Fiera Letteraria - Anno VII - n. 43 - 25 ottobre 1952

DOMENICA 26OTTOBRE 1952 LA FIERA LETTERARIA I PRECEDENTI, L4 REALIZZAZIONE, LE TRAVERSIE DI UN'OPERA DI CUL1ùRA L'ENCICLOPEDIA Il nostro secolo, giunto alla sua metà. 61 raccomanda ormai per un rinnovato fen 1 0- re enc1clopedico. c·e di che. sebbene il se– colo ~orso ci avesse giil abituati ai grandlo– st progressi delln scienza, n sfolgoranti sco– perte. BRsterebbero, oggi. Io sviluppo della radio come mezzo di comunicnzlone e d.1 espressione. con tutte le sue appllcazionl; l'imporsi e il dilagare della navigazione ae– rea; infine, le dottrine e In prktica dell'ato– mo. per determinare la necessità d'una re– visione del reJ>erlorl dello scibile umano. E ciò, per restare soltanl,O nelle scienze fisiche e meccaniche. Mn pensnte un momento a quale trasfonunzionc si è venuta operando. magari per l'in.fluenza ì.ndireltn di questR. e di altre scoperte. nei ((Costumi» e «nella mo– rale,., in senso lnto; nei modi con cui l'uo• mo si dispone nlln vita, rnffronta e vi si a9egua. Pensa.te quali trasformazioni si sono determinate dalla vitn dei nostri padri alla nostra medesimn. e qunnte e quali se ne preparano pt:r In vita dei lìgli. Che sov– vertimenti. quale nnnrchin ... e quante e qua- 11 speranze. che fermezza in fedi antiche e nuove ... Inoltre ... come velocemente avvengo_ no questi mutamenti! Occorre proprio rh e– dere alle basi la gra.nlticn rus>e su cui posa il nostro spirito, L'uomo sa ormai tante co– se; bisogna tenerne nota sopra, un calepino d! decine di migl!n!n di pagine acc!ocché non abbiano a uscirgli di testa ... DI conseguenza. ecco rifiorire oggi il bi– sogno, Il gusto delle enciclopedie. I repertoridel passato Non s! tratta di wi gusl-0. di un bisogno nuovo. Epoche piene. secoli pieni. si rispec– chiarono su queste lastre fruscianti. che fu– rono e sono le pagine dei codici. sopra le quali amanuensi scrupolosi venlvano lenta– mente depositando le verità dei singoll mon– di Aristotl!e e Plinio ... e moltò più tBJ"dlla summa medioevale di Vincenzo dl Beauvais lo Speculum. Maius con la sun quadn1plfce divisione. nd accenn'nre i diversi domini!, quelli della mnterin e quelli dello splrll-0. Speculum naturale - doctrinale. - historiale - morale ... Slamo verso li 1300: e soltanl-0 tre secoli dopo all'incirca. appare per la prima volta la parola Enciclopedia. per indicare il gigan– tesco repertorio, l"universitas della cono– scenza e della \'OlontR: In Cyclopedia. dello studioso bs.sUense Ruigelberg, data alie stampe nel 1541. Altre. con lo stesso titolo. seguono negJt anni successivi. Si tratto. pe– rò, di opere irl lntino e d! fnt!che lndivldunll. Tutta un'epoca si riconobbe in quelle pagine_: avvenimenti le vennero imputati, una scolta nella storia degli uomini ~randi di ALESSANDROBONSAN fI * po. !"impresa si è palesata redditizia. Il Le Breton le riprende su basi più ampie e vi RSoocta altri noti librai. Brias,:on. David e Dllrand. L"Enc!cloped!a. de! Chambers do– vra essere aggiorna\a e riveduta sotto la di– rezione dell'abate Gua de Malves. con il concorso di Diderot e di D'Alembert. uno scrittore e uno scienziato. il primo del quah era gin impegnato in Inveri analoghi presso t tre suddetti editori associati. Alla fine del 1747. Gun de Malves si ritira. Diderot t d'Alembert restano soli n dirlR"ere l'opera. Quando ne! 1759 D"Alembert alla sua volta si trarrà in disi:,nrte. Diderot condurrà a fine gli ultimi volumi. quasi da solo. Qmm• do si dice: Enciclopedia, si dice Diderot. E' un atto di giust1zin verso colui che ne ss– sicuro il completamento, e che più di ognt altro ln!lul sulrlndlrizzo delln pubblica– zione. Denls Diderot .. nato R Langres uel Bassl– gny il o ottobrè 1713. era figlio di un arti• gtan'J danaroso che lo fece studiare. Sebbene avesse un carattere serio e in– transigente per tutto quanto riguardava la sun diletta filosofia. snpe\ 1 a mostrarsi