Fiera Letteraria - Anno VII - n. 52 - 28 dicembre 1952

.,, Domenica, 28 dicemhre 1952 DIEGO MARTELLI Dell' Accademie diBelle Arti "Il segreto di una volta era gua1·dare e intendere Ora si cerca di indovinare-Evviva l'indovinagrillo!,, • Nella situazione attuale dello Stato, in cUi l'economia è una suprema necessità, cl sembra che sarebbe cosa ottima il soppri– mere quante Accademie di Belle Arti esi– stono in Italia. convertendo il valore di questi immensi stabill nel c apitale occ or– rente alla sistemazione dcgll impiego.ti ivi (lddettt. e risparmiando poi tutta la sp eso necessaria al mantenimento di istituzion!. secondo noi più dannose che uttu all'incre– mento delrArte. L'occadone prossima del peccato è, nò questo si nega, una delle pr1no1pallSSime ra– glan! per cui 1'1pferno dlsgrazla1,,amente tra– oocca d1 anime condannate: cosi l occasione prosslma per dh e ntare gratis w1 Raffaello la sl che le città tut.tc trnboccano d.i anistl d'ogni risma. 1 quali si nrrabat.tano su per le corde insaponate di quella gran cucca gna che si cWnma In gloria. Ogni gio,·nnet.to che ha poca voglia di imparare un mestiere. che ha letto un roman1.o do,e unn signora sposo un artista, dichiara al padre la tua gran vocazione e per fas o per 11efas sl 11CCa lla Accademia. Ogni padre il cui rampollo in• 6Udlci dei !agli o dei muri con similitudini di teste. sperando in una futura illustrazio– ne del suo ca.snto parimente ficca 11figlio n dentro; e di tnl maniera, ogni anno una rorJJ.ata di future \'ittime di w1a falsa posi– z.ione sociale. si vanno volontariamente n gettare nella EPielnta voragine. che una quantità numerooa di ,;tud.i !osse frequent.ata da una massa di giovani, n~ de– rivava una gara immensa e forti&UDn. la quale però si pote, 1 a solo combattere nel campo della capacità: g\8cchè essendo tut.– te queste cattedre sprovviste di a pP9ggio superlore. era giocoforza che lot.ta& ::eio di obJlità. e contornate da w1 nu meto di gio– vani che potevano passate a loro plncere dall'una nll'altrn cii esse, erano costrette a mantenersi in una vla tnle da non far dire di sè. in quella cioè della ventà; poi– chè terribile giudice di chi ammaestra sia rempre stato chi Impara. Cosi fiori e si mantenne rarte da Cimabue nno a tutto il 400, epoca nella quale i progressi di essa furono tali. che dai rudimenti elevatisi R tale. cui noi pieni di orgoglio ,;l, ma non dJ sapere. non ci è dato raggiungere ... Nell'anno di grazia che corre la bioo1P1a va dllferentemente d'nssai: ognuno si arra– batta alla conquista di una oosidetta J)051· zione sociale: non si tratta più di esser pri• ~e~\as~~arlaito= ~~a v!\!c'ant ~rea~:i!r~o~f~ dell'Accademia i11terrogn.to del suo stato ci• vile rispande: «Artis ta/I» ed arrlvaro a stendere sopra la tela l'impiasuo dclclfi– cante di un primo quadro. In sua più gran- ~fuJ.r~~~~!i°ctne~leè r~;R;ro~e~~c~:~\e~: ' \ LA FIERA LETTERARIA Pag. 7 AMICO E CULTORE DEI MACCHIAIOLI-E DEGLI IMPRESSIONISTI DIEGO. MARTELLI CRON·ISTA D'ARTE Fu avversario dei falsi artisti - "~li /,embra poco ragìonevol~ • scrisse una volta • che se no italiano fa figura all'estero per un'opinione~be noncondividoper amor di patria, si debba applaudire all'errore,, di ANTONIO FORNA RI ' ,Dopo oltrs un cinquantennio dalla morte ehia(oU. Oggi. raccogliendo i .1uoi scritti, si :~,eter,o:a~~~ellJ.a'/t: 38 ~~: 6 ~n~aia "~°irbbfi ~e:dd.,~U:f:!'t~ aa~~tr!:r:e 1 ~he' /~ti n~:i~i cando In giornali e rivi.!te un veruttoo .spec- avvenimenti egli avet;a ragione àa. vendere. chfo della. vtta artistica Italiana aei primi Cht leggerci lo. .sua recen,done all'Esposi– decenni dell'Unità nazionale, ln.slem.e ad. un11 zione Promotrice di Belle Arti d1 Firenze !Ottile inteUfgenza della pittura coeva di ( 1861). e quanto ebbe a scrivere su Glusep– Francia. Una intelligenza che, sotto certi pe Abbatl, Nino Co.sta, Adriano Ceciont, aspetti, preude. ed anche sovra.sta, quella Giu..seppe Le Nittts, Giovanni Fattori. Sflrie• nata nella Parigi d.i allora. stro Uga, o Telemaco Stgnorint .si avvedra Diego Ma rtelli studiò scienze naturali nel- quale profonda amicizia, e qu.anto sincero l' Unft:er.tltà dt Pi.sa. e trascorse la vita ora a!