Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 21 - 24 maggio 1953

Pag. 4 nsti verso ]\fosca. Ma. quanto era i,19iusto acc1Uare di Alonattsmo Chambtrlaln e I conur.vatori della City, altrettanto era ingiusto scorgere tt.appertutto Infernali ~;~~~~,!m;t;~;ll~n a~:afs:in:~:~~t,-° 1 ~ i': ::i e~~.:, ;: dare resl)iro alle situazioni e agli avvenimenti. an.tiché esasperarli. Se Stalin, diceva il Wool/, non constgna il passaporto alle quh,dicl dattflC1gra/e russe spo.satesi re– golarmente flt Ruula. e-on mUitari brftannlcl, non è Qu&lo. u.M ra9ione per tfrare una. bontba ato,nlcn. s11 Mosca; 1'ttT re.stnndo impreoiuttlcuto il fatta fst a,JJret· tava 11 sogplungereJ che alle quhtdfcl spose ru.ssa·in· olesi U ;,ossa.porto viene neoata. Cyril Connolly CyrU CortrtollJI, direttore dd Jortunatisshno Horlton, non cwe1iaatteso allora. a propugnart una phi. setltda lnttsa. moralt e Cuttu.nrle fra InghUUrra e cont1mrnfe. e La parte mio. egli mi diut con irlandese vivacità. as· sat diversa dalla cnutela d'altri interlocutori: la partt mia, nel mio campo. ml sono studiato di farla; ma al,• traverso ·a quali dif/1.coltti' Le restrizioni al éonsuttlo della. carta. che va tanti) ampiamente sprecata in ii· baldoni statistici e cartelli pubblicitnri, strouano la cJrcoladone di Hor!:,..on, che s'é pur dimostrato uno tftt più ef/1.cacl organi cli rativlclnamento fra l'intelllgen.?a inglese e quella europea. Gli impacci doganali , le barriere jinatt2iartc mi vietano di dil/ondere la rivisto in una quantità di paesi, come ?'Italia. ov'é as,al cer· cata; ma dove noii potremmo piaitarla laroame11tc e solidamente. perché è dl//1.ctle t,ico.s.!ore Il ricavo dellt: ve11dlte,a caglo11edi as5urde procedure bur~atiche ,. Horlzon chiuse !nfattl le sue pubblfcationt nel dicem· brc 1949. Evidéntemente tutto il mondo è paest. f: se tanto poté crmgfurare a tener ferma eppoi fa; mor!rt una rivLsta che camminava, antl correva da sé, ini· maginittmoci cl'..t cosa sarà neUe /accende più grosse. Thomas S. Eliot .ma fama dJ Elfiot non occorrono commenti, r,er ciò che rigua,-Ja l'opera poetica e crftfca; mentre ,ono mtno noti scritti morali e 7l0litfc! come alcm1i di qutlh ramiti sotto Il titolo Antichi e modernJ; o come il GO· lume: Idea d'una soeleta cristiana. che wc1 prim.a citlla ouom, e che ora abbiamo anche In veste itaha· na. Ad tsso ml riferisco. r,erché ciò che a me diceva lo scrittore trova costi le preme,,e elementari e 110· tfue, in quc.!lc senso: che secondo Eliot. non può pen· sarsl al co1tsolldamento e all'l1rnalztune11to della cul· tura e coscienza europea. all'i1lfuori -di un processo at· traverso il quale la società C'Ontcmwranea, p11roando,1 dal paganesfrno e dal materialismo. ugualmente lne· reutl all'indu.,trialismo democratico come al vari tota· lltarlsml, riesca a diventare ciò ch'egli chia111a una « comunità dt crfst111,ni ,. Che va preso ht una acce· z1one non strettamente con/essionale td. eccltl)lasth:a: e un valore /orse non troppo dl.!rosto da 11uellodelle fa• mo.se c omidei azioni del Croce: e