Fiera Letteraria - Anno VII - n. 44 - 2 novembre 1952

DOMENICA 2 NOVEMBRE 1952 VALIBRO Il' DELLE G ORGICHE ORFEO e Euridice Versione di ~URINO PIAZZOLLA Mentre la 1iovinclta, già da morte ~egnaur. a precipi:io lungo il fiume da U fuggivo, il serpe che le ripe abito, nell'alta erba non vide. Il coro delle amiche Driadi. i monti più eler.'Oti riempi d'echi e /amenti; e piotl.$ero del Ròdope le vette e gl! alti Pòn.gei, Reso la guerriera tf!'f"Ta, piansero i. Ce.ti. e l'Ebro, pions~ l'ottica Oritia. L'amor perduto al suono della Cl '1 con.sciando~ te dolce spo&a, te ml lido vuoto, te al venire. te all'andar del giorno egli cantava. Nelle gole del Tanaro, profonda porta di Dite, entrò, vide la selva. cupa di buio orr~rc e .s'accostò ai Mani, ed al tremendo re che im.puc i cuori duri alle pregl,iflre umane. E .subito dell'Erebo remoto comm.o.sse al dantn, ed ombre l~vi allora venivano a migliaia, larve di morti, qua.si .stormi d'uccelli che tra foglie po!ano i.n !U la .sera•oppur che l'a.spra pioggia invernale giù dai monti .scacci-a; uomini e ,Io,we e co~pi. di clementi Bni già morti e vergini e fanciulli e 1iovani .sul roso ar.si davanti ai mi.seri .super.st, iti. Ora il fango nero e l'alta canna terribile di Còcilo e la palude lurida d'acqua pigra a .sè li .stTinge d'inlorno; e poi lo Stige li rirue.rra con noue giri. Era stupila Lete e i luoghi ontich.i. del Tartaro e Le E11me11idi che serpi a:.:urri avevan per oo.pelli; re..st.òCerbero muto con tre bocche e si. fermò il vento: il cerchio d'Js.5ion.c. Tornava Orfeo, già vinto il loco orrendo, ed Euridice verso il ciel.q in luce veniva ed alle spalle lo 3eguiva, (volle OOJÌ Pro.serpinaJ, a un a-atto travolto fu da rapida follia, - dolce follia che i Alani moi ,epper perdonare -. Quand.:, fu prru.so il lume Orfeo, gili vinto d'amore, volse il volto ad Euridice e lo guardò incanlato. Rotto fu il pollo col tfra.nno duro, tra volle per le lnnde. dell'Averno .s'udì un fragore allora: e Qual follia> - d&.$.$e Euridi~ - e colpi m.e infelice e te, Orfeot già il fato avver.!0, me chianu, indietro e il sonno della morte iU occhi miei con/wi. ora richi.~de. Orfeo infelice, addio/ profonda notta me travolge e n.on più tua, le mani a I~, deboli, tendo> di.s.se L'ombra, e d'improvviso come fumo lieve nell'aria ~parue, e più non vide lui, che molte co!e dirle ancor voleva, ma inuono a sè le ombre abbracciava; ma quei eh.e l'acqu.e dell'Orco traghetta per M,mpre gl'impedi l'o,curo varco. Che fa~? doue on.dare or che la Sf'O.S tolM. gli auevan con violen:a? Gon. quale pianto im.pieto~ire i Mnni? con quale canto i Numi /or pinngere? Gelida ormai Euridice navigava n,.Ua tremenda barca dello Stige. Dicon. che pian.se Orfeo per je/le mc.si sotto una rupe alti..s.sima.,alla riva. del desolato Sti~ne, a U pene narrò J.unio i freddi antri facendo man.suete le tigri e a !è traendo col conio o//a.scinate querce ed erbe. Come u.signuol dolente tra le foglie di pioppi a sè lamenta i figli per.si che crudele aratore tolse al. nido i.mplumi a.ncora: e piange pi.ii la natte e di Jue note me.ste inonda l'aria di valle tac.i.turna. ..... AlcU/14 amore, nè lu.singa umana pffSuoso Orfeo!