/etto egli nutri per t macchiaioli. Ma que• a R osf(J11ano Marittimo badando a1 suoi sta amicizia. e que..,to affetto non o/1usca– campt, ora a Firenu in stretta lntrmitd con rono mal Il suo pensiero critico. Nel giud.t– gli arttsti che frequentavano Il Ca6é Mi~ care le opere det sueit amict fiorentini. e d' chelangelo. Nel 1862 andò per la prim.a volta quelli dt Parigi, non tralasciò mal cU segna– a Parigi. e vi tornò ancora nel '68, e ne, '78 re ferme di.ttlnzlonl. dove frequentò I ptt.tori che si riunivano al Il MartelH non tndivtduò ~olamente I mag– Ca6é della Nouvelle•At1téne. Fu cosi che giori a.rt.i.Jtf del .suo tempo: capt.. e .spiegò que.sto fiorentino, dedito alragrlcoltura ed ancora, con .rlcurezza, la retorica accade– appa.tafonato di belle a rti, dive nne amico mica dell'arte uJ7'f.cialef rancese che &I esi– cùt macch.tai oh e degli impre.ss, 'untstt. btva al Salon. Il chias.so che lnto, no ad- e11a Fra poc.hi giorni l'Editore San ~'V1ti di.stri- .si andava facendo a Parigi, e la CU-i eco &i butra in lib reria una raccolta di « Scritti riflettevt1 .tu. tutta la nostra Penl!ola, mai d'arte» (Firenze. 1952, pag. 250J dt Diego lo tra.tse in inganno, e lo condu.&.se /uorl dal• Ma, telll, .scelti ed annotati da An tonio Bo- la retta via della poesia. schetto. E' quest.o un libro atte.s o da molti; La sua conferenza sugU ImpressionJsti. te– ahè oid una segnalaztone di Roberto ~n- nuta a Livorno nel 1879. e stampata in opw ghi, nella premessa alla « Storlu òeglt lm• scolo a Pisa l'anno seguente. e, sia pure psre,s,;os'c: 1, en,,isotl 1•Pdareal gRonewe,al!!::,.re~o uln95a0r/t,tooacloco'!:! nella stfa br"evttd, la .seconda pubblicazione loic7 ,,,_ ~ m esclu.dvaments dedicata a que&tl art-istL Du– pagnato da una breve antologia del Mil.r- ro.nte il suo ultimo .soggiorno parigino. che telU, hanno eccitato la curfo.titd di coloro d4l 1878 &i protrasse sino al maggio del '79. che ,x,ngono attenzione all'arte d~ila se.con- Inviò a Roma artistica alcune corriaponden• da metà del .secolo pa.,6ato. u dove, riferendosi, alle dtspute che s, an- A.n.tonfo Bo&chetto. in una .terrata preftJ· davano St;olgendo Intorno alla organiua.z::to. ztone. mette a fuoco Il penstero critico del ne del Salon - che allora procurava tanti Martelli, e .segnala quel suo particolare spi- grattac api al Governo della lii ,R,e.pubbll– rito polemico, improntato ad « un'U'Onta 1\- • ca - co.ri annunciò la IV esposizione dtgli cuta che parrebbe scherzare qu&6i col fatti impressionisti (dal 10 aprile al 10 maggio}: per soddlsf&re soltanto vena letteraria di « Tl vostro corrt.,pondente ritiene c/t.e per ag11e orontst11. ». nuntre, in realta, « trapas• far molto, ed. etncacemente per l'arte non sa. dove bisogna. Rlrinvettive. più fiera. in vi &i.a nulla di meglio che 1l non far nulla, cui risuona ln. passione di un sentire pro- assolutamente nulla. Comlncianrto dal ~op– tondo. e Rlla soci& ragione dove 61 esprin1e prfmere Il Con.slgllo auperiore al MlnL11tero un'lnt~l11genza. critica fuori del comune». dell'L&tru.ztone pubblica, e distruggendo di Il Martelli ,d OJsegnò un ben d,efini to pro- sana pianta le accademie e gli incoraggia– gramma. La sua cronaca, come egli ste.1.so menti governativi; cosi mi taccio, per non $Crls!e, fu é[1ettfoame-nte « dettata oalla -'J)Qventare con le mie .scanda~ose opinioni fanta.tfa eccitata dalle lmpr u.tiom ricerute le ccut~ oreccliie dei noatri lettori., Frattan– gforno dietro giorno», non accol.se « parola to vi e un gruppo di gente coraggiosa che che non /0&e concepita- co n sp irtto di ve- imbuscherandosi delle dicerie. espone a con– rifà e di giustizia»: .ora racconta e i !ogni to prcy,rio. Avenue de l'Opéra n. 28, disde– veri dell'lm.maginazione », ora osserva « il di gnando di andarsi a far manomettere nella fuori di un amico o di Uft uomo celebra per gran caldaia del Salon ». Quella gente co– ll piacere di delinearne il contorno», ora. raggiosa. a cui fa cenno il Martelli, sono invece. tiene « dietro ad. un fatto qualunque· gli tmpre.tsio.,af.stl. Ed Il Martelli sémpre $U. racccmtato dai giornali. e segue 1• pertpe• Roma Artistica /27 giugno, e 5 luglio 1879/, tle che .ti .rolluppano da e!