Fiera Letteraria - Anno VII - n. 49 - 7 dicembre 1952

LAFIERA LETTERARIA Anno VII. N. 49 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica, 7 dicembre 19~ SI PllBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARl>ARELLJ QUESTO NUMERO L. 60 DIREZION)!;. AMMINISTRAZIONE ROMA, VIA D'ARACOELI n. 3 • Telefoni n. 684.097 e 684.098 • Pubblicità: Amministrazione e LA FIERA LETTERARIA> • via. d'Aracoell, n. 3 • Roma. - Tariffe: Commercia.li lire 60 • Editoriali lire 40 a.I mlllJmetro * ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 • Semestre 1.400 • Trimestre L. 750 • Estero: Annuo L. 4.000 • Abbonamento speciale <Insegnanti e studenti>: rata mensile L. 225 Copia arretrata. L. 100 - Spedlzlo!U! I.Il c.c.p. <OrtiPPo Il) • Conto corrente Postale n. l/3H26 IL R'ITOBNO del Presidente Benes * di JAROSLAV SEIFERT Mcnt1e fl mo,ldo accoglfe con orrore la notizia dclJ'c.1ecu.ttone dcglf imputati al proces.10 di Pra– ga, nel (l'ialc anche la memoria del Pre.tfdcn te Bcnc1 è &tata do– lorosamente .!porcata, crediamo opportuno pu.bblicarc quc.sta poe– .1fa, con cut un grande poeta ecco .!alu(a - a nome di tutti, anche degli accu.1atori di oggi - il ri– torno df Bcnc.1 nel 1945 dai .mo e.,Ufo. I fjori appaui&cqno, la parola a ,•olte tradisce, anche la n1ano spesso può mentire. Quando \'eni5le per l'amalo ponte la piena delle e.eque Uormiva di gloria. E il fiume non mentisce; la sua favella e!prime 111redehà sccola,re della nostra terra. Così p::ir]a una madre nell'accogliere il figlio che torna di lontano. Anche le àgatc luccicarono nella cappella, cd io conosco H loro scintillio, ma le l::icrime di gioia versate in quegli fatanti erano più preziose: di gioia piangeva il popolo. Eran pjù preziose di tulle le gemme, degli ori e brillanti della corona: Così vedc1te che tutti siamo co.n Voi, e con Voi fummo in epoche di doglia. (Versione JAROSLAV SEIFERT (dalla raccolta L'elmo d'argilla, 1946) di Angelo Maria RipeUino) UN ARTISTA NJELlLA TRADKZllONJE EUROPJEA L'UMANITAHA DIPINTO IL MIO PROM.ETEO Sono riandato con convinzione e cosciente sicurezza ai mezzi d'espressione spirituale dei giorni in cui la società europea non aveva anoora cominciato a disprezzare la propria civiltà di OSKARJ{OJ{OSCHKA tw·a > di Rousseau, io, alla consistere tuttora nella. forma_1s2nso d'altro canto l'esisten– m.ia età, ml rassegno con pa- zione della propria esperien- r.a dell'artista che si voglia rin– ziem.a. Ma in fondo ogni ge- za visiva, e. in campo più va- ..:hiudere in una torre d 'a.vo– nerazlone ha dimostrato che sto, dell'esistenza stessa, J>Oi-rio: riesce inutile Quuta vita li mosto fermentante finisce chè la dispersione, la dlstruzlo- di segregazione. Noi artisti poi col trasformarsi in liquido ne, la standardizzazione e ra- non dobbiamo dlmentlcare vino. Penso sia esagerato an- tomizzazione della vita priva- che, infine, 11mondo non è rL che il pericolo da tanti pro• ta. ha passato orma.i ogru limi. servato a noi soli, né g-ira Ietizzato in campo politico te penetrando nell'intimo deL esclusivamente per noi. che l'uomo cioè abbia a tra.- l'uomo, fin anche nella sua So che, specialmente in Ita– sformarsi nello impersonale psiche. Per questa nostra so- Ila, l'artista giovane geme sot– prototlpo della statistica bu- cletà odierna diventata. t..ntu to Il peso schiacciante della rocrattca. Io sono riandato con proletaria, sarebbe necessaria tradizione artistica. del suo convinzione e cosciente sicu- soprattutto una maggiore in- paese. D'altro canto egli reca rezza al meZZi di espressione trospezione che impedisca che in sè, nel suo temperamento spiritual{! del giorni in cui la si artivi ad un panico gene- come nel suo stesso a.spetto OSKAR KOKOSCHKA - «Autoritratto> (1912) :~:~~~~ti=~n~d~~~~~; ~!J~d 0 st~~~rr11~~~c~~~l~= ~1ttr 1 ~~~o~~e~~~~àaa.