_ En-ò lungo i ghi<Jcciai boreali. fino al nevoso Tonai, per le gelate lande dei Ri/ei, Euridice piangendo e il, vano dono , di Dite. Ma le donne dei Ciconi pre.Je da sdegno per l'amor re1pinM. durante i riti del /e.ctoM Bacco neUe orge notturne.. per i campi dUpe.r.stJT k .sue membra di/.anUtle E qunndo il capo fu .staccato bianco \ dal colk, l'Ebro Eagrio rravolgcndoio nei gorghi suoi, la voce e L'ormai fredtk lin..gua e Euridice> richiamava ancora. e~ Canima fuggiva. e O mi.seria Euridice> - e Euridioe >, echeggÙll>Ofl le ripe lungo il fiume. LA FIÉN.A LETTERARIA Pag.5 UNO SCRITTORE PERSONALISSlMO !f. 1 PENSIERI E LE ORE Le atmosfere diBuzzati •: dl GINO BclCCHETTl della dittatura Man mano che i venuto at. tuando la sua vocazione let– teraria, Dino Buzzati non ha certo allargalo la sfera dei suoi interessi umanl. Le sue conquiste, innegablli, non so– no di ordine spaziale: esse consistono piuttosto in un pro– gressivo, assiduo approfondi– mento di alcuni temi e mo- eventuo.lt cadute, occorrereb• be sottoporre le singole ope– re del nostro scrittore a una indagine attenta e mlnuzio– SA. e andar quindi oltre I li– miti di un rapido profilo) non è certo Inutile sottolinearne. mediante qualche affrettato ma concreto riferimento alle opere medesime. la costante fedeltà alle premesse di cui si è !atto cenno. Già nel lon– tano cBarnabò delle monl,a– gne,. pubblicato nel 1933 - che è la storia della volon– taria rinuncia a unn occasio– ne di riseatt.o e di gloria si– lenziosamente e J)(lzientemen– tc attesa per lunghi anni - quelJe premesse rlsult.nno chia. rnmente poste; e. se pure con. t ,rappuntn.ta e compllcat3 dn elementi estranei, da spunti fantastici alle cui origini sta evidentemente la fnmlllarità dello scrittore sla con certa mitologia nordica, sia con Je scienze naturali. In fa.vola pel c. Segreto del bosco vecchio• (che è del 1935) palesa. a chi ben guardi, unn sostanziale rls1>0nden1..a quei fondamen– tali motivi d'ispirazione. An– che qui l'attesa. anche qui la rinuncia, con li loro carico di afisla. e di poesia: e insieme un sottile e tenue moralismo, più ~uggerito che e.spresso. (ma già nel primo llbro se ne aveva il presentimento) e che continuerà ad Insinuarsi nelle pieghe delle opere suc– cessive. nel e Deserto del Tar– tari• come nei migliori rac– conti di e I sette messa.gtterl • Csl veda. ad esempio, e Il sa– crilegio :t) e di e Paura alla Sc61a.•, nonché in certe pa– gine di e In quel preciso mo– mento•: un moralismo. be– ninteso. elusivo, di specie sin– golarissima. per cui 1' eticità tende a coincidere oon una forma di rinunCla nella Qua– le è implicita l'accettazione rass~ata e C06Ciente del– l'aVVerso destino. to dei Tartari• che Su,m,tl cl dà per 1a prima v6lta la esatta m1sura delle sue pos– sibilità. Come un prisma fat– to ruotare lentamente, le cui facce si accendonò. man ma– no che vengono esposte all6 luce. di nuovi e inattesi ri– flessi, questo racconto - che ha. anche una sua cristalli– na. monolitica compattezza - mette a fuoco ad uno nd uno i motivi cari all'autore: e nel suo ritmo legato e grave, nel– la sua voluta monotonia cli tono, la vita sen~a vicende e la speranza sempre è.elusa di Giovanni Drogo, la perenne. alpestre Immobilità del miste– rioso e Deserto•. l'ordinata e sterile attività della e Ridot– ta Bastlnni • - improduttivo, puntiglloso alveare - si ri– specchiano con tanta oggetti– va. e staccata llmpide1,za rla assumere un trascendente va– lore simbolico: senZR, peral– tro, che sia menomata la loro naturale evidenza. chè Buzza– tl è sempre attento al parti– colare. pronto a materiarlo di sostanza umanissima. di HARIO LA CAVA tivi che già erano present.i fin nei suol prlml racconti e che si sono rlveln ti sempre più chiaramente in intima e neces– saria connessione con la. sua natura dJ scrittore. Sono noti gli elementi co– stanti delJa narrativa di Buz– zatl: la sua predilezione per città e paesaggi dl fantasia, ma rlsoo.Lta.tJnd una corpGSa evidenza geografica dalla pre– cisione. a voi t.e persino buro– cratica, della prosa, città e paesaggi dove le cose ristan– no ln una allucinata. e quasi ossessiva 1mmobl1ltà, mentre gU uoml-nl passano come om– bre, quando non sono dichia– ratamente le ombre, o addirit– tura le cose, a far da prota– goniste; Il senso dl!luso di ot– tesa, un'attesa che pRMn fa– talmente attraverso l gradi del fervore, del1'angoscin e infine della rassegnazione. che riem– pie Il tempo del personaggi e tende ad aderire olle loro dl– menslonl, ad assorbire intera la loro e durnt.a >; la e dispo– sizione allegorica• degli even– ti na.rratl, che non sl risolve peraltro In vera e propria al– legorla. perché quegli eventi, nel loro complesso, non sto.n– no a rappresentare un con– cetto, ma un sentimento to– tale, una visione. anch'essa intuitiva. 