&o ». recendva ampiamente la loro mostra. ll J Contemporanei non tennero fn tropPo man~critto di questo articolo. con alcune conto quanto andava o.s.servando il no.stro varianti, t conservato nella Biblioteca Mo.• craniata: e la critica d'arte a noi vtcintl ruulUana, ed edito nel volume eh" recen• citò il suo pensiero svisandolo, ora ~ na- alamo. turala candore. ora con a.1tuto ortlfi~o VI Il no.ttro agricoltore Jiorenttno non tra– fu persino. come ha documentato tl Bo.schet- .!curo tfi portare anche vfgUe &guardo aullo to. eh.I (Ogo OfetttJ afllbbtò ali• ch.etlehella soctet4 dove operano gli artt.,tt. La sua com– I •uoi gtudtai •ull'lrnpresstcmtnn,, ai mac- rn<!morazfont di Man•t - Il pittore eh.e par- ttcolarmente capi ed. ammirò - dlventa una cruda ed. accorata requlsltorlo. 1.:er.)O la in– comprensione che peraurava ancora dopo la sua lfo,;e nella steMa Francta. Parigi •~011 e la Mecca dell arte: ed 11 Marll!Ut, reoensenclo l'e81JOSl>l071e organtua ta da ~dn<t-,Rµel per ,ollevare qall• r!• ~~:~raz~r:' at~~'ffa1~enin::;n~gn~~:: ~: rive delal Scttna oonie ad una specie dr Pa– radiso terrestre della pittura e della scul– tura. Parigi, eolt ammoniva. « paga que.rto ~~~~'°una· a~t~~o ltc"J~ro 11 ~hJ'~~~~:b6e n:a;:;~ per ve1ttlcinque, sen1a stabilire altro cr ife. rio alla enorme dttrenrnza all'tnfuori dt quel– lo della moda. unrca vera padrona dt qui?,to pazzo cert;ello del Mondo». Sono. infine, modello dt vivace i? sferzante polemica i suol articoli a proposito della p ro– gettata facciata del Duomo di Fìrenze. d.el concorso per le sue JJOTle,per la sistema- 2ione delle Catorte d1 Luca della Robbia e di Donatello. per la retta con.serva.2tone di Or San Michele. e sul restauro deiia Chtua Abbaziale dt Santa Trinitd'. Il Martelli fu eOetti.vamentc amrco degU artisti: e fu loro amico appunto perch~ fu severo avversarlo del Jalst arttst&. Questo oggt appare a tuttt aSJai chiaro, ma at .suo, tempi pochi, pochtsstmi, • se ne avvedeva– no; an zi si diceva che m.etteva e a. soc– quad.ro I cevelli ». Sentir.ti dire chiara e ton• da la v erita. non a tutti rallegra. pu~:1:_s~~~~!~~à ,f~oa.,~;~~:;,~ttl:~1 ~o!~~ mentare I Jutegglament-f fiorentini. tributa-· ti al pittore Stefano Ussf. in .seguito al pre– mio a.s.segnator,11 all'Exoositlon Unlveri;elle parigina df'l t 867 - d'altronde mi .tembra poco ragionevole che .se un Italiano fa figu• ra all'estero per u na opinione che non con. divido, per am.or di patria. si debba applau. dtre all'errore .., Trf.!te è la parte che mt ,– tocca a fare In que.sto momento. o.ssia la parte uggiosa di Ca.,sandra. Ma •• rl/lettia– ""' quanto lri 8Ul detto che l'Italia _era ma• dre di .scienza. çulla delle artf, terra del genio, mentre pot la statf.!tlca ci ha gettato In facci.a la umiliante cifra dr drcia.,set~ ,nfllonl di analfabeti. et avvaloriamo nelle idea cM .tla nece'.tarlo di dir sernpre, ed. a qualunque costo, quel'o che noi si cred~ ltJ verltd. la.sciando ai /atti provare in seguito chi avet:a ragicne ». Glt « Scritti d'arte» del cront..st.a jìo1entl• po non solamente permettono di conoscere ùna importante e rara fonte d ell'impre.ssio– nlsmo, e di atere un precf.so ragguaglio suf macchiatoli: permettono anc ora l'incontro, oggi quanto mal opportuno, con uno dei, ptù autentici croni.1tl della vita artistica al SOT· gere della nuora Italia: con un uomo ciC>e schletttssimo, dotato d'lneelletto e coscieft.