'.:hludevano la bus:-ola dalla da a Banlt per lntoenl'llnablh La donna del pittore, alla n- plan~ttolo, nel role caldo del prepara,a perchè questo era lo nella vltR, e solo celle mie p.-e-- e immondo gatto nero Cht! quRl~ &i vedevano I c$mlnl ne- ore, aCCMClataiiul gradini de.!- nest.ra , .si comprimeva IR tac:- mcigglo, e non c:apko ancora unico p!ace:-e, di~va, che an- ghiere quotidiane trovavo u:1 c:hlam11.v11noBank.. Il quale, rl della carbo:,ala, e Bank .s1 le KAle_ ,Appena lo ve.de\ 'o eia 6on le mani. Poi scese giù CO$'eraacçaduto. "\ia UA~voce cora pote...sc ofltlrle la vita. certo contorto. Tut.ta\'la ero lengo a preci.sa.re , si comporta- 3ppoll11.ta, •asulla te.sta. ed u,11- spuntare ln cimll all'ultimo 1l'preciplt!o .. Tot.la la gente (lel Jontana lontAnA, che era oen– Op;>ure, In momenti di 05CUra re.!11.tlnmente trlmqullla, come ,a csa.ttamente come t loro pll- va la sua llngu11.vi3Ch!~ co- p\anNottolio. il dove.c'erR J'ab- palazzo 111 aftacc:10aulla i.tracia, 111. dubbio quella del mio an– tristeZl'l, se ne andava su e SI suol el).!Jee m qur21tl e,~- dronl nel fare la corte allr: me sfel'78.,mentre la 1-uadonnl'I ba!.no e si vedeva una fetta d1 e II cavapietre del seoondo p:a- Re.IO 91--eolare,ml brontolava aul giù per la casa, zoccolando In COn-t,·o 11Imercato IA matti- g&ttc del quartiere gli diceva con c11ttiverla: e.Spia cielo, l11.C"VO la voce dolce co- no. con la faccla ln~ponata viso ehc al mondo c'è ~nte p!ll una vesta.a-Ila vercione. Almeno na p!'esto per evl!are d, assi• Rincasavano di i;ollto ad ore quello che !acclamo, Federico. me se la tilU-a~I at.traverso la perehè stava radendo,$! &I ve- tnfellc:t d! mc, una \'Olta la set.tlrnana, la 61· .HtN .ille sce:1e la1,i;i:uorosemolto nanzate dt'lla notte, e ,\h, che 6cema t • tieta d'un taaoletto, e •a1tavo t.ro della finestra; disse gorgo- 0950) .;-:-iorina La valle si ac:oosta.u delle mie colleghe co: i<>ldati len~mente .sall\-ano I clnqu,' Le mie e~a.spent..lonl nottur- le braccia e lo c:hlam•yo. Di- gUand~: GIOSE RIMANEl.,LI Si deve Anita PIXO STAMPINI: Flrura •iblioteca Gi~noBiancb Pag. ? ENZO BETTIZA - E' nato a Spalato 27 annJ fa. 11 suo roma.nro • Campagna. elelloralc • fu ae~nalato a.li' Ile• mln1way del 1852, ed è usc:l to In Questi ~torni li balzo del Capo * Racconto di ENZOBETTlZA c. M41edillon.e• pensò l'uomo acquattato Jra i rotl, 111'1/laghi della sterpaglia che gli pungevano Il pt.tto; e mafedL::lone • npete, guardando sempre /fuo dal SIH> na1co1111igl10 nella .s-ch1ena del graniciaro, nera, la. can- 11a dd m-,tra .tcantUlante a tratti nella notte, che non voleva plu spoitani do quell'l(nlco /rammento di rdf• «: 10 ~tr! 1 ,~/'fj~,~~~/.tn co,uJt:o t~r;,°naf~a a!t!~~. '!;~: 1apero, che corrono da Sa.lcano a tagliare in due Gori– zia, e pa.uando da Merna sul Carso fini.Icono poi a str– peggiare al Umlte ,dell'Istria. Qualcosa, a neri scogl!on!, conte un verme 1olltario. Dietro l"ombra dtl graniciaro luomo poteva vedere i lumi di Goru1a che palpitat:ano nel buio C"me ali d'insl'lti e 11diva, li quasi di fronte, dalla metà italiana di Piazza/t} Montesanto, lo ,chiama.?