perché non possiamo 11011 dirci crLstla,tl >. l'ale a dire che per Elfot. e ritengo lnoppuonal)ll· mente, la dlspoalzl<,ne morale e religiosa. sia In forma ,uglonata e conipiuta, sia come sentimento h1ge1Luo, s'instriva all,. $les&e oriplni del /atto politico. il quale 110npuò prtsclndere dr, usa. Ellot credtva che la ,i-uer– ra av,.tbbc almeno chlarfto qutll'alternotlva di crlstia· ,1tsimo o p~ganeslmo eta cui dipe,ide il rlsa1iamento della civ/ltti occidentale. Ammoniva di 11011 dlf/ertre le risolu.:iont troppo -:1opo il conflitto, q11a,1popiu Jac,l· mente U con.tiollo si Intorbida e va.cUla. Purtroppo. /I· 11ora. la. realtà è riu.sclta all'opposto. in tutti e due I punti. George Orwell Estremamentt pusiml.stq_ era Orwtll, allora dii P(,Co ril:elatos,. tiella 1''&ttorla degli SJtlntali, come un satt· rico df grande tradiz1o"e swlftfana: ma quasi altret– ta11to ammirato per i SAUi critici, pure usciti dl fre– sco, e JJer la coUaborazk,11r a Polemlc e Tribune. Due difficoltà ed obiezio11I-jell'Orwell ml parvero assui ri· lcr.:antl. In primo luogo, la spcrequa.tlone del salari, delle co11d12io11i di vita 1,ociale, di cultura, ccc., net dt· versi paesi europei t a1irora tale da costituire u11 gra– v1.sslmoostacolo prelunhiare a q11al1la.si r avvlch1amen· to ed tatlone, oltrr il plano dellt a.!piraztonl teOrlche. hl seco1tdo lu=1go: buon numero di cotesti paesi: In· ghilterra. Bt'lgio, Fra11c1a. Olanda, ecc., è legato.' in altri contf11enU. a J>01sessf,. dcmlnl. colonie, m.a11· dati, ecc., per prcs"!rvarc e dlfP.11dere I quaU. di cow tlnuo sarà indotto ad elu:l.ere la ,olldarittà curovea, cercando e procurc,uto appoggi, al di Juort di essa. e ma11ari contro di CJSa, pff far prevalere le particolari ccmvenienzc lmperfallstfche. Cosicché ogni volta tor– Mrtmo. da capo. R. H. Tawuey L'tconomi3tci R. H. Tawney l a.nai netè anchi ht Jt•li«, non fos,e che nella vtralont d'un ,uo libro: i,._ religione e il sorcere dtl capitalL!mo. Prof~ssort ,itlla univtrsitd di Londra, eolt auolse rilevanti mis· sloni in Cina. in Ru,sia., In America: e do lui 11 11ostro arr,omento era ten11to ,u un terrt110 lmmtdiato. Circa Il> implicazlo1t1 antlrusse che stmbrano tnetJitabllf al· lort·hé si parla d'unione dtll'Europa occldtntale, o cosa del r,tnere: egli osservava di dover guardarcene, nora soltanto per una r,enrrale ragione di liberto politica; ma sopratutto perche. a ,ua. esr,trle11za. ciO che i11 Ru.sila lnttndui e praticasi comt: e romunlsmo ,: prln– cfpif. i.1tftuzionf, sentimenti. e:C'c .. t al/atto i11traducl· bile in termini del romunt linguagr,lo Ideologico e mo· raie euro1,eo. E ,aon perché sia cota opposta e neces– sariamente avversa, nemica; ma ptrché lncomunlca· bilt, t>d aliena del tutto. Circa la que.,tio11e/ond.a."te,i· tait della capacità dell'Europa a bastare tco11omlca· nw:rate a ,e ste,sa. tenza scadère dal Uve{lo di vita ne· ctstario a.Ila sua civllta e:t alla sua cultura per m1in· ttner$I e pros11erare. fl Ta1one11 riteneva che ta.lt ca· pacitcì potesse ritenersi sic1tra. A. quel teniJ:>'1, in glornalf'e rivute, conLe prima d!