• za, tollerante e compren.rivo, ma severo ao– versario di ognt compromuso. di ogni Incoe– renza. di ogni otresa fatta aUa t:erlt4. Si direbbe che la scelta di que&tt scritti sta ,tata fatta a beli<> i:osta dal Boschetto per ammonire non pochi cronl.!ti d'arte df oggt, e condurli a serio e.same di co&cienta. La rivista fiorentina « Storia ed Arte 1,1 dedicò a D'ego Martellt brevùsimo nec,olo• gio, di ccmven2fonale compianto: tuttavia da es so si apprende che eoU « morendo. le• go.va le ,ue: SO&tanze ai poverf dello ctttd.. ed Il .su.o patrimonio prutoso df. opere 4'arte e di ricordi arli.!tict a Firenu per e&ere CtUtodlto nel suol Mus•I •· ANTONIO YOENlll L"insegname.nto comunque stasi di una scuola destinata per tutti non può neceS!i&· rlnmente rifiutarsi a nessuno, qmndi è che tutti vengono alle classi elemeuLari accet– tati. ed una volta accettati sottoposti al tirocinio comune. Ora avviene ehe essendo le-qualità artistiche t.nll che in grado emi– nente non subito si &\ltluppano. come alla inversa neppure in modo affatto negntJvo &1manifestino negli individui: cm.i un& spe, cJe di llvellamento apparisce nel!e scuole i cui prodotti generalmente sl rassomigliano. Da questo li gran difetto della mediocrità che non permette nl professore d1 dire allo amen> che' smetta, nè all'allievo di sentir• selo d ire: il sussiego fra lo panca e la cat.• led.re, certe massime che il corpo insegnan– te pe r equità è costretto ad adottare riguar– do al '\,nssaggt che conducono lo scolaro dal– rabblcci della professìone al sacramerit.o fi- plreo della fettuccia verde all'occhie11o. o d! un pro!e660rato qualunque In partibus infidelium; perché senza di ciò non corre ~etf:,~~l 8 1r~e:~ar~~ tt 11 :a~:o~:~ro~C:J'~ • 1--------------------------•-------.--------------- !"opportuna credenza onde salvare la pelle dalle conturne1ie della cattiva stagione. Co– sl guadagnandosi la posizione, 11 ruscello divenuto fiume si scaraventa nel gran ma– re del mondo. dove inoontratosi 'con la gente fu~glhl ~=~:~~~ltaJ~i/!:t~e~t'~~ 1~o!~~~~~~~ Telemaco Signorini EDUARDO MANE ~:Jem~:J~~s;:i~h~~d~~ 1: 1 10%~~rl:~~c~3~:~ di U.."lB quantità di persone le quali s.i pro– fessano pittori e scultori solo 1n forza del del diploma ottenùto. Togliete le Accademie e ritornerà la bot– tega. quella dolce, bottega dove cominciato dal macinare la tinta e spazi.are lo stud1o, 61 condussero I Gozzoll. I Ghirlandaj e gli ..Rltri tanti a quell'altezza che t.utl1 con0&eia– mo. E' certo che 11maestro Benozzo se gll veniva presentato qualche genio in erbo., esaminnndone le dlsposlziont non aveva cer– to scrupolo a dirli: bambino torna a casa tua e carda la lena come tuo pndre: e se U piccolo genio non ern soddisfatto. se la pitturo era per lui una passione. a venti ~hJr~~T m~:~:cte~!:v~~~f.e L~~:J1~ de.'1:zae la gloviaUtà ernno nllorn pregi del– l'epoca, onde .tanto :te la lode che nel bla– &Jmo franchezza grandissima. dimodochè prima di affogarsi defutltivnmente nell'arte aveva luogo chi non rlesclvn nd aggrapparsi · alla tavola di snlvamento di qualche altra faccenda. Cosl l'nrttstn che nou è frutto o cui per maturare bnsU 11 •volere. emergeva come di ragione dalla vngllat.ura di tutto quel mucchio che vi si era provato e che non erf\ riuscito, e per usare una frase mo– ( ema. diremo dopo prova e controprova. Da uno stato cli cose, il quale permel.tevn la t~cnmazione delle 1loro sapientissime elu– cubrazioni transustanziate: ivi l'uomo d.i stato scuopre rartista officiale che dà lustro all'impero, e che batte lo straniero. 6etr1pre aborrito. anche nella paclflca pal~tra delle arti gentili. O pienezza di do1closiml aff•ttl! Chi n'ha ne semina. e chi ne ha pi\l ns ha sei. dice il proverbio, laonde bando allo ~polo. L'arte non sta nell'arte, ata nella frase. Pittore non vuol dir nulla, dlpin,ere meno che mai Scuola classica . Souol11ro– mantlcn • Scuola moderna . Pittura 60Cia– le - Preraflaelliimo . Purismo . Realismo • Nnturallsmo e Neo-grecismo. Ecco le parole che valp:on le cose e le cm:e che valgcn le parole. Ognuna di queste espressioni è Ee· gnaeolo ed una meccanica dJ cabalette e di Intrighi che naturalmente •I aggruppano. come le pc,1,1.paie formano le loro istrantsrime ramificazioni; ed il loro maggmre ~uuppo, ed il loro valore di borsa, oscma. come 0&ci1- ~tri11 cret~~~ f::~6 ~:11\,t~o~i:..~rentJ minJ- n secreto di ogni grande del tempi pasoatl sembra che consistesse nel guardare ed in- :i~~-- ~;5t6, ~~:adidrnJ1o~l:afe~r eiqte~ do una figura od un effetto sembra all'ar– tefice meno barbaro del rolito. &1oongra- ~~1~r~~t:tC.::Ozu~~:~~a , ! 