'del mondo, traspa– rente sotto la rete del sim– boli. Ed è chiaro che questi element.i non sono accidentali e che non è possibile valutare criticamente l'opero di Buzza– ti escludendoli. Nella loro scel– ta sta in sostanza il primo e forse decisivo orient.a.mento formale dello scrittore, In de– finizione irrevocabile del suo atteggiamento: essi fanno pat– te. e parte esscn1Jale, del suo linguaggio artistico. Una scelta come questa non è prlva di pericoli. Può accadere, per esempio, che 11 peso di determinazioni cosl perentorie schiacci od eluda l'Interesse dell'autore per I caratteri e per t casi del suoi personaggi la cui vita. svuo– tata allora d'ogni autonomo impulso, viene ad essere con– dizionata alle esigenze di quel– la e categoria• che, con lo– cuzione un po' frusta, po– tremmo chiamare l' e atmosfe- E' comunque nel e- Dt$er- Una mLsurn cosi piena e fe– lice. non sempre Buzzati riu– scirà in seguito a ritrovarla. E tuttavia molti racconti del- DINO R\ 1 ZZATI ~~}~e8~~;~f!~e ~~b~~tt~te ~~~= ------------------------1 snggerl •. c'.fl 1942. (che con– tiene. però. se non a.ndlamo errati. vari scritti di eooca anteriore). e e Paura alla Sca– la•. del 1948. non si limitano a fornire una brillante con– ferma delle ouallt.à. 1 dello scrit– tore, ma. testimoniano del suo continuo a!flnamento stlHsti– co e, insieme, d'un progresso della sua ricerca, d'una Ac– cresciuta intensità. d'esplora– zione nel desolato mondo In– teriore creat.o dalla sua fan– tasia. Quanto al libro più recente, • In quel preciso momento •. esso cl mostra lo scrittore a una svolta di cui non si pos– sono ancora prevMere gli svi– luppi. ctO che induce u critico a una prudente sospensione èl ~iudlzlo. Sembra infatti che ouest"opera - d'una materia narrativa quanto mal este• nuata e d'un simbolismo quan– to mai scoperto - sia mag– giormente insidiata dai peri– coli di cui si discorreva po– c'anzi. Ma forse se ne riceve tale impressione perchè, abi– tuati a un Bu2'.7.Rtlnarratore (sia pure narratore persona– lissimo) lo si vuole conside– rare ancora unicamente su ~:~e~~~~: 1 1 ~J~ir~e~ 0 Ìn~:,~; che. bruciati i passaggi cro– nologici del racconto. assot– tigliatone all'estremo Il tessu– to connettivo, egli intenda tra• sferirsi su un piano :!I dlchia- rato lirismo, aspiri alla con– dlZione della poesia. E' que– sta la sua. ultima c!etermina– zione? Avremo ,un Buz.zatt prosatore poetico? Per parte nostra, preferi– remmo vederlo ancora lmpe– ,:nato in distese opere nar.ra – tive. certi che la sua più Vft.• lida poesia nasca dagli Incon– tri del personaggi e delle cose che egll sa collocare In pro– spettive cosl ricche di sug– gest.ion.l e che tanto m~lto esprimono valori e metansic1 • quant.o ptù concreti\ ne è l&. rappresentazione. Questo cl sembra sia lecito aspettarsi dall'autore del è Deserto dei Ta.rtart ,. GINO BACCHETTI Citi è LeOn<1rdo Scia&cta? sa,ta1t0 pocll• p44Jne, por r,fférnt4re che sf tratta di un nuovo scrtttore, e per deftnfr– n.e la natura? c. Favole della. dittatura• egli le ha eh.famate ( e n.oi sll1mo grati a Mario Dell'Arco per avergliele 11Ubbllcatequal– che tempo /a In un elegante volumetto presso l'ed.ftore Bardi di Roma/ forse pere/tè scritte nell'epoca della tiran– nia, quando la voce me]to io– tpetl4 è~quella dello ,crlttore di favole che ,a adombrare Il vero che diiturba.: e anche -pere/tè alcune di esse riporta– no, nell'inttr»retazione mora• le <!elle immagini tradiziona– li. l'eco 41 particolari aber– razioni del ttmvo. Ma non in queste risulta la pitl pro/onde. originalità. 