– w di un coro con Jbarmonica. mischiarsi al baccano d~i grilli, dei ca11f, del treno che 1n3eg1m,a i cani suuulta.n• do - su e giù - in certi stra.vpi, certf /tsehi auurdl che .salta.veno improvtii,1 tra l Junghi di 1.'Gpore e rom– ,-,evan,ola notte simili a gridi di un gallo non ancora del tutto sgouato. e Ma/ed!iione • ,, di&1e un'ultima volta l"uomo ac– quattato, mentre dal fondo dello ,tomaco il tokay gli .d arrampicava ,u in una ,tro,cia di acido bruciante per dove pa.ssara, /ino alla gola. Chi sa quanto ~ avt"va bevuto all'ultima /errilafa di Chlapoi:ano, di quel male– detto vino bianco CUI ColUo che appesa.ntlsc:e la te3ta e inacidisce lo &tomaco; e un litro dopo l'altro, cosi, d'11n flato, e non pcrc:hi gli pfaceue, ma ,o[o · per /ar,t co– raggio. Ma ecco adeuo. ch'era giunto. non ,ervlVCl ptìt 11en\menqquello; adeuo, d'improvi,i.Jo, ca.lcolando Il bal– zo traverso f /ili che lo avrebbe lancloto In Italia, la mente ,i era /atta. tua, ,tranamente bianca, vibrante. Gli occhi, dut punte d'ago roventi, gli d.ivorarano Il vl.to . Il granfclaro, tarchiato, rit49llato come nella carta contf:u:t ,:~f/, d:~~.t~~àm:~=a~.,cz~::n~~o~a s~::~::~ a Lubiana aveva azzardato col treno, chiudendosi nel ce,~ per qua.si tutto {l percorso; ma da Lubiana al confine, tn ,angufnando.tl I piedi, ricadendo, rialzando.si, maie.-fl– ctmdo, at'eLa tuttava ritenuto prtuJents , ercfr.tl delle du,. j~!~t/.ambe. DI giorno, aveva dormito na,co.tto tra ie Che tempi però - pen.sa.t'a e oaclJlaM gli occhi .sul mitra ,otttl'e pareva inof/en,ivo dell(l. .tenthltl!a. Anc:Ortt, sèm.pre, tternamente te,r~pl di las;:er, di fughe. di sbaro– glfo in p!t"no 194& ... Eppure, a Zagabr1"a, era stato un capo anche lui. Un car,o, lui, lo era sin dalla r.,uerra partigiana, sin dalle prime CO$plrazioni del '40-'41. Poi un bel giorno che d1ue che Zdanov at'eta raqlOne e Tito no. e lo dl.t1e cosi, Quasi per scherzo, qua.ai "una burla.. tra vecchi compagni, fu invece Il patatrac. Sùblto erano venutt a cercarlo, e per caso non trovandolo g_llat'evono sbattuto la m-09lle In te"a: e pen3are che un lun!70 periodo, prima che lo pauassero al controllo del sinaa– cati operai, era stato lui dtno Junlonario attiro ael– l'OZNA, Era lì che aveva cno.sciuto Zorka, la segretano, ade.tso sua moglie Inutile, che fra ooeo, In una lnuults• .sima ca,a, gli avrebbe dato un figlio altrettanto in!.ltCe. Tutto, come In. un sogno di mu:a citate, si era dl.s.solto In nulla per via di quella fottuta dichiarazione di Bu– carest, per Il .tuo ,catto m/antlle ma purtroppo rovino.,., d'ingeni.ltà; ed. eccolo qui, ora a ml.turarsi la vita nel ppchl metn che lo dlt'idtt:ano ancora dal /Uo .toinato. Ora la ,entinella si era voltatb, e si frugava le mani nelle ta.sche: era una sagorna d'uomo pc.tante, certa– mente di contadino. E qua.ndo finalmente acce.te la 1l– t1aretta, t_'uomo,quell'attimo, vide avi:arn.pare nella no•~c una /accia di luna· 1chfacclrlta, ono&ta, .come sorriden·'I! tra la Jj.ammella Inquieta e scherzosa; e, sfuggendo al'lu bustina, fin/iammarono anche due ciocche di c:apellf pe– santi sulla fronte; un bambino, che poteva averne si e 110un diciotto. Non, doveoo aver /allo neanche la guer– ra e c,rtarriente pcn3ava. ptu al 1uo dovere o alla madre, al pascoli, alle vacche laggli( da Qualche parte in Bo– snia o In Dalmazia, che a Zdanov. al comln/orm t aU~ gran fregatura delle Ideologie in contrasto. e Ma io ,ono ,tato un capo> macchinalmente ,1 di• cevc l'uomo e spiavo, attendeva, col cuore duro e stro:– z~to sotto terra e ... io un cat>o ln/le.,slblle ma onesto, diritto, co,cienzloso. Ne ho mandati tanti di Z4. ~ vero.. ma tra m:ceuarlo, era. la Cau,a. La. cos-cien::adella. gen– te non. è mica una /odtra di t'e&tlto, non puoi mica rlt10l– tarla oo,1 e ric:uelrla con due punture di .solllo. Era ne– ceuarlo ... mo, brucia questo tokay ... e cosi è bruclQfa l'tpopea di un capo valoro.JO , in/le,sibll~ ma leale e one– .tto e volonterQ.fo del bf11edel pooolo e de proletarlatn .. , !lnia1R.0Cifratelll per plan:,ert, verrà l'armato rouat f:1- , scos.so/ !Cloc:c~zu. Ade&so non c'entrano Il proletari:,:o e l'armata ro.ua (c'entra o non c'entrano? si spostu ·? non .ti spenta quel maledetto raaauo? J c'entro io, adN.$0, io, la mia pelle, Zorka ... e Zorka1 E' rima.sta lei e re faranno del maie? _Gliene Jaranno, certamente, '10 lo so. Si /a sempre 00&1. Ecco CO$a sono, sono un vlgllacc,, un eroe vl9/lacco. Lei ml voltt'a b«ne, Zorka che mordr– oo dl notte le lenzuola perchè non s-entluero gll altri il bene che ml t'Oleva, e faceva. il ponte co,ne le acro– bate, Zorktt bianca e sudata.. Zorka che scotta e ml graffia ... mi 1,0/n:a... tu porco l'hai piantato. Ma nmi c:era t•1a di me::.zo, dovevi. Ché IO ,ono 1m capo innan– zi tutto. _un capo one,to, un capo leale, io ,o amani anch~ la Ubertà e ,ono co ,cienzlo.to lo, fo, lo... e ra di diavolo tu, bifolco, spo.siatl! . Ma il ragaz?o col 1nltra non .ti .spostat'a ancoro. Sembrat'a Intento a pen• sare o o cercare qualcosa per terra. E dire che. adeiso - continuò allora a pen.,are - come un pi!tocchio di bianco oual.s1a.Jiera, controvoqlla, costretto a fuggire m occidente. In !talla. ln Italia, ptn– .fOt:a,·ed era strano come I ,uoi 0t'n,iert tentenn-,uero tanto vo.9hi e 1moolentl ,chizzam:fo ria dal cervelfo a•– sente tal quali gli sbu/11 di QUtlla invisibile locomorll-a.. ch'era una penti a senNrla, su e giù, avanti e Indietro, t" qua.Mo poret'a incepparsi allora I /Ischi, più stro:za. ti che mai, u,t11hlate nella notte, .tO//i a ripetfalo11e di un elt!nntt! stremato e fn aoonf,z. le ,cai>pat•ano fuftf In una volta dalla vrot>oscidt a.smatlca. Poi, d'un tra,,o, le rotale strirlcvano come aabblanl, i t'agonl .t'abbatlr– t.>anol'un su l"altro, In un to11fo di /erro, e tutto d tart'– va; ma per poco. _e Percht !n U11ohcrfa, o in Bulgaria, è quasi imurn- 11lb1le nop dico .tcapoure. ma nemmeno avvicinarsi di riualtro chilometri alla frontiera. Li, i maledetti, t'iQI• /ano gforno e notte. Ll !tanno /alto fuori lo ste.s.so Jora– riovlc, eh'era un gc11erall" e se nr intendera di Quc,tc fac:ce,ufr . . eppoi pen,arcl lo, chr sono.. oardon ... lo c1,e ,ono stato sempre t soltant~ un funzionario pohtarn, mal ,trater,a o m1l1tare o 1'uerri'IIIE"ro cero e proor!o, ao che 110nro Jcappar, con distntoltura. comt' una lenrr, io che sapCtJo ,olta.nto lnda'lare, io /r11.4are nelle co1cfen• ze, Ul proco,are, lo 1nandart la Qtntt con la /accia. iichlaccfa.t(I al muro ..• Ecto. si f morso. Dere e.ture uno del JUd, Cl"rtamente. macedone o dalmata o mon,ene– grino. è g_lorane hri. Il mitra, Ji t mo~JO Si mosse anche lut. Jrusc16 ttd" 1(· secco dei rovt CNzo ntTTIZA (Continua a pa11na 6>

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