~~ 1 1t I è hl I !i i è il . t t la propria clVlltà e credo d'a. mente predestinato ad ese1·c1. dagli antichi greci I quali M SI c esto di scr vere per ce . maggiore, di ut I verlo fatto senza essermi reoo tare l'opera di distruzione. compr~ndevano col termine qualche [Parola illustrativa sul quel • tabu > che hanno oggi colpevole di alcun plagio o convln-to che la fatale te,:ola e Europa> tutto il mondo a ciclo • La Saga di Prom,teo > un valore Internazionale. Ho furto spirituale. E' mia oJ>\- pericolante abbia a cadere loro noto oltre i confini della da me recentemente d11>~to inteso dare a questa nu_aplt- nlone lnfa.ttl che ogni genera• sulla testa solo del prossimo. Grecia. L'EuroJ)B non è un per Wl solfitto e che_quest an_ tura una concretezza. d! con- zione non debba, necessaria- se non la sana coscienza so- continente geografico, ma rac_ no verrà per la pruna vo~ta tenuto e spazio c:ome s1 con- mente partire dallo stato pri- eia.le , almeno il buon senso chiude 11concetto di una ben esPoSto al pubblico In occasi!). viene M _un eu.'OJ>e<> legato mordlale e che l'artista debba dovrebbe suggerire all'artista. definita civiltà e Il fatto ehe ne della Biennale di Venezia. alla PI oplia sto1 la. Alla mia lasciare Il compito di teorizza. che un linguaggio artistico Questo concetto rischi di dls– A costo di non rlspndere OP· concezione spaziale aggiungo re al dogmatici, siano essi teo. che non sia lntermedlato di- solversl nel nulla rawresenta porbuname.,te alla domanda coscientemente la quarta. di- logl, uomini IJ)Olltlclo modéstl venta privo di significato, una perdita per l'Intera urna– rivoltami - e la mia giustifi- menslone del movu;nento. q_ua_ studiosi in scienze naturali. poichè non sa trasmettere la nità. La giova.ne generazione cazlone sta nel fatto che In 1';, tu ~COP<l':~.r~ll alite bai~- Sono gunto alla conclusione. esperienza che sempre rlnno- si trOV!\ ()f(g! nella sltuazlone tutta la mia vita. non ho mal l:,,; cd? 1 :~er QUa~ ;'ft'tur~ J>RrteciJ)Rndoattivamente alla va la nostra umanità nel mes. di un fl1<lloi cui padri abbia– dipinto secondo i dettami in "certo sens';, n:f tempo e orlma guerra mondiale e pas. s~gio dall'Io al tu. L'espe- no disperso una erPd!tlt we– della moda. - debbo Q~I rl- nell'ordine degli avvenlme;.,tl slvamente alla seconda. che. rlenza è in fondo Quello che OSKAR KOKOSCHKA conoscere dt non aver d1 pro- illustrati dall'inizi alla fine sul plano della vita sociale. Il da. un gregge di pecore cl tra. ;posito tenuto conto in Que- Prevedo che ques~ mia con~ compito dell'artista debba sforma In uomini. E' priva di sto mio dipinto ~e. almeno fesslone debba. apparire una per qua,nto rigua..tda la. su- bestemmia per i pittori astrat_ (Continua a pagina 2) ---------------------------- ti, glacchè, per gli Insegna– menti del Fauves. a Pa.rigl la riduzione della mppresenta– zlone pittorica alla bidimen- DUE LIBRI: DUE VARIAZIONI SULLO STESSO TEMA UN LIBRO ALLA SETTIMANA PRESENTATO DA CARLO BO * FESTA D'AMORE di Carlo Bet1Jeel1I, (EDIZIONE VALLECCHI) essere le nostre esigenze per– sonali per vedere tl rapporto che corre fra la