4•11o !crlttore. In. re.alta Leonardo Scia.seta pftì. che analtuatore raffinato di problemi morati e psfcologici, tttle da aggiun– gere qualco.sa alla conoscen– za dell'animo umano. itabtlf– ta già In modo de/lnltivo da Es01>0, ~ creatore di un suo penonale ienttmtn.to poetico, col q11alt colori&ce tanto lt immagini conosciute dalla. tradLtiont, tanto quelle ritrO• vate da lui con !Obria, ma vi• gorosa., fan.tasta. Sentimento poetico di na– t·ura lfrfca che esprime una. tragica vlslone <lei I modo: qu•lla dol contra•ti tn,oppri– mtbtlf e che pur .sembra.no paradoHalf nelle dolorCMe vi– c,nd• della vita. qu•lla della funesta mediocrità • d•lla ne– ghttto,ltà pervi=• iulla mag– gior parte degli uomini. Una fatalità eo.muei, ,1 leva eome SOPRAVITI VEi\ 1 Z~ DI VNA- TRADIZIONE * PRESENZA DELLA CATALOGlA LETTERARIA ~~~ g 1eln: 0cccoo1!r;ar~~~fafeJ! * permettere solo a poche pns- Assai poco si conosce ln Ila.- &~te In unl !ln,ua. atunteu ~o~)~,J\a"~r~~~~!~°i.r~p~ ~ lla di una letteratura neola.tt- DI RINALDO FROLD e dell't,pttt. di o.. ,,~. loco o meglfo di trasforma- na che ebbe nella sto rfa mo- '- Poei. lll!Jvamenta cbllro e ~e in' gioco In formula artlfi- menti di gnnde splendore • vrebl>e tna.~rant ool pro••I- Dicevo che la Urica è &lcu- caçador. e la. uccolt&: • 0'21- sompllce, &sana ha .empre closamente' lnslstlta, Ìl rollcc che oggi, pur Ira molte dlffl- mo Anno &ccademlco. ramente Il genere che. attua!- çon, de iavema 1d'obltt•. Dopo accordo di elementi oompasl- coltà. continua a vivere e pro- Al nostro occhio osserva- mente costltul,ce li meglio del. la guerra civile pubblicò un li• cercato d'aderire all'anima. del !Jvl attuato una volta e non durre: alludo a quella lettera- tare non ofugge l'Importanza la Letteratura catalana: Il che bro Intitolato e Entre l'Equa- popolo per cui ca.nta e qul!$ta più raggiungibile quando al- tura cntalnnA che ne1 corso di questo rla.vviclna.mento fra In fondo rientra In pieno nella dor i els tropics • Ispirato da • un!&ltra natone della· sua po– la misura lntu!Uva si sin so- del suo svolgimento storico Madrid e Barcellona,· Jnche se tradizione. Nell'intento di dare un viaggio alla Polinesia. Popo. polulU .. stituita una misura lntellet- tanti cont.atti ebbe colla cultu- riconosciamo che anWra molto un sintetico pdnorama della si- lare usai è Il e Poema de Na- Diver.!a na.tura ttric& à quellA tuale. Pericoli. quesLi, sempre ra Italiana. restn di\. rare: ma forse si è tuazione att.uale della poesia di dal•: opera assai vasta che lo di un altro poeta coet.aneo dl incombenti su uno scrl~tor~ Net tempi moder!J-1 la Iet- sulla via buona Per chi vive catalogna comincerò dagli an- stesso tiagarra. dlcht&ra ~:,&tH e 6 Cari!'! ,u~ ·che ctome B~1~a\l. 1L' usura l~t tera tura catalana ebbe un mo- preoccupato dei valori della zlanl. Tra essi è degno di essere la sua più ambiziosa cre11z1one ~l ~/ r 3 1~ 1 à concorde nel s rumen n es 8 crear a • mento di grnnde fioritura ver- cultura eche costituiscono ln ricordato Josep Maria de Sa- è 11 poema e Montserrat• di "e& cr ca morferfn è ~~!ti~~l:r~;~te ~~~= so In fine dell'SOOe l'Inizio del definitiva. la civiltà di un po- Q:Rrra.che è forse 11_più noto 16.000 versi che sta pubblicé.n- riconoscere come 11 martlore ;~b J 1 fatti e di lmpulst ter- nuovo secolo, fioritura acultMI polo) è augurabile che ad una dei poeti viventi. Il