11ar fo!ina~ grlllo! Se un povero diavolo pensa. a modo suo, se ln\lece di azzeccare cercherà per trovare: se si oommuove davantL alle grandi pagine della natura. se i grandi esempi lo r11nno \ fremere di desiderio o di invidia. ammaz. 2famolo. Il secolo umanitario che piange sulla tomba di tanti Inulti ed Innocenti martiri. &arà ben contento trovando&t sba– razzato da questo importuno pezzente. "'Delle sue perlpe~1de mllltarl .. • i toscani ne ridono anoorà. ,. Mezt0 ••eolo !a nacque in l"lrènle Tele. maco Signorini; 6UOpadre era pittore •~ai or!glnole che .r,reludeva. alla più ;rande ori• -~~ 11à!todedi ~ll~~Ìe ~erZ~ 11~1l:~c:ao~ mia di Belle Arti. mori sul flore degli anni Telemaco è dunque. come molti fra i mi, gllor!. un ,·ero tiglio dell'arte. Non ~bbe pern educazione officiale. e si fece arti■td prima In famiglie. e dopo da so I pruriti patriottici. l'odio al TedeachL ed aspirazioni a risorgimenti futuri. non lo dlstra.ssero tanto dal pre.sente dtl non pro– durre: ed lnla.ttl •I mostrò al pubblico oon un quadretto. rappresentante rassalto dj un ca.stello. pieno di vtta e di movimento: qua– dretto che gli valse la stima dOtJllIntelligenti, che lo quallftcarono per un e[lettt.sta, e lo !etero ammettere nel simposio del Caffè ~r~r~~~g~gu~!~J'g p~i~uua~:tad,~i J;~t~ un Fausto, del Puritani. e certi signori che furono impiccati in un castello ai fan1.Mia dal duca Valentino Borgla buonaruma sua. , cominciavano intanto a volger nuovi tem• r~ ~~Nrà P:fv~ 0 1':::11~n~ 0 r1:~l~'~a~~~a~!i!~l: na anche In Italia. e Signorini lu del primi apostoli di questa nuo\ 1 a scoperta. Bandi Ai quattro venti che in nature. non esiston contorni. ed Insieme oon altri si dette !ld un'L ricerca faticosa ed attiva per ottrnere il rilievo sempre per chiaroscuro. e fra i macchtafoU si segnalò tanto per lo ingegno quando per la baldanza delle sue ìdee. Mentre accanitamente Il batta11Java In arte e che, reduce da un vlacglo a Venezia. !atto con Gamba di Torino e Vito d'Anoona di Flreru.e, emplva i crocchi degli amici col racconto delle sue strepitose avventure e degli studi dal vero e delle discuoslonl AVU• te. oopranlun,e li 18~9 nella qual epoca. sembrandoli poco l'afferrare un brando i,er salvare l'Italia, afferrò un cannone e al ar• ruolo nella prima batterla degli art!illerl toseAnl. Dire delle sue peripezie numart non ~ qui mestlorL I toscani le conoscono tutte ad ·una ad una. e ne ridono ancora insieme con lui. Possiamo pero assicurare che si nojò ..moltissimo ma fece inappuntabiìmente 11 ,uo dovere. Tomat;o in Firenze profittò della gita latta e dipinse vari qùodrl di soggeoto militare: tra. questi L'artiglieria Toscana che traversa CasttgUone delle Oti\•iere. sa– lutando I feriti francesi che sono sul1a porta della chiesa t11Ufbnnata .in spedale (a quel tempi Il tras!ormlano 51 Intendeva In un altro modo l e Poi alla esposizione ruwonale Italiana del 1861 un epi50dlo della battftglla di Solferino. L'esposirJone del 1861 fece fare un gran passo alle idee artistiche dei fiorentini; 11 veder riunita la produzione tutta d'ltalla • dette •IUoSOa confronti. Il pubblico animlrq l'arte accademica-romantica che lo impres– sionava. oo· suoi teloni pieni di alabarde e di corazze. ma gli artisti si convinsero di tentare altre vie ed I macbhta/o/1 ebber ra– lone. GLI DEGAS - clUt.r:iUo dl 1\l artellb ( po.rt. 1879) L'imprusionlsmo non è ~olnmente una rl– voluzìone nel cilmpo del pensiero. ma e an– che una rivoluzione fisiologico nell'occhio uD.1ano. Esso è una teorica nuo,·a che di· pende da un modo diverso di percepire la sensazione della luce. e di esprimere le lm– presslotù. Nè gli Jmpresstontsti fnbbricarono prima le loro teorie. e dopo vi adattarono i qundri. ma al oontrnrio, come &empre accade nelle scoperte. furono l quadri nati dal feno~ meno inc06clente dell'occhio di uomini di arte. che. studiatJ. dopo produssero il ragio– namento dei lllo«>fi. Io faccio meriwiglia a me stesso tro,~an– rtcml portato èall'an;:omento in cosi alte re– r·c-i1. e \'Cdendo che per la via degli studi ( 1 Y>ltturn, si riesce alle più nstrll!:e !Otti- ioteca " Per la loro follia, per la loro abn.egazione