scelta del Be– tocchi e l'immagine che ci sia– mo /atti dt lui in tanti anni sionalità è adottata come re· gola estetica fondamentale, la L' b quale potrà essere indiscussa om ra so"'<:l finchè si tratti di risolve– re Il problema della decoraz!o• ne. Quando però la bidimen– sionalità vuole esprimere piut– t.ooto la concezione di vita dei giovani dal capelli fluenti e dalla barba folta, Q.ualloggi In ogru grande città del mondo si 1;unisoono in gI"UPIPi per dL scutere sul problemi d'eslsten. za della nuova società, perchè vorrebbero pater svestire in– sieme con la. tradizione euro– pea, I loro stessi abiti per pre. parare da bra.Vi e sansculot– tes > quella rivoluzione mon– diale che dovrebbe superare fin anche li • ritorno alla Na. di OscarWilde Jn Inghilterra l'aeeordo su di lui 11011 ~ slato a11eor11 ra99l11nlo • Atnm· rotori e detrattori eontfna11110 ad allrontard e n. eornl,attersf di GIACOMO ANTONINI Tutti ,anno quali Insidie si na.,condano sotto la cifra del– l'antologia ma se poi all'anto– logia st cerca di dare una ra– gione /erma, di ancorarla a una denominazione precisa que– sti pericoli si moltiplicano na– turalmente. Organfaz.are un'an– tologia su un dato argomento costituisce, dunque, una delle imprese più rischiose e convie– ne riconoscere subito a Carlo Betocchi, autore di questa nuo– vissima antologia di poesia d'a– more, una /orza iniziale e un abbandono di presenza calco– lata. E' chiaro che ogni letto– re può disporre la propria let– tura secondo un pian-0 presta– bilito di simpatie e di vusti e in tal ca.so la lettura sarà una lettura dt confronti e di con– trollo col risultato sicuro dt di– videre le impressioni in due movimenti di approvazione e ormai di amicizia e di presenza __________ _ L'ombra di Oscar Wilde con– tinua ad inquietare l'lnghll– terra. Il caso è veramente ra.– ro in un paese esemplare in letteratura per 11 suo equill– brlo, per la sua serietà e la dignità con cui gli scrittori del passa,to, poeti e narrato– ri, drammaturghi e saggisti vengono accolti nel Pantheon delle lettere. Non si tratta di un solenne e freddo ediflclo dove l morti vengono stste– matt una volta per sempre in una gelida tomba dinanzi al di rifiuto, vale a dire• si arri- Carlo Bctocchi ver<i a un modo di.letturq PI!· , ramente negativo. Mi si potrà zìone che hanno per noi certi obiettare che è mofto •difficile, temi a preferenza dt altri, qui se non a dirittura. impossibile, deve. per /orza comandare l'oc– evitare una lettura cosi con- casione della 1nemoria e quella trollata e prestabilita, dal mo- che è la nostra lettura quoti– mento che la categoria stessa diana, una lettura /atta sul– di antologia esir,e un lav! l'equilibrio della natura e del- di controllo critico: ora, l'educa2ione. accettando questa correzion . ftfa dimentichiamo per un bisogna però aggiungere che momento quelle che possono nell'ambito della lettura diret- divisa verso una stessa ambi– zio,1e di lettera~1,ra, Ecco che siamo di fronte a un capitolo di critica i11diretta abbastanza curioso e pieno di suggestioni particolari. Se ripenso all'im– magine del primo Bel.occhi, al Betocchi che faceva le sue pri– me armi di poeta sul Fronte– spizio di piazza de-· Giochi e di via del Bargello~ (le due pri• me sedi della rivista, la prima presso la Cardinal Ferrari e l'altra in casa del direttore BargelliniJ e si preparava alla bella dimostrazione di Realtà vince il sogno trovo che il dato della partecipazione romantica è qui ridotto notevolmente. Il Betocchi che predilegeva certi abbandoni delùt 111usica di Schuman lo ritroviamo appena nella scelta di Jhnénez (e /or– se se avesse cercato meg'lio, per esempio, nel Diario de un poe– ta recién casado avrebbe Jor.'ie trovato delle voci piU costruite e meno sciolte in una figura CARLO BO (Continua a pagina. 