ptu popola- dosi In edizione di lu>So. Ac- del poeti catalani e come quel. restrl in unn narrativa tn cui durante gH anni della autono- tnt.esa si arrivi e cl\e le genti re, anche per essersi dedicato canto alle creazioni originali le lo che ma.ntorment.41 ha. in• la vita stes.sa è rappresenta- mia catalana ma poi smorza- dl cawilogna possano piena- assai al teatro ed a poemi di traduzlonl: tutto Il teat;o di nulto ,un~ formazione del ta come un negativo sbiadi- tasi coll'nffermazione m1lltare mente servirsi del mezzo loro va.sto respiro. Shakespeare e la. Divina Com- ciovani pr,etl. to e l'unica pasltlva a!lerma- del Nazionali che togliendole nativo d'espressione e sapere Pubblicò Il suo primo libro dl roedla di Dante. Queste tndu. Il auo PTtmo Ubro ,J!lgtance.. zlone sembra essere quella l'autonomia politica mirarono che la lingua madre è qualco- poesia nel 1914 e da quel glor- z!onl hanno Il valore di vere e fu bblt ,. 1 1919 . là della immanente realtà. della a scatalanlzzare li più PQ6Slbi-sa di più di una lingua talle- no la sua attività. creetrlce non pu ca- no · eu i morte. La suggestione delle le la Catalogna. Logicamente r.ta . CIO gioverà. al rinascere ha con06Cluto pause. Tn le proprie creuio)1I: per •umplo un libro tutto proiettato verso regioni di fantasia, del vasti una delle proibizioni più seve- vivo di una nobile letteratura. opere •ue sono desne d'essore la traduzfone della DMn• Com- BINA.I.DO ntOLDI (Continua a PaJJl•i, 6I deserti ~al quali sta per ve- re ru quella dell'uso ufficiale non certo ult.tma gloria dell'ln. ricordate oltre 11• Prlmer lllbre media d& parecchi è stata riu– nlre un oscura minaccia. del- delJa. lingua e quella delle pub- tera Spagna. de poemes •· 11-poema e El mal dÌc& .ta.la migliore versione eat– le strad~ che si perdono nel bllcaztont a stampa in cata- ~;l':ind!~,e:'~1 a1adfts\,!am~ lana. . . 1------------------------------------------------,I sogno, per durare. di essere Oggi la sl~U&ZJone e miglio- Q t I t I I t I sostenutadaun'autent.1ca,J)Cr- rata rispetto a.1 1939 ma dif- uat ropoeti l a ani con emporaoe1 lste te tension lirica; e se. !le ltà esist no anoora: In ef- (I 1 • come nel caso di cui ci oc- fettl a chi con06Ce Barcellona cupiamo. 10 scrltt.ore ha sa- cd il resto della Catalogna non puto rafforzare quella sugge- srugge Il ratto che la lingua stione, caricandola fin dal- ootalana vi è più tollerata che l'inizio d! tutti gli ln!lussl !et- ammessa. C'è 11divieto di pub. terarl plu aderenti al proprlo bllcare giornali e riviste in lin- splrlto (si sono fatt.1. a pro- gua. catalana cosl come opere 1 poslto di Buzzat.l e, cl sem- scientifiche· a fatica. si conce-\ ~aQ~r:ce~8!1°rt~eicifkna)m~u:! de l'autorl~zlone ad opere di 1 sto non è che un sintomo del prosa narrativa o di. t:.eatro.1 rischio che si corre a fidarsi L'unico genere che ha una cer-t di mezzi in sé precari: come ta libertà è la poesia lirica. E t.utll I mezzi. del resto. ogget.- va subito detto che è Il gene– tivamente considerati. re più vit.ale e valido in se- D'altra parte. a chi è mosso de artistica. La poesia è Cor– da una vocazione cosl partlco- zat.amente sempre letteratura lare non resta che tentar di d'élite e si comprende come attuare quell'unica possibilità. meno preoccupi chi ,1 pone Il gusto per le calde, appas- contro il libero sviluppo di una stonate vicen_de u~ane uno Hngua e di una letteratura per ~onils~~~d~u~ 0 ~aereca::n::n~ scopi essenztalment.e polltlcl. come errore se è spinto sul- Ma la poesia. come ogni ma.