si nuovi orizzonti nella ricerca del vero,, schiudono glteue che d.ir si possano; e questo mJ fa riflettere come tutto si tenga la mano nella vita dell'uni\ 1 erso lntiero e che al più paveri e disadatti apostoli può tah·olta accadere di dover prtrni bandire delle astratte verttà. CompntitcmJ dunque, aiutate con la "ve.stra intelligem.a. e col vostro sapere la deficienza delln mia parola: e guidati dall'amore del ,·ero che cl accomuna e ci affratella in una stessa ricerca, entriamo risolutamente nel lnber!nto. Fino ad ora si è creduto generalmente che tt dlsegco tosse la parte più sicura. ce-rta. positiva dell'arte. Al colore si è concessa la mogia dell'impre\·eduto, la fortuna della !anta.sia. Oggi non è più cosi che po!siamo rf\gtonare: perocchè rnnaUst dìmostra che. la impressione reale. che ddnno alrocchio le cose, è una impressione di colore: e che noi non vediamo i contorni di tutte le tor– me. ma solamente i colori di queste !orme. Accettato quest'ordine di idee, nvn è per quest.o che il disegno sparisca. peiocchè ~ rh•oluzioni della scienza essendo t au.e non per secondi fini. ma con l'intento nobllfs.sf– mo del bene. non distruggono U buono. Cosl il disegno. rimanendo quello che t. si 090- ceplsce dagli lmpre&stcmt.,tt In altro moao. rd acquista WlB impcrtanza ed una funzione. dJtrerente. Il cU!-egno non appartiene più alla &ala sensazione della vista. ma passa invece in parte nJla sen~azione del tatto; e resulta come l'espressione gt'afica e matematica del• le misure. Il senso della solidità di un og– (lelto, non è l'occhio che ve lo dà; 11ien..~ di una dlsta.nza mancherebbe se non si fosse mhmrata coi past-1. e se voi immaginate un corpo umano, si quale siano mantenute tut– te le sue !Realtà. !uorl che quella del tatto. ,·oi capi.rete subito che questo individuo Vi– vrà !n un mondo d"armonte e dJ colori. ma perderà completamente 11 mondo delle mi- ~'fs~~o.deile 1!!~~es!:a:ese~~te~3~ de~: 10 Bia ~~:'\~ttfuJ;I.. ~ r.-'J!l~"m,~;~nJ~l :gn~~~~~ algebrico della parola. A quella guisa lste,sa che l'algebra è l'astrattezza del numero, im– perocche st serve di lettere che rappresenta– no ~a quantità qualunque. delle quali 6tu– dia Il movimento e le reciproche relazioni; cosl il disegno e l'astrattezza aelle !orme. di cui considera i limiti e le proiczloni. pre– scindendo dalla luce che le inviluppa e dal colore che le riveste. De\'o avvertire che il dslegno a chiaro-scuro è l'anello med!o tra questo e la pittura. perche chi lo prntlca. non solo de\'e segnare la maSEa aell'ombra col nero. e quella tiella luce col ciuaro. ma possedendo e maneggiando tutte le mezze– tinte. che p,ssano dal bianco al nero, adopra una ,·era ta\"olozza. dispone di una gamma infinita di combinazioni e per conseguenza dipill{l:e. ReEulta dunque che potend05i dal• l'uomo, mediante 11 pensiero. astrarre un" cosa dall'altra ma non potendosi {n rt>Blta ' astrarre una sensazione ed atrofizzarla. per la ragione che tutte le sensazioni ,t tengono la mano. e sono essenzialmente complesse: che noi. maritan do nel cervello l limiti de– gli oggetti r.on le parvenze colorite del me• deslmi. cl immaginiamo di vedere I contorni che tsistono nelle cose, ma che in ,·crlta non vedtamo. Dal momento che rocchio &i chiude. spa– riscono le forme ed i colori: ienz11 luce la vita dlventn un sepolcro chiuso: il bello sva– nisce come un sogno di cosa che fu. Cosa domand1Rmo noi dunque all'art.e divina del– la pittura? Che rapita aJ carro del oole una scintilla. la rendf\ immobile sulla tela. che divent.a ,rtva per l'incantesimo suo. Qualun– que sia l'oggetto. Il quadro più bello. più pi11.cevolealrocchlo. sarà Eempre quello nel quale si mani!esterA potentissima l'impre.s• s!one della luce. Tutta la grande pittura lllltics. non è che luce. sempre e non invano cercata. Al bel 60S50 gli onori. La olgnora Mor!sol · oogn ata del Manet. che aggiunge alla gra– r.ia di una ! rance.se il sentimento d.1 una fO• bu~ t& ,natura e di una volonta mascolina. La signora Ca.ssat. tmissima americana, ai recente acquistata alla nuo\la dottrtna. do– Po ave.r maravtgll&to