alle– gro e arguto nel mpporti con gli amicL Non e inesatto descri\lerlo come amante degli scherzi, se volte, come un buontempone. N.e seppe qualcosa Plidre Angelo, Wl canne-Il· tnno di Parigi, cui ern stato raccomandato dal genitore. Col pretesto di voler entrare nell'Ordine del Cnnnelltani (in francese Les Carmes), Denls seppe farsi dare ripe:tu– tamente del denaro da costui. fìnchè il buon uomo non si seccò: e gli disse {un po' stiz– zitoJ: « Non vi ricuso nient.e; comunicatemi lo del .. colo. !n cui •i propugnava una. ~11•– borazlone tra l nioson. e !I potere politico co– me t.ue forze non concorrenti. ma alleate. e d! pari importanza.. Si mostrava quindi tn– nansigente d1 uonte agli ostacoh, a dUTe• renza di Dlderot. accomodante e tenace. La. sua permanenza nell'Enciclopedta . non pote a,,venire senza un continuo disagio, e senza ripetute dichiarazioni ch'egli si limitava a fornire la collaborazione sctentillca. Già in questo diverso atteggiarsi si palesa il diver– so comportamento dei due· Direttori; per Diderot, L'Enciclopedia fu tutto, un'lniziatL \ a a cui si dedico a corpo perduto. che volle condllrre a tenni ne ud ognJ costo. nel pre– sagio del futuro. Come de1tnire quindi le due pos1zioni? In poche parole, D'Alémbert con– cepivi\ la grande opera come un riepilogo del paooato. !Rcendo. al passato la sua par– te nelle scoperte e nelle novità del presente. Dia-erot viceversa. non si appo&glava a nor– me llsse. era fornito di w1a immensa rapa– cità di adattamento, si da.va a dlvedere un emp~tco, un eclettico ... Aveva fiducia (più che m nitro} nel movimento· delle idee. e, non v·e dubbio, si mostrava di.sposto a pren~ d,rle dove le trovava. La "Nuova Atlantide,, Chl glie ne forniva la maggior copia, e ro– prattutto di un genere che sembrava adt1.t• tarsi alle necessita del momento. quasi tes– sero state create a bella posta, fu Bacone. A più di un secolo. gli scritti del Cancel– Eere dt re Giacomo I facevano proseliti m Frnncia. La sua utopia. la Nuova Allanttd.e, \'Olgarizzava ,zii s-chermi sperimentali della lnstauratio Magna, e a.yeva offerto a Dide– roc pt:zze a·nppugg10 e voci classi11catorie per il famo.:;o Prospetto, lanciato da. Le Breton un anno prima che uscisse il primo \IOlume della Enciclopedia come w1a sorta di gro&– so soffietto edltorJale. Tutti ricordano li libretto di Bacone, con. certato su uno ~punLo classico: alcuni na.vL gant1 gmngono rn \lista di una terra scono– scuita. vi sbarcano. sono accolti liberalmen– te dni !elici nbitnntl, e. trascorso un certo lnsso di tempo, quasi wm quprantenn mora– le. vengono messi n conoscenza delle leggl segrete dell'Isola. Un saggio descrive ad e.s;:;i In Cnsn di Snlomone. sorta di tempio del snpere e delln rlcercn: « Scopo di questa nostra istituzione, è la conoscenza delle cause e dei segreti mcvi– menu delle cose, e l'nllargamento del con– Jlni dell'umano Impero. acciocche tutte le possibilità possanò adempiersi ». Segue l'elenco di ciò che si pos~iede e di ciò che si costruisce nella Casa di Salomone, Imo alla ctescnz1one dei congegni. 1n cui troviamo le solite stupefncenti anticipazioni suf giorni nost.ri : · « Anche abbiamo fabbriche di macchine. ~~iv1~:1e~i 1 t~:s~;1i :~~~eQ~\~ grisiru~la~~ di ottenere de' moti più rapidi di quanti ,,ot ne ricnvlnte. dR' vostri moschetti come. da qualsivoglia altro congegno. e di produr– li e di moltiplicnrli più ngevolmente. e con piccioln forza, con ruote e altri mezzi: e rhe siano più forti e più violenti de' vostri. sl d:l vince.re I vostri più grossi cannoni, e 61>ingarcte.Produciamo pure -n.rtiglierla, stru– me111,le macchine dn guerrn d'ogni specie; e del pnri nuo,•e mescolanze e composizioni di polveri da fucile. fuoco greco che arde nell'acqua ed è inestinguibile; anche fuochi d·nrtillzio d1 tutte le vnrietfl. per godimento e per uso Imit lame poi 1 voli degli uccelli: conofcln.mo certi modi di volare nell'aria.