2) ta non è impossibile far giuo– care la parte viva, la parte at– ttva e da costruire su quello che è il capitale della memo– ria. Da questo punto di vi.sta CHE COSà. glt errori, le esclusioni, le pro- La morte di G. .A. Borgese Glovedl 4 dicembre s'è im– provvisamente spento a Fie– sole Giuseppe Antonio Bor– gese. Nato a PoUzzi Generosa (Pnlenno) il 12 novembre 1882, da giornalista giunto giovanissimo all'Insegnamen– to unlversltnrlo, ~volse opera di crlUco letterario militante per oltre un cinquantennio distinguendosi per il suo con– sapevole amore verso coloro che nascevano a.Ile lettere. Nell'altro dopoguerra scris– se alcune novelle e due ro– manzi: uno di essi, Rubé, lo rivelò narratore ricco di ec– cezionali qualità. La notizia. della morte. giuntaci mentre U giornale era in macchina, ci costringe R. rimandare a1 'Pt"OSSirno nu– mero un adeguato ricordo del Borgese. DICONO * I OSCAR WILDE REGIIS'lrJC 4 ~~~so~~i~ntF~~t~;d; 0 un~ sguardo curioso sullo specia– lista Intento a scrutarne 1 minimi particolari per trarne lunghe e complicate deduzio– ni. Ma piuttosto di un giar– dino vastissimo di cui i fiori, le piante ed l grandi alberi vengono curati con amorosa attenzione e rimangono vivi. Anche in Francia il culto degli autori più o meno slgm– flcatlvl e ro.ppresentatlvi del passato è mirabilmente orga– nizzato. Ma salvo alcune fe– lici eccezioni esso rimane più e.stertore, maggiormente sog– getto alla moda, al desiderio di ·scoprire e di celebrare re– gola.rmente un grande genio nazionale. L'ammirazione e l'interesse vanno e vengono come ondate di marea. Quan– do l'alta marea è passata po– co rima.ne definitivamente ae– qulsllo. Fra alcuni anni si po– trà. ricominciare collo stesso impegno. Pure anche in que– bto modo, con un regime dl docce scozzesi da Montalgne a Ba.lzac. da Racine a Bau- ve di sordità sono suscettibili di trasformazione attiva e in linea di massima dovrebbero provocare il lettore a rivedere le proprie opinioni e a correg– gere quello che è per /orza di cose il libro stabilito dalle abi– tudini e dal gusto che si ma– tura dentro di noi con gli anni. Wyler, l'on1erie,1no di RODIO delaire, Flaubert, Rimbaud e Stendhal moltt autori riman– gono vivi e presenti, conser– vano un perenne Interesse. Da Chaucer ed i dramma– turghi ellsabettlan1 al gran• d1 di ieri appena scomparsi: Il volume del Betocc11 i, ap-pa– rentemente rigido . nella sua costruzio11e esterna, ammette però un'agilità e 1ma larga di: sponibilità di movimenti: si..di– vide in nove parti raccolte in– torno alla vocazione centrale che 11a tutta la sua luce dal Petrarca. Le diverse parli in– tendono raggiu11gere per in-: tero l'immapi11e dell'amore: 1) la bellezza e la virtù, la gioia e l'incanto d'amore; :!) Amore visionario e meditante, affanni e pietà amorosa; 3) Venere, Amore. Imeneo, la Ver– gine e la Donna.; 4) Petrarca; 5) Lamento di lo1itan.anzp e Invito all'amore; 61 Il. sogno, l'oblio, la morte; 7i Il deside– rio, la passione e la volti'ttà; 8) La melancolia, la memoria: e la scomparsa dell'oggetto d'amore; 9) Il capriccio, la sor– te e tl costume d'amore>. Il