le scuole de' maestri officiali per lA.sua bravura. l'Utti era con– tenti di lei. fuorché ella stessa, hnche dopo aver molto tempo cercato, trovo Il J;UOposto in questa schiera di indipendenti. che nlllla rivertiscono f\ll'infuori ciel vero. e cercano in loro medesimi il metodo del loro modo di fare. RenoJr. delicatissiJno Artista. che per ragicni di convenienza disertò l'ultima espo– sizione dell'Arenue de l'Opéra. che tu aperta dal 10 aprile all'll maggio del 1379; autore del ritratto della signora Chupentier. mo– glie del conosciutissimo libraio. Claudio Mo– net. unCldei l)iù grandi paesisti di Francia, come ~lnceramente lo proclama il Oegas. Caillebot.te. lllovane sJgnore. parigino, che oopra I battelli dei canottieri della Senna studia i riflessi V'!rdi del nume rega.e, .e nelle stRnze de' suol amici crea de' ritratti che per il carattere non disconoscerebbe Durcro. per la luce- nessuno. Camn 11llo Pls– satt0. cercatore assiduo. capace d1 met ter.si a tRre uno 5tud1o di neve con otto o ,ueci gradi sotto zero. per quanto nato alla Mar– tinica, Apo&Lolosemplice e convinto. scal– dato solo dal fuoco oella sua fede. al quale monca tf\lvolta quello della stufa. Oulllemer. (Guillaumin l. che ha accettato un meschl– D'> impiego notturno per riconquistare la ,ua lndlp,nderu.a di giorno. Zandomeneghl nn– &tro. ohe lasclMdo per &empre i tacili gua– dn~n! degli altri Italiani alla Veloutlne Fay, che m.tascano i terori delle cocottes. &i e me&SOnella nuova ,,1a ed ha esposto nel 1879un figura di donna spensierata e galan. te btJlissimo riuscita per carattere. Foraln. li Gavroch.e simpatico e oplrltooo, che miete nel campo delle Yolles Bergeze I ouol tipi ed I suol ellettl Il olgnor Rouart lellce al• e Ditemi, come si dipinge una rUDta che gira! » ' Nè unza scandalo ei visse, nè senza 6can– dalo mori: che l'esposizione delle opere sue. nella sala dell'Accademia di Belle Arti di Parigj. ha provocato grida e proteste e hn le ire di quel caro uomo di Leone Oerome. che è esempio Inimitabile di semphcltà e bontà di maniere, (luanto è coloritore inte-. Uce delle sue belle trovate. Ma che , 1 olete. In Francia, nel bel paese dell'etlehc~ta. Il violare le &agite dell'Olimpo dell'arte co:1 le tele di Eduardo Manet era un and'lre pro– prio· a stuzzicare 11cane che dorme. rd f'glf doveva prendere la parola per un !atto per– sonale. E badiamo bene. che Il ~ig, AntonJo Prust che ha \"Oluto, con qu~3ti J•OE-t umi oi;iori. mostrare quanto tenace rosee 1n lui l'affezione e l'nmlcizia per il defunto mae– stro. ha, prima di azzardare l'archto pR6'0. , la~t,a una ~dizione dl Maµe,t ad. usum Del– phln.t. raccogltendo molte ma non tuttP JP tele di luL Quando andai a PaI'ig, nel 1en, oonoscie– vo già le opere di Mnnet; nel 18'10avevo c.J g:iò. avuto sotto gli occhi Ja sua i,itt.ura. In Q_ll,!!ll'epoca çoubret era sempre oonsl:lerato come un eoc,;ntr!eo. Mlllet. se non &bagUo. non era anoora morto quasi di h1me. e Ma– ne, si considerava piuttosto oome un µa= furioso. che come un animale 1aglonevole. Otto anni dopo la scuola degli 1mpressloulstl si era aflennata n el campo .jell'J1n e. Cou– bret era i:.iconosC' iutoca.me uno del erari.di ormai solidamente seduti n el te:mp lo èRlla gloria, di Millet defunto bi comr,rnvano a carissimo prezzo i più piccoli E:chi1'.1.I e Ma– net vivente si dtscut,,,.,·a accnni.tumrnte ma oqn, er(\ più reputato un orso da m~ruoln.. ZANDOMENEGlll - e Ritratto di l\tutelll > ( pa.rt. 1B19) lorchè. laeciando i ruoi lucr06i ettari. Fcap– pa m campagna a d.lpingere dal \"ero. Il iel– ,·aggfo Sesanne (Céz.anne) che non vuol piu nemme-no fnrsi vedere. per ira d~' volgari elogiatori e degrtntelllgentl che non capi• scono. Il povero Plctte, morto l'anno decor– so, l'animn più candida. Il pennello più JìJn. pldo da me \leduto. Molti Rltri che non co– noscendCl non pas!o rammentare. Dire delle lotta che questi Rrt1stt rosten• gono. delle per,ecuzlonl degli affaristi, e d•I• le vestRlt Rccf\demiche. come delle loro in– terne dissen7.ionl. troppo sarebbe. Baat..t 11 già detto a darvi una idea del loro concetto. e a mostrarvi come per la loro follia. pe.r la loro ubnegazlone 61 schiudano nuovi orlz• t0:::>.ti nella ricerca del vero. ~::,~o t ~1ttl: r~:1 vi~i~I c::M;.