– la strada de.ll' arte dal deslde- nlfest.azlone creativa dell'uo– rio di esprimere i moti di rl- mo. è universaJe e c05\ si com– piegamento e di angoscia ma. prende come proprio dai poeU turati nel freddo della solitu- di tutto Il resto di Spagna sia dine. •uno scrittore non può recentement.e partito il bellls• accogliere che temi e perso- simo gesto dl fraternità verso naggl di una determinata I poeti di catalogna, gesto che qualità. passati al filtro e de- sembra aprire un periodo nuo– ~~~at~~d~~~l al~~rl~e!i~~el~ vo per la letteratura catalana. l'unica qualtti\. Ml riferisco a quel congres~o DI sfuggita, potrebbe qui rl- di poeti celebrato In Segov,a levarsi come questa Itmltazio• qualche mese ta ed al quale ne (ammesso che si tratti di furono ufficialmente invltatJ una lintitazlone) non sia ca- tre deJ maggiori poeti barcel• ratteristica del solo Buzzati. Ionesi: Foix. Rlba e M. Ma– comclda an~i con la crisi dei nent. 1 tre intervennero e Car _ ~mi na:rativi e dei persona~- les Riba pronunciò un me– g1 che e propria delle. nostra morabile discorso rivendicando b':'ci!, 1 le~\!~~~~-e ~~! f"\1~= autorevolmente 1 diritti del ca. tanto della società attuale talano In seno alla comune pa– ~he è povero sotto t-ale aspet- tria spagnola: ebbe il rispetto. to O se gli scrittori non ne la simpatia, l'approvazione dli vogliano o non ne sappiano ~utu I present!. cogliere la intima ricchezza : Uno del più conunossl fu In ma il discorso cl condurreb- quella occasione Dionisio Ri– be troppo lontano). drueJo (che oggi polltlcamen- Compcrre, ad ogni modo, te si trova tn posizione crit.lca di quei poc~I motivi, una sin- rispetto a certi princtpil che tesi suggestiva, rappresentare un tempo approvava) il quale vivamente quel pochi perso• ~iunse a parlare di una e Cata. naggl (quanU e qua~f. moti- tuna. ofcrente • veno cui tutti ~ ~ttit;,s~~::ff~·re~i eer~~~ue~:gli spagnoli d~vevano amore- 51, più O meno lntenzional• ,•olmente dirigersi. E la c~i mente. interpreti della cri,1 non mori Il: Il c<_>lloqulo R!ba– stessa queste sono ambizioni RidrueJo continuo sulle colon– degne: la cui attuazione co- ne del per!od.1co barcellonesf' 5tJtui.sce da sola un sul!icien- .-Revlsta •. interven·endovi an. te compensa per chi, a tale che un anziano scrittore cata– seopo, ha affrontato rischi e lano di profonda umanità e JOSEP PALAU 195/;;o p~bgft~~i~o:: ;-.c:ti:~ro m~~fcf~eJ~e d:i t~~:~ riunite in un volume· in.titolato Poemes de l'Alquintisu .. Educato d.a giovan, in collegi religiosi. Palau ha seiutto glt studi filosofici all'Università. della SU4 citta. lui diretto I.a. rivrJta. Poe~la e la collezione dl giovani poeti catalani La. Sirena. Dal 1945 vive a Parigi: poeta e maledetto• non per att~gia,mento ma. per vissuta esperienla, Palau.. cht a.ma e canta quel Dio a cui non. crede, h..a. fatto sua. la Parigi esistenzialista. lommiato Non !.) & erlve.re ,non so scrivere i,iù. L'inchiostro m1 t.porca. le dita.., le vene. Tutto il sangue ho lucla.to alla. carta.. Ove potrò dire, ove la.sciar detto, ove scrive.re b. polpa del frutto d·oro se non nel frutto. la tempesta del ~angue !e non nel !angue. l'albero e il ve.nto se non nel vento d'un albe-ro? Ove Potrò dire la mnrte se non nella morte, morendo? Il resto son parole. Nulla di meglio saprò più scrivere. Troppo pres.:o la v1~1io vivo. Le pa.role mi muolor.,, dentro ed io vivo nelle cose. J(,. JOAN PERUCHO .A.nclLe Pe.ru.eho i barcellonese, essendo nato nel diJtretto mu.ntcipale t!elùz ca.ptt4le. catala.n.a chl4m.a.to Gracta, nel 1920. Sota~~ ~ 1 ;~ ra:~TlLJtb:r~i;; :to~~1a~ 0 L: 1 ~~ ft~~~~'~;:: pre di pro/on.'10, amaro contenuto. h4 u.n .su.on.o grave. nobllisiìmo, assai per.5on.alt. Gli unni son conie foglie Voce, tenebra., spiaggia amplis!ii'na dove s'annegano le la,grL,ne, lettera d'amore probabile, quell'infantile prurito che ~Tdinava. I desUni cosl come la divina gioventù atte.!.orat.a, che sarebbtro 6e non una