>. Nell'ln~1eme. s1 trnttn di un elenco allet– tnnte di fronte nl quR.le rnttcgginmento pos– sibilist.ico di Diderot doveva sentirsi inco– raggiato. Pensnte! Poter tradurre un'utopiA. nella realt}\! O, se si vuole, vergare un·uto– pia modrrna oon elementi tolti tutti alla realtà... Nell'attaccamento di Diderot alla Enciclopedia. occorre far molta parte allo nttnccnmento che di solito si nutre verso idee destinate n restnr tali. JEAN JACQUES ROUSSEAU Piano dell'Enciclopedia VediamoU ora al lnvoliuo. Questi lilosofl ctmdannati a un lavoro forzato ch·esst me– desimi non a\'evano certamente creduto co– sl gravoso. Nelle lettere a Sofia Volland. tracce d1 questa fatica cadono qua e là dal. la pennn Cli Diderot. Per Imbattersi !n quesl-0 titolo di tani-O av– venire usato in una lingua moderna. si deve giungere all'opero di Geremia Chambers. Cyc /oped.ta. pubblicata a Dublino nel 1728. Incontro che assume, quasi per un gluoco del caso, un inatteso. e come protonao. si• . gnlficRtO. . La grande "t.:nciclopedia,, E' e\'idente che un'opera collettiva. di di– mensioni grandiose come l'Enciclopedia (questo monumento del sapere e delle co– gniz1ont ser.tecentesche). di cui oggi ancora la. cultura contemporanea continua a sfrut– ta.re molti succhi, non può sorgere sul vuoto. Es.sn ha bisogno, innanzi tutto, dn w1 am– biente U quale agisco dn fertilizznnte. ncu– ché della istanza che l'ambiente suscita a ragion veduta. Alludere nl coso. o qunnto m~no muovere in cerca del pittoresco, col desiderio di fnr colpo, sembrn quindi un pnr– lare alla leggenl. Ora, l'nmbiente, con le fw1zini che s'(I detto. esiste. Nel 18. secolo in Francia si stuvnno tirando le tìln. da piu partì. sul lnvoro svolto onnai dn cent:nnni. per la revisione del princlpll su cui si ern– uo basati, 1ìno nd allora. I rnppcrti tra 11 pr!Yato o!ttadlno e lo Stato; un altro lungo perioao aelln scoria dell'umomtil si stnva chiuden:lo. Il pensiero dei 1110so1i inglesi, da Newton a Locke. sbnrcn sul continente: la Massoneria. guidntn eia nristocrntici ambi· z!osi, app:ire nello sfondo. In realtà. son.o gli anru m cw. nccnnto allo speculazione illu– ministica. si ,·n iul.z.inudo la rh·oluzlone in– dustriale: la meccanica ha fntto molti pe.ssi aYnnti nel fornire macchine nll'uomo; la curiosità dell'uomo di culturn non trascura questo llspetto del progresso. di cui intuisce rlmportanza. Esi.!-tedunque ramblente: esiste un libralo provvisto di fiuto e d! capacità, Le Brel-On. Ma a far hl che tanti meai e forze si pos– ~ano coagulare e proprio il caso che inter– viene. Il caso ha nome Diderot. A questo punto. alla. domanda: che cos'è l'Enc~clope~ din.? Che e.osa ha voluto essere e che cosa e ~tata, si aggiunge l'altra: chi è questo Di– derot e che cosa ha fatto? S'intende che tutti sanno cos•è L'Enciclopedia e chi è stato Diderot. Le domande equivalgono ad altret– tanti accorgimenti verball. Per rispondervi, occorre intrattenersi tuttavia sull'antefatto. L'antefatto ammontare dei vostri debiti. li pagherò: uni– teci Quello delle cose che giudicate necessa– rie o di!ettevoli. le comprero: ma prima en~ trnte nell'Ordine. Nie.nte sarà fatto sintan• toche sarete in balia di voi stesso. Sarei col– pevole davanti a \'0i e davanti ai vostri ge– nitori. se soddisfacessi i vostri disordini ta– cilitandovi 1 mezzi onde prolungnrll; affe min. non vi darò µiù del denaro ... » - «Non mi dnrete più soldi? ... » - «Nossignore» - « Ah. dnvvero? Ebbene io non vo· più farmi carmelitano». li bello e che il babbo. cui l"Rbnle Indi– gnato si rivolse, 1ìnl col dn.r ragione R 1 !!