libro che comprende 365 poe– sie (e questo è un omaggio alla funzione pratica della raccol– ta. cioè offrire dei motivi quo– tidiani d! meditazione al letto– re comune) si apre e si chiude col nome di Dante. In sosta11- za il Betocchi mostra di non essersi abbandonato nel suo la– voro a una pura misura dt simpatia e di gusto ma di aver preferito una organizzazione più solida e un limite iniziale di cultura. Caso mai. quelle interferenze possono rientrare da un'altra porta e /issarsi ap– punto sulla scelta dei m.otivl ,. centrall: non credo cl1e occor- ro Ulu.strare la /orza dt attra• -------7 WILLIA.i\l WYLER blioteca Gjno Bianco li regista di "Detective Story,, non crede nel neorealismo li suo sogno è di ~raspo1:"tare nd cinema Luigi Pirandello * Forse è l'incon.Jondibile e squisita fusione di americano e di europeo che, in Wylliam Wyler, Ja pensare a Charlie Cha.plin; ed anche la sua genialità u,i po' fanciullesca che dà a tutto, alla vita, alle idee, ai film, un'aria di gioco piit o meno grave, ma seni– pre inatteso. Wyler odia le de/i11izioni troppe, austere, le espressioni magniloquenti. Con lui (utto prende un a'ì:petto se111,plice e qua.si /a.mi– li.are, le com.plic02io11i non esistono più. Ba– sta ricordarsi che la vita è una cosa spon– t.anea e che ha sopratutto biSOf/110 di libertà. E', d'altra parte, uno dei ""tJ0(',11i registi che si votrcbbero chiamare e profondi>; quasi tutti i suoi film contengono un messagpio ed hanno ,rn leqgero sa-oore di polemica: e I migliori anni dclln nostrn vita• è un film paciflsl.a, e Detective Story > è 1111a re– quisitoria co11tro la cr11drlJit i11considerat.a ed i 1netodi sp,\"'.Ci a.dot:tati dallo pofi~ia urr.11:r, i crim;,zali. nrnr,mn,tn all'orrfin" riPl giorno un po' dappertutto in questi ultimi tempi. E' una mattinata romana umida e ven– to~o. A vrPi preferito 1Jer il mio incontro con H'µllir1111 tvyler ,m no' viti di $.Olee di colore locale. Ma prc.t.lo dimentico l'inquieta atmo– sfera di q1testo tal.so autunno. - li ~110 ultimo film e CR1Tie -., non con– tiene alcun 111ec-$augio socio!c. E' semplice- 11H.•t1IP. la prinathsimn .'ltoria di 1m or,nore in.fe 1 l~e. Si put) eon.,fdernrlo come una nuo– va ten.den?a w•llr, i:110 arte? La parola e tende11zr, > no,, deve pi'lcerr '1 Wylliam. Wyler. Mi dice chr 11n trc1/n quel ,i;ogpetto spmplicem.cnte pcrchè pli nfaceva lo storia, Mi fa OJtcrvare che n.11clir in m,-.. sto jl.lm i! loto s~"iale ed in particolar modo i terribili anni di depre,sione economica dal 1907 al 1909, ha la sua parte: a questa. dif– ficile situazione economi.ca si deve auri!– . buire la fine disperata del protago1iista, la sua miseria. l'tm,,possibHità di trovare un qualsiasi lavoro. Però, più che social.e. è un soggetto morale ed umano. - Dreiser /a sempre co1nmettere gli sba– gli a dei tipi sim.patici. lfurstwood ha com– messo lo sbaglio di voler risolvere i suoi problemi segue'1do gli impulsi del proprio cuore e delle proprie passioni. E' la storia della disi11tegrazion.e di un individuo. Gli doma11do se ha voluto a bella posta allontanarsi dal modello letterario dì Thco– dore Dreiser. Nel film Carl'ie è una crea– tura ;,iù dolce, più emotiva. La separazione dei dur amanti avviene 1io11per il desiderio dc'la giov~ne attrice di liberarsi di quel– l'uomo ormai inutile ed ingombrante. come nPl romanzo, ma a seguito di un tragico malinteso. - Ho i11tittito su quello che più m.i aveva colpito nell'opera di Dreiser: l'amore porta– to