piacevole credenz.a. una inutile menzogna per accumularf' Il dolore che impntiona? Il vento a rolte batte a una porta o delloatament.e EYetrlia una coscienza., ma ~li anni ron come f,"Slie che il vento steEso si porta per cammini caduchi o s.inì!,tri. Non tentate, dunque. la \itJ.: tenterete rn~o un \·ecchlo ricordo. JOAN TRIADU' Gra.nde eono.,ottore di l1tter12tura. os.tat4ft4, J04n 1'rf44ù, e/te t n<1to a Rtbe, del tre.or nel 1921, alterM la critica e l'Indagine /ilolog~ 4/la poe,14. E' profo,sore di greco, lettore d,I cat<llano all'Untver,ttà di Liverpool e autore di ctue importanti antolÒçfe: .\ntc– logia. de l& po..ia catalan~ (JI00-1950/ • .lntolocfa de Contlste• catalan• (1850-1950/. Sta traduetndo le Olim– piche di Pindaro in catalano p,r la collerlon, d•II• fun,. dc.ct6 Bernat Metge. Come poeta lui pubblicato n•l 1948 EndlmlO. La lirica eh.e qui pre,enti1tmo trad6tt4 /Il part• 4ell4 raccolta tn•– ctlta !!:ls Umlts del vlvent. Prese,nfo i chiari esempi Pretento i eh!UI IMl'IIPi e non l)Otrò ,ge.li 'uirB: le mani m·u11cctar,, dla c1131 e alla terra.. E uro ••mpre un btmbo. Gll.lllma.i sarà feUce quel che ml riconosca dopn un'ora antica.. Non Potrei conceda.rmt da. qu~tt nottJ a.ma.re e 1.!petteret U giorno con le ma.nl sul voltb. Lieto non t Il mto cùore ~i ~~,/~~~ f&.~~11:'~ da stima.re la. morte. ... JORDI COTS Vivere con fede V'iver con fede oini ort b&l'lU.. come !e domani pa.rtbsimo per un paese straniero, senza commiati l'ora. n01tra ~ ,!~~~';,' l:, 1 t~'.~l 0 ~ hf1~~i.. uccel:,, llor di neve, pc rua:rdartl. Oh il rttmo gra.ve della mortt, 1-. morte nei miei C&"Pf.lli, tlcura come una ro!a ! /Trcu!uti<J,it d,j RiM~ trol!i) un 1 ombra. di /umo che a.vvol– ge la belltua della vita. Pere/tè l'asino, nella favola corrispondente, i gra.to a chi lo bastona? E il cane, ab– baiando alla luna, perch.A .fpaven.ta l'uiignolo solitario? E le in..,ictt,, nella favola della d/Jpensa e del topo, pere/tè sono senia .scampo? Si guardi la /avola del ma.stello rove– !ciato e della lumaca e si ve– drà il tragico /alale delle il– lusioni sventate, della. felicitd infranta. Il gallo aveva can– tato due volte, quando venne auan,tato dalla faina, e U .tuo sHen2io fece donnire me– glio l'uomo spen.sierato. Ecco alcune tra le più. /elte& immagini che Leonardo Scia.– scia ci ha oDcrto con cuore di poeta. Si ,ente nella sua voce l'eco di una lunga espe– rienza, !i .sente qua&i parlare la sua Sicilia con. l'in.Jlnito dolore delle sue genti e l'tn– ttmttà delle sue pa...utoni. Leo– n4rdo Scia.scia tuttavia non $1 riallaccia al linguaggio par– lato dei suoi cottterranei, co– m'è accaduto a molti dopo il Verga. Egli scolpisce le sue immaginose .sentenze nella no– bile forma d•lia pu.ra lingui, italiana, quale l'ha resa. il ri– cordo dei cl.a.ssict e 14 presen.?4 imopprtmibll• dell1t vita eh• ci circonda.. Non sono molti quellt cM conoscono l'arte di Umberto MaJJan,zint, squiJito pittore ad acquarello di paesaggi • di ,tgure. Delle .sue opere poc.o o nulla st è visto nelle mostre collettive e di mo.st ~e perso– nali recenti due sole cl furo– no, a. Firenze nel 1942 e nel 1948. Sul giornali e sulle ri– viste non compafono rtproctu– zton.i nè articoli e dei crttiçt 11pprezzatf qualcuno ao(tanto, come Valerio Mariani, n.e df– /eae il nome. Non ha studio o ca.sa. propria e la .sua vasta ope.ra, raramente visibile, è iconosciut.a perfino agli amt• ci che vanno a trovarlo. Percht Maga1'zini è stato cosi sfortun1lto a far valere a iuo merito? Lo ha voluto lui, sopratutto. Eglf è un uomo ri– troso, un uomo schietto, u.n poeta che mal st adatta al vi– vere sociale. lo lo conobbi molti anni fa, prima della guerra d'Africa, tn casa di Ernesto Buonaiutf, al quale si 'era