~!io. Scris~e a Padre Angelo: ((Mi avete insegna– to ciò che for:ìe non avrei mai appreso s.enzn di voi. cioe che un uomo di elfi nlfl.t.u– rn e di lunga esperienza può farsi ragg1- rnre da uno scolaretto». Del resto. nelle lettere n Sofln Volland. la amica cui Denis rimnse legato per più di vent·sumi. questo spirito snrcnstico e tutta– \'ia senza malnuimo. fn le sue prove. Ecco il ritratto delh\ Moglie di BulTon: « Sono nrrivntl il signore e la signora Butron. Ho visto In stgnorn. Non ha più collq; il mento ha !Rtto la metn del trnglt• I-O; !ndovir.ate un po' chi ha percorso l'altro. rneta·J... ln conseguenza di che. i suoi 1.re menti riposano su due buoni e soffici guan– ciali». Per vivere indipendente, si era fatto pre– cettore In casa d1 un banchiere. certo Ran– don. Lo pjnntò nllo scadere di tre mesi. dopo aver scambiato con lui 11 seguente colloquto: «Vengo. Signore. a pregarvi di cercare chi mi sostituisca. non posso rimanere da voi più oltre». «Ma. signor D1derot. che motivo di scon– tento nvete? I \·ostri onorari. son forse trop– po magri? Li raddoppierò. Siete male allog– ginto'? Sceglietevi 1\ltre stanze. La vostra mensa è , male imbandita? ordinatevi 11 pranzo da voi: niente mi costerà troppo, pur di non perdervi». « Signore. guardatemi: un limone è me– no giallo àella mia faccia. Del \'Ostri bnm– blni stavo facendo degli uomini. ma ogni giorno che passa divento un bambino io in– sieme n loro. Ml tro\·o Anche troppo ricco e troppo bene in casa vostra. ma bisogna cht. me n·esca: l'oggetto dei miei desideri non è \'i\'er meglio. bensl non morire» Aveva pubblicato alcune traduzioni dallo inglese e un palo di operette originali quan– do !ncom!nc!ò ad occuparsi dell"Ene!clo– pedla. « Vi scrivo dn case\ di Le Breton. da\'ant1 ad unn montagna di bo,zze di st.ampa da correggere. che gli editori staMo aspet– tnndo ». e Alle tre, sono da Le Breton. Vi la,voro fino alle sette. sette e mezza. Finito o meno 11 mio lavoro me la do a gambe. Non voglio essere• Invitato a cena da quella gente». E nella let.tcrn del 28 settembre 1761. ec– co inserirsi le lnment.ele che 1 poveri leite– rati hanno nvuto rngione di ripetere da che mondo è mondo. con asfissiante monotonia: « Lavoro sempre: scrivo le didascalie per le ligure. I librnl hnnno fatto Il viso rosso. per grettezza, credo comunque che ml con· cederanno per ogni volume di illustrazioni lo stesso sia pur meschino onorarlo che mJ calcolano per ogni volume di nrtlcoli: :.e uon divento ricco, per lo meno non :•.nd; ò I 1 n11senn». Vediamo come viene distnbu.tta lll mate– ria delle sini;tole trattazioni. come annonlz– zn nel complesso cielropera. e intantù le di– chiarazioni preliminari al riguardo. I testi sono tre: il Prospetto editoriale stero da Dlderot. ll discorso introduttivo d1 D'AJém'>ert e la voce: Encicloped.1a, ancora di Diderot. Questi stabilisce i punti fermi a cui dovrà ispirarsi tutto il lavoro. La &toria delle idee lllOSollchedeve occupare una gran p&rt.e dell'opera: argomento che verri\ ri– preso e ribadilo dal cl'Alembert. c che ba– sta· a caratterizzRre l'Enc.clopcd1a, a distin• guerlA. dni repertori oonsim11i che l'hanno preceduta. 1. utte le discipline. tutte le teo– .rie. vanno come guardate attraverso unn slllatta 111oro11ca. che e destinata a scom·ol– ge1e le prm.pcLtive trnd1zionali. A lianco di questa innovazione. un'altra novità: la descrizione delle macchine e degli apparec– chi dell'arte meccamca. materia in cui tut– to, compreso il linguaggio, era da crea.re di SAnRJ)IAJlta. D10e,01. \I SI dedico pe1sonn.l– ment.e. Ne trm·inmo lar$?hl resoconti nei bl.C· gran a. Jul contempora net: e Passava ~101na\.emtere nelle officine dei più abili operai. e non trascurava neppure 1 stmphci manovali. che. senza aver mal ri– tlettuto sul loro mestiere, e senza avern! mai atrerrato l'insieme. ne conoscono Pgual– mente RllR perfezione le singole parti». «... prima esamina \'R una macchmH.. ne chltdeva il nome. si face\la sp1ea:are r ,1.so di 05tni pezzo particolarmente. e il giuoco o la funzione determinata di ciascun pe1.w nel mec<'anismo generale. L'operaio la\·ora. \ a p0i davanti a lui. o lo !