– cet:o. contributi inglesi ed amer/ca111 tennero la Q1tt· .stione a..uai viva. E alle c-plnioni citate. ed alcune altre che potrei ricavare d.td miti appunti di illcontri e col· loqui, converrebbe agpiunçoerne. as.,a.l interessanti. di Brrtrand Rtissell, di E. V. Rc.stow :I.ella Yale U11lver– slt11.di E. H. Carr. che pU/ nel suo libro sulle Condi· iiont della Pace (19431, avetia esatta.mente previ&(o la imposslbUitil di ,m nuovo e Uolame11to ~ brita11nlco; ed 111,omma la necessità inc,lut rii parttcipare alla poli· tica e alla vita europea. Non so quanto gli avt:enl· mtnti che ti so110 s1,-oltida allora, autoriuino a giu· dkare che In Inghilterra la cosclenta di que,ta par· tecipaeione sia andata dicent«rtdo pià chiara. O se n.on sia successo l'opµotto. EMILIO CECCHI LA FIERA LETTERARIA Domenica, 24 maggio I953 ·//_. <.. ,·-~:.:. ... -i.. ·'\ \. ... ~ Comunione, n comunicazi . ~ ~ ,''!~:o. 't"lt ~w.,r· ... ~ --~A·, - Pl '•~ (.~ .''1.~' ' ta o la sua grotta. rifiutando di comunicare con gli allr1 cletà. ma che net-5un'Rltro ,·t uomini. L·umanltà non t ma, hll par1eclpato. Terribile le- stata C05i po,Miv&mente disc!• zlone. LA llsla di tutll I per. pllnAta e mal prima ha udl:o .son11ggt- noblll e vlll, nostri tanto IR propr\111 \'OCC. Non e: a,·1, n0t';tr1 fratelli che lllu- quindi quasi risolto per l'uo• ,trano questa IC7.ione. cl fR mo di lettere Il problema del– rabbrkldlre: Jullen So~I. Em le comanlcn1.lone? Egli puo ma 80\'ary. 11 C&pitano AhAb, st11r.seneMduto In una c&bln• Hepzlb11h P)•neheon, Roderick II chlusur11 ermetfoa, In m11,m– U~her. Lflmbert Strather. 11 ohe di camicia. e parlare di Barone de Charlu~. Stephen n1mti ad un oggeuo di met11l\o Oedalu.s, Joe Chrl&t,mes - molto &lmlle nd un nido di CA· tutti costoro e tRntt Altri. sen, 1abronl. proiettando la proprl11 za parlare della precisa ana voce. e forse 11nche Il proprio lisi della loro senllbllltA - !A ,·olto. verso circa ~Si milioni no,o:;1r11. - che è Il tema dellA di Individui che non hs mat poesia modeme a partire da \·l!òto.e fon.e non gli \'errit In BaudelAlre. 011 uomini di !et• mente che. per poterli amare. lere hanno dunque con per• gli oocorre un meuo meno ;ggj~~. l ~jn~~~ irii~fuj; fm~~:l~b~~/:~~•:e~· dire del· crc11t.lon!lnf!'·ltnbllt di una .SO· In comunlc&1lone dA per clelà ~ecolMl?.t.11ta. la &0eleu ~ontato che gli uomini non del metti Indipendenti dal fl pc1MOnocomunicare per mer.• nl. cui "~"uno par1eclpa oon ro del .suono o del n11 teleJTa· lii plenA 606t.Rnza del\R SUI\ nel O dellf\ radio, es,-.1 deb· umani!!\. E" l11società In cu, bOno comunicare attra,·erl!,() cla&euno <anche quando Bill l'amore. Una comunlcsdone ue plù lntencamente) recita che non ~la anche comunlo- 111. EUApule nel drn.rnma sen. ne e lnoomple111..Noi cl .ser• za trama dell'abdlc11zlone. riamo dellA. comunlc11.1.lone. Spero che nessuno suppon. ma partecipiamo 11d una r:o– ga che lo lmm11fd,nlle grandi munlone. e Tulla IA certezz.e popolaz'onl d·Europa e d'Ame. della nrutr11 con06cenz.e - di• rlca come muse In eul eia ce Colerldge - dipende (da scun lndh-ldt:o i-1 actretta ver questo); e questo non dh•lene 60 Il .suo albero. la sua 50f(l1,. intelligibile a neuun uomo mediante pure parole che gtuneano dalre.