al suo limite in due esseri ad un livello molto diverso 11erla loro ca,TXJcitàd'amare. ·nel resto ho l'impressione che i critici c1te mi rin/accim10 l'omi.ssio11e del lato sociale siano proprio orLelU che non han.110lrfto il roman.20. Se l'avessero letto. mi avrebbero certamente cldesto perchè ho escluòSo dal film l'episodio dello sciopero. Un episodio dì prnnde pittoricità, ma superjl.uo per il mio int,.11tn. . Wylrr ritien, .. che un soggetto letterario non possa es.sere trasporta.to di sana pianta Nt\l'EREH MAGLIETTA (Continua a. pagina. 2) Henry Jarnes, Joseph Conrad, Virginia Woolf, D. H. Law– rence, George Moore, Nor– man Douglas, ognuno ha 11 suo posto, la biografia u.ffl. ciale, quelle più vivacl. a vol- ta scanzonate, gli studi crl– Lici, l'edizione monumentale delle o; >e.re complete e quelle spesso più utllt ed acccs.sibih delle opere scelte, cui vengo– r,o ad aggiungersi ritra ttl e memorie di contemporanei, corrispondenze. saggi ed arti– coli. Secondo le epoche ed i gusti le valutazioni variano ~ nei particolari, una d1verM visuale cnmbln la. prospettiva del panorama. Ma sa.Ivo rn• rlss.ime eccezioni un fondo di rispetto e di ammirazione ac– cordnto una volta rimane h. maggior o mlnov misura per sempre. Le simpatie potran– no mutare, la. forza d'attra– zione o di repulsione essere diversfl, Ja valutazione critica conserva una stabilità. Una di cOdest,e rarissime eccezioni è Oscar Wilde. L'ac– cordo su di lui non è stato ancora raggiunto. Atnmlrat.o– rl e detrattori cont.inunno ad afirontnrst e combattersi co– me se più di clnquant'anm non fossero passati dopo la sua morte ed i tempi non fossero cambiati. La coscienu dell'Inghilterra sembra rima• nere inquieta a suo proposi– to. Un palo d'anni fa quan– do in occasione del clnquan• te.simo anniversario delht GIACOMO Ai.'\'TONINI (Continua a pagina 2) CllE CUSA. FANNO GLI SCRl'l.''l.'ORI J'l.'A.LlA.ll71 ENNIO FLAIANO l!LAIANO dall'ultimo banco * " Oh, io sto all'ultimo banco, nei miei rapporti con la critica; quando mi chiamano alla lavagna, rispondo sempre di no: non sarò mai promosso,, di MARIO RONCO Trovare Ennio Flajano è una delle cOGepiù facili di questo mondo: basta. andare, la sera, nella. redazione di un noto settimanale cii cui esll è redattore capo. Inter– vistarlo, invece, è una delle cose più difficili. Abilissimo, Flajano elude ogni tentativo. Una volta non può, l'al– tra non ha tempo, un'altra ancora non sa che dire ... Finalmente, (quindici giorni sono intanto trascorsi), al– larga le braccia e comicamente sconsolato confessa.: e Non so parla.re di me stesso. Sono troppo modesto, o troppo orgoglioso. Non so. Ma è certo che non sono tipo da interviste, ecco tutto>. Poi, cede. e E va. bene. Scriva che sono 11 tipico caso del lettore che diventa scrittore per vincere la noia. Ho scrjtto un solo romanzo e dopo.N non mi sono annoiato più. Ero a Milano quell'anno d'inverno, solo con la macchina da scrivere in una stanza.: Ricorda l'inverno del '46? Come in Couvre/eu di Eluard: "Que voule.z-«>us, nous nous somm.esaimés" >. Mi guarda, sorride, mi offre una. sigaxetta. ~ Scriva anohe che detesto l'ispirazione. Lavoro soltanto quando ho voglia: quinàl molto, molto ,poco. Credo che quel che conta è essere assolutamente certi di quello che si scrive. Qualche volta riprendo in mano Il m1o romanzo e ml consolo pensando che oggi lo scriverei meglio. Del resto - conclude con un sospiro - si scrive sempre Io stesso romanzo, no?