òiiessoDlderot la• vara.va . sotto gli occhi detrartlgiano. Dop:> 1r.ulti tental1v1 ot questo genere. in cui egh dimostrava tantK pazienza e atti\litd. quan– to acwne e• perizia. face\'a smontare e r1- mon1are la macchina». senza. E per quanto riguarda 11slsten1.a Ee– gmto per ordmare il n1.aterlale e le voci. ecco ancora D'Alambert a rivelarne le norme: « Per oonc1l!a1e l'ordine enciclopedico c1.1n l'ordine alfabetico. abbiamo impiegato tic mezzi: 11 sistema figurato. che sta In testa all'opcru. la scienza n cui ogni articolo Eii riferisce e la maniera con cui l'articolo è trattato. Si P mesi:o di sohto. dopo la paro– la che cta il soggetto dell'articolo, il nomi della scienza di r.ui l'articolo ra parte. Uc– rorre soltanto vedere nel sistema figurato qual rango queEta scienza vi occupa, per conoscere. aual è Il posto che l'articolo deve a.vere neirEnciclopedfa. > D'Alfmbert avreb– be dovuto occuparsi degli artico.i sulle ma– tematiche. ma Il suo debutto come filo::ofo, ;~~fòu!~ ?~~~:~~~!~si~e~n:e 1 ;·:,i1;çt~rz1~~a~~ che a.d aJtri argomenti. Resta famosa la vo– ce Genève, che suscitò un ve~pa.Iotra i calvL nL!.tf. i quali ce;ca.rono invano dt ottenere dallo s-crlttore una ritrattazione. Tra. i collaboratori più illu~tri è d'uopo ri– coraa;e Volta1re. tielveuus, MaÌ'montel, Turgot, COndorcet e coloro ohe dettero w1.a voce sola; tale Montesquieu, sul Gus.o, ar– tiLolo che la morte gh lDlpedl 01 nn1re. RvUS"Seau.ancora lontano dalla fama, ven– ne mvitat.o a scri\'ere sulla musica. « 11 signor Ruusse-iu di Ginevra, il quale presiede come J1losofo e come uomo di spi– rito la tE'oria e la pratica della musica. ci ha dato gli articoli concernenti questa scien– za. Alc'.Wi anni fa. egli pubblico un·c,pPra intitolata: Disseriazione $Ulla musica mo– derna, alla quale manco forse. per ventre accolta, solo il fatto. che non si trovt1.rvuo prevenz.ioni a poterne ndottare una più an– tica». Ma RouS&eau ebbe tempo di fornire an– che un articolo sulla. voce Economica Po!ittca, e d1 maugurnre cosi una nuova scienza pri– ma d1 guastarsi con Diderot. Fra i collaboratori meno illustri. oltre la mutevole .schiera degli abati che si &u&.e– guirono nella compilazione degli articoli teo_ logici da Mallet a Ivon, a De Prades, a. Pesl.1é. a Morellet, un posto a se compete A. Jaucourt, rimasto a. !!anca d! D!derot negll ultimi anm, vero Jip1rito eclettico. cn.pP.ce di cavarsela di fronte a qualsiasi argomen– to. e che si meritò dal maestro la seguente apostrofe: « Se abbiamo potuto gettare li grido de! marinaio, che aV\·1.stala terra dopo unà twt– te oscura. durante la quale ha vagato sen• za meta, lo dobbiamo al cavaliere di Jau– cow1, ». E tra gli 1gnot1, La Bra~sée, che descrive la fabbricazione dei nastri, Buiswn, un in– dustria.le di Lione che t,ra.tta della &eta; Ro– main, U.."1. colonialista, cUi compete sc.1vere degli zuccheri. La mag~ior parte dei recll tto_ r1 non firmava: diversi articoli sono distinti aa ie,te1c 01 ncmnrno: no ebemp,o, unn O per l'Alembert: una S per Rousseau: Vol– rnfre nume 1 utela1 e, ha 11suo nome per e– steso. La collaborazione di Diderot è og– getto di u1i'RV\ ertenzn portioolare: « Gli articoli che non sono distinti da una lettera alla fme, o che hanno una stella al principio. sono del signor Dlderot: i primi sono quelli che ha scritto in qualità di au– tore: i secondi. quem ·cui ha supplito come editore». Accoglienzee vicissiludini li pruno volume U6C!nel luglio 17~1. La pubbliclta che gli aveva latio !I famoso Prospetto vergato da Diderot e diffuso m tutta Europa, aveva già dato dei risultati imprevedibili: quattromila '!Otloscrittor! a! ~T~u\~ 1 ece~gr~t~~~- ~u~6~e~u8e~~=as~: .a cesso 1ìnanzinrio. rh,elarono ben presto la loro importanza.. Non fu soltanto per la. impresa cli Diderot e compsgm la v1tn as– slcurat..'\ ml\ quando da più pnrtl invidie. rancori, interessi preesistenti tentarono di dlstrnggere rEn-,lclopedia. il fatto che essa ormai costituisse un affnre <un buon aff1:1.• re!