&terno. Il m~i– r.o cht. Ptrmelte •ili ,piriti una reclprOCfl compren&lone non ! l'atmrufen che li clr• conda. ma la lfbt>rtd che eu1 J)OS$ledono In corT.'une•· Nè l',irtUta nt l'uomo politico po– tranno comunicare plenamen• te 1,cnon quando la fon.a del· ramore a{l!Jlungtndo..••;\ 11111, ~rr' N~~ 1 ~n{!~~~ 1 d1::•~te1 1 ~j tutll abbiamo l'obbligo di un amore pcr,ronale l'uno t•erNJ l'altro. Ml rincresce di dover essere e.,;pllcllo su que.&lO pun• to. Nessun uomo. .sotto uno del sistemi politici che conMC!ll· mo. e mai riuscilo ,. non oou,– re gli o.ltrl uoltllni solo decl• dcndo che ot\rCbbe «bene• amarli: egli ama Il .suo pros• 1,!mo. co.<:1com'C l'uomo che non ha mal vl,to, solo attra– terM> l'amore di Dio. e Colui ('he dice che è nella luce e odln suo rratello. è nelle te· nebre anche ftn da ora •· Confe..-w, che Il chi a&COlta con dl.st11.cco,nella tradizione di Poe e di Mallarmè, la 5em– pllcltA di pensiero delrEvan• ~ll!ta non 1,embra offrire u1111 \'erR soluzione n I problema della (',00\UnlCA7.IOne. Pure. lo affermo perentoriamente, que– sta e runica solu1.ione. • DI• .sogna amarsi reciprocamente o morire•· scrheva ph) di dle• ll'-~---------------------------------------------1 cl anni or sono Auden. Non pcw.o credere che Auden vo• 1(!5.!le dirci che una soclctn se· colorluata non può e1,J,stere; esiste. naturalmente Egli In• tencte,·a dire che una troeletà che w1a \'Oli.aè stata rel!g\01-a non può. sen:ia correre Il rl• .schlo della morte splrltunle. preceduta dal consueti spaglml dell'ngonla, dh•enlre materlR• li.sta. Una soc!elà di me,.il lsolRtl dRI fini. nelrera della tecnologia, non sapendo fare di megllo. moltiplica t.fllmen• te I mezzi da poter.si · ridurre a oo,·cr rare a pezzi le mac– chine non appena le ha pro– dotte. Il polimorfismo dell'arte in Occidente Potranno I <"ongressl degli uomini di lettere, I quali Il.Spettano nelle loro conver• sazlonl poco meno di un·am– mlrazlone reciproca e che rie• scono tutt°nl più a tollerare In personalità J"uno dcll 'alt.ro , mltlgnre le difficoltà della CO· n:unlcnzlone? C°è dn dubltnr• ne. benchè si sin con\ 1 lnll che è meglio riunirsi nel nome di chiunque. lrnnne quellt> di Satana, :mzlchè non riunirai nffntto. Tuttavia si de\'e pre· sumere che gl! uomini di !et· t.cre non si ameranno l'w1 fRltro indlVldualmente più di qunnto abbinno fatto In pa.s• sato. Se c'è stnta finora fra loro poca comunione. forse che Il pnssato promette loro che potranno comunicare le !oro opere nd una grande par– ll' dell'umanità quando le con• dli!onl del mondo fo.~ero per• reu.e tquall che e,s.<:e possano es.sere)? Noi S')tfnan.