> - Secondo lei la crUica, in Italia, è tenuta da uomlnt preparati, sensibili.? - Ma. certo! - Però subito aggiunge: - Io non seguo la critica letteraria perchè ml mette tristezza. La meta sono professori, !'al.tra metà allievi. Gli allievi a.spettano che i pròfessorl si siano espressi ,per dare un giudizio; e I profeS30rl vanno a slmpatle preferiscono gli alunru del primi banchi. ' - I suol incontri con la critica? - Oh, lo sto all'ultimo banco, quando mi ~chiamano alla lavagna rispondo sempre di no, non sarò mal pro~ mosso. Ma i compagni ml stimano. e questo mi basta. - C'è un paese che oggi, con i suoi scrittori influenti la lett.eratura mondiale? ' - Non so. Non credo al paesi, ma a,gll uomini. Forse uomini miglior! nascono oggi in Inghilterra come ieri in America, l'altro Ieri in Francia o in Russi&. - Gli scrittori italiani occupano un buon posto nella scala dei valori 1nternazio,uùi? - Ma certo. Mt diceva un editore di New York .... ora mi sfugge il nome ... be', quello che pubblica i volumetti della. World Library, ecco, che oggi gli italiani sono io testa nel romanzo seguiti dal negri, dai suda.merlc,mi, e dal pederasti. - E deU'eàitorta italiana che ne pensa.? - Ottima. Sopratutto esteriormente. Volumi lucidi, co- lorati, rilegati, verniciati ... Però, quando vedo un libro edito da La Barbera o da Vallecchi mi sento meglio. - Che cosa sta scrivP.ndo. adesso? - Ah, non lo so. Se lo sapessi... lo scriverei subito. - Ma avrà almeno dei progetti? - ProgeLt.i? No. Nie!lte. Non sono nmblzloso. Ogni giorno di più scopro che per scrivere bisogna vivere e che un'esperienza decisiva può esimerci dall'interesse per molte cose. Restano le cose essenziali e su quelle è pru• dente pensnrci su. E' diventato improvvisamente serio. Ha detto una cosll ~ di cui è convinto. . .·. - Non c'è nessuna relazione tra cln~ma e let.teratura.,– a mio avviso. E i buoni film lo dimostrano. Il cinema sta divent,nndo sempre olù un campo preciso. - E del rapporto tra arte e -politica? Rtflette un poco, poi: - Penso che arte e politica sono legat.e. voglio dire che In politica. a~ena può. lega l'arte e crede cosl di farla sua. Ma l'arte non può vivere ohe in un clima di libertà morale, spirituale e politica. Fuqrl della Ubertà non c'è che la propa.ganda e la propaganda non m'inte. ressa. Naturalmente non confondo la propaganda con 11 d0\ 1 ere dell'artista di sentirsi legato al proprio tempo <diciamo pure: engngé). Ogni vero artista è automatica. mente engngé appunto perchè vive nel proprio tempo e lo riflette. Ma l'artista è spesso un testimonio incomodo del proprio tempo, metà profeta e metà enfant terrible Egli prevede ogni cosa o perlomeno denuncia ogni cosa· nttirandosi il sospetto dei politici. Questo mezzo secol~ ci ha. fornito tropi)C dimostrnzion1. Per quel che ml ri• guarda, sono stnto, sono e resterò sempre libero. - Dei giovani. che ne pensa? - In ne~w'I paese, come in Italia, un giovane che valga qualcosa ha più probabllltà di essere applaudito L'Italia è il paese del gcnii compresi. I giovani hanno fretta e Goethe diceva invece che l'arte è pazienza. In• vecchiate e ne riparleremo. Io, appw1to. aspetto d'esser vecchio per mettermi a lavorare •sul serio. Ade~o sono distratto da troppe cose. - Insomma, con.eludendo, Flaiano? - 0gn1 giorno mi accorgo che ho molto da imparare. Buona sm-a. E scappa via, a discutere 11 titolo di un articolo com• memoratlvo su Benedett-o Croce. MARIO RONCO

RkJQdWJsaXNoZXIy