> fu la difesn più sicura.. L'editore Le Bre– ron e I suoi associati. nonchè i quattromila sottoscrittori si tramutarono in partigiani cieli' Enciclopedia: e le accuse. che forse a– vrebbero avuto partita vinta contro un'ope– ra nryn altrettanto redditizia. si spuntarono rli fronte agli utili del soci. e alrlnteres.se dell:11«abbonati». Non erano usciti che due volumi nel 1752. e ~ià i nemici. reclutati la mag~ior parte nell'ambiente dl corte. fra f Gesuiti e i lo- 10 nvversan. i G1anrn111sti {s1a gli uni che gli altn avrebbero ambito che venissero lo– ro affidati gli articoli teologici) riuscirono ad ottenere un Arret del re che sospend~va la pubblicazione Sembra che raulorizzazione a riprendere In stam90 ,·en!sse ottenuta per rlntervento della duchessa di Chàteauroux, la favorita. ael momento. << La donnA che sposo la causa degli En• ciclopedlsti. si chiamò signora di Chàte– auroux; appartenava. a. quellonesta e vir– tuosa famiglia de Nesle. che. per aver gia fornito ùue amant.l a Luigi XV. doveva cre– dtrsl tre volte nobile. senza dire de' ,n.:.oi altri titoli. Le due figlie maggior! del mar– chese di Nesle si chiamavano signora rli Ma!lly e signora di Venthniglla. Regnarono per qualche tempo nel cuore del Re. La 60· rella minore, la duchessa. di Chàteauroux, Pag.5 DENIS DIDEROT racco! .. da ultimo I& loro •uccesslone. Ella ottenr.e dal regale amante .ohe rordlne ,n divieto di stampa dell"Encicioped.laJ tosse revocato, e In pubblicazione pote riprendere il suo corso». Cosl 11Duprat. lo storico ottocentesco de– gli Encicloped!.stl Ma certo la protezione del Malesherbes, l.!lla specie di rmn1stro della Stampa di al– lora. nonche la riYailità fra Gesuiti e Gian– senisti, dovette avere il suo peso. 11 n010e di un'altra favorita s'incontra tuttavia quel– che anno dopo. alla «seconda interruzione» delropera. e cioe nel l'"i59, quando una sen– tenza del Consigho di Stato revoca il pn• vllegio accordato b Le Breton. E" il nome della Pompadour. che la leg– genda vuole abbia usato a sua volta la pro– pria influenza sul re per ottenere che si tollerasse di continuare a ,stampare l'Enci– clopedia a Parigi, !I che di fatto avvenne, !a1"0 alcuni accorgunent1 come quello di sostituire i nomi di6li editori tranoesi con quello dello stnmpatore Samuel Fnulche. di Neuchàlel. Si racconta che una sera, iutrat– tenendosi In (B\'orìLa con 11 reale amante, \lenisse il ctiscorso sulle palveri da sparo. Qualcuno rec-n il volum.e dell'Enciclopedia con la voce corrispondente, ne dii. lettura aJ re, cne s1 pe,suaùe 6edUta stante c!ell'uulita dell'opera. Peccato che. quando quel \Olu– me uscl. la Pompadour !asse già morta da qualche anno ... A questi ostacoll, gravi se pure esterni. oc– corrP aggiu11gere le peripezie interne alla impresa. La più deprecab!le: !l ritiro d! D'A. lemberl, nunacc1a .. u 1111dalla prima crisi. ed effettuato all'esplodere della seconda. li comportt1ment.o del matematico non !u molto chiaro. Ln. su:. diserzione da! posi-O di direttore, che si suol g1hsti11care con l'intransigen1.a, sembro invece dovuta al disagio che ormai gli derivava dal dovru·condividere il peso nio– ,ale dell'~nc1clopeC11R. (..h'egh abblH deSli.~- 1 ato, senza tutta.via. rinnegare l"opera alla. quale contlJ\UÒ a collaborare, di scindere (po. co brillantemente) le sue responsab111tà da. quelle degli nitri. i;embra provato anche dal fatto che stampò in libri separati i propri &'rlttl gia usciti suirEnc!olopedia. e quel!! tuttora lnertiti destinati ad essa. E non bisogna trnbcurare alrl moventi: di cui è traccia soprAttutto nelln corrilsponden– za di Diderot, e cioe un seguito di dissapor! che D'Alémbert ebbe con lo stampatore per ragioni economiche. Un colloquio esauriente i;i svolse a tal proposito tra i due lllosofi. Eccolo !n parte nella. trascrizione che Diderot ne fece per Sofia Vo!land: « S1ele aunque molto avanti?» - «I miei articoli di filosofia sono belli e fatti» - «E' tempo