~. per quante cose upplamo. delrl• gnornnm che cl fa m1mtenere \ h"R rmu~lone che nel passa– to le jflnn<.11 opere di !et.tera• lura f~ro immediatamente OMimllnte da Intere popola• zlonl. Non è mal stato cosi; eppurt, trndllO da questa. fal– sa credenza. l'uomo è tormen– tato dn un dilemma prh•o di realtà. Dovrà cgll persistere nel ripudiare I • gatti e I to• L "anima dell'Europa è la singolarità pi. ~lsteMlaU dl Pascal, Il dl1,ordlnt poUtlco dell'Ocel• dente che e fa perdere la ra– rlone •. o sfrutterà I nuovi meul per la comunicai.Ione con le masse: la .starrlJ)a a (rrRnde dlffU31one, la radio e la televisione? Per quale tco– po dovrà druu.arll? li dilemma. come Il m11le, à reale nella mlliura In cui es!• ste come monopolio del bene: eSl'o ha una sconcertante at:.• tualltà • e.<:lstentlale•: ili uo• mini di lettere ,m entrambe le 1;ponde dell'Atlantico studiano come si POMa adeguare la Jet• U'ratura a un pubblico di mllSAALa prima domanda che dO\'ttmmo porci è: chi! co,a ci proponiamo di comunlcue e a chl? Non ro 1,e ~&.1,stt,. In Europa alcunchè di 1,tmlle&l:a co.stan• te ur,:tn1,a con la quale gU ,crlttorl amerléanl i;ono solle– clt&tl a. 11 comunicare• rapi– damente con qutl pubblico che Ccllerldge gtà al ;>i;UOI tempi connsce,·a come e Il Pubblico che e moll\tudlne. pla.&,mato ln una unità personRlt d11lla magh, dell'R!<tri\tto•· L·Ame• ~lca.no è tuttora ca;>ace di ri· tenere che In Europ,i, In Fun– c111,mfl. anche in lnghllterra. t".c;!"tauna plu &trett& unlune. n~lle ,•c11tt~ladi una cullura nnlficat'fl. ira un pubblico sul• t'kl~nlemcnte vasto e l'unmo d1 ltt.lere. Un altro modo di con.slde• rare lfl.domanda e che co.sa c l proponiamo di comunicare e A chi t1 cons!AU'rebbe nell'eli– minare Il dilemma: abdka– ,1..,ne o comunlcn.zlone. Il dl· ieinma scompare &e cl rendla• mo conto che la lettera\.ura non ha mal comun!c&to, che tua non può comunicare: da ~~~~~ PJ~~l~~ 1 tt~~.s!~u~:1::~ una parteclp1u;lone ad una comunione. La partecipazione porta nnturalmente all'Idea di una ~perlen:,,a comune. P'orse non è troPPO grandiosa la concezione che s11ggerL.sce che le opere letterarie. dalla bre• ,·e lirica al lungo poema epi– co, sono la ricorrente scoper. ta della comunione umana com.e e.Jperienza. In un temoo e In un luogo ben dalinltl. l'..a. nostra non vagliata teoria del· la letteratura come comuni• catione non a\•rebbe potuto e.ssere formulata In una epo– ca In cui la comunlenlone era 11ncorapossibile per una oual– s!nsl consldere\·ole m,1ggtoran– m di persone. La parola eomunlcazlone presuppone IA vtuona della .società secolarizzata. del me1.– tl I.solfiti dal fini. n poetR gri– da, do unn pRrte al pubblico, dall'altra pRrte <su un plRno diverso) ad 11nAltro uditorio. non già la rLscvperta della CO· mune espe1!enm, ma note SO· nore di una certa intensità che debbono. è scontato. ,u– sclt11re le reazioni del al.sterna glandolare bene equilibrato di ognl essere umano. Oro. IR semplice reazione non è un comportamento spe– clflcnmente unumo: è li com– portamento specifico dell'anl– mule. quel che resta dell'uo• mo dopo che Il rruiolo di Oc– cnm lo ha prh-ato della &ua 11monltfl. E' una trogedlo del– la 60Cietà contemporanea che tRnta parte delle teorie socia– li della democrRzlo giunga a noi per mezzo di espressioni come e Impulso•· t1 lltlmolo • e t1 renz!one •· Questo non è un linguaggio di uomini liberi. ma di schlnvl. Degli uomini liberi sostituirebbero que.