~:ri: dove veniva qua6l sempre insieme nna •u• &ignora. ad Edgardo De.gas. , 11.lcritico ro– manziere Duranty. ma dove lo conobbi , e– ramente tu al Caff;. della No•v•lle ~th.tne& sulla Piazza P!galle; ctft'.è che un alomo vivrà nella storia dell'art.e parlglna come vivrà nella cronac& dell"arte llorentina il Cal!e Micbelangleo ... Il Caffè della Nouvelle Athènes, situato sul limite che separa con la linea dei Bou– levards esterni il quartiere B~ da Mont– martre. è un :neschino caffè fre quent ato in allora da tutti 1 cattivi E.Og& et.ti nell arte, &enza contare le cattivtssune soa gettesse ciell'EJisée Montmartre che vi convengono e ' si mescolano alle serie ed intelligenti t\ga. nomle di quel pittori ... Manet era alto. biondo e 11 jlentlll$Slrno aspetto, il suo insieme era quello che oggt ,1 designa. con la parola di aentUuomo, por. tava tutta · la barba. che n,uconde,-a, dei denti non belll ed un sorrtro benevojmente lronloo che ho ~lsoontrato spesslssuno nel parigini ruro sadJUe e nel 'chlnesL !'arriso del papol privileg1ati. che vivono nena igno• ranza degli altri. sicuri della propria ,upe. riorità; aveva prontissima la perce~one ael– le Idee. facile il bon mot e l« mot pour rlre. caldo l'entusiasmo per il suo paese. una grande ammirazione per Gambetto e per Oarlbalfli. Ormai isapevà di avere una ~cuo• la. di esercitare una lntluenz-a e ,;elebrava un po', come qualche maligno della cc,tnitt• , 1 a cercava di t&r rilevare. Erano pero grandemente coloro, che trat,. tando deH'opera sua lo classano !r& gli Im– pressionisti. e ne fanno èome un caposcuola di code.sta nuova fate dell'arte. L'equJvoco– forse ha una doppia origine; la prin1a che Manet ha avuto comune con gli impressio– nisti la sorte dl essere escluso dal Salon. e la seconda -d.1 esser stato all'este!"O confuso con Mqnet sempre vivo e verde che è tra I veri Impressionisti uno del ~,ù torti pit– tori. La frequenza poi nello stesso renacolo. di impres.sionistl e non impre.!slon!::itl, tutti Indipendenti però ed antiaccademie!. può anch·e.soo aver !atto prendere codesto falso Indirizzo al giudizio dèl pubblico male In, formato da critici o ignoranti o poco b<'ne– \'Oli e non imparziaU. E' necessario. a proposito 11 Edo•tdo Ma• net. segnare bene questa divisione ,·era e prolonda tra la sua pittura e quella degli lmpressionJsU: per la ragione che m~~eol11.n• do questi due tipi &1vos.souo generare delie eon!usionl grandissime n danno dell tttle. La pittura di Manet i:.c:a nttlng~ punto le sue qualità !ntr~che dalla nc,vJtà • dnl• ravvenJre, mentre lo 1111prt'."S5!oui~mo e- QUk&l tutto nel nuovo. perahè derlvt.. da una nuo– va percezione del .x>br'!, 1.iuasl rta un tilt.lo uuovo deUR retina e l!et centri sent.ori rhe a questa retina modtftca;a son legati MJll.– net è invece un gran p:t.tore della ntbcchle.– larga, schiettamente H!!ermata nei chiari e negli scuri. come J'lumno vPduta i Venezia– ni, Velasquez, e secondo quaut.J mi 61 dice Il Goya che non ho veduto. Molteplici toni paonazz.ettl del Manet tlepolegglano. e ootto alla tra.scuratezza apparente di una r...vo-· Iozza da Imbianchini. si disegnano rigidi e robusti t contorni dt un !orte di.segnatore. .. w~:~:;a ~: :1"ri ~f p~Òr!!~~~e~u~~~i ,·ede e st.a !ermo, contro gli impressionJ6ti che \'Ogliono p0tere esprimere il pBs.sRg&lò di un treno: ~ csctama\la « ditemi come si dipinge una ruota ohe gira? )I, Ecco il perrhè cerca,·a ~mpre cose che non hunno mo,•tmenti violenti. e della grande dltreren– ta fra lui e Degas che cerca e !erma i ra– pidi mdti delle gnmbe delle ballerine nelle ocuole di ballo. e delle stiratrici nelle bot– teghe delle lavandaie. qu~~~ :':f:!~a d~::~~e.anc~:a laa J~~ci~e -hd~ perduto: troppo sarebbe arduo l'argomento ed andrebbe per le lunghe: ml basti li dire ad onore detramlco perduto e della verità che egli è fra gli ult!ml grandi maestri dei passato e &ulla porta. dei il'.tndJ ma.estri den·avvenlre. · DIEGO MARTELLI -

RkJQdWJsaXNoZXIy