che ml ri metta anch"!o~ - «Quan– to prima, tanto megllo > - e Dlpen:le dagli editori. Li ho visti, ho !Atto loro delle p10- poste rngionevoli; se le accettano mi dedico all'Enciclopedia come per il passata; altri– menti. soddisfero gli impegni gia presi e basta» - «Fnte come \ 1 olete; per me andrà sempre bene» - «La mio. &itµazlone si ia difficile: qu1 non cl pagano le pensioni: quelle di Prussia i-ono sospese. e all'Acca– demia di Francia non ci vogliono liquidare, neppure i gettoni di presenza. DIO mio. CO· me ben sapete. non ho che un reddito irri– sorio. e non ho plù voglia di rep:alare il mio tempo a. quella. g.ente > - e Nan vi biasimo; 6 giusto che ognuno !accia 11 bU0 mteresse». L'amicizia tra 1 due duro comunque tnol– terata: la signora Vandeul. flg,la di D!derot, ne xa fece: « C10 che accadde non dwunw la stunw. che mio padre nutriva verso la perrnna del signor D'Alembert, nè infirmò li giud1z.o che oava delle sue granai quahta. '.1 U1,,,e 1e \-ol– te che s·tncontravano pareva che non si fosse_ro mai lasciati». Sebbene aggiunga.: « Ma stavano anche due anni senza ve– dersi». D'Alembert continuo. ora che aveva p1ù di un piede fuori. a dlfendere a spada trat– ta l'Enctclopedi.a., e Diderot a lavoral:e pre– terib1lmemt: m s1lenz10. Era un cont~gno che non mgannava nessuno. Cosl si \'ide 11 primo blandito dagli avversari: 11 secondo hetnpre H.1,,1.ttccuto t vihpew. La maggior traversia, e la deh.s.ione più !or1.oe ,!J1ae1ot ebbe u &ub1ria quando ,:ro. giunto alla une del lavoro. Un g1orno si ac• corse che Le Breton aveva istltu1to una p1-o– pna censura privata. e che prima d1 stam– pare gh articoli, provveoe,·a a l'Jdurh e a ttasformarJl li peggio era che. nessuno dei collaboratori, per p1udenza. per pau1a, con• sen-a,•n copia degli scritti. Gli ult1m1 volu– mi softrono di questo intervento censorio di Le Breton. che provoco una veemente quanlo inullle, reazione del ttlosofo. ' «Proprio ruorno che aveva p1u interesse a una buona riuscita dell'impresa, c1 ta dli. EOio più male di quanto ne abbiamo mai sollerto per gli sforzi riuniti di tutti t no– stri :,,ennc1. Non e un caso da far uscir di senno? Costui si e cowp1ac1uto c!ella si:a. mfamia per ben quntt.r'anni. Si alzn\;a not– tetMlpo per metter fuoco a1 suoi magazzi– ru: e eia gli pareva d.Uettevole. Mi passeg– gia intorno con quella· sua parsona pesan– te e corpulenta; s1 siede. si alza. st r1Slede., vorrebbe parlare. tace. non so cosa preten– d:-.. da me. Ambirebbe, putacaso, ch'io ml accollassi. verso gli autori. il suo atto in– fame? Ci mancherebbe altro!». Finale L"opeta tu completata nei 1772: erano di– ciassette volumi di testo, undlcl di tavole. Un supplemento di cinque volwni. datate da Amsteroam. uscl nel 1'177; ctue \-Oium.1di indio! comparvero l'anno dopa. Diderot che contava trentatre anni nel 17'15, all'in1z10 dei suoi rapparti con Le Breton, aveva. Eipe– so il meglio della vita nella grande impresa. Non e &enza un palpito di rh•erenza the si prendono 111 mano questi tomi. carichi di tanto slgniJ1cato e di ta.1te promesse! Sono degli in-follo oblungh1. o<ampat! a due colonne slunciate dai carattel'I molto chiari. Le lltustrazionJ sunbollche ed. enJble– mat.iche, Hrmate. Papitlon, ornano 1 frou– tespizi e certe testate interne come queua che. nel primo , 1 olume, sovrasta la pruna lettera dell'alfabeto ed occupa tutta la lar– ghezza della pagina. Essa e un compendio ngurato dJ tut.te le scienze ed art.i, 1actl– mente rlconosc1b1II, m uno sviluppo aebe immagini dn smlstra verso destra. Qui. nel– lo sfondo. appare la palchettatura d'una bi· blioteca come ullimc porto di tanto studio e amore Sono volumi d1 700-lOUO pugme cadauno; il primo contR in più 52 pagine preliminari, distinte con numeri ro11.10nie contenenti fra l'altro 11 Discorso di D'Alembert, e la tavola àel S:$tt.o,a 11vuruto dell..:. cono ..cenze dell'uomo, con In tatnosn triplice riparti– zlone: Memoria . Stona; Ragione . Ftlosotìa; Immeg4l.azione • Poesia. Seguono con la nu– merazione in cifre arabe. 