presentato nella .tt1a ingenua asplrailone a trovare chi gli fo,se ,olidale ,.,114 dt,illustone t nel dolo– re. Buonaiuti lo presentò a. me. raccomandandomi l'amt– cb:ta. Lo ricordo com'era. al– lora, alto, magro, con il vol– to ,oleato da rughe, nell• quali ,t poteva leggere il pro– fondo dramma del suo spirtto. Aveva la voce calda e som– messa. vibrante dl passione, animata da u.n pensiero in• vlncibilmente attratto dtllla realtà spirituali. lo ero più giovane, ancora non avev:> pubblicato nulla e le angoscie del mio stato personale si ,ommavano a quelle. umtlian– tl, del ritardo neli'e,ordio let– tera.rio. Ci incontravamo qua• si ogni giorno, nel breve pe– riodo che lo rima.si a Roma, e tpesso alla .sera andava.mo a man.giare in una latteria. nei pre!31 di plazvi Fiume. Pas– sarono gU anni e la. buon.a a,ntcillla .1f mantenne pur at– traver&o le lunphe separazio– ni1 71\..entre Maganztni è sempre rtma&to l'uomo di prima, dal carattere fiero e rassegnato. Ma CM cosa si può dire iul/4 ,ua arte raffinata cho co,1 poc colpiJce gil os,er– vatorl Jrtttolo.i? Non so s• egli &la pili bravo come pitto– re di figure o di paesaggi. Tanto nelle une che negli al• trl, MQ1Janiini guarda al di /ti d•lle forme apparenti, al– la reall<i spirituale che regg• l'universo. Realtà spirituale eh.e per lui è beUetza. e amo– re, di cosi &truggente possa.n– za. da. la.sciare sgomenti. Ed o che cl presenti le meravi– glie CUila natura nei suoi molteplfct aspetti o la. varie– tà. del caratteri umani all'e– poca In special modo della Janclulleua e dell'adolescen– za, quando l'animo è più. ,eh.tetto e la vita non so– vrappon,, i suol detriti di er– rore e cti ,nale, 3em.pre ll Ma.- g2:.'t!i:/ z~ur!t~~~;ier~~~ ~~f! l'eterna. &o.ttanza.. I ,uot acquarelli ricordano per la gentilezza del tratto e 14 profondità metafiJlca dello .,.patio l'arte cinese e giappo– nese. Egli è anunato da un gran.de potere .shitetico per U q"4le l'o,pertenza di Cézan- 11-enon è 3tata. .senza pro/ittb, la. sua. 's-pontanettà è travol– gente, la sua sensibilità, ac– cesa tanto da ricordare a vol– te Van Gogh, riconduce il mon<!o ~tsibile alla sua real– tà. soggettiva. creandolo di 1t.uovo in /orme non. arbitra– rft, ma sempre aderenti al vero. Nelle figure mi sem– bra rfcorcùita. l'esperienza dl Modigliani nella tendenu od allungar• talora i colli, ma con dlver,o significato ,plrl– tuale e con minore atten– zione ritratti,ttca. Non ho qui presenti gli ac– quarelli di Maganztni e non pcsso parlare quindi, se non a. memoria.: ma lo vedo fl m.era.vlglfo.so def suoi pae.sag– gl con. t suol turbinan.tt co– lori nei qualt ml pare sfa prevalente una nota df rosso, abbellendo e sllmpliflcancu, il vero naturale con uno slan.– eto mf.&tico che si impone. Ve– cu, i soggetti ,pe,so belli di ptr d e che purt. non .sem• brano rtcercatl per flne este– tiuante, e le figure modeste di quei ragazzi e fa nciuJle, così carichi di una vita che 12n.cora. ai dovrà .svolgere per loro mr.terio,a •et attasci– n..ante o gui immaginata do– lorosa., quella vita &ulla quale !I Magan,ln I ha gettato lo ,guardo lo~anlme di un tre- pu!.o amore. 1 fa~~h:uesto senso. Buzzatl ha prestlglo: Jorge ~ubl6. Inoltre! svolto indubbiamente un la- il direttore dell inse(l'namento \'Oro proffouo. Se del suo im- universitario spagnolo Perezl pegno espressivo non è pos5i- Vlllanueva promiEe l'i6tituzio• b!le QU~ fare Ja storia (ché ne di una cattedra dt Lettera- eff ;t,~~~~i.r?ee v~ri!~!~t~,~~ tura catalana all'Univer!lt.à. di !....-----------------------'I tensltà e di tono e anche le Madrid. Quest.a cattedra do- L-----------------------------------------------.: 1 MARIO LA CAVA lioteca ino Bia L

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