<:tl vOCRboll rispettivamente con • rme •· «scelta• e •Analisi•· Ecco dunque due serie di anR• logie, l'una non raziona le e &en·lle, l"Rllra ra~lonsle e 11· berA (le analoghi con cui l'uo– ft'«, e.!'prlm~ IR sua nAtura In differenti momenti storici SO· no plu slgnlflcaU,·e della sua retorica politica). Quando Il poe1a è esortato a comunica– re. JII ,·tene chl~to di pa.rlare nell orbita di un'anat~la che pr~uppone lmJ)06Slbile una comunione genuina: la meta• !ora ehe grulta dietro la pa– rola oomunléatlone non L.sola (orse li poeta prlmR che egli po..53a pnrlAre? Il poeta al ml• crofono desidera conquistare, Interessare o altrimenti ln– nuenzare w1a rolla Cnon uni comunità). cui si lndlrlua quindi come 5C essa f06Seper– mRnentemente altro1•e, non qui dove Il poeta potrebbe es– .seme egli ste.sso un membro; egli non è un lndiVlduo che vi appartiene. ma solamente un elemento di essa. Cl i,! potrebbe chiedere che cosa tal! o&&t.rvRzionlabbiano R che fare con l'uomo di Jet• t.cre nel mondo modèrno. F.&se non hanno quMI nulla a che fnre con lui. polchè. i,e non sono completamente In erro• re. egli si p~upa di quan • to non è stato conosciuto in preceden:ia circa Il nostro rApporto attuale con una fon– lt: lmmulablle di conoscenu e del modi che abbiamo per rai• ghmgerlP. Nella triade di et!• ne». •.scelta• e t1 anal~I •. ll'L sua re.<. :pon.st\ bllltàparllc-olare rlgu&rdn l'ultlnt-J termine, J)Oi• chè è per m~uo dell"Mali&I. attra\'erlòO la sc.-ltà, , er,;o un fine, cht l'Jnt,elll!fenta unh•er– sale è i·tntel!lgen:,,a dell'uomo di lettore: egli non de\'e ac• cet\.are le apeclallzzazlonl non liberali che Il 6CCOI0XIX M fatto proliferare nel mondo moderno: .,speclallzzazlon1 In cui I m~zzl ,;ono separaU dal full. ra1.1one dalla senslbUità. la materia dalla mente, la so• cletà dAll'lndMduo. la rellgio• ne dalla morale. ramort dal– la IUNi1trht.la poesia dal pen• siero, la comunione dall'espe• rlenza e l'umanità come uma• nltà dagli uomlnl che forma– no la !olla. Non c'è pratica• mente fine a questa lisi.a dl d!Moclazlonl ,perchè non c'è fine. almeno per ork. alla frammental.lone dello &plrito occidentale. L'uomo di lettere moderno può. come uomo. ri • manerne completamente \':t• tima, non meno che Il suo pro&ln·.~ condizionato. Spero si sia compreso che non 1n. tendo fttlrlbulre all'uomo di lettere una superiorità perso– nale: .se egll è plu fortunato del IIU0I\'lclnl, tgll hB tutta• ,·la una magglon! responsabi· Utà e capacità d lesptrlenza: egli è situato preear!amente a1 centro di una ·certa trad\· z.lone liberale alla quale è egli n<•nmeno di ogni "ltro \rl0len• lemrnt~ tentato di liOttrnrsl. Tale tradlzlone ha Jet:iml 60• lo lncldcntall con Il 1lberali– smo politico e non ne ha nes– suno con lo Stato; essa &lilli• Al.LEN TATE (Continua a. po,o. SJ iblioteca Gino Bianco'

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