914 pagine dl testo. I volumi delle tavole che recano Il titolo: Recuell de Planches sur leb So1ences. les nrts Llberaux et !es arts Méchaniques. avec , leurs expllcattons, sono ricchi di· mustrazlo– ru mctsc, crn::,cun grupi,c, l..iellequnh e pre– ceduto da numerose pagine di didascalie, dfsthl.te da numeri e lettere di richiamo e raccolte sotto la i;oce che si prooon!lono d1 illustrare: cosi ad esempio Anatom..ia, Archi• tettura. Astro,tcmta e con un riferimento generale RI \'Olume del testo dove si trGva l'articolo ,su codesta voce. Nel volumi drll'ediz1one pbeudo-svJ.zzera. 1 nomi di Diderot e D'Alembert sono scom– parsi dal trontesp1zio e bOno sostituiti dalla mdicazione sibillina: i\l!ls en ordre et publlé: par Monsieur ... li m~gnU1co esemplare r.he abbiamo sotto gli occhi princ1pescamente rilegatp in pieno vitello con impressioni m oro. appartiene alla Pnlalina di Firenze. Il titolo in costola e D1ctio1rnatre raf.5Gnnt. e-t.c. Diffidenza per la parola E.nc1clopedia, trop– po nuova? Oppure occultamento ipocrita ot un'openi.. per quegh anni. esplosiva? Il fatto è che l'esemplare e intatto. staremmo p~r dire ìntonso: nessun occhio ribelle deve mai eFsersl po.sa.te su molte e molte p1glne di uso. 1 m!zz~ol~m~a~~:J:~ira~~~ei~;az~~ c~:t~~11: biblioteche contiene w1a settantina di libri. Tutta un ·epoca si riconobbe In quelle paei- ~~~ g::::if! a;:ir~i1!1t~~~~ l~e;ftn~l~~i~f putati, Che cosa .sono oggi per noi? Un favolo::.o ricordo? Come possiamo definirla? For1=e. cosl: « Il maggiore sforzo che l'uomo abbi" compiuto. per dar.si ragione di se stes.!.o e del mondo creato. appoggiandosi al suoi soli mezzi investi~ativi >. Fu orgoglio. Fu una \'lttorht ,o una sccmlltta? Benl"\h~ siano passati due secoh. puo darsi che sia. ancora presto per dirlo. Questo p06siamo n– conoscere: che nel frattempo gli uomini si sono mossi in varie direzioni. e che mentre alcuni tipingevano alle estreme conseguenze certi reE-ultat1 dell'Enciclopedia, altri rima. scro invece fedea. o ritornarono. alle irlee meta/i.siche che parvero allora sorpa~ate. Non si può concepire rEnciclopedla senza Dlderot. Eppure la sun persona non s'incon– tra agli albori dell'impresa: il privilegio. vale a dire li permesso di pubblicazione e d! esclustva che li llbraio Le Breton ha otte– nuto nel li45. riguarda soltanto. in un pri– me tempo. la traduzione in francese dei due volumi del Chambers. Un tedesco. li Sel– hus. e un inglese. il Mills. gio\•ane commes– so di banca dovevano compiere il Ja\·oru. Ma ben presto. sorgono contrasti economi– ci: fra il Le Breton ed il Mills si giunge perfino a vie di fatto: i1 libralo molto abll– menu; riesce a sciogliere 1 contratti che lo legavano ai ·due. Ma pur in cosi breve tem D'A!émbert. Invece, di quattro anni più giovane di lui. era un tipo completamente dh·erso. Figlio naturale di genitori anche troppo noti. abbandonato sui gradlni di una chiesa, raggiunse fama e onori, e, mtmbro deffAccademtR francese. mori ..segretario perpetuo di essa. Matematico NewtonJano e filosofo per grazia di Diderot. di chiari e fermi principi come lo sono spesso i mate– matici e l fisici. ma nelle contingenze della vita combattuto invece tra l 'lncertez.za e .gli improvvisi !rr!g!d!ment!. era Iep t.o ad· un.l sua concezione · post-rlnascimenta.le· tipica Nel Dr.scorso introduttivo, D'Alémbert a ~ua volta precisa che l'Enciclopedia dovrà esporre. nei limiti del possibile. rordine e i rapporti delle coooEcenze umane. contenere eopra Clini arte e ogni dlsc1pJina sia mç,rnle che scientifica. i pnncipii su cui si basa. e ! puticola.r! che Ja distinguono nell~ sua es- JEAN D'ALEMBERT ALESSANDRO BONSANTI (Questo sa.ggio fu già trasmesso dal J. Programma della, RAI). Bib i ca Gino Bian1"o ....

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